20 November, 2024
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«Intendiamo rafforzare le politiche di accoglienza turistica nella nostra terra definendo l’identità culturale e ambientale attraverso un programma di comunicazione digitale che vedrà il coinvolgimento attivo delle edicole in Sardegna. Pensiamo al futuro: superare in fretta questa emergenza fornendo un supporto per rendere competitiva la nostra Isola è uno dei nostri obiettivi.»

Lo afferma il presidente della Regione, Christian Solinas, a margine della firma del protocollo d’intesa tra la Regione – con gli assessorati del Turismo e degli Enti locali – l’Anci Sardegna e la Fieg.

«Vogliamo raggiungere il duplice obiettivo di sostenere le edicolepresidi diffusi capillarmente nella nostra Regione – con iniziative funzionali che, valorizzando e ridefinendo il loro ruolo tradizionale, possano essere un punto di erogazione di servizi per i turisti e i cittadini», puntualizza l’assessore regionale del Turismo, Gianni Chessa.

«Il rapporto diretto degli edicolanti con il pubblico e gli spazi a disposizione nelle loro attività commerciali rappresentano un elemento innovativo col quale comunicheremo la nostra identità turistica in maniera immediata ed efficaceaggiunge Gianni Chessale edicole saranno ‘punti di informazione’ riconoscibili attraverso una specifica immagine coordinata.»

Il protocollo descrive obiettivi che consentono, inoltre, in cambio di servizi per la comunità, di mantenere l’occupazione in attività economiche che hanno risentito nel tempo di un calo progressivo del fatturato.

L’accordo quadro – condiviso con gli enti locali e gli editori – rientra nelle azioni descritte recentemente con una delibera della Giunta regionale.

Il documento approvato dà il via libera al Programma Regionale di Sviluppo che ha definito per i prossimi quattro anni le linee prioritarie nell’ambito strategico dell’identità turistica e contiene il “Progetto pilota edicole” per potenziare la rete di accoglienza.

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Il consigliere Cesare Moriconi, nel corso dei lavori odierni della commissione Bilancio del Consiglio regionale, durante l’audizione dell’assessore Giuseppe Fasolino, ha sollevato la necessità che il presidente della Regione, Christian Solinas, ripristini i suoi corretti rapporti col Consiglio regionale, il quale, ormai chiusa la fase più drammatica del look down, non può più essere esautorato dalla sua imprescindibile funzione istituzionale di parlamento regionale. «Il presidente Christian Solinas ha il dovere di aprire in Aula, in tempi rapidi, il confronto politico sulla ripartenza economica e la riorganizzazione del sistema sanitario territoriale ed ospedaliero».
Cesare Moriconi ha dichiarato che «non è più tempo delle conferenze stampa da casa. Il contingente drammatico che stiamo attraversando sotto il profilo socioeconomico richiede scelte corali e condivisione strategico programmatica per il futuro».
Dopo aver ricordato che in tutta la sua storia autonomistica il Parlamento regionale, nei momenti gravi di decisioni impegnative per il futuro della Sardegna, ha sempre svolto un ruolo attivo nel rappresentare il comune sentire del popolo e difendere in maniera corale gli interessi dei sardi, Cesare Moriconi ha richiesto, attraverso l’assessore Giuseppe Fasolino che «il Presidente si impegni a venire al più presto in Aula per discutere e condividere con il Consiglio le scelte impegnative che ci attendono per avviare la ripartenza del sistema economico sardo, determinando l’uscita dal look down ed avviando un nuovo Piano strategico di rilancio imprenditoriale e produttivo, così come avvenuto all’alba della vita autonomistica nel dopoguerra con i Piani di Rinascita».

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Settimana di riaperture per i settori dell’abbigliamento, calzature, gioiellerie, profumerie, studi di tatuaggi e servizi alla persona. Ma le linee seguite dai sindaci dei tre centri principali del Sulcis, sono molto diverse. Mentre Carbonia dà il via alle riaperture di tutti i settori, il sindaco di Sant’Antioco, Ignazio Locci, va più cauto e decide di riaprire i negozi ma non i servizi alla persona, come parrucchieri ed estetisti. Ancora più dura la linea seguita dal sindaco di Iglesias, Mauro Usai, che decide di rimandare la data di apertura degli esercizi commerciali e dei servizi alla persona al 18 maggio, data in cui si attendono protocolli e linee guida più chiare.
«Abbiamo deciso di dar seguito all’ordinanza del presidente Christian Solinas, raccomandando agli esercenti di rispettare alla lettera tutte le prescrizioni da seguire – dichiara Paola Massidda, sindaco di Carbonia. Il nostro Comune ha avuto una situazione fortunatissima, dovuta al fatto che i nostri cittadini si sono comportati bene. Confidiamo che anche in questa “Fase 2” di riaperture continueranno a seguire le regole. Il nostro è un territorio in cui la disoccupazione è alta e rischiamo di non veder risollevare le serrande di quei commercianti che, in questi due mesi, hanno sofferto la crisi, dovuta alle prescrizioni del Covid. Prima che sia troppo tardi, è opportuno ripartire.»

Per concludere, il sindaco Paola Massidda fa un augurio ai commercianti della sua cittadina: «Siamo con loro con tutto il cuore, insieme a loro. Perché è con loro che può ripartire la città. Non devono sentirsi soli. Noi ci siamo».

Tanta speranza traspare dalle parole di Maddalena Cascìu, titolare, assieme al marito Franco, di una gioielleria di Carbonia: «Siamo felici di essere tornati nel nostro negozio, al nostro lavoro. Un lavoro a cui siamo affezionati perché lo svolgiamo dal 1981. Io spero che si riprenda la vita di prima. Sappiamo che c’è crisi ma almeno che si ricominci a vivere». Saltando le cerimonie religiose, si è persa una grossa fetta di mercato. «Non ci sono matrimoni, non ci sono battesimi, non ci sono più ricorrenzeprosegue Maddalena Casciu -. È saltato tutto.»

Tra i settori merceologici che risollevano le serrande, c’è quello di Alessia Mirai, titolare di un negozio di calzature a Sant’Antioco.
«La nuova apertura è stata emozionante, nonostante la grande paura confida Alessia Mirai -. Ritrovare in negozio i nostri clienti, che ci sostenevano tramite social, è stato davvero entusiasmante. Mi ha dato una carica che non pensavo di riuscire a trovare.» Però c’è anche la paura per quanto riguarda l’aspetto della salute. Prosegue Alessia Mirai: «C’è stato da capire come potersi comportare. Comunque, abbiamo sanificato tutto il locale e, inoltre, abbiamo acquistato anche delle salviette disinfettanti da fornire ad ogni cliente».
Com’è stato il rapporto con la clientela? «C’è stato un grandissimo rispetto da parte di tutte le mamme, che sono arrivate in negozio munite di tutte le precauzioni necessarie e hanno rispettato rigorosamente le distanze di sicurezza. I bambini son stati meravigliosi, perché son stati educati dai genitori a casa e quindi sapevano già come comportarsi. È stato bello vedere questo grande lavoro da parte delle famiglie.»

In conclusione, per quanto riguarda la tipologia di vendita, Alessia Mirai aggiunge: «Per chi ancora non se la sentisse di venire in negozio ci siamo organizzati per la consegna a domicilio».

Federica Selis

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I consiglieri regionali del Partito Democratico hanno inviato oggi una lettera al presidente della Regione Christian Solinas per sollecitare la riapertura delle attività ippiche in Sardegna.
Dopo aver rammentato che l’indotto del settore ippico in Sardegna da sostentamento ad oltre 5mila famiglie, i consiglieri del PD hanno messo in evidenza come l’attività ippica, per il suo svolgimento, risponda appieno ai requisiti per la ripresa contenuti nel DPCM della cosiddetta “Fase 2”.
Per questo motivo, non esistendo ulteriori motivi ostativi, i consiglieri hanno formulato la richiesta che il settore dell’ippica, che in Sardegna conta moltissimi estimatori, possa riavviare la propria attività sin dal 18 maggio prossimo.
Non si tratta, infatti, solo di dare ossigeno ad una attività ormai al collasso, ma anche di difendere un settore che fa parte dei tratti identitari del popolo sardo e per il quale i sardi sono conosciuti ed apprezzati a livello nazionale, vedi Palio di Siena, ed internazionale.

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«Il Governo ha riconosciuto l’autonomia delle Regioni nella gestione della Fase 2 dell’emergenza. Una fase particolarmente complessa sulla quale eserciteremo le nostre scelte di allentare – in sicurezza – le restrizioni in atto e tenendo conto, in particolare, della specificità della nostra Isola anche in relazione alla ridotta circolazione del virus.»

Lo ha detto il presidente della Regione Christian Solinas, al termine della riunione di stasera in videoconferenza col Premier Giuseppe Conte alla quale hanno partecipato i Governatori.

«Dal 18 maggio si potranno quindi aprire sotto la nostra responsabilità gli esercizi al dettaglio in base alle esigenze del territorio e della popolazionesottolinea il presidente della Regione -. Il Governo avanzerà – come nel caso delle aperture di bar e ristoranti – delle proposte che verranno integrate da quelle delle Regioni avendo riguardo delle specifiche caratteristiche del territorioprosegue Christian Solinas –. Nel corso della riunione abbiamo manifestato l’esigenza di un accordo tra lo Stato e le Regioni a Statuto speciale per trovare una soluzione alla riduzione del gettito fiscale – stimata in circa 700 milioni di euro – determinata dall’emergenza.»
«La Regione attualmente copre per conto dello Stato spese per alcuni servizi essenziali, tra i quali quelli legati alla sanità e al trasporto pubblico locale che difficilmente potranno essere coperti a causa del minor gettito dovuto al lockdown», conclude il presidente Christian Solinas.

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Ripartiti i fondi per le Università con una dotazione complessiva di 26 milioni e 350mila euro per l’esercizio finanziario 2020. «Si tratta sottolinea il presidente della Regione, Christian Solinas -, degli interventi previsti dal Fondo Globale di sostegno al sistema universitario, per i livelli di didattica e di alta formazione offerti alla popolazione studentesca. Contributi a favore delle Università di Cagliari e di Sassari per gli oneri sostenuti per il personale universitario impiegato nelle attività didattiche. Un impegno importante da parte della Giunta regionale ha aggiunto il presidente della Regioneal fine di garantire e assicurare l’avvio dei corsi di formazione e qualificazione professionale di figure di educatore professionale socio-pedagogico e per il conseguimento delle specializzazioni per le attività di sostegno, in particolare quelle relative al personale universitario impiegato nelle attività didattiche.»

Il 65% dello stanziamento, pari a 17 milioni e 127 mila euro, a favore dell’Università degli Studi di Cagliari e il 35%, pari a 9 milioni e 222 euro, a favore dell’Università degli Studi di Sassari. L’assessore Andrea Biancareddu ha inoltre confermato che il MIUR ha mantenuto lo stesso contingente di posti, autorizzati per ciascun Ateneo con decreto ministeriale per l’anno accademico 2019/2020 lo stesso contingente: 240 posti all’Università degli Studi di Cagliari e 150 posti all’Università degli Studi di Sassari.

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Il presidente della Regione, Christian Solinas, ha diffuso pochi minuti fa, tramite l’ufficio stampa, la nota esplicativa ed interpretativa per l’attuazione delle ulteriori misure straordinarie urgenti di contrasto e prevenzione della diffusione epidemiologica da Covid-2019 nel territorio regionale della Sardegna di cui all’ordinanza n. 20 del 2.05.2020.

Sono pervenute diverse richieste di chiarimenti interpretativi in ordine ad alcuni articoli contenuti nell’ordinanza n. 20 del 02.05.2020, che si rendono mediante la presente nota esplicativa.

SPOSTAMENTI NEL TERRITORIO REGIONALE (Riferimento Art. 1)

  • Per gli spostamenti giustificati nel territorio regionale, nel caso avvengano con mezzo di trasporto proprio, il distanziamento interpersonale previsto nell’art. 1 non rileva tra soggetti conviventi a bordo del medesimo.
  • Nel caso in cui non si disponga di un mezzo privato ovvero non si abbia la patente di guida o non si sia autosufficienti è consentito farsi accompagnare da un parente o una persona incaricata di tale trasporto da e verso la propria abitazione, anche tenuto conto dell’esigenza di limitare quanto più possibile l’utilizzo di mezzi pubblici. Nel rispetto di tali condizioni, anche lo spostamento dell’accompagnatore è giustificato.
  • Tra le situazioni di necessità per le quali è possibile spostarsi oltre i confini del proprio Comune di residenza/domicilio/abitazione è ricompresa l’esigenza di fare la spesa. Di norma, la spesa deve farsi preferibilmente in esercizi ragionevolmente prossimi alla propria casa, anche se ricadenti in Comuni diversi da quello di residenza/domicilio/abitazione. Pur non essendo previsto uno specifico limite territoriale degli spostamenti per tale finalità, un allontanamento consistente dal luogo di residenza/domicilio/abitazione è consentito solo in presenza di specifiche ragioni che lo rendano necessario.

TRASFERIMENTI DA E PER LA SARDEGNA (Riferimento Art. 2)

  • Il rientro nella propria residenza, domicilio e abitazione, non è suscettibile di valutazione, tuttavia è necessaria l’autorizzazione del Presidente della Regione, al momento della partenza e dell’arrivo al solo fine di monitorare l’osservanza del periodo di permanenza domiciliare in isolamento fiduciario.
  • Nel caso di rientro autorizzato presso il proprio domicilio/abitazione/residenza, provenendo da un’altra Regione, non saranno più consentiti spostamenti al di fuori del territorio regionale, fatti salvi i restanti motivi legittimi di spostamento indicati nell’articolo.

ATTIVITÀ MOTORIE E SPORT INDIVIDUALI ALL’ARIA APERTA (Rif. Artt. 4 e 5)

  • Si intendono autorizzati gli spostamenti sui mezzi pubblici o privati, all’interno del proprio comune, per lo svolgimento delle attività motorie all’aria aperta.
  • I cittadini possono svolgere attività motoria nell’ambito del proprio Comune o Città Metropolitana.
  • La previsione dell’accompagnatore, per i minori e per le persone non completamente autosufficienti, costituisce deroga allo svolgimento individuale dell’attività motoria o sportiva, e non obbligo di accompagnamento.
  • L’attività motoria all’aperto è consentita solo se è svolta individualmente, salvo che non si tratti di persone conviventi. In caso di attività come la corsa a piedi o in bicicletta, si deve rispettare la distanza interpersonale di almeno due metri; per le semplici passeggiate il distanziamento può limitarsi ad un metro. In ogni caso sono vietati gli assembramenti.
  • Al fine di svolgere l’attività sportiva individuale all’aria aperta, è consentito anche spostarsi con mezzi pubblici o privati per raggiungere il luogo individuato per svolgere tali attività. Gli spostamenti finalizzati all’esercizio degli sport individuali all’aria aperta sono consentiti sull’intero territorio regionale ai fini del raggiungimento dei rispettivi centri sportivi o dei luoghi di pratica degli stessi. Per gli sport individuali da praticarsi in mare è autorizzato il transito nella spiaggia e nella battigia (combinato disposto art. 5 e art. 26).

DISCIPLINE SPORTIVE NON INDIVIDUALI (Riferimento Art. 6)

  • Per gli atleti di discipline sportive non individuali, riconosciute dal CONI e dal CIP, si applica il DPCM 26.04.2020.

CURA, ALLENAMENTO E ADDESTRAMENTO CAVALLI (Riferimento Art. 7)

  • Non è consentito lo spostamento degli animali da strutture diverse da maneggi, ippodromi o proprietà private, per attività che non siano legate alla salute e al benessere dell’animale o ad altre attività esplicitamente consentite.

MANUTENZIONE SECONDE CASE (Riferimento Art. 10)

  • I pernottamenti funzionali alle attività consentite nello stesso articolo non comportano un “trasferimento stabile”.

AGENZIE IMMOBILIARI, PRATICHE AUTO (Riferimento Art. 16)

  • L’articolo si interpreta nel senso che tra le pratiche connesse al settore automobilistico sono ricomprese anche le pratiche burocratiche espletate dalle Autoscuole, ferma restando – al momento – la sospensione delle attività teoriche e di istruzione pratica alla guida delle stesse. Pertanto, limitatamente all’espletamento di tali pratiche burocratiche e nel rispetto delle prescrizioni di cui all’art. 14 dell’ordinanza.
  • La visita degli immobili affidati alle agenzie immobiliari è consentita esclusivamente previo appuntamento, mantenendo il distanziamento interpersonale ed indossando idonee protezioni delle vie respiratorie e guanti. L’accesso è limitato, fino al 17 maggio 2020, ad un solo rappresentante dell’agenzia ed un solo cliente ed esclusivamente ad immobili nei quali non abiti nessuno da almeno 14 giorni.

PESCA SPORTIVA (Riferimento Art. 20)

  • L’espressione “pesca sportiva” contenuta nell’art. 20 è da interpretare in senso ampio e non tecnico. Pertanto, in essa devono ricomprendersi le pratiche ed attività comunemente definite di pesca “amatoriale” o “ricreativa”. In tutti i casi, l’esercizio della pesca sia subacquea, da terra o a lenza da natante, imbarcazione o nave da diporto può essere praticata in forma individuale, con divieto di assembramento e obbligo di distanziamento personale.
  • La pesca sportiva, subacquea, da terra o a lenza da natante, imbarcazione o nave da diporto può essere praticata nell’ambito del territorio regionale;
  • Per praticare la pesca sportiva da terra è consentito l’accesso in spiaggia compresa la battigia (combinato disposto art. 20 e art. 26);
  • Per ragioni di sicurezza, in caso di esercizio della pesca subacquea, è consentita – preferibilmente con un familiare convivente – la pratica in due persone, salva l’osservanza delle norme di distanziamento, igiene e prevenzione relative al Covid-19.
  • Per la pesca su unità da diporto superiori a sei metri, è consentita la contemporanea permanenza a bordo di uno o più familiari conviventi in ragione delle dimensioni dell’unità. Nel caso di soggetti accompagnatori non conviventi, l’imbarco è subordinato all’idoneità del natante, imbarcazione o nave da diporto al mantenimento del distanziamento interpersonale di due metri, fatti salvi il divieto di assembramento e gli obblighi di igiene e prevenzione relativi al Covid-19.

«A nome dei Vescovi della Sardegna esprimo piena soddisfazione per la ripresa, dal 18 maggio, della celebrazione della Santa Messa comunitaria nelle parrocchie, in seguito alla firma del Protocollo CEI – governo nazionale. Come Vescovi interpretiamo questo momento anche come un riconoscimento della fede del nostro popolo credente, che ha sempre desiderato un ritorno comunitario alla celebrazione eucaristica, impedito solo dalla necessità di tutelare la salute pubblica delle persone in un tempo di epidemia devastante. Ora che le condizioni della diffusione del virus sembrano allentarsi, difficile dimenticare chi ha perso la vita a causa del virus, tra i quali anche due sacerdoti. »

Mons. Antonello Mura, presidente della Conferenza Episcopale Sarda, ha accolto così l’annuncio della ripresa delle celebrazioni comunitarie.

«La notizia della firma nazionale è arrivata nel momento in cui con il presidente Christian Solinas erano state avviate le procedure per anticipare sul territorio regionale la stessa apertura, sulla base di un Protocollo comune ha aggiunto mons. Antonello Mura -. Doveroso quindi mettere in evidenza la sensibilità del Presidente, e riconoscergli di aver permesso con la sua Ordinanza del 2 maggio un confronto chiaro e un dialogo proficuo.»

«E’ certo che fino ad oggi abbiamo cercato di verificare se fosse stato possibile – anche prima del 18 maggio – la riapertura delle celebrazioni comunitarie. Abbiamo però dovuto prendere atto che le procedure richieste dal protocollo per il contenimento e la gestione dell’emergenza sanitaria – accesso ai luoghi di culto, misure di igienizzazione, indicazioni da osservare per le celebrazioni – richiedono un tempo che a livello organizzativo ci porterà ad essere pronti solo per il 18 maggio. In quel giornoha concluso mons. Antonello Muracondivideremo con le Chiese di tutta Italia una riapertura tanta attesa e molto gradita per il nostro popolo.»

 

 

 

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Dal 4 maggio il presidente della Regione Sardegna, Christian Solinas, ha firmato la nuova ordinanza che permette nuovamente sia la pesca sportiva che quella amatoriale. Per quanto riguarda la pesca professionale, invece, non c’è mai stata una fermata. Il settore, tuttavia, è stato notevolmente danneggiato dalla vicenda del Covid-19, sia per quanto riguarda la vera e propria attività di pesca sia in riferimento alla distribuzione ed alla commercializzazione del prodotto.
La forzata chiusura dei ristoranti ha rappresentato una delle maggiori ragioni di crisi del mercato, venendo a mancare uno dei motori principali della filiera. I costi di mantenimento e manutenzione delle barche e delle attrezzature, non hanno di certo aiutato. La riduzione del venduto è stata superiore al 40%.

«Il crollo del mercato è coinciso con un momento di ripresa della pesca, dopo il periodo invernalespiega Roberto Savarino, presidente Confcooperative FedAgriPesca Sardegna -, solo alcuni sono riusciti a salvarsi, a volte portando il pesce a casa o consegnandolo alla Caritas, come è avvenuto nel Nord Sardegna. Ma non è bastato.»

In particolare sofferenza, il settore dei mitili. Dice ancora Roberto Savarino: «I produttori di ostriche sono sul lastrico. Il consumo principale è nella ristorazione. Essendo bloccata quella, si è bloccato tutto. Nel frattempo le ostriche continuano a crescere e quando raggiungono certe taglie hanno un valore molto inferiore, non hanno più mercato.»

Le cozze, al contrario, sembrano aver subito meno danni. Il loro consumo non si è, infatti, quasi modificato, sebbene si sia rilevata, comunque una riduzione.
Mauro Pintus, armatore della barca da pesca Alessandro P., conferma le parole di Roberto Savarino: «Dopo due mesi si riprende. Anche se noi potevamo uscire a pesca, eravamo penalizzati perché qua non veniva nessuno, quindi diventava difficile vendere anche una cassetta di pesce. Abbiamo lavorato veramente poco, se non niente. In due mesi  avrò fatto tre o quattro uscite. Lavoravano un po’ i magazzini del pesce ma molto limitatamente. Appena un 10% di vendita. Speriamo di riuscire a riprendere presto».
La speranza è anche che arrivi qualche aiuto concreto da parte dello Stato.
«Stiamo chiedendo un aiuto sulla liquidità, anche in regime de minimisriprende Roberto Savarino -. Almeno che vengano risarcite una parte delle spese di gestione, in particolare il gasolio.»
Per quanto riguarda le agevolazioni già determinate aggiunge: «A livello nazionale, nel decreto Cura Italia, adesso convertito in legge, c’erano 100 milioni di euro (decreto legge del 17 marzo 2020, n° 18 “Cura Italia”, art.78 n.d.r.)  tra agricoltura e pesca, ancora da dividere. Per la pesca si parla di una cifra tra i 15 e i 20 milioni di euro, destinati al fermo di emergenza. Il problema è che facendo due conti sembra ne servano almeno 45».
Le cose sono cambiate anche per quanto riguarda il fermo d’emergenza, da sempre destinato solo alle barche a strascico ma da quest’anno aperto anche alla piccola pesca. Tuttavia, non sono ancora ben chiare le regole per l’accesso e la destinazione dei fondi e, soprattutto, mancano i soldi. Intanto, si aspettano ancora i pagamenti del fermo pesca del 2017. La speranza è che il nuovo decreto, che dovrebbe uscire a maggio, tenga in considerazione anche questo settore. Si aspetta un nuovo incontro tra le organizzazioni e l’Assessorato, il secondo dopo quello avuto qualche giorno fa, svoltosi in videoconferenza.
«Ci siamo ridati un appuntamento da definire come dataprosegue il presidente di Confcooperativemagari dopo la presentazione di un disegno di legge di cui ci ha parlato l’assessore. Però non ne vediamo traccia, non è ancora arrivato in maniera ufficiale in consiglio regionale, quindi non lo conosciamo, non sappiamo le misure che ci sono e che son previste anche per il settore pesca. Per cui siamo in attesa.»
Quali sono le richieste da parte vostra? «Passando dalla pesca marittima a quella lagunare – conclude Roberto Savarino chiediamo che si prenda atto di una normativa nazionale che sposta di 15 anni la conclusione delle concessioni demaniali ai fini di pesca e di acquacoltura».

Federica Selis

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Scorrendo l’elenco dei Comuni destinatari delle indennità previste dal bando regionale “Programma di Sviluppo Rurale 2014/2020”, destinate a favore delle zone soggette a vincoli naturali o ad altri vincoli specifici, il comune di Masainas ha scoperto di non essere più compreso tra le zone svantaggiate della Sardegna.

Il sindaco Ivo Melis ha inviato una nota al presidente della Regione, Christian Solinas, all’assessore dell’Agricoltura Gabriella Murgia, ai consiglieri regionali, alla V Commissione e, per conoscenza, al Consiglio comunale di Masainas, nella quale sottolinea che nei Piani di Sviluppo Rurali precedentemente pubblicati, il comune di Masainas risultava sempre collocato all’interno dell’elenco dei Comuni svantaggiati, così come i paesi limitrofi che continuano ad essere confermati tra quelli svantaggiati.

Ivo Melis chiede che il comune di Masainas venga ricompreso nell’elenco dei Comuni svantaggiati, se l’esclusione è legata ad un mero errore di compilazione del PSR 2014/2020 e dei suoi allegati, oppure se vi siano elementi, di cui non è a conoscenza, che abbiano determinato l’esclusione, ritenuta incomprensibile in ragione dell’omogeneità del territorio in cui è inserito il comune di Masainas.