20 November, 2024
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«Anche nell’attuale emergenza abbiamo lavorato per assicurare ai sardi il diritto alla mobilità non appena la situazione tornerà alla normalità.»

Lo afferma il presidente della Regione, Christian Solinas, commentando la proroga, avvenuta stasera, dei contratti con Alitalia che garantiscono, dal 17 aprile la vendita dei biglietti sulle rotte Cagliari-Roma, Cagliari-Milano e Alghero-Roma e Alghero-Milano.

A seguito dell’attivazione della procedura di emergenza sullo scalo di Olbia gli uffici dell’assessorato regionale dei Trasporti hanno anche provveduto ad aggiudicare le rotte ad Alitalia che potrà quindi dalla stessa data aprire alle vendite i biglietti sulle rotte Olbia-Roma e Olbia-Milano.

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Il consigliere regionale e capogruppo del PSd’Az, on. Franco Mula ed i consiglieri regionali del gruppo PSd’AZ Piero Maieli, Nanni Lancioni, Giovanni Satta, Stefano Schirru e Fabio Usai, a seguito della possibilità che si è paventata in queste ultime ore di vietare la conduzione hobbistica di orti, vigneti ed ortofrutticole in genere, hanno diffuso una nota nella quale ringraziano il presidente della Regione, Christian Solinas, il comandante del Corpo forestale e di vigilanza ambientale, Antonio Casula, il direttore generale della Protezione civile, Antonio Belloi e l’assessore della Difesa dell’Ambiente, Gianni Lampis, per la sensibilità dimostrata al fine di risolvere la situazione suesposta. L’attività che viene svolta nelle campagne, infatti, non è assolutamente in contrasto con il recente D.P.C.M. adottato il 22 ultimo scorso che consente le coltivazioni agricole; non solo, i terreni non possono essere abbandonati in quanto si determinerebbe una grave perdita per chi con costanza e passione svolge il proprio lavoro curando la terra ed impedendo che si creino situazioni di degrado. In più non verrebbero violate le disposizioni riguardanti l’obbligo della distanza sociale in quanto i lavoratori si recano singolarmente presso i propri terreni non determinando alcuna situazione di assembramento.

«Restiamo in attesa della nota ufficiale che a breve verrà comunicata dal Presidente della Regione al fine di fugare qualsiasi dubbio sull’argomento», concludono i consiglieri regionali del gruppo sardista.

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Il presidente della Regione, Christian Solinas, ha firmato oggi l’ordinanza sul «Coordinamento delle strutture e delle componenti di protezione civile e attuazione degli interventi urgenti e di soccorso in conseguenza del rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili».

Art. 1) Il Direttore generale della protezione civile della Regione Autonoma della Sardegna è delegato al coordinamento delle componenti e strutture operative regionali di protezione civile, per fronteggiare l’emergenza derivante dagli eventi citati in premessa e assicurare la più efficace attuazione delle attività di protezione civile a supporto della sanità.

Art. 2) Per le attività intraprese dal Presidente della Regione Sardegna in qualità di soggetto attuatore ai sensi del comma 1, art. 1 dell’OCDPC 630/2020 e per quelle di cui alle ordinanze ai sensi dell’art. 32, comma 3, della legge n. 833/1978, in materia di igiene e sanità pubblica, il Direttore generale della protezione civile è altresì delegato: • al coordinamento degli interventi di protezione civile a supporto delle attività poste in essere dalla sanità per fronteggiare l’emergenza in corso; • alla gestione delle risorse appositamente stanziate per l’emergenza in questione e funzionali alle attività di protezione civile; • alla gestione della contabilità speciale intestata al Presidente della Regione Sardegna, per la realizzazione delle attività relative alla gestione dell’emergenza in attuazione del combinato disposto di cui a l’OCDPC 630/2020, il DCDPC 627/2020 e l’OCDPC 639/2020 art. 3.

Art. 3) Il Direttore generale della protezione civile, sentito il Presidente della Regione Autonoma della Sardegna, convoca il Comitato operativo regionale (COR) e ne stabilisce l’ordine del giorno per assicurare il coordinamento degli interventi nei settori della protezione civile e della sanità.

Art. 4) Il Direttore generale della protezione civile, per la realizzazione delle attività di cui alla presente ordinanza, si avvale del personale dipendente dell’Amministrazione Regionale, degli Enti, degli Istituti, delle Aziende e delle Agenzie regionali, delle società in house controllate dalla Regione, compreso il personale individuato per la gestione di altre emergenze, per prestare servizio per la Direzione generale della protezione civile, anche nella modalità di lavoro agile e per il tempo indicato nel provvedimento di avvalimento e nei limiti massimi di durata dello stato di emergenza regionale.

Art. 5) Al personale di cui all’articolo 4, compreso quello appartenente ad altre Direzioni generali, coinvolto nelle attività di protezione civile per la gestione dell’emergenza in rassegna, è riconosciuto, a decorrere dal 31 gennaio 2020, il compenso per prestazioni di lavoro straordinario effettivamente rese e secondo le modalità previste all’art. 13 della legge regionale 23.12.2015, n. 35.

Art. 6) Al fine di garantire la piena gestione e prosecuzione della emergenza e della fase post emergenziale, al personale di cui agli articoli 4 e 5, impegnato in turni di lavoro presso le sale operative o le strutture appositamente istituite per la gestione dell’emergenza in argomento, si applica l’art. 3 c. 1 dell’“Accordo per i dipendenti della protezione civile” siglato dal CORAN in data 9 giugno 2016, l’attività prestata da ciascun dipendente nell’ambito dei turni non può superare 15 giornate in un mese.

Art. 7) Il personale di cui agli articoli 4 e 5 della presente ordinanza, impegnato nell’ambito del servizio di protezione civile di cui all’art. 26, comma 1, lett. d) del CCRL del 15.05.01 vigente e in deroga al limite stabilito dall’art. 36 dello stesso CCRL non potrà comunque superare 15 giornate al mese.

Art. 8) In esecuzione della presente ordinanza, il Direttore generale della protezione civile, provvederà nel rispetto dei principi generali dell’ordinamento giuridico e delle norme dell’Unione europea, e nel rispetto dei principi fondamentali della legislazione statale nelle materie di legislazione concorrente, anche mediante ordinanze di protezione civile in deroga alla normativa regionale vigente.

La presente ordinanza è immediatamente efficace ed è pubblicata sul sito istituzionale della Regione. La pubblicazione ha valore di notifica individuale, a tutti gli effetti di legge, nei confronti di tutti i soggetti coinvolti. Avverso la presente ordinanza è ammesso ricorso giurisdizionale innanzi al Tribunale Amministrativo Regionale nel termine di sessanta giorni dalla comunicazione, ovvero ricorso straordinario al Capo dello Stato entro il termine di giorni centoventi.

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«Esprimo tutta la mia solidarietà all’assessore regionale della Sanità Mario Nieddu, che in questi giorni è oggetto di attacchi mediatici e critiche politiche di ogni sorta.»

Lo ha detto stamane il presidente del Consiglio regionale Michele Pais.

«L’assessore Mario Niedduha aggiunto il presidente Michele Paisunitamente al presidente Christian Solinas, alla Giunta regionale ed alla Protezione civile, sta affrontando con caparbietà, e senza sosta, questa drammatica situazione dettata dall’emergenza pandemica del Coronavirus, che senza precedenti sta colpendo la nostra isola. La situazione più importante si presenta nel nord Sardegna, dove si registra il dato di 253 casi di positivi al Covid-19, sebbene il personale medico, infermieristico, OSS ed ausiliari stiano dando il massimo, e a loro va tutto il mio ringraziamento a nome dei sardi.»

«Oggi si è tenuto un incontro a Sassari tra il prefetto Maria Luisa D’Alessandro, l’assessore Mario Nieddu, il generale Antonio Battistini ed il Generale della Brigata Sassari Andrea Di Stasio ha sottolineato il presidente Michele Paisper fornire tutto il supporto necessario ad affrontare l’emergenza nel territorio del nordovest Sardegna, a dimostrazione che l’operato della Giunta regionale guidata da Christian Solinas si sta adoperando al meglio per affrontare la situazione critica in cui versa il sassarese a causa del Covid-19. Nel frattempo si stanno reperendo il maggior numero di DPI (dispositivi di protezione individuale) a tutela degli operatori sanitari ed i tamponi necessari per effettuare uno screening ad ampio spettro, e si stanno rafforzando le misure di sicurezza per tutelare la salute degli operatori e dei pazienti.»

«Per fronteggiare la situazione ha rimarcato Michele Paisè stata potenziata l’Unità di crisi locale, integrata con nuove figure, in previsione della realizzazione dell’ospedale Covid+ nella città di Sassari, individuato nella Struttura Casa di Cura Policlinico Sassarese e si sta lavorando perché  sia pronto e operativo già da questa settimana.Le istituzioni regionali ce la stanno mettendo tutta e, soprattutto in questo momento, faccio un appello all’unità di tutte le forze politiche, sociali, economiche e a tutti i Sindaci della Sardegnaha concluso il presidente del Consiglio regionale -, affinché si collabori congiuntamente nella sfida e battaglia comune contro il Coronavirus, nell’esclusivo interesse della salute di tutto il Popolo Sardo

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Niente è semplice, al tempo del Coronavirus, meno che mai l’attività degli autotrasportatori e degli autisti che quotidianamente, spesso in silenzio, montano sugli autocarri e partono, non senza timore, per la loro preziosa missione, quella di garantire il funzionamento dell’intera catena logistica e distributiva in Italia e nella nostra isola.

«Vogliamo ringraziare l’Autotrasporto merci, che pur in difficoltà continua ad offrire il servizio essenziale di approvvigionamento dei beni, siano essi primari come quelli della filiera agroalimentare, dei farmaci, dei rifornimenti ospedalieri, siano essi necessari a sostenere l’intera popolazione in questo momento di emergenza estrema in tutto il Paese», afferma Valentina Codonesu, responsabile regionale CNA FITA, l’Unione dei Trasporti che monitora le attività delle imprese del comparto anche in questa emergenza Covid-19.

Numerose le crescenti criticità per gli autotrasportatori e per i loro autisti riscontrate dall’Associazione da quando ha avuto inizio l’incubo Coronavirus.

Tra queste: il blocco dell’attività per alcune tipologie di trasporto, legate a beni o attività sospese dai provvedimenti governativi; il caos nei porti e le difficoltà organizzative dei viaggi e degli imbarchi, prima del chiarimento sulla libera circolazione delle merci richiesto e ottenuto da CNA FITA alle ordinanze del presidente Christian Solinas n. 4 e 9/2020, nonché derivanti dalla riduzione delle tratte marittime passeggeri-merci; la difficoltà a trovare aree di servizio aperte, spazi di sosta dove potersi rifocillare e addirittura dove poter espletare i propri bisogni fisiologici lungo strade e autostrade, a seguito delle restrizioni governative sull’apertura delle attività di bar e ristorazione; i blocchi e rallentamenti da incubo lungo frontiera (es. Austria, Slovenia); le attese interminabili e pregiudizievoli nelle aziende committenti per carico e scarico delle merci; il rallentamento delle attività pubbliche funzionali allo svolgimento dell’attività di autotrasporto su strada (Motorizzazioni, CCIAA); la necessità di maggiori garanzie e sicurezze contro il rischio di contagio, tra cui quelle riguardanti la necessaria distanza sociale, nonché il reperimento di mascherine FPP2/3 – tutt’ora merce rara – come obbligatoriamente richiesto da alcuni depositi di smistamento delle merci.

A quest’ultimo proposito è stato finalmente emanato dal MIT nella serata di venerdì 20 marzo, il “Protocollo condiviso di regolamentazione per il contenimento della diffusione del Covid-19 nel settore del trasporto e della logistica”, un testo sollecitato da settimane da CNA FITA a tutela della sicurezza dei tanti autotrasportatori impegnati in prima linea a far andare avanti il Paese in questa emergenza. Il testo è stato condiviso dal ministro Paola De Micheli e le associazioni di committenti, del Trasporto e della Logistica, e dei Sindacati dei Lavoratori.

«Rappresentiamo uomini e donne coraggiosi, che rischiano in prima linea per garantire i servizi minimi e supportare i bisogni di aziende, famiglie e cittadini. Per questo è imprescindibile il senso di responsabilità e il rispetto delle norme di sicurezza da parte dell’intera filiera del Trasporto e della Logistica a tutela degli autistiafferma Franco Pinna, presidente regionale e vicepresidente nazionale CNA FITA –. Ci impegneremo perché gli sforzi di questa categoria non vengano dimenticati dai Governi e dalle Istituzioni nei futuri provvedimenti che dovranno sostenere la ripresa economica.»

 

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«Sono finalmente in Sardegna i lavoratori sardi che da alcuni giorni si trovavano in Corsica in attesa di ricongiungersi con le loro famiglie. Desidero perciò esprimere il più vivo apprezzamento e la mia riconoscenza nei confronti del presidente della Corsica Gilles Simeoni e del responsabile delle Relazioni Istituzionali della Regione francese e dei rapporti Sardegna-Corsica, Denis Luciani per aver lavorato incessantemente – in una situazione complessa e di oggettiva difficoltà – per creare le condizioni per il rientro a casa dei nostri concittadini. »

Lo ha detto questa sera il presidente della Regione, Christian Solinas.

«La collaborazione tra le strutture della Regione e la Corsica ha rafforzato ancora più la reciproca solidarietà e i comuni ideali e valori di amicizia tra i popoli, ancor più in questa situazione di emergenza», ha concluso Christian Solinas commentando il rientro in Sardegna dei lavoratori sardi appena sbarcati a Porto Torres.

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Il presidente della Regione Christian Solinas ha presieduto due riunioni urgenti del Centro Operativo Regionale della Protezione Civile, la struttura che coordina tutte le attività che concorrono alla realizzazione ed alla attuazione del piano per affrontare l’emergenza CoViD-19 in Sardegna, per affrontare la questione della dichiarata assenza dei dispositivi di protezione individuale nelle strutture ospedaliere ed in particolare a Sassari e Nuoro, dove il diffondersi dei contagi tra il personale medico è stato collegato a tale presunta mancanza.

Alla presenza dei responsabili delle diverse aziende sanitarie, degli assessorati coinvolti e del Prefetto di Cagliari, in qualità di coordinatore degli UTG della Regione, è emerso un dato di segno chiaramente inverso, in quanto al 18 marzo è stata certificata la giacenza presso le Aziende di oltre 36.000 mascherine. In particolare, è stato smentito dall’Azienda Ospedaliera Universitaria di Sassari che il personale abbia mai operato in assenza di Dpi e questo è testimoniato anche da una presenza nei depositi della stessa AOU alla data del 18 marzo di ben 19.000 mascherine.

Situazione giacenze al 18.03.2020

La tutela e la protezione del nostro personale medico e sanitario è per noi una priorità inderogabile, ha affermato il Presidente Solinas, ed è mia ferma intenzione mettere in campo tutte le azioni necessarie in questo senso. Stiamo vivendo una grande emergenza mondiale. L’approvvigionamento di dispositivi e presidi è difficoltoso in tutto il Paese ma questo non deve diventare un terreno di polemica e di scontro ma semmai un motivo per richiamare tutti all’unità e serrare le fila. Ho dato disposizione di distribuire immediatamente anche le mascherine che in questi giorni abbiamo reperito con la Protezione Civile e proprio ieri sono stati consegnati altri 73.790 dispositivi.

La Regione sta facendo la propria parte, sempre in prima linea per tutelare la salute dei cittadini e fronteggiando spesso le difficoltà di un sistema sanitario che ha subito per troppi anni il logorio di tagli indiscriminati e scelte improvvide che non sono certo imputabili a queste settimane. Lavoriamo, senza fare polemiche, non è il momento.

Ho dato da tempo mandato agli uffici, ha proseguito il Presidente, di procedere al reperimento sul mercato di tutti i presidi sanitari necessari fino a concorrenza del fabbisogno dichiarato dalle strutture sanitarie. Dirigenti e funzionari sono impegnati senza sosta per dare risposte a queste esigenze. Fra mille difficoltà, non ultima la chiusura generalizzata delle frontiere in tutto il mondo. Nel frattempo, dobbiamo accontentarci anche delle mascherine “monovelo” inviateci dal Governo attraverso il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile: sono 44.800 pezzi, che abbiamo già distribuito e che tante polemiche hanno alimentato in altre Regioni e tra molti operatori. Anche qui, però, è inaccettabile che qualcuno strumentalizzi questo fatto attribuendo responsabilità inesistenti all’amministrazione regionale.

Accolgo per intero l’appello alla collaborazione del segretario del PD sardo Emanuele Cani e ringrazio per la responsabilità che stanno dimostrando i suoi consiglieri regionali, diversamente da alcuni membri dell’opposizione – fortunatamente pochi – che continuano nelle strumentalizzazioni e nella ricerca esasperata di sensazionalismi e scandali inesistenti. Noi vogliamo fare fronte comune per gestire una grave emergenza che non ha colore politico, ma se non ci sono posti a sufficienza nei reparti di terapia intensiva, se gli ospedali sono in condizioni inadeguate, se non c’è tutto il personale che ci vorrebbe non possiamo accettare il tentativo di dimenticare da dove nasca tutto questo o, peggio, di imputarlo al governo di questi mesi.

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L’on. Carla Cuccu (M5S), già presentatrice di 5 interrogazioni e 1 interpellanza al governatore Christian Solinas ed all’assessore Mario Nieddu, senza riscontro alcuno, oggi chiede la nomina di un commissario straordinario con pieni poteri per uscire subito dall’emergenza sanitaria determinata dalla diffusione del Covid-19.

«Fin dal 26 febbraio – spiega Carla Cuccu – chiedevo l’acquisto di tamponi, test, D.P.I.; lo svolgimento delle procedure concorsuali per l’assunzione di personale non dirigenziale; il ripristino dell’ex struttura di terapia intensiva del presidio ospedaliero Santa Barbara di Iglesias; l’attivazione della funzione semi intensiva generale e l’istituzione della rianimazione nel presidio di Alghero-Ozieri col potenziamento della rianimazione di Sassari; il ripristino del reparto di rianimazione dell’ospedale Binaghi di Cagliari; di fornire alloggi al personale sanitario per limitare anche ai loro familiari la possibilità di contagio.»

«Le segnalazioni che tutti i giorni ricevo dai cittadini crescono in maniera esponenziale – aggiunge Carla Cuccu -. Oltre alle note già apparse sulla stampa, si aggiunge che nel polo petrolchimico di Sarroch gravitano migliaia di operai potenziali vettori di Covid-19 senza controlli; alcuni farmacisti non installano barriere separatorie di protezione al banco; le scellerate direttive dell’A.T.S. sul trasferimento del punto nascite dal C.T.O. di Iglesias (privo di emergenze Covid-19) al Brotzu (con positivi al Coronavirus); la direzione generale sanitaria che pretende dagli operatori sanitari che nel caso in cui vengano in contatto con un presunto paziente Covid-19 debbano terminare il turno e tornare a casa senza attendere l’esito del tampone ed il turno che sostituisce deve fare altrettanto col pericolo di contagiare anche i propri familiari, rischiando, così, che a breve potrebbe non esserci più  un operatore sano; i tanti sardi che non riescono a rientrare nell’isola.»

«Insomma, lo scenario kafkiano ci presenta un bollettino di guerra che ogni giorno si colora di tinte sempre più fosche, nonostante l’incalzare della primavera annunci il tempo della rinascita. C’è troppa confusione, paura, i cittadini sentono, ora più  che mai, la necessità di vedere una classe politica forte, unita, combattiva che si prenda cura di loro. C’è necessità impellente di sicurezze, di un’unica cabina di regia – attacca Carla Cuccu – ecco perché è necessario che si nomini immediatamente un COMMISSARIO STRAORDINARIO CON PIENI POTERI. Bisogna fare l’impossibile per far arrivare immediatamente le dotazioni necessarie di tamponi, reagenti e di tutti i presidi per la sicurezza di coloro che operano nelle strutture sanitarie e per l’intera popolazione. Stiamo rischiando di trovarci senza medici, infermieri, O.S.S., perché a causa della mancanza di tamponi e di presidi per la sicurezza è impossibile limitarne e controllarne il contagio. Chi ha ruoli operativi deve provvedere immediatamente e pretendere per la Sardegna tutto ciò che occorre per combattere questa emergenza. Non si può più perdere nemmeno un secondo. Si deve agire ed ottenere – conclude Carla Cuccu -. Dobbiamo rinvigorire quella speranza che sta vacillando per mancanza di programmazione tempestiva e mirata con risultati efficienti.»

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I Sindaci dei Comuni del Sulcis Iglesiente, in relazione all’emergenza Covid-19, hanno inviato una lettera.appello al prefetto di Cagliari Bruno Corda, al presidente della Regione Christian Solinas, all’assessore regionale della Sanità Mario Nieddu e al direttore dell’ATS Sardegna Giorgio Carlo Steri, con la richiesta di un Piano strategico di attivazione progressiva di strutture di area critica in Regione Sardegna.
«Con la presente, i sottoscritti Sindaci del territorio del Sulcis Iglesiente, chiedono l’immediata modifica dell’atto in oggetto, nel quale, al fine di fronteggiare l’emergenza Covid-19, è prevista l’istituzione presso l’ATS-ASSL Carbonia di n. 33 posti letto di terapia intensiva e pneumologia, con il P.O. CTO di Iglesias come struttura ospedaliera di riferimento – si legge nella lettera-appello -. L’atto prosegue con il trasferimento del punto nascite dal P.O. CTO di Iglesias e del personale in servizio nella struttura, presso l’Ospedale Brotzu di Cagliari. Chiediamo che venga immediatamente individuato il P.O. Santa Barbara di Iglesias come presidio per la gestione di pazienti critici e non, poiché il reparto di terapia intensiva della struttura era operativo fino a poco tempo fa, e, come già proposto sin dall’inizio dal Sindaco e dall’assessore delle Politiche sociali del comune di Iglesias, questa sarebbe la scelta più adeguata per fronteggiare questo particolare momento di emergenza.»
«E’ stato comprovato da diversi esempi in tutta Italia e nella Regione Sardegna, come la gestione di pazienti Covid-19 sia incompatibile con la presenza di altri reparti operativi nei presidi ospedalieri, rendendo molto più elevati i rischi di contaminazioni e contagi – aggiungono i Sindaci dei Comuni del Sulcis Iglesiente -. Situazione ancora più evidente con riferimento al P.O. Sirai di Carbonia ed al punto nascita presente nel P.O. CTO di Iglesias, strutture nelle quali la mobilità degli operatori sanitari tra i due presidi sarebbe un possibile veicolo d’infezione.»
«In conclusione, troviamo inconcepibile la concentrazione di pazienti Covid-19 in un presidio ospedaliero operativo, quando è presente nel territorio una struttura adeguata alla gestione come il P.O. Santa Barbara di Iglesias.»

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Le associazioni e le cooperative sociali che svolgono il servizio di Emergenza di base per il 118 sono pronte a interrompere la loro attività se non verranno dotate di opportune e adeguate scorte di dispositivi di protezione individuale contro il Coronavirus e se gli operatori del 118 non verranno equiparati agli operatori sanitari, con l’esecuzione dei tamponi per tutti i volontari e con l’adozione di adeguati protocolli d’emergenza per la gestione dei soccorsi previsti nella attuale situazione. Lo hanno comunicato ieri, al presidente della Regione Christian Solinas, all’assessore della Sanità Mario Nieddu, ai direttori generali della Protezione Civile Antonio Pasquale Belloi, dell’Areus Giorgio Lenzotti e dell’Ats Sardegna Giorgio Steri, i rappresentanti di otto sigle che assicurano, con 198 mezzi e cinquemila tra volontari e soci di cooperative sociali, un servizio capillare in tutta l’isola. La lettera è stata inoltre inviata per conoscenza ai prefetti e ai responsabili delle Sale Operative del 118 di Cagliari e Sassari.

«Come abbiamo sempre dichiarato, è nostra intenzione non voler abbandonare la popolazione in questo grave momento di crisi e ci viene da piangere doverlo solo immaginare, ma reputiamo impossibile dover operare così», scrivono nella nota Federico Pintus (rappresentante delle associazioni “Libere” afferenti alla Centrale operativa di Sassari), Pier Paolo Emmolo (associazioni Libere della Centrale operativa di Cagliari), Lucia Coi dell’Anpas, Giovanni Mura delle Misericordie, Antonio Dettori dell’Avis, Angelica Fresi della Croce Rossa Italiana, Francesco (delle cooperative sociali afferenti Centrale operativa di Sassari) e Marco Usai (delle cooperative sociali della Centrale operativa di Cagliari).

«Vi chiediamo semplicemente di immaginare lo stato d’animo dei nostri operatori, che, per forza di cose, sono soggetti a soccorrere persone contagiate dal Covid-19, come crediate possano sentirsi, dovendolo fare senza le adeguate protezioni.»

Le associazioni dichiarano inoltre di essere restate «attonite nell’apprendere della presenza di maschere protettive nelle giacenze delle Aziende Sanitarie», una dichiarazione resa nel corso di una trasmissione televisiva dall’assessore alla Sanità Mario Nieddu. «Da giorni, i nostri operatori sono mandati a svolgere le attività di soccorso senza le dovute ed adeguate protezioni, o con dispositivi ottenuti grazie all’approvvigionamento a prezzi inimmaginabili, a cui si provvede in proprio. Forniture, comunque, divenute difficoltose o impossibili», continua la nota.

«Non abbiamo ricevuto alcun supporto dalle aziende sanitarie, solo ieri alcune associazioni hanno ricevuto una fornitura minimale e ridicola di mascherine, altre, addirittura, non ne hanno avuto per niente, tutto ciò con criteri di distribuzione incomprensibili. Capite che per chi ha anche la responsabilità, di questi uomini e queste donne, la situazione non è più procrastinabile.»

Per questo motivo le associazioni e le cooperative sociali hanno chiesto al presidente Solinas e all’assessore Nieddu «l’immediata considerazione del problema sicurezza degli operatori 118, predisponendo la fornitura di opportune e adeguate scorte di dispositivi di protezione individuale e il trattamento degli operatori 118, alla stessa stregua degli operatori sanitari, con l’esecuzione per tutti i volontari, dei tamponi e degli adeguati protocolli d’emergenza per la gestione dei soccorsi previsti nella attuale situazione» 

«Ci duole davvero dirlo ma senza le garanzie richieste il nostro supporto non potrà essere garantito», concludono le associazioni.