«La posizione della Regione Sardegna in questa vicenda è chiara. Sul sito industriale di Portovesme il nostro obiettivo è quello di salvaguardare i livelli occupazionali e mantenere attive tutte le linee produttive.»
Lo ha detto il presidente della Regione, Christian Solinas, nel corso della riunione in videoconferenza con la sottosegretaria del ministero delle Imprese, Fausta Bergamotto, gli assessori dell’Industria, della Difesa dell’Ambiente e del Lavoro, Anita Pili, Marco Porcu e Ada Lai, i rappresentanti della Portovesme Srl e i sindacati. In collegamento telefonico sono stati ascoltati anche i lavoratori che da quattro giorni sono sulla ciminiera dell’impianto Kss a 100 metri d’altezza.
È stata ribadita la necessità di individuare una soluzione strutturale per il costo dell’energia della Portovesme Srl, per poter, nell’immediato, assicurare la continuità produttiva degli stabilimenti di Portoscuso e San Gavino fino all’entrata in funzione del progetto di riconversione degli impianti verso le nuove produzioni. Richiesta congiunta del Governo e della Regione all’azienda è quella di non interrompere l’attività produttiva.
«La vertenza aggrava la crisi di un territorio che ha già pagato fortemente gli effetti della crisi energetica e gli errori di programmazione fatti in passato – ha sottolineato il presidente Christian Solinas -. Portovesme ha una rilevanza strategica nazionale perché rappresenta l’ultima filiera della metallurgia non ferrosa rimasta nel Paese. La Regione si è impegnata per favorire le condizioni perché l’azienda e i player energetici possano trovare i margini per accordo commerciale che consentano un più congruo prezzo dell’energia rispetto al fabbisogno. Tutto questo si è tradotto in una serie di ipotesi di soluzione, anche con riferimento all’utilizzo di strumenti contrattuali innovativi che sono attualmente in uso in altri paesi del mondo e che sostanzialmente consentirebbero di anticipare gli effetti dell’attivazione di nuovi impianti da energie rinnovabili al momento dell’autorizzazione degli stessi.»
«Chiediamo al Governo di dare certezze riguardo all’uso del credito d’imposta – ha aggiunto il presidente della Regione – almeno per l’anno 2023, per riallineare la capacità produttiva industriale della Sardegna alle condizioni che ci sono nel resto del Paese. Qualora ciò non fosse possibile, la Regione è pronta a mettere comunque in campo le risorse assegnate alla Sardegna, quali quelle del Piano Sulcis e del Just Transition Fund: si tratterebbe di disegnare uno strumento che di fatto ribalti quello già previsto al 31 marzo di quest’anno a livello nazionale, e che potremmo utilizzare per il Sulcis. Tutto questo, naturalmente, ha bisogno di due fattori indispensabili, e cioè la buona volontà della parte pubblica, che c’è tutta, come dimostra la tempestività di questa convocazione da parte del Ministero da un lato, e le attività poste in essere dalla Regione fino a questo momento dall’altro. Facciamo però appello all’azienda affinché si consideri la situazione non solo nel breve termine, ma nel medio e lungo periodo.»
«Fermo restando l’impegno della parte politica, regionale e nazionale – ha concluso Christian Solinas – adesso tutti gli attori coinvolti devono continuare a scommettere su questo sito, che potrà, come in passato, portare di nuovo fatturati importanti. Occorre portare avanti l’investimento sul territorio e sul capitale umano qui presente, che rappresenta una grande risorsa occupazionale di cui tutte le parti non possono non tenere conto.»
«Le imprese e le famiglie del Sulcis – ha aggiunto l’assessore dell’Industria, Anita Pili – si trovano già in una condizione complessa, nell’affrontare una transizione energetica in assenza del gas e di altri strumenti che ci porrebbero al pari delle altre regioni italiane. È necessario mantenere aperti tutti i possibili tavoli di confronto, anche quelli rimasti in sospeso senza soluzione come quello relativo al phase out dal carbone: vanno infatti tenuti in considerazione tutti i mezzi necessari per consentire alla Sardegna di affrontare in modo ottimale la transizione energetica. La crisi della Portovesme rappresenta l’inizio di una crisi che a cascata interesserà anche altre aziende. Urge, pertanto, porre rimedio al più presto. L’azienda deve dare la sua disponibilità a superare questo momento di crisi, per risparmiare al Sulcis ulteriori ferite rispetto a quelle che già ha e ha dovuto affrontare storicamente per le crisi industriali.»
«Serve l’impegno di tutte le parti – ha detto l’assessore della Difesa dell’Ambiente – per trovare una misura che permetta di riavviare gli impianti e consentire, a prescindere dai progetti di riconversione dell’azienda, di mantenere i presidi occupazionali e la produttività. La Regione è disponibile per fare tutto il possibile al fine di accompagnare il Governo in questa partita: chiediamo però al Ministero uno sforzo in più in quanto, lo ricordiamo, la regione Sardegna soffre anche per la condizione di insularità, di cui deve tenersi conto nella risoluzione nella questione energetica.»
«Chiedo anche all’azienda – ha puntualizzato l’assessore Marco Porcu – di essere molto più precisa sui propri progetti di riconversione, dei quali le parti istituzionali devono tener conto nelle proprie politiche di sostegno. Occorre che tutti giochino a carte scoperte: abbiamo necessità, come Regione, ma immagino anche il Governo, di conoscere i piani industriali per poter adottare anche misure transitorie che consentano all’azienda stessa il mantenimento del presidio produttivo, e ai lavoratori il proprio posto di lavoro. Per quanto riguarda la questione ambientale confermo che lunedì si terrà una prima riunione tecnica con gli uffici per la valutazione del progetto pilota. In seguito faremo il possibile per portare il processo autorizzativo a compimento, nel più breve tempo possibile. Non posso però non chiedere all’azienda che il progetto di riconversione interessi anche lo stabilimento di San Gavino. Cerchiamo tutti la soluzione per rendere il costo dell’energia competitivo rispetto al resto del paese, ma anche su questo è necessario tenere conto dei parametri di costo attuali, considerato che lo scenario è completamente mutato nel corso degli ultimi due anni.»
«Nessun lavoratore sarà lasciato solo – ha ribadito l’assessore regionale del Lavoro, Ada Lai -. Chiediamo all’azienda tempi e programmi certi per accompagnare i lavoratori nella fase di transizione e conversione industriale. L’assessorato del lavoro è impegnato nel mettere in sicurezza tutti i lavoratori, compresi quelli dell’indotto, con l’utilizzo degli ammortizzatori sociali, ed eventualmente, con concrete politiche attive per il lavoro.»
Già dalla prossima settimana, il Governo darà avvio, con la Regione Sardegna, ad una serie di interlocuzioni ministeriali, con tutte le parti coinvolte, con successiva convocazione di un tavolo di crisi in presenza la settimana successiva.
Nella foto di copertina, il presidio dei lavoratori all’ingresso dello stabilimento di Portovesme, organizzato in concomitanza con l’incontro ministeriale.