18 November, 2024
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«La Regione sostiene la transizione verde con progetti verso l’energia pulita, che non sacrificano il nostro territorio e salvaguardano l’ambiente, nel rispetto delle comunità locali e dell’intera Sardegna. Con il bando per le Hydrogen Valleys consentiamo alle aziende di effettuare investimenti diretti per l’innovazione tecnologica nel territorio regionale. La Sardegna, giorno dopo giorno, si conferma in prima linea sulla strada della transizione energetica.»

Lo afferma il Presidente della Regione, Christian Solinas, commentando la pubblicazione della graduatoria del bando per la costituzione delle Hydrogen Valleys.

L’avviso pubblico, finalizzato alla selezione di proposte progettuali volte alla realizzazione di impianti di produzione di idrogeno rinnovabile in aree industriali dismesse, per la costituzione di Hydrogen Valleys, da finanziare nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) per un totale di 21 milioni, era stato pubblicato a gennaio, con scadenza a fine febbraio. L’assessorato dell’Industria in questi giorni ha concluso il procedimento di valutazione delle nove domande pervenute. Di queste, due sono risultate finanziabili per l’intero importo richiesto, una solo in parte e due attualmente non finanziabili.

Le cinque proposte progettuali prevedono la produzione di idrogeno verde per uso industriale in processi produttivi e per il trasporto pubblico locale, con processi che comportino un basso rapporto tra diossido di carbonio emesso e idrogeno prodotto, al fine di conseguire il miglior risultato in termini di decarbonizzazione.

La produzione di idrogeno avverrà in aree industriali dismesse, prevalentemente nel sassarese e nel Sulcis, attraverso il loro recupero a fini produttivi con capacità minima di almeno 1 MW per impianto ammesso a finanziamento, e col duplice risultato di evitare nuovo utilizzo di suolo e di rivitalizzare aree già sede di impianti industriali e oggi non più in uso.

Saranno finanziati, in ogni intervento ammesso, uno o più elettrolizzatori per la produzione di idrogeno rinnovabile e relativi sistemi ausiliari necessari al processo produttivo, comprensivi di eventuali sistemi di compressione e di stoccaggio dell’idrogeno; e uno o più impianti addizionali di produzione di energia elettrica asserviti agli elettrolizzatori, comprensivi di sistemi di stoccaggio dell’energia elettrica.

«Anche in Sardegnadice l’assessore dell’Industria, Anita Pili – la filiera dell’idrogeno sta diventando realtà con la conclusione dell’iter di valutazione del bando a valere sulla misura del Pnrr, che finanzierà tre progetti. Crediamo nell’idrogeno e vogliamo valorizzarlo come vettore nel sistema energetico, industriale e dei trasporti migliorando la competitività del territorio. La Regione Sardegna ha accolto a sfida dell’idrogeno sia per l’alta sostenibilità ambientale e quindi per i benefici che il nostro territorio potrà avere, per le nuove prospettive di crescita economica e di posti di lavoro che i progetti innovativi per il nostro tessuto socio economico potranno portare.»

 

«Il fondo istituito per aiutare le imprese in crisi a più alto consumo di energia che operano nelle isole è un ulteriore passo a sostegno della Portovesme Srl per il mantenimento della produzione nei siti sardi.»

Lo ha detto il presidente della Regione, Christian Solinas a proposito del fondo istituito dal Governo. Il presidente Solinas, ribadendo l’attenzione massima della Giunta regionale per una vertenza che riguarda la Sardegna intera, ha espresso ancora una volta vicinanza ai lavoratori in lotta, in particolare agli operai del sito di San Gavino, che «la Regione – ha dettonon abbandonerà al proprio destino, qualunque dovesse essere l’esito della vertenza».

«La Regione attende l’esito degli incontri programmati al Ministero, ed in particolare la convocazione della Glencore annunciata dal sottosegretario Bergamotto. Ma l’attenzione della Giunta sulla vertenza Portovesme resta altissima, insieme alla piena vicinanza e comunione di intenti con i lavoratori in lotta.»

Lo ha detto questa sera il presidente della Regione, Christian Solinas.

«Glencore deve fare chiarezza e dichiarare apertamente quali sono le sue reali intenzioni sugli stabilimenti di Portovesme e di San Gavino. Approvo pienamente, dunque, la decisione del Governo di convocare l’Azionista al Ministeroha aggiunto il presidente della Regione -. Constatiamo con rammarico come non sia emersa una posizione chiara sul futuro degli impianti, pur in presenza di condizioni oggettivamente favorevoli per la ripresa delle produzioni, quelle medesime condizioni che sono state accettate da altre realtà industriali energivore. Con i dati attualmente disponibili, e con la conferma del credito di imposta per i prossimi 3 mesi, appare sempre più chiaro che il problema non è il costo dell’energia. Pertanto, la società ha il dovere di fare chiarezza sulle sue reali intenzioni. La Regione è al fianco dei lavoratori, e non li abbandonerà al proprio destinoha detto ancora il presidente Christian Solinas -. L’azienda, ribadisce la Regione, in linea con il Ministero, non può continuare ad utilizzare le risorse pubbliche senza dare garanzie alle istituzioni e ai lavoratori che vivono una situazione già di per sé complessa. Credo che la decisione assunta dai lavoratori di allentare il blocco di entrate e uscite dalla Portovesme per i materiali utili al mantenimento della marcia attuale, sia l’ennesima prova di buona volontà. Una buona volontà cui deve fare riscontro la chiarezza delle intenzioni da parte di Glencoreha concluso Christian Solinas -: se la multinazionale intende abbandonare le attività a Portovesme ha il dovere di comunicarlo, e Regione e Governo troveranno le soluzioni a garanzia dei lavoratori.»

«Governo e Regione Sarda hanno fatto tutto ciò che era nelle loro possibilità per offrire all’azienda certezze e prospettive. Ora non è più tempo di rinvii: Glencore deve fare chiarezza e dichiarare apertamente quali sono le sue reali intenzioni sugli stabilimenti di Portovesme e di San Gavino. Approvo pienamente, dunque, la decisione del Governo, annunciata dal sottosegretario Fausta Bergamotto, di convocare l’Azionista al Ministero.»

Si è espresso così il presidente della Regione Christian Solinas, dopo l’incontro di oggi al Ministero, durante il quale, dice il Governatore, abbiamo dovuto ancora una volta constatare con rammarico come non sia emersa una posizione chiara sul futuro degli impianti.

«Non è accettabileha aggiunto il presidente della Regione -, che in presenza di condizioni oggettivamente favorevoli per la ripresa delle produzioni, quelle medesime condizioni che sono state accettate da altre realtà industriali energivore, Portovesme srl continui ad arroccarsi su argomenti superati o superabili e non a assumersi, pubblicamente, la responsabilità di dichiarare le proprie reali intenzioni. La Regione è al fianco dei lavoratori, e non li abbandonerà al proprio destino.»

C’è, dunque, una richiesta congiunta da parte di Governo, Regione e sindacati per il riavvio della produzione, ribadita dalla sottosegretaria del ministero delle Imprese e del Made in Italy Fausta Bergamotto e dagli assessori dell’Industria, della Difesa dell’Ambiente e del Lavoro, Anita Pili, Marco Porcu e Ada Lai.

Il prezzo dell’energia non è più la variabile chiave della vertenza che da un anno e mezzo coinvolge gli stabilimenti di Portovesme e San Gavino: l’azienda, ribadisce la Regione, in linea con il Ministero, non può continuare ad utilizzare le risorse pubbliche senza dare garanzie alle istituzioni e ai lavoratori che vivono una situazione già di per sé complessa.

«Il nuovo programma di riconversione ha detto l’assessore dell’Ambiente, Marco Porcudi cui ancora non si conoscono neppure i contenuti del progetto pilota, esclude comunque la fonderia di San Gavino. È inaccettabile che l’azienda chieda uno sforzo alle istituzioni, e soprattutto ai lavoratori, senza voler fare la sua parte, perché le scelte industriali del passato, talvolta sbagliate, in materia energetica, non possono ricadere solo sui lavoratori e sulla collettività. Del resto, oggi, la questione dell’insostenibilità energetica non è più giustificabile, anche alla luce delle misure messe in campo dal Governo e dal recente calo del prezzo dell’energia. Peraltro, il piombo non sparirà dallo scenario economico mondiale: del resto, è la stessa Glencore che in Germania sta scegliendo di non abbandonare questa produzione.»

«La crisi della Portovesme Srlha precisato l’assessore dell’Industria, Anita Pilidura da un anno e mezzo. Fin dall’inizio, la Regione ha chiesto all’azienda se davvero gli strumenti di incentivazione che calmierassero il costo dell’energia sarebbero serviti a scongiurare la chiusura degli stabilimenti. Già prima dell’approvazione dell’Energy Release l’azienda aveva confermato che, con questo strumento, non avrebbe fermato le linee produttive e anzi avrebbe ripreso in attività tutte le persone rimesse in cassa integrazione. Questo, chiaramente, non è avvenuto, forse il decreto attuativo dello strumento non ha soddisfatto le aspettative della Portovesme Srl. Dall’attenta analisi odierna, con il riscontro dei Dati forniti da Arera, si evince che il problema quindi non è costo dell’energia. Pertanto, la società dovrebbe dirci qual è il problema, e altresì dirci se nei suoi piani di riorganizzazione aziendale ci sia l’ipotesi di chiusura degli stabilimenti. È più che necessario restituire dignità a tutti i lavoratori che hanno creduto nella società. Noi assessori siamo saliti sulla ciminiera per ascoltarli, ma è ormai evidente a tutti che né la Regione né il Governo abbiano responsabilità di fronte alle scelte della società. Il governo nazionale e la Regione Sardegna ci sono, ci sono gli strumenti regionali, ma se mancano le condizioni di rispetto e responsabilità sociale da parte della Portovesme Srl, nessuno di noi può più andare avanti. L’azienda deve, qui, oggi, essere chiara con i lavoratori. Non si possono creare altre aspettative che poi verranno disattese, soprattutto in territorio come Sulcis che ha già pagato caro il costo della deindustrializzazione.»

«La Regioneha detto l’assessore del Lavoro, Ada Laigarantisce la sicurezza sociale dei lavoratori per non mettere a repentaglio il tessuto produttivo e sociale di un territorio che ha già pagato un prezzo molto alto per le crisi industriali ed energetiche. La posizione della Regione Sardegna è la medesima, siamo a disposizione con tutti i nostri strumenti per tutelare il capitale umano e professionale e sostenere il rilancio dello stabilimento. Ma oggi l’azienda deve darci risposte concrete e chiarire le sue reali intenzioni. L’assessorato del Lavoro farà la sua parte, garantendo un sostegno al reddito dei lavoratori e delle loro famiglie. E’ stata, infatti, richiesta la firma, a breve, della cassa integrazione anche per i lavoratori della Fonderia di San Gavino. Un provvedimento che comunque deve essere assunto nella consapevolezza di un concreto progetto di ripresa.»

«La posizione della Regione Sardegna in questa vicenda è chiara. Sul sito industriale di Portovesme il nostro obiettivo è quello di salvaguardare i livelli occupazionali e mantenere attive tutte le linee produttive.»

Lo ha detto il presidente della Regione, Christian Solinas, nel corso della riunione in videoconferenza con la sottosegretaria del ministero delle Imprese, Fausta Bergamotto, gli assessori dell’Industria, della Difesa dell’Ambiente e del Lavoro, Anita Pili, Marco Porcu e Ada Lai, i rappresentanti della Portovesme Srl e i sindacati. In collegamento telefonico sono stati ascoltati anche i lavoratori che da quattro giorni sono sulla ciminiera dell’impianto Kss a 100 metri d’altezza.

È stata ribadita la necessità di individuare una soluzione strutturale per il costo dell’energia della Portovesme Srl, per poter, nell’immediato, assicurare la continuità produttiva degli stabilimenti di Portoscuso e San Gavino fino all’entrata in funzione del progetto di riconversione degli impianti verso le nuove produzioni. Richiesta congiunta del Governo e della Regione all’azienda è quella di non interrompere l’attività produttiva.

«La vertenza aggrava la crisi di un territorio che ha già pagato fortemente gli effetti della crisi energetica e gli errori di programmazione fatti in passatoha sottolineato il presidente Christian Solinas -. Portovesme ha una rilevanza strategica nazionale perché rappresenta l’ultima filiera della metallurgia non ferrosa rimasta nel Paese. La Regione si è impegnata per favorire le condizioni perché l’azienda e i player energetici possano trovare i margini per accordo commerciale che consentano un più congruo prezzo dell’energia rispetto al fabbisogno. Tutto questo si è tradotto in una serie di ipotesi di soluzione, anche con riferimento all’utilizzo di strumenti contrattuali innovativi che sono attualmente in uso in altri paesi del mondo e che sostanzialmente consentirebbero di anticipare gli effetti dell’attivazione di nuovi impianti da energie rinnovabili al momento dell’autorizzazione degli stessi.»

«Chiediamo al Governo di dare certezze riguardo all’uso del credito d’imposta ha aggiunto il presidente della Regione almeno per l’anno 2023, per riallineare la capacità produttiva industriale della Sardegna alle condizioni che ci sono nel resto del Paese. Qualora ciò non fosse possibile, la Regione è pronta a mettere comunque in campo le risorse assegnate alla Sardegna, quali quelle del Piano Sulcis e del Just Transition Fund: si tratterebbe di disegnare uno strumento che di fatto ribalti quello già previsto al 31 marzo di quest’anno a livello nazionale, e che potremmo utilizzare per il Sulcis. Tutto questo, naturalmente, ha bisogno di due fattori indispensabili, e cioè la buona volontà della parte pubblica, che c’è tutta, come dimostra la tempestività di questa convocazione da parte del Ministero da un lato, e le attività poste in essere dalla Regione fino a questo momento dall’altro. Facciamo però appello all’azienda affinché si consideri la situazione non solo nel breve termine, ma nel medio e lungo periodo.»

«Fermo restando l’impegno della parte politica, regionale e nazionale – ha concluso Christian Solinasadesso tutti gli attori coinvolti devono continuare a scommettere su questo sito, che potrà, come in passato, portare di nuovo fatturati importanti. Occorre portare avanti l’investimento sul territorio e sul capitale umano qui presente, che rappresenta una grande risorsa occupazionale di cui tutte le parti non possono non tenere conto.»

«Le imprese e le famiglie del Sulcis ha aggiunto l’assessore dell’Industria, Anita Pili – si trovano già in una condizione complessa, nell’affrontare una transizione energetica in assenza del gas e di altri strumenti che ci porrebbero al pari delle altre regioni italiane. È necessario mantenere aperti tutti i possibili tavoli di confronto, anche quelli rimasti in sospeso senza soluzione come quello relativo al phase out dal carbone: vanno infatti tenuti in considerazione tutti i mezzi necessari per consentire alla Sardegna di affrontare in modo ottimale la transizione energetica. La crisi della Portovesme rappresenta l’inizio di una crisi che a cascata interesserà anche altre aziende. Urge, pertanto, porre rimedio al più presto. L’azienda deve dare la sua disponibilità a superare questo momento di crisi, per risparmiare al Sulcis ulteriori ferite rispetto a quelle che già ha e ha dovuto affrontare storicamente per le crisi industriali.»

«Serve l’impegno di tutte le partiha detto l’assessore della Difesa dell’Ambiente per trovare una misura che permetta di riavviare gli impianti e consentire, a prescindere dai progetti di riconversione dell’azienda, di mantenere i presidi occupazionali e la produttività. La Regione è disponibile per fare tutto il possibile al fine di accompagnare il Governo in questa partita: chiediamo però al Ministero uno sforzo in più in quanto, lo ricordiamo, la regione Sardegna soffre anche per la condizione di insularità, di cui deve tenersi conto nella risoluzione nella questione energetica.»

«Chiedo anche all’azienda – ha puntualizzato l’assessore Marco Porcudi essere molto più precisa sui propri progetti di riconversione, dei quali le parti istituzionali devono tener conto nelle proprie politiche di sostegno. Occorre che tutti giochino a carte scoperte: abbiamo necessità, come Regione, ma immagino anche il Governo, di conoscere i piani industriali per poter adottare anche misure transitorie che consentano all’azienda stessa il mantenimento del presidio produttivo, e ai lavoratori il proprio posto di lavoro. Per quanto riguarda la questione ambientale confermo che lunedì si terrà una prima riunione tecnica con gli uffici per la valutazione del progetto pilota. In seguito faremo il possibile per portare il processo autorizzativo a compimento, nel più breve tempo possibile. Non posso però non chiedere all’azienda che il progetto di riconversione interessi anche lo stabilimento di San Gavino. Cerchiamo tutti la soluzione per rendere il costo dell’energia competitivo rispetto al resto del paese, ma anche su questo è necessario tenere conto dei parametri di costo attuali, considerato che lo scenario è completamente mutato nel corso degli ultimi due anni.»

«Nessun lavoratore sarà lasciato solo – ha ribadito l’assessore regionale del Lavoro, Ada Lai -. Chiediamo all’azienda tempi e programmi certi per accompagnare i lavoratori nella fase di transizione e conversione industriale. L’assessorato del lavoro è impegnato nel mettere in sicurezza tutti i lavoratori, compresi quelli dell’indotto, con l’utilizzo degli ammortizzatori sociali, ed eventualmente, con concrete politiche attive per il lavoro.»

Già dalla prossima settimana, il Governo darà avvio, con la Regione Sardegna, ad una serie di interlocuzioni ministeriali, con tutte le parti coinvolte, con successiva convocazione di un tavolo di crisi in presenza la settimana successiva.

Nella foto di copertina, il presidio dei lavoratori all’ingresso dello stabilimento di Portovesme, organizzato in concomitanza con l’incontro ministeriale.

Giornata cruciale per la vertenza della Portovesme srl, al quarto giorno dell’occupazione della ciminiera dell’impianto Kss da parte di quattro lavoratori. A Roma è iniziato nella tarda mattinata, l’atteso incontro al ministero delle Imprese e del Made in Italy, convocato dal ministro Adolfo Urso in videoconferenza, alla presenza della sottosegretaria delegata alle crisi industriali Fausta Bergamotto, del presidente della Regione Sardegna Christian Solinas e degli assessori dell’Industria Anita Pili, del Lavoro Ada Lai e dell’Ambiente Marco Porcu, l’azienda Glencore e le organizzazioni sindacali.

Stamane, davanti ai cancelli dello stabilimento, si sono ritrovati centinaia di lavoratori, con sindaci e amministratori locali del Sulcis Iglesiente e del Medio Campidano, parlamentari, del direttore della Pastorale per il Lavoro don Antonio Mura e del cardinale mons. Arrigo Miglio.

Allegati gli interventi di Fabrizio Floris, rappresentante della RSU aziendale e di un altro lavoratore della Portovesme srl, Fabrizio Pusceddu.

          

«Vicino ai lavoratori in lotta, condividendone tutte le ragioni e le preoccupazioni.»

Il presidente della Regione, Christian Solinas, esprime piena solidarietà ai lavoratori di Portovesme srl in lotta per salvaguardare l’occupazione, e conferma l’impegno della Regione per la soluzione della vertenza.

«Soluzione che la Regione ha agevolato con tutti gli strumenti a sua disposizione, e per la quale sono state poste solide e chiare basi nelle varie interlocuzioni svoltesi con il Governo nazionale e i gestori di energia. Positiva in questo senso la convocazione a Roma dell’incontro tra le parti, decisa dal Ministro Urso. Sono state createricorda il presidente della Regione -, le condizioni favorevoli perché nell’ambito di accordi commerciali tra privati Portovesme srl possa trattare con i soggetti erogatori dell’energia elettrica per stabilire un accordo che consenta di accedere a prezzi molto più competitivi, tali da garantire la prosecuzione delle attività nella fase di transizione che porterà l’azienda ad una riconversione delle produzioni. Era prioritario, prosegue, agevolare un confronto tra i soggetti in campo, con l’obiettivo di affrontare in modo stabile ed efficace il problema del costo dell’energia, per salvaguardare il lavoro e programmare il rilancio del polo industriale del Sulcis, che consideriamo di assoluta importanza.»

«Oraaggiunge Christian Solinasl’azienda deve fare la sua parte. Abbiamo preso atto del progetto di riqualificazione della produzione con un ambizioso programma di riconversione degli impianti, e confermato il nostro impegno ad accompagnare l’azienda ed i suoi lavoratori nella fase di transizione, come stabilito fin dal mese di ottobre. La Regione ha un interesse diretto a mantenere nel Sulcis Iglesiente la filiera della metallurgia non ferrosa ed è disponibile a realizzare qualsiasi intervento di propria competenza per il mantenimento del sito. Forme di protesta estreme quali quelle in atto conclude il presidente della Regione non devono lasciare insensibili. Nessun lavoratore sarà lasciato solo, la Regione metterà in campo tutti gli strumenti necessari per supportare le maestranze nella fase di riconversione industriale.»

«La chiusura della rianimazione del CTO e del Sirai mette in pericolo l’assistenza sanitaria del nostro territorio.» I segretari della FP CGIL della Sardegna Sud Occidentale Monica Secci, della FP CISL Claudio Nuscis e della FP UIL Efisio Aresti, hanno chiesto al presidente della Regione Christian Solinas e all’assessore della Sanità Carlo Doria di intervenire immediatamente per il ripristino dei livelli minimi essenziali nella Asl Sulcis, dopo la decisione – definita nefasta – assunta dalla direttrice Giuliana Campus. «Nella speranza di non essere costretti a trasferimenti fuori Regione non ci resta che gridare al disastro informando cittadini ed istituzioni», aggiungono Monica Secci, Claudio Nuscis ed Efisio Aresti.

«Nella giornata del 3 febbraio 2023 i quattro pazienti ricoverati nel Presidio Ospedaliero CTO sono stati trasferiti rispettivamente, uno alla RSA Rosa del Marganai e tre nel P.O. Sirai, uno dei quali nell’unità coronarica e gli altri due, in sovrannumero, nel reparto Rianimazionescrivono in una nota i tre segretari -. Dopo questo primo spostamento, terminato nelle prime ore del mattino seguente, è iniziato in modo scientifico lo svuotamento totale della rianimazione del Sirai che si prevede avrà termine nella giornata odierna. Tutto si svolge in un clima surreale vista l’estrema velocità con la quale si procede alla traslazione dei pazienti presso altre strutture ospedaliere localizzate in tutta la Regione, al termine della quale, sarà dichiarata la chiusura totale della rianimazione che, a dir loro, sarebbe temporanea. Si fa presente che taluni trasferimenti, sia in ambulanza che con l’elisoccorso, sono ad alto rischio sia per la criticità dei pazienti che per i rischi generici che un trasporto in urgenza comporta.»
«Questa operazione riporta indietro di decenni laSanità del Sulcis Iglesiente e se possibile chiudere un reparto di vitale importanza come la Rianimazione vuol dire che in futuro tutte le chiusure saranno possibili concludono Monica Secci, Claudio Nuscis ed Efisio Aresti -. Da questa sera i circa 130.000 abitanti del Sulcis Iglesiente non avranno più un posto letto disponibile e saranno trasferiti in altri presidi ospedalieri della regione, occupando dei posti letto che risultano essere appena sufficienti.»

Le segreterie territoriali FIOM, FSM e UILM hanno firmato, presso l’assessorato regionale del Lavoro, l’accordo per quanto riguarda la cassa integrazione guadagni straordinaria, per alcune aziende dell’indotto della Portovesme srl.

«L’incontro ha fatto emergere una forte preoccupazionesi legge in una nota delle segreterie territoriali FIOM, FSM e UILM -, in conseguenza del mancato rispetto, di quanto dichiarato dall’amministratore delegato della Portovesme srl, in occasione dell’ultimo incontro tenuto con la regione e le parti sociali il 23 gennaio 2023. In quella circostanza, si scriveva che il confronto in atto, tra ente erogatore e Portovesme srl, congelava qualsiasi incremento della cassa integrazione sino al 28 febbraio 2023. Per quanto riguarda i lavoratori degli appalti, questo, non è avvenuto; anzi, le azioni tendenti a smantellare il presidio infermieristico, fanno accrescere perplessità dal punto di vista della sicurezza; la sospensione della umidificazione delle strade a garanzia degli abbattimenti delle polveri, alimentano i problemi legati alla salute dei lavoratori rimasti e all’ambiente circostante; le fermate totali dei reparti del KSS e dell’arrostimento, creano preoccupazione per il mancato rispetto degli investimenti annunciati e poi sospesi. Tutte azioni tendenti ad aumentare il clima di incertezza e di tensione esistente.»

«Emerge, che il ricatto occupazionale esercitato per ottenere il risultato da raggiungere sul costo energetico, risulterà per i lavoratori e le imprese di appalto, tanto più salato quanto più tardi si raggiungerà un costo energetico accettabile per la Portovesme srlaggiungono le segreterie territoriali FIOM, FSL e UILM -. Prende sempre più corpo, con maggiore preoccupazione, l’idea che l’azienda abbia la volontà di produrre solo attraverso ciò che è collegato ai forni Weltz, ipotesi contestata in tutte le riunioni tenute dalle parti sociali e dai diversi rappresentanti istituzionali coinvolti. Insomma la poca chiarezza nel conoscere il futuro industriale dello stabilimento, sembra essere il filo conduttore delle tante incertezze esistenti, che sono esattamente il contrario di quanto richiesto dalle organizzazioni sindacali anche nel corso dell’ultimo incontro, in cui si è chiesto che il tavolo permanente impegnasse tutti i soggetti presenti, affinché si remasse dalla stessa parte, al fine di ottenere la garanzia produttiva ed occupazionale. In questa direzione, pare si stiano muovendo le OO.SS. e la politica a tutti i livelli, FIOM, FSM e UILM, avanzano molti dubbi sulla stessa volontà da parte della Portovesme srl

«Per tali ragioni, si è chiesto anche all’assessore al Lavoro, di attivarsi, per chiedere al presidente Christian Solinas, la riconvocazione del tavolo di confronto per aggiornamenti, nel rispetto di quanto già comunicato dallo stesso Presidenteconcludono le segreterie territoriali FIOM, FSM e UILM -. Nei prossimi giorni, saranno convocate le assemblee dei lavoratori.»

Una nuova politica energetica per la Sardegna, che metta la nostra Isola in una condizione paritaria rispetto alle altre Regioni in termini di tariffe e forniture e consenta di essere protagonista nella programmazione.

E’ una riscrittura del Decreto Energia, impugnato dalla Sardegna, ciò che il presidente della Regione Christian Solinas, accompagnato dagli assessori dell’Industria Anita Pili e dell’Ambiente Marco Porcu, ha proposto e sollecitato al ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin in un incontro svoltosi stamane a Roma.

“C’e’ l’esigenzaha sottolineato il presidente Christian Solinas -, di mettere ordine nelle procedure per il rilascio delle autorizzazioni sui nuovi impianti, nelle quali la Regione Sarda deve essere protagonista per poter programmare e pianificare gli interventi sul proprio territorio.”

“E’ necessario inoltreha ribadito il presidente di Christian Solinas -, creare un sistema di raccolta delle royalties derivanti dalle produzioni di energia presenti sul territorio sardo, e ridistribuire gli utili per abbassare le bollette di famiglie ed imprese.”

Per Portovesme ed il polo industriale del Sulcis, in seguito all’intervento della Regione nella fase di mediazione tra i gestori di energia e l’azienda per assicurare la continuità della produzione e la salvaguardia dell’occupazione, il presidente della Regione ha sollecitato un intervento immediato del Governo per l’estensione del credito di imposta e degli strumenti quali interconnector e superinterrompibilità, che consentano non solo a Portovesme ma a tutte le imprese sarde di competere alla pari con le realtà industriali del territorio nazionale.