19 November, 2024
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«Una Sardegna sempre più green, terreno ideale nell’innovazione tecnologica e nella transizione verde. Vogliamo sostenere e incoraggiare gli investimenti diretti verso l’energia pulita, senza sacrificare il territorio e nel pieno rispetto dell’ambiente.»

Lo ha detto il presidente della Regione, Christian Solinas, commentando la pubblicazione dell’avviso pubblico finalizzato alla selezione di proposte progettuali volte alla realizzazione di impianti di produzione di idrogeno rinnovabile in aree industriali dismesse, per la costituzione di Hydrogen Valleys, da finanziare nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), per un totale di 21 milioni.

La pubblicazione del bando di selezione segue la deliberazione della Giunta del 17 gennaio.

«La Giunta regionale afferma l’assessore dell’Industria, Anita Piliha scelto di affrontare la strada della transizione energetica con grandi investimenti sull’energia pulita. Con questo bando diamo la possibilità anche alle imprese di innovarsi e diventare protagoniste di questo fondamentale processo di diversificazione delle fonti energetiche.»

Nel rispetto delle milestone e dei target approvati dalla Commissione europea, il bando prevede che le aree industriali dismesse siano adibite a unità sperimentali per la produzione di idrogeno, mediante impianti FER locali ubicati nello stesso complesso industriale o in aree limitrofe. La misura deve inoltre sostenere la produzione di idrogeno elettrolitico a partire da fonti di energia rinnovabile o dall’energia elettrica di rete.

Le domande di agevolazione potranno essere presentate a partire dalle ore 9.00 del 30/01/2023 fino alle ore 13.00 del 28/02/2023. I requisiti per la partecipazione alla selezione ed i documenti sono disponibili alla pagina: https://www.regione.sardegna.it/j/v/2644?s=1&v=9&c=389&c1=1241&id=103748

«Ho avuto interlocuzioni importanti e produttive con il Governo e con i principali operatori dell’energia non solo per creare una garanzia, nell’immediato, per tutti i lavoratori e per il mantenimento delle linee produttive, ma anche per lo sviluppo futuro delle attività industriali che diano valore e lavoro a tutto il territorio.»

Il presidente della Regione Christian Solinas non nasconde la propria soddisfazione dopo la firma del verbale di accordo sottoscritto oggi dalla Regione, rappresentata, oltre che dal Presidente, dagli assessori dell’Industria Anita Pili, del Lavoro Ada Lai e dell’Ambiente Marco Porcu, dall’Azienda, da Confindustria e dalla sigle sindacali, che scongiura la fermata degli impianti e garantisce la sospensione di qualsiasi incremento della cassa integrazione per i lavoratori della Portovesme srl e, in caso di accordo sui costi dell’energia, della ripresa delle attività.

«Accordo per il qualespiega il presidente Christian Solinas -, la Regione ha portato efficacemente a termine il compito di avvicinare i soggetti in campo per favorire, nell’ambito di accordi commerciali tra privati, la soluzione migliore e più opportuna. Oggi l’Europa è totalmente dipendente dall’est asiatico per l’acquisto di accumulatori al litio, verso i quali si orientano i progetti di riconversione dell’azienda, e Portovesme potrebbe rappresentare il primo polo industriale che renderebbe autonomo il Continente. Abbiamo intanto, nell’immediato, creato le condizioni per salvaguardare il lavoro e restituire una prospettiva più serena ai lavoratori e alle loro famiglie.»

«Grazie, Presidente». Un coro unanime di apprezzamento per l’operato del presidente Christian Solinas è giunto da tutti coloro, nessuno escluso, che hanno partecipato all’assemblea di questa mattina nella Sala Anfiteatro di via Roma, a Cagliari.

«Abbiamo a cuoreha risposto il presidente della Regione -, le sofferenze di tanti lavoratori che hanno visto in questi anni sul loro percorso professionale e personale molti pericoli e ostacoli. Credoha concluso Christian Solinasche questo risultato oggi raggiunto possa davvero garantire al territorio una prospettiva di serenità ed una ripresa delle produzioni che contribuirà al benessere non solo del Sulcis, ma di tutta la Sardegna.»

Il presidente della Regione Christian Solinas esprime soddisfazione per l’esito delle varie interlocuzioni svoltesi tra ieri e oggi a Roma sulla vertenza Portovesme.

«Sono state createdice il presidente della Regione -, le condizioni favorevoli perché’ nell’ambito di accordi commerciali tra privati Portovesme srl possa trattare con i soggetti erogatori dell’energia elettrica per stabilire un accordo che consenta di accedere a prezzi molto più competitivi, tali da garantire la prosecuzione delle attività nella fase di transizione che porterà l’azienda ad una riconversione delle produzioni. Per la Regione era prioritario agevolare un confronto tra i soggetti in campo, con l’obiettivo di affrontare in modo stabile ed efficace il problema del costo dell’energia, per salvaguardare il lavoro e programmare il rilancio del polo industriale del Sulcis, che consideriamo di assoluta importanza.»

«Prendiamo atto della decisione dell’azienda di riqualificare la produzione con un ambizioso progetto di riconversione degli impianti, e confermiamo il nostro impegno ad  accompagnare l’azienda e i suoi lavoratori nella fase di transizione, come stabilito fin dal mese di ottobre nel corso di vari incontri con azienda e sindacati – conclude il presidente Christian Solinas -. Impegno che ho mantenuto e che sono fiducioso possa portare in tempi molto brevi alla definizione della vertenza in atto, come premessa per la salvaguardia della produzione e dell’occupazione.»

Impegno comune tra Regione e Governo per Portovesme, con l’obiettivo di affrontare in modo stabile ed efficace il problema del costo dell’energia, per salvaguardare il lavoro e programmare il rilancio del polo industriale del Sulcis.

Questi i temi affrontati oggi a Roma nell’incontro, programmato nei giorni scorsi, tra il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ed il presidente della Regione Christian Solinas per una panoramica sui principali temi di interesse della Sardegna ed in particolare l’area industriale di Portovesme ed il complessivo sistema produttivo del Sulcis Iglesiente, nella prospettiva del mantenimento dei livelli occupazionali e dello sviluppo delle filiere strategiche.

«La Regione ha un interesse diretto a mantenere nel Sulcis Iglesiente la filiera della metallurgia non ferrosa conferma il presidente Christian Solinase siamo disponibili a fare qualsiasi intervento di nostra competenza per il mantenimento del sito. Prendiamo atto della decisione dell’azienda di riqualificare la produzione con un ambizioso progetto di riconversione degli impianti, e ribadiamo il nostro impegno ad accompagnare i lavoratori nella fase di transizione.»

«Nessun lavoratore sarà lasciato solodice ancora il presidente Christian Solinas -. La Regione metterà in campo tutti gli strumenti necessari per supportare le maestranze nella fase di riconversione industriale.»​

E’ stata siglata l’intesa per la Cassa integrazione guadagni straordinaria per riorganizzazione aziendale per l’Eurallumina. A fronte della richiesta dell’azienda di garantire la continuità aziendale e la salvaguardia dei livelli occupazionali mediante il ricorso agli ammortizzatori sociali per l’unità produttiva di Portovesme,  è stato sottoscritto oggi, presso l’assessorato del Lavoro, in modalità a distanza, il verbale d’accordo istituzionale per l’erogazione della CIGS per 210 lavoratori dell’Eurallumina, per un periodo di 52 settimane, a decorrere dal primo gennaio 2023 sino al 31 dicembre 2023, in continuità con lo strumento conservativo già in utilizzo. Hanno firmato l’accordo l’assessore regionale del lavoro, Ada Lai, la Società Eurallumina Spa, Confindustria Sardegna Meridionale, le Organizzazioni Sindacali regionali e territoriali, Filctem-CGIL, Femca-CISL, Uiltec-UIL Territoriali del Sulcis lglesiente, Conf.Safi e le RSU/RSA dello stabilimento Eurallumina di Portovesme.

«Un accordo importante per la tutela dei lavoratori e delle loro famigliesottolinea il presidente della Regione, Christian Solinas -, che permette di guardare con maggiore serenità al futuro e al rilancio dell’azienda. La continuità del ricorso agli ammortizzatori sociali consentirà alla Società di portare avanti il progetto di rilancio e riorganizzazione aziendale, volto all’ammodernamento degli impianti produttivi ed alla definizione dell’iter legislativo relativo al modello di approvvigionamento energetico da adottare.»

«La Regione conferma il suo impegnoha assicurato l’assessora al Lavoro Ada Laia salvaguardare l’occupazione e proseguire le interlocuzioni avviate nei tavoli istituzionali a livello nazionali e regionale.»

Durante l’incontro l’azienda ha ribadito la volontà di ripartire per portare avanti il progetto di rilancio produttivo, che negli ultimi tempi ha subito una serie di modifiche e rallentamenti dovuti a fattori esogeni, indipendenti dalla strategia aziendale, che hanno rallentato la produzione. Il progetto complessivo di ammodernamento degli impianti, infatti, è subordinato alla risoluzione di due macro-problematiche inerenti all’alto costo dell’energia termica ed elettrica, nonché alla scarsa qualità della bauxite necessaria alla produzione. La questione dell’approvvigionamento energetico è frenata dall’incertezza normativa, sia per quanto riguarda le fonti utilizzabili che le modalità di fornitura. Gli investimenti futuri da parte della Società, infatti, sono condizionati dal rilascio delle preliminari autorizzazioni amministrative.

La Giunta regionale istituisce l’Unità di Progetto “PNRR Sardegna”, che resterà operativa fino al 31 dicembre del 2026 in linea con l’articolazione temporale del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

«Pronti a cogliere ogni opportunità offerta dal PNRR, a spendere al meglio tutte le risorse disponibili per la crescita economica della Sardegna. In un momento delicato e in un contesto storico difficile come quello attualespiega il presidente della Regione, Christian Solinassiamo chiamati a gestire nel modo migliore, piu’ rapido ed efficiente le risorse e a promuovere i progetti riconducibili a questo fondamentale strumento ideato dall’Europa per rimuovere il grande gap infrastrutturale tra Nord e Sud del Paese. Il PNRR prevede una importante dotazione finanziaria a fondo perduto affinché l’indice che segna questo gap venga ridotto. Il PNRR – prosegue il presidente Christian Solinas – rappresenta certamente un’occasione storica per la nostra Isola, e  proprio per questo ci chiama alla responsabilità, richiede fermezza e competenza nelle decisioni, lungimiranza nell’azione. Nasce da queste esigenze la necessità di costituire una Unità di progetto temporanea dedicata all’attuazione del Piano nazionale e dei progetti strategicievidenzia il presidente della Regione in maniera tale che ci sia un’articolazione organica capace di gestire al meglio le risorse. Criticità, suggestioni, proposte, interrogativi passeranno da un soggetto unico strutturato che sarà il riferimento più vicino e utile a tutti i soggetti coinvolti nell’attuazione dei progetti.»

Incardinata presso la Presidenza della Regione, l’Unità di progetto avrà infatti competenze dirette e fondamentali per la gestione delle risorse e gli investimenti che ne scaturiranno, tra cui la gestione unitaria del PNRR impattante sul territorio regionale; le attività di coordinamento unitario dei finanziamenti PNRR delegati alla Regione Sardegna; le attività di coordinamento tecnico e di monitoraggio dei progetti di cui risultano titolari la Regione o gli enti e società regionali; la verifica della coerenza delle attività in relazione ai programmi nazionali ed europei; la partecipazione alla Cabina di Regia per la programmazione unitaria per le politiche di sviluppo; la gestione della comunicazione, in coordinamento con il Servizio Comunicazione istituzionale della Direzione generale della Presidenza.

Per garantire la piena ed immediata funzionalità della struttura e dare continuità all’attività finora svolta verrà assegnato un contingente, in fase di primo funzionamento, composto da 4 unità di personale interno, oltre al responsabile dell’Unità che verrà scelto tramite apposito avviso, al momento individuato nell’attuale coordinatore della Segreteria Tecnica.

“Non accetteremo passivamente che Ministero ed ENEL trattino la Sardegna da colonia energetica nazionale senza che vi siano compensazioni adeguate per il territorio e per i sardi. Spegnere la centrale Grazia Deledda senza certezze sul futuro occupazionale di centinaia di lavoratori e sulle forniture per le grandi industrie energivore del Sulcis è inaccettabile. Pensare di disseminare la Sardegna di enormi accumulatori al litio-cobalto la cui durata non supera i tre anni significa precostituire un enorme problema ambientale di smaltimento di questi rifiuti altamente inquinanti”.

Il presidente della Regione, Christian Solinas, si è espresso così a proposito della decisione del Governo di trasformare la centrale Enel di Portoscuso in un sito di accumulo elettrochimico di batterie pari a 122 megawatt. Una decisione – ora al vaglio dell’Avvocatura regionale per la valutazione di un possibile ricorso – che il Presidente della Regione definisce “inaccettabile, arrogante, unilaterale e non in linea con le necessità della Sardegna, già mortificata nella sua autonomia energetica e condannata ancora una volta a sopportare nuovi handicap oltre a quelli subiti fino ad oggi”.

“La nostra posizione sul tema energetico nel suo complesso è chiara e improntata alle reali necessità della Sardegna”, prosegue il presidente Christian Solinas ricordando la recente ordinanza del Consiglio di Stato che riforma la sentenza del Tar del 26 settembre scorso e sospende gli effetti del Decreto energia del Governo Draghi, fissando per il 23 febbraio del 2023 l’udienza per la discussione dell’appello nel merito.

“La Regione chiede di arrivare a  una soluzione definitiva e strutturale al problema energetico tale da poter garantire un futuro adeguato al territorio e al sistema produttivo. Su queste basi è stata accolta appena qualche giorno fa l’istanza della Regione e su questa linea continueremo a operare, difendendo la nostra autonomia energetica e facendo valere le ragioni della Sardegna e dei sardi, sottovalutate, ignorate e tralasciate anche oggi, nel merito della decisione del Ministero sul progetto Enel nel sito della centrale di Portoscuso. Non intendiamo barattare ha concluso il presidente della Regione l’esistente con soluzioni peggiorative e piovute dall’alto, che in un momento complicato e delicato come quello che stiamo vivendo si discostano così palesemente dalle necessità della nostra Isola e, a caduta, delle famiglie e delle imprese. Non possiamo accettare intese e provvedimenti che prescindano dai diritti irrinunciabili dei Sardi.”

 

Un commosso ricordo del maresciallo Capo della Brigata Sassari, Silvio Olla e delle altre vittime dell’attentato compiuto il 12 novembre del 2003 a Nassiriya è stato formulato, nel 19° anniversario della strage, dal presidente della Regione, Christian Solinas.

«Il nostro giovane conterraneo ha detto il presidente Christian Solinas -, perse la vita in uno degli eventi più tragici che hanno colpito le nostre Forze Armate, nel quale rimasero uccisi 19 italiani. Altri due giovani sardi della Brigata Sassari rimasero feriti.»

«32 anni, originario di Sant’ Antioco, Silvio Olla era un sottufficiale in servizio al 151° Reggimento della Brigata Sassari. Figlio di un maresciallo, fratello di un carrista (Francesco, oggi generale comandante del Comando militare dell’Esercito “Sardegna”, n.d.r.). Non dimentichiamo il suo sacrificioha concluso il presidente Christian Solinas -, così come quello di tanti altri giovani.»

La storia che ha preceduto la firma del Piano Sulcis è ampiamente conosciuta, un susseguirsi di vicende che ci ha consegnato il triste primato di provincia più povera d’Italia (allora e forse ancora oggi). Presidente della Regione Sardegna era Ugo Cappellacci e con il Piano voleva «salvaguardare le realtà esistenti e rendere competitivo territorio». Come? Con una commistione di interventi, molti provenienti dal passato, che sin da subito avevano fatto capire che si stava partendo con il piede sbagliato. Insomma un piano senza piano.

Per questo motivo fu duramente criticato dal Governo Monti che invece suggeriva l’indizione di un bando internazionale di idee per il Sulcis, per poi selezionare le migliori per raggiungere il vero obiettivo del Piano di Sviluppo per il Sulcis.

Tra i vari interventi sbandierati in pompa magna c’era il potenziamento delle infrastrutture viarie e portuali, con in testa la riqualificazione del porto di Sant’Antioco quale volano di sviluppo per la nautica d’eccellenza, la cantieristica e la ricettività.

L’invidiabile e strategica posizione al centro del Mediterraneo permette a questo porto di innescare una ripresa socio-economica senza uguali nella storia del nostro territorio. Il settore della nautica è in forte crescita, soprattutto ora che si aggiunge il settore green. Ricordiamo, inoltre, che questo settore lavora e fa lavorare l’indotto 12 mesi l’anno.

Cosa ha fatto il Piano Sulcis dopo 10 anni per viabilità e portualità? Zero riporto zero. Ad oggi ci sono ancora inutilizzati circa 50 milioni di euro recuperati dalla sonora bocciatura del famoso Nuovo Ponte di Sant’Antioco, inventato perché l’attuale stava per crollare (severissime prove di carico, ripetute più volte nel corso degli anni, hanno smentito le voci maligne).

Cosa c’è come progettazione per il porto di Sant’Antioco? Solo una pianificazione studiata 60 anni fa, ovviamente finalizzata al settore industriale e minerario dell’epoca. Nulla che si possa neppure avvicinare alle esigenze attuali. Progetti vecchi, pagati profumatamente con soldi nuovi. Per quanto riguarda la bonifica delle aree ex Sardamag attigue al porto, non si muove uno spillo e la pianificazione urbanistica va contro le aspettative del territorio. Se continua l’attuale indirizzo politico, in queste aree non potranno sorgere la ricettività ed i servizi per il nuovo porto.

L’aspetto positivo di tutta la vicenda è che è ancora tutto risolvibile. Sia chiaro, con la volontà politica di far del bene a questo territorio.

In conclusione, ringrazio di cuore i tre presidenti della Regione Sardegna che di anno in anno si sono fatti scivolare via le redini del Piano Sulcis.

Grazie Presidenti Ugo Cappellacci, Francesco Pigliaru, Christian Solinas e a scendere a tutti i soggetti che, a vario titolo, hanno contribuito a questo clamoroso fallimento tripartisan.

Rolando Marroccu

Portavoce del Comitato Porto Solky – Sant’Antioco

«Abbiamo intrapreso un percorso per difendere a tutti i costi la nostra autonomia energetica e continueremo a farlo, forti delle nostre ragioni che oggi vengono ascoltate e riconosciute anche dai giudici di appello.»

Il presidente della Regione, Christian Solinas, ha commentato così l’ordinanza del Consiglio di Stato che riforma la sentenza del Tar del 26 settembre scorso e sospende gli effetti del Decreto energia del Governo Draghi, fissando per il 23 febbraio del 2023 l’udienza per la discussione dell’appello nel merito.

«La nostra posizione è chiara – ha aggiunto il presidente Christian Solinas ed è stata più volte espressa in tutte le sedi istituzionali e poi davanti ai giudici amministrativi. Il decreto non tiene minimamente conto degli svantaggi strutturali che derivano alla Sardegna dalle condizioni insulari e, in palese violazione del principio di uguaglianza, con una evidente disparità di trattamento tra i Sardi e gli altri italiani, ci obbliga a sostenere costi dell’energia in media più alti del 30% rispetto al resto del Paese.»

«Su questi principi, recentemente riconosciuti anche nella Carta Costituzionale, abbiamo fondato i nostri motivi di impugnazione contro un provvedimento unilaterale, piovuto dall’alto, che non ha consentito alla Regione di avere voce in capitolo. Il pronunciamento del Consiglio di Stato ci dà modo di poter discutere la questione nel merito e di far valere le ragioni dei sardi, nella speranza di trovare con il nuovo Governo in carica spunti di riflessione comune e di intesa che non potranno comunque prescindere dai diritti irrinunciabili dei Sardi», ha concluso il presidente Christian Solinas.