20 November, 2024
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«Siamo orgogliosi di voi, ambasciatori della Sardegna nel mondo.»

Così il presidente della Regione, Christian Solinas, ha accolto a Villa Devoto i dirigenti e gli atleti della Dinamo Sassari, impegnati in un breve tour per la Sardegna dopo il trionfo nella SuperCoppa, conquistata per la seconda volta, e che stamane è stata portata sul tavolo del Presidente.

«Avete un posto speciale nel cuore dei Sardi – ha detto Christian Solinas – Ogni canestro, ogni partita, ogni vostra vittoria fa crescere in tutti noi stima e ammirazione per la vostra squadra, per la vostra bandiera, per la vostra gloriosa storia.»
Il presidente della Regione ha anche ricordato come i campioni della Dinamo siano testimoni dei valori immortali dello sport: valori che richiamano all’impegno, al sacrificio, alla lealtà e all’amicizia.

«Siamo orgogliosi e grati al nostro Presidente per averci invitato qui – ha ricambiato il presidente della Dinamo, Stefano Sardara -. Christian Solinas per noi è un Presidente vincente, con lui stiamo raggiungendo traguardi importanti e abbiamo iniziato la stagione nel migliore dei modi. Sentiamo ogni giorno l’affetto dei Sardi non solo nella nostra Isola, ma in tutto il mondo, e questo ci regala un’immensa soddisfazione.»

«Giocare per la Sardegna è un’emozione del tutto particolare – ha detto il coach Gianmarco Pozzecco -. Non è come giocare per una squadra qualsiasi. Ci alleniamo e scendiamo in campo per passione e con un forte amore per questa terra, sentiamo forte lo spirito di identità che la Sardegna ci trasmette.»

Al termine dell’incontro, la consueta foto di gruppo e la consegna al presidente Solinas della maglia della Dinamo con il numero 1.

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Uffici pubblici off limits per i disabili. Succede a Sassari, Alghero, Arzachena e Tempio, dove, nelle sedi amministrative di Abbanoa le barriere architettoniche impediscono l’accesso alle persone in carrozzina o con mobilità ridotta. A denunciare questa grave inadempienza alle prescrizioni di legge è la capogruppo del M5S Desirè Manca, attraverso un’interrogazione in Consiglio regionale: «Sono state portate avanti tantissime battaglie per l’abbattimento delle barriere architettoniche, e nonostante ciò, ancora oggi c’è chi si permette di ignorare la legge non applicandola e di snobbare completamente i diritti dei cittadini con disabilità. Fatto ancora più grave è che non stiamo parlando di esercizi commerciali o sedi di attività di privati, ma degli uffici del gestore idrico della Sardegna, interamente partecipato da Enti pubblici e dalla Regione in primis».

«Con l’assenza di uno scivolo per disabili, di ascensori e corsie dedicate per l’accesso ai suoi uffici, Abbanoa sta negando palesemente l’ingresso ai suoi utenti. Non aver mai abbattuto le barriere architettoniche presenti è una manifestazione di menefreghismo e di assoluta noncuranza che ben si accosta alle altre azioni irrispettose e scorrette compiute dall’Azienda negli ultimi anni. Compresa l’ultima, costata all’Azienda una maxi multa di 3,8 milioni di euro per pratiche commerciali aggressive», ha aggiunto Desirè Manca.

La capogruppo del M5S si rivolge al presidente Christian Solinas e l’assessore de Lavori pubblici Roberto Frongia per sapere se e in che modo intendano intervenire affinché Abbanoa ottemperi agli obblighi previsti dalla legge. Ma non solo: Desirè Manca chiede se intendano segnalare alle autorità preposte al controllo questa grave situazione.

«Al giorno d’oggi le barriere architettoniche all’ingresso di un ufficio pubblico equivalgono a una porta sbattuta in faccia. Sono un’offesa per i disabili, per gli accompagnatori, ma anche e soprattutto per gli stessi dipendenti Abbanoa. I lavoratori che quotidianamente, con grande spirito di abnegazione aiutano i cittadini disabili a entrare – ha concluso Desirè Manca -. Lavoratori che quotidianamente sono costretti a provare la vergogna di lavorare in un ufficio pubblico che aperto al pubblico non è.»

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Il presidente della Regione, Christian Solinas, e l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, stamane hanno presentato a Villa Devoto il piano straordinario delle assunzioni.

«Purtroppo, in questi anni il blocco del turnover, la mancata attivazione dei concorsi ha progressivamente depauperato il numero di operatori nel comparto sanitario. Ogni giorno i cittadini conoscono la sofferenza causata da questa carenza d’organico. Abbiamo quindi deciso di avviare un piano d’assunzioni straordinario, sbloccando tanti concorsi che erano stati previsti nel passato ma mai attivati», ha detto il presidente della Giunta regionale Christian Solinas, presentando il piano straordinario per le assunzioni e la mobilità del personale nel sistema sanitario regionale. Circa settanta concorsi che saranno avviati entro l’anno, per un totale di oltre 1.000 assunzioni che riguarderanno i diversi profili del comparto. Un numero di operatori che soddisfa il piano del fabbisogno a cui Ats non ha mai dato risposta.

«Si tratta di un cambio di passo nella sanità regionale, un’esigenza dei Sardi – ha precisato il presidente Christian Solinas – abbiamo perso fin troppo tempo negli anni passati, i cittadini pretendono una sanità all’altezza delle loro aspettative, un sistema di qualità che noi vogliamo affermare con la riforma.»

«Stiamo ponendo rimedio ai disastri del passato – ha aggiunto l’assessore della Sanità Mario Nieddu – i 27 milioni di euro risparmiati dall’Ats sono stati generati dal blocco delle assunzioni, con conseguente taglio alla produzione e alla qualità dei servizi erogati.»

Per dare il via al piano straordinario delle assunzioni la giunta ha approvato le nuove linee di indirizzo per l’accentramento delle procedure concorsuali e della mobilità. Le nuove regole prevedono l’accentramento delle procedure concorsuali in capo ad un’azienda capofila individuata di volta in volta dalla Regione e non saranno quindi più in mano alla sola Ats.  

«Le mobilità – ha spiegato l’assessore della Sanità – saranno attivate e seguiranno le procedure concorsuali, questo permetterà di garantire una migliore allocazione delle risorse umane e superare le distorsioni a cui abbiamo assistito negli ultimi anni, per cui i lavoratori ritenuti idonei alla mobilità si vedevano negare poi il nullaosta dall’Ats.»

Cambiano anche i concorsi, introdotto il criterio meritocratico. Le aziende comunicheranno alla capofila le sedi di destinazione solo dopo aver concluso le procedure di mobilità e tenendo conto dei posti coperti dalla mobilità stessa. I vincitori del concorso inseriti in graduatoria potranno indicare la sede di destinazione secondo il criterio per cui le preferenze terranno conto della posizione in graduatoria. Chi avrà ottenuto i risultati migliori avrà maggiori possibilità di vedersi assegnare i posti a disposizione nelle destinazioni desiderate. Chi dovesse rifiutare la destinazione decadrà automaticamente dalla graduatoria.

«Le nuove regole – ha concluso Mario Nieddu – mettono un argine al fenomeno dei tanti vincitori di concorso che vedendosi assegnati alle sedi più disagiate e periferiche rifiutavano la destinazione, in attesa di un’opportunità in altre sedi. Chi verrà assegnato ai presidi periferici dovrà spendersi per quel territorio, nella consapevolezza comunque di poter fare affidamento su un sistema di mobilità che finalmente potrà funzionare.»

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Il Consiglio regionale ha approvato la mozione sulla richiesta di referendum per l’introduzione del maggioritario secco per l’elezione del Parlamento.

La seduta si è aperta sotto la presidenza de presidente del Consiglio Michele Pais e concluse  le formalità di rito, compresa la comunicazione della nomina del capogruppo Udc, Gian Filippo Sechi in sostituzione del suo collega di gruppo Domenico Gallus quale componente della giunta per le elezioni, è stata concessa la parola al capogruppo della Lega, Dario Giagoni, per l’illustrazione della mozione n. 67 “sulla richiesta di referendum abrogativo, ai sensi dell’articolo 75 della Costituzione e dell’articolo 29 della legge 25 maggio 1970, n. 352, di articoli del testo unico per l’elezione della Camera (decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361), del testo unico per l’elezione del Senato (decreto legislativo 20 dicembre 1993, n. 533), della legge 27 maggio 2019, n. 51, di disposizioni di delega contenute nell’articolo 3 della legge 3 novembre 2017, n. 165”.

L’onorevole Dario Giagoni ha ricordato gli articoli e leggi interessate dal referendum che si propone di fatto l’introduzione del maggioritario secco per l’elezione del Parlamento. L’esponete del Carroccio ha evidenziato in senso positivo il protagonismo dei Consigli regionali per l’indizione del referendum abrogativo ed ha ricordato i precedenti referendum che in materia elettorale hanno provocato – a suo giudizio –  un cambiamento nei rapporti tra le istituzioni e nel corpo elettorale. «Con l’approvazione del quesito referendario – ha spiegato il consigliere della maggioranza – tutti i seggi del Parlamento saranno assegnati attraverso collegi uninominali a chi prenderà un voto in più e non ci saranno più dubbi sul risultato elettorale né spazio a meccanismi che determinano approssimazione nella trasformazione dei voti in seggi».

A favore della mozione si è dichiarato il capogruppo dei Riformatori, Michele Cossa, che ha ricordato la stagione referendaria di Mario Segni che nel ’92 segnò il passaggio dalla Prima alle Seconda repubblica. «I Riformatori sardi – ha spiegato il consigliere della maggioranza – sono nati con quei referendum che hanno messo fine agli effetti deleteri della stagione del proporzionale che obbligava i partiti a compromessi improbabili tra i partiti e al continuo cambio di maggioranze senza mai rendere chiare le responsabilità dei governanti».

Michele Cossa ha evidenziato i positivi risultati ottenuti nella legislazione per gli Enti Locali e ha parlato però di “pasticci nella legislazione nazionale” riferendosi alle norme nazionali che hanno consentito cambi di maggioranza.

Gianfranco Satta (Progressisti) ha criticato duramente il metodo e la sostanza della mozione e si è detto in “imbarazzo” nel constatare che “è stato attribuito carattere d’urgenza al referendum voluto da Matteo Salvini piuttosto che ai temi che interessano i sardi e le emergenze della Sardegna”. come cittadino sardo premetto che la discussione genera imbarazzo. L’esponente della minoranza ha attaccato la Lega e il centrodestra “per l’iniziativa che viene discussa perché il Consiglio regionale sardo è stato indicato tra quelli fedelissimi a Salvini”. «Questa mozione – ha affermato Gianfranco Satta – è dettata dall’esterno ed al rientro da Pontida vi siete precipitati a dare seguito ai desideri del vostro leader».«Così l’Autonomia è a rischio – ha concluso il consigliere del centrosinistra – e la maggioranza non si accorge del livello di subordinazione che dimostrate nel farsi dettare l’agenda politica dal partito del presidente del Consiglio, per questo spero in un sussulto di autonomia e dignità e dunque che questa proposta sia rigettata».

Sulla stessa lunghezza d’onda l’intervento del consigliere Antonio Piu (Progressisti) che ha definito “assurda” l’urgenza della richiesta di indizione del referendum abrogativo. «Chiedete il referendum – ha dichiarato il consigliere della minoranza – solo perché il leader della Lega ha perso il posto al governo del Paese e chiedendo in questo modo il cambio delle regole del gioco date l’idea che siete dei soldatini all’interno di questo Parlamento». Antonio Piu si è quindi rivolto ai partiti del centrodestra («quelli che non vantano o non hanno sempre vantato percentuali bulgari») perché scongiurino l’introduzione del maggioritario “rispondendo sempre alla coscienza e non al capo politico di turno”.

Michele Ciusa (M5S) ha ripreso un passaggio delle dichiarazioni programmatiche del presidente della Regione, Christian Solinas, domandando agli esponenti della maggioranza “quale beneficio per i sardi e quale profitto per la Sardegna dalla discussione di questa mozione?”. L’esponente della minoranza ha invitato il centrodestra a far cessare “la propaganda” ed incominciare a dare seguito alle promesse elettorali e a dare risoluzione ai problemi della nostra Isola. Ciusa ha ricordato i dati della crisi e i settori economici in sofferenza per poi concludere con alcune domande provocatorie («Che benefici avranno da questa mozione?»; «Prima i sardi o prima il capitano?»). «Le leggi elettorali – ha concluso Michele Ciusa – non si fanno con il consenso presunto ma con la maggiore condivisione possibile».

Critico anche l’intervento del consigliere Pd, Roberto Deriu, che ha ricordato la stagione referendaria di Mario Segni evidenziandone “la portata popolare e culturale”. «La vostra azione – ha affermato l’esponente della minoranza – è invece un’iniziativa estemporanea per approfittare di un’occasione propizia per provare ad avere una vittoria elettorale che dia una maggioranza assoluta senza una minoranza». Deriu ha dunque criticato aspramente la scelta politica di chiedere il referendum attraverso la richiesta di cinque Consiglieri regionali: «Perché non siete rimasti tra la gente? Perché non domandate le firme per i referendum alla gente come fanno i movimenti di popolo. Voi invece agite nei palazzetti dei Consigli regionali per scodellare all’opinione pubblica uno strumento che possa scassinare un sistema solo perché vi ha escluso dal potere».

Voto contrario alla mozione è stato annunciato anche da Piero Comandini (Pd) che ha affermato: «Ricordate che i referendum producono molte volte leggi elettorali distorte». Il consigliere della minoranza ha quindi puntato il dito contro la Lega e contro il senatore Roberto Calderoli («è famoso per le leggi elettorali porcata perché lui è il maestro delle porcate». «Il testo che si discute in Aula -ha attaccato Piero Comandini – non è stato scritto all’ombra del Nuraghe Losa ma sul prato di Pontida e consegnato ai prodi leghisti perché fosse votato nei cinque consigli regionali amici in Italia».

Il consigliere democratico ha dunque preannunciato una dura opposizione in Aula e tra i cittadini e, citando un recente intervento dell’ex segretario nazionale del Psd’Az, Giacomo Sanna, si è rivolto a Udc e Riformatori sardi: «Non iscrivetevi al sindacato dei tacchini che difendono la festa del Ringraziamento e non siate polli».

Il consigliere dei Progressisti Massimo Zedda, dopo aver lamentato l’assenza del presidente della Regione al dibattito sul riconoscimento dell’insularità e ad altri appuntamenti importanti per la vita della Sardegna, ha criticato radicalmente la mozione della Lega, presentata dopo il raduno del partito a Pontida. E in materia di legge elettorale, ha definito prioritaria, semmai, la discussione sulla riforma della legge elettorale per il parlamento europeo che esclude la Regione Sarda. Il problema, a suo giudizio, resta quello della qualità delle proposte delle amministrazioni di ogni livello. La scarsa partecipazione al voto, ha aggiunto, dimostra che non sono le leggi elettorali che avvicinano i cittadini alla politica, e nello specifico la scelta del maggioritario spinto contiene molti rischi a cominciare dal sistema Usa nel quale il presidente eletto governa pur avendo ricevuto meno voti del suo avversario in termini assoluti. Più che di leggi elettorali, ha detto infine, la politica dovrebbe occuparsi di cose che interessano i cittadini.

Il consigliere Pierluigi Saiu (Lega), in apertura, ha puntualizzato che il contenuto della mozione, in realtà, è consentire ai cittadini di esercitare il loro diritto di voto, ben altro rispetto agli interventi di altri che hanno ignorato questo aspetto fondamentale. Noi, ha continuato, in questi giorni abbiamo ascoltato molto i cittadini che chiedono di potersi esprimere e di scegliere da chi essere governati, cosa completamente diversa dalla storia di questi giorni che vede uniti partiti antagonisti fino all’altro ieri. Gli stessi partiti che proprio oggi, ha ricordato, sono stati loro per primi a parlare di legge elettorale col solo scopo per impedire di governare a chi vince le elezioni. attraverso l’interdizione di partitini dell’ultima ora, come dimostra la stessa recente scelta di Matteo Renzi.

Il consigliere del Pd Giuseppe Meloni ha affermato che la mozione fa parte del pacchetto “pieni poteri” proposto dal capo della Lega in pieno agosto, ma occorre stare molto attenti ai contenuti perché, ad esempio, il quesito referendario è incomprensibile ed ambiguo, come quello delle Province sarde. A giudizio di Giuseppe Meloni, se davvero si vuol far decidere i cittadini, occorrerebbe poter scegliere i parlamentari che nello schema ipotizzato sono indicati dalle segreterie dei partiti, e si davvero si volesse incidere sulla governabilità sarebbe necessario allineare le leggi elettorali di Camera e Senato, che ora sono diverse. Il maggioritario, a suo avviso, funziona in quadro di bipolarismo che ora non c’è ed ogni caso presuppone il doppio turno che il centro destra ha sempre rifiutato.

Il consigliere di Sardegna 20/20 Stefano Tunis ha definito gli interventi precedenti dei consiglieri di centro sinistra caratterizzati da un solo filo conduttore, segno che ha ancora bisogno di identificare un nemico qualificando come “male assoluto”. Stefano Tunis ha poi criticato la scelta dei partiti adesso al governo di sottrarsi al confronto con gli elettori spacciando un calcolo di basso profilo come grande svolta politica. Molti interventi, inoltre, hanno mostrato una grande confusione, per esempio confondendo i collegi uninominali con il maggioritario che sono cose diversissime. Il vero tema, invece è, secondo Tunis, è quello che il maggioritario ha consentito non solo maggiore stabilità ma anche, nello specifico, di avere un collegamento fra eletti ed elettori in Sardegna. Spiegheremo queste cose fuori di qui, ha assicurato in conclusione Tunis.

Il consigliere di Leu Eugenio Lai ha respinto l’interpretazione di Tunis secondo la quale la sinistra voglia salvare “la sua pellaccia politica”. Anche perché, ha ricordato, all’interno della stessa maggioranza si fa largo l’idea che la mozione della Lega sia una violazione dell’autonomia regionale. Una autonomia, ha continuato, che più volte è comparsa negli interventi del governatore, salvo mettere da parte questi buoni sentimenti in presenza della richiesta dei suoi referenti politici. Molte riflessioni dello stesso presidente sulla legge elettorale sarda, poi, mostravano di avere a cuore la rappresentanza delle piccole realtà ma, anche in questo caso, rimangiandosi poi tutto con una proposta “all’americana” che va in direzione esattamente contraria.  Così non riconquistano gli elettori, ha concluso, si conquistano dando risposte ai problemi concreti delle persone e dei sardi in particolare.

Il consigliere dei Progressisti Diego Loi ha messo l’accento sul carattere di urgenza della mozione, a suo avviso insostenibile, ed in secondo luogo incomprensibile sul piano della scelta delle priorità per il popolo sardo che con è certamente quella della modifica della legge elettorale. Al di là dei tecnicismi, Diego Loi ha detto che occorre riflettere sul concetto di democrazia che vuole esprimere il Consiglio regionale, un concetto nel quale bisogna evitare la demagogia, assegnando al popolo in modo subdolo il compito di esprimersi su problematiche complesse riguardanti la scelta delle rappresentanze parlamentari. In concreto, ha detto infine Diego Loi, il maggioritario non rappresenta la totalità dell’elettorato e in particolare le forze politiche minori.

Il consigliere della Lega Michele Ennas ha dichiarato che il Consiglio regionale sta “scrivendo la storia” partecipando ad un processo di rinnovamento dei rapporti fra parlamento e governo, senza accordi e ribaltoni. Penso, ha dichiarato, che gli elettori premieranno questa scelta e voteranno sì al referendum. Quello italiano, ha ricordato, è un lungo percorso di leggi elettorali molto spesso cariche di distorsioni che hanno determinato l’allontanamento degli elettori dalla politica. Noi della Lega, ha aggiunto Ennas, non accettiamo lezioni da partiti che fino a qualche giorno fa si insultavano ogni giorno, e preferiamo rivolgerci ai cittadini in modo chiaro per metterli al centro delle scelte democratiche.

Il capogruppo di Leu Daniele Cocco ha aperto il suo intervento dicendo che i sardi non sono né pollitacchinipecore. I sardi, ha detto, si aspettavano dal governo e dal Consiglio regionale cose molto diverse da una proposta di riforma della legge elettorale e mi stupisce la posizione del Psd’Az che da sempre sostiene di voler tutelare la rappresentanza delle minoranze. Io credo che questa mozione non passerà, ha previsto Daniele Cocco, e comunque i polli siamo stati a noi a farla passare in conferenza di capigruppo dato che c’erano all’ordine del giorno questioni più urgenti, o forse no perché con la scelta di discuterla abbiamo smascherato il trucco della maggioranza. Rivolto al presidente Christian Solinas, Daniele Cocco ha auspicato che ponga sui grandi problemi della Sardegna (accantonamenti, pastori, sanità) lo stesso impegno manifestato sulla riforma della legge elettorale.

Il consigliere di Fdi Francesco Mura, premettendo che l’azione politica è importante tanto quanto quella amministrativa, ha criticato con forza la manovra di palazzo che ha portato alla formazione del governo attuale e la volontà di cancellare anni di conquiste dei cittadini che hanno portato all’elezione diretta nei Comuni, nelle Province e nelle Regioni, perché la vocazione maggioritaria deve diventare il segno distintivo delle istituzioni fino all’elezione diretta del presidente della Repubblica. Non si può guardare al proprio orticello, ha concluso, ma occorre guardare oltre per il bene dell’Italia.

Il capogruppo del M5S Desirè Manca ha ricordato che il 4 marzo 2018 il Movimento ha vinto le elezioni col 32% ma, a causa di una pessima legge elettorale, è stato costretto a stipulare un contratto di governo, mettendo gli argomenti concreti prima delle convenienze politiche e nonostante alcune vicende che hanno riguardato esponenti della Lega. Poi abbiamo parlato solo di migranti, ha lamentato, fino a quando il leader della Lega è stato travolto da un moto di onnipotenza violando il contratto che aveva firmato e pensando di poter andare subito ad elezioni, ma il Movimento non fa accordi con forze politiche che non hanno obiettivi e, di fronte alla stessa sbagliatissima legge elettorale, è stato raggiunto un nuovo accordo con altre forze. La nostra attenzione, ha concluso, era e resta sui contenuti che interessano la gente: scuola, sanità, economia, altro che legge elettorale nazionale dimenticandosi perfino di quella regionale.

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi si è detto meravigliato del fatto che mentre le commissioni del Consiglio non hanno leggi da esaminare noi discutiamo di legge elettorale. La nostra cultura, ha ricordato, è assemblearistica e parlamentare quindi profondamente diversa dal maggioritario come dimostra la storia; quella cultura che ha assicurato la rinascita della Sardegna dopo la seconda guerra mondiale sotto la guida di uomini di grande valore in Italia come nella nostra Regione. Oggi, ha sostenuto, il sistema del parlamento è antidemocratico perché basato sulla figura di un leader mentre noi vogliamo rappresentare il baluardo di quello che fu il primato del ragionamento, della mediazione e dell’apertura alle forze minori, una situazione compatibile con il presente dove, in base ai numeri non vince nessuno e si determina una situazione aperta, anch’essa compatibile con l’attenzione per il proporzionale che noi riaffermiamo.

Il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau ha confessato il suo imbarazzo per una mozione che arriva dall’esterno, dall’indicazione di un leader politico al quale la maggioranza si è piegato. Gianfranco Ganau ha poi ricordato di essere da sempre contrario al maggioritario che da sempre mortifica la rappresentatività degli elettori da sempre baluardo forte della democrazia e, quanto alle leggi elettorali, non possono essere stravolti dal volere di questo o quel partito che peraltro può decidere anche le liste dei candisti. Nel merito, ha osservato, il sistema proposto accentua queste distorsioni in linea con la richiesta di pieni poteri con precedenti storici non certo edificanti, andando contro una democrazia basata proprio sull’equilibrio dei poteri, ed in definitiva appare profondamente sbagliato far governare chi prende un voto in più perché così il 30% potrebbe governare contro il 70%. Meglio dedicarsi alla riforma della legge elettorale regionale, ha suggerito, perché la Sardegna esprime un forte bisogno di rappresentatività e per questo rivolgo un appello a forze politiche che hanno a cuore questi problemi ed anche all’Udc, a Forza Italia, al Psd’Az.

Ha assunto la presidenza dell’Aula il vice presidente Giovanni Antonio Satta.

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha apprezzato tutti gli interventi precedenti, che contengono aspetti positivi a cominciare da quelli riferiti alla revisione legge elettorale ed all’abolizione del voto disgiunto, tutte cose sulle noi abbiamo molte proposte. Tuttavia, ha aggiunto, su altri commenti è necessario un chiarimento perché non accettiamo l’accusa di aver sventolato le bandiere sardiste a Pontida: non c’è niente di anormale perché noi abbiamo la nostra identità e casomai altri sono impresentabili. Io, ha ricordato, sono stato un riformatore e non rinnego il mio passato di quando raccoglievo le firme per il maggioritario e posso assicurare a tutti che nessuno mi telefona per dirmi cosa devo fare e non lo fa nemmeno il presidente. Siamo polli? Credo, ha detto ancora Franco Mula, che lo siano altri e non vedo perché non dovremmo cambiare la legge elettorale che è sbagliata ed il problema è che quando non c’è condivisione, come non c’è con l’attuale governo innaturale, sono gli italiani che si dovrebbero esprimere e non i partiti ad architettare non giochi di palazzo, e ricordo anche che i 5 stelle non hanno vinto le elezioni ma le ha vinte il centro destra come coalizione. Noi qui oggi, ha detto infine, stiamo votando a favore di un esercizio di democrazia, siamo a favore e senza vergognarcene.

Ha quindi preso la parola il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus che ha stigmatizzato la fretta mostrata dalla maggioranza nel presentare la mozione in aula: Non è un argomento di nostra competenza, non ha il carattere d’urgenza e non è stato discusso in Commissione – ha affermato Francesco Agus – eppure ha bruciato i tempi entrando in Aula dopo appena 7 giorni. Oggi ci onora della sua presenza anche il Presidente Solinas, spesso assente in questo consesso. Ciò dimostra come questa Regione abbia assunto il ruolo di vassallo nei confronti di chi vuole utilizzare strumentalmente un argomento contro l’attuale maggioranza di Governo». Un riferimento chiaro al segretario della Lega Matteo Salvini: «Dopo aver perso la poltrona di ministro ha bisogno adesso di 5 Consigli regionali da utilizzare come arma contro la nuova maggioranza. Voi accettate supinamente un’indicazione e vi accingete a votare una mozione che non avete nemmeno letto. Mi ricorda ciò che accadeva nelle sezioni del Partito comunista quando si dibatteva sul capitale di Karl Marx ma in pochi lo avevano letto».

Francesco Agus si è detto poi dispiaciuto per l’assenza di un dibattito vero: « Il tema è interessante e meriterebbe una discussione approfondita. Ogni sistema elettorale ha bisogno di trovare un equilibrio tra  rappresentanza e governabilità. I problemi non nascono dai piccoli partiti, che in questo Consiglio esprimono più della metà dei consiglieri di maggioranza,  ma nei cosiddetti partitoni».

Il capogruppo dei Progressisti ha infine espresso forti dubbi sulla legittimità della mozione: «Tiene in campo un riferimento al sistema proporzionale. Si parla di collegi uninominali con più candidati sapendo che è una contraddizione in termini. La Corte Costituzionale ammette ormai solo quesiti che propongono scenari chiari e compiuti. Questa è una proposta illegittima, nessuno potrà dire di non essere stato avvisato».

Il presidente Michele Pais ha quindi chiesto il parere della Giunta. Il presidente della Regione Christian Solinas ha difeso la decisione di portare in Aula la mozione: «Oggi si è parlato un po’ di tutto. In passato i vostri rappresentanti hanno sostenuto provvedimenti che minavano dalle fondamenta il principio di rappresentanza come il referendum di Matteo Renzi e votato in Parlamento contro il collegio unico per la Sardegna alle Europee, oggi paventate rischi per la democrazia. E’ necessario riportare un po’ di ordine. L’iniziativa non è nata nel backstage di Pontida ma da una riunione di tutti i governatori del centrodestra. Non è nulla di antidemocratico, si propone di utilizzare bene uno strumento previsto dalla Costituzione: dov’è lo scandalo se cinque Consigli regionali propongono un referendum? Oggi non si decide se ci sarà un maggioritario o un proporzionale ma si chiede al popolo italiano di esprimersi»

Solinas ha quindi ringraziato le forze politiche che hanno appoggiato l’iniziativa accusando l’opposizione di utilizzare argomenti strumentali:«Volete dare lezioni dopo aver introdotto le soglie di sbarramento che non  consentono di avere una rappresentanza reale». Rivolto al consigliere Roberto Deriu (Pd) ha aggiunto: «Non sia l’epigono di un’estetica decadente che ha sempre bisogno di un riferimento al passato. Oggi la sfida è tra vecchio e nuovo, voi vi state iscrivendo al partito della conservazione. Citate ex segretari ed ex leader che difendono il vecchio. Noi non siamo il vecchio, io sono anche segretario del Partito Sardo d’Azione, partito di cui spesso si parla senza conoscerne la storia, i sardisti hanno sempre rivendicato il sistema elettorale di altre regioni autonome come il Trentino dove si vota in collegi uninominali. In Scozia c’è un sistema simile che consente allo Scottish National Party di eleggere i suoi deputati. In Sardegna ci sarebbero 17 collegi uninominali con pochi elettori che darebbero anche ai partiti più piccoli la possibilità di eleggere qualcuno».

Subito dopo, il presidente Pais ha dato la parola per la replica al presentatore della mozione, il capogruppo della Lega Dario Giagoni: «Ringrazio tutti i consiglieri e il presidente Solinas che è rimasto nel tema. Ho sentito di tutto – ha detto Giagoni – il centrodestra è compatto. Il tema è stato condiviso con altre 4 regioni italiane, nel rispetto di un articolo della Costituzione. Si è parlato di democrazia, ma è il popolo sovrano che la detiene. Voi del centrosinistra siete perennemente divisi ma appena vedete lo spiraglio di una poltrona improvvisamente vi unite. Siete voi che per cinque anni vi siate calati le braghe davanti al governo nazionale. Il centrosinistra ha creato il disastro. Chiedo rispetto per Roberto Calderoli, se si parla di porcate parliamo di Ats o di continuità territoriale. Quanto ai 5 Stelle ci parlino di Raggi o della situazione di Roma. Vi auguro buon lavoro a livello nazionale qui ci pensiamo noi con un grande condottiero come Christian Solinas».

Il presidente Michele Pais ha quindi messo in votazione gli emendamenti e il testo della mozione per i quali il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau ha chiesto il voto segreto.

Sulle modalità di voto e sull’interpretazione del regolamento si è acceso un piccolo dibattito risolto subito dopo una breve sospensione dell’Aula.

Il presidente Michele Pais ha messo in votazione, a scrutinio segreto, l’emendamento n. 1 (Giagoni, Mula) “Nella parte dispositiva, alla lettera a) del n.1, è soppresso il punto dell’elenco contenente il riferimento all’articolo 81, secondo e terzo comma”, che è stato approvato con 36 voti a favore e 21 contrari. L’Aula ha poi approvato, con 37 voti a favore e 21 contrari, anche l’emendamento 3 (Giagoni, Mula) “Nella parte dispositiva, alla lettera d) del n. 1, è inserito come primo punto dell’elenco il seguente. “- nel titolo, le parole “e plurinominali”,”.

Il presidente Pais ha poi aperto la votazione finale della mozione, che è stata approvata con 37 voti favorevoli e 21 contrari. Successivamente l’Aula ha approvato anche l’ordine del giorno (Giagoni, Mula, Cocciu, Sechi, Cossa, Mura, De Giorgi) “sulla nomina dei delegati del Consiglio regionale ai fini del referendum abrogativo ai sensi dell’articolo 75 della Costituzione e dell’articolo 29 della legge 25 maggio 1970, n. 352 (Norme sui referendum previsti dalla Costituzione e sulla iniziativa popolare”. Il testo delibera di designare quali delegati effettivo e supplente, il presidente del Consiglio regionale, Michele Pais, e il consigliere regionale Dario Giagoni. L’ordine del giorno prevede inoltre “di dare mandato al presidente del Consiglio regionale di inviare la deliberazione contente la mozione n. 67 e il relativo allegato agli altri Consigli regionali con l’invito ad adottare analoga deliberazione”.

Il presidente Michele Pais ha chiuso la seduta e convocato la conferenza dei capigruppo. Il Consiglio regionale è stato convocato per il primo ottobre per la Seduta statutaria.

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Venerdì 27 settembre 2019, a partire dalle ore 9.00, nei locali del Centro Comunale D’arte e Cultura Il Ghetto di Cagliari, si terrà una tavola rotonda organizzata nell’ambito del progetto Europeo Co-VAL (Understanding Value Co-Creation in Public Services for Transforming European Public Administration), totalmente incentrata sui temi della cooperazione tra l’amministrazione pubblica, le imprese e i cittadini nella produzione dei servizi pubblici e nell’innovazione del settore pubblico in generale. All’evento, che sarà aperto dal presidente della Regione Sardegna Christian Solinas, parteciperanno numerosi esponenti del mondo accademico e della pubblica amministrazione provenienti da tutta Europa. La tavola rotonda è promossa dal dottor Francesco Mureddu, Direttore Associato del centro studi di Bruxelles Lisbon Council for Economic Competitiveness and Social Renewal, esperto nel campo della trasformazione digitale della pubblica amministrazione.

A seguire l’elenco degli autorevoli relatori che animeranno la tavola rotonda:
Gerhard Embacher Köhle: Direttore del Centro Computazionale Federale (Austria)
Erik Oftedal: Advisor al Direttore Generale – Agenzia per il Lavoro e il Welfare (Norvegia)
Karim Cherroud: Direttore – Urban Connector (Belgio)
Henrik Finsrud: Innovation Manager – Associazione delle Autorità Regionali e Locali (Norvegia)
Fernando de Pablo: Segretario Generale per la Trasformazione Digitale – Ministero delle Politiche Territoriale e della Funzione Pubblica (Spagna)
Metka Stare: Professore – Istituto di Analisi e Sviluppo Macro-economico (Slovenia)
Dimitri Tartari: Coordinatore unico dell’Agenda Digitale, Gabinetto del Presidente della Giunta Regionale (Emilia Romagna)
Concepción Campos: Dirigente – Municipalità di Vigo (Spagna)
Daniela Battisti, Direttore delle Relazioni Internazionali – Team per la Trasformazione Digitale della presidenza del Consiglio dei Ministri (Italia)
Maria Claudia Bodino: Responsabile Sviluppo Metriche, Analisi e Visualizzazioni Dati – Team per la Trasformazione Digitale della presidenza del Consiglio dei Ministri (Italia)
Fiorenza Lipparini: Direttore della Ricerca – Plus Value (Italia)
Elisa Cassinadri: Dirigente – Municipalità di Milano (Italia)
Francesco Molinari, Direttore Tecnico e Scientifico del Progetto Designscapes
Gianluca Misuraca: Scienziato Senior alla Commissione Europea
Loretta Ricci: Vice-Direttore del dipartimento innovazione e sistemi informative – Ministero dell’Economia e Finanza (Italia)
Olivier Garry: project leader per la strategia digitale – CGDD – Commissione per lo Sviluppo Sostenibile, in capo al Governo Francese
Paz Sanchez: Direttore del Dipartimento Innovazione – Regione Andalusia (Spagna)
Salvatore Marras: Innovation Manager a Formez PA – Centro servizi, assistenza, studi e formazione per l’ammodernamento delle P.A, in capo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri (Italia)
Torben Tranæs: Direttore Esecutivo alla Ricerca – VIVE: Centro di Ricerca Sulle Scienze Sociali (Danimarca)
Tuija Hirvikoski: Presidente di Laurea – Università delle Scienze Applicate (Finlandia)

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Giovedì 26 settembre, alle ore 10.30, a Villa Devoto, il presidente della Regione, Christian Solinas e l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, terranno la conferenza stampa di presentazione del piano straordinario per i concorsi e la mobilità del personale nel sistema sanitario regionale.

 

Il ministero delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, con apposito decreto, ha deciso l’interruzione temporanea delle attività di pesca a strascico, a divergenti, reti gemelle e altri mezzi, nelle acque di tutto il bacino del Mediterraneo, comprese quelle della Sardegna, per un intero mese, per gli anni 2017, 2018, 2019. Un periodo nel quale, com’è noto, i pescatori interrompono l’attività di pesca, con gravi conseguenze sui bilanci dell’intero comparto. “I pescatori sardi – denuncia la capogruppo del M5S, Desire’ Manca hanno rispettato le norme e i divieti imposti dalla legge, hanno presentato le domande di richiesta degli indennizzi previsti dal Ministero per il fermo biologico relativo agli anni 2017 e 2018, hanno aspettato che arrivassero i soldi, ma le somme dovute non sono mai arrivate a destinazione. Sono trascorsi anni dalla presentazione delle prime domande. I ritardi con i quali vengono erogati i benefici per il fermo pesca stanno diventano difficilmente sostenibili per gli operatori di un settore che fisiologicamente versa in grave difficoltà tutto l’anno”. È un appello all’intervento della Regione quello della capogruppo del M5S Desirè Manca che chiede al presidente Solinas ed all’assessore all’Agricoltura Gabriella Murgia di tendere una mano ai pescatori sardi, nel concreto, che si facciano portatori presso il MIPAAF ed il MLPS delle problematiche del settore legate all’arresto temporaneo obbligatorio, sottolineando l’ormai endemico ritardo con il quale gli operatori della pesca ricevono i dovuti indennizzi. “Non è accettabile un ritardo di quasi due anni. Per i pescatori interrompere l’attività di pesca e non poter guadagnare per un intero mese significa accumulare un debito che dovrà essere ripianato nei mesi invernali, nei quali non sempre è possibile che questo avvenga”.

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Il presidente della Regione, Christian Solinas, esprime solidarietà personale e a nome della Giunta nei confronti del sindaco di Siniscola, Gian Luigi Farris, oggetto dell’ennesimo atto intimidatorio. «Un atto vile – ha sottolineato il Presidente – che si aggiunge ad una lunga serie di minacce e attentati di cui il Sindaco, in passato, è rimasto vittima. Sono certo che la mano dei violenti non sarà in grado di fermare gli amministratori onesti che ogni giorno, tra mille sacrifici, prestano la loro opera per il bene delle comunità. Confidiamo in una rapida indagine che assicuri i colpevoli alla giustizia, e assicuriamo l’impegno della Giunta regionale al fianco delle amministrazioni locali».

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Giovedì 5 settembre, dopo 30 giorni dall’ennesimo accesso agli atti presso gli uffici comunali di Sant’Antioco, il comitato Porto Solky ha ricevuto l’intera documentazione aggiornata sulla variante al Piano Regolatore Portuale di Sant’Antioco che definisce come dovrà essere realizzato il nuovo porto, la viabilità di accesso al paese e il destino delle aree dell’ex Sardamag.

Purtroppo, le carte parlano chiaro: nonostante tutte le denunce circostanziate fatte durante quasi quattro anni di meticolosa analisi degli atti, delibere e progetti da parte del Comitato, SI STA PORTANDO AVANTI la realizzazione di un inutile e dannoso NUOVO PONTE e, soprattutto, un progetto portuale pensato negli anni ’60 per un porto industriale mai realizzato.

Si progettano pertanto opere anacronistiche che anziché pensare al futuro sono un ritorno al passato oramai morto e sepolto e quindi in controtendenza allo sviluppo della nautica e della ricettività e ancor di più distaccano nettamente il porto dal paese per lasciare spazio al nuovo ponte – in realtà un LUNGO VIADOTTO DI 2 km – che come si può vedere dall’immagine decreterebbe la morte definitiva delle aree dell’ex Sardamag, impedendo la realizzazione dei nuovi alberghi, della  darsena turistica, dei cantieri e dei servizi, ovvero lo sviluppo della nautica d’eccellenza.

In definitiva tutto quello che attendiamo da decenni per la rinascita dell’intero territorio del Sulcis verrà impedito da due opere imposte prepotentemente dallo sciagurato Piano Sulcis.

Venerdì 6 settembre, presso la sede della Regione Sardegna a Cagliari, Rolando Marroccu in rappresentanza del comitato Porto Solky è stato ricevuto dall’assessore regionale dei Lavori pubblici Roberto Frongia e dal Direttore generale dell’assessorato dei Lavori pubblici Piero Dau.

Durante il lungo incontro si è potuto circostanziare la storia delle varie vicende che affliggono il territorio anche a causa delle contestate opere del Piano Sulcis, soprattutto entrando nel dettaglio delle  istanze che il comitato ha presentato ufficialmente sia presso la Regione Sardegna che presso il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti – MIT ed il ministero per lo Sviluppo Economico – MISE.

Si ha avuto inoltre conferma dell’inefficacia della delibera del 6 marzo 2018 del Consiglio Comunale di Sant’Antioco in quanto esprime un mera richiesta di DESIDERIO di rimodulazione delle opere invece di produrre un VERO e proprio ATTO AMMINISTRATIVO che vada a modificare la delibera emessa dalla precedente giunta comunale.

Di conseguenza da una parte c’è l’ANAS che sta andando avanti sul progetto del nuovo ponte in quanto ad oggi non ha ancora ricevuto nessuna indicazione di revoca in merito all’appalto che – precisiamo – è ancora all’inizio della fase autorizzativa, e dall’altra parte c’è un intero territorio che in tutti questi anni è stato capace solo di DIVIDERSI e di piangersi addosso ma mai di reagire alle ingiustizie subite proponendo con determinazione VERI PROGETTI DI SVILUPPO ALTERNATIVI a quelli calati dall’alto dal famigerato Piano Sulcis.

In chiusura l’Assessore Frongia ha sposato la proposta avanzata dal comitato in merito alla realizzazione di un polo nautico d’eccellenza nel golfo di Palmas; proposta da approfondire mediante uno studio tecnico economico di maggior dettaglio. Si è quindi reso disponibile ad ulteriori confronti dandoci inoltre dei preziosi consigli che terremo in considerazione in vista dei prossimi incontri sia con il comitato, sia con i Sindaci del Sulcis (già incontrati due volte nel marzo 2019).

Ricordiamo che l’assenza del Sindaco di Sant’Antioco nei suddetti incontri – l’intero consiglio comunale né è a conoscenza già da tempo – aveva fatto sfumare la possibilità di sottoscrivere già da allora un documento condiviso da tutti gli altri Sindaci finalizzato a rafforzare la posizione unanime del territorio nei confronti delle inutili opere del Piano Sulcis.

Oggi l’obiettivo comune da raggiungere dovrebbe essere quello di istituire una nuova “cabina di regia del Piano Sulcis” appunto nel Sulcis – e non a Cagliari – in modo tale da poter proporre direttamente dal territorio delle VALIDE ALTERNATIVE AI PROGETTI CONTESTATI.

La vicenda è molto complessa ma non impossibile da risolvere in quanto non sussistono problemi TECNICI IRRISOLVIBILI ma ci sono solo esclusivamente “SCELTE POLITICHE” da rivedere alla luce delle nuove e future esigenze di una nuova valutazione dell’interesse pubblico rispetto a quello originario.

Pensiamo che i tempi siano maturi per fare GIOCO di SQUADRA tra i SINDACI del Sulcis in quanto la “strategia” vincente necessita di tanta buona volontà, coesione territoriale e condivisione degli intenti con tutti i soggetti coinvolti nelle scelte in gioco.

Poiché le varie problematiche riguardano anche gli assessorati all’Ambiente e all’Industria abbiamo pensato che sarebbe preferibile incontrare prima possibile il presidente Christian Solinas che già nel marzo 2019 diede personalmente la propria disponibilità.

Per quanto riguarda la richiesta di istituire una commissione ministeriale sulle opere contestate – nuovo ponte, opere portuali e bonifiche – inviate il 2 agosto dal comitato al Governo (MISE e MIT) abbiamo sentito il deputato M5S Pino Cabras, che a sua volta ad ottobre 2018 aveva presentato una interrogazione parlamentare in merito alle vicende da noi segnalate. L’on. Pino Cabras ci ha assicurato, vista la recente nomina di ministri e sottosegretari M5S al MISE e al MIT, di adoperarsi  al fine di recuperare informazioni sulla sua stessa interrogazione e per la richiesta del comitato di istituire una commissione ministeriale sulle suddette opere del Piano Sulcis.

Inoltre sarà utile, tramite il segretario del PD regionale Emanuele Cani, cercare di coinvolgere il nuovo ministro alle Infrastrutture e Trasporti Paola de Micheli.

In conclusione, se il consiglio comunale di Sant’Antioco vuole REALMENTE PERSEGUIRE GLI INTERESSI DI TUTTO IL TERRITORIO, dovrà produrre ATTI AMMINISTRATIVI EFFICACI in grado di revocare le opere contestate e proporre opere condivise con TUTTI GLI ATRI SINDACI interessati dal Piano Sulcis.

Rolando Marroccu, Alfonso Curridori e Daniele Garau

Comitato Porto Solky – Sant’Antioco