19 November, 2024
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Le linee di produzione restano in funzione, è scongiurata, almeno fino al 31 gennaio, la chiusura della linea piombo. Si è concluso così e con un accordo per il collocamento di 392 lavoratori in cassa integrazione, in attesa di nuove interlocuzioni con il Governo sull’abbattimento dei costi dell’energia e di un progetto di rilancio e di riconversione dell’azienda, l’incontro svoltosi a Villa Devoto, convocato dal presidente della Regione Christian Solinas, con le rappresentanze di Portovesme srl, dei sindacati e di Confindustria.

La Portovesme Srl ha confermato la disponibilità a sottoscrivere un Accordo di Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria che interesserà a rotazione 392 lavoratori e per una durata iniziale presumibile di 14 settimane decorrenti dal prossimo 25/10/2022.

Le parti hanno concordato di incontrarsi entro il prossimo 12 dicembre per verificare l’andamento dei prezzi energetici e l’effettiva disponibilità di provvedimenti e strumenti in grado di rendere possibili le produzioni.

La Regione, tramite l’Assessorato del Lavoro, ha confermato il massimo impegno per individuare tutti gli strumenti a salvaguardia dell’indotto e dei lavoratori indiretti interessati dallo stato di crisi anche con l’avvio di incontri specifici.

«Nessun lavoratore sarà lasciato indietroha detto il presidente Christian Solinas -. La Regione, ha aggiunto, continua a fare la propria parte per la salvaguardia dell’occupazione ma anche delle attività industriali in un polo di importanza strategica per l’economia del Sulcis e dell’intera Sardegna. Riunire tutte le parti intorno allo stesso tavolo è stato un elemento fondamentale per mantenere la vertenza su binari di reciproca collaborazione.»

Nel corso della riunione l’amministratore delegato della Portovesme Srl, ing. Davide Garofalo, ha rappresentato nel dettaglio gli impatti che gli elevati costi energetici stanno determinando nelle produzioni degli stabilimenti di Portovesme e San Gavino.

La Regione ha confermato il proprio impegno affinché, attraverso opportune iniziative di proposta e sollecitazione dei competenti organi di Governo o attraverso strumenti e iniziative di carattere regionale e nazionale, sia possibile modificare i parametri di funzionamento del decreto sull’Energy Release attraverso la possibile fissazione di una quota di riserva di energia per le Isole atta garantire concretamente il principio di insularità. Il presidente Christian Solinas ha inoltre confermato l’impegno a sollecitare il Governo per una definizione di un accordo bilaterale di acquisto energia a prezzi calmierati secondo il modello già adottato per altre industrie energivore e a trovare strumenti alternativi all’Interconnector virtuale, non disponibile per Sardegna e Sicilia al contrario di quanto possibile per le altre regioni peninsulari. Strumenti ipotizzabili in una riadozione della “Super Interrompibilità per aziende altamente energivore o strumenti equivalenti al fine di equiparare gli aiuti riconosciuti per le aziende gasivore italiane, con esclusione della Sardegna non servita dal metano”, attraverso strumenti simili da riconoscersi per i combustibili alternativi utilizzati.

«Proseguiremo la nostra azione e il nostro impegno – ha concluso il presidente della Regione -, per un dialogo costante con il Governo anche attraverso il coinvolgimento della Conferenza delle Regioni, affinché si mettano in campo gli strumenti utili e necessari a calmierare i costi energetici per portarli a valori sostenibili.»

Nuovo incontro sulla vertenza della Portovesme srl, a mezzogiorno, a Villa Devoto, convocato dal presidente della Regione Christian Solinas, Siederanno attorno allo stesso tavolo, le segreterie confederali territoriali di CGIL, CISL e UIL; la RSU della Portovesme srl; la direzione aziendale della Portovesme srl; l’assessore dell’Industria Anita Pili; l’assessore del Lavoro e vicepresidente della Regione Alessandra Zedda.

«Personalmente ho condiviso le preoccupazioni espresse dal tavolo odierno. Sono convinto che la decisione dell’azienda di fermare anticipatamente la linea piombo e aggiungere nuovi cassaintegrati a quelli già collocati in tale condizione nei mesi scorsi (con la motivazione dei rincari energetici), sia stata pretestuosa, ai limiti della provocazione. Nondimeno, totalmente irrispettosa delle normali relazioni istituzionali-industriali. Dietro essa, potrebbe esserci un malaugurato disegno di smantellamento degli asset produttivi.»
Lo ha detto il consigliere regionale Fabio Usai, al termine del vertice svoltosi a Villa Devoto, a Cagliari, convocato dal presidente della Regione Christian Solinas con le organizzazioni sindacali di Cgil, Cisl e Uil, l’assessora regionale all’Industria Anita Pili ed il consulente rag. Carlo Lolliri, sulla vertenza della Portovesme SRL.

«Non è un mistero, infatti, che la multinazionale in questi anni abbia conseguito utili miliardari – ha aggiunto Fabio Usaie nonostante ciò, alle prime difficoltà dettate dal caro-energia – che peraltro, indistintamente, colpisce ogni famiglia e impresa del Paese – abbia assunto decisioni drastiche senza nemmeno attendere l’insediamento del nuovo esecutivo nazionale, ossia l’unico interlocutore in grado di garantire realmente risposte sul fronte vertenziale. E va anche ricordato, che se oggi l’azienda subisce questa situazione, ciò è dovuto in parte anche alle poco lungimiranti scelte del suo management nel passato, quando vennero stipulati gli accordi sulle tariffe energetiche.»
«L’altro paradossale aspetto è che la Glencore parla di possibili (allo stato attuale fantomatiche) conversioni produttive basate su metalli rariha rimarcato Fabio Usai ma non presenta il minimo piano industriale corredato da serie analisi sugli impatti economici, occupazionali e ambientali, nonché sulle tempistiche di realizzazione delle stesse (e, in ogni caso, ogni ipotesi di conversione produttiva dovrà essere avviata con lo stabilimento in marcia e la salvaguardia dei posti di lavoro).»

«Tutto ciò è davvero inaccettabile, denuncia l’esponente politico. Anche in virtù del fatto che questa crisi industriale ricade su territori già gravemente colpiti dalla deindustrializzazione e dalla crisi occupazionale, che tanto hanno concesso, anche in termini di ricadute ambientali, allo sviluppo industriale – ha concluso Fabio Usai -. Mi associo perciò alle richieste pervenute a vario titolo dal tavolo istituzionale-sindacale per una convocazione della Glencore ai massimi livelli, per sollecitarla a recedere dalle proprie intenzioni, congelando le procedure di fermata impianti e cassa integrazione. È il momento di fare un fronte unico in ambito regionale per avviare, appena si insedierà il nuovo governo nazionale, interlocuzioni forti sul futuro degli stabilimenti di Portovesme e San Gavino, e di conseguenza del tessuto industriale della nostra isola.»

Si è svolto questo pomeriggio, a Villa Devoto, sede istituzionale della Giunta regionale, a Cagliari, il vertice sulla vertenza della Portovesme srl convocato dal presidente Christian Solinas, con le organizzazioni sindacali territoriali Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec, Cgil Sardegna Sud Occidentale, Ust Cisl, Uil Confederale e RSU di Portovesme e San Gavino Monreale. Hanno partecipato al vertice l’assessore regionale dell’Industria Anita Pili, i consiglieri regionali Michele Ennas e Fabio Usai ed il ragionier Carlo Lolliri (ex amministratore delegato della Portovesme srl, n.d.r.), in qualità di consulente a titolo gratuito del presidente della Regione in materia di industria.

«Nel corso della riunione si legge nel verbale stilato al termine, dopo tre ore di discussioneè emersa la forte preoccupazione delle parti determinata dalla decisione annunciata dall’azienda di fermare anticipatamente la linea piombo e aggiungere nuovi cassaintegrati a quelli già collocati in tale condizione nei mesi scorsi, determinata, a detta dell’azienda, dai rincari energetici. Una motivazione che, tenuto conto degli utili registrati dall’azienda e dell’ancora forte domanda interna di zinco e piombo, Regione e Sindacati considerano inidonea a giustificare le annunciate chiusure. Regione e Sindacati concordano sull’esigenza che l’Azienda faccia immediata chiarezza sulle reali prospettive dei plessi produttivi di Portovesme e San Gavino Monreale, in un’ottica di corrette relazioni istituzionali-industriali, attraverso un Piano industriale, numeri e progetti concreti e valutabili. Le contraddittorie prospettazioni emerse finora da parte aziendale lasciano invece temere un allarmante indebolimento del sistema produttivo, e forse un definitivo smantellamento dell’unico polo della metallurgia non ferrosa della Sardegna.»

In seguito ad ampia ed approfondita discussione le parti hanno concordato quanto segue:

  1. l’impegno del Governatore e della Giunta della Regione Autonoma della Sardegna di attivarsi con l’attuale Governo in carica, affinché in questa fase di transizione governativa si mettano in campo tutti gli strumenti utili e necessari ad impedire la fermata delle linee produttive della Portovesme S.r.l.:
  2. l’impegno da parte del Presidente della Regione Sardegna a convocare la proprietà Glencore al fine di richiedere la sospensione di qualsiasi iniziativa di fermata degli impianti;
  3. la richiesta di proroga dell’attuale cassa integrazione in scadenza al 24 ottobre 2022.

Si moltiplicano le prese di posizione di amministratori locali ed esponenti politici sulla drammatica situazione venutasi a determinare alla Portovesme srl, dopo l’annuncio della fermata della linea piombo fatto dalla direzione aziendale.

«Lo stop alla linea del piombo, deciso dall’Azienda, con la fermata dello stabilimento di Portovesme e della fonderia di San Gavino, rappresenta una situazione inaccettabile, per la quale occorre una mobilitazione decisa da parte della politica, delle parti sociali e di tutte le comunità interessate da una decisione che mette a rischio il futuro lavorativo di 200 lavoratori, a cui si aggiungono gli impiegati nelle ditte in appalto – scrive in una nota Daniele Reginali, segretario provinciale del Partito democratico -. L’aumento nel costo dell’energia, pur sostanzioso, non deve rappresentare un pretesto per chiudere una delle ultime realtà produttive rimaste in piedi nel territorio, alla luce anche dei profitti rilevanti realizzati nel periodo pre crisi e degli importanti aiuti statali ricevuti per salvaguardare la produzione e per garantire gli ammortizzatori sociali necessari.»
«E’ necessario che la Glencore, proprietaria degli stabilimenti, proceda ad avviare quanto prima un solido confronto con i lavoratori, con le amministrazioni locali e con le istituzioni regionali e nazionali, che devono urgentemente attivarsi affinché venga utilizzato uno strumento fondamentale come l’Energy release, indispensabile per garantire una discesa dei costi energeticiconclude Daniele Reginali -. Chiediamo all’azienda di sospendere qualsiasi iniziativa che blocchi l’attività produttiva e che si metta in campo qualsiasi iniziativa per garantire il futuro del polo industriale e soprattutto dei lavoratori che rischiare di perdere la propria occupazione.»

«In meno di un anno dalla nomina della direttrice generale della Asl del Sulcis Iglesiente, la situazione della sanità è drasticamente peggiorata e non sembra proprio che ci siano le condizioni per invertire la pericolosa rotta ormai presa dai vertici.»

La consigliera regionale di Idea Sardegna, Carla Cuccu, ha presentato una nuova interrogazione alla Giunta regionale e, contestualmente, ha inviato una lettera al presidente della Regione, Christian Solinas, contenente la richiesta di immediata sostituzione della direttrice generale della Asl Sulcis, la dottoressa Giuliana Campus. 

«In meno di un anno dalla nomina della direttrice generale della Asl del Sulcis, la situazione della sanità è drasticamente peggiorata e non sembra proprio che ci siano le condizioni per invertire la pericolosa rotta ormai presa dai vertici aziendali», spiega Carla Cuccu.

«Non vorremmo conclude Carla Cuccu che si voglia lasciare al suo posto l’attuale direttrice generale per portare avanti un disegno di progressiva distruzione della sanità pubblica del territorio a favore di quella privata.»

«La bocciatura del ricorso presentato dalla Regione Sardegna presso il TAR del Lazio lo scorso luglio, per l’annullamento del Decreto Energia, rappresenta lo specchio dell’inerzia e della mancanza di prospettive per il futuro da parte della Giunta Solinas.»

Lo scrive, in una nota, Daniele Reginali, segretario provinciale del Partito Democratico del Sulcis Iglesiente.

«Christian Solinas e l’assessora dell’Industria Anita Pili, infatti, pur avendo avuto tutto il tempo necessario ad avviare un confronto con il Governo per influire sulle scelte dell’esecutivo e proporre la propria visione strategica,  sono i protagonisti in negativo di una vicenda che avrebbe potuto rappresentare un’importante occasione di concertazione, nell’ambito di una transizione energetica efficiente in grado di rispondere alle esigenze del mondo produttivo e delle famiglieaggiunge Daniele Reginali -. E’ assurdo che dopo aver chiesto di concertare per trovare delle soluzioni sia stato presentato e bocciato un ricorso dal TAR del Lazio che oltre ad aprire uno scontro con il Governo nazionale, è l’esempio più significativo dell’incapacità di trovare soluzioni e dell’immobilismo di una Giunta che assiste alla crisi delle centrali sarde ed alla loro chiusura senza avere una proposta alternativa, e senza neanche mettere seriamente in campo le iniziative per una riconversione, lasciando da parte il ruolo attivo riservato all’Amministrazione regionale dallo Statuto Speciale nell’ambito delle politiche energetiche.»

«Una sconfitta pesante che rischia di privare le attività produttive della possibilità di essere competitive, ed impedisce alla Sardegna di essere energeticamente in linea con quanto accade nelle altre regioni italiane, sia per quanto riguarda l’approvvigionamento di gas metano che per quanto concerne la tariffa unicaconclude Daniele Reginali -. Si rischia in questo modo un vero e proprio “commissariamento”, con decisioni che non tengono conto della realtà dell’Isola, il tutto senza un programma coordinato e relativo ai temi dell’energia e della sostenibilità ambientale.»                                                                                                                   

«La Regione faccia la sua parte e sostenga concretamente i Comuni promuovendo una legge specifica che conceda contributi straordinari al fine di fronteggiare il “caro energia”, destinato a diventare dramma socio-economico. Un problema che va affrontato con la stessa risolutezza con cui ci si è occupati della pandemia da Covid-19. Faccio un appello al presidente Christian Solinas, nella speranza ascolti le istanze dei Sindaci, chiamati a dare risposte concrete ai cittadini, quotidiane, ma con le armi spuntate.»

A dirlo è Ignazio Locci, sindaco del comune di Sant’Antioco.

«Il rischio è che i Comuni si vedano costretti ad applicare misure urgenti volte al risparmio dell’energia, mettendo a rischio, loro malgrado, la sicurezza dei cittadini aggiunge Ignazio Locci -. Ed è quello che potrebbe accadere, ad esempio, se si spegnessero i lampioni in determinate fasce orarie, se si abbassassero le temperature degli edifici pubblici, scuole comprese. Senza dimenticare le ripercussioni sui servizi al cittadino, come mense scolastiche, impianti sportivi, servizi ai disabili e agli anziani. Del resto, inutile girare la faccia dall’altra parte: queste bollette non sono più sostenibili, sono ormai più che raddoppiate.»

«Inoltre occorre avere un occhio di riguardo sulle attività commerciali con potenza inferiore a 16,5 kwh, che allo stato attuale risultano tagliate fuori da ogni tipo di aiutoconclude il sindaco di Sant’Antioco -. È doveroso agire al di là delle misure che il Governo è in procinto di inserire nel Decreto Aiuti. La Regione Sardegna non deve perdere tempo.»

C’è soddisfazione per il via libera definitivo all’Insularità in Costituzione. «La volontà popolare ha prevalso: da oggi il principio di insularità è riconosciuto dalla nostra Costituzione. È stato un percorso lungo e sofferto ma finalmente l’art. 119 è stato modificato e lo Stato riconosce il grave e permanente svantaggio naturale derivante dall’essere isolaha dichiarato il presidente del Consiglio regionale, Michele Pais -. Il riconoscimento del principio di insularità nella nostra Costituzione è un risultato storico che apre una nuova pagina per la Sardegna. La battaglia però non è finita dobbiamo fare in modo che una mera affermazione si traduca in atti concreti che servano effettivamente a sanare gli svantaggi economici e sociali dei territori insulari.»
Entusiasta il presidente della Commissione regionale e del comitato, Michele Cossa (Riformatori sardi): «Abbiamo cambiato il corso della storia: oggi il Parlamento ha espresso la volontà di riconoscere i diritti delle isole. Da questo momento in avanti la Sardegna e tutte le Isole d’Italia hanno gli stessi diritti, riconosciuti dallo Stato, e la possibilità di avviare quel cambiamento necessario per superare gli handicap che fino a oggi ne hanno frenato lo sviluppo. Ci aspetta ora un grande lavoro affinché il principio di insularità in Costituzione venga declinato al meglio e porti a un reale giovamento per la Sardegna. Ora toccherà a noi far valere nei confronti dello Stato e, a catena dell’Unione Europea, le opportunità offerte dall’affermazione di questo principio.»
Sulla stessa linea dei due anche il presidente della Regione, Christian Solinas: «La Sardegna è oggi più forte e capace far valere diritti troppo a lungo negati, per avere giuste compensazioni degli svantaggi che la condizione insulare comporta. Dopo il riconoscimento dell’Europarlamento che ha votato la risoluzione Omarjee per i diritti delle Isole, frutto del lavoro della Regione Sarda, e ora sul piano nazionale con l’inserimento dell’insularità in Costituzione, siamo ancora più determinati nell’intento di tenere alto il nostro impegno per restituire alla nostra Isola, alla sua economia, ad ogni cittadino ciò che fino ad oggi è stato negato».
Antonio Caria

La Sardegna prosegue, anche in sede giudiziaria, la sua battaglia per la perequazione energetica. È stato inoltrato il ricorso al Tar del Lazio contro il Decreto Energia del Governo Draghi «chedice il presidente della Regione Christian Solinas -, non tutela il diritto dei sardi ad avere una soluzione definitiva e strutturale al problema energetico, tale da poter garantire un futuro adeguato al territorio e al sistema produttivo. Questo decreto, mortifica la nostra autonomia energetica e condanna la Sardegna a sopportare nuovi handicap oltre a quelli subiti fino ad oggi, che hanno determinato per noi un costo dell’energia più alto, mediamente del 30%, rispetto al resto del Paese. Avevo anticipato la nostra posizione, e atteso invano un correttivo che non è arrivato. Di qui, la ferma decisione di opporci in ogni sede, nell’interesse dei Sardi. I motivi di impugnazione sono evidenti e solidi».

«La violazione del principio di leale collaborazione, l’assenza di una previa intesa con la Regione, da noi a lungo e ripetutamente sollecitata, in ordine a interventi strutturali che riguardano la vita dei cittadini e delle imprese. La violazione del principio di uguaglianza con una chiara disparità di trattamento tra i cittadini sardi e quelli delle altre Regioniprosegue il presidente Christian Solinas -: si propone, infatti, un servizio ingiustamente differenziato tra le diverse zone geografiche dell’isola e con tariffe differenziate. Il decreto esprime una violazione del principio di insularità, proprio oggi conclude il presidente Christian Solinas -, sancito solennemente dal voto finale del Parlamento sulla modifica costituzionale.»