26 December, 2024
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«Nella giornata che ricorda il sacrificio del lavoro italiano nel mondo, voglio rivolgere un pensiero anche ai sardi vittime del lavoro nel bacino minerario dell’Isola. Oltre che ai tanti appartenenti alle forze dell’ordine, morti nell’esercizio del proprio lavoro al servizio della comunità.»

Lo ha detto il presidente Christian Solinas durante la cerimonia, questa mattina a Villa Devoto, per la celebrazione della ‘Giornata del sacrificio del lavoro italiano nel mondo’, alla quale hanno partecipato anche l’assessore regionale del Lavoro, Alessandra Zedda, don Ottavio Utzeri e il direttore regionale dell’Inail, Enza Scarpa.

La giornata è stata istituita nel 2011 dal Presidente della Repubblica, in ricordo della tragedia di Marcinelle (8 agosto 1956), cittadina mineraria del Belgio, dove morirono 262 minatori, 136 dei quali italiani.

«La Sardegna è terra di emigrati che con il loro lavoro hanno contribuito al progresso sociale e spirituale delle nazioni dove si sono stabiliti – ha aggiunto Christian Solinas -. Protagonisti del lavoro italiano nel mondo che meritano di essere ricordati anche in questa giornata.»

«Un doveroso ricordo di quella triste vicenda, che consente di esaltare il valore del lavoro – ha detto l’assessore Alessandra Zedda -. È nostro dovere dare giusta dignità ai lavoratori sardi, combattendo con forza la disoccupazione, anche grazie alla sfida, che dobbiamo assolutamente vincere, delle politiche attive del lavoro, che nei prossimi anni vedranno importanti investimenti.»

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«Una mobilitazione sacrosanta, messa in piedi per far arrivare fino a Roma il grido d’allarme che parte da chi è sul territorio e quotidianamente vive le difficoltà legate alla viabilità e al trasporto delle persone e delle merci.»

È il commento dell’assessore dei Lavori pubblici Roberto Frongia in merito alla manifestazione che ha interessato il Nord Sardegna, unito nel chiedere che il Governo sblocchi la situazione relativa alla 4 corsie Sassari-Olbia attraverso la nomina di un commissario straordinario.

«È una richiesta che ho fatto e sollecitato più volte al ministro e perfino ai vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini – spiega Roberto Frongia – proponendomi nel ruolo di Commissario straordinario in un’ottica di risparmio per le casse regionali e con l’obiettivo di accelerare tutte le opere oggetto di richiesta di commissariamento. Su indicazione del presidente Christian Solinas nella seduta del 25 luglio la Conferenza delle Regioni ha approvato un ordine del giorno che va nella stessa direzione, nel quale si chiede l’individuazione del commissario straordinario nella figura del presidente della Regione. Ad oggi non è arrivata alcuna risposta, un atteggiamento – aggiunge Roberto Frongia – che mi spinge a sposare tutte le forme di protesta che verranno messe in piedi in nome e per conto della Sardegna, non ultima l’intenzione palesata stamani di manifestare direttamente a Roma.»

Più in generale, secondo l’assessore Roberto Frongia «è inaccettabile che la sicurezza stradale dipenda dai tempi biblici dei cantieri in capo ad Anas, come succede purtroppo in Sardegna, e che proprio in virtù di questa situazione fino a oggi non si sia riusciti a contrastare con sufficiente efficacia il fenomeno dell’incidentalità stradale che registra un valore dell’indice di mortalità superiore alla media nazionale. Una situazione non più tollerabile». 

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Il Consiglio regionale ha approvato la proposta di legge nazionale n. 4 sulla costituzione del pegno sui prodotti vitivinicoli Dop e Igp.

La seduta è stata aperta dal presidente Michele Pais. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con la proposta di legge nazionale n. 4 (Maieli e più) sull’estensione del pegno rotativo ai prodotti vitivinicoli.

Aprendo la discussione generale, il relatore Piero Maieli (Psd’Az) ha ribadito che il provvedimento apre spazi enormi ai prodotti sardi sul mercato nazionale ed internazionale ed inoltre, costituendo come garanzia del credito i vini destinati alla cantina, assegna ai prodotti un valore che altrimenti non verrebbe finanziato e contribuisce a costruire un sistema molto conveniente per le aziende.

Il consigliere Emanuele Cera (Forza Italia) ha assicurato il sostegno del suo gruppo  alla legge, che estende i vantaggi della normativa ad un settore fondamentale per il buon andamento del comparto agro alimentare e in definitiva dell’economia sarda, e risponde positivamente alle esigenze di liquidità del mondo produttivo.

Il capogruppo della Lega Dario Giagoni, dopo aver chiesto di sottoscrivere la proposta a nome del gruppo, ha parlato di un passo avanti nel potenziamento di un settore vitale sia dell’agricoltura che dell’economia sarda sempre più capace di produrre eccellenze ormai riconosciute al di fuori dell’Isola, garantendo nello stesso tempo più facile accesso al credito per le imprese.

A nome della Giunta l’assessore Gabriella Murgia, dopo aver espresso parere favorevole, ha brevemente sintetizzato i passaggi normativi che disciplinano la materia, sottolineando inoltre che l’esigenza recepita dalla legge era stata manifestata più volte sia dal mondo produttivo che da quello del credito.

Successivamente nelle dichiarazioni di voto (per tutti favorevole) hanno preso la parola i consiglieri regionali Michele Ciusa (M5S), Angelo Cocciu (Forza Italia), Gianfranco Ganau (Pd), Domenico Gallus (Udc), Gian Franco Satta (Progressisti), Michele Cossa (Riformatori) e Daniele Cocco (Leu).

Il Consiglio ha poi approvato la legge all’unanimità con 51 voti favorevoli.

Al termine dello scrutinio il capogruppo del Psd’Az. Franco Mula ha chiesto una sospensione della seduta che il presidente ha accordato.

Alla ripresa dei lavori, il presidente ha informato il Consiglio del breve ritardo del presidente della Regione Christian Solinas proponendo comunque, in attesa del suo arrivo, di procedere con l’ordine del giorno discutendo la mozione 34 (Giagoni e più) sulle concessioni balneari, per poi sospendere.

Sull’ordine dei lavori, il capogruppo di Leu Daniele Cocco ha sollecitato il rispetto della decisioni assunta in sede di conferenza dei capigruppo, cioè quella di procedere con la discussione della risoluzione sulle entrate.

Il presidente Pais ha chiarito che la decisione dei capigruppo non è in dubbio, ma nel frattempo si è ritenuto di continuare a lavorare, in assenza di proposte di sospensione.

Il capogruppo della Lega Dario Giagoni, illustrando la mozione n. 34, ha ricordato in apertura che il turismo balneare costituisce uno dei fattori principali di attrazione turistica della Sardegna, dove però molte aziende sono costrette ad operare senza un quadro di certezze. Da parte nostra, ha sottolineato, c’è un dialogo aperto col sistema di piccole e medie imprese attive in campo regionale coerente con la proroga delle concessioni per 15 anni, coerente inoltre col programma di centro destra per le politiche del 2018 ed in particolare contro la direttiva Bolkestein, inserito infine nel contratto di governo con 5 stelle. La proroga, ha sostenuto, è considerata di fondamentale importanza per gli investimenti ed il consolidamento delle imprese che, invece, si vedono chiudere la porta in faccia dalle banche proprio con la motivazione sulla mancata proroga, trascurando poi che nelle realtà i concessionari forniscono anche servizi gratuiti di pubblica utilità. La proroga, ha concluso, è stata già recepita da molte Regioni, e quindi anche la Sardegna deve utilizzare ogni strumento per deliberare la proroga.

Il consigliere Giuseppe Meloni del Pd ha espresso una valutazione positiva sulla mozione Dario Giagoni su un tema, ha affermato, che ha visto il comune di Loiri percorrere nel 2012 diverse sedi di giustizia fino alla corte europea. Il Tar, ha proseguito il consigliere, ha disposto la cessazione della materia del contendere per effetto della legge di stabilità 2019 approvata nel 2018 con cui è stata introdotta la proroga, in base alla quale si chiede alla Giunta regionale di recepire questa normativa. Cosa che però, ha osservato, non avviene come ad Olbia che non riconosce la proroga del Governo nazionale, un problema al quale si unisce anche un certo atteggiamento degli uffici comunali. In definitiva, ha concluso, su questo argomento in campagna elettorale il centro destra ha fatto tante promesse che non sono state mantenute, anche se bisogna agire con un indirizzo unico rivolto ai Comuni.

Il consigliere della Lega Andrea Piras ha dichiarato che la proroga fino al 2034 è indispensabile anche per la Sardegna e per le aziende che si trovano esposte alle banche e a grave incertezza giuridica, fattori negativi che si aggiungono all’andamento non positivo della stagione turistica, fin qui condizionata anche dal maltempo. Andrea Piras ha auspicato infine che il governo regionale emani quanto prima una direttiva di adeguamento alla proroga nazionale.

Per il movimento 5 Stelle il consigliere Roberto Li Gioi ha ribadito che l’incertezza del diritto è un problema grave e, nel merito, ha detto che il suo gruppo sostiene l’adeguamento della Regione alla legge 145, a favore di una categoria che contribuisce in maniera molto elevata al pil turistico della nostra Regione, nonostante molti problemi e molte difficoltà di accesso al credito. «Abbiamo l’occasione per rendere un buon servizio alla Sardegna e nello specifico il nostro movimento si è speso per la proroga di 15 anni coerentemente con un impianto normativo già recepito da tante altre Regioni, per cui la Sardegna non può aspettare».

Per l’on. Giovanni Satta (Psd’az) «è fortissima l’esigenza degli imprenditori della Gallura di avere stabilità di investimento rispetto alle concessioni. Però non bisogna cadere nel populismo e nella demagogia perché in realtà il governo italiano dovrebbe trattare con l’Ue per il superamento delle direttive Bolkestein. Dovrebbe essere noto a tutti che le direttive europee hanno un rango superiore rispetto alla legge ordinaria. Ben venga la mozione del collega Dario Giagoni, per dare risposte agli imprenditori balneari. Ma dobbiamo essere sicuri delle risposte che diamo loro: le false promesse non sono accettabili e il rischio di una censura di illegittimità costituzionale è altissimo, identica a quella che potrebbe colpire le regioni che hanno legiferato su questo».

Per i Progressisti l’on. Massimo Zedda «il tema è conosciuto a tutti coloro che hanno amministrato una città che abbia anche solo un fazzoletto di terra sul mare. Non mi pare intelligente semplificare cose complesse perché il rischio è mettere in pericolo posti di lavoro e aziende. Il 19 luglio scorso una concessione demaniale statale sulla costa ligure è stata censurata dai giudici come “occupazione abusiva di suolo demaniale” e non dobbiamo dimenticare mai che accanto a chi ha concessioni in proroga ci sono migliaia di imprenditori che vorrebbero partecipare a una gara per l’assegnazione di quelle aree». L’ex sindaco di Cagliari ha aggiunto: «E’ giusto considerare l’affidamento diretto rispettoso del principio di concorrenza? Questa è la domanda che si pone la direttiva Bolkestein  e noi non possiamo ignorarla. E se la concessione non è mai in discussione viene meno anche lo stimolo dell’imprenditore concessionario a migliorarsi e a investire ancora. E’ anche certo che le concessioni di brevissima durata non servono a nulla perché nessuno investe se non ha in partenza la possibilità di rientra dell’investimento».

Ha preso poi la parola l’on. Franco Mula, capogruppo del Psd’az. «E’ forte la preoccupazione degli imprenditori e ho predisposto un ordine del giorno che non ci porta a forzare la mano visto che lo scoglio della Bolkestein non è superabile così, come qualcuno ha pensato. Sappiamo che lo stesso ministro Centinaio ci sta lavorando e ha promesso di emanare un Dpcm. Dunque, un ordine del giorno in attesa del decreto del governo italiano che sembra raccolga anche la volontà dell’Ue: lo rimetto alla valutazione dell’Aula».

Il presidente Michele Pais ha ricevuto l’ordine del giorno e ha rimesso ogni  valutazione ai lavori dell’Aula di domani, sospendendo così la discussione.

L’on. Giuseppe Meloni (Pd) ha chiesto però la discussione immediata «approfittando della presenza del presidente Christian Solinas». Dello stesso parere anche il capogruppo dei Progressisti, on. Francesco Agus: «Ormai siamo al novanta per cento della discussione e c’è un dibattito costruttivo. Chiedo di concluderlo».

L’on. Giovanni Satta (Psd’Az) ha chiesto l’intervento dell’assessore agli Enti locali, Quirico Sanna, ma il presidente Michele Pais ha disposto una breve sospensione dei lavori per deciderne le modalità di prosecuzione insieme ai capigruppo.

Alla ripresa il presidente Michele Pais ha dato la parola all’assessore Quirico Sanna: «Da due mesi stiamo esaminando la materia con serietà e rispetteremo gli impegni presi e le aspettative degli operatori balneari. Nella prossima seduta del Consiglio porteremo la proposta della giunta, che in queste ore stiamo definendo in raccordo con la presidenza del Consiglio dei ministri, proprio sulla base del Dpcm in emanazione».

Il presidente Pais ha sospeso ancora la seduta su richiesta della maggioranza.

Al rientro in aula la capogruppo del M5S Desiré Manca ha chiesto la parola sull’ordine dei lavori e ha chiesto una sospensione di cinque minuti per consentire una riunione dei capigruppo di minoranza. Il presidente Pais ha sospeso la seduta. Al rientro in aula il presidente è passato all’esame del secondo punto all’ordine del giorno: la Risoluzione n. 1 «sulla ridefinizione dei rapporti economico-finanziari tra lo Stato e la Regione autonoma della Sardegna ai sensi dell’articolo 1, comma 851, della legge n. 205 del 2017 e dell’articolo 1, comma 875, della legge n. 145 del 2018 e alla luce dei criteri di contribuzione sanciti nella sentenza della Corte costituzionale n. 6/2019».

Daniele Cocco (capogruppo di Leu) è intervenuto sull’ordine dei lavori per chiedere una variazione dell’Ordine del giorno, ossia di consentire al presidente della Regione, Christian Solinas, di illustrare lo stato dell’arte dei rapporti con lo Stato e rinviare la discussione sulla Risoluzione n. 1 alla prima seduta del Consiglio regionale dopo il rientro dalle ferie estive. L’Aula ha accolto positivamente la proposta ed il presidente Michele Pais ha dato la parola al presidente della Regione, Christian Solinas. Il Capo dell’Esecutivo regionale ha fatto un excursus della cosiddetta Vertenza entrate, che ha origine dall’accordo del 2005 e che ha attraversato altre due legislature per arrivare a quella in corso, tra accordi, ricorsi e sentenze della Corte Costituzionale.

Una volta ripercorse le tappe fondamentali della Vertenza il presidente ha illustrato all’Aula la situazione attuale dei rapporti tra la Regione e il Governo. Christian Solinas ha informato il Consiglio regionale che il 25 febbraio e il 3 marzo si sono svolti due incontri delle delegazioni di dirigenti e tecnici e delle parti legali regionali e del Ministero dell’Economia e Finanze. «Il 9 maggio presso la sede del Ministero degli Affari regionali ho incontrato personalmente – ha affermato Christian Solinas – insieme all’assessore del Bilancio della Regione Sardegna, il ministro per gli Affari regionali, il vice ministro dell’Economia e delle Finanze. Il 16 maggio si è svolto un ulteriore incontro tecnico tra i rappresentanti della Regione e quelli del Mef». Christian Solinas ha spiegato che, nel corso di queste interlocuzione, la Regione ha formulato le seguenti richieste, già formalizzate con una serie di atti successivi: «Un riequilibrio degli accantonamenti che tenga conto dell’incidenza sul Pil regionale del concorso alla finanza pubblica imposto alla Regione e, secondo questo criterio, l’avvicinamento al rapporto di contributo di finanza pubblica e Pil regionale che è stato impiegato di recente nell’accordo di finanza pubblica stipulato tra il Mef e la Regione Sicilia. Secondo quanto risulta l’incidenza del concorso alla finanza pubblica imposto alla Sardegna sul Pil regionale è pari all’1,60 per cento, mentre quello della Sicilia ammonta all’1,14 – ha affermato -. In questa prospettiva è stata chiesta una correzione del contributo pari a 153 milioni di euro annui, abbiamo chiesto l’applicazione della sentenza della Corte costituzionale n. 6 del 2019 e n. 77 del 2015 e, conseguentemente, la soppressione del contributo di finanza pubblica pari a 285 milioni illegittimamente imposto con l’illegittima applicazione dell’articolo 16, comma 3 del Decreto legge 95 del 2012». Un’altra richiesta fatta al Governo è stata «la ridefinizione del contributo di finanza pubblica imposto alle autonomie locali come stabilito dalle sentenze della Corte», ma anche «la liquidazione delle somme a titolo di trasferimento delle entrate erariali trattenute dallo Stato dal 2010 in avanti». Christian Solinas ha poi aggiunto che «a fronte di tali circostanze e specifiche richieste lo Stato non ha formulato controproposte o negato la sussistenza di tali crediti». Christian Solinas ha poi spiegato ulteriori pronunce dei giudici amministrativi e della Corte hanno ritenute illegittime ulteriori somme di accantonamento imposte dallo Stato alla Sardegna: in particolare i 7 milioni di euro per la tassa sulle emissioni di autoveicoli per le annualità 2012-2013, il riconoscimento dei  7/10 delle entrate erariali dalla Sardegna dal 2010 e non dal 2017. «Abbiamo richiesto allo Stato di dare esecuzione a tutte le sentenze e anche in questo caso il Governo non ha dedotto alcuna osservazione contraria». Christian Solinas ha quindi letto la tabella che sintetizza i ragionamenti fatti con lo Stato sulla base degli accordi e delle sentenze: la riduzione del concorso alla finanza pubblica 2019-2021 per 153 milioni annui, la richiesta degli arretrati 2010-2016 alla compartecipazione dal gettito da reddito da capitale per 78,631 milioni, richiesto riserve erariali 2010-2013 per tasse automobilistiche per 12,869 milioni, trasferimento di risorse per gli anni 2016-2018 per funzioni fondamentali per enti di Area vasta per 121,079 milioni e il trasferimento per funzioni di Area vasta non fondamentali per 33,458 milioni e per funzioni non fondamentali per 30,03 milioni, la richiesta, inoltre, in base ai ricorsi pendenti della cancellazione dell’accantonamento di 285,308 milioni relativo alle annualità pregresse.

«Allo stato attuale il Governo ha assunto l’impegno di modificare nel primo provvedimento utile la data di scadenza per il raggiungimento dell’accordo con la Regione Sardegna, prevista per il 10 agosto e spostandola al 31 dicembre. A settembre dovremmo avere la chiusura della prima parte dell’accordo – ha affermato Christian Solinas – con la riduzione del contributo di 153 milioni sugli accantonamenti e in Legge di Bilancio una serie di provvedimenti, che rendano strutturale l’intervento anche con contributi in conto investimenti sia per il settore sanitario, sia per la viabilità ed i trasporti. Abbiamo anche richiesto che nell’ambito dell’accordo si tratti il passaggio di competenze del Demanio regionale e delle Soprintendenze archeologiche e paesaggistiche. Abbiamo ragionevole fiducia che a settembre ci possa essere la chiusura della prima parte dell’accordo e con la Legge di Bilancio 2020 la chiusura definitiva degli accordi.»

Il presidente Michele Pais ha chiuso la seduta e ricordato che il Consiglio regionale è convocato per domani alle 16.00 e per giovedì alle 10,30.

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«Documenti, informazioni e dati sull’attività difficili da reperire. Abbanoa, il gestore unico del Servizio idrico integrato della Sardegna, disattende puntualmente gli obblighi previsti dal decreto legislativo n. 33 del 2013 poiché non procede al tempestivo aggiornamento della sezione del proprio sito internet denominata “Società trasparente”. Per di più in numerose sezioni dello stesso sito, come quelle su attività, procedimenti, provvedimenti e performance, non è stato mai pubblicato alcun documento né alcuna informazione. Il sistema di informazione degli utenti non appare trasparente. Quanto descritto avviene nonostante l’Autorità Nazionale Anticorruzione abbia disciplinato gli obblighi di trasparenza che devono essere applicati dalle società e dagli enti di diritto privato controllati o partecipati da pubbliche amministrazioni, nelle quali rientra anche Abbanoa, interamente partecipata da enti pubblici e attualmente costituita da 345 comuni soci oltre che dal socio Regione Sardegna.»

Questo il quadro delineato dalla capogruppo del M5S Desirè Manca e dai consiglieri regionali Roberto Li Gioi e Michele Ciusa (M5S) firmatari di una interpellanza sulla mancata applicazione da parte di Abbanoa del decreto legislativo sul riordino della disciplina riguardante il diritto di accesso civico e gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni. In altre parole, cercare informazioni utili agli utenti sul sito di Abbanoa risulta oggi molto complicato, e in certi casi addirittura impossibile dal momento che alcuni dati non sarebbero stati mai pubblicati sul web.

I consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle, attraverso questa interpellanza, chiedono quindi al presidente Christian Solinas e all’assessore ai Lavori pubblici se siano a conoscenza della mancata applicazione del decreto trasparenza da parte di Abbanoa. E soprattutto quali azioni intendano portare avanti con estrema urgenza per raggiungere il conseguimento di una reale trasparenza e di una reale accessibilità ai dati e alle informazioni utili da parte di tutti i cittadini della Sardegna.

 

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L’onorevole Maria Laura Orrù, consigliere del Gruppo Progressisti in Consiglio regionale chiede espressamente al presidente Christian Solinas e alla sua Giunta un intervento incisivo in termini di conversione ecologica dell’economia e rispetto dell’ambiente.

«I cambiamenti climatici in corso nel pianeta costituiscono una seria minaccia per la biosfera, la disponibilità e l’approvvigionamento di alimenti e di acqua, le condizioni di vita e per l’economia stessa – sostiene Maria Laura Orrù -. Le conseguenze possono destabilizzare la comunità internazionale, alimentando tensioni e conflitti, oltre che aumentare il numero dei profughi climatici e dunque i flussi migratori. Paga maggiormente le conseguenze chi ha meno risorse: come le comunità dell’interno della nostra isola con il fenomeno dello spopolamento, le comunità rurali, i poveri, i lavoratori a basso reddito, i giovani, le donne, i senzatetto, le persone con disabilità e persone fisicamente meno fortunate. Contestualmente constatiamo un problema ormai emergenziale, quello concernente la plastica. Siamo tutti a conoscenza del fatto che l’Europa sia il secondo produttore di plastica al mondo e che riversa ogni anno in mare tra le 150 e le 500mila tonnellate di macroplastiche e tra le 70 e le 130mila tonnellate di microplastiche. L’Italia, in questo triste primato, vanta di essere uno dei principali produttori europei di stoviglie monouso di plastica ed è il maggiore consumatore di acqua in bottiglia in Europa. La Sardegna deve, pertanto, rendersi protagonista di un’efficace iniziativa nei confronti del Governo e attivare un percorso di inversione economico-sociale.»

«È ormai evidente la necessità di progettare una conversione ecologica dell’economia, a partire da un radicale mutamento nella produzione e negli usi dell’energia. Dobbiamo avere il coraggio di abbandonare politiche di transizione come quella della dorsale per il metano, e accelerare il graduale superamento dei combustibili fossili – aggiunge Maria Laura Orrù -. La green economy è il modello economico a cui dobbiamo riferirci, in grado anche di generare ricchezza, profitti e occupazione. Guardiamo con interesse ai modelli del Nord Europa, con lo sviluppo delle comunità elettriche; ma guardiamo anche all’idea di progresso offerta dai nostri territori: ad esempio a Benetutti è nata la prima “smart grid”, una rete elettrica dotata di sensori che raccolgono dati e informazioni in tempo reale, ottimizzando in maniera efficiente la distribuzione di energia con un surplus di sette volte più del fabbisogno interno.»

«La nostra Regione presenta poi una spiccata vocazione turistica legata alla bellezza della terra, del mare e dell’aria: un’inestimabile ricchezza ambientale che va rispettata e salvaguardata. Dunque chiedo espressamente che il Presidente della Regione, l’assessore all’ambiente e la Giunta Regionale si impegnino ad assumere iniziative incisive al fine di sostenere un nuovo sviluppo sostenibile dei diversi territori dell’isola e avviare una importante campagna di informazione e sensibilizzazione, capace di modificare in meglio i comportamenti e le abitudini dei sardi. Sarà fondamentale infine ridurre al minimo l’utilizzo di plastiche monouso nelle amministrazioni pubbliche, negli enti scolastici e universitari, nelle mense. E’ necessario altresì incentivare gli adeguamenti tecnologici degli impianto di compostaggio e promuovere un confronto partecipativo con i comuni e gli operatori del settore per l’attivazione di un programma condiviso – conclude Maria Laura Orrù -. Le parole chiave saranno dunque Ridurre, Sostituire e Sensibilizzare.»

 

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«Nessuno sarà lasciato solo: nessun sindaco, nessun amministratore locale. Su questo fronte saremo tutti uniti senza distinzione di colore politico, perché ci sentiamo tutti soldati in prima linea e nessun soldato sarà abbandonato a se stesso.»

Lo ha detto l’assessore regionale degli Enti locali, Quirico Sanna, che oggi a Cardedu ha incontrato il sindaco Matteo Piras, vittima nei giorni scorsi di un grave atto intimidatorio.

«Oggi sono venuto a trovare l’amico Matteo Piras – ha detto Quirico Sanna – per dirgli, a nome mio, del presidente Christian Solinas, e di tutta la Giunta, che non è e non sarà solo e che la massima istituzione sarda è vicina a lui e alla sua comunità. Oggi iniziamo un percorso che non sarà solo quello di Cardedu ma di tutta la Sardegna, perché non ci sarà una nuova stagione di bombe e attentati. Noi resisteremo e non ci faremo intimorire da chi pensa di occupare la politica della gente onesta e capace – ha concluso Quirico Sanna –. Non lasceremo mai spazio ai delinquenti.»

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«Abbiamo registrato una volontà politica favorevole e siamo pronti a tradurla in un accordo rispettoso dello Statuto sardo, che riconosca finalmente i nostri diritti in materia di accantonamenti.»

Lo ha dichiarato il presidente della Regione, Christian Solinas, dopo aver tenuto oggi a Roma insieme all’assessore della Programmazione, Giuseppe Fasolino, il vertice con il ministro Erika Stefani ed il viceministro Masismo Garavaglia sulla questione accantonamenti.
«Negli anni passati – ha sottolineato il presidente Solinas – la Sardegna ha subìto da parte dello Stato centrale un prelievo illegittimo e tale da mettere a rischio l’esercizio pieno ed effettivo delle nostre funzioni. Poiché noi siamo per un ampliamento della nostra autonomia, non certo per una compressione, vogliamo invertire la rotta e, dopo la stagione dei ricorsi con cui abbiamo strenuamente difeso l’interesse della nostra Isola, abbiamo proposto delle soluzioni per chiudere la questione con un nuovo accordo, finalmente rispettoso delle disposizioni statutarie. Si riparte da un punto fermo: quello secondo il quale, analogamente a quanto avviene per la Sicilia, si deve tenere conto della dimensione della nostra economia e del Pil della nostra Regione. Applicando questo criterio, il contributo richiesto alla Sardegna risulterebbe drasticamente ridotto.»
Il presidente intravede un orizzonte più ampio rispetto alla materia della vertenza entrate: «Il confronto aperto investe la questione sarda nel suo complesso ed andrà oltre la vertenza entrate per condividere gli strumenti più efficaci per superare il divario dovuto alla nostra condizione geografica».
E’ dello stesso avviso l’assessore Giuseppe Fasolino: «Questo è un primo passo che suscita un cauto ottimismo sul percorso intrapreso. Siamo giunti a un punto in cui le rispettive volontà finalmente si avvicinano ed emerge l’intenzione di riconoscere i crediti della Sardegna nei confronti dello Stato centrale, superando una visione centralista e non rispettosa del dettato statutario. Ora proseguiamo senza sosta, e lo faremo anche con il coinvolgimento del Consiglio regionale, per arrivare al più presto alla stipula di un accordo che riconosca l’effettivo ammontare delle risorse dovute alla Sardegna, che le metta al riparo da future riduzioni e che tenga conto delle effettive esigenze del bilancio regionale».

«Entro il primo scorcio di settembre – hanno concluso il presidente e l’assessore della Programmazione – vogliamo essere pronti a mettere nero su bianco il primo accordo.»

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«Il servizio di Emodinamica dell’Ospedale San Martino, struttura d’avanguardia, avrebbe dovuto consentire all’offerta sanitaria della provincia di Oristano di compiere un importante passo in avanti nella cura e nella diagnosi della patologie coronariche. Avrebbe inoltre dovuto essere attivo 24 ore su 24 anziché sei. A partire da questa situazione, già gravemente compromessa, si è giunti oggi alla chiusura temporanea del servizio per carenza di medici. L’attività del servizio di Emodinamica del San Martino, interrotta dal 22 luglio scorso, riprenderà il 12 agosto dalle ore 8 alle 14. La carenza di professionisti era nota da tempo. Sapevamo che in estate avrebbero avuto diritto alle ferie, ciononostante, l’assessore Mario Nieddu e la Giunta non hanno preso nessuna iniziativa per scongiurare questa interruzione del servizio. A rimetterci sono ancora una volta i cittadini. Chiedo all’assessore della Sanità di avviare una seria programmazione sanitaria e di fronteggiare subito questa emergenza.»

La consigliera regionale del M5S Carla Cuccu, segretaria della Commissione Sanità, ha presentato un’interpellanza per chiedere la riapertura del servizio di Emodinamica dell’Ospedale San Martino di Oristano.

«La grave situazione in cui versano gli ospedali dell’Oristanese non può essere trascurata. Nonostante non risultino esserci atti ufficiali a conferma di quanto riportato dalle notizie di stampa, le preoccupazioni dei cittadini continuano a crescere. Questo è un palese segno di quanta insicurezza e sfiducia sia stata ingenerata tra i cittadini a causa dell’assenza di una programmazione regionale mirata che garantisca loro il diritto alla salute. L’assessore della Sanità Nieddu ed il presidente Christian Solinas non possono continuare ad elaborare rimedi tampone nelle emergenze. In questi mesi avrebbero già dovuto approntare soluzioni per dare alla Sanità pubblica continuità assistenziale, senza creare o paventare questa assenza di servizi e prestazioni. Non dimentichiamo inoltre – conclude Carla Cuccu – che questo modus operandi porta danni irreparabili all’economia regionale: le condizioni critiche in cui si trovano gli ospedali della nostra Isola sono un deterrente certo per i turisti.»

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Stop al licenziamento dei lavoratori Cict del Porto canale, per i quali si apre la concreta prospettiva di una cassa integrazione di dodici mesi. È la proposta formulata dal ministero dello Sviluppo economico al gruppo Contship oggi a Roma, al tavolo convocato per discutere il futuro dello scalo industriale sardo, al quale hanno partecipato l’assessore regionale del Lavoro, Alessandra Zedda, e una delegazione di Cgil, Cisl e Uil.

«E’ stato scongiurato il licenziamento di oltre 200 lavoratori – commenta la vicepresidente della Giunta regionale – per aprire la procedura che porta alla cassa integrazione di un anno, con un intervento straordinario previsto nel cosiddetto decreto Genova.»

Ora è attesa una risposta dell’azienda al Ministero entro 72 ore.

«La presenza della Regione al tavolo – sottolinea Alessandra Zedda – è stata fondamentale, perché bisogna pensare prima di tutto al futuro di più di 200 famiglie, senza dimenticare l’importanza strategica di un’infrastruttura vitale per l’economia della Sardegna come il Porto canale. Ho anche ribadito la proposta lanciata dal presidente Christian Solinas perché, per discutere di sviluppo e rilancio del porto industriale, venga convocato un tavolo apposito alla presidenza del Consiglio dei ministri.»

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Il presidente della Giunta Christian Solinas ed il presidente del Consiglio regionale, Michele Pais, esprimono solidarietà al sindaco di Cardedu, Matteo Piras, vittima di un attentato.

«Esprimo a nome mio e di tutta la Giunta la totale solidarietà e la più sentita vicinanza al sindaco di Cardedu, Matteo Piras, per il vile attentato subìto la scorsa notte. Questo gesto criminale è ancor più deprecabile poiché messo in atto nei confronti di un amministratore pubblico che con coraggio, quotidianamente, è impegnato per la sua comunità», ha detto il presidente della Giunta Christian Solinas.

Il presidente del Consiglio regionale Michele Pais ha espresso la “dura condanna del Consiglio regionale” per gli attentati messi a segno questa notte a Cardedu, contro il sindaco Matteo Piras, e a Dorgali, contro la sede del PD, «atti non degni di una società civile».

«Sono preoccupato – ha detto il presidente del Consiglio regionale – per questi eventi criminali che, ancora una volta, generano allarme nella popolazione e in chi crede nel confronto democratico.»

Il presidente Michele Pais ha espresso solidarietà in particolare al sindaco di Cardedu Matteo Piras, la cui auto è stata data alle fiamme: «Ancora una volta un amministratore è nel mirino degli attentatori. Il Consiglio regionale respinge con forza ogni forma di violenza e ha piena fiducia nelle forze dell’ordine che stanno lavorando per fare luce sulla vicenda».