23 November, 2024
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NHSMUN (National School Model United Nations) è una simulazione diplomatica che ha luogo ogni anno a New York, permettendo a studentesse e studenti, provenienti da ogni parte del mondo, di mettersi nei panni dei delegati delle Nazioni Unite, di approfondire i temi più importanti dell’agenda politica internazionale, di immedesimarsi nel ruolo di ambasciatori ONU e imparare a destreggiarsi nella diplomazia. L’impegno di ogni partecipante inizia prima della partenza: ogni iscritto al programma, chiamato “Delegate”, è tenuto a frequentare un corso di preparazione online della durata di circa due mesi, con lezioni di due ore l’una, concentrate durante il week end (indicativamente da fine dicembre a fine febbraio, per partenze ai primi di marzo). Uno dei requisiti fondamentali è la conoscenza della lingua inglese ed il lavoro preparatorio può essere svolto singolarmente o in coppia. Alle studentesse e agli studenti delegati viene affidato un paese da rappresentare, obbligatoriamente diverso da quello di origine e del quale difendere al meglio gli interessi riguardo svariate tematiche; oltre al paese da rappresentare, viene definita anche la commissione in cui si lavorerà a New York. Adriana D’Aiello, 16 anni – originaria di Paringianu – studentessa seria e competente presso l’IIS Beccaria, sede di Carbonia, indirizzo di studi RIM (Relazioni internazionali per il Marketing) ha rappresentato la Jamaica, in commissione UNTOC (The United Nations Convention against Transational Organized Crime) una delle più importanti commissioni dell’ONU, che si occupa di temi relativi a questioni sociali, prevenzione del crimine e giustizia penale.

«Partecipando al progetto di simulazione diplomatica “NHSMUN” (National High School Model United Nation) tramite l’associazione WSC Italia, ho avuto l’opportunità di interagire e confrontarmi con studenti di tutto il mondo e di differenti età, di illustrare le mie idee e di lavorare in squadra per trovare soluzioni alle importanti problematiche che ogni giorno si presentano nel mondo; ho avuto, inoltre, modo di visitare la città dei miei sogni e di creare forti legami. Questa esperienza è stata estremamente formativa, un’importante occasione di crescita personale e di coinvolgimento.»

Nei giorni cosiddetti “di commissione”, Adriana ha esposto le sue idee con lo scopo di giungere a una risoluzione finale di un certo “topic”. Per arrivare ad essa, è stato necessario discutere e negoziare con gli altri rappresentanti e, infine, convincere i membri della commissione della bontà del proprio lavoro, per ottenere il voto. Davanti ad una platea ampia e varia dal punto di vista etnico, Adriana D’Aiello – forte del sostegno della famiglia, del supporto della docente Cinzia Crobu, sua guida nelle fasi preliminari e durante la meticolosa selezione, con l’incoraggiamento della classe, del corpo docenti e della dirigente prof.ssa Anna Dessì, si è messa in gioco; dal 4 al 12 marzo ha vissuto un’esperienza unica, dall’altra parte del mondo ed ha interagito con persone sconosciute, esclusivamente in lingua inglese, almeno durante le commissioni. In questi giorni la studentessa ha terminato i lavori di restituzione («già lo scorso anno, il Beccariaracconta orgogliosa la docente Cinzia Crobu, in veste di tutor PCTO era riuscito ad avere un primo “Delegate”, lo studente Ennio Rizzo») e ci è parso importante raccontare la sua esperienza, mettendo in luce la dedizione e l’impegno di questa giovane donna, già brillante negli studi ed eccellente nello sport, degna rappresentante del suo istituto e della sua terra.

Domani, martedì 30 agosto, alle ore 19.00, presso la sala conferenze della Biblioteca, in viale Arsia, a Carbonia, si terrà la presentazione del romanzo “Aria” di Isabella Floris.

Floris, cagliaritana, classe 1980, ha pubblicato nel 2016 il suo primo romanzo dal titolo “La linea morbida e lenta” e nel 2019 “Jacaranda”. “Aria” è il suo terzo romanzo.

Coordina l’incontro, patrocinato dal comune di Carbonia, Cinzia Crobu. Durante le letture, l’accompagnamento musicale sarà a cura di Francesco Atzori.

Spettacoli, laboratori e incontri in presenza e in streaming animeranno la stagione primaverile ed estiva di Spazi di Frontiera, organizzata da La Cernita Teatro insieme al gruppo teatro Albeschida. Il calendario è stato pensato con incontri in presenza che potranno eventualmente essere fruibili in streaming: venticinque appuntamenti tra spettacoli, performance, letture, presentazioni di libri, laboratori e residenze artistiche che si svilupperanno tra aprile e luglio nel Sulcis, tra Bacu Abis, Carbonia e Sant’Antioco, ed il Medio Campidano, in collaborazione con i centri di salute mentale di Sanluri e San Gavino, Carbonia, Iglesias.

Spazi di frontiera sarà presentato al pubblico sabato 17 aprile: appuntamento alle 18.00, per la diretta streaming sulla pagina Facebook La Cernita teatro, saranno presenti Monica Porcedda, pedagogista e direttrice artistica della stagione, Giovanna Angela Nocco, educatrice del CSM di San Gavino, Sanluri, Carbonia e coordinatrice del Gruppo Teatro Albeschida, Alessandro Montisci, direttore del CSM di Sanluri e San Gavino, Silvia Floris e Jeanne Terese Sanna psichiatre del CSM di San Gavino, Cinzia Crobu, giornalista, Maria Giulia Cirronis, psicologa e psicoterapeuta, Andrea Meloni del Teatro Alkestis, Ivonne Donegani, ex direttrice del dipartimento Salute Mentale di Bologna e socia di Arte e Salute Onlus di Bologna, Antonio Cesare Gerini, presidente e fondatore di Albeschida ed ex responsabile del CSM di Carbonia.

Il cuore di Spazi di Frontiera è Bacu Abis, piccolo centro del Sulcis in una zona ad alto rischio di marginalità per crisi economica, bassa scolarità, disoccupazione e povertà: è qui che La Cernita ha avviato da anni progetti di Teatro sociale per promuovere  esperienze artistiche ed educative destinate prevalentemente a bambini, anziani, persone in condizioni di difficoltà. Accanto a La Cernita c’è il lavoro di Albeschida, gruppo nato dentro il Centro di Salute Mentale di Carbonia con l’obiettivo di creare percorsi di inclusione ed abbattere lo stigma legato al disturbo mentale.

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Piacere, Chet Baker! Al Massimo di Cagliari il racconto in musica di una vita controversa

Con Luigi Tontoranelli

Pianoforte: Salvatore Spano

Tromba: Giovanni Sanna Passino

Spettacolo visto il 21/01/16 Teatro Massimo, Cagliari.

Non deve essere semplice raccontare alcune vite controverse ma “Piacere, Chet Baker” è uno spettacolo onesto, poetico.

Sul palcoscenico un solo attore, insieme ad un pianista ed a un trombettista al quale spetta una responsabilità pesante, sicuramente il ruolo più ingrato.

E’ una vita senza regole, quella di Chet Baker da Yale, Oklahoma: classe 1926 genio maledetto del jazz, cool jazz ad essere precisi, capace di perdersi in eroina e simili, quanto di spingere all’apice del successo – senza mai curarsene troppo-  ogni singola nota partorita dalla sua tromba.

Noi ci accomodiamo, siamo forse in cinquanta, inaspettatamente dirottati sul palcoscenico da cui vediamo le poltrone del teatro, completamente vuote, davanti a noi. Stiamo zitti, come mai il pubblico riesce a fare nell’attesa in platea, fino a quando veniamo liberati dalla tromba di Giovanni Sanna Passino che inizia a raccontare, sola. Salvatore Spano entra impeccabile dopo qualche battuta, seguito dalla voce di Luigi Tontoranelli, ideatore dello spettacolo, umilmente se stesso ed a tratti Chet.

Piacevolmente i linguaggi s’intersecano per raccontarci uno stesso spaccato di vita conclusasi, tragicamente e in modo sospetto, il 13 maggio del 1988 con il volo da una finestra del Prins Hendrik Hotel di Amsterdam. Rivolto su un fianco, insanguinato e, forse, inconsapevole lì moriva il trombettista e cantante Chet Baker; vicino a lui solo un paio di occhiali rotti.

Tren’anni dopo, prendiamo parte – bravo Tontoranelli a lenire il tragico per raccontare vita, senza giudicare o infierire – alle molte antinomie del percorso di un uomo e non  del fantasma di un mito «che ha vissuto alla stregua di un poeta della beat generation, maledicendo se stesso e con una totale abnegazione per l’insana, ma verace, stoltezza d’essere» (come scrivono Monastra e Basile in una recente biografia di Baker “Un’estate con Chet”, Ed. Nutrimenti 2004).

Tornando alla bravura di Tontoranelli, sta nel non cercare espedienti, nel dirci ho voluto raccontare questa vita perchè mi è sbattuta addosso senza che io, lo ammetto, conoscessi nemmeno l’esistenza di questo signore. Una voce molto simile alla sua sentita, distrattamente, alla radio mentre guida, lo costringe a fermarsi e ad annotarsi il nome di Baker.

Poco dopo, dentro all’autogrill in un cesto di cd in offerta, ritrova quel tale e decide di approfondirne la conoscenza, per poi lasciarsi conquistare e portarlo, amichevolmente, sul palcoscenico del Massimo cagliaritano, all’interno della stagione di Sardegna Teatro, di cui Tontoranelli è, dal 1995, autorevole componente della compagnia stabile, nonché socio della cooperativa Teatro di Sardegna.

Baker suonato, cantato e rivissuto: restano dentro, l’immagine di Chet bimbo che vede, troppe volte, suo padre farsi e delirare, delle piccole mani di quello stesso bimbo a cui era stato regalato un trombone, enorme per lui e presto sostituito con una tromba che suonerà divinamente, da subito, seppur ignaro della grammatica musicale. Resta l’immagine di denti prima spezzati in adolescenza e poi – causa acidi ed eronia, ripersi da adulto – sostituiti con una dentiera che invalidava il suo talento e la giusta postura del bocchino. Restano l’astio di alcuni critici e dei puristi, che non giustificavano melodie del calibro di “I fall in love too easily”, ” You don’t know what love is”, “Time after time”, “My funny Valentine”; restano le collaborazioni con validi musicisti (Stan Getz, Gerry Mulligan, Jim Hall, Elvis Costello e molti altri) e resta l’amore costante del pubblico, compreso quello italiano che, spesso, vide esibirsi Baker – sempre che, come a Napoli, non gli rubassero sotto al naso la sua tromba d’oro, Martin Committee o Conn Connstellation che fosse. –

Resta il ricordo indelebile di un genio musicale e la poesia a ripulire ogni bruttura.

Cinzia Crobu

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La Cernita Teatro, in collaborazione con l’assessorato della Cultura del comune di Carbonia, presenta la IV edizione di Teatro per la città, diretta da Monica Porcedda, direttore artistico de La Cernita Teatro e Cinzia Crobu, giornalista di settore, realizzata grazie al contributo della Regione Autonoma della Sardegna – Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Spettacolo e Sport.

Sabato 17 dicembre 2016, alle ore 19.30, presso il Teatro di Bacu Abis, in occasione del 78° anniversario della nascita di Carbonia,

Come le precedenti edizioni, dal 2013 ad oggi, la IV edizione si svolgerà all’insegna del Teatro della partecipazione, un Teatro che, come da antichissima tradizione, lungi dal voler essere mero intrattenimento, nasce come espressione del confronto e delle riflessioni sulla collettività e sul vivere comune, contribuendo a valorizzare gli spazi pubblici della comunità.

Si aprirà alle ore 19.30 con la compagnia Antas Teatro di San Sperate che presenterà il lavoro “Riomurtas”, una storia di guerra, amore e nessuna scelta, tratto da una storia vera rielaborata da Anselmo Spiga. Con Giulio Landis, Scrittura scenica e regia di Giacomo Casti. Musiche originali ed esecuzioni dal vivo di Massimo Sciola, Gianni Fozzi, Cristiano Poddie, Giovanni Mameli, Daniele Ucchesu. Filmato prodotto da Ennio Madau.

A seguire a tutto il pubblico sarà offerto un buffet con intermezzo poetico a cura de La Cernita Teatro.

La serata si chiuderà con il progetto musicale “Una pace possibile” ideazione e interventi di Cinzia Crobu, voce solista e chitarra acustica Francesco Atzori. Autori scelti: Bob Dylan, Fabrizio De Andrè, John Lennon, Sting, Ivano Fossati, Enrico Ruggeri, Enzo Jannacci, B. Mc Guire.

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Nuovo appuntamento con i musicisti della banda musicale Vincenzo Bellini al Teatro Centrale di Carbonia, che li vedrà impegnati – guidati sapientemente dalla maestra Caterina Casula – nel tradizionale “Concerto di primavera”.

Assistere al concerto, sabato 14 maggio, alle ore 19.00, sarà un’ottima occasione per constatare i progressi che i componenti della banda cittadina compiono, di esibizione in esibizione, in seguito a lezioni individuali e prove corali.

La manifestazione, ad ingresso libero e della durata di circa due ore, verterà in due tempi: il primo sarà dedicato alla musica classica, mentre il secondo a brani di repertorio bandistico (verrà allegato il programma di sala a fine articolo).

Il “Concerto di primavera”, patrocinato dall’assessorato della Cultura del comune di Carbonia e dall’assessorato Sport, Cultura e Spettacolo della Regione autonoma della Sardegna, vedrà protagonista la banda cittadina, che interpreterà brani di Rossini, Verdi, Gounod ma anche di Kernen ed altri importanti autori contemporanei. Il direttivo  ed i musicisti  vi invitano a trascorrere una serata all’insegna della buona musica, fieri del successo degli ultimi concerti, che hanno registrato il tutto esaurito e ottime recensioni. A tal proposito ho incontrato Massimo Sciascia, presidente della banda Vincenzo Bellini, cui ho posto qualche domanda, inerente l’associazione ed il calendario delle attività.

Come procedono le prove, cui seguirà un nuovo ed atteso appuntamento con la musica? 

«Dopo il grande successo del concerto per il nuovo anno, svoltosi al Teatro Centrale il 3 gennaio, siamo quasi pronti per una nuova “sfida”. Ci auguriamo che, anche stavolta, verranno occupate tutte le poltroncine disponibili. Ormai, a tutti i concerti, registriamo il pienone: questo non può che farci enorme piacere e darci la carica per migliorare, sempre, il livello di preparazione, attraverso le prove – che procedono a pieno ritmo – e lo studio individuale.»

E’ sempre attiva la scuola di musica interna alla banda cittadina?

«Sì, la nostra scuola di musica è aperta tutto l’anno ed è seguita, da oltre un ventennio, dalla maestra Caterina Casula. Ai bandisti viene offerta preparazione musicale elevata ed anche educazione nell’ambito sociale. Lo stare insieme, il confronto fra persone di diverse età (portatrici di differenti esperienze di vita) il ritrovarsi per i vari servizi e l’applicarsi nella musica, penso siano dei validi motivi per una buona crescita. I nuovi iscritti, di tutte le età, sono sempre i benvenuti.»

Intelligentemente, ed a proposito di nuovi iscritti, siete andati a portare l’esperienza bandistica all’interno di una scuola cittadina. State coltivando le nuove leve?

«Da novembre 2015 è partito un progetto di musica presso le due seconde elementari  della scuola primaria F.lli Ciusa di Carbonia. Tale progetto vede in cattedra la direttrice della banda insieme al primo clarinetto Antonella Fois; per due volte alla settimana,  queste ultime, si recano ad insegnare propedeutica musicale ai bimbi della scuola, con la speranza che i piccoli studenti si innamorino della musica e della banda musicale.»

Da storica istituzione cittadina,quale siete, quest’anno vi siete messi in gioco in una nuova esperienza, partecipando a “Monumenti aperti”…
«Eh sì, sabato 7 e domenica 8 maggio siamo stati in prima fila, all’interno della manifestazione Monumenti aperti. Quest’anno, dopo averne fatto richiesta – accolta con grande entusiasmo dall’organizzazione – anche la nostra sede ha aperto ai visitatori. Ci ha fatto molto piacere far  conoscere alla cittadinanza la banda, dalla nascita al presente; lo abbiamo fatto tramite  l’esposizione di foto, strumenti musicali e targhe che hanno ricordato i momenti più importanti.»

Programma di sala, Concerto di primavera:

1ª parte:

“Tancredi”: Ouverture – di G. Rossini – Arr. L. Pusceddu

“Coro dei gitani”: dall’opera “Il Trovatore” di G. Verdi

“Marche Funèbre d’une marionette” – di C. Gaunod

“Danse macabre” – di C. Saint – Saèns – arr. G. Gazzani

2ª parte:

“Budapest impressions” – di R. Kernen

“Green Hills Fantasy” – di T. Doss

“Hunting scenes” – di S. Yagisawa

Cinzia Crobu

Concerto Banda BelliniConcerto Banda Bellini a Carbonia

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Da domenica 28 febbraio a domenica 10 aprile, il Teatro comunale di Bacu Abis ospiterà la sesta edizione di “Spazi di Frontiera”, rassegna di Teatro Sociale e di Comunità.

Domenica la rassegbna si aprirà con “Maratona di New York”, Sardegna Teatro, di Edoardo Erba, con Corrado Giannetti e Luigi Tontoranelli, luci d Loic Francois Hamelin, regia di Francesco Brandi.

A seguire “Incontro confronto con gli attori”, conduce Cinzia Crobu, giornalista di settore.

Maratona di New York di Edoardo Erba, non è solo un testo, è un manifesto teatrale. Dal suo esordio nel 1993 sorprese come un modo innovativo di pensare il teatro. Una drammaturgia unica, soprattutto nel rapporto che fonda fra l’attore e lo spettatore.

Concepire un testo dove i due personaggi corrono, nel vero senso della parola, per tutta la durata dello spettacolo è, oltre un tratto, ammettiamolo, di delizioso sadismo, un tocco di prepotente contemporaneità. L’attore che, durante uno spettacolo di prosa, deve recitare correndo è costretto a esibire una capacità atletica e una concretezza interpretativa, che lo legano indissolubilmente allo spettatore, al pari del trapezista o del funambolo. E contemporaneamente si crea quel crudele inganno, come nella danza classica, dove la ballerina impegna con estenuante fatica muscoli e nervi per regalare allo spettatore un’illusione di leggerezza.

E dietro l’apparente leggerezza di due personaggi che chiacchierano allenandosi per la maratona di New York non c’ė solo la fatica della corsa, dei muscoli che cedono, del cuore che sente l’obiettivo al di là delle proprie forze. C’è un’amicizia profonda, tesa tra solidarietà e competizione, c’ė lo stridore esistenziale di sentirsi irrisolti, incompiuti.

Sfidano se stessi, prosciugano il fiato che gli resta in corpo, cercano di accorciare di ancora un altro metro la distanza che li separa dal sogno di attraversare il ponte di Brooklyn e correre la Maratona di New York. Ma ci credono davvero a quel sogno? O è destinato a diventare il prologo di un fallimento, uno di quei progetti che col tempo cancelliamo dalla memoria e abbandoniamo nel fondo di un armadio come due scarpe da corsa vecchie, sporche, che non servono più.

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Prosegue lunedì 7 dicembre, il 3° festival “Teatro per la Città”, organizzato dalla compagnia “La Cernita teatro” in collaborazione con il comune di Carbonia.

La manifestazione che vede la direzione artistica di Cinzia Crobu e Monica Porcedda e la direzione organizzativa de “La Cernita Teatro”, in collaborazione con Sardegna Teatro – Teatro di Rilevante Interesse Culturale, Rete Idee, manterrà la formula collaudata in precedenti occasioni, continuando a privilegiare il teatro civile e quello della memoria

Dopo l’appuntamento dello scorso 29 novembre presso il Teatro di Bacu Abis, il 7 dicembre, alle ore 21.30, il Teatro Centrale di Piazza Roma a Carbonia ospiterà “La hora de la verdad”, della Compagnia La Cernita Teatro, di e con Andrea Rosas, per la regia di Monica Porcedda. Lo spettacolo è liberamente tratto dal racconto “L’antimonio” di Leonardo Sciascia.

Sino al 10 dicembre 2015 gli Istituti secondari di secondo grado di Carbonia ospiteranno i seminari teatrali “Il teatro senza quinte” diretti da Monica Porcedda e Cinzia Crobu, con la partecipazione delle attrici e degli attori de La Cernita Teatro.

Andrea Rosas In La hora de la verdad (foto F.Leo)locandina teatro x la città III edizione

 

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Giovedì 20 agosto prende il via la IV edizione di Sant’Anna Arresi Teatro, Festival per un Teatro Sociale di tutti e per tutti realizzato da La Cernita Teatro e il Comune di Sant’Anna Arresi.

Il progetto nasce nel 2012 con l’obiettivo di riprendere un grande progetto di Teatro realizzato negli anni ’80, dal Comune di Sant’Anna Arresi e il Cada Die Teatro, che aveva dato vita ad un festival importante, anticipando i tempi con tendenze e novità sulla scena nazionale teatrale. Nel 2012, l’Amministrazione insieme a La Cernita Teatro, presentano un progetto per riannodare le file di quel discorso con un Festival per un Teatro Sociale, un teatro di piazza “tra il colto e il popolare” che fin dalle origini nella tradizione antica, in occidente come in oriente, diventa espressione della memoria collettiva.

La novità di questa edizione è il Meeting the Odyssey, un progetto itinerante di teatro sociale di durata quadriennale (2013-2017) che coinvolge undici paesi lungo le coste dell’Europa, dal Baltico al Mediterraneo. Si tratta di un programma di grande interesse internazionale con 14 partner (10 teatri e 4 compagnie teatrali, 6 festival, 6 istituzioni pubbliche), ed è l’unico progetto di teatro vincitore dell’ultimo bando del Programma Cultura 2007/2013, su 80 candidature.

L’idea di base è l’esplorazione del concetto di Europa attraverso la riscrittura contemporanea dell’Odissea, partendo dalle tesi di Felice Vinci che colloca nel Mar Baltico il viaggio di Ulisse. Come nel poema di Omero, attraverso l’espediente del viaggio, Meeting the Odyssey mira a creare una narrazione condivisa a partire dalle storie di chi vive oggi in Europa, in un dialogo volto ad individuare le radici comuni fra popoli diversi e il senso di appartenenza alla Comunità Europea.

Si apre giovedì 20 agosto, alle ore 21.30, in Piazza del Nuraghe. La serata sarà dedicata alla presentazione dei nuovi lavori teatrali prodotti all’interno dei laboratori permanenti di Bacu Abis e Sant’Anna Arresi, giunti alla 6° anno e diretti da Monica Porcedda, regista della compagnia La Cernita.

In scena gli allievi del Laboratorio permanente di ricerca teatrale Bacu Abis. Con “Les Miserables”, primo studio di un progetto di Teatro Sociale realizzato in spazi urbani e liberamente ispirato ai Miserabili di Victor Ugò. Drammaturgia e regia di Monica Porcedda. A seguire In scena gli allievi del Laboratorio permanente di ricerca teatrale Sant’Anna Arresi con lo spettacolo “In America volevamo andare”, Drammaturgia e regia di Monica Porcedda.

Si prosegue venerdì 21 agosto, alle ore 21.30, Parco del Municipio con “Violenza e migrazioni, una questione pubblica”, un progetto de La Cernita Teatro, giunto alla sua III edizione, in collaborazione con la Presidenza del Consiglio della Regione Sardegna.

La Cernita & Suoni e Memorie andranno in scena con la “La Cura”, scritto e interpretato da Monica Porcedda, collaborazione drammaturgica di Andrea Rosas e Alessandro Congeddu, musiche dal vivo di Gerardo Ferrara. Lo spettacolo è nato da una serie di interviste realizzate con donne emigrate in Italia dall’Est Europa. A seguire il dibattito“Violenza e migrazioni, una questione pubblica” diretto da Cinzia Crobu, giornalista, critico e antropologa teatrale.

La terza giornata di sabato 22 Agosto alle ore 21.30 in Piazza del Nuraghe Il Cada Die Teatro, nell’ambito del progetto europeo “Meeting the Odysseypresenta lo spettacolo

“Nausicàa, io sono io”, testo e regia di Giancarlo Biffi, collaborazione drammaturgica di Alessandro Lay. L’incontro con lo straniero, l’essere straniero, il sentirsi straniero.

L’incontro anche con chi paradossalmente alle volte si sente straniero nella propria città.

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Elisir d'Amore

Venerdì 3 luglio, alle 21.00, per la Stagione lirica e di balletto 2015 del Teatro Lirico di Cagliari, andrà in scena il secondo appuntamento con l’opera: L’elisir d’amore, melodramma giocoso in due atti, su libretto di Felice Romani, tratto da Le Philtre di Eugène Scribe e musica di Gaetano Donizetti (Bergamo, 1797-1848). Si tratta della ripresa della produzione del Teatro Lirico di Cagliari, andata in scena nell’ottobre 2009, che si avvale della regia di Michele Mirabella, noto ed apprezzato regista, autore, attore di teatro, radio, cinema e televisione. Le scene e i costumi sono di Alida Cappellini e Giovanni Licheri, mentre le luci sono firmate da Franco Angelo Ferrari. L’Orchestra e il Coro del Teatro Lirico di Cagliari sono diretti dal maestro concertatore e direttore Fabrizio Maria Carminati, abituale ed apprezzata presenza nelle stagioni cagliaritane. Il maestro del coro è Gaetano Mastroiaco. L’opera si avvale di due cast prestigiosi che si alternano nelle recite: Rosanna Savoia/Daniela Bruera (Adina), Alessandro Liberatore/Alessandro Scotto di Luzio (Nemorino), Mattia Olivieri/Davide Fersini (Belcore), Bruno de Simone/Paolo Pecchioli (Dulcamara), Vittoria Lai (Giannetta).

L’elisir d’amore, rappresentato, per la prima volta, il 12 maggio 1832 al Teatro della Canobbiana di Milano (oggi Teatro Lirico), riscuote, fin dalla prima sera, uno straordinario favore di pubblico e critica che si ripete per tutte le trentadue repliche. Senza dubbio una delle opere più raffinate, soprattutto per la scrittura orchestrale, di Gaetano Donizetti che, con questo titolo, trova una personale elaborazione dello stile comico, tramite l’introduzione dell’elemento sentimentale, elemento che, estraneo all’imperante opera seria rossiniana, riconduce piuttosto al filone larmoyant dell’opéra-comique francese.

L’opera, della durata complessiva di 2 ore e 30 minuti circa compreso l’intervallo, viene, ovviamente, rappresentata in lingua italiana, ma, come ormai tradizione al Teatro Lirico di Cagliari, viene eseguita con l’ausilio dei sopratitoli che, scorrendo sull’arco scenico del boccascena, favoriscono la comprensione del libretto. L’elisir d’amore, la cui ultima rappresentazione al Teatro Lirico di Cagliari risale all’ottobre 2009, viene replicata, con inizio sempre alle 21.00: sabato 4 luglio (turno G); domenica 5 luglio(turno D); martedì 7 luglio (turno F); mercoledì 8 luglio (turno B); venerdì 10 luglio (turno C); domenica 12 luglio (turno E).

Per informazioni: 0704082230 – 0704082249, biglietteria@teatroliricodicagliari.it.

Cinzia Crobu