22 November, 2024
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Prosegue, per avviarsi poi alla conclusione lunedì 7, la seconda edizione del Festival del Passato Remoto, Sorgono al Centro del Primo Centro del Mondo, diretto dal giornalista e scrittore Sergio Frau. La mattinata di domani, domenica 6 ottobre, si apre alle 9.30 con l’inaugurazione della Fiera dei Maestri Artigiani dei lavori all’antica: nel Cortile del Museo di Sorgono e a Funtana Lei l’arte del Sapere e dei saperi lontani. Dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 20.00, nella Palestra Comunale di Sorgono sarà ancora il Planetario ad accompagnare i visitatori, grandi e piccoli, alla scoperta dell’Universo e dei suoi pianeti. Dalle 10.00 alle 13.00, si rinnovano le visite guidate ai Musei di Sorgono (che dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.30 alle 19.00 ospiterà anche i laboratori didattici per le scuole), Laconi e alla Tomba dei Giganti di Aiòdda a Nurallao. E dalle 10.00 alle 13.00 riprenderanno le visite guidate al Parco Archeologico di Biru ‘e Concas. Così come dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.30 alle 20.00 sarà ancora visitabile al Centro Polifunzionale di Sorgono la mostra, con i suoi laboratori, Sardinian Warriors. Ma il fulcro della ricca giornata di domani sarà al Teatro Murgia di Sorgono, che a partire dalle 10.30 ospiterà 40° Parallelo Nord: primo equatore?, un convegno internazionale di geografia antica, organizzato in collaborazione con la Società Geografica Italiana. Con Sergio Frau sul tema interverranno Franco Farinelli, dell’Università di Bologna, Claudio Giardino, dell’Università del Salento, Rossella Belluso, Gianfederico Pietrantoni ed Orazio Lagreca, della Società Geografica Italiana, gli archeologi greci Kostas e Bozena Soueref, lo studioso e scrittore Ciriaco Offeddu. “Omero, Esiodo, Eschilo, Platone… Almeno 15 Grandi Testimoni Greci giurano che Atlante sorreggeva la volta celeste dal Centro del Mondo”, così presenta il convegno Frau.”In tutte le culture si ricorda una storia parallela: un Mulino (di Amleto & Kronos) che dal Centro del Mondo ordinava spazio e tempo nell’Età dell’oro. Sia Atlante che il Mulino verranno feriti a morte dal mare. Non sono il primo, quindi, a dire che Atlante e la sua Isola sono stati il Centro del Mondo. Sono il primo a credere agli Antichi e a verificare su una mappa quel che dicevano. E, a quel punto, la geografia parla: esattamente a metà del 40° parallelo, spaccata in due da quella linea che i classici definivano la Linea degli Olimpi, c’è la Sardegna. A oriente – prosegue Frau – la Linea passa per il Salento (zona piú ricca d’Italia di menhir dopo la Sardegna), poi per il monte Olimpo e Lemnos, l’“isola dei Tirreni”, in Grecia, quindi per Hattuša, capitale degli Ittiti, infine per il Caucaso di Prometeo, fratello di Atlante, da cui parte la via della seta fino a Pechino. Verso occidente, invece, tocca le isole Baleari e Toledo, nota come l’ombelico di Spagna. Nel cuore dell’Isola – esattamente nel Centro Geografico dell’Isola – i 200 menhir di Biru ‘e Concas segnano e segnalano questa centralità. Ma se è così, rispettando davvero quel che ci raccontano gli Antichi, se Atlante stava al Centro del Mondo – conclude il direttore artistico del Festival del Passato Remoto – dovrebbe anche aver segnato con la sua posizione il primissimo equatore”. Nel pomeriggio, alle 15.30, si riprende con la visita al sito archeologico di Biru ‘e Concas con una guida d’eccezione, Francesco Manca, che quei duecento menhir 31 anni ha scoperto. Alle 16.00 una delegazione di ospiti del festival visiterà il Museo dei Menhir di Laconi. Sergio Frau, alle 17.00, racconterà la sua ricerca Omphalos: la Sardegna di Atlante, Primo Centro del Mondo, facendo visitare le sale del Museo di Sorgono, di cui è curatore. Alle 18.00 l’appuntamento con Aperitivi Letterari: gli autori Giancarlo Casula e Antonangelo Liori presenteranno, rispettivamente, “Desula” e “I Templi del Sonno”. Alle 18.30 si torna al Teatro Murgia di Sorgono per la proiezione, a cura della Fondazione Sardegna Film Commission, di Faber in Sardegna, alla presenza del regista Gianfranco Cabiddu. Un film documentario che racconta un Fabrizio De André privato, immortalato nella sua residenza dell’Agnata, e il suo amore per la Sardegna, la terra nella quale ha vissuto gli anni della sua maturità artistica. Il viaggio è accompagnato dalle immagini e la musica dell’ultimo storico concerto del cantautore genovese, al Teatro Brancaccio di Roma nel 1998. Alle 21.30, sarà ancora l’ora dello Star Party, l’osservazione della Luna nell’area archelogica di Biru ‘e Concas con il grande telescopio Boldrini, a cura dell’Associazione Astronomica Nuorese Rodolfo Calanca, direttore scientifico dell’Associazione “Borgo di Urania”, terrà una breve conferenza introduttiva su: “Le costellazioni, miti e asterismi”. Dalle 22.00, scatterà il party astronomico Osserviam i piu’ begli oggetti del cielo. La giornata conclusiva della seconda edizione del Festival del Passato Remoto, lunedì 7 ottobre, comincerà alle 10.00 con le visite guidate ai Musei di Sorgono, Laconi e al sito Aiòdda di Nurallao. Alle 11.00 l’Educational Tour per geografi e archeologi di livello nazionale e internazionale. Guida d’eccezione sarà Sergio Frau, e l’itinerario, questa volta, si articolerà nel Nord Sardegna: guest star sarà la ziqqurat di Monte d’Accoddi, un monumento unico nel bacino del Mediterraneo, massima espressione sacra della civiltà prenuragica, a pochi chilometri da Sassari. Il tempio di Monte d’Accoddi (dall’arcaico kodi, ‘pietra’) risale a cinquemila anni fa, è unico in Europa per la singolarità della tipologia architettonica. Fu scoperto a metà del XX secolo.

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Grazie alla sensibilità dell’Associazione Turistica Pro Loco Mamoiada, presieduta da Giuliana Gungui, in due giorni – 23 e 24 settembre – della festa in onore dei santissimi Cosimo e Damiano (dal 16 al 27 settembre), la F.A.S.I. (Federazione delle 68 associazioni sarde nell’Italia continentale) ha potuto realizzare, nel paese universalmente noto per Mamuthones e Issohadores (e per uno splendido Museo delle Maschere mediterranee, che richiama migliaia di visitatori), non solo un incontro del proprio Comitato Esecutivo (presso la sede della Pro Loco) ma anche un’assemblea aperta ed all’aperto – nella piazza antistante il Santuario campestre di San Cosimo e Damiano – dei rappresentanti di un numero significativo dei propri Circoli.   

Il Comitato esecutivo, prima di affrontare le tematiche interne, ha ascoltato i rappresentanti del gruppo dei Riformatori sardi (Franco Sergio Pisano, Attilio Dedoni, Luigi Crisponi), che hanno illustrato la loro campagna per vedere riconosciuta l’insularità della Sardegna nella Costituzione italiana.

Nell’incontro all’aperto, coordinato da Giacomo Serreli, svoltosi sotto un sole cocente nella mattina di domenica 24, la presidente della F.A.S.I., Serafina Mascia, e diversi responsabili dei Circoli hanno interloquito con personalità importanti della cultura attive nell’isola (Raffaele Sestu, presidente dell’Unione Nazionale Pro Loco d’Italia-sezione Sardegna; Leonardo Marras, presidente della Fondazione Maria Carta e del Progetto Freemmos; Ciriaco Offeddu, presidente dell’Associazione Beyond Thirty-Nine; Bachisio Bandinu, antropologo; Sebastiano Pilosu, dell’Associazione Tenores Sardigna; Mario Paffi, presidente della Cooperativa Viseras) e con numerosi uditori della comunità locale. Si è trattato quasi, a distanza di poco meno di un anno, di una sessione ulteriore del sesto Congresso Nazionale della F.A.S.I. che si è tenuto a Quartu Sant’Elena dal 28 al 30 ottobre 2016 e che aveva per slogan «La rete degli emigrati patrimonio dell’Isola. Solidarietà, cultura, progettualità: risorse per un nuovo sviluppo».

Anche in questa occasione le parole della presidente e dei rappresentanti dei Circoli, e anche l’esposizione di una parte significativa delle pubblicazioni realizzate negli anni dalla Federazione, hanno fatto comprendere all’uditorio locale la specificità degli interventi della F.A.S.I.  volti a far conoscere, nei luoghi di nuova residenza degli emigrati, la cultura e l’economia della Sardegna, con vantaggi anche economici oltre che di immagine per l’Isola (basta pensare alla propaganda a favore del turismo in Sardegna e dello smercio dei prodotti agro-alimentari sardi).

Ai “figli di Sardegna” che vivono fuori dell’isola, dall’altra parte, è stato possibile ascoltare le interessanti proposte di autorevoli personalità che hanno sempre avuto a cuore il confronto con le realtà associate degli emigrati anche nella ricerca costante dei contatti in grado di favorire a sinergia delle due componenti dell’unico Popolo Sardo allo scopo di trovare soluzioni per i problemi della comune terra madre.

Nel pomeriggio la sfilata delle maschere tradizionali e l’esibizione di gruppi di ballo, di tenores, di cori dell’Isola e di un gruppo con launeddas e organetto, provenienti da diverse zone della Sardegna, hanno suscitato forti e non dissimili emozioni nel cuore sia degli emigrati sia  dei partecipanti locali alla festa, gli uni e gli altri “figli di Sardegna” e fieri delle proprie tradizioni.

Paolo Pulina

 

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“Il sacro e il profano” e “La devozione in Barbagia” sono i due volumi fotografici realizzati della fotografa nuorese Maria Carmela Folchetti, che alle 19.30 di martedì 30 agosto a Nuoro, verranno presentati nella Vecchia Chiesa delle Grazie. Oltre all’autrice, è prevista la partecipazione del giornalista Giacomo Mameli, di Domenico Canu e Ciriaco Offeddu. Gli intermezzi musicali saranno a cura dell’Associazione “POPULOS – TENORE NUGORESU”.

Un racconto per immagini della parte più intima della cultura popolare sarda, un viaggio nella quotidianità che sfugge alla razionalità, dueì opere leggere e delicate di un’autrice che conosce profondamente l’isola, da sempre al bivio tra sacro e profano.

Il primo volume dal titolo “Sacro e profano in Sardegna” è in realtà un libro double-face costituito dai volumi “Il carnevale” e “I riti della Settimana Santa”. Il secondo, “La devozione in Barbagia”, indaga le feste di San Francesco di Lula, Nostra Signora delle Grazie e Il Redentore.

Il primo, morte e resurrezione dei carnevali sono opportunamente abbinati a quelli della tradizione cristiana. Le tristi sfilate dei Mamuthones sfumano nelle processioni meste di una Settimana Santa sempre intensa e partecipata. Maria Carmela Folchetti coglie, senza mai oltrepassare il sottile confine della rappresentazione folcloristica e spettacolare, i segni intimi di cerimonie arcaiche. La tensione e la forza primordiale dei carnevali sfuma nella ritualità composta delle processioni. I segni di passaggio dal pagano al religioso sono attentamente rappresentati. Lo sguardo alle feste è sempre attento e acuto, la sintassi fotografica precisa e sicura. La sapiente padronanza dei piani di messa a fuoco e del mosso controllato rendono dinamica la scena senza pietrificarla ma lasciandola fluire in “Un’intensa vibrazione di luce”.

Il secondo è un doveroso omaggio al padre Carmelo con le sue immagini datate 1978. Un simbolico passaggio di testimone per continuare a rappresentare un affresco Deleddiano di feste antiche che costituiscono ancora parte importante delle fondamenta culturali della società barbaricina.

I libri, arricchiti dai testi di Amedeo Spagnuolo, Gian Nicola Spanu, Chiara Solinas e Marina Moncelsi, costituiscono un viaggio nell’immaginario visuale di una fotografa attenta alla cultura della sua terra e ci consentono di vedere la sua evoluzione a partire dalle prime immagini datate 1986. Appare nitido un percorso artistico e culturale che si evolve dal puro stile documentario verso una ricerca più attenta ai significati profondi di riti ancora vivi e sentiti.

Quello di Carmela Folchetti è un viaggio lungo trent’anni alla scoperta delle sue (e delle nostre) radici. La sua fotocamera ferma momenti lontani di devozione sentita e partecipata mostrandoci un mondo che rischia di cedere lentamente il passo al folklore. Solo uno sguardo attento riesce ancora a cogliere i segnali autentici che connotano e distinguono uno spettacolo per turisti da una millenaria rievocazione della nostra storia.

Maria Carmela Folchetti-02