22 November, 2024
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Impresa del Cagliari, nella penultima giornata del campionato di serie A 2019/2020. La squadra di Walter Zenga, reduce da un periodo decisamente poco brillante, s’è tolta la grande soddisfazione di battere la Juventus fresca della conquista del 9° scudetto consecutivo: 2 a 0.

A decidere la partita sono stati i goal realizzati nel primo tempo, prima con il giovane attaccante Luca Gagliano, 20 anni, che ha sbloccato il risultato all’8′, poi con Giovanni Simeone, al 2° di recupero.

E’ stata una partita piacevole che ha messo in mostra alcuni giovani assai interessanti, sia nel Cagliari sia nella Juventus.

Cristiano Ronaldo ha cercato in ogni modo il goal, fino al 95′, impegnato nella corsa al titolo di capocannoniere con Ciro Immobile, ma la difesa del Cagliari gli ha concesso poco e l’asso portoghese è rimasto a digiuno.

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Posticipo di lusso, questa sera, alla Sardegna Arena, per la 16ª giornata di andata, tra Cagliari e Lazio, alla vigilia rispettivamente quinta e terza forza del campionato.

La Lazio è una delle squadre più in forma, reduce da un filotto di sette vittorie consecutive che hanno rilanciato la squadra capitolina alle spalle di Juventus ed Inter, potenzialmente a soli 3 punti dalla vetta. La squadra biancoazzurra gioca un gran calcio, trascinata dal bomber Ciro Immobile, capocannoniere del campionato con ben 17 reti realizzate in 15 partite, e dalla coppia formata da Luis Alberto, recordman in materia di assist, e Milinkovic Savic, forse il pezzo più pregiato, inseguito dai migliori club europei.

Il Cagliari arriva a questa sfida con il morale alle stelle, con un filotto di ben 13 risultati utili consecutivi che l’hanno lanciato dall’ultimo posto, dopo le due sconfitte iniziali subite alla Sardegna Arena con Brescia ed Inter, fino al quarto posto. I rossoblu di Rolando Maran rispettano la Lazio ma scenderanno in campo senza paura, decisi a tentare il definitivo salto di qualità, dopo le tante imprese compiute in questa stagione, su tutte le vittorie di Bergamo e Napoli.

Se il Cagliari dovrà guardarsi dagli attaccanti della Lazio, quest’ultima non potrà distrarsi in difesa, perché Joao Pedro (bomber rossoblu con 10 reti), Radja Nainggolan, Giovanni Simeone e Nahitan Nándezn sono in grado di crearle grossi problemi.

Il tecnico rossoblu dovrà fare a meno degli squalificati Robin Olsen e Marko Rog e degli infortunati Valter Birsa, Leonardo Pavoletti ed Alessio Cragno (gli ultimi due assenti da inizio stagione). Simone Inzaghi, viceversa, ha tutti a disposizione, eccezion fatta per l’infortunato Adam Marušić.

Fischio d’inizio ore 20.45, dirige Fabio Maresca di Napoli.

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Un brutto Cagliari, sceso in campo in formazione largamente rimaneggiata, è uscito sconfitto nettamente dall’Olimpico di Roma, al termine della sfida con la Lazio di Simone Inzaghi. Il risultato finale è stato reso meno netto dal calcio di rigore realizzato da Joao Pedro in pieno recupero (alla quarta marcatura personale), ma il risultato non è stato mai in discussione, perché la squadra capitolina l’ha subito incanalata dalla sua parte, con due goal nei primi 23′ minuti, autori Sergej Milinković-Savić e Francesco Acerbi, pronti a ribadire in rete due respinte di Alessio Cragno. E il risultato a metà del primo tempo sarebbe potuto essere ancora più rotondo, perché al 21′, poco prima del secondo goal, Ciro Immobile ha colpito la parte interna della traversa con una gran botta.

I primi cenni di reazione del Cagliari sono arrivati negli ultimi minuti della prima frazione di gioco, con Alberto Cerri e Paolo Faragò.

Nella ripresa la Lazio è andata vicina al terzo goal in un paio di occasioni, prima di centrare il bersaglio al 21′ con Senad Lulić che, ben servito da Immobile, non ha lasciato scampo ad Alessio Cragno.

A quel punto, a risultato ormai acquisito, il Cagliari ha avuto una reazione, è andato vicino al goal con Daniele Dessena e lo ha realizzato con il calcio di rigore procurato e realizzato da Joao Pedro.

La squadra di Rolando Maran deve dimenticare in fretta il brutto pomeriggio di ieri, perché il calendario non dà tregua. Mercoledì, alla Sardegna Arena, arriva il Genoa del capocannoniere del campionato Krzysztof Piątek, andato in goal anche ieri nella partita vinta dalla squadra ligure contro la forte Atalanta.

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Una perla del capocannoniere Ciro Immobile (colpo di tacco da cineteca) al 95′ ha negato al Cagliari una vittoria contro la Lazio che sembrava ormai acquisita ed avrebbe portato con sé un peso rilevante sulla classifica che nella zona calda vede un affollamento di squadre racchiuse in pochi punti (5 in due punti, 6 in quattro punti).

Il Cagliari ha disputato una partita eccellente, completamente diversa rispetto a quella di due settimane fa con il Napoli (va detto che la Lazio, soprattutto in questa fase della stagione, non vale certamente il Napoli), ed ha sbloccato il risultato al 25′ con Leonardo Pavoletti, pronto a ribadire in rete di testa un pallone deviato sulla traversa dal portiere laziale Thomas Strakosha su un colpo di testa di Kwang-Song Han.
La reazione della Lazio non s’è fatta attendere ed ha portato al pareggio dopo soli 9 minuti. Sugli sviluppi di un calcio di punizione battuto da Luis Alberto, Luca Ceppitelli è intervenuto per evitare l’intervento di Lucas Leiva ma la sua deviazione sfortunatamente ha spedito il pallone alle spalle di Alessio Cragno.
La prima metà della ripresa non ha offerto particolari emozioni, né dall’una né dall’altra parte e il tecnico laziale Simone Inzaghi ha tentato il tutto per tutto per cercare di vincere la partita, inserendo Sergej Milinković-Savić e Felipe Anderson (inizialmente tenuti a riposo in vista del match di ritorno degli ottavi di finale dell’Europa League con la Dinamo Kiev), al posto di Jordan Lukaku e Marco Parolo.
Al 25′ il portiere della Lazio Thomas Strakosha e Luiz Felipe pasticciano su un disimpegno, Leonardo Pavoletti si e termina a terra. L’arbitro Marco Guida inizialmente non concede il calcio di rigore ma interviene il Var che capovolge la decisione ed assegna il calcio di rigore al Cagliari. Sul dischetto dopo alcuni minuti dall’azione del fallo, si presenta Nicolò Barella, che non sbaglia.
A quel punto Diego Lopez sprona i suoi a difesa del preziosissimo vantaggio e le cose vanno bene fino al 95′, quando CiroImmobile si inventa un goal capolavoro, beffando Alessio Cragno con uno meraviglioso colpo di tacco su cross di Felipe Anderson.
Finisce 2 a 2, con una grande amarezza per il Cagliari che ormai stava assaporando il gusto di un’importantissima vittoria che avrebbe consentito di distanziare di due punti in più le dirette concorrenti per la salvezza. Oggi il Cagliari ha 26 punti, uno in più del Chievo, due del terzetto Crotone-Sassuolo-Spal e quattro sul Verona.

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Riparte il campionato dopo l’interruzione determinata dalla tragica scomparsa di Davide Astori, il capitano della Fiorentina che ha lasciato a Cagliari tanti ricordi per la sua lunga esperienza con la maglia rossoblu, durata ben sei stagioni (dal 2008 al 2014, 174 presenze, 3 goal). La partita non disputata domenica scorsa a Marassi con il Genoa, verrà recuperata il 3 aprile.

Alla Sardegna Arena arriva la Lazio, una delle grandi del campionato, in corsa per uno dei primi quattro posti che valgono la qualificazione diretta alla Champions League, sicuramente non nel suo miglior periodo di forma ma in grado di fare paura in trasferta, dove ha conquistato 29 dei 42 punti a disposizione in 14 giornate, frutto di ben 9 vittorie, 2 pareggi e 3 sconfitte. Uno degli elementi sui quali cercherà di fare leva il Cagliari, oltre alla voglia di riprendere a conquistare preziosi punti salvezza e all’entusiasmo del pubblico della Sardegna Arena, è il numero di goal subito in trasferta dalla Lazio, ben 20, alla media di quasi 1,5 a partita. Per contro, la squadra di Simone Inzaghi ha un attacco che fa paura, capace finora di realizzare in trasferta ben 33 reti, stesso bottino messo insieme dalla Juventus, superiore a quello del Napoli (30).

Sono tanti gli uomini della Lazio da controllare con particolare attenzione: dal bomber Ciro Immobile – capocannoniere del campionato con 23 reti realizzate in 24 partite (stesso numero con il quale ha concluso la passata stagione in 36 giornate; le reti realizzate nella stagione in corso tra campionato e coppe sono addirittura 33) – a Milinkovic-Savic, da Felipe Anderson a Luis Alberto.

Alla gara del girone d’andata, vinta dalla Lazio per 3 a 0, è legato l’esordio di Diego Lopez sulla panchina rossoblu, dopo l’esonero di Massimo Rastelli.

Il tecnico rossoblu deve fare a meno di Joao Pedro, sospeso dopo essere stato trovato positivo all’idroclorotiazide (un diuretico) nei test effettuati da Nado Italia subito dopo la partita con il Sassuolo dell’11 febbraio scorso, ma recupera Diego Farias, terzo del reparto offensivo al fianco del nordcoreano Kwang-Song Han e di Leonardo Pavoletti.

Dirigerà Marco Guida di Torre Annunziata, assistenti di linea Ciro Carbone di Napoli e Giorgio Schenone di Genova. Quarto ufficiale Ivano Pezzuto di Lecce. Addetti al VAR Claudio Gavillucci di Latina e Alberto Tegoni di Milano.

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Un bel Cagliari ha fermato la corsa della Lazio al Sant’Elia sullo 0-0 in una partita che ha confermato la crescita della squadra di Massimo Rastelli. Contro una squadra in forma smagliante come la Lazio, per il Cagliari, sceso in campo con una formazione largamente rimaneggiata per le assenze forzate di diversi giocatori, tra i quali Marco Borriello, era fondamentale giocare una partita attenta, priva di smagliature in tutte le zone del campo, dall’inizio alla fine, e sul campo Joao Pedro e compagni non hanno deluso le attese.

Il trio delle meraviglie dell’attacco biancoceleste formato da Felipe Anderson, Ciro Immobile e Keita è stato contenuto bene, il fulcro del gioco avversario a centrocampo è stato oscurato con un pressing alto e il portiere rossoblu Rafael nell’arco dei ’90 ha dovuto effettuare un solo intervento veramente impegnativo, sul quale si è disimpegnato bene, su una conclusione di Felipe Anderson. E il Cagliari, dopo un primo tempo prudente, quasi timoroso in avanti, nel finale, con l’inserimento di Diego Farias, coinciso con un evidente calo fisico della Lazio, è venuto fuori, fallendo in un paio di occasioni, in particolare con Simone Padoin (all’81’) l’opportunità di andare a segno e conquistare conseguentemente l’intera posta in palio.

Alla fine è maturato un pareggio giusto per quanto le due squadre hanno saputo fare nell’arco dei ’90. Per il Cagliari si tratta del primo 0 a 0 dall’inizio della stagione.

Soddisfatto, a fine partita, il tecnico rossoblu Massimo Rastelli.

«Sono tante le note positive – ha commentato Massimo Rastelli -. È stata una gara simile a quella di domenica scorsa, potevi vincere come potevi perderla. Il primo tempo è stato equilibrato, bloccato per merito nostro, con pochissime occasioni da gol e disturbata dal vento. Nel secondo tempo la Lazio si è allungata, voleva vincerla a tutti i costi: noi volevamo vincerla senza rischiare di perderla. Abbiamo forse prodotto le occasioni più nitide, in particolare quella capitata a Padoin. È un punto fondamentale, che chiude un trittico terribile, dove avremmo meritato di più, ma che dà morale e continuità al lavoro dei ragazzi; consideriamo anche le tante assenze e il valore dell’avversario. La classifica poi è buona.»

 

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E’ un Cagliari molto motivato, deciso a far valere la sua buona affidabilità casalinga, quello che alle 15.00 affronterà la Lazio di Simone Inzaghi, la quarta forza del campionato di serie A 2016/2017, giunto alla decima giornata del girone di ritorno.

La squadra biancoceleste arriva a questa partita reduce da un filotto di vittorie consecutive e dalla vittoria per 2 a 0 nel derby di andata della semifinale di Coppa Italia con la Roma, trascinata dallo straordinario trio d’attacco formato da Ciro Immobile, Felipe Anderson e Keita. Recupera inoltre due pilastri di centrocampo e difesa come come Lucas Biglia e Stefan De Vrij.

Massimo Rastelli, viceversa, è ancora una volta alle prese con importanti problemi di organico. Dopo i forfait scontati di Luca Ceppitelli, Marco Capuano e Alessandro Deiola, il tecnico rossoblu ha dovuto incassare anche quelli di Marco Borriello e Nicolò Barella. Il Cagliari dovrà fare tesoro degli errori commessi all’andata, quando dopo un’ottima prima parte di gara, lasciò campo libero ai velocisti della Lazio, finendo con il perdere pesantemente per 4 a 1.

La prestazione di Firenze, non premiata con un più che meritato pareggio solo per la prodezza di Nikola Kalinić in piena Zona Cesarini, induce alla fiducia, soprattutto se il trio d’attacco rossoblu, formato da Marco Sau, Diego Farias e Joao Pedro, riuscirà a tenere testa a quello biancoceleste.

Fischio d’inizio alle 15.00, dirigerà Marco Guida di Torre Annunziata, assistenti di linea Vivenzi e Liberti, quarto Di Vuolo, addizionali Massa e Serra.

Joao Pedro. Foto di Fabio Murru.

Joao Pedro. Foto di Fabio Murru.

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Nuova pesante sconfitta per il Cagliari nella decima giornata del girone d’andata del campionato di serie A. All’Olimpico, contro la Lazio di Simone Inzaghi, la squadra di Massimo Rastelli non è mai entrata in partita, subendo 3 goal nella prima mezz’ora (1 diBalde Keita, 2 di Ciro Immobile, uno dei quali su calcio di rigore), fallendo un calcio di rigore con Marco Borriello a inizio ripresa e, dopo aver subito il quarto goal (autore Felipe Anderson), realizzando il goal della bandiera in piena “Zona Cesarini” su autogoal di Wallace. Dopo il 5 a 3 subito domenica pomeriggio dalla Fiorentina, l’1 a 4 di ieri porta a 23 il totale delle reti subite dai rossoblu in 10 giornate, la peggiore difesa del campionato. E’ questo il principale problema da risolvere per il tecnico, perché se le cose non miglioreranno, i 13 punti in classifica non potranno rassicurare in prospettiva salvezza.

Il calendario dà una mano al Cagliari che lunedì prossimo ospiterà al Sant’Elia il Palermo. L’avversario è abbordabile ma carica anche di grandi responsabilità i rossoblu che devono assolutamente vincere.

La Lazio è ritornata alla vittoria dopo i pareggi con Bologna e Torino e con i tre punti è salita al quinto posto in classifica.

Bruno Alves.

Bruno Alves.

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Floriano Congiu 1 copiaRenzo Cappellaro 2

Una doppietta di Floriano Congiu ha dato la vittoria al Carbonia (2 a 1 sul Sant’Elena) nel 1° Memorial Renzo Cappellaro, disputato questo pomeriggio allo stadio Carlo Zoboli di Carbonia. La rete del Sant’Elena è stata messa a segno da Elio Biondi.

Per onorare la memoria di Renzo Cappellaro si sono ritrovati in tanti, ex calciatori di Carbonia e Sant’Elena, due delle squadre allenate dal tecnico vicentino in Sardegna, scomparso il 14 ottobre 2014, all’età di 77 anni.

Nato a Vicenza il 12 maggio 1937, Renzo Cappellaro iniziò a giocare al calcio nelle giovanili del Lanerossi Vicenza, con la quale vinse il prestigioso Torneo di Viareggio per due anni consecutivi, nel 1954 e 1955, aggiudicandosi anche la classifica dei marcatori (conserva quel primato, raggiunto qualche anno fa dall’attuale centravanti della Nazionale, Ciro Immobile). Giunse alla prima squadra nel campionato di serie A 1957/58 e in cinque stagioni collezionò con la maglia biancorossa 56 presenze e 21 reti.

Lasciò il “suo” Vicenza nell’estate del 1961 per vestire la maglia grigia dell’Alessandria, con la quale vinse la classifica dei cannonieri del campionato di serie B, con 21 reti (36 presenze). L’anno successivo passò al Lecco, poi al Cagliari, nell’estate del 1963. Con la maglia rossoblù, al primo anno, conquistò una storica promozione in Serie A, al termine del campionato 1963/64, realizzando 9 reti. Dopo due stagioni in serie A (complessivamente, in tre campionati, collezionò 63 presenze e 16 reti), ritornò in serie B con il Genoa, per poi passare al Potenza. Appese le scarpette al chiodo quando era ancora giovane, a 32 anni.

Iniziò subito la carriera di allenatore, nella giovanili della Sambonifacese e dello Schio, ma è in Sardegna che riuscì a togliersi le migliori soddisfazioni. Il debutto alla Nuorese (1974/75), poi a Latina (1975/76), ancora a Nuoro (1978/79), Quartu Sant’Elena (1979/80), quindi a Carbonia, in serie D, nella stagione 1980/81, presidente Elvio Verniani. Fu quello, nella prima parte, il miglior campionato della sua carriera. Era il Carbonia di Adriano Novellini, Giampaolo Zaccheddu, Guido Accardi, Floriano e Marco Congiu, Aldo Scopa, Carlo Pusceddu, Giuseppe Mura, Marco Manconi e Mondo Mameli, Pierino Aresu, Roberto Sequi, Marco Fenu, Luciano Gambula, Rino Pianta, Pino Tocco, e ancora di Ugo Corda, Egidio Cossu, il compianto Sandro Piras, Mauro Virdis e Walter Lindiri, che nel catino di Bacu Abis, dove giocava per l’indisponibilità dello stadio comunale , per l’intero girone d’andata e la prima giornata del ritorno, incantò tutti, dominando letteralmente il campionato. Chiuse il girone d’andata in testa alla classifica con 28 punti (13 vittorie, 2 pareggi e 2 sconfitte). L’inizio fu scoppiettante: 1 a 0 a Santa Maria degli Angeli con goal di Guido Accardi, primo ko a Viterbo per 0 a 1, riscattato con tre vittorie consecutive: 4 a 0 all’Audax Rufina con goal di Zaccheddu, Floriano Congiu, Adriano Novellini e Pierino Aresu; 2 a 1 a Terracina con doppietta di Adriano Novellini e 1 a 0 al Calangianus con goal di Floriano Congiu.

Dopo la sconfitta di Olbia, 0 a 1, il 2 novembre 1980, goal di Gianni Muresu, il Carbonia di Renzo Cappellaro infilò una splendida serie positiva, con sei vittorie e un pareggio in sette giornate, iniziata una bella vittoria per 3 a 1 nel derby interno con l’Iglesias, un’impresa per 3 a 0 a Cecina, il 5 a 1 all’Isili, l’1 a 1 sul campo del Frosinone (oggi in serie A) , l’1 a 0 al Foligno, l’impresa all’Acquedotto di Sassari contro la Torres, battuta 1 a 0 con uno splendido goal di Marco Congiu e la vittoria con la Romulea, al ritorno allo stadio Comunale, 1 a 0. Il 4 gennaio giunse la sconfitta di Velletri, 2 a 1, riscattata con le vittorie sulla Lodigiani, 3 a 1 (doppietta di Adriano Novellini) e sull’Angelana, 3 a 2 (doppietta di Pino Tocco). Fu a quel punto che la squadra cominciò a balbettare e, giornata dopo giornata, a perdere terreno rispetto alle principali concorrenti, Frosinone e Torres, che era riuscita a fermare rispettivamente con un pari ed una vittoria sui loro campi, nel corso del girone d’andata. Renzo Cappellaro non riuscì a capacitarsi dell’involuzione della sua creatura ed il girone di ritorno si tramutò in un’autentica sofferenza per i tanti tifosi che si erano esaltati per quattro mesi: 6 sole vittorie, 3 pareggi e ben 8 sconfitte, per complessivi 13 punti ed il quarto posto finale, alle spalle delle promosse Torres e Frosinone e del Terracina.

La grande amarezza lasciò il segno e la società mineraria l’anno successivo affidò la guida della squadra a Checco Fele, che con la conferma dei migliori giocatori ed alcuni inserimenti (Pietro Pillosu, Gianni Tronci, Sergio Bodano, Riccardo Erriu e Leopoldo Pardini) riuscì a scrivere una delle pagine più belle della storia calcistica del Carbonia, centrando la promozione in serie C2, nella primavera del 1982.

L’esperienza di Renzo Cappellaro alla guida del Carbonia ricominciò due anni più tardi, in C2, presidente Benigno Atzori. Con un organico completamente rivoluzionato, dopo un buon avvio (2 a 0 a Montevarchi con goal di Fabrizio Rizzola e Giovanni Leone e pari interno con la Massese, 2 a 2, con goal di Giovanni Leone e Floriano Congiu) e tre vittorie interne consecutive (alla 7ª giornata 1 a 0 all’Olbia, con goal di Sandro Zaccolo; alla 9ª 1 a 0 allo Spezia con goal di Luca Rivetta; all’11ª 1 a 0 alla Torres con goal di Giuseppe Innella) , la squadra biancoblù iniziò a balbettare e nell’ultimo scorcio di stagione, con una classifica allarmante, i dirigenti decisero di esonerare Renzo Cappellaro e di affidare la guida tecnica della squadra a Ugo Corda. Il cambio sortì l’effetto desiderato, il gruppo reagì e riuscì a centrare il traguardo della salvezza con 29 punti, grazie alla miglior classifica avulsa rispetto allo Spezia, alla Vogherese e, soprattutto, all’Olbia, alla Nuorese e all’Imperia, che finirono nel campionato Interregionale.

La carriera di Renzo Cappellaro, di fatto, si concluse lì, perché nelle stagioni successive il tecnico vicentino si dedicò alla cura dei giovani. Lascia un bellissimo ricordo tra quanti hanno avuto modo di conoscerlo ed apprezzarlo, sia per le qualità tecniche sia per quelle umane e, come già sottolineato, sono stati tanti quelli che si sono ritrovati allo stadio “Carlo Zoboli” di Carbonia, per ricordarne ed onorarne la figura di sportivo e, soprattutto, di uomo.

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Venerdì 11 settembre, allo stadio “Carlo Zoboli” di Carbonia, alle 16.30, si svolgerà il 1° Memorial Renzo Cappellaro.

Centravanti del Cagliari dal 1963 al 1966 e tecnico di diverse squadre, tra le quali il Carbonia, che guidò per due stagioni in serie D, nel campionato 1980/81 e in serie C2, nel campionato 1984/85, Renzo Cappellaro se n’è andato il 14 ottobre 2014, all’età di 77 anni.

Nato a Vicenza il 12 maggio 1937, iniziò a giocare al calcio nelle giovanili del Lanerossi Vicenza, con la quale vinse il prestigioso Torneo di Viareggio per due anni consecutivi, nel 1954 e 1955, aggiudicandosi anche la classifica dei marcatori (conserva quel primato, raggiunto qualche anno fa dall’attuale centravanti della Nazionale, Ciro Immobile). Giunse alla prima squadra nel campionato di serie A 1957/58 e in cinque stagioni collezionò con la maglia biancorossa 56 presenze e 21 reti.

Lasciò il “suo” Vicenza nell’estate del 1961 per vestire la maglia grigia dell’Alessandria, con la quale vinse la classifica dei cannonieri del campionato di serie B, con 21 reti (36 presenze). L’anno successivo passò al Lecco, poi al Cagliari, nell’estate del 1963. Con la maglia rossoblù, al primo anno, conquistò una storica promozione in Serie A, al termine del campionato 1963/64, realizzando 9 reti. Dopo due stagioni in serie A (complessivamente, in tre campionati, collezionò 63 presenze e 16 reti), ritornò in serie B con il Genoa, per poi passare al Potenza. Appese le scarpette al chiodo quando era ancora giovane, a 32 anni.

Iniziò subito la carriera di allenatore, nella giovanili della Sambonifacese e dello Schio, ma è in Sardegna che riuscì a togliersi le migliori soddisfazioni. Il debutto alla Nuorese (1974/75), poi a Latina (1975/76), ancora a Nuoro (1978/79), Quartu Sant’Elena (1979/80), quindi a Carbonia, in serie D, nella stagione 1980/81, presidente Elvio Verniani. Fu quello, nella prima parte, il miglior campionato della sua carriera. Era il Carbonia di Adriano Novellini, Giampaolo Zaccheddu, Guido Accardi, Floriano e Marco Congiu, Aldo Scopa, Carlo Pusceddu, Giuseppe Mura, Marco Manconi e Mondo Mameli, Pierino Aresu, Roberto Sequi, Marco Fenu, Luciano Gambula, Rino Pianta, Pino Tocco, e ancora di Ugo Corda, Egidio Cossu, il compianto Sandro Piras, Mauro Virdis e Walter Lindiri, che nel catino di Bacu Abis, dove giocava per l’indisponibilità dello stadio comunale, per l’intero girone d’andata e la prima giornata del ritorno, incantò tutti, dominando letteralmente il campionato. Chiuse il girone d’andata in testa alla classifica con 28 punti (13 vittorie, 2 pareggi e 2 sconfitte). L’inizio fu scoppiettante: 1 a 0 a Santa Maria degli Angeli con goal di Guido Accardi, primo ko a Viterbo per 0 a 1, riscattato con tre vittorie consecutive: 4 a 0 all’Audax Rufina con goal di Zaccheddu, Floriano Congiu, Adriano Novellini e Pierino Aresu; 2 a 1 a Terracina con doppietta di Adriano Novellini e 1 a 0 al Calangianus con goal di Floriano Congiu.

Dopo la sconfitta di Olbia, 0 a 1, il 2 novembre 1980, goal di Gianni Muresu, il Carbonia di Renzo Cappellaro infilò una splendida serie positiva, con sei vittorie e un pareggio in sette giornate, iniziata una bella vittoria per 3 a 1 nel derby interno con l’Iglesias, un’impresa per 3 a 0 a Cecina, il 5 a 1 all’Isili, l’1 a 1 sul campo del Frosinone (oggi in serie A), l’1 a 0 al Foligno, l’impresa all’Acquedotto di Sassari contro la Torres, battuta 1 a 0 con uno splendido goal di Marco Congiu e la vittoria con la Romulea, al ritorno allo stadio Comunale, 1 a 0. Il 4 gennaio giunse la sconfitta di Velletri, 2 a 1, riscattata con le vittorie sulla Lodigiani, 3 a 1 (doppietta di Adriano Novellini) e sull’Angelana, 3 a 2 (doppietta di Pino Tocco). Fu a quel punto che la squadra cominciò a balbettare e, giornata dopo giornata, a perdere terreno rispetto alle principali concorrenti, Frosinone e Torres, che era riuscita a fermare rispettivamente con un pari ed una vittoria sui loro campi, nel corso del girone d’andata. Renzo Cappellaro non riuscì a capacitarsi dell’involuzione della sua creatura ed il girone di ritorno si tramutò in un’autentica sofferenza per i tanti tifosi che si erano esaltati per quattro mesi: 6 sole vittorie, 3 pareggi e ben 8 sconfitte, per complessivi 13 punti ed il quarto posto finale, alle spalle delle promosse Torres e Frosinone e del Terracina.

La grande amarezza lasciò il segno e la società mineraria l’anno successivo affidò la guida della squadra a Checco Fele, che con la conferma dei migliori giocatori ed alcuni inserimenti (Pietro Pillosu, Gianni Tronci, Sergio Bodano, Riccardo Erriu e Leopoldo Pardini) riuscì a scrivere una delle pagine più belle della storia calcistica del Carbonia, centrando la promozione in serie C2, nella primavera del 1982.

L’esperienza di Renzo Cappellaro alla guida del Carbonia ricominciò due anni più tardi, in C2, presidente Benigno Atzori. Con un organico completamente rivoluzionato, dopo un buon avvio (2 a 0 a Montevarchi con goal di Fabrizio Rizzola e Giovanni Leone e pari interno con la Massese, 2 a 2, con goal di Giovanni Leone e Floriano Congiu) e tre vittorie interne consecutive (alla 7ª giornata 1 a 0 all’Olbia, con goal di Sandro Zaccolo; alla 9ª 1 a 0 allo Spezia con goal di Luca Rivetta; all’11ª 1 a 0 alla Torres con goal di Giuseppe Innella) , la squadra biancoblù iniziò a balbettare e nell’ultimo scorcio di stagione, con una classifica allarmante, i dirigenti decisero di esonerare Renzo Cappellaro e di affidare la guida tecnica della squadra a Ugo Corda. Il cambio sortì l’effetto desiderato, il gruppo reagì e riuscì a centrare il traguardo della salvezza con 29 punti, grazie alla miglior classifica avulsa rispetto allo Spezia, alla Vogherese e, soprattutto, all’Olbia, alla Nuorese e all’Imperia, che finirono nel campionato Interregionale.

La carriera di Renzo Cappellaro, di fatto, si concluse lì, perché nelle stagioni successive il tecnico vicentino si dedicò alla cura dei giovani. Lascia un bellissimo ricordo tra quanti hanno avuto modo di conoscerlo ed apprezzarlo, sia per le qualità tecniche sia per quelle umane e sicuramente saranno tanti quelli che l’11 settembre si ritroveranno allo stadio “Carlo Zoboli” di Carbonia, per ricordarne ed onorarne la figura di sportivo e, soprattutto, di uomo.