22 November, 2024
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Prende il via domani, giovedì 5 dicembre, al Greenwich di Cagliari (ore 18.00, ingresso libero, introduzione del critico cinematografico Sergio Naitza), la rassegna “Cinema e censura”, promossa dall’associazione culturale Settima Arte, con il contributo della Regione Sardegna, Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport. Si tratta di 15 proiezioni divise in quattro blocchi più un seminario con lo storico del cinema Tatti Sanguineti, che alla censura ha dedicato studi e saggi, autore del documentario “Giulio Andreotti – Il cinema visto da vicino” (il racconto di come l’Italia democristiana del dopoguerra manovrò il cinema) previsto nel cartellone. Censura però non è solo l’intervento dell’occhialuto moralizzatore che si erge a difensore del comune senso del pudore: lo è anche quella che subiscono gli autori, penalizzati dai diktat dei produttori. È il caso del primo film in programma: “Greed” (Rapacità) del genio Erich von Stroheim, un affresco del muto, girato nel 1924, uno dei capolavori maledetti e mutilati della storia del cinema. Durava 4 ore, il produttore lo fece ridurre a 100 minuti: ma quel che resta è un film di una forza visiva unica, dove realismo e simbolismo concorrono a mettere in luce i guasti di una società americana votata al denaro e all’avarizia. In questo primo blocco sono previsti “Freaks” (1932) di Tom Browning, altro film con l’etichetta di maledetto, che restituisce umanità ai fenomeni da baraccone, riflessione sulla diversità fisica e sull’accettazione. A seguire “Diavolo in corpo” (1946) di Claude Autant-Lara, la storia di un amore adolescenziale e proibito fra un giovane e una donna sposata e “Jules e Jim” (1962) di François Truffaut, il libero triangolo fra una donna e due uomini: film che furono osteggiati dalla censura per la capacità di indagare sugli anfratti dell’amore fuori dalle rigide e bacchettone morali dell’epoca.