22 November, 2024
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Dopo l’anteprima della scorsa settimana, prende il via ufficialmente “Giro di vite – Memoria Società Teatro”, titolo e sottotitolo a voler significare un carosello di temi e vicende esistenziali, diversi fra loro, in una giostra dedicata al teatro sociale e della memoria. E nella nuova rassegna del Crogiuolo, sotto la direzione artistica di Rita Atzeri, irrompe il dramma della Shoah, in occasione della “Giornata della Memoria”.

Sabato 27 gennaio, alle 21.00, allo spazio Fucina Teatro della Vetreria di Pirri, va in scena “Lettera alla Madre”, tratto dal romanzo della scrittrice ungherese Edith Bruck, adattamento e regia di Alessandra Bedino, con la stessa Bedino, regista, autrice e attrice teatrale torinese ma di stanza ad Arezzo, e la musica dal vivo di Claudia Bombardella, compositrice, polistrumentista, cantante, nata a Lussemburgo.

«Cara madre, carissima madre, madre adorata, madre sconosciuta, madre sempre in collera, madre di tanti figli, madre cenere, madre… Come posso chiamarti? Non le ho mai scritto… Scrivere a una morta è da pazzi». Edith Bruck, nel 1988, al culmine della sua carriera di scrittrice e regista, inizia a scrivere una lettera a sua madre, morta ad Auschwitz nel maggio del 1944. Una donna ferita e allo stesso tempo invincibile, che ancora si interroga sul proprio destino di bambina ebrea trascinata a forza nei lager (Auschwitz, Dachau e Bergen-Belsen) e sopravvissuta ai suoi cari, su un Dio che sembra essere sempre troppo lontano, su uno Stato, quello d’Israele, che sembra non aver imparato niente dalla sua stessa storia. E’ una lunga impossibile lettera, quasi cinquant’anni dopo. Un atto d’accusa e una disperata richiesta d’amore, fra lite e riconciliazione, ribellione e preghiera.

«E’ un dialogo postumo, un dialogo mancato nell’infanzia, perché la figura materna per me è molto importante, perché da bambina mi sentivo incompresa, ferita, non amata – ha dichiarato Edith Bruck in un’intervista -. Io allora non capivo perché mia madre non ci dava retta, oggi lo capisco…  Era una donna disperata con tutti quei figli affamati che chiedevano e lei non poteva dare nulla… Sicuramente avevo bisogno di ricostruire il nostro rapporto, rappacificarmi con lei e con me stessa bambina ferita.»