22 December, 2024
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E’ in programma il 10, 11 e 25 novembre, alle 20.30, all’Exmà di Iglesias, organizzata dall’associazione culturale teatrale “Quinte emotive”, la rappresentazione di “Il berretto a sonagli”, di Luigi Pirandello, commedia in 2 atti per la regia di Paolo Angioni, con Cristina Pillola | Beatrice Fiorica, Giusy Fogu | Saracena – Assunta la Bella, Gisella Biggio | Fana, Mirko Cacciarru | Fifì la Bella, Leonardo Pani | Ciampa, Efisio Deiola | Delegato Spanò, Manuela Perria | Nina. Fotografo di scena Claudia Corrias, Musiche dal vivo Pinuccio Pumoni, Costumista Rosa Pinna.

Le rappresentazioni rientrano nel programma dell’“Ottobrata iglesiente 2017”.

“Il berretto a sonagli” mette in scena le vicende di Ciampa, scrivano alle dipendenze del Cavalier Fiorica, personaggio influente e stimato di una piccola e tranquilla città siciliana. A scuotere tale serenità interviene Beatrice, moglie del Cavaliere,  che scopre di essere stata tradita dal marito proprio con la moglie di Ciampa, la giovane e  avvenente Nina. Beatrice, disperata per l’infedeltà del marito, decide di denunciare i due amanti alle autorità. Nonostante la complicità di personaggi poco raccomandabili come la Saracena e confusionari come il delegato Spanò, Beatrice spera comunque di avere suo fratello Fifì, sua madre Assunta e la sua fedele domestica Fana, in accordo con la sua decisione. In realtà, il folle gesto sconvolge tutto il paese tanto che, gli stessi familiari,  tentano di dissuadere Beatrice. La paura che questo fatto possa turbare ulteriormente il normale status quo, infatti, prende il sopravvento e i personaggi si ritrovano a dover combattere contro le furie dell’ormai irrefrenabile Beatrice.

Luigi Pirandello, in questa commedia, utilizza lo stesso schema di “Cavalleria Rusticana” (un ambiente sociale dove l’infedeltà sessuale e il disonore sono questioni di vita e di morte) combinando la vicenda con l’ironia e il grottesco. Quello che viene fuori è una società malsana, allergica alla possibilità di cambiare. Come l’autore stesso fa dire a Ciampa: «in questa società siamo solo burattini (pupi)», anche noi facciamo parte di quella collettività che si raduna per assistere e sostenere lo spettacolo dei “pupi”.

Secondo le strane teorie del protagonista (Ciampa), gli esseri umani hanno in testa “tre corde”, ovvero tre modi di agire: la prima è quella del vivere sociale, la seconda quella della verità e la terza quella della follia. Tre stati della mente umana senza i quali «ci comporteremmo come bestie». Quasi a dire che, per Pirandello, la società e di conseguenza il teatro, siano tenuti insieme da una calcolata schizofrenia.