Il caso di un palo di cavi elettrici a bassa tensione sistemato all’interno di una tomba dei giganti, approda in Consiglio regionale.
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Il caso di un palo di cavi elettrici a bassa tensione sistemato all’interno di una tomba dei giganti, approda in Consiglio regionale.
Il caso, segnalato nel 2014 da un’associazione, si verifica a Sarroch, nel sito archeologico di San Liberno
Il gruppo “Sovranità, Democrazia e Lavoro” ha presentato un’interrogazione urgente al presidente della Regione, Francesco Pigliaru, e all’assessore dei Beni Culturali Claudia Firino.
«E’ un insulto alla storia della Sardegna e all’intero popolo sardo – afferma il primo firmatario Gianfranco Congiu – uno scempio che impone un immediato intervento della Regione. Il palo va rimosso al più presto.»
Come è possibile che accadano queste cose? A chiederselo è il consigliere Piermario Manca che invoca un’azione di controllo più stringente. «Prima di autorizzare interventi sul territorio è necessario verificare preventivamente la presenza di emergenze archeologiche – sostiene Manca – solo così si potranno evitare nuovi scempi».
La presenza di un palo elettrico all’interno del sito archeologico di San Liberno è inspiegabile anche dal punto di vista “tecnico”: «L’area si trova in una zona pianeggiante – sottolinea Augusto Cherchi – il palo poteva essere spostato di 50 metri senza problemi. Realizzare una colata di cemento in una tomba dei giganti è un atto delinquenziale. Chi ha dato l’autorizzazione?».
«La nostra iniziativa ha un duplice obiettivo – conclude il capogruppo di Sdl, Roberto Desini -, sollecitare un intervento delle autorità competenti e sensibilizzare l’opinione pubblica. Il sito di San Liberno è un patrimonio di tutti i sardi che va tutelato e valorizzato.»