22 November, 2024
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E’ stato firmato ieri, nella sala Giunta del Consiglio regionale, l’accordo di programma finalizzato alla realizzazione del #Campus universitario di Cagliari, nell’area ex Sem di viale la Playa. Il presidente della Regione Francesco Pigliaru e il sindaco di Cagliari Massimo Zedda hanno sottoscritto il documento insieme al Direttore generale dell’Università di Cagliari Aldo Urru, delegato del Rettore, e il presidente dell’ERSU di Cagliari, Antonio Funedda. Alla firma era presente anche l’assessore della Cultura e Pubblica istruzione Claudia Firino. L’intervento, come spiega il testo dell’accordo, è finalizzato a potenziare e qualificare l’offerta di servizi a favore degli studenti e nello stesso tempo «contribuisce ad accrescere la capacità attrattiva della città e dell’università». Il campus che conterà un totale di 505 posti letto, si comporrà di tre blocchi, avrà una mensa universitaria, campi e servizi sportivi, servizi culturali e parcheggi. Il costo complessivo è pari a poco più di 100 milioni di euro, di cui 74 circa a valere sui fondi FAS (Fondo Aree Sottoutilizzate)2000-2006 APQ Istruzione e università e il resto su FSC (Fondo Sviluppo Coesione) 2007-2013 APQ Conoscenza.
I lavori per il primo lotto inizieranno a febbraio 2015 e la conclusione è prevista per aprile 2017, mentre i tempi per il secondo lotto vanno da ottobre 2015 a luglio 2018.
«Il nostro impegno massimo è sbloccare più cantieri possibile, puntando soprattutto su quanto possa esserci più utile per il futuro – ha spiegato il presidente della Regione Francesco Pigliaru dopo la firma dell’accordo -. Questo di oggi, che riguarda l’istruzione delle nuove generazioni, lo è in modo particolare. Come mi trovo a dire spesso, il nostro compito è lavorare per rendere il contesto favorevole. In questo caso significa offrire opportunità ai nostri cervelli, non rischiandone la fuga.»
Il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, ha illustrato l’iter seguito in questi anni dal progetto, sottolineandone la complessità. «L’ottima collaborazione con questa Giunta regionale ha dato una significativa accelerata – ha detto Massimo Zedda -. Il campus, con la sua struttura, i suoi servizi e la considerevole dotazione di parcheggi si inserisce in un discorso di riqualificazione della città molto importante».
Secondo il Direttore generale dell’Università di Cagliari Aldo Urru, la firma di oggi è «un ulteriore passo per colmare il gap che esiste rispetto ad altre realtà universitarie. Ma è un corpo cui dare gambe, dobbiamo continuare l’impegno e proseguire rispettando i tempi che ci siamo dati».
Il presidente dell’ERSU, Antonio Funedda, ha sottolineato «il cambio di passo evidente per chi conosce la situazione del diritto allo studio in Sardegna. È il segno di un nuovo inizio – ha detto Funedda – ma abbiamo l’onere che ne conseguano atti concreti».
Soddisfazione è stata espressa dall’assessore Claudia Firino: «E’ un risultato importante, coerente con la nostra linea e il nostro impegno nell’ambito dell’edilizia scolastica. Sono certa che è solo il primo dei tanti progetti che prenderanno la giusta velocità e la giusta direzione».

 

Teatro lirico di Cagliari copia

Il Consiglio regionale ha respinto (consiglieri presenti 40, votanti 39, favorevoli 19, contrari 20), la mozione n. 45 presentata dal consigliere regionale Alessandra Zedda (Forza Italia), sul #Teatro lirico di Cagliari.

«L’iniziativa – ha detto Alessandra Zedda in apertura del suo intervento – nasce da una volontà propositiva e ha come obiettivo la valorizzazione e la promozione del Teatro ». Zedda ha proseguito ricordando che la Regione, unitamente al comune di Cagliari e al ministero dei beni Culturali, è socio della Fondazione Teatro Lirico che ha come obiettivo la promozione ai massimi livelli della cultura musicale.

«La Regione – ha spiegato Alessandra Zedda – ha sempre rispettato gli impegni erogando i finanziamenti alla Fondazione, altrettanto non si può dire per il Comune di Cagliari». Il consigliere di Forza Italia ha ricordato che l’amministrazione del capoluogo non ha ancora trasferito al Teatro il contributo obbligatorio del 2013 e l’acconto del 2014 nonostante abbia già approvato il bilancio di previsione. «In assenza di contributi – ha proseguito Alessandra Zedda – la Fondazione potrebbe essere costretta a chiedere un’anticipazione bancaria che potrebbe delineare un danno erariale». Alessandra Zedda ha poi rimarcato l’importanza del Teatro Lirico anche dal punto di vista occupazionale («in questa struttura lavorano centinaia di persone per le produzioni e gli allestimenti degli spettacoli, un’industria soft che deve essere valorizzata») e le polemiche relative al contratto di direttore artistico sottoscritto dal Cda della Fondazione con il nuovo sovrintendente Mauro Meli. «Le polemiche sollevate dal sindaco di Cagliari sono di natura ideologica e non tengono conto dei risultati raggiunti – ha detto Zedda – l’accordo è perfettamente in linea con le nuove disposizioni varate dal governo per i compensi dei manager pubblici e i numeri dicono che gli abbonamenti per la stagione in corso sono cresciuti del 38%».

Al termine del suo intervento, Zedda ha chiesto alla Giunta di riferire in Aula sulla situazione dell’Ente Lirico, di dare corso all’attuazione del Por Sardegna che a seguito della sentenza del Tar mette a disposizione del Teatro 2 milioni e 350mila euro e di completare l’erogazione del finanziamento destinato al risanamento dei debiti pregressi del Teatro, circa 4 milioni di euro.

Il consigliere della minoranza Edoardo Tocco ha ricordato il ruolo e la tradizione del Teatro Lirico di Cagliari ma ha dichiarato che è ancora più importante sottolineare le carenze. Da qui l’invito all’amministrazione regionale ad assicurare una strategia efficace per l’aspetto artistico e, soprattutto, per gli aspetti gestionali, «perché – ha dichiarato Tocco – il teatro è anche un’azienda». L’esponente di Fi del gruppo “Sardegna” ha poi polemicamente invitato l’assessore alla Cultura a verificare le recenti assunzioni al Teatro Lirico e ha ricordato la «cattiva immagine» procurata con il “caso” Crivellenti. Edoardo Tocco ha concluso con l’invito all’assessore Firino perché presti attenzione al Teatro di Cagliari e a tutti i teatri della Sardegna, ad incominciare dal Verdi di Sassari e dal teatro di Paulilatino.

Il consigliere del gruppo Sel, Francesco Agus, ha puntualizzato i recenti fatti accaduti al Teatro Lirico. In particolare ha indicato le date della nomina del sovrintendente Meli e gli importi devoluti per gli incarichi. Agus ha affermato che a Mauro Meli è stato riconosciuto un compenso di 120 mila euro\anno per ricoprire l’incarico di sovrintendente. Successivamente, nel mese di marzo, ha proseguito Agus, il sovrintendente ha avuto l’incarico dal Cda di direttore artistico con un compenso aggiuntivo di 60mila euro. «Il tutto – ha dichiarato Agus – con la contrarietà del presidente della Fondazione e nonostante fosse stata stipulato un contratto di consulenza con un altro soggetto per svolgere le medesime mansioni». L’esponente della maggioranza ha poi evidenziato come soltanto il 20 giugno scorso, il sovrintendete abbia firmato il contratto, con l’aggiunta dell’incarico da direttore artistico. Francesco Agus ha dunque sottolineato il generale scenario che caratterizza le attività artistiche e dello spettacolo e ha ricordato come i soli tagli statali alle fondazioni lirico sinfoniche sia stato di circa 10 milioni di euro. Agus è poi ritornato sui compensi del sovrintendente e ha affermato che «il dottor Meli percepisce un compenso di 111mila euro l’anno che significano – così ha dichiarato il consigliere di Sel – diecimila euro l’anno in più, rispetto ai compensi riservati al presidente della Regione Sardegna». Francesco Agus ha concluso ricordando che tutto il personale del Lirico ha avuto riduzioni negli stipendi e ha affermato che nei tre anni in cui al Teatro Lirico il sovrintendente era Crivellenti, i bilanci sono stati chiusi con un attivo.

Il consigliere del gruppo “Sardegna”, Paolo Truzzu, ha replicato al consigliere Agus ed ha ricordato che il tema all’ordine del giorno non è il sovrintendente del Lirico ma la situazione complessiva del Teatro di Cagliari. Il Lirico – a giudizio di Truzzu – rappresenta l’esempio di ciò che la politica non deve fare, cioè partecipare alle fasi gestionali della fondazione. «Le responsabilità di quanto accade al teatro – ha dichiarato l’esponente della minoranza – è chiara ed è in capo a chi tre anni fa ha scelto un sovrintendente al di fuori delle norme e delle logiche ma che continua a generare conflitti con il sovrintendente e il Cda dell’Ente, nonostante la sua linea sia stata sconfitta». A giudizio di Paolo Truzzu i litigi tra le istituzioni individuino chi certamente sarà sconfitto: i cittadini e gli operatori culturali e dello spettacolo. Il consigliere del gruppo “Sardegna” ha concluso con l’invito all’assessore Claudia Firino «perché esca dalle logiche di parte e affronti la situazione e il dibattito con il ruolo che gli compete in qualità di assessore regionale della Sardegna».

E’ quindi intervenuto il consigliere dei Rossomori Paolo Zedda che dopo aver ricordato le ultime vicende del Teatro Lirico ha sottolineato l’importanza della legge n. 112 del 2013 che ha come finalità il riordino e il risanamento finanziario delle Fondazioni lirico-sinfoniche. «La questione vera – ha sostenuto Zedda – è la spesa  fuori controllo. L’indirizzo del sindaco di Cagliari va nella giusta direzione: riportare dentro i binari la spendita di risorse pubbliche». L’esponente dei Rossomori ha poi parlato dell’attuale gestione del Teatro affidata al Sovraintendente Mauro Meli. «Occorre verificare come si stanno spendendo le risorse e se gli impegni finanziari in linea con le previsioni di bilancio». Zedda ha poi ricordato all’Aula che il prossimo 30 giugno scadranno i termini per la riscrittura dello Statuto della Fondazione. «La Regione – ha concluso – ha il dovere di verificare che i tempi vengano rispettati».
Da Paolo Zedda, infine, un auspicio: «Il teatro deve essere più aperto e puntare non solo agli spettacoli di musica lirica e sinfonica ma aprirsi anche al jazz, alla pop music e alla musica etnica».

Il consigliere Piero Comandini (Pd) ha detto di aver notato nel dibattito la presenza «di ottimi suonatori ma anche di qualche pifferaio e, non sempre, di buona musica». Al di là delle cronache di questi mesi, Comandini ha invitato l’Aula a riflettere «su quello che è successo negli ultimi vent’anni in Italia, dove molte fondazioni avrebbero chiuso se non fosse intervenuto il governo nel 2013». I valori culturali espressi dalle fondazioni sono stati giustamente considerati più importanti dei buchi di bilancio ma in cambio, ha sottolineato il consigliere del Pd, «è stato tracciato un nuovo quadro di regole: gestione aziendale e manageriale, conti in ordine». Il problema non è nel nostro cortile di casa, ha aggiunto, «dato che, come prevede il  decreto valore cultura, il nuovo sovrintendente sarà nominato dal ministero così come il presidente del collegio dei revisori dei conti che sarà un magistrato della Corte dei conti, mentre entro il 2016 le fondazioni dovranno arrivare all’equilibrio strutturale di bilancio, altrimenti c’è il rischio di chiusura». «Un quadro – ha concluso Piero Comandini – che impone a tutti di guardare al futuro».

L’assessore della Cultura Claudia Firino, esprimendo il parere della Giunta, si è soffermata, dettagliatamente, sul quadro che regola l’attività delle fondazioni e sulle sue trasformazioni. «Fra l’altro – ha osservato – occorre approvare il nuovo statuto dell’ente, come hanno sollecitato i rappresentanti della stessa Regione, anche perchè  a novembre scadrà il mandato del consiglio di amministrazione». Per quanto riguarda i finanziamenti, l’assessore ha affermato che «nel 2014 si è operato con continuità liquidando complessivamente circa 4 milioni più della prima rata del prestito straordinario pari a circa 4 milioni, mentre la seconda non è stata erogata a causa dei vincoli patto stabilità». «L’intervento finanziario della Regione – ha detto inoltre l’assessore Firino – è stato possibile solo a fronte della presentazione di un piano di risanamento presentato ad agosto  in cui la fondazione si impegnava a ridurre le spese di gestione, operando attraverso una nuova progettualità per intercettare fondi Ue». «Alcune parti del piano sono state realizzate, altre ancora no – ha concluso l’assessore – ma la Giunta è intenzionata a esercitare fino in fondo il suo ruolo di controllo ed indirizzo».

Il consigliere Alessandra Zedda (FI) ha dichiarato che «fermarsi ad una rassegna della normativa vigente non risolve i problemi sollevati dalla mozione, a cominciare dal comportamento del sindaco di Cagliari che per noi resta censurabile». Nessuno vuole mettere in dubbio che fondazioni debbano essere gestite col massimo dell’efficienza e con la capacità di competere sul mercato, ha continuato Zedda, «ma i soci, regione Sardegna e comune di Cagliari, devono fare la loro parte». Dopo aver sollecitato chiarezza sull’utilizzo dei fondi europei, il vice capogruppo di FI ha auspicato il potenziamento dei progetti di rilancio che tutti, a cominciare dalle istituzioni, devono perseguire.

La mozione, come riportato in apertura, è stata respinta con 19 voti favorevoli e 20 contrari sui 39 consiglieri votanti (40 i presenti).

Le altre delibere approvate oggi
Approvato dalla Giunta un atto di indirizzo per i commissari delle quattro Province soppresse dal referendum abrogativo, le cosiddette nuove Province. Nell’atto si individuano e definiscono i limiti azione dei commissari e si dà una precisa indicazione di contenimento della spesa, a cui i commissari devono rigorosamente attenersi.
Giunta Pigliaru

Laore e Agris cominciano a dialogare tra loro. Una delibera, presentata oggi in Giunta dall’assessore dell’Agricoltura Elisabetta Falchi, lo sancisce. Il dialogo avviene sui controlli delle produzioni agroalimentari a denominazione e indicazione di origine protetta e a marchio di qualità. La vecchia amministrazione aveva trasferito il compito da Laore ad Agris, lasciando le competenze in Laore. Ora il dialogo permette a Laore di effettuare le verifiche e ad Agris di emettere le certificazioni. Un passaggio indispensabile per evitare il blocco che si era creato. Ma solo una soluzione temporanea in attesa della completa riorganizzazione delle agenzie agricole della Regione.

Sempre su proposta dell’assessore Falchi, sono state approvate altre tre delibere: una che aggiorna i confini del Consorzio di Bonifica della Sardegna centrale, una che proroga i termini di presentazione delle comunicazioni sui reflui, una che stanzia oltre 4 milioni per i Libri genealogici.

Come annunciato in occasione della delibera di commissariamento di Sardegna Promozione, oggi l’assessore del Turismo Francesco Morandi ha presentato la delibera che istituisce l’Unità di missione Expo. La struttura operativa coordina tra loro gli assessorati del Turismo, dell’Agricoltura, della Sanità e dell’Industria. I temi che la Sardegna affronterà nell’esposizione internazionale dell’anno prossimo a Milano riguardano infatti la filiera dell’agroalimentare e la longevità. Proprio per sviluppare questo tema è stato coinvolto anche l’assessorato della Sanità. L’assessorato degli Enti locali inserirà nel programma della Sardegna all’Expo anche il progetto “I borghi della salute” attualmente in fase sperimentale nei paesi della Marmilla. Interessante anche il progetto, proposto da Morandi, “Sardegna spiaggia dell’Expo“. La Giunta, nell’approvare la delibera, si è assunta il compito di continuare a definire gli indirizzi strategici.

La Giunta ha poi approvato la delibera presentata dall’assessore dell’Industria Maria Grazia Piras che stanzia 6 milioni per la custodia e messa in sicurezza della miniera della “Fluorite di Silius” in liquidazione, in attesa della conclusione delle lunghe procedure relative al bando di concessione vinto da Fluorsid.

Ampia e ricca di valutazioni positive la relazione, approvata dalla giunta, sull’attività dell’Istituto superiore regionale etnografico presentato dall’assessore della Cultura Claudia Firino. Positivo anche il bilancio economico dell’Isre.

La Giunta ha poi approvato lo statuto dell’Agenzia regionale del lavoro presentato dall’assessore Virginia Mura e due delibere presentate dall’assessore della Sanità Luigi Arru. Con la prima si avviano i piani personalizzati di sostegno relativi alla legge 162. Con la seconda vengono stanziati 500mila euro a favore delle associazioni di volontariato che operano nel campo dell’assistenza agli infermi.

Prorogata, con l’approvazione della delibera presentata dall’assessore agli Affari generali Gianmario Demuro, la validità della convenzione tra la Regione e la società in house SardegnIT. La scadenza è ora il 31 dicembre 2014.

Tra le delibere presentate dall’assessore al Bilancio Raffaele Paci, una precisa lo sconto Irap per le amministrazioni pubbliche con attività commerciali e una trasferisce 11mila euro da fondo di riserva al piano di stabilizzazione dei precari.

Infine le tre delibere presentate dall’assessore dell’Ambiente Donatella Spano e approvate dalla Giunta. Con la prima si definisce un accordo con Comieco per la raccolta e il riciclo degli imballaggi. Un accordo analogo, ha annunciato Spano, è in corso di definizione, con il Consorzio regionale carta e cartone. Con la seconda si approva il bilancio della Conservatoria delle coste. Con l’ultima si aggiorna il piano di gestione dei rifiuti del porto di Arbatax.

 

Domani venerdì 20 giugno, a partire dalle ore 10.00, al #THotel di Cagliari, si terrà il convegno sul diritto allo studio in Sardegna, organizzato dalla #Federazione di Cagliari del PdCI-Sinistra sarda. Nel corso del convegno verranno affrontate tematiche legate al diritto allo studio e saranno individuate proposte politiche per rafforzare l’istruzione a livello regionale. Interverranno Nicola Ibba (responsabile istruzione PdCI – Sinistra sarda), Francesco Pitirra (rappresentante studenti CDA Ersu Cagliari), Federica Atzeni (senatrice accademica UNICA), Fabio Botta (direttore del dipartimento di giurisprudenza UNICA), Carlo Turno Artemalle (Centro d’iniziativa democratica), Giosuè Cuccurazzu (giovane amministratore locale), nonché i consiglieri regionali della Sinistra sarda, Alessandro Unali e Fabrizio Anedda. Sono stati invitati a partecipare al convegno il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, e l’assessore della Pubblica istruzione, Claudia Firino. Coordineranno il convegno ed il successivo dibattito, Marxina Casula (Segretaria Federazione di Cagliari PdCI-Sinistra sarda) e Giovannino Deriu (Coordinatore regionale PRC-Sinistra sarda).

Si conclude domani, 19 giugno, a Cagliari, presso la Sala conferenze del #Piccolo Auditorium comunale, in piazza Dettori 8, a Cagliari, il progetto #ICoD – Insieme contro ogni discriminazione.

Il progetto, co-finanziato dal Fondo europeo per integrazione di cittadini di Paesi terzi (FEI) nell’ambito dell’azione “Rete Nazionale Antidiscriminazioni”, è stato realizzato dalla Presidenza della Regione Sardegna in partenariato con la provincia di Cagliari, il comune di Oristano, l’Asl 8 di Cagliari, l’organizzazione non governativa Soleterre-strategie di pace Onlus, l’Unicef, la Fondazione Caritas San Saturnino Onlus, l’Università degli studi di Milano – Bicocca e l’Osservatorio sui media Cares di Pavia.

L’incontro, che vedrà la partecipazione degli assessori regionali alla Pubblica Istruzione, Beni culturali, Informazione, Spettacolo e Sport, Claudia Firino, e al Lavoro, Formazione professionale, Cooperazione e Sicurezza sociale, Virginia Mura, del direttore dell’Area Advocacy nazionale e internazionale Unicef Italia, Ferruccio Cortesi, e di Marco Zurru, docente di Sociologia economica della facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Cagliari, oltre che la presenza di tutti i partner sardi e nazionali coinvolti, costituisce un momento pubblico di presentazione dei risultati raggiunti e l’occasione per una riflessione condivisa con le istituzioni e gli attori che operano con gli stranieri sul territorio.

Alla presentazione del progetto, di cui sarà distribuito ai presenti una breve pubblicazione del rapporto di sintesi, seguirà poi alle ore 12.00 una tavola rotonda dal titolo “Le nuove sfide del territorio contro discriminazione e xenofobia”, moderata dal giornalista dell’unione Sarda Giuseppe Deiana.

Consiglio regionale 42 copia

Il Consiglio regionale ha approvato ieri sera, con i voti favorevoli dei 28 consiglieri della maggioranza presenti in Aula e l’astensione dei consiglieri di minoranza, il disegno di legge n. 9/A sull’edilizia scolastica che stanzia 30 milioni di euro per gli interventi urgenti, impiegando le risorse stanziate, nel 2014, sul #Fondo per lo sviluppo e la competitività per la realizzazione di opere cantierabili, Programmi integrati d’area e a interventi di fiscalità di sviluppo.

Ad aprire il dibattito è stato il relatore di maggioranza, il capogruppo del Pd Pietro Cocco, il quale ha sostenuto l’importanza del Dl 9 in sintonia con quanto annunciato in campagna elettorale. «L’esecutivo persegue un obiettivo strategicamente primario nelle politiche tese ad arginare i preoccupanti segnali di debolezza del sistema di istruzione anche attraverso il miglioramento delle strutture scolastiche. In un territorio come il nostro – ha affermato Cocco – dove il fenomeno della dispersione scolastica ha raggiunto livelli preoccupanti, è urgente attuare provvedimenti volti a diminuirne la portata cercando di arginarlo». Per questo motivo il capogruppo del Pd ha detto di non condividere la posizione assunta in Commissione dalla minoranza sull’utilizzo del capitolo di spesa in questione. Un intervento che vede i giovani e la scuola in primo piano, ma anche di rendere immediatamente cantierabili le opere dando così anche un po’ di ossigeno al settore dell’edilizia. «L’immediata cantierabilità, contribuisce, come effetto indotto, a creare un minimo di ristoro al settore dell’edilizia duramente colpito dalla crisi economica – ha affermato – un settore che in Sardegna rappresenta uno dei volani di sviluppo che può contribuire a creare nuove e durature opportunità per soddisfare la richiesta di lavoro che proviene dalla società». Pietro Cocco ha rassicurato la minoranza sulla possibilità di recuperare alcuni progetti approvati precedentemente. Non tutti, ma probabilmente alcuni potranno essere confermati.

Il presidente Ganau ha dato quindi la parola al relatore di minoranza, Alessandra Zedda (Forza Italia), la quale ha evidenziato la mancanza di notizie certe in merito al patto di stabilità, in particolare alla possibilità  di escludere dal patto le spese per l’edilizia scolastica. Il consigliere di Forza Italia ha anticipato la contrarietà della minoranza verso questo disegno di legge, un’azione di governo «che va a discapito dello sviluppo della Sardegna». La Zedda ha poi continuato: «Pur rilevando la fondamentale importanza dell’edilizia scolastica, sottolineiamo che l’idea di sviluppo per la Sardegna e dei suoi territori non può essere monotematica ed abbraccia un ventaglio di temi più ampi. Prendiamo atto che si vorrebbe destinare 30 dei 40 milioni stanziati per le opere cantierabili e Piani integrati d’area che la precedente Giunta ed il Consiglio regionale avevano destinato a progetti per lo sviluppo inteso nel suo complesso e destinarli quasi interamente all’edilizia scolastica».

Per il relatore di minoranza l’opposizione «non può né vuole sostenere atti che, anziché partire da una verifica di quanto è stato programmato, dello stato di attuazione dei lavori in corso e di quanto realizzato, partono invece da uno stanziamento aggiuntivo di 30 milioni, anzi potrebbero ridursi sino a 24 perché destinati anche a nuovi progetti. Mi chiedo se sia stato fatto un puntuale monitoraggio dei progetti relativi almeno agli anni 2011, 2012 e 2013 cioè quelli già programmati e finanziati anche per vostra ammissione con le risorse: 35 milioni FSC 2007/2013, i 28 milioni della delibera CIPE 79/2012 di cui 3,444.000 mila destinati dai Fondi obiettivi di sviluppo per le strutture della prima infanzia. Ancora i 5 milioni della legge n. 98 del 2013 per il rilancio dell’economia a favore della riqualificazione e messa in sicurezza delle istituzioni scolastiche di cui al decreto 15 ottobre 2013, n. 12 dell’assessore della pubblica istruzione, di cui non fate nessun cenno. Questi progetti come stanno procedendo? Che fine faranno?». E ha poi chiesto all’assessore Claudia Firino: «Leggiamo fra le righe che proprio i 35 milioni del fondo FSC sono in fase di ridefinizione programmatica e strategica. L’assessore ci spiegherà cosa vuole fare?». Zedda ha confermato il pieno sostegno alla scuola, «e in particolare riteniamo che gli investimenti sull’edilizia scolastica siano importanti, anzi determinanti per il recupero edilizio e la messa in sicurezza delle strutture destinate proprio ai nostri studenti, soprattutto nei comuni, specificatamente quelli più piccoli e quelli colpiti dagli eventi accidentali e naturali, che hanno drammaticamente compromesso il funzionamento e l’esistenza della stessa istruzione che oggi resta insieme alla famiglia e alla chiesa uno dei fondamentali pilastri della società». Il consigliere di Forza Italia ha infine ricordato che la legge finanziaria 2014 era incentrata sugli investimenti per lo sviluppo, attraverso disegni di legge in materia di opere cantierabili, piani integrati d’area e interventi sulla fiscalità di sviluppo: «Di tutto questo nulla si potrà fare se tutte le risorse saranno destinate all’edilizia scolastica. Ricordo che solo con le opere cantierabili sono stati approvati 98 progetti per 45.493.463,84 euro, più il cofinanziamento enti locali si arriva ad un totale di 63 milioni di euro circa ed ad oggi sono stati comunque erogati 34.500.000 euro per gli anni 2011 e 2012 e con la deliberazione n. 38/20 si arriva a 197 opere; infatti è stato disposto lo scorrimento di altri 99 progetti da aggiungere ai 98 del 2012. Ma ad oggi non risultano esserci spazi finanziari per i provvedimenti di delega.  Mi è d’obbligo far notare  – ha concluso il consigliere Zedda – che dei 93 milioni a cui si fa riferimento, 63 milioni sono già stati destinati alla Sardegna e programmati dalla precedente amministrazione e per ora, quello che si fatto è stato sottrarne 30 aggiuntivi già indirizzati per lo sviluppo delle attività produttive e progetti di riqualificazioni delle amministrazioni locali. Ecco perché i capigruppo della minoranza propongono un emendamento sulla differente copertura finanziaria».

Il consigliere del Pd, Gavino Manca, in apertura del suo intervento, ha definito il disegno di legge in discussione in Aula «importante anche se non esaustivo ma utile per segnare la strada della giunta e della maggioranza su un obiettivo strategico, quale è l’istruzione». Il presidente della Seconda commissione ha sottolineato il suo favore per procedere con l’applicazione del programma di governo, perché significa, ha spiegato Manca, dimostrare di mantenere gli impegni assunti con i cittadini sardi. A questo proposito l’esponente del centrosinistra ha ricordato i dati dell’affluenza delle recenti consultazioni elettorali per evidenziare quanto sia elevato il numero dei “disillusi” e degli “sconfortati” che si allontanano dalle urne e dalla “politica”. «Quindi – è l’invito di Gavino Manca – serve mantenere gli impegni assunti sul tema dell’istruzione, sul recupero della dispersione scolastica e anche per migliorare le strutture, dalle aule, ai laboratori alle mense scolastiche».

Il disegno di legge 9/A, a giudizio del consigliere Manca, è dunque «un primo passo, sicuramente perfettibile, sicuramente non risolutivo di un tema difficile e complicato da risolvere». Per l’esponente dei democratici sono chiari «i numeri del disastro e l’assoluta inderogabilità di interventi immediati» ma è altrettanto evidente come «negli ultimi decenni non vi sia stata né attenzione e tantomeno una programmazione concreta per mettere freno al disastro e favorire un’inversione di marcia per avvicinarsi ai parametri europei». Gavino Manca ha rimarcato come «a livello nazionale la consapevolezza di questa urgenza è stata fatta propria dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi, nel suo intervento programmatico per la fiducia alla Camera ed ha trovato piena corrispondenza nell’azione politico-amministrativa di questi mesi». «Non esistono più scuse – ha ammonito il presidente della Seconda commissione consiliare – in Sardegna bisogna affrontare senza indugi il tema dell’istruzione».  A questo proposito, il consigliere del Pd, ha auspicato l’approvazione di una nuova legge sull’istruzione che superi la legge 31, a trent’anni esatti dalla sua prima approvazione.

Gavino Manca ha concluso affermando che con l’approvazione del disegno di legge «la Sardegna segue l’esempio indicato in campo nazionale dal premier, Matteo Renzi, per quanto attiene celerità, tempistica e rispetto degli impegni programmatici». «Dal prossimo primo luglio – ha infatti dichiarato il consigliere regionale del Pd – il governo Renzi parte con un programma che prevede un miliardo di euro per le scuole e circa ventimila cantieri in tutta Italia». Gavino Manca ha anche sottolineato le ulteriori opportunità offerte dal decreto del presidente del Consiglio dei ministri, approvato lo scorso venerdì, che esclude dal patto di stabilità interno i Comuni che hanno in progetto di costruire nuove scuole o che hanno in programma interventi di abbellimento e di messa in sicurezza degli edifici scolastici.

Il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha dunque concesso la parola al consigliere del gruppo Forza Italia, Ignazio Locci, che ha espresso perplessità sulla discussione del provvedimento in materia di edilizia scolastica e ha definito l’iniziativa dell’esecutivo e della maggioranza consiliare «il pagamento di una cambiale elettorale». Locci ha proseguito avanzando ulteriori critiche facendo esplicito riferimento alle strumentalizzazioni che, a suo giudizio, sono state fatte all’indomani «del crollo di una pignata al Liceo Dettori di Cagliari». «Un vero e proprio spot elettorale – lo ha definito Locci – che è servito a rappresentare una situazione di decadenza delle scuole che non corrisponde alla realtà dei fatti». Il consigliere della minoranza ha quindi espresso contrarietà per la sottrazione dei circa 35 milioni di euro dal capitolo per le opere immediatamente cantierabili, per finanziare gli interventi stabiliti in legge.

Il consigliere Salvatore Demontis (Pd) ha affermato che in realtà, con la legge in discussione, «si affronta uno dei nodi strategici del programma della coalizione, non ci sono cambiali da pagare ma interventi sull’istruzione nel suo complesso e non solo sull’edilizia scolastica». Quanto ai rilievi dell’opposizione sulle copertura, per Demontis sono infondati: «Abbiamo ritenuto di individuare le coperture dal fondo per la competitività perché era quello che garantiva una disponibilità immediata, significa che riteniamo altri interventi li riteniamo meno importanti dell’istruzione, la politica ha il dovere di scegliere ed è dovere della politica farlo quando le risorse sono scarse». Non pensiamo, ha concluso il consigliere del Pd, «di risolvere tutti i problemi dell’edilizia, ma questi interventi daranno una mano a rimettere in moto l’economia nelle piccole realtà ed anche a frenare lo spopolamento dei piccoli comuni».

Il consigliere Stefano Tunis (FI)  ha intravisto nel provvedimento della maggioranza «il germe di una iniziativa politica frettolosa che vuole personalizzare un percorso che nei fatti non era di questa maggioranza e di questa Giunta». E’ difficile pensare, ha sostenuto, «che in pochi mesi siano emerse dai contatti col sistema delle autonomie misure di così grande qualità rispetto a quelle messe in campo sulla stessa materia nella scorsa legislatura». Secondo Tunis, al contrario, «il lavoro buono che è stato fatto va salvato perché è il fulcro dell’interesse comune che dobbiamo perseguire ed è quindi un errore trascurare progettualità di ottimo livello sviluppata nel corso degli anni». Dopo aver auspicato un confronto più «virtuoso fra maggioranza e minoranza», il consigliere Tunis ha invitato tutti a riflettere su una scelta che ha sottratto risorse preziose «ad innovazione e sviluppo che meritavano ben altra attenzione, temi di respiro strategico che non possono essere sacrificati in nome della volontà di mettere il capello su cose di altri».

Ha quindi preso la parola Francesco Agus (Sel). «La morte di una comunità – ha detto in apertura del suo intervento – si verifica quando chiude una scuola, fino a quando c’è un bambino che frequenta un’aula la comunità continua ad esistere». Agus ha ricordato le problematiche che affliggono il sistema dell’istruzione in Sardegna, soprattutto nei piccoli centri e nelle periferie: edifici fatiscenti, strutture non a norma, crollo degli iscritti e decisioni ragionieristiche prese altrove. «In guerra – ha affermato Agus – la scuola è l’ultima cosa che chiude e la prima che si riapre quando torna la pace. Se si lasciano cadere a pezzi gli edifici si manda un messaggio chiaro: studiare non è più un diritto ma un privilegio». L’esponente della maggioranza, nel ribadire l’importanza del disegno di legge in discussione, ha sottolineato l’esigenza di un provvedimento organico sull’istruzione. «Oggi è un buon inizio – ha concluso Agus – l’edilizia scolastica ha bisogno di interventi urgenti ma occorre mettere mano anche al dimensionamento scolastico, alla didattica e al grave problema della dispersione scolastica. Solo così potremo coltivare la speranza di avere in futuro un’Isola più colta e una classe dirigente all’altezza dei tempi».

Gianni Tatti (Udc), consigliere dell’Udc e sindaco di Ruinas, ha espresso forti dubbi sulla necessità di intervenire con una legge specifica per l’edilizia scolastica. «Nei comuni sardi – ha spiegato Tatti – molti interventi di ristrutturazione e messa a norma delle scuole sono stati inseriti nel piano delle opere cantierabili. Il mio comune ha investito importanti risorse in questa direzione, mi spaventa oggi lo stravolgimento dello scenario con lo spostamento di ingenti risorse da un capitolo all’altro del bilancio regionale». Tatti ha quindi segnalato all’Aula le enormi difficoltà che si trovano ad affrontare i piccoli centri della Sardegna. «E’ vero – ha concluso il consigliere dell’Udc – che la scuola è una priorità, ma è altrettanto vero che nei paesi si muore di fame. Come responsabili delle nostre comunità abbiamo il dovere di metterci una mano sulla coscienza per capire se abbiamo fatto fino in fondo il nostro dovere».

Il presidente Ganau ha dato poi la parola al consigliere di Forza Italia Oscar Cherchi, il quale ha concordato sul fatto che si tratti di un disegno di legge sicuramente urgente, visto tutto quello che accade nelle scuole italiane e sarde. Secondo Cherchi però è un testo «molto controverso soprattutto nella parte economica», perché le risorse, circa 30 milioni di euro, verrebbero sottratte «con giochi di prestigio ad altri settori altrettanto importanti», come le opere cantierabili e i Pia. «Questo disegno di legge – ha proseguito Cherchi – non propone una soluzione, ma demolisce altre iniziative altrettanto fondamentali per la Sardegna». Secondo il consigliere azzurro non si può fare una programmazione di spesa esclusivamente a vantaggio di un settore, seppur molto importante, lasciando indietro gli altri. Cherchi ha chiesto alla Giunta di riferire a che punto siano le trattative con il Governo Renzi sul patto di stabilità, in particolare sull’eliminazione dei fondi sull’edilizia scolastica dal patto. Cherchi ha anche esortato la maggioranza a valutare a che punto siano i diversi piani avviati negli ultimi tre anni per la messa in sicurezza degli istituti scolastici. «Meglio – secondo il consigliere di Forza Italia – concludere i progetti già in corso piuttosto che iniziarne altri. Cosa accadrebbe diversamente ai progetti già finanziati?».

Favorevole alla legge il consigliere del Pd, Piero Comandini, il quale ha affermato che «mandiamo i nostri ragazzi a studiare in impianti fuori norma, in ambienti inadatti per apprendere, e la qualità degli ambiente è anche alla base della dispersione scolastica». Comandini ha ricordato il crollo del soffitto del Liceo classico “Dettori” di Cagliari, dove si è rischiata la tragedia. «Investire sulla scuola e sul sapere è il miglior investimento economico che si possa fare. È questa la scelta strategica della Giunta e i 93 milioni non sono ancora sufficienti».

Il presidente Ganau ha dato, quindi, la parola al capogruppo di “Soberania e Indipendentzia”, Emilio Usula, il quale ha condiviso il disegno di legge presentato dalla Giunta Pigliaru: «È una norma urgente, opportuna e condivisibile. Un modo nuovo di intendere un progetto di sviluppo che si basa sull’istruzione, puntando sui nostri ragazzi». Per Usula occuparsi di scuola e istruzione non significa disimpegnarsi verso altri settori, ma ha anche chiesto alla Giunta di chiarire il significato della frase, scritta nel comma 1 dell’articolo 1, che prevede di «garantire la ripartizione territoriale delle risorse». Per Usula bisogna «potenziare le aree dove è più forte l’abbandono scolastico».

Il capogruppo dei Riformatori sardi, Attilio Dedoni, ha riconosciuto l’importanza del tema oggetto del dibattito consiliare ma ha evidenziato che con l’esame del disegno di legge n. 9/A si «affronta il tema dell’edilizia scolastica ma non quello dell’istruzione». L’esponente della minoranza si è dichiarato d’accordo sulla necessità degli interventi nelle strutture che da tempo non hanno registrato attenzioni e risorse. «Infatti – ha spiegato il consigliere Dedoni – nelle commissioni abbiamo tenuto atteggiamenti e condotta politica conseguenti». Il capogruppo della minoranza ha quindi dichiarato di non condividere, invece, le affermazioni rese dal capogruppo del Partito Democratico, quando, in sede di svolgimento della relazione di maggioranza ha confermato, a giudizio di Dedoni, che «il disegno di legge è il saldo di quanto promesso in campagna elettorale». Il consigliere dell’opposizione ha dunque espresso critiche per la copertura finanziaria del provvedimento («si tolgono risorse ai capitoli che danno respiro alle imprese e un po’ di lavoro»). Attilio Dedoni ha poi evidenziato le difficoltà cui vanno incontro gli Enti Locali e ricordato come di recente, un Comune che aveva avanzato richiesta per realizzare una nuova aula della scuola media del paese, abbia ottenuto le risorse per realizzare l’opera soltanto dopo che l’intera scuola è stata chiusa.

L’esponente dei Riformatori nella parte conclusiva del suo intervento si è detto pronto ad affrontare non solo gli aspetti riguardanti l’edilizia scolastica ma soprattutto quelli inerenti l’istruzione, ricordando le ingenti risorse, destinate nel corso degli ultimi anni, per combattere la dispersione scolastica. «Serve capire come sono state utilizzati i denari», è l’invito del consigliere Dedoni che ha ricordato il basso numero di laureati sardi per affermare che «è necessario anche predisporre approfondimenti su come le Università di Cagliari e Sassari utilizzino le risorse che la Regione stanzia per gli Atenei».

Il capogruppo di “Sardegna Vera”, Efisio Arbau, ha definito il disegno di legge in discussione «importante» e ha ricordato come il tema sia tra gli impegni assunti dal centrosinistra in campagna elettorale. «E’ il secondo impegno che manteniamo – ha aggiunto Arbau – dopo quello che riconosce gli indennizzi agli allevatori per la Blue Tongue». I due risultati sono citati dal consigliere eletto nelle liste de “La Base” per contrapporli alla mancata attuazione del primo impegno assunto nella campagna elettorale del 2009 dall’allora candidato Cappellacci, per quanto riguarda la riscrittura del Piano regionale paesaggistico. L’esponente della maggioranza ha sottolineato che il provvedimento all’esame dell’Aula contiene una importante novità perché prevede un unico centro amministrativo con effetti positivi sulla spendita delle risorse.

Il capogruppo Arbau ha dunque sottolineato il favore per gli interventi in materia di edilizia scolastica ed ha auspicato che da subito si affronti il tema della scuola e dell’offerta scolastica. «Serve una scuola del territorio – ha dichiarato Arbau – una scuola di qualità, senza le pluriclassi, al passo con i tempi e in linea con i bisogni delle nuove generazioni». Il capogruppo di “Sardegna Vera” ha concluso il suo intervento sottolineando la necessità «di ripartire dagli istituti agrari» in considerazione dell’importanza e del ruolo del comparto agricolo in Sardegna.

Il capogruppo dell’Udc, Luigi Rubiu, ha rivolto critiche alla maggioranza «per la scelta di utilizzare il tema importante dell’edilizia scolastica per proseguire nella campagna elettorale». L’esponente della minoranza ha definito il provvedimento «fantasioso e privo di credibilità, visti i vincoli del patto di stabilità». Il capogruppo Rubiu ha criticato la copertura finanziaria della legge e ha denunciato una sproporzione nella quota percentuale di risorse destinate alla progettazione. «Il 20% dei 30 milioni complessivi destinati alla progettazione – ha concluso Rubiu – è una cifra troppo elevata e che non è in linea con quanto la Regione destini alle progettazioni per opere finanziate: al massimo il 6% per i progetti e il 3% per la direzione lavori».

Il consigliere Roberto Deriu (Pd) ha ribadito la posizione favorevole del partito e del gruppo, «perché è parte del programma ma soprattutto perché quello dell’istruzione è un problema centrale della società sarda, una priorità, un argomento non ordinario, una delle linee guida della nostra politica». Soffermandosi poi sul rapporto con le scuole e gli enti locali, Deriu ha sostenuto che «sono dettagli dei quali si occuperà la giunta, il punto centrale restano la forza e l’impatto dell’intervento, l’investimento sui giovani e sul futuro, su uno sviluppo economico che può ripartire proprio dall’istruzione». La politica scolastica, ha infine affermato l’esponente del Pd, «ha bisogno anche di altro e ne siamo consapevoli ma stiano iniziando un percorso che meriterebbe, anzi, una sessione speciale del Consiglio; ci interessano le mura ma ancora di pi le intelligenze migliori della nostra società».

Il consigliere Alessandra Zedda (FI) ha manifestato invece preoccupazione per l’andamento del dibattito. «Siamo tutti per l’istruzione, la sicurezza e l’efficienza – ha detto – il problema è che state dicendo no all’individuazione di diverse coperture che non impatterebbero su attività produttive, una chiusura incomprensibile». L’esponente dell’opposizione ha espresso inoltre forti perplessità sulla possibilità di avviare nuove progettazioni e chiuderle in soli sei mesi. Spero di sbagliarmi, ha commentato, «ma qui si sta ragionando senza tener conto della realtà, così come con tutta probabilità si sta lavorando senza manca una analisi compiuta della situazione esistente, a cominciare dalle risorse disponibili e non ancora spese».

Per la Giunta, e in sostituzione dell’assessore Claudia Firino, assente per una indisposizione, l’assessore della Programmazione Raffaele Paci ha affermato: «E’ vero, siamo qui per pagare una cambiale elettorale e spero che lo faremo molto spesso, è un impegno preso con gli elettori ma si deve fare così, non ci trovo niente di strano». «La Giunta – ha poi spiegato l’assessore – vuole avviare con questo provvedimento un programma complessivo che vuole puntare sull’istruzione e sulla formazione, fermo restando che i problemi dell’istruzione e della dispersione scolastico sono ben altri, in una Regione come la nostra che ha la performance peggiore d’Italia e situazione peggiore anche in termini di edilizia». Citando la massima keynesiana «affrontiamo l’emergenza pensando al futuro», Paci ha aggiunto che «si apriranno cantieri guardando al futuro in un settore considerato strategico, poi si andrà avanti con riforma di legge regionale di settore e molto altro». Nell’azione dell’esecutivo, ha proseguito, «c’è continuità con quanto fatto precedentemente, progetti e risorse non li cancelliamo, mettiamo solo i fondi a sistema, col supporto di un nuovo progetto di sistema informativo già buon punto che ci ha fornito molti dati: su 330 comuni sono pervenute 230 domande più quelle delle province e delle unioni dei comuni e progetti per un controvalore di 457 milioni». Ovviamente, ha chiarito l’Assessore Paci, «non si realizzerà tutto, si tratta sempre di opere pubbliche che hanno bisogno di tempi, ma il quadro del fabbisogno c’è; su questo spero ci sia coinvolgimento di tutto il Consiglio». Dopo aver espresso forti perplessità su una copertura alternativa del piano proveniente dalla sanità, «già sottofinanziata», l’assessore ha concluso sottolineando il dato strutturale dell’integrazione fra il piano della Regione e quello del Governo nazionale «sblocca Italia» orientato alla realizzazione di scuole migliori e più efficienti, primo tassello di nuova visione dell’istruzione.

Chiusa la discussione generale, il presidente Garau ha messo ai voti  il passaggio agli articoli. Quattro gli emendamenti presentati all’art. 1, tre della maggioranza ed uno dell’opposizione che chiedeva di spostare la copertura finanziaria dai fondi per le attività produttive a quello sulla sanità.

Alessandra Zedda (Forza Italia) ha suggerito alla Giunta di rimandare a fine anno il quantum da destinare alla legge. «Non facciamo l’errore di buttare il bambino insieme all’acqua sporca – ha detto Zedda – togliere i 30 milioni dalle attività produttive e dalle opere cantierabili in corso e quello già programmate sarebbe un errore oltre che un danno per le amministrazioni».

Efisio Arbau, capogruppo di “Sardegna Vera” ha voluto rassicurare nel suo intervento il consigliere Zedda: «Non c’è alcune intenzione – ha detto – di abbandonare le cose fatte precedentemente, il progetto per l’ospedale San Raffaele ne è l’esempio più evidente».

Per Salvatore Demontis (Pd) «dallo scorrimento della graduatoria si evince che le opere cantierabili si basano su priorità diverse. Erano infatti orientate sullo sviluppo delle attività produttive, obiettivo differente da quello individuato dalla giunta che vuole intervenire sul primo tassello dell’istruzione, primo punto del mandato affidato dagli elettori questa maggioranza». Improponibile per Demontis pensare di utilizzare per la copertura finanziaria le risorse della sanità.

Mario Floris (Uds) ha sottolineato la mancanza di qualsiasi riferimento all’edilizia scolastica nel programma elettorale del centrosinistra. «Sono andato a rivedere il programma – ha detto Floris – si parla di tutto ma non di questo. Se volete scopiazzare Renzi avete il diritto di farlo, ma non dite di dover pagare una cambiale elettorale».

Chiusa la discussione sugli emendamenti il presidente Ganau ha chiesto il parere della Giunta e del relatore di maggioranza sugli emendamenti presentati. L’assessore Raffaele Paci e il relatore Pietro Cocco hanno espresso parere negativo sull’emendamento dell’opposizione con il quale si individuava una diversa copertura finanziaria per la legge.

Il presidente Ganau ha dato, poi, la parola per dichiarazione di voto al consigliere dei Riformatori sardi Luigi Crisponi, il quale ha ricordato la ratio degli interventi previsti nella legge finanziaria 2014. L’obiettivo era di tenere insieme i progetti  delle opere cantierabili, Pia e per gli interventi di sviluppo attraverso una maglia, una impalcatura  che tutelasse le imprese. Con questo intervento, secondo Crisponi, si sottraggono fondi alla filiera produttiva. Critico anche il consigliere di Forza Italia, Ignazio Locci, il quale ha affermato che «questo provvedimento non darà nulla nell’immediato, state inficiando un provvedimento previsto dalla Giunta Cappellacci per opere di sviluppo per la Sardegna».

Secondo il presidente della Commissione Cultura, Gavino Manca (Pd) «C’è una incomprensione di fondo: i 30 milioni dei 40 milioni fanno parte del Fondo per lo sviluppo e la competitività del 2014, non sono fondi del 2013». Il capogruppo dei Riformatori sardi, Attilio Dedoni, ha esortato, infine, la maggioranza a tornare sui suoi passi, visto che questo intervento sta generando malumori anche tra i sindaci del Pd. Critico nei confronti della maggioranza anche il consigliere di Forza Italia, Stefano Tunis. Il presidente ha dato, poi, la parola al consigliere del Pd, Piero Comandini, il quale ha ribadito che questa legge mette in campo milioni di euro che andranno a dare respiro al settore produttivo, in particolare a quello edile.

Il presidente del Consiglio ha dunque concesso la parola al capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis per la dichiarazione di voto sull’emendamento. L’esponente della minoranza ha affermato che le dichiarazioni dell’assessore alla Programmazione, per esprimere il parere contrario al suo accoglimento, dimostrano come sia ancora lontana l’intesa, solo annunciata, col governo nazionale sul patto di stabilità. «Penso – ha proseguito Pittalis – che tra ciò che si spera di realizzare e ciò che si è concretamente realizzato ci sia il Mar Tirreno di mezzo». Il capogruppo di Fi ha concluso rimarcando «che il centrosinistra si assume la responsabilità politica di togliere risorse al sistema produttivo sardo, mentre il centrodestra censura questo modo di operare»

Il presidente Ganau ha dunque posto in votazione con procedimento elettronico l’emendamento n.1 (Pittalis). Terminate le operazioni di voto, il presidente del Consiglio ha proclamato l’esito della votazione: presenti, 58 consiglieri; votanti, 55, favorevoli, 21, contrari, 34. «Il Consiglio non approva».

Il presidente del Consiglio ha posto in votazione l’emendamento sostitutivo parziale n. 3 (Pietro Cocco) e ha ricordato il parere favorevole espresso dalla Giunta e dal relatore di maggioranza per l’emendamento che riduce dal 20% al 10% la percentuale riservata alla progettazione. Il presidente ha concesso la parola al capogruppo del Psd’Az, Christian Solinas, che ha polemicamente espresso apprezzamento per la decisione della maggioranza di ridurre la percentuale di risorse destinate alle progettazione ed ha affermato che serve destinare le risorse agli interventi urgenti e portare all’1% la quota riservata alle progettazioni.

La consigliera Alessandra Zedda (Fi) ha denunciato che «non c’è unità di vedute tra maggioranza e Giunta». A giudizio dell’esponente della minoranza la correzione avanzata dall’emendamento presentato dal capogruppo del Pd dimostra che «ci sono errori di valutazione e si è seguita un’impostazione non corretta».

Il capogruppo di “Sardegna Vera” ha espresso parere favorevole all’emendamento n. 3 e sottolineato che il comma 2 dell’articolo 1 garantisce a tutti gli Enti Locali la possibilità di progettare.

Il consigliere Ignazio Locci (Fi) ha ribadito che l’emendamento n. 3 dimostra che «la Giunta non ha compiuto le opportune valutazioni delle esigenze effettivamente in campo».

Il consigliere dell’Udc, Giorgio Oppi, ha “giustificato” il suo voto di astensione sull’emendamento n. 1 e ha dichiarato che, a suo giudizio, l’assessore della Programmazione «dimostra di avere idee un po’ confuse quando cita i dati del bilancio della Sanità». L’esponente della minoranza ha ricordato che nessuna delle Regioni italiane “copre” per intero la spesa sanitaria e ha affermato che «non è ipotizzabile immaginare un qualche taglio alla Sanità». L’onorevole Oppi, in riferimento a quanto stabilito nell’emendamento n. 3  ha dunque sottolineato che nel corso dei lavori della Terza commissione, il competente assessore, in sede di esame del provvedimento in discussione in Aula, ha sempre dichiarato che la quota del 20% per la progettazione era una quota che non poteva essere ridotta. «Il tutto – ha concluso Oppi – dimostra che c’è confusione nel centrosinistra e anche nel centrodestra».

La consigliera del Pd, Rossella Pinna, ha replicato alle critiche della minoranza e ha dichiarato la sua personale soddisfazione nel procedere con il primo intervento in materia di edilizia scolastica.«Questa legge – ha affermato Rossella Pinna – dimostra che abbiamo le idee molto chiare, al contrario di quanto affermano alcuni colleghi della opposizione». L’esponente del centrosinistra ha ricordato i dati diffusi dai sindacati all’indomani dei crolli che hanno interessato il Liceo Dettori («la metà delle scuole non è a norma») e la protesta degli amministratori provinciali con la consegna delle chiavi degli oltre duecento istituti di competenza. A giudizio di Pinna, l’approvazione del provvedimento all’esame dell’Aula, è una risposta alla domanda di sicurezza e ai bisogni di insegnati, genitori e sindaci.

Il capigruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha richiamato l’attenzione del Consiglio sulla concretezza, «che non è compatibile con la scelta di affidare nuove progettazioni, con le quali si arriverebbe alla fine dell’anno senza aprire i cantieri». «Al contrario – ha aggiunto – molte progettazioni sono già completate e su queste, semmai, occorreva concentrare gli interventi, si è parlato di scuole senza abitabilità, sappiamo davvero quali sono e dove sono?»

Il consigliere Ignazio Tatti (Udc), rispetto all’intervento dell’assessore Paci, ha lamentato di «non avere la disponibilità del dato relativo al numero dei comuni hanno che hanno presentato progetti cantierabili». Questo dato, ha sostenuto, «avrebbe avuto una importanza decisiva per valutare le priorità dell’intervento, meglio destinare le risorse sul fondo unico comuni».

Il consigliere Salvatore Demontis (Pd) si è limitato a puntualizzare che l’emendamento prevede il dimezzamento dei fondi per le nuove progettazioni.

Il consigliere Giuseppe Fasolino (FI) , preannunciando l’astensione, ha ricordato la sua esperienza da sindaco «che non dorme se in una scuola manca l’agibilità, ma non si dorme nemmeno pensando ad un padre di famiglia senza stipendio». Con i bandi sulle opere cantierabili, ha continuato, «abbiamo realizzato un nuovo lungomare a Golfo Aranci, con 6 pontili realizzati da cooperative locali con maestranze del posto, più le attività indotte, in conclusione 400 posti barca e 40 posti di lavoro diretti più l’indotto: la scelta non è fra istruzione e occupazione, si deve dare il massimo per entrambe le cose».

Il consigliere Alessandro Collu (Pd), ha ribadito con forza che «la situazione delle scuole sarde, dove nella metà degli edifici mancano le certificazioni di agibilità, richiede interventi di grande urgenza, è vero che i problemi sono anche altri come mancanza di palestre e di impianti efficienti; casomai sarebbe stato giusto lamentarsi per la scarsità dei fondi». Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente del Consiglio ha messo in votazione l’emendamento, che è stato approvato.

Subito dopo, Ganau ha sottoposto al vaglio dell’Aula l’articolo 1, approvato per alzata di mano, e l’emendamento aggiuntivo  n.4 sul quale il capogruppo Pittalis ha richiamato l’articolo del Regolamento che richiede il parere delle commissioni di merito entro termini perentori . «Non capisco – ha detto Pittalis – perché si deroghi al Regolamento». Il presidente Ganau ha chiarito il senso dell’emendamento aggiuntivo e rassicurato «Non c’è alcun contrasto con il Regolamento». L’emendamento è stato quindi votato e approvato dall’Aula.

Si è aperta in seguito la discussione sull’articolo 2 del disegno di legge della Giunta che istituisce un unico centro di responsabilità amministrativa per accelerare i programmi di spesa. Alessandra Zedda (Forza Italia) ha contestato la norma ritenendola inutile e contraria al principio di semplificazione amministrativa. Attilio Dedoni, capogruppo dei Riformatori, ha chiesto «più umiltà e maggiore capacità di ascolto al centrosinistra» mentre il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha evidenziato il rischio che l’articolo in discussione non faccia altro che creare confusione: «Mettere in capo a diversi assessorati, a diverse direzioni politiche, le competenze in materia di edilizia scolastica – ha detto Pittalis – significa complicarsi la vita. Non ne comprendiamo la ragione, l’assessore alla pubblica istruzione viene esautorato e non se ne capisce il perché».

Marco Tedde (Forza Italia) ha parlato di “bizantinismo amministrativo”. «Oggi – ha detto – si inventa un appesantimento burocratico che non si capisce a cosa è dovuto. Di fatto si notifica un provvedimento di sfratto per assessore alla pubblica istruzione». L’Aula ha approvato a maggioranza l’articolo e gli emendamenti aggiuntivi.

Il presidente Ganau ha messo in votazione il testo finale del disegno di legge e ha dato la parola al capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, per dichiarazioni di voto. L’esponente della minoranza, annunciando il voto di astensione, ha affermato che «sul problema siamo sensibili, non perché fosse iscritto nel vostro programma di governo, ma perché il governo precedente si è già cimentato. Resta ferma la nostra critica sulla copertura finanziaria». Pittalis si è poi rivolto all’assessore della Programmazione: «Se l’assessore Paci avesse voluto collaborare con noi per trovare la dotazione finanziaria necessaria, noi non avremmo avuto problemi ad approvare la legge».

Voto favorevole è stato annunciato dal capogruppo di Sel, Daniele Secondo Cocco, il quale ha dichiarato il sostegno del suo gruppo all’attività della Giunta che ha voluto investire sull’istruzione e l’edilizia scolastica. Il voto di astensione del gruppo dei Riformatori sardi è stato annunciato dal capogruppo Attilio Dedoni, il quale si è detto rammaricato per «non essere riusciti a convincere la maggioranza a fare una legge migliore». Voto di astensione anche per il gruppo del Psd’Az è stato annunciato dal consigliere Angelo Carta: «E’ ovvio che siamo a favore degli interventi in materia di edilizia scolastica, ma anche le nostre imprese hanno bisogno di un po’ di ossigeno». Il problema per Carta è da dove vengono recuperati i fondi.

Voto favorevole del Centro Democratico è stato annunciato dal capogruppo Roberto Desini: «Con questo intervento siamo conseguenti alle promesse fatte in campagna elettorale». Giuseppe Fasolino (Forza Italia) ha affermato: «Non vi stiamo criticando per il tipo d’iniziativa che state facendo, vi stiamo criticando perché avete tolto fondi allo sviluppo. Non voteremo contro, ma ci asterremo, perché siamo d’accordo che siano entrambi interventi positivi, state sbagliando però a interrompere la strada delle opere cantierabili». Voto di astensione è stato confermato anche dal relatore di minoranza, Alessandra Zedda (FI).

Per Modesto Fenu (capogruppo di Sardegna), rispetto all’avvio di questa legislatura questa maggioranza ha perso l’occasione di condividere con il Consiglio gli interventi di programmazione. «Invece ci rendiamo conto, che l’unica volontà di condivisione – ha affermato Fenu, annunciando il voto di astensione del suo gruppo – è di volere che il nostro pensiero si uniformi al vostro». Anche il gruppo dell’Udc ha dichiarato il suo voto di astensione attraverso il suo capogruppo, Gianluigi Rubiu: «Siamo favorevoli al principio, ma contrari nel metodo. Spero che a breve si parli anche del problema della dispersione scolastica». Voto favorevole è stato poi annunciato dal capogruppo di Sardegna Vera, Efisio Arbau. Mentre il consigliere di Forza Italia, Marco Tedde, ha confermato il voto di astensione e ha sottolineato «che abbiamo la medesima sensibilità della maggioranza per quanto riguarda l’edilizia scolastica e la tutela dei nostri ragazzi, ma si tratta di una copertura finanziaria impertinente». «Stiamo per approvare un intervento importante – ha affermato Pietro Cocco, capogruppo del Pd – e lo facciamo per le tante ragioni enunciate nella presentazione del disegno di legge». Cocco ha dichiarato di apprezzare il voto di astensione della minoranza, ma ha ribadito che per alcune questioni c’è stata un po’ di confusione: «Non c’è la volontà di bloccare i cantieri. Le opere cantierabili vanno avanti. Nessuno ha intenzione di bloccare interventi già avviati e che hanno già ottenuto il decreto». Pier Mario Manca ha annunciato il voto favorevole del gruppo Soberania e Indipendentzia, dichiarando di essere orgoglioso di questo provvedimento: «La maggioranza sta rispettando il suo programma elettorale».

Concluse le dichiarazioni di voto, il presidente Ganau ha messo in votazione il disegno di legge n. 9/A che è stato approvato con 28 voti favorevoli e l’astensione della minoranza.

Si terrà giovedì 19 giugno 2014, a partire dalla ore 9.30, a Cagliari, presso la Sala conferenze del Piccolo Auditorium comunale di piazza Dettori 8, la giornata conclusiva del progetto ICoD – Insieme contro ogni discriminazione.

Il progetto, co-finanziato dal Fondo europeo per integrazione di cittadini di Paesi terzi (FEI) nell’ambito dell’azione “Rete Nazionale Antidiscriminazioni”, è stato realizzato dalla Presidenza della Regione Sardegna in partenariato con la Provincia di Cagliari, il Comune di Oristano, l’Asl 8 di Cagliari, l’organizzazione non governativa Soleterre-strategie di pace Onlus, l’Unicef, la Fondazione Caritas San Saturnino Onlus, l’Università degli studi di Milano – Bicocca e l’Osservatorio sui media Cares di Pavia.

L’incontro, che vedrà la partecipazione degli assessori regionali della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport, Claudia Firino, e del Lavoro, Formazione Professionale, Cooperazione e Sicurezza Sociale, Virginia Mura, del direttore dell’Area Advocacy nazionale e internazionale Unicef Italia, Ferruccio Cortesi, e di Marco Zurru, docente di Sociologia economica della facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Cagliari, oltre che la presenza di tutti i partner sardi e nazionali coinvolti, costituisce un momento pubblico di presentazione dei risultati raggiunti e l’occasione per una riflessione condivisa con le istituzioni e gli attori che operano con gli stranieri sul territorio.

Alla presentazione del progetto, di cui sarà distribuito ai presenti una breve pubblicazione del rapporto di sintesi, seguirà poi alle ore 12.00 una tavola rotonda dal titolo “Le nuove sfide del territorio contro discriminazione e xenofobia”, moderata dal giornalista dell’unione Sarda Giuseppe Deiana.

Ausi Iglesias copia
I dipendenti della cooperativa che fornisce servizi di base all’università decentrata di Nuoro potranno finalmente vedere pagati i loro stipendi, fermi da ben nove mesi. «Siamo riusciti a pagare il saldo 2012 dovuto dalla Regione al Consorzio per la Promozione degli Studi Universitari nella Sardegna Centrale e agli altri consorzi che gestiscono le università decentrate». Lo ha annunciato questa mattina l’assessore regionale della Cultura e Pubblica istruzione Claudia Firino.
Sarà erogato il saldo 2012 anche per il Consorzio universitario di Oristano e il Corso decentrato di Olbia, mentre il Consorzio Ausi, che gestisce l’università del Sulcis Iglesiente, riceverà il saldo del 2011. Risorse che permetteranno alle strutture universitarie decentrate di lavorare con più serenità. Per l’assessore Claudia Firino «si tratta non solo di un intervento dovuto nei confronti dei lavoratori, ma di una decisione coerente con le priorità che il governo regionale attribuisce al diritto allo studio, all’istruzione e alla formazione».
Claudia Firino chiede tuttavia ai consorzi universitari di misurarsi con la necessità di rilanciare le proprie attività di formazione: «Sono istituzioni che hanno un ruolo fondamentale per lo sviluppo dell’istruzione e della cultura nel territorio, anche al di fuori delle città universitarie – spiega – ma credo che debbano innovarsi per offrire quella formazione di alto livello che è indispensabile ai giovani per essere competitivi sul mercato del lavoro». Una richiesta di cambiamento che riguarda sia gli enti locali coinvolti che le due università. In particolare l’assessore si rivolge ai soci della Regione nel Consorzio nuorese: «Se vogliamo che le cose funzionino davvero è necessario che la svolta parta dal superamento del commissariamento. La Regione farà la sua parte per arrivare in tempi rapidi a una gestione stabile e certa, ma gli altri soci dovranno fare la loro».

 

Claudia Firino 5 copia
Inizia oggi l’apertura dei plichi che contengono i progetti di ristrutturazione degli edifici scolastici inviati dai sindaci di tutta l’isola alla Regione. E’ il vero avvio, dopo la delibera di Giunta del 28 marzo, del Progetto Iscol@, uno dei punti di forza del programma elettorale del presidente Francesco Pigliaru, che continua a sostenere che «l’uguaglianza delle opportunità si può raggiungere solo con l’istruzione di qualità senza condizionamenti legati al luogo in cui si è nati, al reddito della famiglia, al livello di istruzione dei propri genitori o al tipo di scuola che si frequenta» e che tema centrale è la lotta contro la dispersione scolastica per «aumentare in modo significativo il numero di giovani sardi che raggiungono la laurea». Non solo. Una politica di intervento pubblico, di investimento strutturale, potrà avere anche un forte impatto sull’economia dell’isola e sull’occupazione.
La struttura di missione insediata dalla Regione già dalla fine di aprile in seguito alla delibera approvata dalla giunta regionale dovrà ora valutare i progetti e decidere le priorità di intervento in base a vari parametri, come l’anno di costruzione, le condizioni di sicurezza, l’ipotesi di realizzare nuovi edifici più adatti ai tempi, a nuove didattiche legate alle nuove tecnologie. Ad esempio in certi casi, per edifici che hanno più di un secolo e sono in pessime condizioni, soprattutto rispetto alla sicurezza, potrebbe essere giusto scegliere di costruire un nuovo edificio, progettato in base alle reali esigenze di didattica contemporanea. Non a caso le linee di intervento sono due: gli interventi di manutenzione programmata e la realizzazione di scuole del nuovo millennio. Particolare attenzione sarà posta ai progetti che nascono da una visione sovra comunale e che interessano territori particolarmente colpiti dalla dispersione scolastica. I progetti presentati dai Comuni, richiesti con una lettera del presidente Pigliaru inviata il 7 maggio, sono arrivati tutti negli ultimi giorni utili, cioè intorno al 30 maggio. Quindi non è stato possibile attivare prima il processo di verifica e di attribuzione a ciascuno del livello di priorità. Che resta l’unico modo per evitare una distribuzione a pioggia, di tipo clientelare, dei finanziamenti.
I soldi a disposizione per il Progetto Iscol@ nel 2014 sono complessivamente 93 milioni di euro. Come ha spiegato l’assessore alla Cultura e Pubblica istruzione, Claudia Firino, nel corso dell’audizione in commissione Cultura giovedì scorso, 30 milioni sono stati stanziati dalla Giunta sul Fondo di competitività e sviluppo della Regione. Ora il disegno di legge varato in Giunta il 28 marzo è in discussione nella terza Commissione del consiglio che, come ha affermato il presidente della stessa commissione Gavino Manca, esprimerà il suo parere entro questa settimana. Poi sarà necessario attivare un percorso rapido per arrivare in tempi brevi al voto in Consiglio. Altri 28 milioni di risorse del Fondo sviluppo e coesione sono stati riconosciuti alla Regione Sardegna per il settore istruzione nell’ambito del progetto nazionale “Obiettivi di servizio” assegnate con la delibera Cipe n. 79 del 2012. Infine sono in fase di ridefinizione programmatica e strategica gli interventi di edilizia scolastica finanziati con 35 milioni di euro sul Fondo di sviluppo e coesione 2007-2013.
«Quando si parla di soldi – si legge nella nota dell’ufficio stampa della Regione – viene subito in mente il patto di stabilità. L’accordo recentemente raggiunto a Roma per il superamento del patto di stabilità a partire dal 2015 mette al sicuro la possibilità di gestione dei nuovi finanziamenti che potrebbero rendersi necessari l’anno prossimo. Le aperture ancora da definire per il 2014 potrebbero rendere più agevoli gli interventi. Ma, intanto, per i 93 milioni previsti per quest’anno il presidente Pigliaru ha già proposto alla Conferenza delle Regioni la presentazione di un emendamento al decreto legge n. 66 che escluda anche le risorse destinate all’edilizia scolastica dalle Regioni, oltre a quelle dei Comuni, dai vincoli di spesa imposti dal patto di stabilità. La conferenza ha approvato la proposta e l’emendamento sarà presentato alla Camera.»
In base alle priorità che saranno definite nella prima metà del mese di giugno i lavori più urgenti potranno essere effettuati nel corso della chiusura estiva delle scuole. La struttura di missione messa in piedi dalla Regione supporterà i Comuni anche nelle pratiche amministrative in modo da accelerarle. Intanto la stessa Regione sta definendo accordi con le associazioni dei costruttori per semplificare tutti i percorsi burocratici senza abolire nessuna norma, senza usare le pericolose e fallimentari procedure di emergenza.
Per i progetti di manutenzione programmata l’obiettivo è instaurare una prassi di controllo e manutenzione, una sorta di tagliando di controllo, da effettuare ogni anno in coincidenza con la chiusura estiva delle scuole. Una azione di manutenzione programmata degli edifici permetterebbe di mettere in sicurezza in maniera definitiva l’intero patrimonio edilizio della Sardegna.
Per quanto riguarda il progetto “Edifici scolastici per il nuovo millennio”, «l’obiettivo – spiega l’assessore Claudia Firino – è realizzare architetture incentrate su un ambiente scolastico flessibile, in grado di adattarsi alle esigenze cognitive delle nuove generazioni, in cui sia possibile un’efficace integrazione tra innovazione metodologica disciplinare e sperimentazione di laboratorio, in cui le tecnologie dell’informazione e della comunicazione siano compagne di scuola di tutti gli ospiti, alunni, docenti, cittadini».
Si punta alla creazione di scuole aperte, adattabili a un’organizzazione della didattica che mette al centro lo studente. Lo spazio scolastico è concepito come parte essenziale del setting educativo, incentrato su una forte correlazione fra progetto architettonico e progetto didattico in cui le scuole sono un punto di riferimento non solo per le attività di apprendimento, ma anche per le attività formative, ricreative e culturali da svilupparsi in una struttura aperta l’intera giornata. L’obiettivo è creare una scuola che faccia sistema, faccia rete e che favorisca i processi d’integrazione e che facciano della qualità architettonica e della sostenibilità ambientale e sociale il loro punto di forza.

 

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L’assessore regionale della Pubblica istruzione, Claudia Firino, ha annunciato questa mattina nel corso dell’audizione in Commissione Cultura, presieduta da Gavino Manca (Pd), che ammontano a 93 milioni di euro i fondi disponibili per l’edilizia scolastica della Sardegna per l’annualità 2014. L’assessore ha presentato il progetto Iscol@, sulla base del quale saranno assegnati i fondi reperiti: 30 milioni a valere sul Fondo di Coesione e sviluppo della regione, 28 milioni di risorse FSC, assegnate con delibera Cipe del 2012 e 35 milioni stanziati a valere sul Fondo di Sviluppo e coesione (Fsc) 2007-2013.

«Sono allo studio dei tecnici della direzione dell’assessorato del  Bilancio tutte le possibili soluzioni – ha affermato l’assessore Firino – per dare attuazione al Piano straordinario per l’edilizia scolastica. Abbiamo intanto chiesto ai sindaci e ai presidenti di Provincia di inviare proposte progettuali per iniziare un percorso che porti alla realizzazione di scuole al passo con i tempi». I progetti potranno riguardare: la messa in sicurezza e l’adeguamento alle norme degli edifici scolastici, la riqualificazione e l’ammodernamento, e la progettazione e realizzazione di nuove scuole.

Il piano sarà articolato in due assi di intervento. Il primo asse è quello degli “edifici scolastici per il nuovo millennio” e prevede un percorso «che porti alla realizzazione di architetture incentrate su un ambiente scolastico flessibile, in grado di adattarsi alle esigenze cognitive delle nuove generazioni, in cui sia possibile un’efficace integrazione tra innovazione metodologica disciplinare e la sperimentazione laboratoriale».

Il secondo asse è relativo agli «interventi di manutenzione programmata degli edifici scolastici». Saranno previsti interventi anche per quanto riguarda il lavoro didattico e sul sistema dei trasporti che deve garantire gli spostamenti degli studenti e quindi il diritto allo studio. Il presidente Gavino Manca ha annunciato all’assessore Firino che la settimana prossima la Commissione darà il parere sul DL 9.