21 November, 2024
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Una basilica della Nostra Signora di Bonaria gremita ha dato l’estremo saluto a Giorgio Oppi, leader dell’UDC, morto ieri all’età di 82 anni. La Santa Messa è stata officiata dal padre gesuita Enrico Deidda.

In prima fila c’erano il presidente della Giunta regionale, Christian Solinas, il presidente del Consiglio regionale Michele Pais, i sindaci di Cagliari Paolo Truzzu e di Iglesias (sua città d’origine) Mauro Usai, l’ex presidente della Regione ed attuale deputato Ugo Cappellacci.

Presenti, tra gli altri, numerosi assessori e consiglieri regionali, il senatore Emilio Floris, il segretario nazionale dell’UDC Lorenzo Cesa, l’ex presidente del Consiglio regionale Claudia Lombardo. E ancora tanti amministratori e semplici cittadini, giovani e meno giovani, che hanno conosciuto ed apprezzato Giorgio Oppi nel corso della sua lunghissima esperienza politica ed amministrativa.

Padre Enrico Deidda nel corso della sua omelia ha ricordato la ferita aperta nel cuore di Giorgio Oppi, quella mai rimarginata del figlio scomparso nei primi anni ‘80, a soli 17 anni, vittima di un incidente stradale in pieno centro, a Cagliari. «Adesso il figlio Marco sarà stato tra i primi ad abbracciarlo in questa nuova dimensione della vita», ha detto padre Enrico Deidda.

Giorgio Oppi è stato uno dei maggiori protagonisti della politica sarda negli ultimi 50 anni. Venne eletto la prima volta in Consiglio regionale nel 1979, eletto altre sette volte, con la sola interruzione nel quinquennio 1994-1999, quando non venne ricandidato dal Partito Popolare, per aver superato il limite dei 3 mandati. 

Si ricandidò e venne rieletto nel 1999 nelle liste del CCD, per poi diventare il leader dell’UDC, forza politica con la quale ha recitato un ruolo di primattore nell’intero panorama politico regionale, fino ad alcune settimane fa, quando le condizioni di salute lo hanno costretto a fermarsi, fino a martedì 26 luglio, quando il suo cuore ha cessato di battere.

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Giorgio Madeddu.

Lettera aperta ai cittadini del Sulcis Iglesiente

Cari amici,

nei giorni scorsi la dirigenza Assl ha inaugurato i locali del nuovo Pronto soccorso dell’Ospedale CTO di Iglesias. Celebrazione patetica, fotocopia di quanto abbiamo ammirato in precedenza, nessuna auto critica sui ritardi biblici sulle promesse del passato, siamo stati spettatori di improbabili dichiarazioni, esaltanti, quasi maniacali dei dirigenti sul presente e futuro della nostra sanità. In perfetto stile sanità-partito inaugurazione di locali (mura per essere chiari), Barranu-Dirindin: Ospice al Santa Barbara? O come le stravaganti inaugurazioni di Maurizio Calamida: Triage Fast Track Infermieristico al CTO senza Pronto Soccorso, 118 al terzo piano dell’ospedale F.lli Crobu ed inaugurazione prenatalizia di poltrone ed audiovisivi nella pediatria del Santa Barbara, con l’allora presidente del Consiglio regionale Claudia Lombardo. Non ci sono dubbi l’aria natalizia, soprattutto se prossima alle elezioni, scatena le compulsioni inaugurative, e si festeggia il nulla, alcolizzando le vere carenze e responsabilità, bollicine di visibilità preelettorali.

Il resoconto de “L’Unione Sarda” sgomenta e indigna per la faccia tosta delle dichiarazioni: «Un traguardo importante-dichiara la d.ssa Giua…rilanciamo quest’ospedale», il rilancio di un ospedale non è garantito dai miglioramenti murari per quanto necessari, i pazienti fino ad ieri vergognosamente ricevuti in un accampamento medioevale che solo l’ammirevole premura e professionalità di medici e infermieri trasformava in Pronto Soccorso ma, germoglia, dall’entusiasmo e motivazione degli operatori, e dalla fiducia che la Comunità su questi ripone. Esaltare locali e tecnologie senza valorizzare il talento dell’Uomo è l’anticamera della decadenza. «Rilanciamo quest’ospedale.» Il CTO è stato riferimento e risorsa per l’intero Sulcis, oggi è un campo di battaglia simile alla Beirut bombardata, il Pronto soccorso anche dopo la recente cosmesi è, comunque, sprovvisto di affiancamento cardiologico e neurologico full time, parziale sostegno chirurgico, ortopedico e otorino, talenti questi umiliati dal week surgery di Onnis-Arru-Pigliaru. La d.ssa Giua come i precedenti (tutti) marziani di partito inviati da Cagliari per “stabilizzare” la devastazione della sanità del Sulcis Iglesiente, parla di rilancio del CTO? Stravagante! Eppure dovrebbe essere informata che prossimamente si concluderà la storia della Chirurgia pediatrica di cui non ha mai parlato. Raggiunto il pensionamento del primario e dell’aiuto anziano, accolto il trasferimento di un’apprezzata chirurga pediatrica, il reparto dopo 37 anni di straordinaria avventura scientifica ed umana, chiude miserevolmente i battenti, non per sconfitta professionale ma perché i politici si sono dimostrati quaquaraquà, dilettanti, superficiali. La Chirurgia pediatrica del F.lli Crobu orgoglio del Sulcis, muore non per mancata professionalità dell’equipe iglesiente, non perché improduttivi, ma perché gli illuminati partiti sardi hanno deciso da Soru-Dirindin, Cappellacci-De Francisci a Pigliaru-Arru, che il talento chirurgico-pediatrico del Sulcis dovesse morire. Il CTO di Iglesias è risorsa che merita una difesa territoriale, riteniamo dilettantistiche le difese di campanile e le immature, sterili e divisorie avanguardie solitarie, proponiamo alleanze ragionevoli dell’intero territorio finalizzate alla qualità sanitaria locale. Nei prossimi mesi l’ortopedia del CTO di Iglesias, dopo una storia di straordinaria professionalità da riferimento regionale morirà, gli ortopedici sopravvissuti perderanno per pensionamento il primario dott. Porqueddu, stimato professionista, ed il mitico Traumatologico del Sulcis, sarà cancellato, altro che Unità complessa, forse un ambulatorio part time, forse. Anche il servizio otorino, baluardo dell’intero Sulcis, presenta criticità e sofferenze, da riferire alla gestione e carenza del personale, la d.ssa Giua quando parla di rilancio pensa al poker di fine settimana ma francamente per il Sulcis il rilancio sanitario decollerà quando la sanità non avrà nulla a che fare con i partiti politici ed i talenti saranno premiati per quanto valgono nelle sale operatorie e negli ambulatori. Alla marziana d.ssa Maddalena Giua si affianca l’astronauta d.ssa Viviana Lantini, la sua dichiarazione impertinente «Ci siamo fatti un bel regalo di Natale…» meritava una pernacchia dei presenti senza sponsor ma, nel mondo degli equilibri politici ed anestesia ormonale, l’ipocrisia supera l’orgoglio. L’articolo si concludeva con la dichiarazione eccessivamente ottimistica del sindaco di Iglesias Mauro Usai sul futuro del CTO, è scontato, infatti, che dopo la cura dimagrante Calamida-Onnis-Giua, il CTO non sarà in tempi ragionevoli «…un presidio rispondente alle esigenze del territorio». 

Gli amministratori del Sulcis Iglesiente uniti e motivati alla difesa della sanità della loro Comunità non hanno altra chance, devono unirsi, superare i campanilismi ed i personali narcisismi oggi palpabili, difendere i bisogni dei loro cittadini e, se non si realizzano prima delle elezioni regionali, consegnare le schede elettorali. Noi non festeggiamo un bel niente, siamo seriamente preoccupati per il tracollo annunciato dal dilettantismo, mancata programmazione, del tirare a campare fino alle prossime elezioni e così via. A tanti forse è sfuggito un piccolo dettaglio, assenti i sindaci del territorio, assenti Pigliaru, Arru e Moirano che, normalmente, timbrano il cartellino anche per inaugurare fonendoscopi e cateteri vescicali. L’atmosfera di disinteresse e solitudine che aleggia attorno al CTO merita riflessione, umiltà ed inversione di marcia.

Cari Amici del Sulcis Iglesiente,

a seguire troverete alcune riflessioni sulla Chirurgia pediatrica da noi divulgate nel gennaio 2012, casistica fino al 2015, consegnatele ai consiglieri regionali che avete sostenuto e stimate, chiedete loro cosa hanno fatto, coinvolgeteli, come può il Sulcis risalire la china della decadenza morale, economica e politica se non riusciamo a trattenere, difendere e valorizzare i pochi talenti che abbiamo?

Iglesias, 24 dicembre 2018

Giorgio Madeddu

 

30 anni di Chirurgia Pediatrica

La vigilia di Natale del 1981 la sala operatoria dell’Ospedale Pediatrico F.lli Crobu, ospitava tra l’emozione generale, il primo intervento di Chirurgia Pediatrica. Nasceva nella nostra città la più significativa realtà chirurgica regionale sul piccolo paziente ma, considerando le stravaganze della politica sanitaria sarda, quale presente e quale futuro si prevede per questo nostro “Talento sanitario”?

24 dicembre 1981

L’avvincente storia della Chirurgia pediatrica del Crobu è stata protagonista di una nostra precedente divulgazione (novembre 2006) quando i lanciafiamme regionali nella bozza del Piano Sanitario Regionale avevano cancellato il Reparto dalle risorse sanitarie della Sardegna.

I nostri interventi spesso recidivanti, vuoi perché non molliamo la presa vuoi perché orgogliosamente liberi non possediamo affinità e prossimità con i linfonodi del potere (sanitario in questo caso) ai quali ricordiamo costantemente doveri e responsabilità. Caparbi perseveriamo, fiduciosi che il tempo sia assolutamente galantuomo.

Sintesi storica

1978: L’Ente Ospedaliero F.lli Crobu di Iglesias presenta alla Regione un progetto per adeguarsi alle nuove esigenze sanitarie. Il nosocomio nacque nel 1958 per contrastare l’emergenza tubercolosi tra i bambini della nostra regione; era infatti particolarmente diffusa tra i figli dei minatori del Sulcis drammaticamente colpiti in quegli anni da silicosi e tubercolosi.

1979: La Regione accoglie la proposta e sul Lago Corsi planano: Pediatria, Chirurgia pediatrica, Anestesia e Rianimazione, Neuropsichiatria Infantile, Otorinolaringoiatria, Centro trasfusionale.

1981: In piena estate dott. Francesco Cossu primario anestesista organizza l’ equipe che affiancherà per quasi un ventennio le discipline chirurgiche del F.lli Crobu.

1981: 24 dicembre, il prof. Candido Daniele Pinna effettua il primo intervento.

Le fondamenta della Chirurgia pediatrica ad Iglesias hanno origini lontane, precedono l’applicazione in Sardegna della Riforma sanitaria e dello strapotere dei politici in sanità, prima nelle USL e dopo la legge 502 del 1992 nelle Aziende sanitarie locali. Germoglia dall’esigenza, rivendicata da più parti, di una chirurgia dedicata al bambino spesso reclutato impropriamente tra gli adulti e non certo dal famelico appetito clientelare che ultimamente rileviamo.

La Divisione diretta dal dott. Barletta, sostenuta da anestesisti dedicati all’assistenza pediatrica, conquista la fiducia dei sardi, da Teulada a La Maddalena raggiungono Iglesias piccoli pazienti e famiglie al seguito. Cresce, anno dopo anno, il numero dei ricoveri e degli interventi anche dei più impegnativi grazie alla passione, competenza e generosità di chirurghi e anestesisti che nei momenti più delicati si organizzano e condividono i dubbi e le sfide che la professione quotidianamente presenta.

Unico reparto di Chirurgia pediatrica della Sardegna ha ricevuto consensi e gratitudine dalla Comunità quanto disinteresse dagli amministratori ASL e dai politici regionali.

Nei suoi gloriosi 30 anni la Chirurgia pediatrica ha trattato oltre 15.000 bambini, negli anni ’90 si registravano 800 interventi all’anno per poi ridursi e attestarsi attualmente a 400.

L’ultimo decennio il reparto, diretto brillantemente dal dott. Licciardi, ha sperimentato il disinteresse e il dilettantismo delle intercambiabili gestioni della ASL 7.

Il primo grande attacco alla Chirurgia pediatrica?

La gestione stravagante del Servizio di anestesiologia!

Il primario dott. Cossu dal suo arrivo a Canonica sollecitava l’Azienda sanitaria a dotarsi di una Rianimazione pediatrica; lo riteneva un supporto fondamentale per il futuro non solo della Chirurgia pediatrica e della Pediatria ma anche dell’Otorinolaringoiatria che nell’’84 comincia come servizio e nell’’89 si trasformerà in reparto diretto dal dott. Medda ma anche dell’Ortopedia del CTO che negli anni 80 assisteva una buona percentuale di bambini. La proposta non verrà mai accolta e dott .Cossu avvertendo conclusa la sua missione chiederà il trasferimento a Cagliari, lo seguiranno i suoi collaboratori più anziani.

Servizio di Anestesiologia:

1998: 1 primario + 7 anestesisti. Esperienza media per medico: 13 anni

2000: 5 anestesisti. Esperienza media per medico: 4 anni

Come già denunciato nel 2006 l’Anestesiologia del Crobu, perfezionatasi prevalentemente sul bambino fu abbandonata senza ricevere rinforzi programmati. Le carenze d’organico, costantemente colmate da neospecialisti e consulenti esterni, non garantivano più il sostegno e la sicurezza del passato. Espletato il concorso per sostituire Dott. Cossu, la vincitrice chiede aspettativa ma agli inizi del 2002 rinuncia. La ASL effettua una scelta incomprensibile, smentisce se stessa, non promuove uno tra gli anestesisti idonei al primariato presenti nella stessa graduatoria ma, centralizza le anestesie dei tre ospedali cittadini preferendo ricompensare, generosamente, consulenti esterni e non investire su un primario anestesista dedicato alla Chirurgia pediatrica e all’Otorino.

2006: la bozza del Piano sanitario regionale prevedeva due U.O. di Chirurgia pediatrica inabissando, in perfetto stile battaglia navale sanitario, la divisione iglesiente, unica realtà sarda operativa allora da 25 anni. L’incomprensibile proposta dell’assessore Nerina Dirindin venne modificata da un emendamento che non decapitava la nostra Chirurgia pediatrica, ma secondo le nostre previsioni decretava la lenta agonia della Chirurgia Pediatrica Sarda. Le realistiche previsioni che comunicavamo nascevano dalla sfiducia nel sistema sanità inaffidabile e schizofrenico, poco avvezzo al rispetto e valorizzazione dei talenti autoctoni ma compulsivamente orientato a sostenere e premiare i rassicuranti portaborse in càmice.

Proposta di Amici della Vita per la Chirurgia pediatrica

Istituzione al CTO del Dipartimento pediatrico del Sulcis Iglesiente: Chirurgia Pediatrica, Pediatria, Neonatologia, Neuropsichiatria Infantile, Ginecologia e punto nascite (basta con i doppioni!)

Team di anestesisti dedicati al bambino e 2 posti letto di Rianimazione pediatrica (la ASL 7 ha 2 rianimazioni per adulti nessuna accoglienza pediatrica)

1 Cardiologo pediatra (la ASL 7 annovera 20 Cardiologi per l’Adulto, O ZERO! per i bambini),

1 Radiologo-Ecografista Pediatrico.

Pronto soccorso pediatrico.

L’investimento a sostegno di una squadra di Chirurghi validi e appassionati, sarebbe stato certamente modesto, in grado di soddisfare pienamente le richieste della Sardegna interrompendo la mobilità passiva extraregionale, sarebbe stata razionalizzazione vera!

Non pensavamo minimamente di difendere una nostra proprietà, desideravamo salvaguardare una risorsa indispensabile ai bambini della nostra regione. Ipoteticamente nell’interesse generale il personale tutto della Chirurgia pediatrica del Crobu avrebbe potuto essere trasferito a Cagliari, Oristano, Nuoro e altrove adeguatamente potenziato riconoscendogli impegno, passione e capacità, avremo applaudito chiunque avesse sposato la linea della funzionalità ed efficienza ma abbiamo rilevato invece: clientelismo, campanilismo, gassosa maldestramente mimetizzata.

Piano sanitario regionale

2007: il 19 gennaio viene approvato il Piano sanitario regionale, prevede tre Chirurgie pediatriche: Iglesias e le due Aziende Ospedaliere-Universitarie di Cagliari e Sassari ma ancor oggi dopo cinque anni non esiste un riferimento regionale alternativo alla Chirurgia pediatrica di Iglesias. Il 2007 doveva essere l’anno del trasferimento al CTO quasi pronto ad accogliere tutti i reparti per acuti di Iglesias.

L’esodo in effetti ci fu ma la carovana raggiunta Piazza Sella incocciò il semaforo che perentorio intimò: contrordine compagni, tutti al Santa Barbara dove l’anestesiologia è di ottimo livello, esperta sull’adulto ma con scarsa esperienza pediatrica. I chirurghi trovano subito limitazioni e patologie un tempo affrontabili nello storico Crobu saranno inviate a reparti della penisola con gravi disagi ai pazientini ed alle famiglie; certamente secondarie ma non trascurabili le ingenti spese regionali per i viaggi che alcuni battezzarono della speranza ma riteniamo più opportuno definirli del dilettantismo e dell’ignavia.

Il Direttore generale della ASL (dott. Benedetto Barranu) affermò pubblicamente che alcuni anestesisti avrebbero perfezionato nelle eccellenze continentali le conoscenze neonatologico-pediatriche, si sbilanciò, fece addirittura il nome della prima candidata con valigia pronta. Qualche mese dopo gli ricordammo, affettuosamente e pubblicamente, che l’anestesista aveva ottenuto un trasferimento (peraltro definitivo!!!) ad altra realtà nazionale e suggerimmo per il futuro di investire i denari della nostra Comunità per specializzare e valorizzare professionisti stanziali e non transeunti.

I risultati della Chirurgia pediatrica sono stati straordinari se consideriamo le difficoltà e gli ostacoli incontrati nei 30 anni di attività. Carenza cronica d’0rganico, salti mortali per garantire l’attività di reparto, di sala e ambulatoriale. Eterne guardie interdivisionali, prima con l’Otorinolaringoiatria poi con la Chirurgia generale e recentemente con la Pediatria, fanno pensare ad una equipe sempre in emergenza, pletora di reperibilità, impossibile l’aggiornamento e il confronto con le realtà nazionali e internazionali, riposi e ferie quasi impossibili, rischio significativo di burn-out e malpractice.

Non scordiamo che stiamo tratteggiando la storia dell’unica accoglienza di chirurgia pediatrica in Sardegna, non di un sotto utilizzato doppione sanitario, non di un’Unità operativa a mobilità passiva per la ASL 7 come tante altre (1400 visite ambulatoriali nel 2011 il 60% delle quali a provenienza extra ASL); ebbene, malgrado quanto abbiamo evidenziato è stata abbandonata al suo destino!

Come precedentemente riportato la maggioranza di centro sinistra alla regione sarda sostenne la proposta dell’assessore della Sanità per cui: Chirurgia pediatrica a Iglesias, Sassari e Cagliari.

La Dirindiniana fatica, presentata come brillante esempio di razionalizzazione sanitaria (massima efficacia a costi contenuti, eliminare i doppioni e i servizi sotto utilizzati o parassitari), al capitolo Chirurgia pediatrica si è dimostrata superficiale, irrazionale, disinformata! Le sarebbe bastato visitare il sito www.chped.it della Società Italiana di Chirurgia Pediatrica (S.I.C.P.) per evitare tanto dilettantismo. Fosse stata più umile e curiosa avrebbe appreso quanto da anni emergeva:

Italia: 57 Centri di Chirurgia Pediatrica istituiti tutti prima del 1983 in virtù del baby boom nazionale.

Il T.O.L. (tasso occupazione letti) delle Chirurgia pediatrica negli anni novanta è mediamente in Italia del 64% parametro che il legislatore considera premessa alla riduzione dei posti letto, o addirittura alla chiusura del reparto.

La S.I.C.P. prendendo atto della denatalità nazionale e dell’inappropriatezza dei ricoveri (bambini normalmente ricoverati in chirurgie per adulti in contrasto alle direttive del Piano sanitario nazionale 1994!) inviò nel marzo 1999 al ministro della Sanità un rapporto dettagliato concludendo che: istituire nuovi Centri di Chirurgia pediatrica. avrebbe favorito la dispersione delle patologie più importanti, impoverimento professionale degli Operatori e ulteriore riduzione del T.O.L.

La S.I.C.P., condividendo le conclusioni della British Association of Paediatric Surgeons sul rapporto tra numero reale e ottimale delle Chirurgia pediatrica in Europa, ritiene per l’Italia necessari 22 Centri ben organizzati: 1/2,5 milioni di abitanti.

La scelta dell’assessore Nerina Dirindin, mal si adattava a quanto sostenevano le Società scientifiche internazionali di Chirurgia pediatrica; per queste la nostra Regione avrebbe necessità al massimo di una Chirurgia Pediatrica. La singolare decisione di eliminare Iglesias e incoraggiare Sassari e Cagliari da inventare ex novo, insospettì anche quanti come noi ricercano l’essenzialità e detestano il facile campanilismo che nelle rivendicazioni sanitarie fa emergere squallidi egoismi di quartiere e condominio. Il passaggio successivo: garantire la sopravvivenza di Iglesias dopo le pressioni di un territorio sensibile più alla parrocchia che alla qualità del servizio regionale, spianò la strada a 3 Chirurgie pediatriche quindi 1 Centro/550.000 abitanti! Questa decisione, considerata una vittoria epica del centro sinistra sulcitano protagonista dell’emendamento di Pirro, portò la Sardegna alla più grande densità di Chirurgie pediatriche per popolazione del mondo che se realizzata determinerà contestualmente il ridimensionamento professionale delle tre equipe e per finire il fallimento economico dell’operazione. Le tre realtà saranno sicuramente motivo di inaugurazioni e assunzioni blindate ma numerosi saranno i letti ben rimboccati, nessuna svilupperà eccellenze e talenti (a meno che non sia stato già deciso chi deve ricevere i sostegni tecnologici e multi specialistici e chi no), i viaggi per la penisola non si arresteranno! La malinconia di assistere alla disintegrazione della straordinaria esperienza dei chirurghi del Crobu ci suggerì allora come oggi di assumere posizioni decise contestando le scelte regionali. Rinnoviamo oggi il nostro dissenso dopo aver rilevato che al Microcitemico di Cagliari sembra imminente l’avvio della Chirurgia pediatrica e in Gallura la stampa ci informa del feeling tra il San Raffaele, la giunta regionale e l’intero arco costituzionale dei politici sardi per il possibile decollo di un polo pediatrico d’eccellenza. Non è ben chiaro se nascerà la 4ª Chirurgia pediatrica lievitando a 1/400.000 abitanti (barzelletta interplanetaria) o se stiamo per convenzionarci e trasferire qualche milione di euro alle banche della sanità privata.

Abbiamo delegato la Sanità ai dilettanti!

La Sardegna ha bisogno di una sola Chirurgia pediatrica di ottimo livello capace di:

1. affrontare le problematiche delicatissime che i nostri neonati e bambini presenteranno.

2. scordare i viaggi della disperazione costosi e umilianti.

3. pensare con orgoglio di poter essere utili anche a quelle migliaia di bambini che dal nord africa si affacciano sulla nostra terra pieni di speranza.

Il polo Chirurgico pediatrico regionale non può prescindere dalla esperienza del F.lli Crobu, potrebbe non essere Iglesias la sua postazione futura ma quella storia non può essere accantonata.

Le responsabilità dei politici del passato sono evidenti ma ancora più palese è la superficialità e l’invisibile propensione alla programmazione sanitaria degli attuali governanti. Ridicoli, incoraggiano per la costante ansia clientelare la moltiplicazione di servizi (dirigenti medici, infermieri e amministrativi) destinati al fallimento assistenziale ed economico. Riteniamo ancora attuale la proposta avanzata un lustro addietro, proiettata a difendere un patrimonio professionale, culturale, umano, di accoglienza e solidarietà al bambino malato e al suo mondo. Valori ai quali non possiamo rinunciare, che travalicano il semplice campanilismo che possono eventualmente essere trapiantati altrove ma non possono andare dispersi per l’inconsistenza di quanti non hanno niente di più significativo che inaugurare intonaci, letti, soprammobili, ecografi. Crediamo si debbano festeggiare le imprese umane, le guarigioni dei pazienti, gli anni di sobrietà degli alcolisti e tossicodipendenti, la sopravvivenza dei malati tumorali. Ci emozioniamo davanti all’eroismo dei tanti operatori sanitari liberi che si impegnano in silenzio per la Comunità, insensibili al fascino mortale delle sirene, faranno certamente poca carriera ma danno significato pieno ad una nobile professione che la politica vuole subalterna e asservita ai propri interessi. Siamo disponibili a festeggiare il 100° malato terminale accolto nell’Hospice di Iglesias, il 1.000° intervento di Chirurgia pediatrica al CTO, il 1.000° bambino nato al CTO, la riapertura della Cardiologia ad Iglesias.

Si celebrano le opere realizzate dall’Amore e dall’Impegno dell’Uomo.

La sanità pubblica ha bisogno di riscoprire il senso della sua missione, accettare le sfide che la sofferenza costantemente presenta, avvicinarsi con maggiore umiltà alla malattia non sempre dominabile, ma in primo luogo deve affrancarsi dalla politica, cancro infiltrante e parassitario.

Riteniamo sempre più attuale e indifferibile prima della devastazione del Servizio Sanitario Nazionale sottrarre il controllo gestionale delle ASL ai partiti riportando alla Comunità responsabilità e autodeterminazione. Proponiamo da tempo:

Elezione popolare dei Direttori generali delle ASL (abrogazione art. 3 D.L. 502/92)

Designazione tra professionisti qualificati candidati a gestire la sanità territoriale sottoponendosi alla valutazione degli assistiti. Elezione contemporanea al presidente della Provincia e dove questa non si identifica al territorio della ASL con il sindaco della città capofila.

La Comunità elegge il proprio Direttore generale che riconfermerà o destituirà per la qualità del lavoro svolto e non per il servilismo ai partiti. Si otterrebbero due risultati straordinari:

Sanità pubblica calibrata sull’Uomo

Riportare i partiti politici, che dalla Sanità pubblica attingono il 75% del potere e della loro arroganza, alla reale percezione dei bisogni e delle necessità sociali.

In Sardegna alcuni sindaci, amministratori, partiti e associazioni giudicano i 10 referendum popolari utili a ridimensionare il potere della casta, riteniamo questi aspiranti dermatologi degli illusi, se non sottraiamo la linfa vitale del clientelismo e dell’assistenzialismo, di semplice cosmesi si tratta.

Ringraziamo tutto il personale della Chirurgia pediatrica di Iglesias per l’impegno, la professionalità e l’amore dimostrato ai Bambini sardi nei 30 anni della sua storia.

Gutta cavat lapidem non vi, sed saepe cadendo.

Assistiamo passivi ad una decadenza globale del nostro tessuto sociale, la sanità pubblica è solo uno degli aspetti. La rassegnazione che i gestori della sanità vorrebbero inocularci merita reazioni composte ma decise dell’intera comunità.

Chirurgia pediatrica 2015

Nel dicembre 2012 il reparto è stato trasferito al CTO e fa sorridere che potrebbe festeggiare l’Assunta nuovamente al Santa Barbara qualora le indiscrezioni sulla “chiusura per ferie” troveranno conferma. La Chirurgia pediatrica di Iglesias ha subito negli ultimi 10 anni il più terroristico attentato politico ad un reparto ospedaliero che in Sardegna si sia mai visto:

a) Soru Dirindin; 3 Chirurgie pediatriche

b) Cappellacci De Francisci: 3 Chirurgie pediatriche + 1 (San Raffaele)

c) Pigliaru Arru: 3 Chirurgie pediatriche + 1 (Mater Olbia)

Due transumanze di operatori ma soprattutto di bambini e famiglie disorientate in 5 anni ma non escludiamo la terza nelle prossime settimane. Chi ha rallentato e ridimensionato il volume di interventi e solidarietà al Bambino è stata la gestione clientelare dei partiti orientati a premiare i grandi elettori piuttosto che i grandi talenti.

Interventi Chirurgia pediatrica: 1988/1989 media 800

2010/2011 media 400

2013: 278

2014: 248

2015: 94 (1 gennaio/31 maggio)

I risultati della Chirurgia pediatrica di Iglesias sono ancor oggi straordinari, se interpretati nel contesto del boicottaggio della Regione ma che i politici nostrani hanno alimentato. La devastazione della sanità del Sulcis è stata merce di scambio per carriere politiche, vantaggi ed equilibri di partito che non possiamo accettare né avallare.

La Chirurgia pediatrica di Iglesias è certamente la migliore realtà sarda, solo i partiti politici (tutti!!!) non sono al corrente della qualità e sicurezza che questi operatori garantiscono. Al dott. Onnis, che spesso propone numeri per avallare i sega-reparti della Regione, proponiamo una riflessione:

A fine maggio 2015, si è tenuta a Costa Rei una convention di chirurgia, dove si valutava la percentuale per reparto di trattamenti video laparoscopici nell’appendicite acuta, per le Chirurgie pediatriche i risultati sono stati: Cagliari: 11,3%, Sassari: 0, Iglesias: 43,9%.

Il reparto in Sardegna con le tecniche più all’avanguardia è quello di Iglesias, ha ridotto il numero di interventi per motivi politici non certo per stanchezza o demotivazione, mettiamoli nelle condizioni di lavorare attrezziamoli per essere competitivi (fu necessaria una sollecitazione popolare e giornalistica per acquistare lo sterilizzatore del gastroscopio), chiudiamolo se non tiene il confronto. Oggi, considerando la modestia delle Chirurgie pediatriche cagliaritana e sassarese, non sostenerlo è autentica follia, ingiustizia e danno sociale. Chiudere il reparto per ferie o come si paventa ambulatorio al CTO e 4 posti letto al Santa Barbara riducono inevitabilmente l’attività operatoria. Francamente è inaccettabile la scelta di interdire l’accesso estivo ai reparti di Ortopedia e Chirurgia pediatrica per le difficoltà oggettive che l’intero Sulcis sperimenterà, in una ASL con mobilità passiva impressionante, in una comunità dove la parola d’ordine di tutte le campagne elettorali è “avanti con il turismo” ridimensioniamo l’accoglienza sanitaria nei mesi di maggior affluenza turistica? Le scelte e le argomentazioni della ASL non convincono, del resto i rappresentanti dei medici ed infermieri del CTO sabato mattina hanno ribadito che la programmazione delle ferie non compromette la regolare attività dei reparti.

E’ arrivato il momento di assumerci responsabilità nuove e significative, impegnarci in prima linea, partecipare attivamente alla rinascita del Sulcis.

Iglesias, 13 giugno 2015

Giorgio Madeddu

Associazione AMICI della VITA – amicidellavitasulcis@gmail.com

Gruppi di Auto Aiuto per Alcol-Tossicodipendenti, Malati Tumorali, Autismo

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13/11/2012 – 13/11/2015: tre anni fa la Grande Miniera di Serbariu è stato teatro di una delle giornate che hanno segnato la storia recente del Sulcis Iglesiente, conclusasi con la firma del Piano Sulcis, alla presenza dei ministro Corrado Passera e Fabrizio Barca, del sottosegretario Claudio De Vincenti, del presidente della Giunta regionale Ugo Cappellacci e del presidente del Consiglio regionale Claudia Lombardo. Molti hanno sperato che quel giorno potesse segnare il punto di svolta per il rilancio socio-economico del territorio ma oggi, a distanza di tre anni, si può dire che quelle speranze sono andate per lo più deluse e di essere quantomeno in presenza di un allungamento dei tempi che preoccupa non poco per una situazione che è andata via via aggravandosi sempre più.

L’unico vero atto concreto maturato in questi tre anni è stato il decollo della fiscalità di vantaggio per le micro e piccole imprese. Lo stato delle cose è sotto gli occhi di tutti, aggravato nelle ultime ore dall’annuncio dell’amministratore delegato Carlo Lolliri del rischio di chiusura della Portovesme srl.

Per capire ciò che era stato programmato quel 13 novembre di tre anni fa e quindi ciò che è stato fatto e ciò che invece c’è ancora da fare, riproponiamo l’articolo pubblicato nel n° 252 del periodico cartaceo “La Provincia del Sulcis Iglesiente” del 30 novembre 2015, che racchiudeva gli impegni assunti da Governo e Regione con la sottoscrizione del Piano Sulcis.

«Il 13 novembre 2012 è una data destinata a segnare una tappa importante nella storia del territorio del Sulcis Iglesiente. Scelta per ospitare la visita di due ministri, Corrado Passera (Sviluppo economico) e Fabrizio Barca (Coesione territoriale) e di un sottosegretario, Claudio De Vincenti (Sviluppo economico), giunti per affrontare con tutte le altre rappresentanze istituzionali e sociali, dalla Giunta regionale ai 23 comuni della provincia di Carbonia Iglesias, oltre che con organizzazioni sindacali e associazioni delle diverse categorie, è stata vissuta in un clima di grandissima tensione per le manifestazioni di protesta di diverse centinaia di lavoratori di cui scriviamo nella pagina seguente e si è conclusa con un atto concreto: il protocollo d’intesa per la definizione di obiettivi e condizioni generali di sviluppo e l’attuazione dei relativi programmi nel “Sulcis Iglesiente”. Nel corso della giornata, la delegazione governativa ha preso in esame, con gli esponenti delle istituzioni regionale, provinciale e locale, e con le organizzazioni sindacali e imprenditoriali, le principali problematiche industriali e occupazionali, tra le quali quelle di Alcoa, Eurallumina, Portovesme e Carbosulcis, e le prospettive di sviluppo del territorio.

Le linee-guida del “Piano Sulcis” si sviluppano nel seguente quadro di riferimento (passaggi integrali):

a) salvaguardia del tessuto produttivo attraverso iniziative industrialmente sostenibili con particolare riferimento al settore della metallurgia non ferrosa, in un’ottica di efficientamento energetico, ecologico ed economico. Nell’ambito della strategia energetica nazionale, si procederà al contenimento dei costi per le imprese energivore – secondo quanto disposto dalla normativa europea – in modo da assicurare condizioni di competitività anche per le attività collocate nel Sulcis Iglesiente;

b) realizzazione in un Centro di eccellenza “carbone pulito” nel quadro di un polo tecnologico di ricerca e produzione di energia ecocompatibile all’interno del quale verrà avviata anche una sperimentazione sul CCS (progetto integrato minieracentrale-cattura-stoccaggio Co2);

c) realizzazione delle infrastrutture indispensabili a creare le condizioni per la realizzazione di nuove iniziative settoriali e imprenditoriali;

d) individuazione di nuove prospettive di sviluppo con particolare attenzione alle seguenti macro aree:

• filiera dell’energia pulita e dell’agro-energia eco-compatibile: produzione di apparati, di combustibili, di impianti generatori e connesse attività di ricerca applicata, innovazione e alta formazione. In questo ambito si esprime l’impegno condiviso a favorire nel Sulcis Iglesiente lo sviluppo di una filiera innovativa per lo stoccaggio e la distribuzione di gas naturale, anche in relazione al futuro raggiungimento del territorio sardo da parte del gasdotto Galsi;

• filiera del risanamento ambientale: depurazione del territorio, recupero e trasformazione dei rifiuti, produzione di apparati tecnici e scientifici;

• filiera agro-alimentare peculiare del territorio;

• filiera del turismo con particolare valorizzazione di quello generato da attività nautiche (ospitalità di persone e mezzi, supporti sia tecnici che commerciali) e dalla peculiarità storica e ambientale del territorio (a partire da quella mineraria). In questo ambito Governo, Regione ed Enti locali sono impegnati a dare operatività (sulla base dell’intesa con Regione ed Enti locali soci) alle misure necessarie a dare piena operatività in tempi stretti al Parco Geominerario.

Nella fase di elaborazione dei progetti operativi, queste indicazioni saranno necessariamente intrecciate con le indicazioni nel frattempo espresse dalle istituzioni locali e dalle associazioni operanti nel territorio;

e) definizione di adeguati piani di formazione e riqualificazione professionale con l’obiettivo fondamentale di realizzare collegamenti funzionali ed operativi con i migliori centri di eccellenza (dando priorità a quelli già esistenti nella Regione) per ognuna delle filiere innovative individuate.

f) sviluppo dei centri di ricerca già esistenti sul territorio e realizzazione di un nuovo polo specializzato nelle tecnologie del risanamento ambientale dei suoli e delle acque;

g) definizione di una adeguata governance per la realizzazione, fin dalla fase di progettazione, delle complesse iniziative di cui si compone un piano di sviluppo territoriale.

Entro 60 giorni sarà sottoscritta tra tutti gli Enti interessati una specifica intesa attuativa, in particolare per le questioni di natura autorizzativa. La dotazione finanziaria complessiva del Piano è di circa 451 milioni di euro, così distribuiti. Infrastrutture.

La Regione Sardegna ha già deliberato la realizzazione dei seguenti interventi aventi carattere infrastrutturale:

a) infrastrutturazione energetica dell’area industriale di Portovesme, per un importo pari a 20 milioni di euro;

b) centro di eccellenza energia pulita, per un importo di 8,356 milioni di euro;

c) sistema approdi minerari, per un importo pari a 5,6 milioni di euro;

d) porti di Calasetta e Portoscuso, per un importo di 1,4 milioni di euro;

e) porto di Carloforte, per un importo pari a 2,5 milioni di euro;

f) collegamento idrico Tirso Flumendosa-Sulcis Iglesiente, per un importo di 50 milioni di euro;

g) impianto di depurazione di Sant’Antioco, per un importo pari a 6,6 milioni di euro;

h) collettori fognari di Iglesias, per un importo di 1,2 milioni di euro; per un totale di 95,656 milioni di euro.

I seguenti interventi di natura infrastrutturale, ritenuti invarianti, troveranno copertura sulle risorse programmaticamente disposte dalle delibera CIPE 93/2012 a valere sul Fondo per lo sviluppo e la coesione 2007/2013.

Interventi invarianti da individuare:

i) portualità di Portovesme, per un importo di 7 milioni di euro;

j) area franca di Portovesme, per un importo di 1 milione di euro;

k) allargamento della SS 195 nel tratto Carbonia-San Giovanni Suergiu-Giba per un importo di 30 milioni di euro; per un totale di 38 milioni di euro.

Interventi in istruttoria, da valutare congiuntamente alla Regione Sardegna, ai fini della loro eventuale invarianza:

l) sistema portuale turistico Sulcis Iglesiente;

m) porto di Sant’Antioco; per un totale fino a 34 milioni di euro.

Ambiente e bonifiche. Gli impegni già assunti con apposite intese in materia di bonifiche ambientali e di risanamento dei suoli occupati, sottoscritte dalle maggiori imprese operanti nel Sulcis (Alcoa spa, Eurallumina spa, Portovesme srl, ecc.) con le autorità regionali e nazionali competenti, nonché con le organizzazioni sindacali interessate, costituiscono parte integrante del protocollo d’intesa. Ad esse si farà riferimento in sede di attuazione dei piani di intervento in materia ambientale già deliberati o da deliberare.

La Regione Sardegna ha già deliberato il 31 luglio scorso la realizzazione dei seguenti interventi aventi carattere infrastrutturale:

a) bonifiche aree minerarie, per un importo di 53,84 milioni di euro;

b) sito di raccolta valle San Giorgio, per un importo di 27,382 milioni di euro;

c) bonifica ex Sardamag – Sant’Antioco, per un importo di 1 milione di euro.

d) riduzione inquinamento valle rio San Giorgio, per un importo di 31,71 milioni di euro;

e) macro area Montevecchio Levante progetto stralcio sito di raccolta, per un importo di 23,5 milioni di euro;

f) macro area Montevecchio Ponente progetto stralcio sito di raccolta, per un importo di 40,236 milioni di euro; per un totale di 177,668 milioni di euro.

Interventi a sostegno delle filiere produttive.

Per il sostegno alle filiere produttive, la Regione Sardegna gha già deliberato il 31 luglio scorso la realizzazione di interventi per la valorizzazione delle filiere agroalimentari per un importo pari a 10 milioni di euro. Per il finanziamento di investimenti produttivi nell’area del Sulcis, si aggiunge il rifinanziamento dei contratti di sviluppo per 90 milioni di euro a valere vuoi in via straordinaria sulle risorse liberare dal PON SILL 2000/2006 per effetto del decreto del ministro dello Sviluppo economico del 28 settembre 2012, vuoi sull’eventuale ridestinazione in sede normativa, che il Governo auspica, delle risorse versate dalle imprese condannate dalla Commissione Europea per l’indebita fruizione di agevolazioni sulle tariffe elettriche per la quota riferita alle imprese ubicate nell’area del Sulcis. Le risorse assegnate alla Call for Proposal affidata all’agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa (Invitalia) per raccogliere idee di sviluppo per il Sulcis, provenienti da contesti anche internazionali, vanno da un minimo di 55,7 milioni di euro ad un massimo di 89,7 milioni di euro. I tempi di attuazione del Piano saranno definiti da un crono-programma predisposto congiuntamente da Governo e Regione. Il protocollo prevede che venga assicurata continuità agli strumenti di tutela ed integrazione al reddito già in essere o in corso di implementazione, e azioni innovative o sperimentali da definire anche con il concorso delle parti sociali e in coerenza con le normative europee vigenti. La tutela del reddito interesserà l’insieme dei lavoratori occupati presso aziende appartenenti ai diversi settori industriali coinvolti nella crisi e l’utilizzo degli ammortizzatori sociali dovrà essere coerente con i tempi di implementazione ed attuazione delle iniziative previste nel Piano Sulcis del protocollo d’intesa. In accordo con le parti sociali verranno esaminati progetti di formazione, riqualificazione professionale e avviamento al lavoro.

La gestione dei complessi sistemi di formazione, riqualificazione e avviamento al lavoro, richiede competenze adeguate, rigore gestionale e reale potere decisionale e, a tal fine, verrà istituita, a carattere sperimentale, una “cabina di regia” affidata a persona con caratteristiche adeguate e capacità manageriale superiore individuate e selezionata di come accordo tra Governo e Regione, sulla base di severi criteri selettivi.

Giampaolo Cirronis

giampaolo.cirronis1@tin.it

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Claudia Lombardo 1 copia

Come sempre ho fatto nel corso del mio impegno politico, non intendo sottrarmi alle critiche ed anzi affermo, fin da subito, che comprendo l’indignazione dei cittadini verso quelli che sono considerati “privilegi” o anche autentici regali alla famigerata “casta”.

L’assegno vitalizio, cioè la pensione riservata ai consiglieri regionali quando cessano il mandato, è ritenuto uno di questi ed io, dallo scorso marzo, sono nell’elenco degli oltre trecento beneficiari del trattamento erogato dal Consiglio regionale. Tengo a fare alcune doverose precisazioni, non per trovare giustificazioni, ma per fugare i dubbi strumentali e gratuiti che in questi giorni si sono alimentati circa la possibilità che durante la mia presidenza siano stati adottati codicilli, aggiustamenti od interpretazioni autentiche a me favorevoli. E’ stato scritto che il decreto Monti ha stabilito il requisito di 66 anni per poter percepire il vitalizio ma che la Regione Sardegna ha scelto di fare delle deroghe a 60, 55 e 50. Non è vero.

Il Consiglio regionale sardo ha abolito i vitalizi il 17 novembre 2011 con la deliberazione dell’ufficio di Presidenza n. 147, oltre un anno prima della legge n. 213 del 7 dicembre 2012 di conversione del DL 174 del 10 ottobre 2012 (Decreto Monti), che ha stabilito che le disposizioni previste dall’ art. 2 comma 1 lettera m) in materia di erogazione di vitalizi (compreso il requisito del 66° anno di età) “non si applicano alle Regioni che abbiano abolito i vitalizi”. Pertanto, il Consiglio regionale sardo non ha scelto di derogare la disciplina del decreto Monti, ma ha dato applicazione a quanto stabilito dalla stessa.

Corre l’obbligo altresì di precisare, data la confusione emersa sulla disciplina regionale relativa all’erogazione dei vitalizi, che: primo in Italia, il Consiglio regionale della Sardegna ha adottato una disciplina restrittiva rispetto al requisito dell’età (anche rispetto alla Camera dei Deputati). Infatti, con la deliberazione del 21 marzo 2000 si è stabilito che il consigliere regionale riceve il vitalizio a partire dal 65° anno di età. Oltre il quinto anno di mandato, l’età richiesta viene diminuita di un anno in ragione del numero degli anni del mandato, con il limite di 60 anni. Tali norme sono entrate in vigore a partire dalla XIII legislatura (dal 2004), applicabili a coloro i quali sono stati eletti a partire dal luglio 2004 fino al febbraio 2014. Per coloro che sono stati eletti nelle legislature precedenti, valgono le norme previgenti del regolamento per gli assegni vitalizi (come da apposita norma del regolamento di cui alla deliberazione del 2000).

Tra le altre cose ci sono due precedenti. Due consiglieri che, sulla base di apposita norma transitoria, non avendo alle spalle venti anni di contribuzione o quattro legislature, ma solo tre legislature, hanno avuto il decreto di riconoscimento del diritto all’assegno vitalizio a 43 e 49 anni, con erogazione poi sospesa per due anni per effetto della nomina ad assessore.

Ma questo è solo un dettaglio rispetto all’ulteriore chiarimento necessario anche rispetto a quanti hanno sempre avuto fiducia in me e che continuano a mostrarmi stima e affetto personale. Anzitutto preciso che non ho mai fatto domanda di pensione al Consiglio regionale. Lo scorso 20 febbraio ho  solo risposto positivamente al quesito formulato dall’amministrazione a tutti i consiglieri cessati dal mandato nella XIII legislatura (2004-2009), circa la volontà di procedere al “riscatto” dei contributi non versati, relativi ai tre mesi e venticinque giorni di scioglimento anticipato della legislatura 2004-2009. Dichiaro subito che sono disponibile a fornire copia delle relative lettere.

Corre anche l’obbligo di precisare che ho sempre avuto la convinzione di percepire l’assegno vitalizio solo al compimento del cinquantesimo anno di età, perché così ho sempre saputo dai colleghi più anziani. Soltanto quando nei giorni precedenti l’insediamento  dei nuovi eletti in Consiglio regionale (20 marzo 2014), si è provveduto, come da regolamento, alla predisposizione dei decreti di riconoscimento del diritto al vitalizio  per i consiglieri regionali in carica nella scorsa legislatura ed in quelle precedenti, sono venuta a conoscenza del fatto che, sulla base delle norme vigenti all’atto della mia prima elezione (1994), avrei percepito l’assegno vitalizio fin da subito.

Con tutta evidenza il mio ingresso in Consiglio a soli 21 anni di età (sono la più giovane consigliere regionale eletta in Sardegna) e le quattro legislature di mandato consecutive, hanno prodotto una situazione per così dire non usuale, con riferimento all’età, si intende, e non già all’assegno vitalizio. Istituto valido fin dal 1949 ed il cui diritto è riconosciuto a tutti coloro che sono stati eletti nella XIV legislatura del Consiglio regionale e in tutte quelle precedenti. Vitalizio che insieme ai colleghi della passata legislatura abbiamo abrogato prima ancora che lo chiedesse il decreto Monti, inserendolo tra le misure contenute nel piano di riduzione dei costi della politica che ha comportato, caso più unico che raro, ad una diminuzione della spesa annua del Consiglio regionale di oltre 26 milioni di euro ed alla riduzione del numero dei consiglieri regionali da 80 a 60.

Questi e non altri sono, dunque, i fatti e questo dovevo per amore della verità.

Cagliari lì, 7 maggio 2014

#Claudia Lombardo

Conferenza stampa Gianfranco Ganau 1

Il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, ha tenuto una conferenza stampa, questo pomeriggio, per affrontare i problemi emersi nelle ultime ore con la pubblicazione sugli organi di stampa degli assegni vitalizi, ovvero le pensioni spettanti ai consiglieri regionali a fine mandato. Gli assegni vitalizi sono stati cancellati a partire dalla legislatura appena iniziata ma ovviamente non possono essere cancellati i diritti acquisiti. Ciò che ha fatto più notizia sono i vitalizi riconosciuti per legge a consiglieri o ex consiglieri ancora giovani. Il caso più clamoroso è quello dell’ex presidente del Consiglio regionale, Claudia Lombardo, 41 anni, 4 legislature e 20 anni di Consiglio regionale alle spalle (alle ultime elezioni non si è candidata), che in base ad una norma di legge danno il diritto alla pensione indipendentemente dall’età.

Il presidente del Consiglio regionale ha annunciato che tutti i nominativi di coloro che percepiscono i vitalizi, con i relativi importi, verranno pubblicati on line a partire da domani.

Gianfranco Ganau 1 copia

Gianfranco Ganau è il nuovo presidente del Consiglio regionale della Sardegna. E’ stato eletto questa mattina, alla terza votazione, con 34 voti, sui 36 a disposizione della maggioranza di centrosinistra. L’opposizione ha votato per il nuovo capogruppo di Forza Italia (nomina ancora da ufficializzare) Pietro Pittalis, che ha ottenuto 23 voti, sui 24 a disposizione della coalizione di centrodestra. Tre sono risultate le schede nulle.

Gianfranco Ganau è nato a Sassari il 3 marzo 1955, è sposato ed ha una figlia. Per dieci anni è stato sindaco della sua città, eletto per la prima volta nel 2005 e riconfermato nel 2010 con il 65,9% dei voti. Candidato alle elezioni primarie del Partito Democratico, era stato battuto da Francesca Barracciu che aveva ottenuto il 44,29% contro il suo 32,61%. Alle ultime elezioni regionali, candidato alla carica di consigliere nella circoscrizione elettorale di Sassari, è stato in assoluto il candidato più votato della Sardegna con oltre 10.000 preferenze. Medico cardiologo, è il responsabile del Servizio 118 delle province di Sassari, Nuoro, Gallura e Ogliastra. Dal 1995 al 2000 è stato consigliere comunale di Sassari. Nel 2002 è stato nominato consigliere di amministrazione della Fondazione Banco di Sardegna. Nel 2012 è stato eletto all’unanimità presidente del CAL, il Consiglio delle Autonomie Locali della Sardegna. Dal 1983 al 1990 è stato presidente dell’Arci provinciale e membro del direttivo regionale dell’UISP (Unione Italiana Sport per Tutti). Nel 2009 è stato nominato dall’Unicef “Difensore ideale dell’Infanzia” in occasione del 20° Anniversario della Convenzione internazionale dell’infanzia e dell’adolescenza. E’ alla sua prima legislatura in Consiglio regionale.

«Ci aspetta un compito gravoso ma sono sicuro che tutti insieme riusciremo a dare ai sardi le risposte che questo difficile momento richiede – ha detto subito dopo la proclamazione alla presidenza del Consiglio regionale -. Spero di creare le migliori condizioni di lavoro per permettere all’Aula di venire incontro alle attese della società sarda.»

Dopo i saluti di rito, il neo presidente dell’Assemblea ha sciolto la seduta e convocato il Consiglio per il prossimo 27 marzo alle ore 10.30. All’ordine del giorno l’elezione dell’Ufficio di presidenza.

Subito dopo la chiusura della seduta, negli uffici della presidenza del Consiglio, il neo presidente dell’Assemblea sarda, Gianfranco Ganau, ha incontrato la presidente uscente, Claudia Lombardo, per i saluti di rito e il classico passaggio di consegne. L’on. Lombardo ha rivolto al suo successore e al presidente della Regione, Francesco Pigliaru, i migliori auguri di buon lavoro.

«C’è bisogno della collaborazione di tutti – ha detto Claudia Lombardo – per restituire speranza alla Sardegna. Basta con le divisioni tra vincitori e vinti. Le ultime vicende nazionali – ha aggiunto riferendosi alla decisione del Parlamento di bocciare l’istituzione del collegio unico della Sardegna per le elezioni europee -, dimostrano che c’è bisogno dell’unità di tutte le forze politiche per difendere i diritti dei sardi.»

Riguardo alla svolta politica determinata dalle ultime elezioni regionali, Claudia Lombardo si è detta molto fiduciosa per un reale miglioramento delle condizioni socio-economiche della Sardegna. «C’è un cambiamento in atto – ha detto la presidente uscente – adesso è necessario tradurre le indicazioni dell’elettorato in azioni di Governo efficaci.»

«Auspico un confronto più sereno e produttivo tra Consiglio e Giunta regionale rispetto a quanto accadeva negli anni passati. Sono sicuro, dopo averne parlato con il presidente della Regione Francesco Pigliaru, che già dai prossimi mesi sarà inaugurata una nuova stagione istituzionale.» Sono le prime parole pronunciate dal neo presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, subito dopo il passaggio di consegne con la presidente uscente, Claudia Lombardo. Rispondendo alla domanda di un giornalista, Ganau si è soffermato anche sul difficile rapporto Regione-Enti Locali. «Da Presidente del CAL (Consiglio delle autonomie locali) – ha detto – ho sempre sottolineato la necessità di colmare le distanze tra Regione, Comuni e Province. Da questo punto di vista mi conforta la presenza di tanti amministratori locali tra i banchi del nuovo Consiglio regionale. Con il loro contributo si riuscirà a costruire un nuovo rapporto di collaborazione che consenta di raggiungere obiettivi comuni». Archiviata l’elezione del presidente, il Consiglio regionale si dà appuntamento al prossimo 27 marzo per la designazione nel nuovo Ufficio di presidenza. L’Aula eleggerà in prima battuta due vice presidenti, tre questori e un segretario che insieme al Presidente dell’Assemblea faranno parte dell’organismo consiliare deputato a formulare gli indirizzi per la gestione amministrativa del Consiglio. Sarà però necessario procedere all’elezione di altri segretari. L’articolo 4 del regolamento stabilisce, infatti, che tutti i gruppi consiliari devono essere rappresentati nell’Ufficio di Presidenza. La votazione avverrà a scrutinio segreto. Ogni consigliere regionale avrà a disposizione una scheda nella quale indicherà un solo nome per la carica di Vice Presidente, due per quella di questore, uno per il segretario. Il presidente del Consiglio, una volta espletate le operazioni di voto, dovrà informare della sua elezione e della costituzione dell’Ufficio di presidenza, il presidente della Repubblica, i presidenti dei due rami del Parlamento, il presidente del Consiglio dei ministri ed il rappresentante del Governo presso la Regione Sardegna. L’Ufficio di presidenza sovrintende alla gestione e al buon andamento dell’Amministrazione del Consiglio. Su proposta dei Questori approva il bilancio, le eventuali variazioni e il conto consuntivo di entrate e spese. Dal parere dell’Ufficio dipendono, inoltre, gli impegni di spesa straordinari o che incidano su più esercizi finanziari. Tra i suoi compiti anche la definizione delle norme sull’ordinamento degli uffici e sul personale dipendente del Consiglio regionale. La carica di componente l’Ufficio di presidenza è incompatibile con quelle di presidente di gruppo e presidente di commissione.

Prima della prossima riunione del Consiglio regionale, fissata per il 27 marzo, sarà definita la composizione dei gruppi consiliari. I consiglieri regionali hanno infatti tre giorni di tempo per dichiarare formalmente a quale gruppo politico intendano appartenere. Ciascun Gruppo consiliare, come stabilisce l’art. 20 del regolamento, deve essere composto da almeno quattro consiglieri (erano cinque fino alla scorsa legislatura). Il presidente del Consiglio può però autorizzare la costituzione di gruppi formati da almeno tre consiglieri purché rappresentino partiti organizzati nel territorio che abbiano presentato, con il medesimo simbolo, candidati in tutte le circoscrizioni provinciali. Entro cinque giorni, il nuovo presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, convocherà simultaneamente i 60 consiglieri regionali in base alle adesioni manifestate. Ciascun gruppo eleggerà nella prima riunione il proprio presidente, due vice presidenti e un segretario. I gruppi con meno di quattro componenti indicheranno solo il presidente e il consigliere incaricato di sostituirlo in caso di impedimento.

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Pietro Cocco e Giorgio Oppi sono stati confermati, Paolo Dessì è il primo dei non eletti.

Pietro Cocco cinque anni fa risultò il più votato nella lista del Partito Democratico, con 3.948 preferenze, davanti a Mauro Esu, con 3.784. Domenica 16 febbraio si è fermato a 3.224 preferenze che gli sono astate per essere ancora primo, eletto con quoziente pieno, davanti a Pietro Morittu che ha raggiunto 2.987 preferenze.

Giorgio Oppi nel 2009 venne eletto nella lista UDC della circoscrizione provinciale di Carbonia Iglesias con 5.037 preferenze, questa volta è stato eletto nella lista UDC della circoscrizione provinciale di Cagliari, con 5.370 preferenze.

Paolo Dessì cinque anni fa, quando era consigliere provinciale di Forza Italia, si candidò e venne eletto nella lista del PSd’Az con 1.898 preferenze; questa volta, da consigliere regionale uscente del PSd’AZ, si è candidato nella lista di Forza Italia e, pur aumentando leggermente il suo consenso, arrivato a 2.012 preferenze, risulta il primo dei non eletti.

I volti nuovi eletti nel Sulcis Iglesiente sono Luca Pizzuto, segretario regionale di Sinistra Ecologia Libertà, Gianluigi Rubiu, consigliere comunale dell’UDC a Iglesias; Ignazio Locci, consigliere comunale di Forza Italia a Sant’Antioco.

Ricordiamo che la quarta consigliera uscente, Claudia Lombardo, presidente del Consiglio regionale, ha deciso di non ricandidarsi dopo un’esperienza ventennale iniziata nella primavera del 1994.

Paolo Dessì – Forza Italia, andata e ritorno cinque anni dopo. Il sindaco di Sant’Anna Arresi, consigliere regionale eletto nella lista della circoscrizione provinciale di Carbonia Iglesias del Partito Sardo d’Azione nel febbraio 2009, sarà candidato nella lista circoscrizionale di Carbonia Iglesias di Forza Italia alle elezioni regionali in programma il prossimo 16 febbraio. Si tratta di un “ritorno a casa”, considerato che cinque anni fa Paolo Dessì, consigliere provinciale eletto in Forza Italia nel 2005, si candidò a sorpresa con i “Quattro Mori”, dopo aver interrotto traumaticamente i rapporti con il Pdl (forza politica che alla vigilia delle elezioni regionali rilevò il testimone da Forza Italia, alla quale lo ha restituito poche settimane fa) proprio durante le tormentate vicende che caratterizzarono la scelta dei candidati.

Sulla scelta di Paolo Dessì, sindaco di Sant’Anna Arresi alla terza consiliatura, hanno influito le incertezze del PSd’Az che, a pochi giorni dalla presentazione delle liste, non ha ancora deciso se schierarsi con il centrosinistra o con il centrodestra, e le novità emerse proprio in questi giorni nel panorama politico di Forza Italia, nelle cui liste, per la prima volta dal 1994, non ci sarà Claudia Lombardo, eletta sempre nella circoscrizione del Sulcis Iglesiente, poi provincia di Carbonia Iglesias. Al divorzio del 2009 concorse in misura determinante la conclusione del rapporto di collaborazione e fiducia tra lo stesso Paolo Dessì e Claudia Lombardo ed oggi l’assenza del presidente del Consiglio regionale in carica dalle liste, apre nuove prospettive per i quattro candidati che verranno scelti per la composizione della lista provinciale e quindi per il consigliere regionale uscente sardista Paolo Dessì.

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Partiti e movimenti in grande fermento in tutta la Sardegna, per la preparazione delle liste per le elezioni regionali in programma il 16 febbraio 2014 (si tornerà a votare nella sola giornata di domenica dopo alcuni anni). La data ravvicinata decisa dalla Giunta regionale guidata dal governatore Ugo Cappellacci ha messo in seria difficoltà un po’ tutti, in particolare i gruppi e i movimenti che, non avendo nelle loro liste consiglieri regionali uscenti, saranno costretti a raccogliere le firme.
Cresce l’attesa per conoscere le decisioni della direzione regionale del Partito Democratico per la scelta del candidato alla carica di governatore, dopo il passo indietro fatto dall’europarlamentare di Sorgono Francesca Barracciu, vincitrice delle elezioni primarie svoltesi lo scorso 8 dicembre 2013, sotto la forte pressione esercitata da alcuni partiti della coalizione di centrosinistra e da una larga parte dello stesso Partito Democratico, che ha posto al centro del dibattito interno la questione di opportunità legata al coinvolgimento della stessa Francesca Barracciu nell’inchiesta sulla gestione di fondi destinati ai gruppi consiliari regionali.
Appare fin troppo evidente che questo ritardo condiziona il lavoro di preparazione delle elezioni del Partito Democratico e dell’intera coalizione di centrosinistra e costituisce un vantaggio indiretto per le altre coalizioni, in particolare quella di centrodestra che sarà capeggiata dal governatore uscente Ugo Cappellacci, già da tempo in campagna elettorale.
C’è grande incertezza anche intorno alla candidatura a governatore del Movimento Cinque Stelle e della sua stessa partecipazione alla competizione elettorale, per contrasti interni e il mancato riconoscimento, almeno finora, da parte di Beppe Grillo. Ricordiamo che problemi simili sorsero la scorsa primavera alla vigilia delle elezioni amministrative di Iglesias, culminati nella mancata partecipazione del M5S e quindi nell’esclusione dal nuovo Consiglio comunale, dopo il trionfale risultato ottenuto un anno prima alle elezioni politiche (risulto il primo partito nella città mineraria come in quasi tutti i comuni della Sardegna).
Cominciano a circolare i primi nomi, intanto, sulle candidature nelle diverse liste. Tra i consiglieri regionali uscenti eletti nelle liste del circoscrizione di Carbonia Iglesias, dovrebbero scendere ancora in campo il leader dell’Udc Giorgio Oppi, il sindaco di Gonnesa Pietro Cocco (PD) e il sindaco di Sant’Anna Arresi Paolo Luigi Dessì, mentre quasi certamente non sarà delle partita il presidente del Consiglio regionale Claudia Lombardo, in Consiglio ininterrottamente da vent’anni (eletta la prima volta nella lista di Forza Italia nella primavera del 1994, quando aveva poco più di 21 anni ed eletta altre tre volte prima con Forza Italia, poi con il Pdl).

Nella circoscrizione di Carbonia Iglesias verranno eletti quattro consiglieri regionali dei 59 complessivi (il 60esimo sarà il governatore eletto), conseguentemente ciascuna lista dovrà presentare al massimo quattro candidati.

Il Palazzo del Consiglio regionale.

Il Palazzo del Consiglio regionale.

 

Domani, 4 dicembre 2013,  Cgil, Cisl e Uil Sardegna terranno una manifestazione con sit-in di fronte al Consiglio regionale, in via Roma, a Cagliari, a sostegno della vertenza contro il mancato finanziamento nazionale e regionale degli ammortizzatori sociali. Oltre 1.000 persone, provenienti da tutti i territori, si riuniranno dalle 9,30 per sollecitare dalle istituzioni iniziative adeguate all’emergenza.

La presidente dell’Assemblea regionale, on. Claudia Lombardo, incontrerà le delegazioni sindacali subito dopo l’inizio della manifestazione. Il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, riceverà i sindacalisti alle ore 16 a “Villa Devoto”. Nella lettera inviata nei giorni scorsi al Presidente della Regione per chiedere l’incontro, i segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil, Marinora De Biasi, Giovanni Matta e Francesca Ticca, hanno segnalato all’on. Cappellacci che «dai dati forniti dall’assessorato regionale del Lavoro, risulta che a tutt’oggi appena il 50% dei lavoratori che hanno diritto al sussidio hanno percepito le relative indennità. Ciò a causa della mancata assegnazione alla Regione delle risorse necessarie. A fronte di un fabbisogno stimato di 250 milioni di euro, infatti, per il 2013 ne sono state attribuite appena 90 milioni e 807 mila euro. Peraltro nonostante la sensibilità e disponibilità garantita dalle istituzioni sarde, le risorse stanziate dal Consiglio di 30 milioni circa, che avrebbero potuto alleviare le sofferenze di almeno 4/5.000 famiglie, non sono state ancora impiegate».

Tito Siddi

Il Palazzo del Consiglio regionale.

Il Palazzo del Consiglio regionale.