22 November, 2024
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Inclusione e innovazione sociale hanno caratterizzato i lavori della seconda e ultima giornata dell’evento annuale del POR FSE Sardegna 2014-2020, che si è svolta questa mattina all’ex Manifattura Tabacchi di Cagliari, su iniziativa dell’Autorità di Gestione del Programma. Sono intervenuti l’assessore del Lavoro Virginia Mura, il capo unità della Direzione generale Occupazione della Commissione Europea, la portoghese Adelina Dos Reis, l’Autorità di gestione Luca Galassi, il direttore generale delle Politiche sociali Stefania Manca, il delegato regionale della Caritas Sardegna Raffaele Callia ed il presidente dell’Alleanza delle Cooperative Italiane Sardegna, Claudio Atzori. A proposito di inclusione, tutti i relatori sono stati affiancati nei loro interventi da un’interprete della lingua dei segni.
«La Regione Sardegna – ha spiegato l’assessore Virginia Mura – nel corso di questa legislatura ha realizzato una serie di azioni, cito su tutte il REIS, per le quali siamo considerati all’avanguardia in Italia. Intendiamo impiegare sino all’ultimo euro disponibile per dare risposte alle tante domande di aiuto. Abbiamo dedicato 16 milioni 500mila euro per le famiglie in difficoltà, con misure che ci consentono di accompagnarle in un percorso virtuoso. Gli Avvisi “Cumentzu”, “CARPEDIEM” e “Diamante Impresa” sono rivolti a figure che desiderano affacciarsi nel mondo del lavoro oppure richiedono particolari tutele. Le misure saranno seguite da una équipe multidisciplinare che accompagnerà coloro che beneficiano del Reddito d’inclusione sociale (REIS), di cui fanno parte anche gli operatori dei Centri per l’impiego. La parte formativa è invece inserita nel programma LavoRAS.»
«L’Europa è un continente complesso, caratterizzato da differenze enormi tra un’area e un’altra, ma l’Unione Europea esiste proprio per aiutare i Paesi maggiormente in difficoltà – ha dichiarato la rappresentante della Commissione Europea, Dos Reis -. Le statistiche ci dicono che il livello di povertà in Italia è tra i più alti d’Europa. Occorre una risposta delle istituzioni, e credo che la Sardegna stia facendo di tutto per contrastarla, in linea con il programma e le direttive UE.»
«Dopo la crisi del 2008-2009 la platea di poveri in Sardegna è aumentata, mentre le risorse europee rivolte all’attivazione delle persone sono diminuite – ha detto Luca Galassi  – Autorità di gestione -. Noi stiamo cercando di aumentare le occasioni di inclusione sociale e lavorativa. CARPEDIEM (Catalogo regionale dei progetti eleggibili di inclusione ed empowerment) è uno strumento a carattere sperimentale ma ha messo in campo 8 milioni 500mila euro a cui si può partecipare sino al prossimo 3 settembre. Il POR FSE sta camminando, la spesa sta andando bene: siamo già al 50%. Sinora abbiamo rispettato gli obiettivi che ci ha dato l’UE, però ora l’asticella si è alzata e dobbiamo raddoppiare l’impegno.»
«La Regione – ha sottolineato il DG delle Politiche sociali, Stefania Manca – in questi anni ha lavorato duramente per costruire una governance unica sulle politiche sociali, per esempio con l’istituzione del Tavolo delle povertà al quale siedono tutte le realtà del terzo settore, che svolge un ruolo fondamentale ed è chiamato a fare rete con le istituzioni.»

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Claudio Atzori (Legacoop) è il nuovo presidente dell’Alleanza delle cooperative italiane Sardegna. L’elezione è avvenuta al termine della prima assemblea regionale. Copresidenti Fabio Onnis (Confocooperative) e Sergio Cardia (Agci). L’Alleanza delle cooperative, nata dall’unione tra le centrali coop Legacoop, Confcooperative e Agci, conta complessivamente 2.000 cooperative che spaziano in tutti i settori commerciali e dei servizi, 100mila soci, altrettanti lavoratori e un fatturato complessivo che viaggia intorno ai 2 miliardi di euro.

«La nuova sfida della cooperazione è quella di un cammino comune in cui il peso dei cooperatori si rafforza – ha detto Claudio Atzori – e che va a garantire sia i lavoratori sia chi deve usufruire dei servizi che vengono garantiti.»

Dall’agricoltura all’edilizia, continuando con i servizi e tutto ciò che ruota attorno al mondo della cooperazione. Claudio Atzori, che succede a Fabio Onnis (presidente dell’Alleanza delle cooperative dalla fondazione avvenuta lo scorso anno sino a oggi), ha rimarcato la necessità di sostenere la cooperazione proseguendo nella battaglia contro il fenomeno delle false cooperative.

«Il mondo della cooperazione – ha rimarcato Claudio Atzori – può diventare strategico e fondamentale anche per la ripresa economica della nostra regione.»

Claudio Atzori ha ricordato la crescita e i risultati ottenuti nel settore dell’agroalimentare. E o risultati ottenuti con il «Pecorino bond, pegno rotativo, strumenti che ora ci sono e funzionano». Fabio Onnis, nel corso del suo intervento ha rimarcato il lavoro svolto dall’Alleanza nel corso del suo primo anno di lavoro, focalizzando l’attenzione sulle questioni legate al mondo dell’agroindustria. Nel corso dell’iniziativa l’intervento dell’assessore regionale all programmazione e Bilancio Raffaele Paci. Nel corso dell’assemblea anche gli interventi dei diversi cooperatori che operano in settori differenti.

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Venerdì 15 giugno, a partire dalle ore 9.30, nella sala riunioni del T-Hotel, a Cagliari, si svolgerà l’assemblea regionale, elettiva, dell’Alleanza delle cooperative, l’organismo nato dall’unione tra la Legacoop, Agci e Confcooperative.

Coordinerà i lavori Sergio Cardia (copresidente dell’Alleanza delle Cooperative della Sardegna). Dalle 9.30, le relazioni introduttive verranno svolte da Fabio Onnis (Presidente dell’Alleanza Cooperative Sardegna): comunicazioni e relazione sull’attività svolta dall’Alleanza delle Cooperative della Sardegna nel primo anno di attività; e Claudio Atzori (copresidente dell’Alleanza delle Cooperative della Sardegna); alle ore 10.30, gli interventi programmati di Virginia Mura, assessore regionale del  Lavoro; Raffaele Paci, vicepresidente della Giunta regionale ed assessore della Programmazione; alle ore 11.30, il dibattito; alle ore 13.00, l’elezione del Presidente e degli organi dell’Alleanza delle Cooperative della Sardegna. 

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Ha registrato la partecipazione di oltre duecento persone l’assemblea su “Autonomia e Federalismo” svoltasi ieri a Ghilarza, nonostante il caldo sabato sera, con inizio del dibattito alle 15.30. Tanti altri, non potendo partecipare all’assemblea, hanno inviato l’adesione.

I partecipanti sono militanti della sinistra, per lo più aderenti al PD o a Liberi e Uguali o senza partito. Militanti che non si rassegnano a una sinistra smarrita ed inerte dopo la sconfitta elettorale. Si prova a ripartire dalle idee e dai territori. E quindi si è scelto Ghilarza, luogo gramsciano, fortemente simbolico.

“Sa die de sa Sardigna” ha dato lo spunto per riflettere  sui limiti dell’autonomia speciale e provare a fare i conti con il significato profondo del voto referendario del 2016 che ha nettamente bocciato una riforma costituzionale accentratrice – o comunque giudicata tale – dei poteri nello Stato o meglio, nell’esecutivo. Con quel voto, deve misurarsi la sinistra tutta, indipendentemente dal segno del voto espresso da ciascuno, singoli e gruppi politici.

I promotori hanno proposto al dibattito una precisa ipotesi di lavoro: il principio autonomista ed il principio federalista come chiave per realizzare un pieno autogoverno in un nuovo patto unitario del popolo sardo, con la Repubblica e con l’Unione europea. Il principio federalista è la chiave per andare oltre i sistemi istituzionali decentralizzati, nel cui ambito è in larga misura confinata anche l’autonomia speciale. Il riferimento è il federalismo cooperativo e societario, alternativo ai modelli di federalismo competitivo ed indifferente ai diritti di cittadinanza.

Il dibattito introdotto da Ivana Russu, consigliere comunale di Olbia e coordinato da Tore Cherchi, ha avuto l’apporto di intellettuali di solido e lungo impegno civile e politico, quali Gian Giacomo Ortu,  Italo Birocchi, Gianmario Demuro, Giovanni Lobrano.

«Il neocentralismo sconfitto nel referendum del 2016  ha creato a le condizioni per riproporre il progetto federalista attraverso un disegno di legge costituzionale, da elaborare con i territori e da presentare con iniziativa popolare», ha sottolineato Giangiacomo Ortu, ordinario di Storia Moderna. L’aspirazione al federalismo deve essere sostenuta, mettendo in atto da subito «pratiche federaliste», soprattutto nel campo culturale, dell’economia e del governo del territorio. Italo Birocchi, ordinario di storia del diritto, ha rintracciato nella storia del popolo sardo le radici del pensiero autonomista e federalista. Gianmario Demuro, costituzionalista, ha analizzato i nessi tra autonomia e democrazia. Giovanni Lobrano, romanista, ha sottolineato la differenza dei sistemi politici federali rispetto a quelli basati sul decentramento.

Sono intervenuti Emiliano Deiana, sindaco di Bortigiadas e presidente ANCI, con una forte critica al centralismo ed alla burocrazia regionali, temi ripresi anche da Nicola Sanna, sindaco di Sassari; Michele Carrus, segretario regionale CGIL, sui rapporti fra autonomia, lavoro e sviluppo. Sulle vittime della globalizzazione liberista è ritornato Luca Pizzuto, consigliere regionale di Leu; un giovane studente, Bruno Concas, si è chiesto come l’autonomia possa interessare i giovani. Hanno preso la parola persone di area PD: Dolores Lai, Patrizia Desole, Nicola Manca, guspinese di Montevecchio, Vasco Decet, manager di una primaria industria turistica. Nella sala, interessati al dibattito, qualificati esponenti della cultura, Salvatore Mereu, Angelo Liberati, Giuseppe Carta tra gli altri, parecchi sindaci e lavoratori dell’industria, dirigenti politici, la parlamentare Romina Mura, il presidente regionale della lega delle cooperative, Claudio Atzori.

«Abbiamo rimesso in campo le idee autonomiste e federaliste, rimaste oscurate dal prevalente centralismo da un lato e da minoritarie aspirazioni indipendentiste, dall’altro lato. Queste idee sono attuali e feconde. Sono un progetto di lavoro e di impegno che vorremmo ritornasse ad essere la bandiera della sinistra», ha concluso Tore Cherchi a nome degli organizzatori dell’assemblea. L’impegno è quindi quello di dare continuità al lavoro su un progetto. Questo non richiede nuove  organizzazioni ma piuttosto la capacità di dibattere, agire e creare relazioni nel disperso popolo della sinistra.

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Una programmazione dell’azione politico amministrativa a dieci anni almeno, la necessità di un processo di efficientamento della macchina amministrativa, senza dimenticare l’esigenza di processi di semplificazione e qualificazione delle stazioni degli appalti. Punti di partenza necessari per un riavvio di un processo di ripresa dell’economia che passa necessariamente per un le opere pubbliche e dei pubblici servizi. Elementi che sono stati illustrati nel corso del convegno “Nuovo codice degli appalti e mercato delle opere pubbliche e dei servizi in Sardegna” promosso da Legacoop Sardegna e Legacoop produzione e servizi. Un settore composto da costruzioni, manifattura, progettazione, servizi e iniziative culturali e consorzi, conta 210 cooperative, 2.721 soci, 3.133 occupati, ricavi per 170 milioni di euro con un costo del lavoro di 84 milioni di euro. Per Claudio Atzori, presidente regionale, «serve una politica lungimirante che vada oltre il periodo di governo. Ritengo sia necessario un processo che pensi a una crescita e sviluppo con programmi di dieci anni, altrimenti per le imprese è difficile stare sul mercato». Punto di partenza per il rilancio dell’economia.

«Al di là dei mille occupati in più o in meno in un determinato comparto – ha spiegato Luigi Piano, responsabile regionale area Lavoro Legacoop Sardegna – quello che in questo momento manca è la percezione che comunque si stia effettivamente imboccando una via d’uscita dalla crisi.»

Per l’esponente di Legacoop è necessario che «l’intera classe dirigente si impegni a disegnar anche attraverso un confronto acceso se necessario, un percorso che veda ciascuno, per le proprie competenze  e responsabilità, assumersi l’onere di fare la propria parte, sapendo che al di là dei ruoli, o questa situazione la si supera rapidamente o si dovrà assistere ancora una volta alle solite ripartenze tardive e parziali che tante opportunità hanno sottratto alla nostra regione». A coordinare i lavori Paolo Laguardia, responsabile mezzogiorno Legacoop produzione e servizi.

Marco Mingrone, responsabile ufficio legislativo Legacoop nazionale ha parlato dello stato di attuazione del nuovo Codice dei contratti pubblici. Di crescita, sviluppo hanno parlato Mauro Pasolini (presidente consorzio Comscoop) e Sergio Zeccarelli (direttore commerciale Cns). Sandro Filabozzi (direttore commerciale Area Centro Cons Integra) ha ricordato il ruolo delle coop. Francesco Tilocca (presidente Ance Sardegna) ha parlato delle difficoltà e disagi delle imprese. Francesco Porcu (Cna) delle “criticità del codice degli appalti e delle difficoltà che ha creato” e della necessità di “cogliere l’assetto migliore sulla riforma”. Cristiano Erriu (assessore regionale enti locali) ha parlato di “centrale committenza” e del fatto che la Regione “non è all’anno”. Edoardo Balzarini (assessore regionale lavori pubblici) ha parlato degli interventi e misure poste in campo dalla Regione e Ignazio Angioni (senatore) ha parlato dell’azione portata avanti dalle istituzioni e dell’importanza del lavoro svolto dal mondo cooperativo.

 

 

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«È il momento di iniziare nuovamente a scrivere il welfare sardo. Quello che c’è andava bene per la situazione quando è stato predisposto. Ora va riscritta la riforma socio assistenziale, socio educativa e socio sanitaria per i prossimi dieci anni.»

A sollecitarlo, spiegando che «è necessario adeguare tutto al mondo che cambia giorno dopo giorno» è stato il presidente di Legacoop Sardegna Claudio Atzori, nel corso dell’assemblea congressuale di Legacoop Sociali che si è svolta a Cagliari, al T Hotel.

«In una regione come la nostra dove ci sono  oltre 800 cooperative sociali – ha spiegato Atzori – noi come Legacoop ci siamo con circa 200 coop che rappresentano oltre il 65 per cento del fatturato e 60 per cento occupazione.»

Le 200 coop sociali che operano in Sardegna sotto l’egida della Legacoop, contano 2.228 soci, 2.270 occupati ed un fatturato di 112.339.009 euro. Dal presidente di Legacoop un passaggio sulla questione risorse. «Solleviamo da tempo il tema su come riprogrammare le risorse, per adeguarle a un mondo che cambia di mese in mese – ha proseguito Atzori -. Il fatto non è che mancano le risorse, ma che devono essere riprogrammate. Bisogna ripartire dalla esperienza delle bella cooperazione che parte dai territori e sa proporre risorse». Quindi un passaggio sulle istituzioni che «devono ascoltare». «Abbiamo detto in altre assemblee territoriali, non vogliamo essere invitati – ha rimarcato Atzori – ma siamo parte del tavolo, come prevede la norma, e siamo in grado di dare un contributo positivo». Eleonora Vanni, vice presidente nazionale di Legacoop sociali ha rimarcato l’importanza del lavoro svolto dalle coop sociali evidenziando la necessità di «un’adeguata programmazione quando si pensa ai servizi». Non solo. «L’Associazione di rappresentanza in questi anni ha lavorato su tutti i tavoli e tematiche su cui era impegnata (terzo settore e codice degli appalti e percorsi di innovazione) – ha proseguito Eleonora Vanni – perché si deve mettere al centro una riflessione su cosa potrà essere la cooperazione sociale di domani».

Nel corso dell’iniziativa (che ha subito un cambiamento nel programma a causa di un lutto che ha colpito il responsabile regionale di Legacoop sociali) la tavola rotonda con il senatore Ignazio Angioni, componente della commissione Lavoro che ha illustrato le politiche del lavoro e sociali, l’assessore regionale del Lavoro Virginia Mura, l’assessore alla Sanità Luigi Arru e il presidente delle Acli Franco Marras.

Nel corso dell’assemblea Andrea Pianu è stato confermato coordinatore regionale e sono stati eletti 10 delegati che andranno al congresso nazionale.

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Domani 10 novembre, a partire dalle ore 9.30, al THotel  di Cagliari si svolgerà l’assemblea regionale congressuale delle Coop sociali della Legacoop.

Parteciperanno gli assessori regionali della Sanità Luigi Arru e del Lavoro Virginia Mura, il senatore Ignazio Angioni, il presidente delle Acli della Sardegna Franco Marras, il presidente dell’Anci Sardegna Emiliano Deiana, la vice presidente nazionale delle coop sociali Eleonora Vanni e, infine, il presidente regionale Legacoop Claudio Atzori.

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Le coop della Sardegna puntano all’internazionalizzazione. Parte il progetto Sardinia Beyond the sea, programma di internazionalizzazione portato avanti dalla Legacoop Sardegna e finanziato dalla Regione Sardegna, che mette assieme tutte le eccellenze imprenditoriali del mondo cooperativo sardo. Oggi a Cagliari, nella sede di Legacoop la presentazione del piano che mette assieme le diverse realtà produttive.

«L’iniziativa dà la possibilità di andare con un marchio unico – spiega Gianni Locci, vicepresidente di Legacoop Sardegna e coordinatore del progetto – con questa iniziativa è stato coinvolgo il mondo della cooperazione d’eccellenza. Basti il dato dell’agroalimentare: in Sardegna l’80% è rappresentato dalla cooperazione e in questo contesto la porzione maggiore è legata a Legacoop.»

Obiettivo del progetto (423mila euro con risorse regionali e integrato da Legacoop e fondo mutualistico) come spiega Locci «creare un circolo virtuoso che mette assieme agroalimentare, turismo, cultura». Per novembre prevista anche la presenza degli operatori stranieri. «L’intento è quello di aiutare le aziende a crescere andando oltre la Sardegna – prosegue ancora Locci – attraverso un sistema integrato e circolare». A elogiare il progetto ricordando la difficile concorrenza straniera è stato il capo di gabinetto dell’assessorato dell’Industria, Simone Atzeni, che ha spiegato che i programmi tengono conto delle esigenze delle diverse realtà imprenditoriali.

Alessio Coppa, responsabile di Scs, partner del progetto, spiega che «se si investe nel lungo periodo si possono ottenere buoni risultati». Punto di partenza sarà un vero e proprio viaggio nella Sardegna attraverso le aziende coinvolte accompagnando visitatori e investitori stranieri. Poi dal 2018, le fiere nazionali ed internazionali dove saranno proposti i prodotti sardi. «Le azioni saranno seguite da expo manager – aggiunge – che affiancheranno le aziende in tutta la fase del partenariato».

«Per noi è una sfida importante – spiega Claudio Atzori presidente Legacoop Sardegna – perché porta la Sardegna fuori dai confini. Si tratta di un lavoro importante che mette assieme diverse coop impegnate in diversi settori e con un obiettivo ambizioso: raggiungere i mercati internazionali.»

Del progetto fanno parte: Cantina di Gallura, Cantina di Oliena, Cantina della vernaccia di Oristano, Cooperativa Lacesa, Formaggi Cao, Unione pastori Nurri, Coop Sa Costera, Camping Spiaggia del Riso, La memoria storica, Cts, S’Atra Sardigna, Iliana, Acanthus coop, Sandalia sea food.

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Legacoop Sardegna cresce e guarda al futuro spaziando dall’agricoltura a industria 4.0. Oggi a Cabras le linee del percorso cooperativo sono state tracciate nel corso della direzione regionale cui ha partecipato il presidente nazionale Mauro Lusetti che ha ricordato la nomina di Claudio Atzori, presidente regionale di Legacoop, nella presidenza nazionale. «Un riconoscimento molto importante – ha spiegato Mauro Lusetti – per il lavoro svolto nel mondo della cooperazione e con il suo ruolo di presidente di Legacoop». Il presidente nazionale ha ricordato l’importanza e il ruolo delle cooperative nell’isola e le sfide future. «I dati economici delle Coop sono importanti e abbiamo progetti per il futuro che sono basati su consolidamento e sviluppo delle attività agricole con una forte attenzione verso l’export – ha aggiunto Mauro Lusetti – al welfare, al turismo e alla pesca oltre che alle zone interne». Sfida del mondo cooperativo sarà il capitolo Industria 4.0. «Il mondo cooperativo inizierà a misurarsi con industria 4.o non solo sul fronte manifatturiero ma sull’intero settore economico. Particolare attenzione sarà per la formazione e digitalizzazione in un percorso di accompagnamento delle imprese cooperative coinvolte nei percorsi formativi che consentono di superare le barriere rappresentate dall’essere un’isola».

Quanto al fronte regionale, si registra un anno in crescita per aderenti e fatturato. I dati, rispetto allo scorso anno segnano una crescita del numero degli aderenti che passano dalle 690 dello scorso anno alle 760 di quest’anno. «Si tratta di dati estremamente positivi per l’intera Lega – spiega Daniele Caddeo, direttore generale di Legacoop Sardegna – oltre 16mila il numero degli addetti e 130mila quello dei soci». Positivo anche il volume di fatturato. «Si assesta – spiega ancora Caddeo – intorno a 1,3 miliardi di euro». A farla da padrone nell’intero sistema è l’agroalimentare che, come aggiunge Daniele Caddeo «registra rispetto allo scorso anno una crescita del 10 per cento». Daniele Caddeo ricorda anche che «Oggi Legacoop è leader incontrastato nel settore vaccino e ovicaprino rappresentando nel primo caso il 92% del latte e formaggio raccolti in Sardegna e il 68,70% nel secondo caso. Nel settore vitivinicolo le coop associate occupano uno spazio pari al 35%». Il presidente regionale di Legacoop Claudio Atzori ha ricordato l’importanza della cooperazione e la positività della crescita registrata «grazie a un importante lavoro che unisce e caratterizza proprio il mondo dei cooperatori«. Il presidente di Legacoop, ricordando che la Lega «è la prima organizzazione di categoria in Sardegna ed è fortemente partecipata. Tutte le istanze che porta avanti sono frutto di una costante concertazione e discussione con le cooperative». Quanto alle sfide future, Claudio Atzori non ha dubbi: agricoltura, pesca, turismo, welfare, zone interne e industria 4.0

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Sarà modificato l’articolo 3 dell’ultima legge Finanziaria che metteva a disposizione 14 milioni di euro per l’acquisto di eccedenze di pecorino romano da destinare agli indigenti. La gran parte delle risorse (12 milioni di euro) sarà trasferita direttamente ai pastori come misura di sostegno al reddito, 2 milioni rimarranno invece nel fondo per l’acquisto del formaggio a scopi sociali.   

E’ quanto emerso questa mattina dal confronto in commissione “Attività Produttive” tra l’assessore dell’Agricoltura Pierluigi Caria, le associazioni di categoria ed i rappresentanti della cooperazione.

«Abbiamo accolto la proposta dell’Oilos – ha spiegato l’assessore Caria – non è questa una soluzione di carattere strutturale, siamo consapevoli che non risolveremo il problema del calo del prezzo del latte ma in questo momento di emergenza 12 milioni di euro possono dare un piccolo sollievo alle aziende. Ogni pastore riceverà circa 4 euro a capo dietro la presentazione di una certificazione delle produzioni di latte del 2016.»

Una decisione accolta con favore dalle organizzazioni di categoria: «E’ un provvedimento che sollecitavamo da tempo – ha detto il presidente di Confagricoltura Luca Sanna – la pastorizia ha subito un danno di circa 200 milioni di euro dal calo del prezzo del latte. Il sostegno al reddito è vitale». Sulla stessa lunghezza d’onda anche il presidente di Coldiretti Battista Cualbu che ha auspicato tempi rapidi per l’erogazione delle risorse, mentre qualche perplessità è stata sollevata dal presidente di Legacoop Claudio Atzori: «Non è un provvedimento che viene incontro alle esigenze dei trasformatori e non incide sul prezzo del latte – ha detto Claudio Atzori – è una risposta al mal di pancia dei produttori. Si cominci a vedere in quali settori le risorse stanziate hanno prodotto benefici, solo così potranno essere messi in campo interventi strutturali». Nettamente contrari i consiglieri di minoranza Gigi Rubiu, Mariano Contu e Marco Tedde che hanno parlato di “elemosina offensiva” per le aziende agropastorali e chiesto di pensare invece a un intervento più corposo a sostegno del mondo delle campagne.

«Questo è solo un piccolo intervento per tamponare l’emergenza – ha replicato Pierluigi Caria – cercheremo di trovare altre risorse nelle pieghe del bilancio da  destinare al comparto agricolo.»

Il presidente Luigi Lotto ha assicurato l’impegno della Commissione ad esaminare in tempi rapidi il provvedimento, una volta approvato dalla Giunta, per poi sottoporlo all’attenzione dell’Aula.

Successivamente l’assessore Pierluigi Caria ha illustrato alla Commissione l’attività dell’esecutivo sul fronte delle calamità naturali. «Ci sono tre partite aperte – ha spiegato Pierluigi Caria – per i danni delle nevicate la Sardegna è stata inserita nel decreto per il terremoto. 76 comuni sardi potranno presentare domanda per il risarcimento dei danni. Sulle gelate, invece, si è chiesta una deroga al Decreto ministeriale 102. Stiamo verificando l’ammontare dei danni, in seguito procederemo alla richiesta delle risorse. Sulla siccità è stata infine presentata una richiesta per il riconoscimento dello stato di calamità naturale per l’intera Isola. Il vero problema è che il Fondo Nazionale di solidarietà, al quale farà riferimento anche la Sardegna, ha una esigua dotazione finanziaria. Attualmente sono disponibili solo 15 milioni di euro per tutta l’Italia». A questo proposito, su proposta del consigliere Piero Comandini, la Commissione approverà nei prossimi giorni una risoluzione per chiedere a Giunta e parlamentari un intervento nei confronti del Governo per l’integrazione del Fondo.

Pierluigi Caria ha poi parlato della situazione degli invasi: «I bacini hanno ancora una discreta riserva d’acqua. Le restrizioni per l’uso in agricoltura sono preventive – ha detto l’assessore – l’emergenza riguarda la Nurra e l’Iglesiente. E’ un problema ciclico al quale occorre porre rimedio con interventi strutturali». Pierluigi Caria ha confermato lo stanziamento di 50 milioni di euro per la messa a norma e riqualificazione di tutte le dighe sarde. Altri 30 milioni di euro, del Fondo FSC, saranno invece destinati ai Consorzi di Bonifica.