22 November, 2024
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Il televoto ha premiato il trio comico Trejolie che, dopo il canto e la danza delle fasi eliminatorie, si sono cimentati con la poesia, il comico campano Francesco Arienzo (Golden Buzzer di Frank Matano) e il giovanissimo batterista di Edoardo e i Secoli Morti, ma il talento più fulgido della terza edizione di Italia’s Got Talent resta sicuramente Stefano Como, il 35enne cantante autodidatta di Sant’Antioco che ieri sera si è reso protagonista di un’altra esibizione straordinaria con il brano “The Final Countdown” degli Europe, dopo l’exploit di “The Show Must Go On” dei Queen che gli era valso la qualificazione diretta per la finale con il Golden Buzzer di Claudio Bisio.

Quanti – ed erano stati tanti – avevano sperato che la vittoria finale con relativo premio di 100.000 euro in gettoni d’oro potesse andare a Stefano Como, non avevano evidentemente fatto i conti con il sistema del televoto che ha preso piede ormai in tutti i programmi televisivi e finisce spesso col dare dei risultati assolutamente imprevisti e quantomeno discutibili. Appare evidente che se a decidere il vincitore di un talent sono esclusivamente i telespettatori da casa, la provenienza geografica dei concorrenti, assai più delle loro effettive qualità, diventa determinante. E se arrivi dalla Sardegna, regione di 1.656.003 abitanti, le tue speranze si riducono fino ad annullarsi.

Ciò che ha sorpreso, è che al di là del voto da casa, nessuno dei quattro giurati delle fasi eliminatorie, Claudio Bisio, Nina Zilli, Luciana Littizzetto e Frank Matano, che pure avevano esaltato le qualità di Stefano Como, ieri lo abbia inserito, a votazione chiusa, tra i tre concorrenti che avrebbero voluto vedere sul podio e che sarebbero saliti sul podio di lì a poco. Neppure Claudio Bisio, che anche a fine esibizione ieri sera ha ribadito la convinzione di aver fatto la scelta giusta al momento dell’assegnazione del suo Golden Buzzer, tanto da affermare di considerare giusto che la vittoria sia andata ad un trio comico, considerato che nelle precedenti edizioni avevano vinto talenti di altri settori artistici.

La vittoria è sfumata, dunque, ma per Stefano Como la partecipazione a Italia’s Got Talent resta comunque importante, decisiva per il suo futuro.

Presentatosi sul palco di Milano come un giovane di 35 anni di Sant’Antioco, disoccupato, cantante e musicista autodidatta, ha stupito tutti.

Con un’estensione di voce incredibile ed una presenza scenica fuori dal comune mostrate nelle due serate vissute a Italia’s Got Talent, Stefano Como ha cambiato sicuramente il corso della sua vita, professionale e non solo.

La Sardegna, in tempi recenti – come abbiamo sottolineato già dopo la conquista del Golden Buzzer e la qualificazione per la finalissima -, non è nuova a exploit in campo canoro, Marco Carta e Valerio Scanu hanno vinto il Festival di Sanremo, rispettivamente nel 2009 e nel 2010, ma con Stefano Como, all’Italia’s Got Talent 2017, potrebbe essere nata una nuova stella della musica leggera italiana ancora più splendente. Il tempo sarà buon giudice e, visti i presupposti, il tempo che svelerà il futuro di Stefano Como sarà molto breve…

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E’ in programma venerdì 28 aprile, alle 21.15, su TV8 e Sky1, la finalissima dell’edizione 2017 di Italia’s Got Talent. Venerdì 21 aprile l’ultima semifinale ha qualificato gli ultimi pretendenti per il successo finale, che si contenderanno in 15, selezionati tra diverse centinaia di talenti, da Luciana Littizzetto, Frank Matano, Nina Zilli e Claudio Bisio. 5 si sono qualificati direttamente per la finalissima con i Golden Buzzer (tra loro Stefano Como, 35enne di Sant’Antioco, Golden Buzzer di Claudio Bisio), 10 attraverso le semifinali.
A scegliere il vincitore saranno i telespettatori.
Questi i 15 finalisti:
Francesco ed Elena Faggi (Golden Buzzer di Luciana Littizzetto)
Stefano Como (Golden Buzzer di Claudio Bisio)
Francesco Arienzo (Golden Buzzer di Frank Matano)
Nicoletta Tinti e Silvia Bertoluzza (Golden Buzzer di Nina Zilli)
Manuel Barrocu (Golden Buzzer di Lodovica Comello)
Edoardo e i Secoli Morti
Mirko Darar
Raffaele Damen
Trejolie
Breakmachine
Il mondo di Giulia
Team Burningate
Matteo Ionata
Agnese Riccitelli
Pole & Postural.

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E’ arrivato sul palco di Italia’s Got Talent con una modestia solare, in abbigliamento sportivo, scarpe da tennis, si è presentato come un 35enne disoccupato originario di Sant’Antioco, realtà comune a tantissimi suoi coetanei che non hanno ancora trovato un’occupazione nel “disastrato” Sulcis e vedono grigio nel loro futuro… Poi, quando ha iniziato a cantare un brano tanto impegnativo qual è “The Show Must Go On” dei Queen, Stefano Como ha impiegato pochi secondi a stupire tutti, sia tra i giudici sia tra il pubblico, quello in sala come quello che seguiva il programma da casa, come confermano le oltre 391.000 visualizzazioni raggiunte in meno di 24 ore dal video della sua esibizione pubblicato su Youtube.

Con un’estensione di voce incredibile ed una presenza scenica fuori dal comune, Stefano Como s’è conquistato il Golden Buzzer di Claudio Bisio di questa edizione Italia’s Got Talent e, come gli hanno profetizzato i giudici Claudio Bisio, Nina Zilli, Luciana Littizzetto e Frank Matano, indipendentemente da come andranno le cose nella finale che ha raggiunto con la straordinaria esibizione di ieri sera, sicuramente ha cambiato il corso della sua vita, professionale e non solo.

La Sardegna, in tempi recenti, non è nuova exploit in campo canoro, Marco Carta e Valerio Scanu hanno vinto il Festival di Sanremo, rispettivamente nel 2009 e nel 2010, ma ieri sera con Stefano Como, potrebbe essere nata una nuova stella della musica leggera italiana ancora più splendente. Il tempo sarà buon giudice e, visti i presupposti, il tempo che svelerà il futuro di Stefano Como sarà molto breve…

Stefano Como.

Parole sotto la torre copia

Dopo una pausa di tre giorni, riparte domani, giovedì 24 luglio, con “Vite oltre i limiti” (alle 22.00, Tonnara Su Pranu, a Portoscuso), la rassegna letteraria “#Parole sotto la torre”. Lorenzo Iervolino, componente della direzione artistica del Flep! Festival delle Letterature popolari (nel 2012 ha girato l’Italia con il reading-concerto tratto dal romanzo Vogliamo tutto di Nanni Balestrini), incontra Giorgio Terruzzi, giornalista sportivo (Italia 1, Corriere della Sera), autore televisivo e scrittore. Quest’anno ha pubblicato Suite 200. L’ultima notte di Ayrton Senna. Conduce il giornalista Alberto Urgu.

Giorgio Terruzzi si occupa da anni di Formula uno, MotoGp e rugby e, fino al dicembre 2012, è stato vicedirettore di Sport Mediaset. Collabora come autore ai testi di Claudio Bisio e Diego Abatantuono.

In occasione della presentazione del libro dedicato a Senna, che ebbe modo di conoscere bene, ha raccontato: Per i vent’anni dalla morte ho scritto un libro. Per scriverlo ho sentito il bisogno di tornare nella sua camera d’albergo, la Suite 200 dell’Hotel Castello di Castel San Pietro Terme, dove Ayrton trascorse la sua ultima notte, alle prese (…) con un momento decisivo della propria vita, con molte decisioni da prendere e la necessità di comporre una bilancio. Mentre mi trovavo là, nel silenzio della stanza, mentre scrivevo, ho ritrovato un patrimonio intatto, ciò che Ayrton mostrò a suo tempo, come pilota, come persona. Abbastanza per commuovere e rimpiangere ma anche per ripristinare un conforto profondo. Il valore di un percorso, di uno sforzo spaventoso, persino di un insegnamento. È questo, credo, che conta, che tiene qui Ayrton, che porta Ayrton anche nel cuore e nella testa di chi non lo vide correre o fare. Giovani o giovanissimi, pronti anche loro ad incontrare un uomo singolare e modernissimo (…) un ragazzo fortissimo, fragile, meraviglioso.

Parole sotto la torre 2013 2 Parole sotto la torre 2013 1

Prende il via giovedì 17 luglio, a Portoscuso, la rassegna “Parole sotto la torre”, giunta all’ottava edizione. Prohairesis ha organizzato la manifestazione per cinque anni a Calasetta, poi il cambio di destinazione, nel centro emblema della crisi industriale ed occupazionale in Sardegna. Nel 2012 ha lasciato “le chiavi” del festival letterario ad un gruppo locale di giovani che in questi anni si sono formati all’interno dello staff operativo, all’associazione Noteapiedipagina, con sede a Carloforte, che firma la rassegna, in collaborazione con il comune di Portoscuso ed il sostegno dell’assessorato regionale alla Cultura e della Fondazione Banco di Sardegna. La direzione artistica è affidata a Gianni Biondillo, coadiuvato da Saverio Gaeta.

Il festival, per l’azione qualificante svolta nel territorio sulcitano, è stato insignito dal Presidente della Repubblica con la medaglia ai benemeriti della cultura e dell’arte, ed è inserito nel processo legato alla candidatura di #Cagliari capitale europea della Cultura per il 2019.

Nomi importanti della letteratura nazionale ed internazionale si sono succeduti in questi anni. Oliviero Beha, Paolo Giordano, Nicolai Lilin, Moni Ovadia, Ascanio Celestini, Stefano Benni, Silvia Avallone, Nicola Lecca, Ildefonso Falcones, Emanuele Trevi, Bjorn Larsson, Giulio Giorello, Andrea Molesini, Licia Troisi, Efraim Medina Reyes, Catherine Dunne: sono solo alcuni degli scrittori che sono passati per “Parole sotto la torre”.

Le vite degli altri, il filo conduttore dell’edizione 2014 del festival. «Tutto quello che fa la letteratura, da millenni, è raccontarci “le vite degli altri”. Non con la morbosità che oggi molto giornalismo televisivo ha. Senza ergersi a giudice che assolve o condanna. Chi scrive, chi racconta, vuole farci vivere tutti i mondi possibili: presenti, passati, futuri. Vuole farci conoscere culture, esistenze, abitudini, pregiudizi. Vuole farci calare nei tormenti, nelle gioie, farci conoscere la tristezza, l’allegria, farci piangere e ridere. Leggere non è sono un bel modo di intrattenere il tempo. È il più elaborato e allo stesso tempo semplice sistema di attivazione dell’empatia umana. Vivere le vite degli altri significa farle proprie…», scrive Biondillo, architetto, scrittore (nel 2011 il suo romanzo I materiali del killer ha vinto il Premio Scerbanenco – La Stampa), redattore di Nazione Indiana, il blog culturale più letto della rete.

Tutti gli incontri con gli autori di “Parole sotto la torre” saranno ospitati dalla Tonnara Su Pranu ed avranno inizio alle 22.00. Si comincia giovedì 17 luglio con Chiacchiere a bocca chiusa. Protagonista dell’incontro Raquel Martos, giornalista e scrittrice madrilena, da alcuni anni uno dei volti del celebre programma televisivo El Hormiguero su Antena 3. Feltrinelli ha pubblicato in Italia “I baci non sono mai troppi” (2013) e, quest’anno, il suo ultimo romanzo Alla fine andrà tutto bene (e se non va bene… non è ancora la fine). A dialogare con lei ci sarà Paolo Lusci.

Si prosegue venerdì 18, So Much Younger Than Today – Viaggio nell’Italia di Gigi Meroni, di “Le Voci del tempo”. Uno scrittore, Marco Peroni, due musicisti, Mario Congiu e Mao Gurlino, raccontano la storia di quell’ala destra travolgente che vestiva la maglia granata del “Toro”, calciatore anticonformista gentile, di quel ragazzo che andava a spasso con una gallina al guinzaglio per il centro di Torino, uno dei simboli di una generazione e della sua ansia di libertà. Sullo sfondo l’Italia degli anni Sessanta travolta dal cambiamento e le canzoni dei Beatles a far da colonna sonora.

Il giorno dopo, sabato 19, Stefano Piedimonte incontra Alessandro Robecchi in Ridere del male. Il primo, giornalista e scrittore, si occupa principalmente di cronaca nera. I suoi racconti e articoli sono pubblicati nelle pagine culturali del Corriere della Sera, Il Fatto Quotidiano, L’Unità. Per Guanda sono usciti “Nel nome dello Zio” (2012) e “Voglio solo ammazzarti” (2013). Robecchi, giornalista e autore televisivo, ha lavorato a Cuore, è stato editorialista de Il manifesto e scrive attualmente per varie testate, tra cui Il Fatto Quotidiano. È tra gli autori degli spettacoli di Maurizio Crozza per la tv e il teatro. “Questa non è una canzone d’amore” (Sellerio, 2014) è il suo primo romanzo. A moderare il dialogo sarà Gianni Biondillo.

Il primo fine settimana lungo di “Parole sotto la torre” si chiude domenica 20 con quello che oggi viene considerato uno dei più noti e promettenti autori bulgari: Georgi Gospodinov, poeta innovativo e raffinato, prosatore e studioso di letteratura. Si è classificato secondo al Premio Strega Europeo 2014 con il romanzo Fisica della malinconia, che dà anche il titolo all’incontro che verrà condotto da Giorgio Vasta, scrittore, collabora con La Repubblica, il Sole 24 ore e con Il manifesto,  scrive sul blog letterario Minima&moralia.

Si riparte giovedì 24 luglio con “Vite oltre i limiti”. Lorenzo Iervolino, componente della direzione artistica del Flep! Festival delle Letterature Popolari (nel 2012 ha girato l’Italia con il reading-concerto tratto dal romanzo Vogliamo tutto di Nanni Balestrini), incontra Giorgio Terruzzi, giornalista sportivo (Italia 1, Corriere della Sera), autore televisivo e scrittore. Terruzzi si occupa da anni di Formula uno, MotoGp e rugby e fino al dicembre 2012 è stato vicedirettore della testata Sport Mediaset. Collabora con Claudio Bisio e Diego Abatantuono, e quest’anno ha pubblicato Suite 200. L’ultima notte di Ayrton Senna. Conduce il giornalista Alberto Urgu.

Venerdì 25, “Tutti i colori del buio”, un tris di autori moderati da Gianni Biondillo: Nicola Fantini, traduttore e scrittore, “Nostra Signora degli scorpioni” (con Laura Pariani, Sellerio, 2014) il suo ultimo libro; Davide Longo, regista di documentari e autore di testi per il teatro e per la radio, ha pubblicato i romanzi “L’uomo verticale” (Fandango, 2010) e “Il caso Bramard” (Feltrinelli, 2014), insegna scrittura alla Scuola Holden di Baricco; Laura Pariani, pittrice, sceneggiatrice, autrice di una ventina di opere teatrali e romanziera. Tra le ultime opere: “Milano è una selva oscura” (Einaudi, 2010), “La valle delle donne lupo” (Einaudi, 2011),” Nostra Signora degli scorpioni” (con Nicola Fantini, Sellerio, 2014).

Sabato 26, alle 21.00, Figurelle con il LabPerm (Laboratorio Permanente di Ricerca sull’Arte dell’Attore) di Domenico Castaldo e la Figurelle Orkestar.
Le fi’urelle in dialetto napoletano rappresentano le immagini dei calciatori e quelle dei santi. Qui diventano “figurelle” canore e teatrali, parola e musica si inseguono in una commistione fatta di musicalità popolare, teatralità, umanità e poesia.

Il sipario sull’ottava edizione di “Parole sotto la torre” calerà domenica 27 luglio. Marcos Giralt Torrente, scrittore e critico letterario spagnolo, parlerà de Il tempo della vita, che è anche il titolo dell’opera con cui ha vinto il Premio Strega Europeo 2014. Torrente collabora da anni con El País, nel 2001 ha pubblicato il romanzo vincitore del premio Herralde Parigi (Fazi), tradotto in molti paesi e acclamato dalla critica internazionale. A dialogare con lui la giornalista e scrittrice Anna Rita Briganti.

gli appuntamenti canonici nell’edizione 2014 di “Parole sotto la torre” si aggiungono due momenti che accompagneranno i presenti alla cena con un “Aperitivo con l’Autore”. Venerdì 25 luglio, alle 19.30, Sulcis: antiche arti, giovani innovatori, project e graphic designer, esperti di settore, Olga Bachschmidt, Annalisa Cocco, Mario Figus, moderati da Gianni Biondillo, si confronteranno su un tema di particolare importanza per la cultura e l’economia dell’Isola: il patrimonio dell’artigianato sardo, contaminato dall’innovazione progettuale, con il contributo del design contemporaneo, può salvarsi adattandosi alle nuove strategie del mercato che sono in grado di valorizzare le antiche arti del “saper fare”. Sabato 26, sempre alle 19.30, sollecitata da Saverio Gaeta, parlerà de “La felicità proibita” Anna Rita Briganti. Giornalista culturale e scrittrice, scrive di libri sul cartaceo e sul digitale di Repubblica. Ha appena debuttato con il suo primo romanzo “Non chiedermi come sei nata” (Cairo Editore).