22 November, 2024
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«La chiusura della rianimazione del CTO e del Sirai mette in pericolo l’assistenza sanitaria del nostro territorio.» I segretari della FP CGIL della Sardegna Sud Occidentale Monica Secci, della FP CISL Claudio Nuscis e della FP UIL Efisio Aresti, hanno chiesto al presidente della Regione Christian Solinas e all’assessore della Sanità Carlo Doria di intervenire immediatamente per il ripristino dei livelli minimi essenziali nella Asl Sulcis, dopo la decisione – definita nefasta – assunta dalla direttrice Giuliana Campus. «Nella speranza di non essere costretti a trasferimenti fuori Regione non ci resta che gridare al disastro informando cittadini ed istituzioni», aggiungono Monica Secci, Claudio Nuscis ed Efisio Aresti.

«Nella giornata del 3 febbraio 2023 i quattro pazienti ricoverati nel Presidio Ospedaliero CTO sono stati trasferiti rispettivamente, uno alla RSA Rosa del Marganai e tre nel P.O. Sirai, uno dei quali nell’unità coronarica e gli altri due, in sovrannumero, nel reparto Rianimazionescrivono in una nota i tre segretari -. Dopo questo primo spostamento, terminato nelle prime ore del mattino seguente, è iniziato in modo scientifico lo svuotamento totale della rianimazione del Sirai che si prevede avrà termine nella giornata odierna. Tutto si svolge in un clima surreale vista l’estrema velocità con la quale si procede alla traslazione dei pazienti presso altre strutture ospedaliere localizzate in tutta la Regione, al termine della quale, sarà dichiarata la chiusura totale della rianimazione che, a dir loro, sarebbe temporanea. Si fa presente che taluni trasferimenti, sia in ambulanza che con l’elisoccorso, sono ad alto rischio sia per la criticità dei pazienti che per i rischi generici che un trasporto in urgenza comporta.»
«Questa operazione riporta indietro di decenni laSanità del Sulcis Iglesiente e se possibile chiudere un reparto di vitale importanza come la Rianimazione vuol dire che in futuro tutte le chiusure saranno possibili concludono Monica Secci, Claudio Nuscis ed Efisio Aresti -. Da questa sera i circa 130.000 abitanti del Sulcis Iglesiente non avranno più un posto letto disponibile e saranno trasferiti in altri presidi ospedalieri della regione, occupando dei posti letto che risultano essere appena sufficienti.»

Emergenza Sanità nel Sulcis Iglesiente. Nuovo presidio di protesta, questa mattina, in via Dalmazia, a Carbonia, davanti al Centro direzionale della Asl Sulcis, organizzato da tutte le sigle sindacali territoriali e le diverse associazioni di volontariato, che operano a favore di malati, disabili e anziani nel territorio. Durante il presidio, abbiamo intervistato i tre segretari della Funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil: Giovanni Zedde, Claudio Nuscis ed Efisio Aresti.

 

 

Claudio Nuscis è stato confermato segretario generale della CISL Funzione Pubblica del Sulcis Iglesiente, al termine di un Congresso interamente dedicato alla ripresa post pandemia. Il Congresso, giunto alla sesta edizione, si è svolto nella Sala Blu del Centro Culturale di via Cattaneo, ad Iglesias, e ha visto la partecipazione dei delegati Cisl della funzione pubblica di Comuni, Provincia, Stato (Ministeri), Parastato (INPS ed INAIL), Sanità pubblica e privata e del Terzo Settore del territorio. Un’elezione di fatto unanime da parte del direttivo che ha apprezzato le parole del segretario, elencate in una relazione illustrata dallo stesso Claudio Nuscis che ha delineato i tratti di un territorio fortemente segnato da una crisi profonda presente anche prima e che il Covid ha finito per suggellare.

“Il Sindacato ai tempi della pandemia, come rappresentare vecchi e nuovi bisogni” è il tema che ha caratterizzato la relazione del Segretario concentrato prevalentemente nella descrizione di un settore, quello della Sanità pubblica che vede nel nostro territorio i dipendenti meno pagati d’Italia. Vertenze come quella delle fasce della Asl, senza tralasciare i duri momenti vissuti dai dipendenti dell’Aias che hanno visto nel corso del tempo attese per il pagamento delle spettanze, anche fino a undici mensilità. Non meno importanti sono state le vertenze con le quali, la segreteria uscente, si è dovuta confrontare come la crisi della RSA Rosa del Marganai del 2018, le vertenza della Casa Famiglia di Fluminimaggiore ancora in corso, alla pari di quella dei lavoratori della Iglesias Servizi srl che prestavano servizio perso la struttura per anziani di Casa Serena.

Ripartire dal Sindacato, ripartire dai posti di lavoro, è l’auspicio finale di un congresso che si è svolto con la partecipazione del segretario generale UST Cisl Salvatore Vincis e del reggente della segretaria regionale della Funzione pubblica della Cisl, Davide Paderi.

Il segretario generale della FP CISL Sulcis Iglesiente, Claudio Nuscis, riaccende i riflettori sulla vertenza AIAS.

«Una volta per cercare lo stesso silenzio che circonda da troppi mesi la vicenda AIAS Cagliari si andava in India dal SAI BABA o in qualche monastero tibetano. Naturalmente silenzio non è sempre sinonimo di ricerca della pace interiore perché i dipendenti AIAS questa pace l’hanno persa, se mai l’hanno avuta, e anzi hanno tutti i motivi per essere incazzati. E anche molto. Incazzati perché nessuno ne parla più: di loro, dei loro perenni e attuali problemi organizzativi, dei dieci stipendi arretrati, dei TFR non percepiti dagli ex dipendenti, dei servizi non riattivati come i Centri Diurni o il trasporto pazienti, dei Terapisti degli Autisti e degli O.S.S. che a causa di questo sono ancora in FIS. Del deficit aziendale che aumenta inesorabilmente. Eppure, sono passati ormai oltre 20 mesi, da quel 10 ottobre 2019, e nulla è cambiato da quando la Procura di Cagliari ha chiesto il fallimento dell’AIAS. Procedura chiesta, giova ricordarlo, a garanzia dei creditori. Sono venti mesi che i lavoratori aspettano di rientrare dei loro sudatissimi soldi, stipendi e TFR, e per di più non possono tentare alcun recupero coatto di quanto dovutogli. Lo sappiamo bene che i tempi della nostra giustizia non sono sicuramente celeri. E nessuno, tantomeno noi, pretende soluzioni frettolose o pasticciate. Però dopo quasi due anni i lavoratori hanno il diritto sacrosanto di sapere quale sarà il loro futuro lavorativo e di quando potranno riavere i soldi che hanno lavorato. E invece silenzio, solo silenzio, dalla politica alle istituzioni. Tutti in attesa che il Tribunale fallimentare li tolga dall’imbarazzo, rompa gli indugi e comunichi le sue decisioni, concordato o fallimento. Ma noi e i lavoratori aspettiamo, con infinita pazienza e mai rassegnati, di riappropriarci dei nostri diritti sospesi. I lavoratori dei propri crediti ed il sindacato del proprio ruolo di rappresentanza. Prima o poi succederà.»

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Il segretario generale della Funzione Pubblica Cisl del Sulcis Iglesiente, Claudio Nuscis, ha inviato una nuova richiesta di chiarimenti sul piano vaccinale di contrasto alla pandemia da Covid-19 al Commissario Straordinario ex L.R. 24/2020 e, per conoscenza, all’assessore regionale della Sanità ed alla Procura Generale presso il Tribunale di Cagliari.

«Stando alle dichiarazioni riportate oggi sul quotidiano l’Unione Sarda da parte del responsabile del piano di contrasto alla pandemia da Covid-19ha scritto Claudio Nuscis -, l’happening vaccinale del 6 gennaio u.s. altro non sarebbe stato che l’atto propedeutico, peraltro non previsto, di quanto invece atteso per il 15 gennaio p.v.. Propedeutico per chi e per cosa? Non per il Sirai, dove evidentemente le prove non erano così necessarie dato che nei giorni 9 e 10 gennaio c.a., al di fuori del “progetto” e a cura del SISP e della Direzione del POU, sono stati vaccinati oltre 200 operatori sanitari tra medici e infermieri rigorosamente “in prima linea”.»

«Naturalmente, anche a seguito di qualche equivoco creatosi proprio tra il personale sanitario, ho dovuto verificare l’esistenza dell’atto amministrativo legittimante il “progetto” di contrasto alla pandemia da Covid-19 ovvero la determinazione n. 1922 del 16.12.2020 del Direttore ad interim della ASSL di Carboniaha aggiunto Claudio Nuscis -. Secondo le previsioni di tale atto, l’attività dovrebbe svolgersi in orario extra lavorativo e compensata attraverso prestazioni aggiuntive. Poiché il piano vaccinale in argomento “supera” nei fatti le competenze dei servizi istituzionalmente deputati, a cominciare dal SISP, in quanto attività extra e quindi finanziata a parte, mi chiedo e Le chiedo come si possa intraprendere un’attività straordinaria, seppur autorizzata dal Direttore d’Area, senza che ci sia alcun Atto amministrativo successivo che ne autorizzi preventivamente l’impegno di spesa e che di conseguenza, aspetto non meno importante, sia sconosciuta la misura oraria del compenso e l’impegno lavorativo del personale coinvolto.»

«A mio giudizio un’attività extra orario normale di lavoro dovrebbe legittimarsi ed è autorizzata solo quando è misurata ed adeguatamente finanziata. Altrimenti quel piano di vaccinazione è a dir poco carente (sotto molti punti di vista) ed ho seri dubbi che, pur di questi tempi, qualunque iniziativa propedeutica rientri nell’ambito “autorizzabile”ha concluso il segretario generale della Funzione Pubblica Cisl del Sulcis Iglesiente -. Ma naturalmente potrei sbagliarmi e Le chiedo perciò un ulteriore chiarimento per fugare qualunque illazione.»

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La Cisl del Sulcis Iglesiente interviene, tramite il segretario della Funzione pubblica, Claudio Nuscis, ed il segretario generale Salvatore Vincis sulla drammatica situazione in cui versa il Presidio ospedaliero Sirai di Carbonia. In una nota i due segretari manifestano una forte preoccupazione per il rischio chiusura di reparti e servizi, e un ulteriore aggravamento dello stato della sanità del territorio.

«Si auspica che se l’opzione dovesse essere quella del trasferimento di personale e pazienti al presidio CTO di Iglesias, questa venga affrontata con criteri di massima sicurezza e cautela possibile, per il personale sanitario, i degenti e la salute dell’intera cittadinanzascrivono Claudio Nuscis e Salvatore Vincis -. E’ necessario prendere tutte le misure idonee per evitare in ogni modo un dilagare del contagio con il rischio del collasso dell’intero servizio sanitario del territorio. E’ necessario anche he alle strutture sanitarie del Sulcis Iglesiente la dirigenza ATS dia il massimo sostegno nella gestione dell’emergenza e vengano messe in atto tutte le misure idonee a superare il momento di crisi, dando ascolto alle denunce ed indicazioni del personale sanitario, che stanno dimostrando, anche in questa situazione, alto senso di responsabilità ed attaccamento alla professione. Se si rendesse necessario auspichiamo la creazione di un’unità di crisi che eviti il ripetersi di situazioni già subite in altri territori.»

«In occasione dello sciopero del settore pubblico, questa organizzazione sindacale, attraverso il segretario della FP CISL, Claudio Nuscis, aveva denunciato mancanza di coordinamento e carenza degli stessi dispositivi di prevenzionesottolineano i due segretari -. Oggi non è il momento di alimentare sterili polemiche, sappiamo che l’emergenza non è rimediabile con le vaccinazioni, che fanno parte di un programma diverso. Ma oggi stesso con separata nota chiederemo/pretenderemo dal Commissario Straordinario di ARES/ATS chiarezza e trasparenza per dissipare le voci insistenti, che circolano negli ambienti della ASSL del Sulcis, sul mancato rispetto delle procedure e delle priorità previste dalle norme nazionali e riservandoci, se necessario, ogni ulteriore azione nei modi e sedi opportune.»

Questa emergenza, è un’ulteriore prova, se ancora fosse necessaria, di quanto è fragile ed inadeguata la struttura del servizio sanitario del Sulcis Iglesiente – concludono Claudio Nuscis e Salvatore Vincis -. Superata la fase acuta si deve metter mano, una volta per tutte, ad una riorganizzazione a 360 gradi, superando “schemi e tatticismi” che hanno portato l’assistenza sanitaria all’attuale stato di degrado.»

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Il segretario generale della Funzione Pubblica CISL del Sulcis Iglesiente, Claudio Nuscis, ha inviato una nota con richiesta di chiarimenti sul piano vaccinale di contrasto alla pandemia  da Covid-19, al Commissario Straordinario ex L.R. 24/2020 e,  per conoscenza, all’assessore regionale della Sanità e alla Procura Generale presso il Tribunale di Cagliari.

«Diversi dipendenti della ASSL di Carbonia mi hanno riferito, preoccupati, le voci che circolano in ambito aziendale sul mancato rispetto della priorità di vaccinazione del personale sanitarioha scritto Claudio Nuscis -. Stando a queste voci sembrerebbe che presso la struttura ospedaliera CTO di Iglesias, i 6 gennaio, siano state vaccinate 150/180 persone di cui molte anche del ruolo non sanitario o addirittura non dipendenti di ATS e perfino qualche esponente del mondo politico locale. Tra l’altro il restante personale della ASSL, per intenderci quello non residente e/o operante nel Comune di Iglesias, non era a conoscenza del fatto che esistesse, se mai esiste davvero, un piano vaccinale nel nostro ambito territoriale. Per evitare che queste voci, che nascono da una gestione poco trasparente e mi auguro non vere, alimentino il diffuso e persistente malumore tra il personale ha aggiunto Claudio Nuscis -. Le chiedo di chiarire ufficialmente se la priorità delle vaccinazioni anti Covid 19 è stata coerente con le disposizioni nazionali e regionali. All’assessore della Sanità e alla Procura Generale presso il Tribunale di Cagliari che leggono per conoscenza chiedo di vigilare, ognuno per la parte di competenza, sull’attribuzione di responsabilità al di fuori dell’ambito istituzionalmente preposto e azioni volte a prevenire e sanzionare comportamenti opportunistici in tempi di grave emergenza sociale in cui le risorse sono limitate.»

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I segretari territoriali della FP CGIL Giovanni Zedde, CISL FP Claudio Nuscis e UIL FPL Efisio Aresti, hanno inviato una diffida all’assessore regionale della Sanità, al Commissario straordinario dell’ATS, e ai massimi dirigenti delle ASSL di Carbonia e Sanluri, per la carenza di dispositivi di protezione individuale dei lavoratori e delle lavoratrici che prestano servizio c/o le varie Unità Operative Sanitarie, di essere forniti di una limitatissima quantità di guanti che non gli consente di svolgere l’attività lavorativa in sicurezza.
«Riteniamo ciò assolutamente inaccettabile poiché in tal modo si espone a elevato rischio di contagio sia il personale dipendente, sia i pazienti assistiti, nonché i loro familiari – sostengono i tre segretari sindacali -. Nel ricordare che i guanti per il personale sanitario e per quello addetto all’assistenza sono un dispositivo di protezione individuale indispensabile per poter svolgere i compiti d’istituto, quindi, ogni eventuale interruzione assistenziale non potrà essere imputata al dipendente ma dovrà essere attribuita totalmente al datore di lavoro, alla luce di quanto previsto dalle normative e dalle linee guida Covid-19 nei luoghi di lavoro.»

«Nell’ipotesi che, nel perdurare del disinteresse generale non saranno forniti tempestivamente i guanti sufficienti per operare in sicurezzaconcludono Giovanni Zedde, Claudio Nuscis ed Efisio Aresti sarà obbligo per le nostre organizzazioni sindacali attivare le dovute procedure di natura legale per tutelare i nostri lavoratori e lavoratrici e, di conseguenza, i pazienti e la cittadinanza tutta.»

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Il segretario generale della CISL FP Sulcis Iglesiente, Claudio Nuscis, ha inviato una nota al commissario straordinario A.T.S. Sardegna Giorgio Carlo Steri, all’assessore regionale della Sanità Mario Nieddu e, per conoscenza, all’AIAS Cagliari, al presidente della Regione Sardegna Christian Solinas, al prefetto di Cagliari Bruno Corda, alla direzione della A.S.S.L. di Carbonia Ferdinando Angelantoni e ai commissari giudiziali Gianluca Fadda e Giuseppe Aste, sulla gestione del Fondo Integrazione Salariale dipendenti AIAS.

«L’AIAS ha chiesto il F.I.S., il Fondo Integrazione Salariale, quello strumento che in questo momento d’emergenza garantisce un minimo di reddito a quei lavoratori che hanno dovuto interrompere la loro attività professionale, per quei dipendenti impegnati in servizi la cui attività è stata temporaneamente sospesa come i riabilitativi, gli ambulatoriali, i domiciliari e i diurniscrive Claudio Nuscis -. E sin qui niente da eccepire. Se non fosse che, come al solito, questo ammortizzatore sociale è stato “usato” in maniera discutibile, penalizzante ed in alcuni casi discriminatoria. Già il 2 aprile scorso, la Direzione Amministrativa AIAS Cagliari aveva inviato alle segreterie regionali di categoria una nota recante la seguente dicitura “informativa per l’accesso all’assegno ordinario con causale – emergenza Covid-19 nazionale”, con allegati gli elenchi del personale interessato da tale procedura distinto per struttura. Sarà che in tanti anni “ci siamo fatti l’occhio”, sarà la diffidenza maturata, ma abbiamo notato sin da subito parecchie inesattezze. Cominciando dai nominativi non presenti all’interno di detti elenchi, proseguendo con quelli sospesi dal servizio attivo, perché in cassa integrazione, e finendo con ex colleghi dimessi da AIAS per giusta causa. Banale distrazione? Stranezze involontarie? Non per noi. Mettere in F.I.S. gli educatori della struttura di Domusnovas, dopo che due di essi erano stati trasferiti d’imperio lo scorso gennaio, sostituirli quasi sistematicamente con degli O.S.S. è una provocazione bella e buona aggiunge Claudio Nuscis -. Così come lo è mantenere in F.I.S. gli OSS di Cortoghiana ed utilizzare al loro posto un dipendente che abitualmente fa l’autista oppure utilizzare nella medesima Struttura un educatore che lavora a Sestu in un Centro chiuso come tutte le altre strutture non residenziali. Provocazioni che confermano non solo la legittimità ma anche l’attualità della nostra richiesta di verifica dei requisiti dell’accreditamento delle strutture AIAS rivolta mesi fa sia all’assessore Mario Nieddu che al Commissario A.T.S. Con buona pace di chi ci considera solo dei poveri “ignoranti”. Punti di vista naturalmente, i nostri e i loro. Certo che in un momento di crisi come questo, a noi sarebbe apparso normale, per esempio, attuare la rotazione totale dei terapisti nelle strutture residenziali, avremmo auspicato una condivisione dei danni salariali per tutte le figure professionali coinvolte minimizzando le perdite individuali. Invece, oggi ci troviamo con dipendenti al minimo salariale e dipendenti con lo stipendio al 100% ed il bonus di 100 € in busta pagaconclude Claudio Nuscis -. Sino a quando la politica regionale, le istituzioni a tutti i livelli, continueranno ad essere sordi, muti e ciechi, su tutto ciò che accade in AIAS? Come si dice, “peggio del lupo che cambia il pelo (ma non il vizio) c’è solo il gregge che glielo liscia.»

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«Per poter organizzare in tempi rapidi un servizio di lavaggio e sanificazione degli indumenti di lavoro del personale in servizio (divise, camici e tute) si chiede, agli operatori che fossero interessati ad usufruirne, di darne immediata adesione in forma scritta all’ufficio amministrativo di Codesto Centro. Una mancata adesione-comunicazione verrà considerata come un diniego al voler usufruire di tale servizio. Considerata la necessità di raccogliere le adesioni in tempi molto stretti si comunica che verranno tenute in considerazione le domande che verranno presentate entro 72 ore dalla data di emissione del presente avviso. Sarà cura dell’ufficio amministrativo del Centro, avvisare i dipendenti che per diverse ragioni non sono in grado di prendere visione di tale comunicazione.»

«Questo si legge nella recentissima circolare Aias del Centro di Cortoghiana a firma del suo coordinatoredenuncia Claudio Nuscis, segretario generale della Funzione pubblica CISL Sulcis Iglesiente -. Ultima perla di una lunghissima storia aziendale fatta di diritti negati, dallo sciopero alle assemblee, dai licenziamenti disciplinari al lavoro non pagato, agli stipendi arretrati. Auspicavamo, come è successo, che la nostra nota del 20 aprile scorso sollevasse l’attenzione sul fatto che da almeno 12 anni l’AIAS ha scaricato sui propri dipendenti l’onere di sanificare gli indumenti di lavoro. A proprie spese e a domicilio. Ennesimo episodio di quel vizio patologico che produce ingenti risparmi di gestione aziendale sulla pelle dei lavoratori e che secondo una nostra stima, dal 2008, anno in cui è cominciata l’inarrestabile crisi aziendale, ad oggi, ha permesso ad Aias di risparmiare solo per questa voce di bilancio almeno 3 milioni di euro.»

«Il momento emergenziale che stiamo vivendo consente di discriminare tra il buon datore di lavoro, quello cioè che all’interno delle proprie strutture tutela la fragilità dei propri ospiti assicurando la cura ossessiva dell’igiene e della pulizia (a cominciare dalla sanificazione degli indumenti del proprio personale) e gli altriaggiunge Claudio Nuscis -. Ricordiamo alla dirigenza Aias ed ai suoi epigoni che la sicurezza sul lavoro è, per ogni azienda, non solo un obbligo legislativo ma una garanzia di qualità. Il D.Lgs n. 81/2008 sancisce che il lavoratore gode del diritto irrinunciabile ad un luogo di lavoro dignitoso e rispettoso di tutte le norme che regolamentano la sicurezza sul lavoro a presidio di un diritto più generale, costituzionalmente garantito, come la tutela della salute. Diritto fondamentale dell’individuo e mai come oggi interesse dell’intera collettività. Per questo motivo denunciamo il maldestro tentativo di “intervistare” il personale dei Centri di Cortoghiana e Domusnovas ponendogli, più o meno, questo quesito “ vuoi che la divisa venga lavata qui in struttura? Firma per il Sì o per No.»

«La SANIFICAZIONE degli indumenti da lavoro, va garantita a tutto il personale senza che lo stesso esprima pareri in merito a tale incombenza AZIENDALE. Perché qui non si si parla di uno o più lavaggi in lavatrice ma dei riflessi che certi “atti” hanno sulla salute. Che giova ricordarlo è un diritto indisponibile della persona ed i dipendenti non possono cederlo. Tutto ciò premesso consigliamo ad Aias ed ai suoi epigoni di assumersi le proprie responsabilità di datore di lavoro, di porre fine immediatamente a questa iniziativa ed ai lavoratori di non prestarsi a questi inviti. In difetto di ciò conclude il segretario generale della Funzione pubblica CISL Sulcis Iglesiente Claudio Nuscis -, ci vedremo costretti, per l’ennesima volta, a rivolgerci presso le sedi competenti, per far valere i diritti non negoziabili dei lavoratori AIAS.»