Gli emigrati sardi in Italia sono attivissimi nella raccolta delle firme per la proposta di legge nazionale per il riconoscimento costituzionale del principio di insularità.
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Gli emigrati sardi in Italia sono attivissimi nella raccolta delle firme per la proposta di legge nazionale per il riconoscimento costituzionale del principio di insularità. I tavolini e gli incontri di sensibilizzazione si susseguono in moltissime città. Un vero e proprio tour che ha toccato sinora nove grandi città italiane (da Roma a Torino a Milano). Ieri è stata la volta di Genova e del Circolo “Sarda Tellus”, sicuramente uno dei più entusiasti nel sostenere l’iniziativa. Entusiasmo molto evidente anche nel corso dell’incontro organizzato dalla presidente Lucia Cireddu. Il consigliere regionale della Sardegna Michele Cossa, rappresentante del Comitato promotore, ha spiegato le ragioni dell’iniziativa e come si è passati dal referendum alla proposta di legge costituzionale. «La Sardegna non vuole elemosine, ma il riconoscimento da parte dello Stato della pesante e non eliminabile penalizzazione che deriva dal fatto di essere un’isola. Il resto degli italiani vede la Sardegna soprattutto come un luogo di vacanze, dove la qualità della vita è eccellente, e questo è un fatto molto positivo. Tuttavia con questa raccolta di firme vogliamo dare un messaggio forte alla comunità nazionale: la Sardegna può crescere e raggiungere l’indipendenza economica solo se avrà le stesse opportunità delle regioni di terraferma, soprattutto per ciò che concerne il recupero del gap delle infrastrutture (in primis strade e ferrovie), la continuità territoriale aerea e navale e il costo dell’energia», ha detto Michele Cossa.
Lucia Cireddu ha messo l’accento, soprattutto, sul tema dei collegamenti: «Costi troppo alti scoraggiano gli emigrati, portandoli ad affievolire progressivamente il rapporto con la propria terra. Siamo convinti di poter dare tanto alla Sardegna, ma volgiamo essere messi in condizione di farlo».
All’incontro ha preso parte anche il consigliere comunale di Genova Claudio Villa, tra gli amministratori del capoluogo ligure che hanno dato disponibilità ad autenticare le firme che il Circolo sta raccogliendo. «La comunità degli emigrati sardi è la più numerosa in città – ha detto Claudio Villa – e non solo è perfettamente integrata ma da sempre i sardi a Genova sono in prima linea quando si tratta di impegno sociale e culturale. Anche per questo sono convinto di sostenere questa iniziativa, perché si tratta di una battaglia di civiltà e non di una sterile rivendicazione».
Nell’occasione è stato presentato un libro sulla storia di un cognome del Basso Sulcis, “Ballisai”, a cura degli autori che hanno ripercorso le vicissitudini delle famiglie con quel nome, ma anche il percorso della ricerca per arrivare ad avere il testo.
Gli eventi continueranno anche nelle prossime settimane, quando si arriverà a coinvolgere le venti più importanti città d’Italia. La straordinaria mobilitazione dei sardi che vivono al di qua e al di là del Tirreno si concluderà a metà settembre con una grande manifestazione nazionale.