5 November, 2024
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Dal 25 al 29 agosto, a Carloforte, si rinnova l’incontro tra Musica e Cinema con la quindicesima edizione di Creuza de Mà, il festival ideato e diretto dal regista Gianfranco Cabiddu ed organizzato dall’associazione culturale Backstage: una manifestazione per chi guarda il cinema anche e soprattutto “dalla parte del suono”, unica nel suo genere in Sardegna, e tra le pochissime nel panorama dei festival nazionali e internazionali a ruotare interamente intorno al rapporto tra musica e immagini in movimento. Una relazione affascinante su cui Creuza de Mà, nonostante il difficile momento storico, indagherà anche quest’anno attraverso proiezioni di film, masterclass, concerti, incontri con musicisti e registi, dando così un segnale concreto di resistenza culturale, di rinascita e di impegno verso la comunità che lo ospita e verso il pubblico.

Il programma della cinque giorni a Carloforte, il paese sull’isola di San Pietro, di fronte alla costa sud-occidentale sarda, si snoderà, ancora una volta, principalmente tra i due cinema del paese, il Mutua e il Cavallera, all’Hotel Mezzaluna e nello spazio del Giardino di Note, ma non mancherà anche quest’anno il consueto concerto al tramonto nella cornice marina dell’oasi naturale di Capo Sandalo. E poi, dopo Carloforte, come ormai d’abitudine, appuntamento a Cagliari per la seconda tranche del festival, il 18 e 19 settembre.

Tra gli ospiti di spicco attesi a Carloforte, gli interpreti della “Compagnia del Cigno”, la produttrice Francesca Cima (co-fondatrice della Indigo Film), i registi Ivan Cotroneo, Laura Luchetti e Costanza Quatriglio; i compositori Pivio e Aldo De Scalzi, Pasquale Catalano, Max Viale (vincitore quest’anno del David di Donatello e Nastro d’argento per le musiche del film Miss Marx, di Susanna Nicchiarelli), il compositore e produttore Francesco Cerasi, la cantautrice Nada.

 

 

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Comunicato stampa

Cecilia Mangini

Lo sguardo delle donne sul reale

In occasione dell’8 marzo, Giornata Internazionale della Donna, i Centri Servizi Culturali della Società Umanitaria – Cineteca Sarda di Alghero, Cagliari e Carbonia ed il Laboratorio di antropologia visuale “Fiorenzo Serra” di Sassari, insieme alla F.I.C.C. – Federazione Italiana dei Circoli del Cinema, e grazie alla collaborazione dell’AAMOD – Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, del Festival del Reale, della Cineteca di Bologna e della Cineteca Lucana, organizzano “Cecilia Mangini. Lo sguardo delle donne sul reale”, una rassegna cinematografica ed un momento di approfondimento dedicati alla figura della grande fotografa, documentarista e sceneggiatrice, ed alla sua inestimabile eredità artistica, culturale, sociale e politica.

Si è ritenuto che la presente iniziativa, organizzata a poche settimane dalla sua scomparsa, fosse opportuno proporla proprio in questa occasione anche alla luce del privilegiato rapporto che l’autrice ha avuto con la Sardegna, fin dagli anni Sessanta, e in particolare con la Cineteca Sarda e la F.I.C.C., di cui è sempre stata amica e più volte ospite. 

Dalle ore 12.00 del 5 marzo alle ore 12,00 del 12 marzo 2021, in streaming gratuito sulla nostra piattaforma onlinesardegna.umanitaria.it, selezione di film di Cecilia Mangini e di registe e registi che, proprio come ha fatto lei per tutta la vita, rivolgono la loro cinepresa sulla realtà.

  • La canta delle marane (C. Mangini, 1961, 10′)
  • All’armi siam fascisti! (L. Del Fra, C. Mangini, L. Miccicché, 1962, 112′)
  • Essere donne (C. Mangini, 1964, 28′)
  • Brindisi ’65 (C. Mangini, 1966, 14′)
  • Facce (C. Mangini, P. Pisanelli, 2018, 7′)
  • In viaggio con Cecilia(M. Barbanente, C. Mangini, 2013, 74′)
  • Triangle(C. Quatriglio, 2014, 63’)
  • La linea sottile(P. Sangiovanni, N. Mimica, 2016, 80′)
  • La cena di Toni(E. Pandimiglio, 2017, 68′) [disponibile solo dal 5 al 10 marzo]
    • Breve dialogo con Cecilia Mangini (P. Marcias, 2019, 20′)

Martedì 9 marzo 2021, alle ore 18.00, online sulle nostre pagine Facebook (CSC Alghero Società Umanitaria, Cineteca Sarda-Società Umanitaria e CSC Carbonia-Iglesias Società Umanitaria), Cecilia Mangini e la sua eredità artistica e militante, tavola rotonda articolata in due moduli di approfondimento, con gli interventi di: Marco Asunis, Luca Del Fra, Gabriella Gallozzi, Paolo Pisanelli, Elisabetta Randaccio, Vincenzo Vita, Antonello Zanda e, a seguire, le autrici Mariangela Barbanente, Costanza Quatriglio, Elisabetta Pandimiglio, Paola Sangiovanni.

 

 

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A partire da giovedì 28 marzo ritorna a Carbonia la rassegna L’Italia che non si vede, giunta alla sua ottava edizione, organizzata dal Circolo ARCI “La Gabbianella Fortunata” insieme al Centro Servizio Culturali di Carbonia della Società Umanitaria. La Rassegna, che quest’anno si articola in Città in cinque appuntamenti, è promossa dall’UCCA, Unione Circoli Cinematografici ARCI, e intende dare visibilità a tutte quelle opere che hanno voluto raccontare l’Italia nella sua conformazione e nelle sue trasformazioni storiche, sociali e politiche e proporre le pellicole troppo spesso estromesse dai circuiti commerciali ma che per ragioni distributive non hanno trovato adeguato spazio presso le sale cinematografiche, nonostante i riconoscimenti dei festival internazionali e le recensioni positive della stampa specializzata. Come ogni anno, anche nel 2019, “L’italia che non si vede” prevede all’interno del suo cartellone film presentati nei festival cinematografici più importati, come ad esempio, Venezia, Cannes, Locarno e Berlino.

Nella sua versione carboniense le proiezioni, tutte alle ore 21.00 e ad ingresso gratuito, si terranno presso la Sala Fabio Masala, all’interno dello spazio Ex-Dì’ Memorie in Movimento – La Fabbrica del Cinema, in piazza Sergio Usai, e presso la Casa del Popolo in Via Barbagia 11.

Il primo appuntamento è previsto per giovedì 28 marzo, alla Fabbrica, del Cinema con la proiezione deIl Clan dei ricciaidi Pietro Mereu alla presenza dell’autore. “Il Clan dei ricciai” è la storia di un gruppo di pescatori di Cagliari che hanno avuto problemi con la giustizia in passato. Il boss di questo clan è Gesuino Banchero, disposto a dare un’altra occasione a questi uomini, offrendo loro la possibilità di condurre la propria vita in modo onesto e aiutandoli ad integrarsi nuovamente nella comunità.

Il secondo appuntamento sarà il giorno successivo, venerdì 29 marzo, presso la Casa del Popolo in via Barbagia 11, con Le Cicale di Emiliano Mancuso e Federico Romano. “Le cicale” è un viaggio intimo nella vita di chi, già andato in pensione o in procinto di andarci, si ritrova a lottare ancora per sopravvivere, perché lo stato sociale oggi non basta più a garantire una serena ‘età del riposo’. Un racconto corale, dove attraverso le voci di queste ‘cicale’ loro malgrado, ci troviamo di fronte una possibile verità, che il futuro dei giovani sarà molto simile al presente dei vecchi.

Il terzo appuntamento avrà luogo giovedì 4 aprile, alla Fabbrica del Cinema con Arrivederci Saigon di Wilma Labate. Cinque giovani ragazze, armate di strumenti musicali e voglia di cantare, partono dalla provincia toscana per una tournée in Estremo Oriente. Sognano il successo, ma si ritrovano in guerra. È il 1968 e la guerra è quella vera del Vietnam. Dopo cinquant’anni Le Stars raccontano la loro avventura tra soldati americani, basi sperdute nella giungla e musica soul.

Giovedì 11 aprile, alla Fabbrica del Cinema, sarà la volta di Sembra mio figlio di Costanza Quatriglio. Scappato dall’Afghanistan quando era ancora un bambino, Ismail vive in Europa con il fratello Hassan. La madre, che non ha mai smesso di attendere notizie dei suoi figli, oggi non lo riconosce. Dopo diverse e inquiete telefonate, Ismail andrà incontro al destino della sua famiglia facendo i conti con l’insensatezza della guerra e con la storia della sua gente, il popolo Hazara.

Il quinto e ultimo appuntamento, sempre alla Fabbrica del Cinema, è giovedì 18 aprile con La Terra dell’Abbastanza di Damiano e Fabio D’Innocenzo. Mirko e Manolo sono due giovani amici della periferia di Roma. Bravi ragazzi, fino al momento in cui, guidando a tarda notte, investono un uomo e decidono di scappare. La tragedia si trasforma in un apparente colpo di fortuna: l’uomo che hanno ucciso è un pentito di un clan criminale di zona e facendolo fuori i due ragazzi si sono guadagnati un ruolo, il rispetto e il denaro che non hanno mai avuto. Un biglietto d’entrata per l’inferno che scambiano per un lasciapassare verso il paradiso.

Nel corso dei mesi di aprile e maggio altri appuntamenti della Rassegna si terranno presso i Circoli Arci “Il Calderone” di Sant’Antioco e “Cic Arci” di Iglesias e presso la Casa del Popolo di Carbonia, ancora in collaborazione con il CSC Carbonia della Società Umanitaria – Fabbrica del Cinema.