22 December, 2024
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Ultime giornate del festival domenica 3 e lunedì 4 novembre a Cagliari con grande festa di chiusura e doppio appuntamento dedicato a Faber. Ai Giardini dell’Exma, la domenica mattina è animata dai suoni di “Que viva Latin Jazz” con Paolo Carrus e la Latin Jazz Orchestra, in un concerto dedicato a Laura Raia, figura storica dell’entertainment cagliaritano. Alla sera spazio a La Maschera, Premio Parodi 2018, band indipendente tra le più interessanti della scena musicale napoletana e, subito dopo, nella sala grande del teatro, l’omaggio di Cristiano De André al padre Fabrizio, il più grande cantautore italiano di tutti i tempi.

Ma ecco nel dettaglio il programma.

La Maschera

3 novembre

Sala M2, Teatro Massimo, ore 20.00

Roberto Colella: voce, chitarra e tastiera

Vincenzo Capasso: tromba

Antonio Gomez: basso

Marco Salvatore: batteria

Alessandro Morlando: chitarra elettrica

La Maschera, premio Parodi 2018, è una delle band indipendenti più interessanti della scena musicale napoletana, subito notata dalla critica per l’alto tasso di sperimentazione contenuto nei testi e negli arrangiamenti. Dall’uscita del primo album “‘O vicolo’ e l’alleria”, nel novembre 2014, è entrata a pieno titolo in un solco stilistico dal sound marcatamente world. Nell’estate del 2015, a conferma dell’attitudine alla contaminazione tra i vari generi musicali, avviene l’incontro con Laye Ba, musicista senegalese, una collaborazione che si manifesta come un’occasione di reciproco arricchimento umano ed artistico, e da cui nascono alcuni brani composti ed eseguiti insieme. Dopo il tour senegalese, nel novembre 2017, è stato pubblicato il loro secondo album, intitolato “ParcoSofia”, finalista al Premio Tenco, che porterà La Maschera a far conoscere la sua musica anche all’estero, in particolare in Portogallo, Spagna, Canada, Corea. Nel novembre 2018 La Maschera si aggiudica il Premio Andrea Parodi, il più prestigioso riconoscimento italiano per la World Music.

De André canta De André

“Storia di un impiegato”

3-4 novembre

Sala Grande, ore 21.00

A cinquanta anni dalle grandi rivolte sociali del 1968 e a venti anni dalla scomparsa del grande, indimenticabile Faber, Cristiano De André torna in Sardegna con il tour “Storia di un impiegato”, ispirato al celebre concept album del padre e riarrangiato come una vera e propria opera rock.  Sold out in numerosi teatri d’Italia e dopo una straordinaria esibizione all’Arena di Verona, Cristiano torna ospite del nostro festival accompagnato sul palco da Osvaldo Di Dio, Davide Pezzin, Davide Devito e Riccardo Di Paola. “Un evento destinato a regalare emozioni”, “Un album che a distanza di cinquant’anni è ancora tremendamente attuale”, “Le poesie di Fabrizio fanno bene all’anima e Cristiano ha saputo rinnovarle e renderle attuali, confermandone la potenza e la passione”. Queste le principali recensioni e critiche apparse sulle più importanti testate nazionali. Cristiano De André ha attinto all’immenso repertorio di Fabrizio rileggendo il disco del 1973 sempre più attuale, un album sugli anni di piombo e sulla speranza di costruire un mondo migliore, che torna così a smuovere le coscienze. “Storia di un impiegato” racconta infatti il gesto di un impiegato degli anni ’70, animato dal ricordo della rivolta collettiva del Maggio francese del 1968. Quella con De André sarà una grande festa in musica, una doppia data, il 3 e il 4 novembre, fuori abbonamento: un grande omaggio al più grande cantautore italiano di tutti i tempi.  Lo spettacolo è diviso in due parti: la prima affronta lo storico disco, arrangiato come una vera e propria opera rock, la seconda comprende altri celebri brani di repertorio come “Fiume Sand Creek” e “Don Raffaè”, che hanno affrontato il tema della lotta per i diritti, e alcune perle, come “Il pescatore”, contenute nei progetti discografici di grande successo “De André canta De André – Vol. 1” (2009), “De André canta De André – Vol. 2” (2010) e “De André canta De André – Vol. 3” (2017). Cristiano De André e Stefano Melone (alla produzione artistica) hanno dato una nuova vita musicale alle canzoni del disco, un suono rock-elettronico, calibrato sui momenti psicologici del protagonista della storia, dall’iniziale clima di sfida condizionato dai giorni del Maggio francese sino al fallito attentato e al carcere. La regia dello spettacolo, curata da Roberta Lena, contribuisce a una serata ricca di sorprese, visual e luci.

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La XVIII edizione del Premio Fabrizio De André registra il suo record di iscrizioni. Al 20 ottobre, data di chiusura delle iscrizioni online, il numero complessivo dei progetti artistici partecipanti al Premio Fabrizio De André 2019 è di ben1190, il maggiore di sempre per il Premio dedicato al grande cantautore genovese che quest’anno giunge alla sua diciottesima edizione. Per l’inatteso quanto vasto numero di iscritti, al fine di consentire alla direttrice artistica Luisa Melis di valutare con attenzione ogni proposta ricevuta, la fase di ascolto e selezione verrà quindi prolungata di qualche giorno. Gli artisti che accederanno alle semifinali del Premio Fabrizio De André 2019 verranno annunciati non più in data 4 novembre, bensì il prossimo 25 novembre.

Patrocinato dalla Fondazione Fabrizio De André Onlus, supportato da SIAE – Società Italiana degli Autori ed Editori, organizzato da iCompany, con la direzione artistica di Luisa Melis, il Premio Fabrizio De André ha come scopo quello di stimolare, presso autori, compositori, interpreti ed esecutori esordienti, una creatività sperimentale, libera da tendenze legate alle mode del momento, al fine di favorire l’originalità e di ricercare e promuovere nuove forme di cantautorato, scrittura e pittura contemporanea.

Le iscrizioni – totalmente gratuite – sono rimaste aperte da lunedì 15 luglio 2019 a domenica 20 ottobre 2019.

Le semifinali si svolgeranno a Roma nei mese di dicembre 2019, mentre la finale nazionale è fissata per il 16 gennaio 2020 all’Auditorium Parco della Musica, a Roma.

Il Premio Fabrizio De André si sviluppa in tre sezioni: Musica, Poesia, Pittura.

Faranno parte della giuria del Premio Fabrizio De André 2019:
Dori Ghezzi (Presidente di giuria), Luisa Melis (Direzione Artistica del Premio Fabrizio De André), Massimo Bonelli (iCompany e Concerto Primo Maggio), Dario Salvatori (giornalista e presentatore), Fausto Pellegrini (Rai News), Federico Durante (Billboard), Marco Gallorini (Woodworm), Marta Venturini (produttrice), Mattia Marzi (Rockol), Michele Moramarco (saggista, scrittore e autore musicale), Paolo Talanca (Il Fatto Quotidiano), Riccardo De Stefano (Exitwell), Silvia Boschero (Radio2), Vincent Messina (discografico, produttore), Diletta Parlangeli (giornalista), Enrico Schleifer (RadUni), Rossella Diaco (conduttrice RAI), Piero Cademartori (editore), Vincenzo Costantino Cinaski (poeta) e Roberto Sironi (pittore, musicista, scrittore).

Al vincitore assoluto della sezione Musica verrà attribuito il Premio SIAE Fabrizio De André che prevede la produzione di un brano e del relativo videoclip per la canzone che si sarà aggiudicata la vittoria.

Il vincitore avrà anche l’opportunità di siglare un contratto discografico con Sony Music Italia e riceverà un contributo da parte di Nuovo IMAIE (pari ad € 15.000,00) per la realizzazione di un live tour di almeno 8 concerti sul territorio nazionale.

Per le sezioni Pittura e Poesia la giuria sceglierà un adeguato numero di opere alle quali saranno date lettura e visibilità durante le diverse fasi del Premi.

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A cinquant’anni dalle grandi rivolte sociali del 1968 e a vent’anni dalla scomparsa del grande, indimenticabile Faber, Cristiano De Andrè torna in Sardegna con il tour “Storia di un impiegato”, ispirato al celebre concept album del padre e riarrangiato come una vera e propria opera rock. Sold out in numerosi teatri d’Italia e dopo una straordinaria esibizione all’Arena di Verona, Cristiano torna sull’Isola accompagnato sul palco da Osvaldo Di Dio, Davide Pezzin, Davide Devito e Riccardo Di Paola.

Un evento destinato a regalare emozioni”, “Un album che a distanza di cinquant’anni è ancora tremendamente attuale”, “Le poesie di Fabrizio fanno bene all’anima e Cristiano ha saputo rinnovarle e renderle attuali, confermandone la potenza e la passione”. Queste le principali recensioni e critiche apparse sulle più importanti testate nazionali. Cristiano De André ha attinto all’immenso repertorio del padre Fabrizio rileggendo il disco del 1973 sempre più attuale, un album sugli anni di piombo e sulla speranza di costruire un mondo migliore, che torna così a smuovere le coscienze. “Storia di un impiegato” racconta, infatti, il gesto di un impiegato degli anni Settanta, animato dal ricordo della rivolta collettiva del maggio francese 1968.

Dopo gli appuntamenti di grande musica al Teatro Massimo di Cagliari che andranno in scena dal 30 ottobre al 3 novembre, il Festival Internazionale Jazz in Sardegna sceglie così di salutare il suo pubblico con una grande festa in musica, una doppia data, il 3 ed il 4 novembre, fuori abbonamento: un grande omaggio al più grande cantautore italiano di tutti i tempi.

Cristiano De André e Stefano Melone (alla produzione artistica) hanno dato una nuova vita musicale alle canzoni del disco con un suono rock-elettronico, calibrato sui momenti psicologici del protagonista della storia. Lo spettacolo è diviso in due parti: la prima affronta lo storico disco, arrangiato come una vera e propria opera rock; la seconda parte invece comprende altri celebri brani di repertorio come “Fiume Sand Creek” e “Don Raffaè”, che hanno affrontato il tema della lotta per i diritti. Previste anche alcune perle di Faber, come “Il pescatore”, contenute nei progetti discografici di grande successo “De André canta De André – Vol. 1” (2009), “De André canta De André – Vol. 2” (2010) e “De André canta De André – Vol. 3” (2017). La regia dello spettacolo, curata da Roberta Lena, contribuisce a una serata ricca di sorprese, visual e luci.

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Giunge all’approdo questo fine settimana la prima parte di Creuza de Mà, il festival di musica per cinemaideato e diretto dal regista Gianfranco Cabiddu, che tra sabato e domenica propone gli ultimi appuntamenti a Carloforte, in attesa della seconda tranche, in programma a Cagliari dall’11 al 14 del mese prossimo.

Oggi, sabato 14, la giornata prende il via come di consueto alle 10.30, al Cinema Mutua, dove Igort, reduce dalla proiezione – la sera prima – del suo esordio alla regia con “5 è il numero perfetto”, sarà al centro dell’incontro giornaliero con il pubblico e gli allievi in residenza del Centro Sperimentale di Cinematografia – Scuola Nazionale di Cinema, per raccontare il lavoro del regista con musicisti, montatori e tecnici del suono.

Alle 19.00, Creuza de Mà esce dal paese per uno dei suoi eventi più suggestivi e attesi: il consueto concerto al tramonto nella cornice mozzafiato dell’oasi naturale di Capo Sandalo che impreziosisce ogni edizione del festival; protagonisti, quest’anno, l’arpista Marcella Carboni e il sassofonista Simone Alessandrini, che si esibiranno in acustico, accompagnati solo dai suoni del mare, del vento e della natura, che per l’occasione saranno registrati dal tecnico del suono Stefano Campus, in un’operazione di “scouting sonoro“.

Scese le ombre della sera, il festival torna in paese, al cinema Cavallera, dove, alle 21.30, il “padrone di casa”, Gianfranco Cabiddu, presenta il suo ultimo lavoro, “Il Flauto Magico di Piazza Vittorio” (2018), di cui ha curato la regia insieme a Mario Tronco, con musiche dell’Orchestra di Piazza Vittorio. Insieme ai due registi, sarà presente alla proiezione la cantante Petra Magoni, tra i protagonisti del film, interpretato dai musicisti-attori della multietnica Orchestra di Piazza Vittorio secondo le rispettive tradizioni e culture musicali.Un musical sorprendente, libero riadattamento della celebre opera mozartiana, immaginata come un racconto orale tramandato di generazione in generazione e di paese in paese, “Il Flauto Magico” segue le gesta del principe Tamino, accompagnato dal suo factotum Papageno, deciso a liberare la bella Pamina, trattenuta dal crudele padre Sarastro.

Alle 23.00 consueto appuntamento ai Giardini di Note con Round Midnight, la sezione notturna del festival, che domani (sabato 14) si apre con il ricordo di due grandi figure del cinema italiano in altrettanti video di cinque minuti: dal festival La Valigia dell’Attore, che si tiene in un’altra delle quattro Isole del Cinema sarde, arriva “Gian Maria Volonté a 25 anni dalla scomparsa” (2019), dedicato al grande protagonista di film come Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, A ciascuno il suo, La classe operaia va in paradiso, Il caso Mattei; a seguire, “Ennio Fantastichini, un attore tra teatro e cinema” (2019), un omaggio di Gianfranco Cabiddu all’attore che ci ha lasciati lo scorso dicembre, con cui il regista sardo ha lavorato nel film “La Stoffa dei Sogni” (2016).

L’ultima serata di musica dal vivo ai Giardini di Note punta i riflettori sull’attore Michele Riondino, questa volta nelle vesti di cantante e chitarrista, alla guida dei Revolving Bridge: la band tarantina è nata dalla passione comune per il rock ‘n’ roll delle origini, con uno scoppiettante repertorio di brani come Johnny B. Goode, Hound dog e altre pietre miliari della storia del r&r. Insieme a Michele Riondino, saranno in scena Vincenzo De Giorgio (chitarra e voce), Walter Pulpito (contrabbasso e voce) ed Antonio Intermite (batteria).

Domenica 15 il festival si avvia alle sue battute conclusive con gli ultimi tre appuntamenti in cartellone.

Al Cinema Mutua, alle 11.00, gli allievi del Centro Sperimentale di Cinematografia – Scuola Nazionale di Cinema, al termine della residenza a Carloforte, presenteranno, in un incontro aperto anche al pubblico, i loro progetti sonori (di montaggio e scelta di suoni e musiche) ai docenti del corso.

In serata, alle 19, al Cinema Cavallera si ricorda un altro grande artista che non c’è più: Fabrizio De André, strettamente legato a Carloforte, enclave genovese di Sardegna, e al festival che ha preso in prestito il proprio titolo dalla sua nota canzone. A vent’anni dalla scomparsa del grande cantautore, Creuza de Mà gli dedica un incontro tra immagini, musica e parole, presentando “Faber in Sardegna”, un recentissimo cofanetto edito da Castelvecchi che contiene il dvd dell’omonimo film di Gianfranco Cabiddu ed il libro “Faber in Sardegna raccontato da amici e colleghi” con testi del giornalista musicale Enzo Gentile.

Nel corso della presentazione, saranno proiettati ampi spezzoni tratti dal documentario di Vittorio Nevano “Creuza de Mà”, ambientato proprio a Carloforte, e dal film “Faber in Sardegna” in cui Gianfranco Cabiddu ha raccolto anche momenti dei diversi concerti dedicati a Fabrizio De André nella sua residenza a L’Agnata, vicino a Tempio Pausania, che si sono tenuti in sette edizioni del festival Time in Jazz con artisti come Paolo Fresu, Ornella Vanoni, Danilo Rea, Lella Costa, Morgan, Cristiano De André, Maria Pia De Vito e Rita Marcotulli.

Alle 21.30, l’ultimo appuntamento in cartellone a Carloforte è la proiezione di “Fiore gemello”, uscito l’anno scorso per la regia di Laura Luchetti. Nel film, con musiche di Francesco Cerasi, la Sardegna fa da sfondo alla fuga dei due protagonisti, un immigrato clandestino e la figlia di un trafficante di migranti, interpretata dall’attrice Anastasya Bogach che sarà presente in sala insieme alla regista.

Poi, sui titoli di coda, l’arrivederci a Cagliari per la seconda parte del festival, in programma dall’11 al 14 del mese prossimo.

Tutti gli appuntamenti in programma sono a ingresso gratuito.

Per raggiungere Carloforte, la compagnia Delcomar offre una tariffa scontata sui biglietti di andata /ritorno da Portovesme e 3,90 euro e da Calasetta a 3,50 euro (cui sarà sempre da aggiungere il contributo di sbarco di 2,50 euro).

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È iniziato il conto alla rovescia per l’inaugurazione del 37° Festival Internazionale Jazz in Sardegna – European Jazz Expo che, dal 30 ottobre al 3 novembre 2019, andrà in scena a Cagliari su sei palcoscenici diversi: Teatro Massimo (con i suoi quattro spazi T1, Minimax, T3 e Fuaiè), Exma’ e Jazzino.

Un’edizione davvero particolare, interamente dedicata ad Alberto Rodriguez nel 20° anniversario della sua scomparsa, avvenuta il 12 agosto del 1999. Fine intellettuale e grande firma de L’Unione Sarda, di cui diresse per molti anni la terza pagina, Rodriguez è stato un brillante critico di musica jazz e, fino alla metà degli anni Ottanta, mentore e ispiratore del Festival Jazz in Sardegna.

A testimoniare l’importanza della sua figura saranno non soltanto le diverse iniziative a lui dedicate (mostre fotografiche, pubblicazioni, graphic novel ed altro, che saranno comunicate successivamente nel dettaglio), ma l’eccezionale caratura artistica del cartellone, contrassegnata dal concerto di apertura del leggendario pianista e compositore americano Herbie Hancock, in scena al Teatro Massimo, mercoledì 30 ottobre, ore 21,30, alla testa di una line up di altissimo livello composta da James Genus (bass), Lionel Loueke (guitar), Terrace Martin (sax) ed il mitico Vinnie Colaiuta (drums).

Sarà quindi il Teatro Massimo, non più la Fiera come precedentemente comunicato, ad ospitare il concerto di Herbie Hancock Quintet: un cambio in corsa dovuto a motivi puramente logistici, che porterà qualche poltrona in meno per i tanti appassionati (700 posti del Teatro Massimo a fronte dei 1.400 offerti dal Padiglione D della Fiera) ma sicuramente una location più idonea ad ospitare un evento di questa portata.

La prevendita per l’ingresso ai concerti del Festival riparte dunque da oggi con ulteriori 160 abbonamenti in vendita, i cui prezzi variano a seconda delle file poltrone e dei settori, e altrettanti biglietti serali per le quattro giornate del festival.

Una disponibilità di posti sicuramente insufficiente a soddisfare la prevedibile richiesta da parte degli appassionati, tenuto anche conto che il resto del festival si sviluppa all’insegna dell’eccellenza, a partire da Blicher Hemmer Gadd, l’eccezionale trio che riunisce la leggenda della batteria Steve Gadd, il sassofonista (due volte Danish Grammy) Michael Blicher ed il grande specialista dell’organo Hammond Dan Hemmer.

Si prosegue con il quartetto di Eli De Gibri, sassofonista e compositore già al fianco di Hancock, riconosciuto come band leader di livello internazionale grazie al suo inesauribile talento artistico.

Tra i mostri sacri è obbligatorio inserire Franco D’Andrea, uno dei talenti più amati da Alberto Rodriguez per la sua carica innovativa e creativa, protagonista il primo novembre con il suo Ottetto e in Duo con il funambolico percussionista olandese Han Bennink.

Oltre alle grandi stelle del jazz, il cartellone rivolge lo sguardo verso artisti più giovani e formazioni tra le più talentuose e innovative del mondo: da Adam Ben Ezra, che si esibirà in uno stupefacente solo di contrabbasso, a Federico Nathan, virtuoso del violino di origine uruguayana, più volte tra i solisti di spicco di Snarky Puppy, alla testa di un quintetto che promette scintille.

E assieme a questi musicisti eccezionali, non poteva mancare il nostro Gavino Murgia protagonista di ben due esibizioni ma con distinte formazioni: in quartetto con Mauro Ottolini, Pietro Iodice e Aldo Vigorito, ed in trio con Hamid Drake e Majid Bekkas.

Altra citazione d’obbligo è quella dell’Italian Jazz Quartet, ovvero le nuove promesse del jazz italiano Jordan Corda, Alessandro Usai e Matteo Piras, sapientemente guidati da un nome storico del drumming nazionale come Gianni Cazzola.

Ma non è tutto. Oltre al ricco cartellone degli eventi in abbonamento, e alle numerose e importanti iniziative collaterali (sulle quali seguirà comunicato), il festival chiuderà 3 novembre (ore 20.00) con una serata speciale, fuori abbonamento, dedicata al grande Faber nel ventennale della scomparsa: sul palco del Teatro Massimo andrà in scena De Andrè canta De Andrè, il grande omaggio di Cristiano De Andrè al padre, reduce dal successo strepitoso conseguito nella sua unica data italiana lo scorso luglio all’Arena di Verona.

La manifestazione, anche quest’anno sostenuta dalla Fondazione di Sardegna, dalla Regione Sardegna con gli Assessorati della Pubblica Istruzione, del Turismo e dal Comune di Cagliari, è stata riconosciuta lo scorso anno anche dal Ministero Turismo e Spettacolo tra i festival di maggior rilievo nazionale.

Hamid Drake.

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Appuntamento in ricordo di Fabrizio De André, venerdì sera, 11 gennaio, a Cagliari, in occasione del ventesimo anniversario della scomparsa del grande cantautore genovese: al Cinema Odissea, con inizio alle 21.30 e ingresso gratuito fino a esaurimento posti, verrà proiettato “Faber in Sardegna”, il documentario diretto nel 2015 da Gianfranco Cabiddu che racconta il rapporto tra De André, l’isola e un luogo speciale come l’Agnata, la località nei pressi di Tempio Pausania che il cantautore elesse a suo buen retiro.  

Il film, prodotto da Clipper Media con Rai Cinema, raccoglie rare immagini d’archivio, fotografie e spezzoni di filmati familiari, testimonianze di amici e personalità della musica e della cultura che raccontano un De André privato, intimo. E poi gli omaggi dal vivo dei tanti musicisti che si sono esibiti nei vari concerti all’Agnata organizzati per anni, dal 2005 al 2011, dal festival Time in Jazz in collaborazione con la Fondazione De André: tra gli altri, Danilo Rea, Paolo Fresu, il compianto Gianmaria Testa, Cristiano De André, Maria Pia De Vito e Rita Marcotulli.

Con il regista Gianfranco Cabiddu aderiscono alla serata la Fondazione Andrea Parodi, Premio Andrea Parodi, Elenaledda Vox associazione culturale, Mare e Miniere – rassegna itinerante di Musica, Teatro, Danza -, il festival Creuza de Mà – Musica per Cinema, Spazio 2001 Soc.coop. e il festival Time in Jazz.

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Titoli di coda, nel fine settimana a Cagliari, per la seconda parte di Creuza de Mà, il festival di musica per cinema diretto dal regista Gianfranco Cabiddu, quest’anno alla sua edizione numero undici. 

La giornata di domani (sabato 4) prende il via alle 10.00, nell’Aula Porrino del Conservatorio, con l’ultima masterclass sul suono nel cinema: montaggio e suono il tema trattato da Marco Spoletini, montatore per il cinema e la televisione. 

A mezzogiorno, si parla invece dell’Associazione Compositori Musiche da Film con Riccardo Giagni (una lunga carriera nel settore della discografia in qualità di autore, arrangiatore e produttore per Matia Bazar, Miguel Bosé, Cristiano De André, e nel settore del cinema con colonne sonore per Marco Bellocchio, Mimmo Calopresti, Sabina Guzzanti), Pivio e Aldo De Scalzi (autori di musiche per numerosi film e serie televisive, vincitori del David di Donatello per “Song’e Napule”, il Nastro d’argento e il Globo d’oro per “Il Bagno Turco” di Ferzan Ozpetek; loro anche le musiche di “Ammore e malavita”, in programma la sera prima al festival). Nata quest’anno per iniziativa di un nucleo di compositori (soci promotori sono Giuliano Taviani, Stefano Mainetti, Kristian Sensini, Stefano Caprioli e lo stesso Pivio; presidente onorario Ennio Morricone) come risposta al dilagare della dispersione di regole e meccanismi certi, l’ACMF si pone l’obiettivo di promuovere l’azione dei compositori di musica da film come disciplina autoriale e identitaria e difenderne i diritti.

Ultime proiezioni, nel pomeriggio, al Cinema Odissea (ingresso gratuito) dove si completa, con un focus su Enzo Avitabile, il “capitolo” che il festival ha voluto dedicare in questa sua undicesima edizione alla musica e al cinema di Napoli. Si comincia alle 16.00 con “Indivisibili” di Edoardo De Angelis, film che ha raccolto tanti allori anche per le musiche di Avitabile, agli ultimi David di Donatello, Ciack d’oro, Nastri d’argento e Globo d’oro: un film “sulla separazione e sul dolore che comporta”, protagoniste due gemelle siamesi (impersonate da Angela e Marianna Fontana) che cantano ai matrimoni e alle feste e danno da vivere a tutta la famiglia, fino a quando non scoprono di potersi dividere.

Enzo Avitabile è poi il protagonista del successivo film in programma (alle 18.00), “Music Life”: un documentario che racconta la vita e il talento dell’eclettico musicista napoletano, classe 1955, firmato nel 2012 da Jonathan Demme, il grande regista statunitense (Premio Oscar nel 1992 per la miglior regia per “Il silenzio degli innocenti”) scomparso lo scorso aprile, nelle cui opere la musica ha sempre avuto un ruolo importante: una passione che negli anni ha riversato in numerosi videoclip e, soprattutto, in documentari e cineconcerti acclamati dal pubblico e dalla critica su artisti come Neil Young, Justin Timberlake, i Talking Heads. Nato dalla stima reciproca tra Demme e Avitabile, “Music Life” racconta non solo il musicista napoletano, che ha fatto della continua ricerca e sperimentazione un segno distintivo, ma anche la sua città, con tutte le sue ricchezze e contraddizioni.

Alle 21 il festival Creuza de Mà si trasferisce all’Auditorium del Conservatorio (ingresso gratuito) per uno dei suoi momenti più attesi: preceduto da un incontro con il pubblico presentato da Riccardo Giagni, Enzo Avitabile (voce, sax e altri strumenti) si esibisce con Gianluigi Di Fenza alla chitarra classica e Emidio Ausiello alle percussioni in “Acoustic World”, un concerto che ripercorre la sua produzione dal 2003 a oggi.  

Creuza de Mà chiude la sua seconda parte domenica mattina (5 novembre) con un evento speciale proposto al centro d’arte e cultura ExMà (in via San Lucifero) in collaborazione con lo European Jazz Expo, il festival in corso a Cagliari da martedì: a mezzogiorno tiene banco il trombonista Mauro Ottolini alla testa dei suoi Sousaphonix con le musiche del suo progetto dedicato a un’icona del cinema muto, Buster Keaton; a seguire il CinematiCA DJ set, una selezione di musica per film a cura di Gianmarco Diana, ideatore e conduttore dell’omonima trasmissione in onda sull’emittente cagliaritana Radio X, e collaboratore abituale del festival Creuza de Mà, che concluderà la mattinata.

Calato il sipario sulla sua seconda parte, altri appuntamenti attendono nelle settimane successive Creuza de Mà. Ecco, dunque, la collaborazione con l’associazione culturale Tra Parola e Musica – Casa di suoni e racconti per la prima edizione della rassegna di cineconcerti “Sinestesie”, con le sonorizzazioni dal vivo di film d’epoca proposte dai gruppi Dancefloor Stompers, Scisma – Short Cut e Skull Cowboys, rispettivamente di scena giovedì 9, il 16 e il 23 novembre al centro di produzione per lo spettacolo Intrepidi Monelli (in viale Sant’Avendrace, 100).

In collaborazione con il Conservatorio di Cagliari ecco invece, dal 4 al 9 dicembre, la seconda edizione del corso di tecnica di composizione musicale per il cinema condotto da Franco Piersanti e intitolato a Sergio Miceli, il musicologo scomparso nel 2016, che per primo ha contribuito, attraverso la sua ultratrentennale attività di ricerca, a inserire la storia e l’analisi della musica per film nell’ambito delle discipline accademiche. Una preziosa opportunità per compositori e musicisti di conoscere e affinare le tecniche della drammaturgia musicale applicata al cinema con uno dei più rappresentativi autori del settore.

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Fine settimana a Carloforte nel segno di Creuza de Mà: da oggi a domenica 29 ottobre, il festival di musica per il cinema ideato e diretto dal regista Gianfranco Cabiddu tiene banco per tre serate nel paese sull’isola di San Pietro, di fronte alla costa sud occidentale della Sardegna, dove la manifestazione è nata nel settembre del 2007, per la prima parte della sua edizione numero undici. La seconda tranche è in programma a Cagliari la prossima settimana, da giovedì 2 a domenica 5 novembre, mentre a dicembre, dal 4 al 9, ritorna il corso di tecnica di composizione musicale per il cinema condotto da Franco Piersanti.

Proiezioni di film e documentari, concerti, masterclass, incontri e momenti di approfondimento con registi e compositori: questa la formula della kermesse organizzata dall’associazione culturale Backstage con il contributo della Regione Autonoma della Sardegna (assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport, e Assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio), del comune di Cagliari (assessorato della Cultura e Spettacolo), del Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, della Fondazione Sardegna Film Commission, della Fondazione di Sardegna, del Conservatorio di Musica “Giovanni Pierluigi da Palestrina” di Cagliari e con il sostegno di SIAE – Società Italiana degli Autori ed Editori. 

Si comincia, dunque, questo pomeriggio, alle 18.00, al “Cavallera”, l’elegante cineteatro di Carloforte in stile liberty, con il teaser di Creuza de Mà: un video che, sulle note della canzone di Fabrizio De Andrè, da cui il festival ha preso in prestito il titolo, ripercorre la storia della manifestazione.

Su un’altra isola della Sardegna, l’Asinara, è ambientato il primo film in cartellone, il pluripremiato “La stoffa dei sogni” (David di Donatello, Globo d’Oro, Art Award Houston, Gobbo d’Oro Bobbio, ecc) per la regia di Gianfranco Cabiddu con le musiche di Franco Piersanti. Liberamente ispirata a “L’Arte della Commedia” di Eduardo De Filippo e alla sua traduzione in napoletano della “Tempesta” di William Shakespeare, la pellicola intreccia come in una stoffa le trame e i fili dei destini di un gruppetto di attori e di camorristi in fuga che, dopo un naufragio, si ritrovano su un’isola-carcere e si mescolano. Shakespeare e Eduardo De Filippo si fondono in una commedia picaresca, piena di colpi di scena, interpretata da un cast che vede come protagonista Sergio Rubini al fianco di Ennio Fantastichini, Gaïa Bellugi, Renato Carpentieri, Francesco Di Leva, Ciro Petrone, Teresa Saponangelo, Nicola Di Pinto, Jacopo Cullin, Fiorenzo Mattu e, in un cameo, il compianto Luca De Filippo.  

Alle 21.00, l’attenzione si trasferisce dallo schermo del “Cavallera” al palco del vicino Cinema “Mutua” per un “classico” del festival: il concerto di musiche da film della Banda Musicale Città di Carloforte “Angelo Aste”, a suggellare la giornata inaugurale. 

Tutta dedicata ad Armando Trovajoli la serata di sabato 28 ottobre: nel centenario della nascita, Creuza de Mà rende omaggio al grande musicista e compositore romano, autore di celebri colonne sonore per il cinema, con tre diversi appuntamenti. Il primo, alle 17.30 al Cinema Mutua, è la proiezione di “Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa?”, film diretto nel 1968 da Ettore Scola e interpretato da Nino Manfredi, Alberto Sordi e Bernard Blier.

A seguire, alle 19.00, uno dei momenti più interessanti del festival: la prima nazionale di “Armando Trovajoli, cent’anni di musica”, il documentario di Mario Canale e Annarosa Morri che ripercorre la lunga carriera del pianista e compositore, nato a Roma il 2 settembre 1917 e scomparso quattro anni fa, attraverso le sue interviste, i ricordi, le musiche, le canzoni, le immagini di alcuni dei film e delle commedie musicali di cui aveva composto le musiche. Una carriera costellata di incontri e sodalizi importanti, come quello con uno dei più grandi pianisti del Novecento, Arturo Benedetti Michelangeli, ma anche con registi come Vittorio De Sica e Ettore Scola, cui rimarrà legato tutta la vita e del quale ha musicato quasi l’intera filmografia. Nel documentario si parla anche dell’incontro con Garinei e Giovannini che lo portarono verso la commedia musicale, i grandi successi di “Rugantino” con la straordinaria “Roma nun fa’ la stupida stasera”, “Aggiungi un posto a tavola”, “Ciao Rudy” e le canzoni cantate da Marcello Mastroianni, che Trovajoli esegue al pianoforte.

Alle 21, microfoni e riflettori si spostano al Cineteatro “Cavallera” dove Gianfranco Cabiddu e Gianmarco Diana – musicista (con i gruppi Sikitikis e The Dancefloor Stompers), esperto di musica per il cinema ed abituale collaboratore del festival – incontra uno dei due autori del documentario, Mario Canale. 

Gran finale di serata con il concerto “Armando Trovajoli, la musica tra teatro e cinema”: una produzione originale del festival Creuza de mà, in prima assoluta, con la direzione musicale della pianista Rita Marcotulli, con Peppe Servillo alla voce, Luciano Biondini alla fisarmonica, Daniele Tittarelli al sax, Ares Tavolazzi al contrabbasso e Alessandro Paternesi alla batteria. Nome di primissimo piano della scena jazzistica nazionale, la Marcotulli è vicina a Trovajoli per un importante legame personale: quando lavorava come ingegnere del suono, il padre della pianista, Sergio, ha avuto infatti un lungo rapporto di amicizia e lavoro con il compositore: «(…) Trovajoli è stato per me quasi un ‘parente’ che si interessava ai miei studi di pianoforte e che poi veniva a sentire i miei primi concerti, così fino alla fine», racconta Rita Marcotulli: «Conservo indelebile il ricordo dell’ultima volta con mio padre e Trovajoli in un concerto alla Casa del jazz: due amici che si abbracciano emozionati e contenti, due grandi artigiani della musica a cui devo moltissimo».

I film recenti di due autori sardi chiudono domenica 29 al “Cavallera” il trittico di serate di Creuza de Mà a Carloforte. Il primo, presentato alle 17.30 dall’autore, è “Nausicaa – L’altra Odissea”, breve film d’animazione scritto e diretto da Bepi Vigna, regista e sceneggiatore, scrittore di fumetti e graphic novel, uno dei creatori delle serie Nathan Never e Legs Weaver. Attraverso i disegni firmati dall’illustratore Andrea Serio, il cortometraggio – con le musiche di Matteo Martis – racconta la storia Nausicaa e del suo incontro con Ulisse. Sedotta e abbandonata, la giovane principessa decide di andare a cercare l’eroe omerico ripercorrendo i passi del suo viaggio per intraprendere un percorso di crescita attraverso il quale si trasformerà in una donna. “Nausicaa – L’altra Odissea” è stato scelto come evento speciale d’apertura di SIC@SIC – Short Italian Cinema alla trentaduesima Settimana Internazionale della Critica (SIC), sezione autonoma e parallela organizzata nell’ambito della settantaquattresima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia che si è tenuta dal 30 agosto al 9 settembre scorsi.

A seguire, con inizio alle 18.00, il film di Enrico Pau “L’accabadora”, una storia ambientata durante la seconda guerra mondiale tra le campagne sarde e una Cagliari devastata dalle bombe, che ruota intorno alla figura di una “accabadora” (impersonata nel film da Donatella Finocchiaro): una donna che praticava una sorta di eutanasia ancestrale mettendo fine alle sofferenze dei malati terminali. Al termine della proiezione, incontro con il regista Enrico Pau e con l’autore delle musiche, l’irlandese Stephen Rennicks.

A Cagliari da giovedì 2 a domenica 5 novembre la seconda parte del festival.

Calato il sipario sulla tre giorni di Carloforte, da giovedì 2 a domenica 5 novembre Creuza de Mà si trasferisce a Cagliari per la seconda parte del festival; in agenda una fitta serie di appuntamenti, ma con una variazione logistica rispetto al programma annunciato: il Conservatorio “Giovanni Pierluigi da Palestrina” ospiterà infatti le masterclass e i concerti, mentre tutte le proiezioni, inizialmente previste nello stesso istituto in piazza Porrino, per motivi tecnici sono trasferite al Cinema Odissea, in viale Trieste (al civico 84). 

Il primo impegno è per giovedì mattina (2 novembre) nell’Aula Porrino del Conservatorio, dove dalle 10.00 alle 13.00 inizia la serie di tre Masterclass sul suono nel cinema, tutti con accesso gratuito fino ad esaurimento posti: una grande opportunità per i giovani professionisti e gli studenti. A tenere lezione in questo incontro (e in quello dell’indomani, venerdì 3) dedicato alla tecnica del suono applicata al cinema sarà Filippo Porcari, tecnico e docente di Suono nel Cinema presso diversi istituti di formazione, tra cui la Cineteca Nazionale di Bologna, la Scuola Nazionale di Cinema, il DAMS Roma Tre e l’Istituto per la cinematografia Rossellini; tra le sue collaborazioni si contano quelle con Mario Monicelli, Lina Wertmuller, Silvio Soldini, Marco Bellocchio, Ferzan Özpetek, Gillo Pontecorvo.

Nel pomeriggio il festival prosegue al Cinema Odissea, dove alle 16.00, dopo la prima nazionale di sabato 28 ottobre a Carloforte, si replica l’omaggio ad Armando Trovajoli, con la proiezione del documentario di Mario Canale e Annarosa Morri.

 Altri temi e immagini alle 17.30 con il cortometraggio “L’incontro”, storia di Amin, un sedicenne marocchino cresciuto in Italia con un grande talento per il pugilato, nella cui vita di adolescente si inserisce la lotta per ottenere la cittadinanza. Il film è stato presentato quest’anno alla Mostra del Cinema di Venezia all’interno della sezione Migrarti. Al termine della proiezione incontro con i registi Michele Mellara e Alessandro Rossi, e con l’autore delle musiche Beppe Tranquillino. 

Il tema dell’integrazione dei cittadini stranieri in Italia torna anche nell’appuntamento successivo: alle 18.00 si proietta infatti “Che fine faranno – Lettera aperta al Presidente della Repubblica”, un cortometraggio diretto da Giovanna Taviani e Davide Gambino, con musiche di Giuliano Taviani, in cui si narra l’incontro degli studenti di Enna con alcuni ragazzi giunti in Italia come minori non accompagnati e ospitati nei Centri di Accoglienza di Pergusa e Aidone. Il film chiede una risposta al grande quesito relativo alle storie personali di Muhammed, Raymond, Suleyman, Balde e alle migliaia di minori non accompagnati che tutti gli anni arrivano nel nostro Paese con la speranza di poter cambiare il loro destino. Presentato in anteprima all’undicesima edizione del Salina Doc Fest il 30 giugno scorso, il corto è ancora inedito, e sarà presentato dall’autrice Giovanna Taviani.  

Ultimo film in visione per la serata di giovedì, alle 18.30, “Babylon Sisters”, per la regia di Gigi Roccati con musiche di Peppe Voltarelli. Liberamente ispirato al romanzo “Amiche per la pelle” della scrittrice indiana Laila Wadia, prende il titolo dalla sorellanza di un gruppo di donne di diverse etnie, che si uniscono nella lotta per la casa e finiscono per aprire una scuola di danza. Dopo la proiezione, intervistati da Riccardo Giagni, incontro con il regista Gigi Roccati e Nav Gothra, una delle protagoniste.

In chiusura di giornata, si arricchisce di un nuovo capitolo Silent Movie, la sezione del festival dedicata alla sonorizzazione dal vivo di vecchie pellicole del cinema muto: alle 21.15 è atteso sul palco dell’Auditorium del Conservatorio il pianista e compositore Daniele Furlati, specializzato in musica per film e collaboratore della Cineteca di Bologna, che accompagnerà in musica la proiezione di “Nosferatu”, il film di Wilhelm Murnau, recentemente restaurato.

La giornata di venerdì 3 novembre inizia alle 10.00 nell’Aula Porrino del Conservatorio, dove Filippo Porcari prosegue la sua masterclass di tecnica del suono applicata al cinema, seguito, nella seconda parte della mattinata, da Gaetano Musso, fonico di missaggio per cinema e televisione con all’attivo circa ottanta collaborazioni, che guiderà gli allievi alla scoperta delle tecniche di mix e rumori.  

Tutte all’insegna di “Napoli e i suoi mille colori” le serate di venerdì 3 e sabato 4: un capitolo speciale che questa edizione del festival dedica alla città partenopea e al suo rapporto privilegiato con la musica per il cinema, esplorando colori, suoni e sfumature di una produzione autonoma e riconoscibile nella sua vena espressiva. 

Si comincia dunque nel pomeriggio di venerdì 3, alle 16.00, al Cinema Odissea, con la proiezione di “MaLaMènti”, per la regia di Francesco Di Leva con musiche di Francesco Forni: un cortometraggio nato dall’esigenza di raccontare la sete di potere e la smania di prevaricazione insite nella società, in particolare nella criminalità organizzata, immaginando la pièce teatrale del “Calapranzi” di Pinter come un’ispirazione di umanità grottesca e disgregata. Presenta l’opera lo stesso Francesco Di Leva. 

Alle 16.30 lo schermo è tutto per “Pino Daniele – Il tempo resterà”: canzoni e parole del cantautore scomparso nel gennaio del 2015 fanno da filo conduttore a un percorso emozionale tra i luoghi della sua Napoli, per raccontare la sua idea di musica in movimento perenne, come la società di quegli anni che Pino Daniele ha interpretato con una cifra innovativa e inimitabile. Al termine, Riccardo Giagni conversa con il regista del documentario, Giorgio Verdelli.

Alle 18.00 si prosegue con il film d’animazione “La Gatta Cenerentola”, una fiaba che, partendo dal racconto seicentesco di Giambattista Basile e dall’opera di De Simone, racconta le due anime di Napoli, tra passato e presente, speranza e rassegnazione. Il film, per la regia di Alessandro Rak, Ivan Cappiello, Marino Guarnieri con le musiche di Dario Sansone, ha ricevuto una pioggia di premi alla settantaquattresima mostra del cinema di Venezia dello scorso settembre (Sezione Orizzonti). 

A seguire, sarà ancora Riccardo Giagni a moderare l’incontro con Alessandro Rak, Marino Guarnieri e Dario Sansone e , alle 21.00, quello con i compositori Pivio e Aldo De Scalzi, autori della colonna sonora dell’ultimo film in programma per la serata di venerdì 3, “Ammore e malavita”, con cui hanno vinto il premio per la miglior musica all’ultimo Festival di Venezia: partendo dalla citazione di due lungometraggi di 007 (“Si vive solo due volte” e “Una cascata di diamanti”), il film diretto da Marco e Antonio Manetti snoda la sua trama nella città partenopea e vede protagonista un boss della camorra che su idea della moglie decide di fingersi morto per liberarsi dai tanti oneri e pochi onori che la sua posizione gli impone.

Sarà l’ultima masterclass sul Suono nel Cinema ad aprire alle 10, sempre nell’Aula Porrino del Conservatorio, la mattina di sabato 4: in sostituzione del previsto Alessio Doglione si parla di Montaggio e suono con Marco Spoletini, montatore per il cinema e la televisione, vincitore del David di Donatello per “Gomorra” e collaboratore abituale del regista Matteo Garrone.

La mattinata prosegue a mezzogiorno con un incontro con l’Associazione Compositori Musiche da Film cui parteciperanno Riccardo Giagni (una lunga carriera nel settore della discografia in qualità di autore, arrangiatore e produttore per Matia Bazar, Miguel Bosé, Cristiano De André, e nel settore del cinema con colonne sonore per Marco Bellocchio, Mimmo Calopresti, Sabina Guzzanti), i compositori genovesi Pivio e Aldo De Scalzi (autori di musiche per numerosi film e serie televisive, vincitori del David di Donatello per “Song’e Napule”, il Nastro d’argento e il Globo d’oro per “Il Bagno Turco” di Ferzan Ozpetek), e il romano Giuliano Taviani (sue, tra le altre, le musiche di “Cesare deve morire”, “Anime Nere” e “Nessuno mi può giudicare”).

Nel pomeriggio, al Cinema Odissea, prosegue invece la sezione dedicata alla musica e al cinema napoletano con un focus sull’eclettico e talentuoso musicista partenopeo Enzo Avitabile. Si comincia alle 16.00 con la proiezione di “Indivisibili” di Edoardo De Angelis, sei statuine agli ultimi David di Donatello, comprese quelle a Enzo Avitabile per la migliore canzone e la migliore colonna sonora: un film “sulla separazione e sul dolore che comporta”, protagoniste due gemelle siamesi che cantano ai matrimoni e alle feste e danno da vivere a tutta la famiglia, fino a quando non scoprono di potersi dividere. 

Enzo Avitabile è anche il protagonista del successivo film in programma alle 18.00, “Music Life”: un documentario che racconta la vita e il talento del musicista napoletano firmato nel 2012 da Jonathan Demme, il grande regista statunitense scomparso lo scorso aprile.

Alle 21.00 gran finale per “Napoli e i suoi mille colori”: preceduto da un incontro con il pubblico presentato da Riccardo Giagni, Enzo Avitabile si esibisce in concerto all’Auditorium del Conservatorio accompagnato da Gianluigi Di Fenza alla chitarra classica e Emidio Ausiello alle percussioni.

Creuza de Mà chiude la sua seconda tranche l’indomani mattina – domenica 5 – a mezzogiorno, con un evento speciale proposto al centro d’arte e cultura ExMà (in via San Lucifero) in collaborazione con lo European Jazz Expo, il festival in programma a Cagliari da martedì 31 ottobre: tiene banco il trombonista Mauro Ottolini alla testa dei suoi scatenati Sousaphonix; a seguire il CinematiCA DJ set, una selezione di musica per film a cura di Gianmarco Diana, ideatore e conduttore dell’omonima trasmissione in onda sull’emittente cagliaritana Radio X, che concluderà la mattinata.

Altri appuntamenti in programma nelle settimane successive estenderanno fino a dicembre il palinsesto dell’undicesima edizione di Creuza de Mà. In collaborazione con l’associazione culturale Tra Parola e Musica – Casa di suoni e racconti, ecco allora la prima edizione della rassegna di cineconcerti “Sinestesie”, con le sonorizzazioni dal vivo di film d’epoca proposte dai gruppi Dancefloor Stompers, Scisma – Short Cut e Skull Cowboys, rispettivamente di scena il 9, il 16 e il 23 novembre al centro di produzione per lo spettacolo Intrepidi Monelli, in viale Sant’Avendrace, 100.

Dal 4 al 9 dicembre, infine, Creuza de Mà in collaborazione con il Conservatorio di Cagliari presenta la seconda edizione del corso di tecnica di composizione musicale per il cinema condotto da Franco Piersanti e intitolato a Sergio Miceli, il musicologo scomparso nel 2016, che per primo ha contribuito, attraverso la sua ultratrentennale attività di ricerca, a inserire la storia e l’analisi della musica per film nell’ambito delle discipline accademiche. Una preziosa opportunità per compositori e musicisti di conoscere e affinare le tecniche della drammaturgia musicale applicata al cinema con uno dei più rappresentativi autori del settore.

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Film e documentari, concerti, incontri e masterclass per indagare e ragionare sulla musica applicata al cinema, tema caratterizzante di Creuza de Mà, il festival ideato e diretto dal regista Gianfranco Cabiddu e organizzato dall’associazione culturale Backstage: una manifestazione unica nel suo genere in Sardegna, e tra le pochissime nel panorama dei festival cinematografici nazionali e internazionali, che giunge alla sua undicesima edizione.

L’appuntamento si rinnova secondo la formula collaudata un anno fa: una prima parte è in calendario da venerdì 27 a domenica 29 ottobre a Carloforte, il paese sull’isola di San Pietro, di fronte alla costa sud occidentale della Sardegna, dove il festival è nato nell’estate del 2007 e in cui affonda le sue radici; la seconda è invece da giovedì 2 a domenica 5 novembre a Cagliari, dove Creuza de Mà trova ancora casa al Conservatorio di Musica “Giovanni Pierluigi da Palestrina”.

Tra i piatti forti del cartellone, un omaggio ad Armando Trovajoli nel centenario della nascita con la prima di un documentario di Mario Canale ed Annarosa Morri che ripercorre i momenti salienti della lunga carriera del musicista e compositore romano e con un concerto con la direzione musicale della pianista Rita Marcotulli; e poi un focus sul cinema e la musica di Napoli con Enzo Avitabile in concerto e nel documentario di Jonathan Demme “Music Life”, i film “Gatta Cenerentola”, “Ammore e malavita”, “Indivisibili”, “MaLaMènti” e un documentario di Giorgio Verdelli su Pino Daniele.

Proiezioni e concerti verranno come sempre introdotti o approfonditi negli incontri condotti dal musicologo e compositore Riccardo Giagni con gli ospiti del festival che racconteranno dai rispettivi punti di osservazione o di azione il loro rapporto con la musica applicata al cinema.

Accanto al suo versante più spettacolare, il festival propone anche quest’anno tre masterclass sul suono nel cinema con Filippo Porcari, tecnico del suono applicato al cinema, Gaetano Musso, fonico di missaggio, e Alessio Doglione, montatore per il cinema e la televisione. Dopo la riuscita esperienza dell’anno scorso, dal 4 al 9 dicembre ritorna poi il corso di tecnica di composizione musicale per il cinema condotto da uno dei più rappresentativi autori del settore: Franco Piersanti. 

Un programma ricco di proposte e variegato caratterizza dunque questa undicesima edizione del festival Creuza de Mà, organizzata con il contributo della Regione Autonoma della Sardegna (assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport, ed assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio), del comune di Cagliari (assessorato della Cultura e Spettacolo), del ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, della Fondazione Sardegna Film Commission, della Fondazione di Sardegna, della SIAE e del Conservatorio di Musica “Giovanni Pierluigi da Palestrina” di Cagliari. 

Il festival prende il via con un weekend fitto di appuntamenti a Carloforte. Taglio del nastro venerdì 27 alle 18 al “Cavallera”, l’elegante cineteatro in stile liberty, con la “videosigla” di Creuza de Mà: una breve clip che sulle note della canzone di Fabrizio De André da cui la rassegna ha tratto il titolo, ripercorre la storia del festival dalla sua prima edizione, nel 2007, arricchendosi, di anno in anno, di nuove immagini.  

A seguire la proiezione del primo film in cartellone, il pluripremiato “La stoffa dei sogni” del regista cagliaritano Gianfranco Cabiddu, con musiche firmate da Franco Piersanti. Girato nell’isola dell’Asinara e liberamente ispirato a “L’Arte della Commedia” di Eduardo De Filippo e alla sua traduzione in napoletano della “Tempesta” di William Shakespeare, il film intreccia come in una stoffa le trame e i fili dei destini di un gruppetto di attori e di camorristi in fuga che, dopo un naufragio, si ritrovano su un’isola-carcere e si mescolano. Shakespeare e Eduardo De Filippo si fondono in una commedia picaresca, piena di colpi di scena, interpretata da un cast che vede come protagonista Sergio Rubini al fianco di Ennio Fantastichini, Gaïa Bellugi, Renato Carpentieri, Francesco Di Leva, Ciro Petrone, Teresa Saponangelo, Nicola Di Pinto, Jacopo Cullin, Fiorenzo Mattu e, in un cameo, il compianto Luca De Filippo.

Dal “Cavallera” trasferimento al Cinema “Mutua” per un appuntamento immancabile del festival: sul palco, a partire dalle 21.00, la Banda Musicale Città di Carloforte “Angelo Aste”, in concerto con una selezione di musiche per il cinema.

Nel centenario della nascita, Creuza de mà rende omaggio ad Armando Trovajoli con un’intera serata, quella di sabato 28, dedicata al grande musicista e compositore romano, autore di celebri colonne sonore per il cinema (oltre che per commedie musicali come “Aggiungi un posto a tavola”, di Garinei e Giovannini, e il grande successo di “Rugantino” con la canzone “Roma nun fa la stupida stasera”). Si inizia alle 17.30 al Cinema Mutua con la proiezione di “Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa?”, il film diretto nel 1968 da Ettore Scola e interpretato da Nino Manfredi, Alberto Sordi e Bernard Blier.

Alle 19 uno dei momenti più attesi del festival: la prima nazionale di “Armando Trovajoli, cent’anni di musica”, il documentario di Mario Canale e Annarosa Morri che ripercorre, attraverso interviste, ricordi e aneddoti, spesso inediti, i momenti salienti della lunga carriera del musicista e compositore nato a Roma il 2 settembre 1917 e scomparso quattro anni fa; una carriera costellata di incontri e sodalizi importanti, come quello con uno dei più grandi pianisti del Novecento, Arturo Benedetti Michelangeli, ma anche con registi come Vittorio De Sica e Ettore Scola, cui rimarrà legato tutta la vita e del quale ha musicato quasi l’intera filmografia. Nel documentario si parla anche dell’incontro con Garinei e Giovannini che lo portarono verso la commedia musicale, si racconta dei grandi successi fino a “Ciao Rudy” e le canzoni cantate da Marcello Mastroianni, che Trovajoli esegue al pianoforte. 

Alle 21.00, microfoni e riflettori si spostano al Cineteatro “Cavallera” per un incontro coordinato da Gianmarco Diana con gli autori del documentario, Mario Canale e Annarosa Morri, e con la vedova del compositore, Maria Paola Trovajoli. A seguire, il concerto “Armando Trovajoli, la musica tra teatro e cinema”: una produzione originale del festival Creuza de Mà, in prima assoluta, con la direzione musicale della pianista Rita Marcotulli, nome di primissimo piano della scena jazzistica nazionale, con Luciano Biondini alla fisarmonica, Daniele Tittarelli al sax, Ares Tavolazzi al contrabbasso e Alessandro Paternesi alla batteria.  

I film recenti di due autori sardi chiudono domenica 29 al “Cavallera” il trittico di serate di Creuza de Mà a Carloforte. Il primo, presentato alle 17.30 dall’autore, è “Nausicaa – L’altra Odissea”, breve film d’animazione scritto e diretto da Bepi Vigna, regista e sceneggiatore, scrittore di fumetti e graphic novel, uno dei creatori delle serie Nathan Never e Legs Weaver. Attraverso i disegni firmati dall’illustratore Andrea Serio, il cortometraggio – con le musiche di Matteo Martis – racconta la storia Nausicaa e del suo incontro con Ulisse. Sedotta e abbandonata, la giovane principessa decide di andare a cercare l’eroe omerico ripercorrendo i passi del suo viaggio per intraprendere un percorso di crescita attraverso il quale si trasformerà in una donna. “Nausicaa – L’altra Odissea” è stato scelto come evento speciale d’apertura di SIC@SIC – Short Italian Cinema alla trentaduesima Settimana Internazionale della Critica (SIC), sezione autonoma e parallela organizzata nell’ambito della settantaquattresima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia che si è tenuta dal 30 agosto al 9 settembre scorsi. 

A seguire, con inizio alle 18.00, il film di Enrico Pau “L’accabadora”, una storia ambientata durante la seconda guerra mondiale tra le campagne sarde e una Cagliari devastata dalle bombe, che ruota intorno alla figura di una “accabadora” (impersonata nel film da Donatella Finocchiaro): una donna che praticava una sorta di eutanasia ancestrale mettendo fine alle sofferenze dei malati terminali. Al termine della proiezione, incontro con il regista Enrico Pau e con l’autore delle musiche, l’irlandese Stephen Rennicks.

Calato il sipario sulla tre giorni di Carloforte, Creuza de Mà si trasferisce a Cagliari per una fitta serie di appuntamenti in programma da giovedì 2 a domenica 5 novembre, tra masterclass, proiezioni, incontri e concerti, che avranno come punto di riferimento il Conservatorio “Giovanni Pierluigi da Palestrina” e il suo Auditorium.

Primo impegno in scaletta la mattina di giovedì 2 nell’aula Porrino, dove dalle 10 alle 13 inizia la serie di tre appuntamenti con la Masterclass Suono nel Cinema, in programma fino a sabato 4: a tenere lezione in questo incontro (e in quello dell’indomani, venerdì 3) dedicato alla tecnica del suono applicata al cinema sarà Filippo Porcari, tecnico e docente di Suono nel Cinema presso diversi istituti di formazione, tra cui la Cineteca Nazionale di Bologna, la Scuola Nazionale di Cinema, il DAMS Roma Tre e l’Istituto per la cinematografia Rossellini; tra le sue collaborazioni si contano quelle con Mario Monicelli, Lina Wertmuller, Silvio Soldini, Marco Bellocchio, Ferzan Özpetek, Gillo Pontecorvo.

Nel pomeriggio il festival prosegue all’Auditorium del Conservatorio, dove alle 16.00, dopo la prima nazionale del 28 ottobre a Carloforte, si replica anche a Cagliari l’omaggio al genio di Armando Trovajoli, con la proiezione di “Armando Trovajoli cent’anni di musica”, il documentario di Mario Canale e Annarosa Morri che ripercorre i momenti salienti della lunga carriera del musicista e compositore romano.

Alle 17.30, seguirà la proiezione del cortometraggio “L’incontro”, storia di Amin, un sedicenne marocchino cresciuto in Italia con un gran talento per il pugilato, nella cui vita di adolescente si inserisce la lotta per ottenere la cittadinanza. Il film è stato presentato quest’anno alla Mostra del Cinema di Venezia all’interno della sezione Migrarti. Al termine della proiezione incontro con i registi Michele Mellara e Alessandro Rossi, e con l’autore delle musiche Beppe Tranquillino.

Il tema dell’integrazione dei cittadini stranieri in Italia torna anche nell’appuntamento successivo, alle 18, con la proiezione di “Che fine faranno – lettera aperta al Presidente della Repubblica”, un cortometraggio diretto da Giovanna Taviani e Davide Gambino, con musiche di Giuliano Taviani, in cui si narra l’incontro degli studenti di Enna con alcuni ragazzi giunti in Italia come minori non accompagnati e ospitati nei Centri di Accoglienza di Pergusa e Aidone. Il film chiede una risposta al grande quesito relativo alle storie personali di Muhammed, Raymond, Suleyman, Balde e alle migliaia di minori non accompagnati che tutti gli anni arrivano nel nostro Paese con la speranza di poter cambiare il loro destino. Presentato in anteprima all’undicesima edizione del Salina Doc Fest il 30 giugno scorso, il corto è ancora inedito, e sarà presentato dall’autrice Giovanna Taviani.  

Alle 18.30, la quarta ed ultima proiezione della serata: in programma “Babylon Sisters”, per la regia di Gigi Roccati con musiche di Peppe Voltarelli. Liberamente ispirato al romanzo “Amiche per la pelle” della scrittrice indiana Laila Wadia, il film prende il titolo dalla sorellanza di un gruppo di donne di diverse etnie, che si uniscono nella lotta per la casa e finiscono per aprire una scuola di danza. Al termine della proiezione, a raccontare questa storia contemporanea che a ritmo di musica celebra la forza e la bellezza del multiculturalismo, saranno il regista Gigi Roccati e Nav Gothra, una delle protagoniste, intervistati da Riccardo Giagni. 

In chiusura di giornata, si arricchisce di un nuovo capitolo Silent Movie, la sezione del festival dedicata alla sonorizzazione dal vivo di vecchie pellicole del cinema muto: alle 21.15 è atteso sul palco dell’Auditorium il pianista e compositore Daniele Furlati, specializzato in musica per film e collaboratore della Cineteca di Bologna, che accompagnerà in musica la proiezione di “Nosferatu”, il film di Wilhelm Murnau, recentemente restaurato.

La giornata di venerdì 3 novembre inizia alle 10,00, all’Aula Porrino del Conservatorio, dove Filippo Porcari prosegue la sua masterclass di tecnica del suono applicata al cinema, seguito, nella seconda parte della mattinata, da Gaetano Musso, fonico di missaggio per cinema e televisione con all’attivo circa ottanta collaborazioni, che guiderà gli allievi alla scoperta delle tecniche di mix e rumori.

Le serate di venerdì 3 e sabato 4 saranno all’insegna di “Napoli e i suoi mille colori”, una sezione speciale che questa edizione del festival dedica alla città partenopea e al suo rapporto privilegiato con la musica per il cinema, esplorando colori, suoni e sfumature di una produzione autonoma e riconoscibile nella sua vena espressiva.

Si comincia dunque nel pomeriggio di venerdì 3, alle 16.00, con la proiezione di “MaLaMènti”, per la regia di Francesco Di Leva con musiche di Francesco Forni: un cortometraggio nato dall’esigenza di raccontare la sete di potere e la smania di prevaricazione insite nella società, in particolare nella criminalità organizzata, immaginando la pièce teatrale del “Calapranzi” di Pinter come un’ispirazione di umanità grottesca e disgregata. Presenta l’opera lo stesso Francesco Di Leva. 

Musica e parole nella proiezione successiva (16.30), con il documentario diretto da Giorgio Verdelli “Pino Daniele – Il tempo resterà”. Canzoni e parole del cantautore scomparso nel gennaio del 2015 fanno da filo conduttore a un percorso emozionale tra i luoghi della sua Napoli, per raccontare la sua idea di musica in movimento perenne, come la società di quegli anni che Pino Daniele ha interpretato con una cifra innovativa e inimitabile. Al termine, il regista Giorgio Verdelli converserà sul film con Riccardo Giagni.

Alle 18.00 si prosegue con il film d’animazione “La Gatta Cenerentola”, una fiaba che, partendo dal racconto seicentesco di Giambattista Basile e dall’opera di De Simone, racconta le due anime di Napoli, tra passato e presente, speranza e rassegnazione. Il film, per la regia di Alessandro Rak, Ivan Cappiello, Marino Guarnieri con le musiche di Dario Sansone, ha ricevuto una pioggia di premi alla settantaquattresima mostra del cinema di Venezia dello scorso settembre (Sezione Orizzonti).

A seguire, sarà ancora Riccardo Giagni a moderare l’incontro con Alessandro Rak, Marino Guarnieri e Dario Sansone, e , alle 21, quello con i compositori Pivio e Aldo De Scalzi, autori della colonna sonora dell’ultimo film in programma per la serata di venerdì, “Ammore e malavita”, diretto da Marco e Antonio Manetti: partendo dalla citazione di due lungometraggi di 007 (“Si vive solo due volte” e “Una cascata di diamanti”), il film snoda la sua trama nella città partenopea e vede protagonista un boss della camorra che su idea della moglie decide di fingersi morto per liberarsi dai tanti oneri e pochi onori che la sua posizione gli impone. 

Sarà l’ultima masterclass sul Suono nel Cinema ad aprire, sempre nell’Aula Porrino del Conservatorio, la mattina di sabato 4, con l’incontro dedicato a Montaggio e suono a cura di Alessio Doglione, montatore per il cinema e la televisione, vincitore nel 2011 del David di Donatello per il montaggio di “20 sigarette”.

La mattinata prosegue a mezzogiorno con un incontro con l’Associazione Compositori Musiche da Film cui parteciperanno Riccardo Giagni (una lunga carriera nel settore della discografia in qualità di autore, arrangiatore e produttore per Matia Bazar, Miguel Bosé, Cristiano De André, e nel settore del cinema con colonne sonore per Marco Bellocchio, Mimmo Calopresti, Sabina Guzzanti), i compositori genovesi Pivio e Aldo De Scalzi (autori di musiche per numerosi film e serie televisive, vincitori del David di Donatello per “Song’e Napule”, il Nastro d’argento e il Globo d’oro per “Il Bagno Turco” di Ferzan Ozpetek), e il romano Giuliano Taviani (sue, tra le altre, le musiche di “Cesare deve morire”, “Anime Nere” e “Nessuno mi può giudicare”).

Nel pomeriggio prosegue la sezione dedicata alla musica e alle produzioni cinematografiche partenopee, con un focus sull’eclettico e talentuoso musicista Enzo Avitabile, in programma all’Auditorium del Conservatorio. Si comincia alle 16 con la proiezione di “Indivisibili” di Edoardo De Angelis, sei statuine agli ultimi David di Donatello, comprese quelle a Enzo Avitabile per la migliore canzone e la migliore colonna sonora: un film “sulla separazione e sul dolore che comporta”, protagoniste due gemelle siamesi che cantano ai matrimoni e alle feste e danno da vivere a tutta la famiglia, fino a quando non scoprono di potersi dividere.

Enzo Avitabile è anche il protagonista del successivo film in programma (alle 18.00), “Music Life”: un documentario che racconta la vita e il talento del musicista napoletano firmato nel 2012 da Jonathan Demme, il grande regista statunitense scomparso lo scorso aprile.

Alle 21.00 gran finale per “Napoli e i suoi mille colori”: preceduto da un incontro con il pubblico presentato da Riccardo Giagni, Enzo Avitabile si esibisce in concerto accompagnato da Gianluigi Di Fenza alla chitarra classica e Emidio Ausiello alle percussioni.

L’indomani mattina – domenica 5 – a mezzogiorno, Creuza de Mà chiude la sua seconda tranche con un evento speciale al centro d’arte e cultura ExMà (in via San Lucifero) in collaborazione con lo European Jazz Expo, il festival che dal 31 ottobre sarà di scena nei club cagliaritani: protagonista il trombonista Mauro Ottolini alla testa dei suoi scatenati Sousaphonix; a seguire il CinematiCA DJ set, una selezione di musica per film a cura di Gianmarco Diana, ideatore e conduttore dell’omonima trasmissione in onda sull’emittente cagliaritana Radio X, che concluderà la mattinata.

Altri appuntamenti in programma nelle settimane successive estenderanno fino a dicembre il palinsesto dell’undicesima edizione di Creuza de Mà. In collaborazione con l’associazione culturale Tra Parola e Musica – Casa di suoni e racconti, ecco allora la prima edizione della rassegna di cineconcerti “Sinestesie”, con le sonorizzazioni dal vivo di film d’epoca proposte dai gruppi Dancefloor Stompers, Scisma – Short Cut e Skull Cowboys, rispettivamente di scena il 9, il 16 e il 23 novembre al centro di produzione per lo spettacolo Intrepidi Monelli, in viale Sant’Avendrace, 100.

Dal 4 al 9 dicembre, infine, Creuza de Mà in collaborazione con il Conservatorio di Cagliari presenta la seconda edizione del corso di tecnica di composizione musicale per il cinema condotto da Franco Piersanti ed intitolato a Sergio Miceli, il musicologo scomparso nel 2016, che per primo ha contribuito, attraverso la sua ultratrentennale attività di ricerca, a inserire la storia e l’analisi della musica per film nell’ambito delle discipline accademiche. Una preziosa opportunità per compositori e musicisti di conoscere e affinare le tecniche della drammaturgia musicale applicata al cinema con uno dei più rappresentativi autori del settore.d

 

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Sipario, a Carloforte, sulla prima parte di Creuza de Mà: oggi terza e ultima serata nel paese sull’Isola di San Pietro per il festival di musica per cinema ideato e diretto dal regista Gianfranco Cabiddu, quest’anno alla sua edizione numero dieci.

Si comincia alle 17.00 al Cineteatro Mutua (ingresso gratuito) con la proiezione del documentario “They will have to kill us first. Diretto da Johanna Schwarz e con musiche di Nick Zinner, Songhoy Blues, Vieux Farka Touré, Kankou Kouyaté, Afel Bocoum, Amkoullel, tra gli altri, il film (del 2015) racconta la storia di alcuni musicisti del nord del Mali, occupato nel 2012 dagli estremisti islamici che vietano ogni forma di musica basandosi su un’interpretazione radicale della legge della sharia. La proiezione sancisce la collaborazione tra Creuza de Mà e un altro festival che ha sede in “un’isola nell’isola”, il siciliano SalinaDocFest dove il documentario, presentato in anteprima nazionale, ha vinto Il Premio Signum SDF 2015 come film più votato dal pubblico della decima edizione della rassegna che si è tenuta lo scorso giugno sull’isola nell’arcipelago delle Eolie.

Due momenti dedicati all’indimenticabile Fabrizio De André caratterizzano il proseguimento della serata. Alle 18.30, si proiettaFaber in Sardegna, il documentario di Gianfranco Cabiddu, uscito nelle sale lo scorso anno, che racconta il rapporto tra il cantautore genovese, l’isola e un luogo speciale come l’Agnata, la località nei pressi di Tempio Pausania che elesse a suo buen retiro. Il film raccoglie rare immagini d’archivio, fotografie e spezzoni di filmati familiari, testimonianze di amici e personalità della musica e della cultura che raccontano un De André privato, intimo. E poi gli omaggi dal vivo dei tanti musicisti che si sono esibiti nei vari concerti all’Agnata organizzati per anni, dal 2005 al 2011, dal festival Time in Jazz in collaborazione con la Fondazione De André: tra questi Paolo Fresu, il compianto Gianmaria Testa, Maria Pia De Vito, Lella Costa, Rita Marcotulli, Cristiano De André, Danilo Rea.

Nome di spicco della scena jazzistica italiana, quest’ultimo è anche il protagonista dell’atto conclusivo della serata: alle 21.00, il pianista romano presenta A tribute to Fabrizio De Andrè, il suo personale omaggio a Faber – consegnato anche alle tracce di un album del 2010 per l’etichetta tedesca ACT – in un concerto in cui Danilo Rea rilegge alcune delle canzoni più celebri del cantautore genovese (“Bocca di rosa”, “Il pescatore”, “La ballata dell’amore cieco”, “Valzer per un amore”, tra le altre), spaziando dal jazz alla classica, dal gospel alla ballad.

Completato il trittico di serate a Carloforte, il festival Creuza De Mà dà appuntamento a Cagliari dal 7 all’11 dicembre per la sua seconda parte, in programma al Conservatorio di Cagliari e al MiniMax del Teatro Massimo, con seminari formativi, concerti, proiezioni di film e documentari, conversazioni con gli ospiti della manifestazione. Appuntamento finale il 15 dicembre alla Fondazione di Sardegna, con un raro momento di incontro tra due dei più importanti autori di musica per il cinema italiani, Nicola Piovani e Franco Piersanti.

 Importante premessa alla seconda tranche del festival, la MasterClass di composizione musicale per il cinema intitolata al musicologo Sergio Miceli che proprio Franco Piersanti terrà dal 7 al 12 novembre al Conservatorio e che sfocerà nel festival, nella serata dell’11 dicembre, con l’esecuzione delle migliori cinque composizioni create dai partecipanti al corso.

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