11 January, 2025
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Tutti gli studi statistici concordano sul fatto che nel 2065 con altissima probabilità la popolazione in Italia diminuirà sino a toccare 50 milioni. E nel Mezzogiorno e nelle isole il fenomeno sarà ancora più accentuato, con particolare riguardo alle aree più periferiche. 

Come si può contrastare, dunque, lo spopolamento della Sardegna e in particolare quello delle zone interne?

Di questo si sono occupate la commissione Autonomia e la commissione Bilancio, riunite dai due presidenti Francesco Agus e Franco Sabatini in seduta congiunta per un ciclo di incontri che si terranno nelle prossime settimane nel centro Sardegna (con i sindaci e le parti sociali) e con l’audizione del presidente Francesco Pigliaru.

L’assessore agli Enti locali, Cristiano Erriu, ha illustrato ai commissari i dati Istat sul futuro demografico del Paese secondo cui nel 2065 la perdita di popolazione sarebbe di 7 milioni rispetto agli attuali 60,7 milioni. Sempre nel 2065 il Centro Nord accoglierà il 71% di residenti mentre il Mezzogiorno e le Isole arriveranno appena al 29% contro il 34% attuale. L’età media della popolazione, nel 2065, passerà a 50 anni contro gli attuali 44,7 e questo nonostante l’apporto delle migrazioni.

Per l’assessore Cristiano Erriu «su questo tema c’è, dunque, un problema di governance che si deve affrontare, tra l’altro, con azioni volte all’assistenza alle amministrazioni locali. Bisogna intervenire sull’abitare, sulla valorizzazione dei centri storici, garantendo il diritto di cittadinanza anche digitale. Ed è importante che più di trenta Comuni sardi abbiano già la banda larga mentre in altri duecento circa i lavori siano in corso o stiano per iniziare. Tra le altre azioni, intendiamo procedere poi con il sostegno alla tutela del patrimonio pubblico, favorendo l’agricoltura e nuove forme di identità attraverso l’ospitalità. Ho fornito ai commissari una bozza del nostro lavoro, con la consapevolezza che è necessario perfezionarlo, in accordo anche con l’Anci e il Cal».

Per l’on. Roberto Deriu (PD), in passato presidente della provincia di Nuoro, «non c’è alternativa alla denatalità e allo spopolamento, specie delle zone interne, se la Sardegna non registrerà un massiccio fenomeno migratorio o aumenteranno in modo molto significativo le nascite. Per questo ritengo che sia necessario approvare una legge che aiuti le giovani coppie, realizzare il collegamento ferroviario tra Nuoro e Olbia e mettere in campo azioni concrete di sostegno agli enti locali».

Del potenziamento delle infrastrutture ferroviarie ha paralo anche l’on. Michele Cossa (Riformatori), insieme alla necessità della banda larga in tutta l’Isola.

Per l’on. Gianfranco Congiu (PDS): «Bisogna riconoscere che il tema dello spopolamento e dell’aiuto al centro Sardegna non è nell’agenda politica e bisogna invece avere il coraggio di riposizionarlo nel dibattito di maggioranza tra aree urbanizzate e aree che ancora non lo sono. Sia comunque chiaro che per noi non è possibile abbandonare il principi pio perequativo stabilito dalla legge 2 secondo cui un euro di risorse alla città metro deve corrispondere a un euro speso per le aree sarde meno urbanizzate. Il centro Sardegna e il Nuorese non le arre maggiormente sofferenti e vanno trattate con lo stesso piglio e la stessa determinazione che anni fa fu usato per il Sulcis».

Il presidente della commissione Bilancio, Franco Sabatini, ha ribadito che «il fenomeno dello spopolamento delle zone interne riguarda comunque tutta la Sardegna perché spiega i suoi effetti negativi in tutto il territorio e dunque va osservato e contrastato in modo unitario. E’ quello che stiamo probando a fare andando a incontrare prossimamente i sindaci e le parti sociali oltre che il presidente Pigliaru».

Il collega Francesco Agus è dello stesso avviso: «Abbiamo deciso questi incontri ed è  tempo che si affronti questo tema e le relative proposte di legge in modo unitario, cominciando a fornire quelle risposte concrete che sinora sono mancate. E che invece vengono sollecitate dai sardi alla classe politica. In particolare, siamo tutti d’accordo per destinare il 10 per cento delle risorse contenute nel Patto per la Sardegna ad affrontare da subito i problemi delle zone interne. Non risorse a pioggia ma valutando cosa è stato fatto sino a oggi e con quali risultati».

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Sfida in musica e canzoni, domani sera, domenica 4 giugno, a Villamassargia: protagonisti Chiara Effe, Igor Lampis, Pasquale Demis Posadinu, Carlo Addaris e Flavio Secchi, i cinque artisti sardi in lizza per la tappa isolana di “E ti piace lasciarti ascoltare”, il tour di selezioni regionali del Premio “Fabrizio De Andrè”. A partire dalle 20.00, si avvicenderanno in quest’ordine sul palco dello Spazio Eventi, in via dello Sport, in quello che si presenta come il clou della seconda edizione di “Tempi d’arte”, la “festa della comunità” promossa dal comune di Villamassargia, con la segreteria artistica della cooperativa Vox Day.

Ciascun artista avrà dieci minuti di tempo per offrire un saggio del proprio talento interpretando dal vivo due brani del suo repertorio. Il compito di valutare le diverse proposte, con particolare attenzione per l’originalità, spetterà a un’apposita giuria composta da Luisa Melis, direttrice artistica del Premio De Andrè, da Francesca Bonato, della Monna Lisa srl che ne cura l’organizzazione, e da un volto ben noto dell’informazione musicale: il giornalista, conduttore radiofonico e televisivo Carlo Massarini.

In palio c’è un posto alle fasi finali del concorso nazionale intitolato al grande Faber (e patrocinato dalla Fondazione che porta il suo nome) previste per l’estate in arrivo: un concorso che – come recita il regolamento – si pone come scopo quello di «stimolare e promuovere giovani autori, compositori, interpreti ed esecutori di musica italiana esordienti o comunque non noti al grande pubblico, che abbiano una creatività libera e scevra da tendenze legate alle mode, ai generi e ai falsi concetti di commerciabilità, al fine di ridare originalità e vitalità alla produzione artistica».  

Oltre a eleggere il semifinalista sardo al Premio De André, l’appuntamento di domani sera (domenica 4 giugno) varrà anche a selezionare, fra le altre quattro proposte in lizza, l’artista che aprirà il concerto di Goran Bregovic, grande protagonista della musica balcanica, in programma a Villamassargia con la sua Wedding and Funeral Band il 22 ottobre. La valutazione, in questo caso, sarà compito di una giuria composta dall’assessore comunale Fabio Bernardini, dal musicista Stefano Cherchi (ex componente dei Nielsa e attuale leader dei Camera Oscura) e dal giornalista Giacomo Serreli.  

Terminate le cinque esibizioni, e prima delle proclamazioni, un altro evento impreziosisce la serata musicale di domani a Villamassargia: intorno alle 22.00, si prendono la scena i Dorian Gray con “Sound and vision”, la performance che vede in azione insieme alla band cagliaritana un illustratore con i suoi disegni dal vivo: in questa occasione sarà l’artista isolano Gildo Atzori a offrire con le sue immagini in tempo reale il complemento visivo alla musica e ai versi di Davide Catinari (voce, chitarra acustica, percussioni), Samuele Dessì (chitarre, loops, voci) e Nico Meloni (chitarre), con la partecipazione di Riccardo Erba alla tromba, Andrea Viti al basso) e Mario Marino alle percussioni.

A precedere la serata di musica, un dibattito sul tema “Amore e Politica”: moderati da Giacomo Serreli, interverranno il sindaco di Villamassargia Debora Porrà, il presidente dell’Anci e sindaco di Bortigiadas Emiliano Deiana, l’assessore regionale degli Enti locali, Cristiano Erriu, ed il rappresentante studenti dell’Ersu di Cagliari, Federico Orrù. L’inizio è previsto per le 19.00.

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La Giunta regionale ha stanziato 30 milioni a favore di cantieri per la manutenzione straordinaria e lo sviluppo del territorio, destinati a contrastare la disoccupazione e favorire il reinserimento sociale dei lavoratori. Le risorse, reperite dopo una ricognizione sugli interventi inseriti negli Accordi di Programma Quadro della Programmazione FSC (ex FAS) 2000-2006, saranno inserite nella programmazione FSC 2014-2020 – Patto per lo Sviluppo della Regione Sardegna. Sempre su proposta della Presidenza, la Giunta ha anche deciso di finanziare, attraverso la realizzazione di piani d’intervento regionali, attività ed iniziative volte all’integrazione, all’inclusione sociale e alla convivenza dei cittadini di paesi terzi regolarmente presenti in Italia. A tal fine ha approvato le quattro proposte progettuali dell’Avviso Multi-azione OS2 Integrazione/Migrazione legale – ON2 Integrazione (Piani d’intervento regionali per l’integrazione dei cittadini di paesi terzi) del Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione (FAMI) 2014-2020 adottato dal Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del ministero del Lavoro. Nulla osta, infine, all’immediata esecutività della delibera con cui l’amministratore unico ha approvato il bilancio di previsione finanziario (2017-2019) e di cassa (2017) dell’Enas, l’Ente Acque della Sardegna.

Approvato in via definitiva, dopo il passaggio alla competente Commissione consiliare, l’elenco dei beni immobili del patrimonio regionale per i quali sarà avviata a breve la procedura di alienazione, come proposto dall’assessore Cristiano Erriu. Dall’elenco è stato stralciato il Centro intermodale di Ozieri (località Chilivani) in quanto, a seguito di più approfondite valutazioni con l’assessorato dell’Ambiente, il comune di Ozieri e gli altri enti locali del territorio, è emersa l’opportunità di una diversa destinazione per finalità pubbliche.
Per il servizio di trasporto e supporto scolastico a ragazzi con disabilità, come proposto dall’assessore Giuseppe Dessena, è stato approvato lo stanziamento di 8,4 milioni di euro, da ripartire tra Comuni e Province, in base alle competenze e in misura proporzionale agli studenti. Destinati inoltre 100mila euro ai Comuni che si occuperanno delle manifestazioni celebrative dedicate ai personaggi illustri della cultura sarda. Sono previsti 15mila euro al Comune di Galtellì per omaggiare Grazia Deledda, 20mila a Cagliari per Antonio Gramsci e 7mila per le celebrazioni di Francesco Alziator, 25mila euro andranno invece a Nuoro per Sebastiano Satta, a Desulo 6mila euro per Antioco Casula “Montanaru” e 8mila euro a Collinas per Giovanni Battista Tuveri. Ancora, per Mario Delitala, celebrato all’interno dei progetti del comune di Orani, è previsto un finanziamento di 7mila euro; per Peppino Mereu stanziati 6mila euro a Tonara. Di Vadore Sini si occuperà il comune di Sarule, con 6mila euro di contributo regionale. Destinati infine al finanziamento di progetti a tutela delle minoranze linguistiche 1milione 100mila euro per la lingua sarda e 195mila euro per il catalano. Le risorse saranno ripartite tra le Province e la Città metropolitana di Cagliari per offrire un servizio omogeneo in tutto il territorio: lo sportello linguistico regionale coordinerà e supporterà gli sportelli linguistici sovracomunali.

Modificando la delibera di ripartizione dei contributi per il funzionamento dei Centri antiviolenza e delle case di accoglienza, è stato deciso su proposta dell’assessore Luigi Arru di confermare la presenza di due Centri Antiviolenza a Cagliari, di prevedere che un Centro abbia sede nel capoluogo e l’ente gestore sia il Comune, che l’altro Centro abbia sede a Cagliari, con una sede operativa anche a Quartu Sant’Elena e che l’Ente gestore sia la Città Metropolitana.

Su proposta dell’assessore dell’Agricoltura, Pierluigi Caria, la Giunta ha approvato il recepimento del decreto del Ministro delle politiche agricole e forestali n. 2490 del 25 gennaio 2017, avente per oggetto la Disciplina del regime di condizionalità e delle riduzioni ed esclusioni per inadempienze dei beneficiari dei pagamenti diretti e dei programmi di svilup¬po rurale, applicabile dal 1 gennaio 2017. Le regole di condizionalità comprendono i criteri di gestione obbligatori (CGO) e le norme per il mantenimento del terreno in buone condizioni agronomiche e ambientali (BCAA), con riferimento ai settori ambiente, cambiamento climatico e buone condizioni agronomiche del terreno, sanità pubblica, salute delle piante e degli animali, nonché benessere degli animali. La Giunta ha poi approvato la terza variazione di bilancio di previsione in esercizio provvisorio dell’Agenzia agricola Agris Sardegna. L’esecutivo ha inoltre dato il via libera alle norme in materia di agricoltura e sviluppo rurale; agrobiodiversità, marchio collettivo e distretti. Votata quindi l’istituzione e la disciplina dei distretti rurali, dei distretti agro-alimentari di qualità, dei biodistretti e dei distretti della pesca e dell’acquacoltura di qualità.

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Decine di beni immobili ceduti ai Comuni al simbolico prezzo di un euro. La Regione, con la delibera approvata questo pomeriggio, ha deciso di dare nuova attuazione alla legge n. 35/1995, nello spirito di sussidiarietà e decentramento agli enti locali nella gestione e valorizzazione del patrimonio pubblico.
«Si tratta di numerosi immobili – spiega l’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu – che fanno parte del patrimonio regionale e che non sono funzionalmente utilizzabili per i servizi della Regione. Invece sono appetibili per i Comuni che, in molti casi, già li utilizzano con contratti di comodato d’uso. Sono sicuro che sapranno valorizzarli come leva per lo sviluppo dei singoli territori. Gli stessi Comuni, peraltro, hanno già manifestato l’interesse per l’acquisizione».
Tra i beni figurano l’area parcheggio di viale La Playa, a Cagliari; l’immobile ex Isola di via Olbia, a Oristano; l’ex ospedaletto militare di Bonorva, alcuni asili a Carbonia e Putifigari.

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La Giunta regionale ha approvato oggi la riqualificazione dell’area del vecchio tracciato ferroviario del Sulcis. Si tratta di circa 40 km che attraversano i comuni di Siliqua, Narcao, Nuxis, Villaperuccio e Santadi che saranno recuperati con la realizzazione di un tracciato ciclabile. Per la conservazione e il recupero dei valori paesaggistici della Ferrovia storica sulcitana sono disponibili ottocentomila euro, provenienti dalle sanzioni delle violazioni paesaggistiche.
«La ferrovia ed il suo patrimonio architettonico – sottolinea l’assessore Cristiano Erriu – rientrano tra i beni identitari con il riconoscimento dei valori paesaggistici e la sperimentazione di un nuovo utilizzo con finalità turistiche, in piena coerenza con le norme del PPR. In quest’ottica, sarà stipulato un Accordo di programma tra la Regione, i Comuni interessati e la Provincia del Sud Sardegna, individuata quale capofila per l’attuazione dell’intervento. Il progetto ‘Percorrere il territorio’ riassume in pieno lo spirito di questa delibera: il tracciato ferroviario storico, infatti, mette in connessione ambiti di paesaggio costieri e aree interne. Il modello potrà poi essere replicato su altri territori dell’Isola:»
L’attività di ricognizione dei tracciati ferroviari storici è stata realizzata grazie alla collaborazione con l’ARST, che ha consentito di differenziare le linee dismesse da quelle ancora in esercizio. Il lavoro farà parte integrante del Piano paesaggistico esteso agli ambiti di paesaggio non costieri. Tra i primi tratti individuati vi è la linea ferroviaria a scartamento ridotto Siliqua-Calasetta, inaugurata nel 1926 e dismessa tra il 1968 e il 1974. Si caratterizza per la riconoscibilità del tracciato, la presenza di numerosi viadotti, ponti, stazioni minori e caselli. Già percorso da escursionisti e mountain biker, il tracciato verrà messo in sicurezza e reso fruibile a partire dal tratto di Siliqua, per attraversare i territori di numerosi Comuni del Sulcis, in un contesto ad alta valenza ambientale, paesaggistica e culturale. Lungo l’intero tracciato sono presenti numerosi beni paesaggistici e identitari, tra cui il castello di Acquafredda, il Parco regionale di Gutturu Mannu e il lago di Mont’e Pranu.

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Gli assessori degli Affari Generali Filippo Spanu e degli Enti Locali Cristiano Erriu hanno affrontato con l’amministratore delegato di Infratel Salvo Lombardo e con Chicco Porcu, componente del Cda della società in house del ministero dello Sviluppo economico, questioni specifiche che riguardano l’attuale programma di interventi in 313 comuni, in fase di attuazione, e il piano appena finanziato con 83 milioni di euro per il progetto di diffusione della rete in fibra ottica nel territorio regionale.
«Sulla base delle indicazioni del presidente Pigliaru – ha dichiarato Filippo Spanu – vogliamo dare ulteriore slancio al progetto della banda ultralarga e rendere così operativi in tempi rapidi i nuovi servizi di connettività che rappresentano per i territori un sicuro fattore di sviluppo e di crescita sociale ed economica.»
Tre i punti esaminati nel corso in tre distinti tavoli tematici: il ruolo delle imprese sarde nelle procedure di gara, l’iter autorizzativo per le opere da realizzare nei comuni e il cablaggio delle aree industriali.
Per dare impulso all’iter dei permessi amministrativi che in alcuni casi stanno frenando i lavori nei comuni delle aree rurali sono state analizzate tutte le criticità esistenti. Al tavolo hanno preso parte, oltre agli assessori, i direttori degli Affari Generali e dell’Urbanistica Antonello Pellegrino ed Elisabetta Neroni, i rappresentanti dell’Anci, delle Province e degli enti che devono rilasciare nulla osta e autorizzazioni. In particolare verrà convocata una conferenza di servizi e saranno attuate, laddove sia consentito, procedure semplificate.

«Vogliamo ricondurre a una governance unitaria, che farà perno sulla direzione dell’assessorato dell’Urbanistica, tutto il processo autorizzativo. I problemi vanno risolti in modo coordinato per raggiungere l’importante traguardo di dotare i comuni di infrastrutture fondamentali per il loro sviluppo», ha spiegato l’assessore Erriu -. I principi di semplificazione amministrativa, recepiti in pieno anche dalla Regione, prevedono un percorso con tempi più stretti per le autorizzazioni relative alle reti del sottosuolo. Con questo sistema i lavori per la posa delle reti in fibra ottica potranno subire una netta accelerazione.»
L’assessore Spanu ha voluto dare immediata risposta alle piccole e medie imprese sarde che avevano chiesto di essere messe nelle condizioni di partecipare alle procedure di selezione per i lavori nei comuni (in totale 77) non inclusi negli interventi di infrastrutturazione in corso dal 2016.
Dai vertici di Infratel sono giunte ampie rassicurazioni. In particolare, l’amministratore delegato della società in house del Mise ha chiarito ai rappresentanti del mondo produttivo che, per le imprese isolane, si aprono tre strade in vista del nuovo bando: la partecipazione, in forma aggregata, alla selezione; la partecipazione alla gara promossa dal soggetto concessionario che deve riservare uno spazio adeguato ad altre imprese; la realizzazione dei lavori nella fase di sub-appalto su cui Infratel eserciterà un controllo stringente per contrastare eventuali violazioni delle norme.
Nelle prossime settimane saranno organizzati momenti di approfondimento per informare, in modo puntuale, il sistema delle imprese sui contenuti e sulle modalità del nuovo bando per lo sviluppo della banda ultralarga.
24 comuni sono stati raggiunti, grazie al progetto promosso dalla Giunta Pigliaru, dalla nuova rete in fibra ottica. In altri 110 i lavori sono in una fase molto avanzata. In tutti gli altri, dopo aver fatto chiarezza su permessi e autorizzazioni, i tempi di realizzazione delle opere potrebbero sensibilmente ridursi con l’obiettivo di chiudere tutti i cantieri nei primi mesi del 2018.

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«L’attuale situazione finanziaria nella quale versano le Province sarde e la Città Metropolitana di Cagliari, necessita di una riflessione e di una conseguente azione politica». Lo sostiene l’assessore regionale degli Enti locali, Cristiano Erriu.
«Le grida d’allarme – aggiunge Cristiano Erriu – e gli appelli lanciati dall’amministratore straordinario e dai dirigenti della Provincia di Oristano, unitamente alla mobilitazione di sindacati e dipendenti della Provincia di Nuoro, sono del tutto fondati. L’esito referendario del 4 dicembre scorso, che ha prodotto come risultato il mantenimento del livello provinciale su tutto il territorio nazionale e quindi anche in Sardegna, ha avuto come conseguenza la necessità di ripensare ai tagli imposti dallo Stato. La Regione Sardegna ha fatto la sua parte e con un grandissimo sforzo garantisce le risorse, a cominciare dal Fondo Unico da 600 milioni di euro: siamo la prima regione in Italia per risorse investite a favore delle autonomie locali. Nello specifico, per le Province garantiamo oltre 50 milioni di euro all’anno.» 
L’assessore Erriu ricorda che «è di pochi mesi fa la battaglia che la Giunta regionale, di fianco al sistema delle autonomie locali sarde, ha condotto in sede di Conferenza unificata per vedere riconosciute alle Province sarde ed alla Città Metropolitana di Cagliari le risorse che lo Stato stava per attribuire alle Province delle regioni ordinarie, escludendo i nostri enti locali intermedi. Questa prima battaglia, grazie alla collaborazione tra Giunta, parlamentari sardi ed enti locali, è stata vinta. Oggi però ci troviamo a dover ribadire con altrettanta forza e determinazione un principio di equità: le Province sarde e la Città Metropolitana hanno contribuito – e continuano a farlo – al risanamento della finanza pubblica statale e, per questa ragione, i finanziamenti che in questi giorni il parlamento ha in discussione di stanziare devono essere riconosciuti anche ai nostri enti locali. Tanto più che non è ancora realizzato il processo di regionalizzazione della finanza locale, che pure è stato avviato. Mi riferisco al fatto che è all’esame della Camera dei deputati la conversione del D.L. n. 50/2017 (“Misure urgenti in materia finanziaria a favore degli enti locali”), che ripristina parte dei finanziamenti ordinari per le Province delle Regioni a Statuto ordinario per lo svolgimento delle funzioni fondamentali. Le stesse funzioni che vengono garantite quotidianamente anche dalle nostre Province. Inoltre, lo stesso D.L. prevede finanziamenti ad hoc per le attività di manutenzione delle reti viarie provinciali. È tra l’altro all’esame del Parlamento un emendamento che prevede il raddoppio dello stanziamento: ebbene, anche in questo caso le Province sarde sono escluse.»
«La Regione Sardegna e i suoi rappresentanti in Parlamento non possono tollerare questo ulteriore scippo ai danni delle Province sarde e, quindi, dei cittadini che usufruiscono di servizi in materia di istruzione, viabilità, ambiente e trasporto di studenti con disabilità. L’Amministrazione regionale, anche per il 2017, ha fatto ampiamente la sua parte e sta garantendo i finanziamenti necessari. Ulteriori valutazioni si stanno opportunamente facendo in sede di conferenza permanente Regione-enti locali nel riparto delle risorse tra Unioni dei Comuni e Province. Tuttavia, non è pensabile che sia ancora a carico del solo bilancio regionale, e dunque di tutti i cittadini sardi, il sostenimento di questo gravoso onere. Il mio vuole essere un appello soprattutto ai parlamentari sardi. Se tutti siamo posti di fronte alla necessità, come abbiamo sempre fatto, di contribuire in modo equo e proporzionale al risanamento della finanza statale – conclude l’assessore Cristiano Erriu -, allo stesso modo riteniamo risponda a un principio di giustizia dover partecipare anche alla ripartizione delle risorse.»

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La RSU Eurallumina nella giornata di ieri ha partecipato ad alcuni incontri istituzionali.

Presso l’assessorato regionale dell’Urbanistica e degli Enti locali, i lavoratori hanno incontrato l’assessore Cristiano Erriu e l’assessore dell’Industria Maria Grazia Piras. Al palazzo regionale di viale Trento, il commissario del Parco geominerario  Giovanni Pilia ed il coordinatore del Piano Sulcis, Salvatore Cherchi. A seguire, l’amministratore della provincia Sud Sardegna Giorgio Sanna. E, infine, all’assessorato dell’ Ambiente, il capo di gabinetto dell’ente Franco Corosu.

«L’obiettivo – sottolinea la RSU Eurallumina – era fare il punto, a seguito di preventive costanti interlocuzioni, sul corrente stato procedurale.»

I dettagli e le comunicazioni inerenti agli incontri, verranno esposti nel corso dell’assemblea informativa, convocata per martedì 23 maggio 2017, alle ore 9,30, presso la sala mensa dello stabilimento che verrà inaugurata nell’occasione.

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La Regione e l’associazione internazionale ‘Città della Terra cruda’ questa mattina, nella Casa Pittau a Samassi, hanno sottoscritto un Protocollo d’intesa attraverso il quale si impegnano a promuovere forme di collaborazione sui temi dell’architettura sostenibile e a divulgare la conoscenza e l’uso di materiali ecosostenibili e tradizionali. L’Università di Cagliari, attraverso il Dipartimento di Architettura, sarà l’interlocutore privilegiato per la definizione e l’attuazione di un programma che promuova i temi dell’architettura in terra cruda.
«Per la Sardegna – ha sottolineato l’assessore dell’Urbanistica Cristiano Erriu, che ha firmato il protocollo insieme al presidente dell’Associazione Città della Terra cruda e sindaco di Samassi, Enrico Pusceddu – le costruzioni in terra cruda rappresentano una componente del patrimonio identitario, in quanto sono diffuse in vaste aree del territorio regionale, in particolare nel Campidano di Oristano e Cagliari, nel Sarrabus e nel Cixerri. Nel mondo sono un centinaio i Comuni che ancora preservano un riconoscibile centro storico costruito in terra cruda: 35 di essi sono in Sardegna, un’altra decina li troviamo sparsi nella penisola. Una parte di questi centri storici versa in stato di abbandono, pertanto è necessario intervenire al più presto con lavori di manutenzione straordinaria ed interventi di recupero finalizzato al riuso sia residenziale che produttivo, come peraltro è previsto dal Piano Paesaggistico Regionale. L’obiettivo comune– ha concluso Cristiano Erriu – è non soltanto quello della promozione dei materiali tradizionali ma anche la valorizzazione e la riscoperta di saperi e culture connesse all’utilizzo dei prodotti e delle tecniche costruttive locali.»
In Italia, oltre la Sardegna, altre cinque regioni presentano una tradizione costruttiva in terra cruda: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Marche e Piemonte.

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La Conferenza permanente Regione-Enti locali questa mattina si è riunita a Cagliari per discutere della proposta tecnica pervenuta dal ministero dell’Interno di ospitare un Centro di permanenza per i rimpatri (CPR) nell’ex Casa mandamentale di Iglesias. Gli assessori regionali degli Affari generali e degli Enti locali, Filippo Spanu e Cristiano Erriu, hanno illustrato la posizione della Giunta espressa dal presidente Francesco Pigliaru nella lettera inviata nei giorni scorsi al ministro dell’Interno Marco Minniti. Francesco Pigliaru ha chiesto all’esponente del Governo un incontro urgente sulla possibile individuazione di un CPR in Sardegna ed ha ribadito le problematiche legate ai flussi migratori non programmati.
I presidenti dell’Anci Sardegna e del CAL, Emiliano Deiana e Andrea Soddu, e il sindaco metropolitano di Cagliari Massimo Zedda hanno condiviso la necessità di un urgente confronto politico con i rappresentanti del Governo e nell’ambito della Conferenza delle Regioni.
Regione e Autonomie locali chiedono immediati interventi in materia di sicurezza; compensazioni per i Comuni maggiormente impegnati sul fronte dell’accoglienza; azioni dissuasive finalizzate al blocco dei flussi migratori dall’Algeria; garanzia di condivisione delle scelte da parte degli amministratori locali. Su quest’ultimo punto è stata rimarcata l’esigenza di un pieno coinvolgimento dei Comuni nelle decisioni che riguardino l’eventuale apertura di un CPR nell’Isola.
In merito all’individuazione dell’ex carcere di Iglesias, la Conferenza permanente ha evidenziato che – pur non essendo stata compiuta alcuna scelta – la comunità iglesiente e quella di Fluminimaggiore compiono già un notevole sforzo per l’integrazione dei migranti ospitati in diverse strutture del territorio. Inoltre, è stato rimarcato da tutti i componenti la Conferenza che molte aree della Sardegna sopportano in misura rilevante vincoli e limitazioni imposti dallo Stato.