11 January, 2025
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Venti quintali di ramoscelli d’olivo sardi arriveranno in Piazza San Pietro a Roma e saranno offerti in omaggio ai 120.000 fedeli che assisteranno alla Santa Messa della Domenica delle Palme, presieduta dal Santo Padre. Uno straordinario omaggio voluto dall’Associazione Nazionale Città dell’Olio che l’anno scorso era stato donato dalle Città dell’Olio della Liguria. Un passaggio di testimone che il prossimo 9 aprile vedrà protagoniste le 27 Città dell’Olio della Sardegna di cui fanno parte anche le Camere di Commercio di Cagliari e Sassari. Dalle valli di Lanaitto di Oliena alle pianure di Alghero, dai giardini del Villacidrese e di Bosa alle colline del Sulcis, passa la gara di solidarietà che in queste settimane sta coinvolgendo centinaia di persone. Proprio in occasione delle potature stagionali verranno raccolti i ramoscelli d’olivo, che non andranno in alcun modo a danneggiare le piante.
«Si tratta di un riconoscimento molto importante per i numerosi territori della Sardegna che in occasione della Domenica della Palme saranno testimonial eccezionali della nostra Isola in uno dei momenti più sacri e toccanti della Cristianità. Tanti amministratori sardi saranno ambasciatori delle nostre tradizioni e porteranno in piazza San Pietro e davanti al Santo Padre un pezzo di storia agricola della Sardegna – ha detto l’assessore dell’Agricoltura, Pierluigi Caria, in occasione della conferenza stampa di presentazione dell’evento, che si è tenuta oggi nel primo piano della Torre, in viale Trento, a Cagliari -. Auguro a tutti gli organizzatori una buona riuscita dell’iniziativa, con la speranza che ogni contributo di conoscenza sulle nostre produzioni aiuti sempre di più a crescere il comparto olivicolo sardo e più in generale tutto il nostro agroalimentare.»
«Il paesaggio olivicolo sardo – ha sottolineato ​l’assessore dell’Urbanistica Cristiano Erriu – rappresenta un valore aggiunto e produttivo ma anche culturale e identitario, che vede i Comuni attori attivi e ambasciatori di eccellenze. Con loro, la Regione lavora ad una candidatura del paesaggio olivetato a patrimonio dell’Unesco. Sarà un sigillo meritato e straordinario di promozione delle nostre biodiversità e di integrazione euromediterranea.»
Il dono dell’olivo ha un forte significato simbolico nella festa cristiana della Domenica delle Palme, un significato in cui il Cristo stesso, attraverso il suo sacrificio, diventa strumento di riconciliazione e di pace per tutta l’umanità. In questa chiave di lettura, l’olivo diventa pianta sacra e sacro è anche l’olio che se ne ricava.
Sono 27 le Città dell’olio della Sardegna: Alghero, Berchidda, Bolotana, Bosa, Dolianova, Escolca, Gergei, Gonnosfanadiga, Ilbono, Ittiri, Masainas, Oliena, Orgosolo, Orosei, Osini, Riola Sardo, Santadi, Seneghe, Serrenti, Sini, Uri, Usini, Villacidro, Villamassargia, Ussaramanna e le Camere di Commercio di Cagliari e Sassari. «Dai lavori portati avanti in questi ultimi mesi dall’Associazione – ha spiegato il vice presidente nazionale delle Città dell’Olio, Valentino Carta -, i soggetti coinvolti saliranno presto a 29 con l’ingresso dei Comuni di Olbia e Giba».
Il dono dei ramoscelli d’olivo si inserisce all’interno delle diverse iniziative di promozione che fanno seguito al Protocollo d’Intesa firmato lo scorso 27 giugno tra la Regione Sardegna, e nello specifico dagli assessorati dell’Agricoltura e degli Enti Locali, con l’associazione nazionale Città dell’Olio. L’accordo prevede una collaborazione per la promozione e la valorizzazione dei territori e della cultura del paesaggio olivicolo dell’Isola. Un’intesa che punta quindi da un lato allo sviluppo di un turismo dell’olio e dall’altro a far cogliere ai cittadini le numerose opportunità messe a disposizione dal Programma di sviluppo rurale. In base al protocollo, la Regione si è impegnata nelle politiche di promozione e valorizzazione per favorire la conoscenza delle produzioni tipiche anche attraverso attività di educazione alimentare, di conoscenza dei sistemi produttivi e dei prodotti, di attenzione alle comunità locali e al mantenimento del paesaggio attraverso le politiche di gestione e valorizzazione del territorio, secondo quanto predisposto dal Piano Paesaggistico Regionale.
All’iniziativa di oggi hanno partecipato, oltre ai rappresentanti delle Giunta regionale, il vice presidente nazionale delle Città dell’Olio, Valentino Carta, il coordinatore regionale delle Città dell’Olio della Sardegna e sindaco di Santadi, Elio Sundas, il direttore dell’ufficio per le Comunicazioni sociali della Diocesi di Cagliari, don Giulio Madeddu, e diversi rappresentanti delle amministrazioni coinvolte nel progetto.

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La Giunta regionale, su proposta dell’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu, ha nominato il commissario regionale per la reggenza del comune di Palau, in seguito alle contemporanee dimissioni del sindaco e del vicesindaco. Mario Carta, già segretario generale della Provincia di Olbia Tempio, eserciterà le funzioni del sindaco per il tempo strettamente necessario. Il presidente Francesco Pigliaru disporrà con proprio decreto l’atto formale di nomina del commissario regionale.

 

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La Giunta regionale ha approvato il disegno di legge del “Governo del territorio” presentato dall’assessore all’Urbanistica Cristiano Erriu, il quale ieri mattina lo ha illustrato alla maggioranza in Consiglio regionale.
Il presidente Pigliaru ha sottolineato come la qualità paesaggistica sia «la grande risorsa di sviluppo presente e futuro della Sardegna, il principale fattore di ricchezza». Francesco Pigliaru ha poi aggiunto che il testo di legge che andrà alla discussione dell’Aula «nasce da una filosofia di rigorosa tutela del paesaggio», spiegando come questa legge inserisca «elementi di flessibilità governata e virtuosa» all’attuale normativa, di cui propone un aggiornamento prudente, mirato all’equilibrio tra sostenibilità e sviluppo, rispetto ambientale e creazione di ricchezza e occupazione.
«È una legge ambiziosa, innovativa e completa – spiega l’assessore Cristiano Erriu – che ha avuto una gestazione lunga 18 mesi perché ci siamo messi all’ascolto. I due ddl discussi e approvati oggi dalla Giunta ci consentiranno tra le varie cose di arrivare ad una legge organica dell’edilizia, per risolvere alcuni problemi applicativi. Combattiamo il concetto di redditività, ormai superato: vogliamo che l’attività imprenditoriale sia privilegiata rispetto alla rendita fondiaria. E negli ambiti urbani puntiamo al recupero dei tanti, troppi edifici esistenti che non sono utilizzati.»
Insieme a questo disegni di legge, importante e atteso da tempo in tutta l’Isola, sono state approvate le Disposizioni urgenti in materia urbanistica ed edilizia, un intervento di manutenzione che riguarda tre leggi regionali del passato: la n. 8 del 2015, la n. 23 del 1985 e la n. 45 del 1989. I due testi sono frutto di un intenso lavoro durato un anno e mezzo.
Il disegno di legge “Governo del territorio”, uno dei pilastri su cui il presidente Francesco Pigliaru aveva basato la sua campagna elettorale tre anni fa, si pone alcuni obiettivi: semplificare l’intricata selva di leggi e norme del settore, riunendole in un Testo Unico di poco più di 100 articoli a fronte degli attuali 300; salvaguardare i princìpi contenuti nel Piano Paesaggistico regionale; tutelare l’ambiente e il paesaggio, garantendo però un corretto equilibrio con le esigenze di sviluppo economico sostenibile; dare maggiore slancio alle zone a vocazione rurale; ridurre il consumo del suolo, privilegiandone il riuso e la sua valorizzazione; sforbiciare in maniera netta i tempi d’attesa da parte di cittadini e imprese nei procedimenti urbanistici.
Il disegno di legge supera il dimensionamento astratto e indifferenziato delle superfici edificabili. In più, individua i criteri per il dimensionamento delle superfici minime e dei volumi edificabili in base alla vocazione dei suoli, alle esigenze delle colture e al requisito imprenditoriale dell’agricoltore.
Sono le aree già trasformate per la residenza, la produzione e i servizi. Il disegno di legge prevede la rigenerazione e riqualificazione degli ambiti consolidati, insieme alla ricucitura di ambiti urbanizzati degradati o non connessi tra loro in maniera funzionale.
Le aree che non rientrano nelle precedenti classificazioni possono essere trasformate. Il Comune determina nel PUC il fabbisogno edificatorio e mette a bando quote di esso, secondo un programma temporale. I proprietari delle aree comprese in questo Ambito aderiscono al bando con proposte che evidenziano qualità e quantità degli interventi (servizi, compensazione ambientale, ecc.).
Gli insediamenti turistici già esistenti potranno adeguarsi alle esigenze della moderna ricettività, migliorando gli standard di strutture obsolete e non più competitive sul mercato internazionale. In questo modo saranno favorite la destagionalizzazione e l’occupazione.
Non saranno realizzati in deroga rispetto al Piano Paesaggistico Regionale, bensì seguendo tutte le procedure previste per la redazione del PPR. In sostanza, verranno applicati i meccanismi previsti dal Codice Urbani per la predisposizione dei Piani Paesaggistici.

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Nasce un nuovo comitato per l’istituzione di una nuova provincia del Sulcis Iglesiente. Il dibattito sulla riforma degli enti locali negli ultimi mesi si è fatto sempre più acceso ed è stato rinvigorito dalla decisione della Giunta regionale di istituire a Cagliari una sede operativa della neonata provincia del Sud Sardegna, presentata dall’assessore regionale degli Enti locali Cristiano Erriu e dall’amministratore straordinario della provincia del Sud Sardegna Giorgio Sanna.

La schiacciante vittoria del NO al referendum sulla riforma costituzionale, con la crisi di governo con le successive dimissioni del Premier Matteo Renzi e l’elezione di un nuovo governo guidato dall’ex ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, ha portato alla bocciatura del progetto di riforma del sistema delle autonomie locali che prevedeva la cancellazione delle province. La Sardegna, lo ricordiamo, aveva fatto da apripista il 6 maggio 2012, cancellando con i 5 referendum abrogativi regionali, le province di Carbonia Iglesias, del Medio Campidano, dell’Ogliastra e di Olbia Tempio. In quella occasione votarono 525.661 sardi, il 35,51% degli aventi diritto, con il 65,98% di Sì. Nel Sulcis Iglesiente si recarono alle urne 37.807 dei 119.898 elettori aventi diritto, il 31,53%. Successivamente, il 4 febbraio dello scorso anno, il Consiglio regionale ha approvato la legge 2 di riordino del sistema delle autonomie locali della Sardegna che ha istituito la città metropolitana di Cagliari e una quarta provincia, quella del Sud Sardegna, che si è aggiunta alle tre province “storiche” rimaste in vita: Sassari, Nuoro e Oristano. La provincia del Sud Sardegna include un territorio vastissimo che si estende dall’estremo confine sud occidentale all’estremo confine sud orientale dell’Isola, fino alle parti più meridionali della Barbagia. Complessivamente 107 Comuni che hanno storia ed interessi profondamente differenti tra loro e costituiscono una vasta area della Sardegna per niente omogenea, come invece dovrebbe essere un ente intermedio.

Il 4 dicembre, nella consultazione per il referendum costituzionale, in Sardegna hanno votato 859.158 elettori di 1.375.735 aventi diritto, con 616.791 No (72,22%) e 237.280 Sì (27,78%). Una stragrande maggioranza dei sardi, con il voto, ha deciso che la Costituzione non va cambiata e, conseguentemente, che le province non devono essere cancellate. I numeri, dunque, dicono che le quattro province sarde sono state abolite per volontà di circa il 24% dei sardi (il 65,98% del 35,51% dei votanti ai referendum regionali del 6 maggio 2012), mentre il 72% del 62,45% degli elettori che il 4 dicembre si sono recati alle urne per votare i referendum costituzionali, quasi il 45% dei sardi, hanno deciso che le province devono restare in vita.

In questo acceso dibattito, creato intorno al ruolo delle province e ai numeri, si inserisce l’iniziativa di un gruppo di cittadini che stamane ha presentato, nella sala riunioni del Bar Centrale 38, a Carbonia, il Comitato per l’istituzione di una nuova provincia del Sulcis Iglesiente e per il decentramento degli uffici e dei servizi pubblici regionali e statali, al fine di proporre la modifica della legge regionale n. 2 del 4 febbraio 2016 sul “riordino del sistema delle autonomie locali della Sardegna”, attraverso una proposta di legge regionale di iniziativa popolare, con una raccolta di 15.000 firme. All’incontro era presente Gianfranco Trullu, sindaco di Perdaxius e presidente dell’Unione dei Comuni del Sulcis.

Al termine del breve incontro, abbiamo intervistato uno dei promotori, Mauro Pistis.

  

 

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La Sardegna si proietta nella seconda fase dell’attuazione del progetto per lo sviluppo della rete in fibra ottica in tutto il territorio regionale. Il presidente della Giunta regionale, Francesco Pigliaru, con gli assessori degli Affari generali Filippo Spanu e degli Enti locali Cristiano Erriu, ha incontrato Alessio Beltrame, il capo della segreteria del ministro dello Sviluppo economico Antonello Giacomelli e i rappresentanti di Infratel Maurizio Decina (presidente), Salvo Lombardo (direttore generale) e Chicco Porcu (componente del Consiglio di amministrazione). Nel corso della riunione si è discusso dei tempi e delle modalità del prossimo bando che riguarderà 39 comuni di medie dimensioni e a cui verrà dato corso con l’imminente accordo tra Giunta e Governo. Nel bando, rivolto agli operatori privati, viene previsto di mettere a gara il completamento dell’infrastruttura nei restanti comuni a fallimento di mercato e l’affidamento della gestione dell’intera opera realizzata con il contributo dei fondi europei.
Dall’incontro è emerso che nei 17 comuni in cui i lavori sono stati conclusi, si potrà procedere da subito all’attivazione dei servizi di connettività. Infratel, nel suo sito, ha pubblicato l’avviso indirizzato ai potenziali gestori.
«Dobbiamo correre per creare una rete capillare che garantisca avanzati servizi di connettività a cittadini e imprese – ha detto l’assessore degli Affari generali Filippo Spanu –. Nell’incontro di oggi abbiamo posto le basi per portare la fibra ottica in tutte le aree in cui gli operatori privati non hanno intenzione di intervenire. Abbiamo inoltre ragionato in termini molto costruttivi sulla gestione delle nuove infrastrutture. Esprimo soddisfazione per la possibilità di dare immediata operatività alle reti già pronte e collaudate-»
«Il progetto per lo sviluppo della banda ultralarga, che coinvolge in questa prima fase 313 comuni, ha una valenza strategica e si lega – ha sottolineato l’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu – agli altri interventi che la Giunta sta attuando per contrastare il grave fenomeno dello spopolamento e garantire ai territori nuove prospettive di sviluppo.» 
Attualmente, in base ai dati diffusi da Infratel sono 67 i cantieri attivi in Sardegna. Nel corso del mese di marzo saranno aperti ulteriori 77 cantieri, altri 32 nel prossimo mese di aprile. Entro il mese di giugno, secondo le previsioni della società in house del ministero dello Sviluppo economico, i comuni con lavori in corso per la posa della fibra ottica, saranno 200.

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La Giunta regionale, riunita per la prima volta nella nuova composizione a Villa Devoto, sotto la direzione del presidente Francesco Pigliaru, ha approvato l’elenco dei beni immobili del patrimonio regionale per i quali intende avviare la procedura di alienazione nell’anno 2017. L’elenco sarà inviato alla competente commissione del Consiglio regionale, che dovrà esprimersi entro trenta giorni. Nel frattempo sarà fatta una verifica sullo stato di avanzamento delle procedure di alienazione dei beni riportati nei piani di dismissione già approvati negli anni scorsi dalla Giunta regionale, da riportare poi in un successivo atto ricognitivo.
Su proposta degli assessori degli Enti locali e del Bilancio, l’Esecutivo ha deciso di dare avvio all’iter procedurale per le operazioni di investimento delle Province e dei Comuni, realizzate attraverso indebitamento o utilizzo degli avanzi di amministrazione degli esercizi precedenti, come previsto dalla legge n. 243/2012. L’assessorato degli Enti locali provvederà alla pubblicazione di un avviso nel sito istituzionale della Regione con le modalità di presentazione delle domande di cessione e acquisizione degli spazi finanziari da parte dei comuni e tutte le informazioni per il rispetto dei vincoli e dei criteri di attribuzione degli spazi stessi. Su questo provvedimento si è già espressa a favore anche la Conferenza permanente Regione-Enti locali nella seduta del 13 febbraio scorso.
Sempre su proposta dell’assessore Cristiano Erriu, è stato nominato il commissario ad acta per l’approvazione del Piano particolareggiato del Centro di antica e prima formazione del Comune di Ploaghe, in adeguamento al Piano paesaggistico regionale. Si tratta di Sabrina Mura, funzionario regionale.
Infine, è stato sciolto il Consiglio comunale di Aidomaggiore, in seguito alla scomparsa del sindaco Adele Virdis. Il Consiglio e la Giunta rimarranno in carica fino all’elezione del nuovo Consiglio e del nuovo primo cittadino. Sino ad allora, le funzioni del sindaco saranno svolte dal vicesindaco.

Su proposta dell’assessore Raffaele Paci, infine, la Giunta ha approvato l’integrazione alle direttive in materia di recupero crediti regionali: in particolare, sono stati approvati gli indirizzi specifici per la riscossione dei crediti gestiti nell’ambito degli affidamenti in house.

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«Abbiamo ritenuto necessaria l’apertura di una sede operativa multiservizi per non accentrare tutto in un’unica località, distante dalle zone più periferiche della provincia del Sud Sardegna. È una scelta che vuole venire incontro alle esigenze degli utenti e che non vincolerà in alcun modo il presidente e il Consiglio che saranno eletti nei prossimi mesi, i quali potranno adottare opzioni differenti: vale per questa Provincia come per tutte le altre presenti in Sardegna.»

Lo ha detto l’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu, poco prima del tradizionale taglio del nastro negli uffici di via Giudice Guglielmo, a Cagliari. Poi, in risposta a chi polemizza per questa scelta, ha spiegato: «Chi fomenta gli animi, mette uno contro l’altro i territori dell’intera provincia, che di fatto accorpa tre realtà omogenee ma distanti geograficamente tra di loro. Bisogna ragionare per unire i 107 Comuni che la compongono, non per dividerli ma pensando ad un assetto organizzativo in grado di rispondere alle aspettative dei cittadini».
L’assessore Erriu ha sottolineato «l’importanza della presenza del sindaco metropolitano Massimo Zedda (al fianco dell’amministratore straordinario Giorgio Sanna) perché simboleggia l’apertura della Città Metropolitana verso i territori confinanti, come è d’altronde nello spirito della legge Delrio». E poi ha ricordato che questo ente, come pure la Città Metropolitana, «ha un bilancio sano e gambe forti per camminare. E questo grazie anche alla battaglia vinta nelle scorse settimane contro lo Stato, con Anci e Cal compatte nel sostenere le istanze della Regione. Tra qualche mese, subito dopo le Amministrative, si terranno le elezioni di secondo livello che daranno la corretta rappresentanza politica ai territori delle Province».

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Il deputato del Partito democratico Emanuele Cani interviene nuovamente sull’emergenza che investe i malati di sclerosi multipla nel Sulcis Iglesiente.

«La preoccupazione dei pazienti colpiti da sclerosi multipla, espressa nel corso del convegno promosso dall’associazione Amici della vita a Iglesias, sui tagli che riguardano la riabilitazione e fisioterapia non può in alcun modo essere sottovalutata – scrive in una nota Emanuele Cani -. Taglio del servizio è un doloroso colpo alle persone, ricordiamo che il nostro territorio ha la più alta incidenza di questa malattia, costrette a convivere con tutti i problemi che provoca la sclerosi multipla. In questo contesto emerge una necessità, che è quella di andare oltre il semplice calcolo ragionieristico ma che dia una profonda attenzione ai problemi e alle esigenze dei pazienti.»

«L’incontro di Iglesias è un primo passo di un percorso che ritengo debba essere compiuto in maniera seria. Per questo motivo si rende opportuno che sia convocato un incontro con l’assessore regionale della Sanità Luigi Arru e le persone che devono convivere con la sclerosi multipla. Sarebbe il primo passo – conclude Emanuele Cani – di un percorso finalizzato a trovare una soluzione ai disagi provocati da una eventuale riduzione del servizio.»

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E’ stata inaugurata stamane, a Cagliari, la nuova sede operativa della provincia del Sud Sardegna. Erano presenti l’assessore regionale degli Enti locali, Cristiano Erriu, l’amministratore straordinario Giorgio Sanna e il sindaco della Città metropolitana Massimo Zedda. La sede, definita un presidio, un punto d’appoggio per gli amministratori dei 107 comuni che ne fanno parte, sarà operativa dopo l’assegnazione del personale che sarà costituito, è stato sottolineato, da dipendenti della Provincia, senza esterni.

L’assessore regionale degli Enti locali, Cristiano Erriu (ex sindaco di Santadi), ha sottolineato che oggi «prende forma l’assetto organizzativo della sede di una provincia vasta come quella del Sud Sardegna, che comprende punti operativi nel Sulcis, Medio Campidano e Comuni che non sono entrati nella città metropolitana di Cagliari».

«Questa sede è un centro di risposta – ha rimarcato l’amministratore straordinario Giorgio Sanna – un punto di protocollazione e di orientamento per l’utente che chiede anche lo svolgimento di una pratica.»

Le nuove province sono enti di secondo livello e le elezioni si terranno subito dopo le elezioni amministrative. A votare saranno i sindaci che dovranno anche a scegliere quale sarà il capoluogo, in quanto la scelta di Carbonia fatta dall’amministratore straordinario Giorgio Sanna, è temporanea.

Essendo i sindaci chiamati a votare 107, la possibilità concreta è che si venga a determinare una maggioranza per concentrazione geografica ed il capoluogo potrebbe diventare un Comune oggi assolutamente imprevedibile.

La sensazione, inoltre, è che si rischi una situazione di ingovernabilità dell’ente intermedio che si estende dall’estremo sud ovest all’estremo sud est della Sardegna, fino all’Alto Campidano e alla Barbagia più meridionale, un territorio senza alcuna omogeneità e, in molti casi ,con interessi ed esigenze completamente diverse. Probabilmente, quando questa provincia del Sud Sardegna è stata concepita a livello regionale, molti pensavano che avrebbe avuto vita breve, perché il Governo Renzi stava predisponendo la cancellazione di tutte le province italiane, ma l’esito del referendum dello scorso 4 dicembre ha cambiato completamente le carte in tavola ed ora la suddivisione del territorio regionale della Sardegna in una Città metropolitana, Cagliari, e in quattro province, Sassari, Nuoro, Oristano e Sud Sardegna è una scelta definitiva.

Se per Sassari, Nuoro e Oristano poco cambia rispetto al presente ed al passato, il futuro della provincia del Sud Sardegna si prospetta tutto in salita e la stessa esigenza di creare la sede operativa inaugurata oggi, nel capoluogo, come punto d’appoggio per i 107 Comuni, ne è la conferma palese. Senza considerare poi che alcuni Comuni hanno già manifestato la volontà di uscire alla nuova provincia e di ritornare in quella di origine.

Di seguito l’elenco dei 107 comuni della provincia del Sud Sardegna, dal quale emerge chiaramente la vastità del territorio (6.530 kmq, 357.071 abitanti, 54,68 abitanti x kmq) e la sua eterogeneità.

Arbus, Armungia, Ballao, Barrali, Barumini, Buggerru, Burcei, Calasetta, Carbonia, Carloforte, Castiadas, Collinas, Decimoputzu, Dolianova, Domus De Maria, Domusnovas, Donori, Escalaplano, Escolca, Esterzili, Fluminimaggiore, Furtei, Genoni, Genuri, Gergei, Gesico, Gesturi, Giba, Goni, Gonnesa, Gonnosfanadiga, Guamaggiore, Guasila, Guspini, Iglesias, Isili, Las Plassas, Lunamatrona, Mandas, Masainas, Monastir, Muravera, Musei, Narcao, Nuragus, Nurallao, Nuraminis, Nurri, Nuxis, Orroli, Ortacesus, Pabillonis, Pauli Arbarei, Perdaxius, Pimentel, Piscinas, Portoscuso, Sadali, Samassi, Samatzai, San Basilio, San Gavino Monreale, San Giovanni Suergiu, San Nicolò Gerrei, San Sperate, San Vito, Sanluri, Santadi, Sant’Andrea Frius, Sant’Anna Arresi, Sant’Antioco, Sardara, Segariu, Selegas, Senorbì, Serdiana, Serramanna, Serrenti, Serri, Setzu, Seui, Seulo, Siddi, Siliqua, Silius, Siurgus Donigala, Soleminis, Suelli, Teulada, Tratalias, Tuili, Turri, Ussana, Ussaramanna, Vallermosa, Villacidro, Villamar, Villamassargia, Villanova Tulo, Villanovaforru, Villanovafranca, Villaperuccio, Villaputzu, Villasalto, Villasimius, Villasor, Villaspeciosa.

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«L’inaugurazione della sede operativa della “nuova” provincia del Sud Sardegna a Cagliari è un evidente spreco di soldi pubblici, una beffa a danno dei Comuni periferici e una violazione dello statuto della stessa Provincia (articolo 3). In sostanza, l’esempio lampante di quando la politica abdica ai principi su cui si dovrebbe reggere, fallendo clamorosamente.»

Il vicepresidente del Consiglio regionale, Ignazio Locci (Forza Italia) è molto duro nella scelta della sede operativa del nuovo ente intermedio.

«Si tratta di una scelta assurda che rasenta il ridicolo – aggiunge il consigliere regionale di Sant’Antioco -. I motivi sono svariati ed evidenti a tutti, meno che all’assessore Cristiano Erriu e al commissario dell’ente Giorgio Sanna. Individuare la sede a Cagliari, Comune che non rientra tra i molteplici che compongono quella del Sud Sardegna, è l’unica scelta che non si sarebbe dovuta compiere. Forse sarebbe stato più opportuno optare per un Comune di natura periferica, magari proprio tra quelli che intendono recedere (Sarrabus, Gergei e Barbagia di Seulo). Così, invece, sa tanto di ufficio diplomatico di cui, ovviamente, si pagano i costi. Tanto valeva che il Commissario scegliesse il salotto di casa sua.»

«Naturalmente questo ufficio diplomatico della “nuova” Provincia (sulla cui legittimità ci sarebbe tanto da discutere) ha dei costi che probabilmente potranno essere sostenuti quest’anno, visto che l’ente parte dall’anno zero. Ma di sicuro non l’anno prossimo, considerato che il rischio default è dietro l’angolo a causa degli accordi capestro sottoscritti tra Governo e Regione-scendiletto. Se Erriu, quando parlava di razionalizzazione, intendeva questo, allora forse si è spiegato male. Noi siamo certi – conclude Ignazio Locci – che l’operazione sia uno sberleffo a danno dei sardi, di cui l’assessore e la Giunta dovranno rendere conto.»