11 January, 2025
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Il Comitato tecnico regionale per l’urbanistica ha dato il via libera alla variante al Puc presentata dal comune di Cagliari su richiesta del Cagliari calcio, in merito al nuovo stadio Sant’Elia e all’impianto provvisorio che ospiterà la squadra rossoblù per tre anni. Il Comitato che si è riunito questa mattina negli uffici di viale Trieste a Cagliari, non ha avuto niente da eccepire in merito alla proposta avanzata dall’Amministrazione comunale del capoluogo.
«È un nuovo, importante passo in avanti verso la realizzazione di un’opera di pubblica utilità per tutta la Sardegna», commenta l’assessore dell’Urbanistica Cristiano Erriu.
«La Regione, e in questo caso il CTRU, hanno adempiuto in tempi strettissimi a tutti i passaggi previsti dalle normative vigenti. Va pure detto – conclude Cristiano Erriu – che il continuo confronto tra gli uffici tecnici delle due Amministrazioni ha permesso di procedere in maniera collaborativa ed efficace in tutti questi mesi e il lavoro preparatorio ha consentito di ridurre al minimo i tempi del percorso.»

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Si è svolta oggi la seduta congiunta del Consiglio regionale e del Consiglio delle autonomie locali (Cal) sullo stato delle autonomie locali della Sardegna.

Il presidente Gianfranco Ganau, in apertura di lavori, ha auspicato che l’incontro con il Cal segni l’avvio di un rapporto più stretto con il Consiglio regionale: «Perché una continua e corretta dialettica è alla base per un’adeguata gestione delle criticità che affliggono la nostra isola». Ganau ha proseguito ricordando la ormai imminente discussione in Aula della Legge stabilità 2017 ed ha evidenziato come la finanziaria sia chiamata a confronto con le emergenze della Sardegna che, ha proseguito il presidente, se non opportunamente affrontate “si ripercuotono sugli enti locali e i sindaci che rappresentano il riferimento diretto dei cittadini. «Le mancate risposte – ha spiegato Ganau – provocano gravissime tensioni sociali ed ai sindaci va tutta la nostra solidarietà e il nostro supporto».

Il massimo esponente dell’assemblea sarda ha poi ricordato ruolo e funzioni del Cal ed ha affermato che è necessaria la revisione della istitutiva del Consiglio delle autonomie locali (legge1/2005), in particolare per ciò che attiene i cosiddetti pareri («in caso di parere contrario, per esempio, bisognerebbe prevedere l’obbligo di ritorno in commissione del provvedimento per una nuova audizione ed una delibera motivata della commissione»).

Nella fase finale del suo articolato intervento, Gianfranco Ganau, ha posto l’accento sulle riforme della legislatura (principalmente sanità, enti locali e Forestas) e, soprattutto, sull’opportunità che queste siano condivise nei territori («la riforma sanitaria viene percepita come un’azione che sottrae servizi ai territori piuttosto che come efficientamento e miglioramento nella qualità dei servizi»).

«Siamo chiamati ad un confronto sulle criticità di sempre – ha spiegato il presidente – come il tema dell’insularità o quelli legati alla specificità della nostra terra che a causa della sua dispersione demografica non consente l’applicazione automatica di parametri nazionali». «Anche su questi temi – ha concluso Ganau – abbiamo l’obbligo di confrontarci per definire una piattaforma comune di riconoscimenti dovuti che sappia superare le differenze di appartenenza e rilanci la vertenza Sardegna».

Il presidente del Cal, Andrea Soddu, ha aperto il suo intervento con un messaggio di collaborazione e cooperazione con il Consiglio regionale ed ha affermato: «Vogliamo aprire una stagione di riflessione intorno ai temi cruciali per lo sviluppo della Sardegna ed aprire un dialogo serrato sulle questioni fondamentali per la crescita e il lavoro».

Il neo presidente del Cal ha quindi illustrato il “nuovo metodo di lavoro” adottato dal Consiglio delle autonomie e la costituzione di sette commissioni di lavoro (tra queste: trasporti, scuola, protezione civile, finanza locale, riforme della Regione) per “costruire una gamma di proposte da offrire al Consiglio regionale”.

Il primo cittadino di Nuoro ha insistito sulla volontà degli amministratori locali di voler risolvere i troppi problemi che affliggono l’Isola ed ha auspicato un progetto di riforma strutturale della Regione secondo i principi di sussidiarietà, efficienza e adeguatezza. «La Regione così come è – ha dichiarato il numero uno del Cal – è malata di centralismo e dopo la legge di riordino degli Enti locali attendiamo la legge di riforma della Regione».

In conclusione del suo intervento il sindaco di Nuoro ha auspicato un “ripensamento delle risorse”: «I Comuni sono ormai in brache di tela e in alcuni casi sono persino impossibilitati a pagare gli stipendi».

Il sindaco di Padru, Antonio Satta, ha ricordato ruolo e funzioni dei Comuni («sono l’ossatura della democrazia nel nostro paese e meritano attenzione particolare», nonché le difficoltà dei sindaci («devono amministrare la disperazione»).
Il leader Upc nell’Isola ha quindi auspicato un incremento delle risorse destinate al sistema degli Enti Locali e l’apertura dei cosiddetti nuovi “spazi finanziari” («nonostante gli sforzi gli stanziamenti non sono sufficienti e arrivati a marzo dobbiamo ricevere ancora parte dei fondi del 2016»). «La Sardegna – ha concluso Satta – ha bisogno di più risorse per crescere e per sostenere il cambiamento».

La sindaca di Fonni, Daniela Falconi, ha definito il Comune “come l’osservatorio privilegiato sulla vita delle persone che permette agli amministratori di toccare con mano ogni singolo dolore e ogni singola gioia delle persone amministrate”. «Dalle nostre decisioni – ha aggiunto – dipende il futuro delle persone che amministriamo e gli attentati agli amministratori rischiano però di uccidere le forme libere di impegno pubblico nelle nostre comunità».

Falconi è entrata quindi nello specifico di temi e situazioni che decisi dalla Regione hanno ripercussioni “devastanti” nei territori e nelle comunità dell’isola. «Nel mio paese – ha dichiarato – con l’Asl unica 100 paziente psichiatrici non hanno più assistenza ed è evidente quanto si destabilizzante per l’esistenza di centinaia di miei compaesani».

Daniela Falconi ha quindi rivolto il primo appello al Consiglio: «Prima di votare un provvedimento accertatevi quali siano le ricadute sociali ed umane nei territori della Sardegna» e delle zone interne («il crollo demografico nei nostri paesi deve essere contrastato con politiche fiscali nuove e politiche che tengano contro delle peculiarità dei nostri territori»). «La Sardegna – ha dichiarato Falconi – non esiste senza Cagliari e senza Sassari ma non esisterebbe senza i suoi paesi». La sindaca ha quindi concluso il suo intervento auspicando una modifica della legge di riordino degli Enti che tenga conto degli esiti referendari sul mantenimento delle province: «Basta gestioni commissariali, si convochino le elezioni».

Il sindaco di Sarroch, Salvatore Mattana non ha nascosto il rammarico per le aspettative tradite in ordine all’istituzione del Cal («non esercita come dovrebbe il suo ruolo») ed ha definito le Autonomie locali “la spina dorsale del Paese e il primo interlocutore dei cittadini”.

Mattana ha evidenziato le difficoltà finanziarie e di bilancio delle amministrazioni locali («col pareggio di bilancio il sistema è ancora più rigido e si blocca l’avanzo di amministrazione») ed ha chiesto al Consiglio regionale che siano ripristinati gli stanziamenti (8 milioni di euro) sul fondo unico degli Enti locali. Il primo cittadino di Sarroch ha concluso con l’invito alla Regione perché sia “sanata” la mancata partecipazione del Cal alla conferenza delle Regioni.

Il sindaco di Tergu, Gianfranco Satta, ha denunciato la progressiva riduzione di risorse e competenze per il Cal ed ha elencato una serie di criticità nei rapporti con la Regione anche per ciò che attiene lo scarso “peso” attribuito alle Autonomie locali in seno ad Area e Forestas. «È necessario invertire la rotta – ha dichiarato Satta – e garantire il protagonismo del Cal nella programmazione territoriale e nel piano di sviluppo rurale».

«Non mettete i territori gli uni contro gli altri – ha insistito il primo cittadino – è dal 1990 che leggo nei i documenti per lo sviluppo dei territori il riferimento all’integrazione tra costa e interno, per questo affermo che bisogna prevedere opportune premialità per chi persegue tali obiettivi nella costituzione degli ambiti territoriali ottimali».

Il presidente del Cal Andrea Soddu, intervenendo in sostituzione del Sindaco di Padru Antonio Satta che aveva preso la parola in precedenza, ha manifestato la preoccupazione dei Sindaci per i problemi del personale di Forestas «per la situazione che si sta venendo a creare anche in prospettiva della prossima stagione antincendi». Abbiamo chiesto, ha ricordato, «un incontro con l’assessore dell’Ambiente ed i capigruppo che non è avvenuto, ma vogliamo ribadire che ci teniamo molto a dire la nostra e confrontarci con il Consiglio, ascoltando sia le preoccupazioni dei lavoratori che quelle dei territori». Colgo l’occasione, ha concluso il presidente del Cal, «per esprimere solidarietà e vicinanza al Sindaco di Sorso Giuseppe Morghen, componente del Cal, perché stanotte è stata data alle fiamme la porta di ingresso del Comune, ennesimo attentato che richiama alla nostra attenzione il problema della sicurezza e della legalità nelle nostre comunità».

Il presidente del Consiglio Ganau, a nome dell’Assemblea, ha espresso al Sindaco di Sorso la solidarietà del Consiglio regionale.

Aprendo la serie degli interventi dei consiglieri regionali, il capigruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha detto che «i temi sottoposti dai sindaci all’attenzione del Consiglio sono il segnale importante di un malessere profondo, per cui va senz’altro raccolto l’appello a fare fronte comune, anche se emerge la mancanza di una idea comune della Sardegna, che deve vedere il Cal protagonista come seconda istanza istituzionale dell’isola». Manca una visione comune, ha ribadito Dedoni, «una idea guida, sostenuta a nome di tutta la Sardegna al di là degli schieramenti nei confronti dello Stato, a cominciare dal problema delle entrate; questo deve essere il tema centrale della battaglia dell’unica grande isola del Mediterraneo, del suo sviluppo, di una crescita che riesca ad includere giovani, famiglie ed imprese». No alle guerre fra schieramenti e governi regionali di questo o quel colore, ha concluso esponente dei Riformatori, «perché il risultato reale è che i problemi che abbiamo di fronte sono sempre gli stessi, invece dico sì alla leale collaborazione fra istituzioni autonomistiche».

Per il Psd’Az il capogruppo Angelo Carta ha detto di non essere interessato «ad un rito che si ripete uguale a se stesso, dato che la Costituzione indica ruoli e competenze delle istituzionali regionali e locali e forse, quando si è fatta la riforma in Sardegna, si è tralasciato proprio l’aspetto organizzativo e del ruolo degli Enti locali». Non esiste autonomia senza autonomia finanziaria, ha sostenuto Carta, «e ciò è accaduto perché, sotto questo profilo, la Regione si è comportata esattamente come lo stato nei confronti della Regione, con Province e Comuni pieni di progetti che poi rimangono lettera morta perché non si riesce a realizzarli, se non attraverso i bandi dove qualcuno fa la parte del leone e gli altri rimangono a bocca asciutta». Questa, ha terminato, «è la violazione più evidente del principio di sussidiarietà ed insieme la chiave per far ripartire lo sviluppo della Sardegna».

Daniele Cocco, capogruppo di Sel, ha detto, rivolgendosi ai sindaci, di non volersi trovare nelle loro condizioni pur essendo un sindaco «ed ha ragione il sindaco di Fonni Daniela Falconi sulle zone interne, io stesso credevo che con la riforma avessimo cominciato a risolvere i problemi dei territori sancendo i principi della sussidiarietà e della perequazione fra aree diverse ma ancora i risultati non si vedono». Però, ha osservato, «a questi problemi non può rispondere solo la Regione, tutti dobbiamo aprire una nuova vertenza con lo Stato per avere le risorse che ci spettano, altrimenti non potremo concretamente rispondere alle domande che i rappresentanti delle autonomie hanno posto con forza». Oggi sono qui alcuni lavoratori demansionati di Forestas, ha concluso Cocco, «per una decisione del vertice dell’Agenzia; incontriamoci dopo la seduta con il Cal perché il problema è davvero urgente, abbiamo completato le audizioni ed ora dobbiamo decidere perché i cantieri sono fermi in tutta la Sardegna».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu, dopo aver ricordato l’esito del referendum del 4 dicembre scorso, ha sostenuto che «anche la riforma degli Enti locali varata dal Consiglio regionale contiene profili di incostituzionalità ed accanto a questi temi c’è l’urgenza di ricostituire gli enti territoriali intermedi fra Regione e Comuni, perché Città metropolitana e unioni dei Comuni sono organismi senz’anima e non in grado di perseguire l’interesse generale; c’è in altre parole un disordine istituzionale che crea una gravissima incertezza ed allontana le istituzioni dai cittadini, anche per i tagli pesantissimi delle risorse che non consentono di assicurare i servizi di pubblica utilità, per cui la Sardegna ha bisogno di una vera riforma».

Il presidente del gruppo Cps Pierfranco Zanchetta ha affermato che «le istanze dei sindaci della Sardegna sono condivisibili compresa la bacchettata che richiama l’attenzione del Consiglio su una certa mancanza di sensibilità istituzionale e non solo di risorse; dobbiamo fare di più per i Comuni della Sardegna ma l’Aula del Consiglio non deve mai diventare il luogo del conflitto, piuttosto quello da cui parte una rivendicazione forte della Sardegna nei confronti dello Stato per il riconoscimento reale dello status di insularità e della nostra specificità». Neve mare e montagne sono risorse di tutta la Sardegna, ha aggiunto citando l’intervento del sindaco di Fonni, «e su questo dobbiamo tutti lavorare, la recente riforma va consolidata e potenziata ma non basta; i territori vanno ascoltati, a cominciare dalla Gallura che ha chiesto un riconoscimento istituzionale non per tornare indietro ma per andare avanti verso la costituzione della provincia del nord est».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha dichiarato che «in questo periodo stanno arrivando al pettine molti nodi che toccano da vicino gli Enti locali e le loro risorse e bisogna chiedersi se ciò dipende dallo Stato o dalla Regione». La Sardegna in particolare, ha detto Congiu, «è l’unica nel cui ordinamento è presente il fondo unico per gli Enti locali e nella stessa riforma degli Enti locali è stato inserito il principio della perequazione fra territori, anche questo unico nel panorama nazionale; sono due segni di attenzione della Regione verso i Comuni, attenzione che possiamo migliorare ma con attenzione ai dati reali nell’ottica di un ragionamento complessivo fra parti dello stesso sistema perché la vera controparte non può che essere lo Stato e, da questo punto di vista, auspico che si apra davvero una stagione nuova».

Il consigliere Pietro Cocco, capogruppo del Pd, ha ricordato che «quando si decise di istituire il Cal fu per rendere partecipi i Comuni dell’attività delle istituzioni autonomistiche come secondo organo costituzionale e, quanto alla retorica, possiamo evitarla se tutti svolgiamo fino in fondo il loro ruolo, in una dialettica che può essere anche forte in qualche caso, ma orientata all’interesse generale». Per amore di verità, ha continuato Cocco, «bisogna riconoscere che la Regione trasferisce 620 milioni l’anno ai Comuni attraverso il fondo unico, fatto senza precedenti in Italia, oltre a trasferimenti su servizi sociali nell’ordine di 350/400 milioni l’anno, cifra che ci vede al quarto posto al livello nazionale». Abbiamo preso l’impegno di fare importanti riforme in questa legislatura, alcune le abbiamo fatte come quella degli Enti locali ed altre le stiamo concludendo, come quella della sanità sulla quale ci confronteremo nel merito per dare vita ad una nuova rete ospedaliera che garantisca lo stesso livello di servizi a tutti i sardi».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha sostenuto che «dal dibattito è emerso un dato inconfutabile, lo stato pessimo del rapporto fra Regione ed Enti locali, così come è inconfutabile la scarsa attenzione verso il Consiglio delle autonomie locali, forse perché ci siamo abituati ad esercitare un ruolo, dimenticando il Cal quando si è trattato di partecipare al procedimento legislativo». La Regione, ha protestato Pittalis, «accentra ruoli e funzioni e si comporta come fa lo Stato con la Regione, riproducendone gli stessi vizi, infatti nella realtà il ruolo degli Enti locali nella programmazione è inesistente e la Regione, come ha fatto nell’emergenza neve, ha fatto lo scaricabarile». Abbiamo salutato con favore l’elezione del Sindaco di Nuoro Soddu alla presidenza del Cal anche per il metodo, ha concluso il capogruppo di Forza Italia, «ma questo non deve farci dimenticare che prima questo organismo aveva una posizione supina rispetto alla Regione». Riferendosi infine alla vicenda dei lavoratori di Forestas, Pittalis ha accusato la maggioranza di «girare intorno ai problemi, come sull’immigrazione e la protezione civile, invece i problemi bisogna aggredirli altrimenti, dopo questa riunione, tutti torneremo a casa e le cose saranno rimaste tali e quali».

A nome della Giunta l’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu ha ricordato l’importante volume di risorse che la Regione trasferisce agli Enti locali. Il fondo unico 2016, ha detto, «è stato pagato per l’80% più tutti i residui degli anni precedenti per un totale di circa 800 milioni di euro che consentiranno alle amministrazioni locali di superare gli annosi problemi di liquidità». Dopo il documento dei Sindaci dell’11 novembre scorso in cui si manifestava preoccupazione per i numerosi cantieri bloccati a causa dell’introduzione del bilancio armonizzato che indubbiamente ha rallentato la macchina amministrativa, Erriu ha fatto cenno alla «battaglia comune contro il taglio delle risorse agli enti intermedi che la Regione ha vinto grazie al lavoro di squadra fatto con le rappresentanze degli Enti in conferenza unificata». Contesto invece la lettura negativa dello stato di attuazione della riforma, ha proseguito Erriu, «una legge fondamentale che dà grande ruolo ai comuni; è vero che ci sono ritardi ma non solo della Regione, ci sono Unioni che sono più avanti, lavorano, gestiscono funzioni e risorse, ed altre che sono in ritardo, ma la conferenza Regione-Enti locali ha lavorato praticamente ogni settimana su moltissime partite aperte di enorme importanza come banda ultra larga, zone interne, sicurezza e legalità». Quanto alle province, ha affermato ancora Cristiano Erriu, «bisogna ridare voce alla democrazia di secondo livello e lo faremo subito dopo il turno delle amministrative, per far funzionare meglio i territori anche nella prospettiva di una regionalizzazione della finanza locale che rivendicheremo nei confronti dello Stato, sul piano generale per avere le risorse necessarie per fare fronte alle spese correnti e svolgere le funzioni fondamentali, e su problematiche particolari come l’Imu e le concessioni demaniali il cui gettito deve restare in Sardegna».

L’assessore della Programmazione Raffaele Paci, in apertura, ha riconosciuto che «il superamento del patto di stabilità e lì introduzione del bilancio armonizzato hanno rallentato l’azione della macchina amministrativa regionale che ora però sta recuperando mentre, nel tavolo col governo, si sta affrontando il grande tema della regionalizzazione della finanza locale, battaglia importante dell’autonomia sulla quale siamo tutti d’accordo perché in concreto i vincoli della Regione si riversano poi sui Comuni, anche in Sardegna abbiamo introdotto sono forti devoluzioni verso la periferia». Il governo regionale, ha proseguito Paci, «è impegnato anche nella battaglia su accantonamenti come seconda fase di vertenza entrate e puntiamo ad una risposta importante perché senza queste risorse non si riesce a rispondere ai territori». Per quanto riguarda la programmazione territoriale, l’assessore ha affermato che «copre quasi tutta la Sardegna e sta dando buoni risultati con progetti di qualità sullo sviluppo locale, soprattutto su aree interne e in coerenza con le vocazioni del territori, completando la ricucitura fra coste ed aree interne». Rivolgendosi infine al Cal, Raffaele Paci ha definito molto positiva l’elezione dei nuovi vertici, assicurando che la Giunta recepirà per intero le istanze di collaborazione e maggiore rappresentanza che le sono state sottoposte.

Conclusa la riunione congiunta con il Cal, il Consiglio è passato, in seduta ordinaria, all’esame della proposta di modifica della legge n.25 del ’98 (Organizzazione e funzionamento delle compagnie barracellari), arrivata in aula con procedura d’urgenza ai sensi dell’articolo 102 del Regolamento interno.

Non essendoci iscritti a parlare, il presidente Ganau ha messo in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato dall’Aula.

Il presidente ha quindi aperto la votazione del testo della legge, composto da un solo articolo, che è passato all’unanimità (43 voti su 43 votanti).

Il provvedimento approvato dall’Assemblea interviene sul comma 6 dell’art. 13 della legge 25/1998  stabilendo che ogni componente delle compagnie barracellari riveve una patente vidimata dal sindaco secondo modalità indicate con decreto assessoriale. Con lo stesso decreto, inoltre, si disciplinano,  nel rispetto del divieto di assimilazione a quelle militari, le caratteristiche delle uniformi e degli elementi identificativi da apporre su mezzi e strumenti operativi degli addetti al servizio barracellare.

Chiuso l’esame della proposta di legge, il presidente Gianfranco Ganau ha dichiarato chiusa la seduta e convocato la Conferenza dei capigruppo.

Il Consiglio sarà convocato a domicilio.

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Rilanciare l’edilizia per smuovere l’economia della Sardegna, garantendo regole certe, chiare, un taglio netto alla burocrazia e maggiore assistenza ai Comuni e agli imprenditori. Tutto quello, insomma, che la Regione non ha ancora fatto, perché inconsapevole della strategicità del settore edile. Un comparto che paga a caro prezzo il fallimento della Giunta di Francesco Pigliaru, così come certificato dalla relazione sul “Monitoraggio degli interventi e delle trasformazioni urbanistiche ed edilizie al 31/12/2016” di cui alla legge regionale 8/2015.

In particolare, analizzando la parte degli incrementi volumetrici, seppure solo due terzi dei Comuni sardi abbiano trasmesso i dati, possiamo valutare senza alcun dubbio come irrilevanti ai fini economici gli interventi sul patrimonio edilizio esistente. Troppo pochi, quasi un’inezia (si veda relazione in allegato). In generale non mancano le richieste, i progetti e le risorse che i privati vorrebbero investire, ma il tappo del rilancio sta tutto nella complessità delle regole, nell’incertezza e nella paura che regnano sovrane negli uffici per l’edilizia privata dei Comuni. E ancora: nella scarsa assistenza che la Regione offre agli enti e agli imprenditori.

A nulla è servita, in sostanza, la legge sulla semplificazione amministrativa approvata nel 2016 (peraltro ancora inattuata). Questi dati, così impietosi, ci dicono con forza che non sono state ancora create le condizioni per il rilancio del settore edile. È chiaro che non possiamo attendere i tempi della nuova legge urbanistica (che l’assessore Cristiano Erriu promette a cadenza ormai mensile da inizio mandato): superare il Piano Paesaggistico regionale di soriana memoria non sarà affatto semplice, soprattutto per via delle grandi differenze di sensibilità sul tema insistenti nello stesso centrosinistra. 

La soluzione immediata, dunque, è concentrare l’attenzione su una modifica radicale della legge 8/2015, prevedendo misure più liberali e imboccando, nel contempo, la strada della semplificazione amministrativa. Non possiamo attendere oltre. Ogni mese che passa il settore perde aziende e posti di lavoro. L’economia sarda non può più sottostare ai tempi di questa Giunta.

Ignazio Locci

Vicepresidente del Consiglio regionale

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«L’intesa Governo-Regione sulla ripartizione delle risorse a Province e Città metropolitana della Sardegna è il solito accordo al ribasso siglato dalla Regione, figlio della sudditanza di questa Giunta nei confronti del Governo centrale.»

A sostenerlo è Ignazio Locci (Forza Italia), vicepresidente del Consiglio regionale. «Come ben sa l’assessore Cristiano Erriu, che in maniera del tutto superficiale oggi dice che “Abbiamo posto rimedio a una grave ingiustizia” – aggiunge Ignazio Locci -, i 20 milioni previsti per il 2017 non sono sufficienti per far quadrare i conti degli enti di area vasta. Solamente il fabbisogno della Città metropolitana di Cagliari è di 28 milioni di euro. E se a questo aggiungiamo quanto occorre per le altre Province (26 milioni sempre per l’anno corrente), il totale delle risorse mancanti è di 34 milioni di euro. Fondi di cui non vi è traccia in Finanziaria».

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Accordo raggiunto tra Regione e Governo, dopo diverse settimane di trattative, sulla ripartizione delle risorse alle Province sarde e alla Città metropolitana di Cagliari. La Conferenza Unificata ha espresso l’intesa sul DPCM che distribuisce le risorse, stanziate dalla legge di stabilità per il 2017, per le Province e le Città metropolitane. L’iniziale esclusione delle Province sarde e della Città metropolitana di Cagliari è stata definitivamente superata. È passato il principio secondo il quale gli enti che partecipano al risanamento della finanza pubblica, come gli enti di area vasta della Sardegna, devono partecipare anche al riparto delle risorse per “calmierare” i tagli subiti in questi ultimi anni.
L’intesa, raggiunta anche grazie al lavoro congiunto con Anci, Cal e con la Conferenza permanente Regione-Enti locali che ieri è stata convocata dall’assessore Cristiano Erriu per condividere la soluzione prospettata dal Governo, prevede che agli enti di area vasta dell’Isola saranno riconosciuti 20 milioni di euro per il 2017 e 30 milioni dal 2018. Il risultato raggiunto ha consentito di mettere a regime 30 milioni di euro a partire dal prossimo anno, che saranno decurtati dai “tagli” introdotti con la legge di stabilità per il 2015.
«Abbiamo posto rimedio a una grave ingiustizia – commenta l’assessore Cristiano Erriu -. Ritengo sia risultata strategica l’intesa raggiunta ieri con i rappresentanti delle autonomie locali (Anci, Cal, Aiccre e Asel) e il sindaco della Città metropolitana di Cagliari. In questo modo garantiamo la continuità amministrativa e la qualità dei servizi erogati ai cittadini.»
«Nella Conferenza Regione-Enti locali di ieri – aggiunge Cristiani Erriu – è stato condiviso anche un principio importante per il sistema delle autonomie locali, che è quello dell’avvio delle trattative con lo Stato per la gestione in capo alla Regione dell’intero sistema della finanza locale. Sarà un passo fondamentale per esercitare appieno la nostra autonomia statutaria, come è stato fatto negli anni passati dalle altre Regioni a Statuto speciale.»

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La Regione, insieme alle Prefetture della Sardegna e all’Anci, ha sottoscritto l’Atto Aggiuntivo, dedicato ai sistemi tecnologici di videosorveglianza, del Protocollo “Sicurezza integrata” per la promozione e la diffusione della cultura e della legalità siglato il 4 marzo del 2015.
In rappresentanza del presidente Francesco Pigliaru ha firmato il documento l’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu. Erano presenti, per la sottoscrizione, i prefetti Giuliana Perrotta (provincia di Cagliari), Giuseppe Marani (provincia di Sassari), Daniela Parisi (provincia di Nuoro) e Giuseppe Guetta (provincia di Oristano), e il presidente dell’Anci Sardegna Emiliano Deiana.
In 80 comuni e in 5 tra Unioni e aggregazioni di Comuni vengono realizzate, grazie ai fondi stanziati dalla Regione e con il coordinamento dell’assessorato degli Affari generali, le reti che daranno vita a un articolato sistema di videosorveglianza.
Con l’Atto Aggiuntivo si vuole rafforzare la rete attraverso un reale coordinamento tra i diversi livelli: statale, regionale e locale.
Gli enti locali destinatari dei finanziari regionali, in base al documento sottoscritto in data odierna, si impegnano a sottoporre al competente Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica i progetti preliminari delle reti di videosorveglianza allo scopo di creare un sistema davvero integrato in linea con la direttiva del ministro dell’Interno del 2 marzo 2012. Il Comitato provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica è l’organismo a cui è affidata la valutazione strategica anche per quanto attiene all’organizzazione e all’attuazione dei servizi di prevenzione e controllo del territorio.
Molti comuni sono in una fase avanzata di progettazione e stimano di poter completare le opere entro il 2017. La fine dei lavori è prevista entro la metà del 2018. La Regione, nello scorso mese di dicembre, ha trasferito i fondi a 36 amministrazioni. In questi centri, a breve, verranno avviate le gare per gli interventi e nel giro di pochi mesi le opere saranno completate.
Le cifre per realizzare le opere ammonta a 7 milioni e 150mila euro. L’esecutivo guidato da Francesco Pigliaru ha previsto maggiori risorse e ampliato il quadro dei Comuni beneficiari. Verrà garantito un costante monitoraggio video nei luoghi nevralgici allo scopo di prevenire atti illeciti e di ridurre fenomeni di illegalità. Le telecamere, installate nei comuni, saranno collegate alla rete telematica regionale. Presso il data center della Regione verrà realizzato il nodo di gestione di tutto il sistema.
I Comuni ammessi al finanziamento sono 80 (32 con popolazione fino a 2mila abitanti, 25 con popolazione fino a 5mila abitanti e 23 quelli con più di 5mila abitanti). Sono poi coinvolte nel progetto l’Unione dei Comuni dell’Anglona e della Bassa Valle del Coghinas, l’Unione dei Comuni “Alta Gallura”, la Comunità Montana n. 5 del Nuorese, l’Aggregazione Comuni Orgosolo e Urzulei e l’Unione dei comuni del Terralbese. Per questi interventi sono disponibili 6 milioni e 900mila euro.

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La Giunta regionale, riunita oggi a Villa Devoto, sotto la direzione del presidente Francesco Pigliaru, su proposta dell’assessore Cristiano Erriu e sentito il parere della Conferenza permanente Regione-Enti locali, ha approvato gli aggiustamenti alle Linee guida per la predisposizione dei Piani di utilizzo dei litorali (PUL), che costituiscono le direttive con cui la Regione disciplina l’esercizio delle funzioni amministrative in materia di demanio marittimo destinato ad uso turistico-ricreativo.
Su proposta dell’assessore della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano, l’Esecutivo ha deliberato di non sottoporre all’ulteriore procedura di valutazione di impatto ambientale (VIA), condizionato a prescrizione, il progetto relativo agli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico ricompresi nel comune di Ballao. Esclusi da VIA, sempre condizionati a prescrizioni, anche gli interventi per un impianto di smaltimento e recupero di rifiuti non pericolosi, con capacità complessiva superiore a 10 t/giorno, nel comune di Marrubiu e per gli impianti di fotovoltaico nella zona industriale di Macchiareddu: uno per una potenza nominale 8,84 MWp, in località Planemesu e l’altro per una potenza nominale 9,87 MWp in località Su Murmureri.
Con tre distinte delibere la Giunta ha attribuito o modificato le denominazioni di altrettante Associazioni di Emigrati sardi. In Piemonte cambia nome l’“Associazione dei Sardi in Torino – Kintales”, che diventa “Associazione dei Sardi in Torino – Antonio Gramsci” e viene attribuita la denominazione di “Associazione dei Sardi S’Incontru” all’organismo con sede a Gionzana, nel Comune di Novara. In Spagna viene invece autorizzata la doppia denominazione, in lingua catalana e sarda, per la locale associazione di sardi all’estero: “Associació de Sards a Catalunya – San Salvador d’Horta” e “Assòtziu de sos Sardos in Catalugna – San Salvador d’Horta”.

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Si allarga il dibattito sul progetto di rilancio produttivo dello stabilimento Eurallumina, dopo il via libera della conferenza dei servizi, arrivato l’8 febbraio nonostante il parere contrario, ritenuto non vincolante, del soprintendente del MIBACT Fausto Martino. Sull’argomento è intervenuto, tra gli altri, Franco Meloni, ex direttore generale dell’Azienda ospedaliera Brotzu di Cagliari ed ex consigliere regionale, con alcuni post pubblicati sul suo profilo facebook, dei quali ne pubblichiamo uno.

«Non soddisfatto del suo parere contrario alla riapertura dell’Eurallumina, il sovrintendente Fausto Martino è tornato sull’argomento rilasciando soddisfatte dichiarazioni all’Unione Sarda.

Non solo difende il suo parere, questo lo capisco, ma insiste anche sul nuovo deposito dei fanghi rossi, il “budino” lo chiama lui, che sarebbe troppo alto e che comunque lui non vuole, perché resterebbe alle prossime generazioni e dovrebbe essere comunque sorvegliato e manutenuto.

E beh? Ammesso e non concesso che sia così, non si può sorvegliare e manutenere?

Ma il punto è un altro e cioè che mentre la prima parte del suo discorso è accettabile, sebbene non condivisibile, e rientra nelle sue competenze, la seconda è davvero fuori tema  e qualcuno dovrebbe occuparsi di questa esondazione opinionistica del tutto non richiesta e, a mio parere, impropria per un importante funzionario pubblico.

In che qualità esprime il parere sulla dannosità sanitaria del bacino dei fanghi rossi nel futuro?

Perché lui, che è il sovrintendente all’Archeologia, alle Belle Arti e al Paesaggio, si occupa di salubrità ambientale?

Cosa c’entra ? E’ forse un epidemiologo? Un igienista?

E, non contento di questo, il dr. Martino sfrutta il momento di pubblicità per fare anche lo spiritoso, informandoci che il “budino” dei fanghi rossi sarebbe per sempre, come il “diamante della pubblicità” dice il sovrintendente, evidentemente soddisfatto del suo senso dell’umorismo.

Illustre Sovrintendente, c’è poco da fare gli spiritosi, in questa vicenda sono in ballo centinaia di posti di lavoro, la speranza di una vita decente per tante persone che il 27 del mese si sognano il suo stipendio sicuro, gente che grazie alla riapertura dell’Eurallumina sogna un futuro dignitoso per i propri figli.

Quindi per cortesia si contenga e riservi il suo senso dell’umorismo a situazioni più consone.

Per una volta sono costretto a dare ragione ad un assessore della Giunta Pigliaru, Cristiano Erriu che parla di accanimento ideologico, ma soprattutto devo fare mie le parole del rappresentante degli operai Pirotto.

Se passa il principio che sulle coste non si possono fare interventi di nessun tipo, neanche in quelle già compromesse da insediamenti industriali (come Portovesme), chiuderebbero tutte le industrie sarde, e non solo sarde.

E, guardate, io non escludo che questo si possa anche decidere, per difendere l’ambiente potrebbe essere opportuno, dobbiamo sempre ricordare che è in ballo il futuro dei nostri figli e bisogna pensarci bene prima di prendere decisioni delicate come queste, ma quello che non si può accettare che questo lo decida un funzionario. 

Spiritoso, per giunta.»

Franco Meloni

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Prosegue l’attività di monitoraggio e di confronto della RSU Eurallumina con i vari enti coinvolti nella fase autorizzativa successiva alla conferenza dei servizi. Stamane, presso gli uffici del Parco Geominerario, ente che ha avuto un ruolo importante nel supplemento della conferenza dell’8 febbraio, si è svolto un incontro tra il commissario straordinario Giovanni Pilia e la RSU Eurallumina. A seguire, presso l’assessorato regionale degli Enti locali ed Urbanistica, la RSU è stata ricevuta dall’assessore Cristiano Erriu e dalla direttrice regionale dell’ente Elisabetta Neroni. Nel corso dell’incontro sono state verificate nel dettaglio quali competenze ed azioni di carattere tecnico e amministrativo verranno svolte sino alla conclusione della fase procedurale in corso. Le interlocuzioni continueranno con un calendario di verifiche periodiche.

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Gli esiti della Conferenza dei Servizi relativi alla procedura VIA per la ripresa produttiva dell’Eurallumina sono chiari a tutti: 23 pareri positivi; 1 (last minute) contrario sul “paesaggio”, ritenuto non ostativo e vincolante. Unico NO rimasto e sul quale trovano appiglio alcune delle strumentalizzazioni di natura pseudo ambientalista e politico populista in atto in questi giorni.

23 pareri positivi frutto di 930 giorni di analisi, di verifica e di rispondenza alle normative sempre più restrittive di cui, i noti personaggi, come al solito, dimostrano di non tenere in alcun conto, cosi come degli 8 anni di mobilitazione delle Tute Verdi per la riconquista del Lavoro e della Dignità per loro e per il Territorio. Non ci sfugge e invece ci preoccupa il livello di decadimento comunicativo di alcuni rappresentanti delle istituzioni che, probabilmente vedendo la possibilità di una insperata e gratuita visibilità, si spingono ad affermazioni prive di qualsiasi fondamento scientifico, piuttosto che normativo, fino a sconfinare nel catastrofismo da codice penale nazionale (“omicidi”) ed internazionale (“genocidi”).

Per questo apprezziamo e sosteniamo la fermezza, la coerenza, la responsabilità ed il realismo dell’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu e della Giunta regionale, con la quale si afferma la correttezza delle procedure, del Lavoro degli Enti preposti alla valutazione dei progetti rispetto alle normative, prima ancora che delle scelte dei diversi livelli Istituzionali. Così come ne condividiamo l’analisi sull’accanimento ideologico e pregiudiziale verso l’Industria e verso il Sulcis Iglesiente.

Territorio che ha 128mila abitanti dei quali 37.860 disoccupati iscritti ai CSL; con la disoccupazione al 40% e quella giovanile e femminile al 77%. Territorio di cui si riempiono la bocca alcuni “professionisti” della politica e non solo, senza conoscere e spesso confondendo le realtà di cui sparlano a sensazione.

Per quanto ci riguarda ribadiamo che il territorio sta lottando unitariamente per l’uscita dalla recessione, per la ripresa economica e sociale che passa dalla salvaguardia di ogni posto di lavoro, dalla ripresa delle attività produttive, dall’infrastrutturazione e dallo sviluppo equilibrato, sostenibile e compatibile di tutti i settori e delle loro rilevanti potenzialità.

Il tutto rivendicando l’accelerazione dei tempi delle scelte e delle autorizzazioni nell’industria come nel turismo, nell’agricoltura, nell’artigianato, ecc. ecc., nelle bonifiche come nei Servizi, che stanno in capo alle precise responsabilità politiche e Istituzionali, le quali poi non possono che essere subordinate alla sostenibilità ambientale e sociale e al pieno rispetto delle leggi. Infine, quando si arriva alla conclusione di tutte le dovute procedure, di quel Lavoro se ne tenga semplicemente e rispettosamente conto.

Roberto Puddu segretario generale CGIL

Francesco Garau segretario generale FILCEM CGIL