18 July, 2024
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Stamane è stato compiuto un significativo passo avanti verso il rilancio produttivo dello stabilimento Eurallumina di Portovesme.

Nel corso del supplemento della conferenza dei servizi, infatti, è stato ritenuto non vincolante il parere negativo del Mibact su alcuni aspetti di carattere paesaggistico.

Prima di salutare il sì definitivo, si dovranno attendere le integrazioni dell’azienda e la delibera della Giunta regionale che, comunque, dopo il via libera odierno, dovrebbe avere un esito scontato. I lavoratori, comprensibilmente felici dopo otto giorni di occupazione della sala riunioni e di presidio permanente all’esterno del Palazzo della Regione, in viale Trento, hanno annunciato la conclusione della protesta.

L’azienda entro i prossimi due mesi s’è impegnata a presentare ulteriore documentazione utile per la decisione sull’ampliamento del bacino di stoccaggio, dopodiché verranno espletati gli ultimi passaggi richiesti per arrivare alla decisione definitiva.

Al termine della Conferenza di servizi, l’assessore dell’Ambiente, Donatella Spano e il collega degli Enti locali, Cristiano Erriu, il capo di Gabinetto della Presidenza, Filippo Spanu, e il direttore generale Alessandro De Martini, hanno comunicato le conclusioni ai lavoratori.

«La Conferenza dei servizi si è conclusa – ha spiegato Donatella Spano – con pareri differenti tra Ministero dei Beni paesaggistici e la Regione. Il parere ministeriale non è, però, vincolante e ostativo. Per quanto riguarda l’iter, la Rusal ha chiesto almeno un mese per presentare altri documenti. Non appena si concluderà l’istruttoria, predisporremo la delibera sul progetto, che sarà portata in tempi serrati in Giunta. Ringraziamo gli uffici degli assessorati coinvolti che hanno lavorato strenuamente in questi mesi.»

Sull’esito dei lavori della conferenza di servizi arrivano i primi commenti.

«Il completamento dell’istruttoria propedeutica alla delibera di Giunta che dà il via libera al progetto Eurallumina è sicuramente un fatto positivo – dice Emanuele Cani, deputato del Partito Democratico -. Per i lavoratori, che hanno sempre creduto nel progetto e nelle loro capacità lavorative, per il territorio e l’intero sistema produttivo industriale del paese. E’ bene ricordare, infatti, che la raffinazione della bauxite e la produzione di allumina rappresenta il primo anello della filiera dell’alluminio in Italia. Una filiera su cui c’è l’impegno, anche in seguito alla risoluzione presentata in Parlamento, in grado di valorizzare le produzioni industriali metallurgiche e su cui è necessario puntare. Il risultato di oggi – conclude Emanuele Cani – è un passaggio importante cui ne devono seguire anche altri. La nostra attenzione e il sostegno ai lavoratori proseguirà anche in futuro, sino al riavvio degli impianti di Portovesme.»

«Oggi è un giorno importante per i lavoratori dell’Eurallumina e per il nostro territorio – dice da parte sua Daniele Reginali, segretario del Partito Democratico di Carbonia Iglesias -. Far ripartire la produzione di allumina significa dare la possibilità al nostro paese di poter contare nuovamente su un sistema produttivo importante. Da tempo abbiamo manifestato vicinanza e sostegno ai lavoratori che lottano per la riapertura della fabbrica, manteniamo alta l’attenzione affinché la vertenza possa chiudersi al più presto positivamente. Siamo con loro – conclude Daniele Reginali -, lo siamo stati in passato e lo saremo in futuro.»

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«Ancora una volta l’Amministrazione comunale di Sant’Antioco fallisce il tentativo di portare risorse nelle casse municipali.»

Lo scrive in una nota diffusa stamane, Ignazio Locci, vicepresidente del Consiglio regionale, rappresentante del gruppo di Forza Italia.

«La partecipazione al bando 2015 per il finanziamento di Programmi integrati e Piani di riqualificazione urbana – rimarca Ignazio Locci -, segna l’ennesima occasione persa: il comune di Sant’Antioco arriva terzo e perde la possibilità di accedere ai finanziamenti. Parliamo di un bando che avrebbe consentito, sia ai soggetti pubblici che privati, di usufruire di contributi regionali per rifacimento facciate, arredi urbani, etc. Investimenti che, grazie al moltiplicatore, avrebbero generato ulteriori investimenti e, oltre ad abbellire e riqualificare il centro storico cittadino (l’area individuata dal Comune antiochense), avrebbero smosso l’economia, seppur leggermente. Ma anche questa volta manchiamo l’obiettivo. La domanda è: avremmo potuto fare di più, elaborando un progetto capace di scalare la classifica assicurando un punteggio più alto? Io credo di sì.»

«Il comune di Sant’Antioco deve attrezzarsi per essere competitivo, quando si tratta di partecipare ai bandi regionali che mettono in campo risorse. Ciò che tutte le forze politiche possono fare oggi (e io mi metto in testa), è chiedere all’assessore regionale dell’Urbanistica Cristiano Erriu di implementare le risorse, affinché si scorra la graduatoria e anche il nostro Comune possa accedere ai finanziamenti. È un’opportunità ghiotta – conclude Ignazio Locci – che dobbiamo saper sfruttare.»

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Questa mattina, nella sede della Presidenza in viale Trento a Cagliari, si è riunito il Tavolo tra Regione e organizzazioni sindacali rappresentative dei lavoratori del Parco Geominerario. L’incontro è stato convocato per illustrare i risultati delle azioni messe in campo dalla Regione, racchiuse nella delibera approvata lo scorso 13 gennaio dalla Giunta regionale. Alla riunione erano presenti l’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu, i capi di gabinetto della Presidenza e dell’assessorato del Lavoro, Filippo Spanu e Luca Mereu, i direttori generali dell’Aspal e dell’Urbanistica, Massimo Temussi ed Elisabetta Neroni, e il consigliere regionale Pietro Cocco, primo firmatario della legge n. 34 del 2016 che ha disegnato un percorso di rioccupazione per i circa 500 lavoratori licenziati in seguito alla scadenza della convenzione con l’Ati-Ifras, al 31 dicembre 2016.

L’assessore Cristiano Erriu ha annunciato l’avvenuta pubblicazione dell’Avviso per la partecipazione alla manifestazione di interesse, per proporre interventi coerenti con le finalità e le attività del Parco Geominerario storico ed ambientale della Sardegna.

«Oggi – ha detto Cristiano Erriu – abbiamo inviato una lettera agli amministratori straordinari delle quattro province Sarde, al sindaco della Città Metropolitana di Cagliari e agli 84 sindaci dei Comuni compresi nel territorio del Parco Geominerario, per informarli sulla possibilità di partecipare al bando per presentare progetti inerenti alle finalità del Parco: l’avviso è finalizzato alla composizione di un catalogo di interventi per lavori diversi dalla messa in sicurezza, bonifica e riqualificazione dei siti minerari, ma coerenti con le finalità istitutive del Parco Geominerario. Il catalogo includerà tutte le proposte che perverranno al nostro Assessorato e sarà sottoposto alla Giunta regionale che individuerà gli interventi in linea con le finalità delle disposizioni normative contenute nella legge 34/2016. In settimana sarà convocato un incontro con i sindaci per entrare maggiormente nei dettagli. L’Assessorato dell’Urbanistica si mette sin da oggi a disposizione per affiancare gli enti locali che lo richiederanno».

L’Avviso, in scadenza il prossimo 17 febbraio, è pubblicato sul sito www.regione.sardegna.it nella sezione Servizi agli enti locali – Bandi e gare d’appalto.

Nel corso dell’incontro è stata comunicata la conclusione – con un anticipo di quasi un mese rispetto alla data originariamente prevista – della profilazione dei lavoratori da parte dell’Aspal e l’attività preliminare necessaria per la successiva ricollocazione degli stessi. Il Tavolo si riunirà nuovamente, per gli ulteriori aggiornamenti, nella terza decade di febbraio.

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Vertice stamane al ministero dello Sviluppo economico per affrontare i problemi legati agli sviluppi della vertenza Eurallumina. Il ministro Carlo Calenda ha riunito attorno allo stesso tavolo la Regione Sardegna, rappresentata dall’assessore dell’Industria Maria Grazia Piras e i rappresentanti degli azionisti della Rusal, arrivati dalla Russia, guidati da Yakov IItskov, direttore della divisione Allumina della multinazionale proprietaria dello stabilimento di Portovesme.

Dopo lo stop imposto dal ministero dei Beni culturali su problemi di tipo paesaggistico, gli operai hanno lanciato un nuovo appello al sovrintendente dei beni culturali, Fausto Martino. 

Si moltiplicano, intanto, gli attestati di solidarietà. I lavoratori, in occupazione nella sala riunioni del Palazzo di viale Trento e in presidio all’esterno del Palazzo, hanno ricevuto le visite di Felice Floris, con una delegazione del Movimento pastori sardi, del capogruppo del Partito democratico in Consiglio regionale Pietro Cocco e dell’assessore regionale degli Enti locali, Cristiano Erriu.

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Gli assessori degli Enti locali Cristiano Erriu e della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano hanno partecipato ai lavori della Conferenza delle Regioni, che oggi ha discusso dello schema di ripartizione delle risorse previsto dal Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri.
Nel corso della riunione gli assessori hanno illustrato alla Conferenza la richiesta presentata dalla Sardegna sulla partecipazione al finanziamento alle Province e alle Città metropolitane. Erriu e Spano hanno sottolineato con forza che «la Sardegna non può essere esclusa dal riparto del miliardo e 700 milioni di euro spettante alle Regioni, previsto dalla legge finanziaria 2017», facendo riferimento alla parte del DPCM che, di fatto, esclude le Regioni a Statuto speciale. La stessa posizione è stata espressa, nel corso della Conferenza, da tutte le Regioni a Statuto speciale.
La Regione Sardegna ha sollevato anche il problema relativo al mancato riparto, previsto dallo stesso schema del DPCM, di altri 950 milioni di euro a favore di Province e Città metropolitane delle Regioni a Statuto speciale. La discussione è stata comunque aggiornata, perché sul DPCM rimangono numerosi passaggi ancora da discutere e approfondire ed il punto all’ordine del giorno della Conferenza Unificata è stato rinviato alla prossima settimana.

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«Il parere negativo del MIBACT sul progetto di ampliamento della vasca di deposito dei fanghi rischia di pregiudicare il futuro dello stabilimento Eurallumina.»

Lo scrive, in una nota, il senatore Silvio Lai che insieme ai colleghi senatori sardi del Partito Democratico, Ignazio Angioni e Giuseppe Luigi Salvatore Cucca, si rivolge direttamente al ministro Dario Franceschini dopo le notizie sullo stop al progetto arrivato dagli uffici del ministero dei Beni Culturali e reso pubblico dall’assessore Cristiano Erriu.

«Date le diverse funzioni dei ministeri, sviluppo economico e ambiente, ci può anche stare un parere discordante all’avvio di una discussione, ma in vicende così note, discusse e approfondite, non si può non pretendere che il Governo faccia sintesi e si presenti con una sola voce. Chiediamo che la situazione venga al più presto chiarita, evitando di perdere ulteriore e prezioso tempo nella definizione di una vertenza alla quale è legato il futuro occupazionale di centinaia di lavoratori.»

«Quanto dichiarato oggi dall’assessore regionale all’urbanistica Cristiano Erriu merita attenzione massima e pieno sostegno – affermano Lai, Angioni e Cucca – il ministro Franceschini conosce bene la situazione occupazionale della Sardegna e del Sulcis. È in gioco la speranza di molte persone che vedono nella riapertura degli impianti Eurallumina la sola concreta prospettiva di uno lavoro vero e non di assistenza. Con loro ci sono altrettante famiglie che da ormai troppo tempo attendono una rapida chiusura della vertenza.

Quando sembra che il traguardo si avvicini arriva questo inspiegabile contrasto di pareri. Da una parte Regione e Mise che escludono nell’area la presenza di reperti, dall’altra il MIBACT che segnala la necessità di salvaguardare alcuni beni. L’8 febbraio è vicino, siamo certi che ci sarà una sintesi in seno al Governo che arriverà con una sola voce, utile ad evitare ritardi molto costosi per il sistema economico e sociale locale. Siamo certi – concludono i tre senatori del PD – che la tua sensibilità e attenzione verso queste problematiche porteranno a chiarire la situazione e consentire di non bloccare la riapertura degli impianti.»

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L’asfissia finanziaria delle amministrazioni provinciali e la crisi del sistema delle autonomie locali sono state al centro dei lavori della Terza commissione del Consiglio regionale che, in vista del varo della manovra 2017, ha proceduto ieri mattina con le audizioni dell’assessore degli Enti locali, degli amministratori straordinari delle province e del sindaco della città metropolitana di Cagliari, nonché dei presidenti del Consiglio delle autonomie locali e dell’Anci.

Il primo a prendere la parola nel parlamentino presieduto da Franco Sabatini (Pd) è stato il sindaco metropolitano di Cagliari, Massimo Zedda, che ha da subito evidenziato l’azzeramento dei trasferimenti dello Stato unitamente al paradosso che «la città metropolitana trasferisce allo Stato più di ciò che gli viene trasferito dallo Stato in termini di risorse».

«Stiamo di fatto finanziando lo Stato – ha insistito il primo cittadino di Cagliari – e i trasferimenti statali valgono appena il 16% del bilancio della città metropolitana». «Il tutto – ha aggiunto Massimo Zedda – mentre dobbiamo gestire funzioni e competenze delicate, alcune delle quale straordinarie, come lo sono quelle che attengono l’accoglienza dei migranti che fanno sì che si debba garantire a nostre spese  l’assistenza a circa mille minori non accompagnati.»

Il sindaco metropolitano ha dunque ribadito l’urgenza di risorse aggiuntive per il sistema degli Enti locali («se non paga Roma, paga via Roma») ed ha ricordato che le provincie sarde non sono indebitate («ma agli enti locali virtuosi lo Stato riserva il medesimo trattamento che offre alle amministrazioni che hanno sprecato i denari pubblici»).

«Il referendum costituzionale dello scorso dicembre – ha incalzato l’amministratore straordinario della provincia di Sassari, Guido Sechi – ha mantenuto in vita le province ma tutte le finanziarie degli ultimi anni sono state fatte nell’ottica della soppressione degli enti intermedi, ai quali se da un lato sono stati così erosi fondi e risorse dall’altro sono state confermate competenze in materia di viabilità, edilizia scolastica e ambiente.»

«Non abbiamo le risorse per le manutenzione delle strade – ha spiegato Sechi – e neppure per quelle degli edifici scolastici e per capire il quadro finanziario della nostra amministrazione è sufficiente considerare che se anche tagliassimo tutte le spese  il nostro bilancio chiuderebbe ugualmente in passivo.»

Sulla stessa lunghezza d’onda gli interventi degli amministratori della provincia del Sud e di quella di Nuoro, Giorgio Sanna e Costantino Tidu.

Tra le proposte avanzate da Sanna si segnala quella per realizzare un piano straordinario per la messa in sicurezza del reticolo idrogeologico e delle strade, finanziato dalla Regione e gestito dalle rispettive amministrazioni provinciali, mentre Costantino Tidu  ha posto l’accento sulla carenza del personale ed in particolare di dirigenti, nonché sulla impossibilità non solo di procedere con le assunzioni ma anche con le selezioni interne per attribuire nuove mansioni.

Gli amministratori delle province sarde hanno dichiarato che per scongiurare il dissesto finanziario degli enti («i bilanci 2016 sono stati chiusi in pareggio solo con il ricorso ad artifizi contabili») servono complessivamente circa cento milioni di euro.

Dissesto finanziario che per il 2017 è stato confermato anche dall’assessore degli Enti locali, Cristiano Erriu, che nel corso dell’audizione in commissione non ha nascosto le difficoltà degli enti intermedi («forse solo la città metropolitana di Cagliari non sarà in dissesto nel 2017») ed ha ricordato i diversi tagli milionari dei trasferimenti statali («oltre 102 milioni di euro in totale per il 2017»).

L’assessore ha quindi confermato la volontà di ricorrere all’impugnazione alla Corte costituzionale per l’esclusione delle provincie e della città metropolitana della Sardegna dalla ripartizione delle risorse (900 milioni di euro) del fondo per gli enti territoriali, istituito con l’approvazione della legge di bilancio 2017 (legge n. 232\2016, articolo 1 comma 438).

Erriu ha inoltre rassicurato circa la dotazione del fondo unico degli Enti locali della legge di stabilità della Regione (circa 550 milioni di euro) a cui si aggiungono un milione e mezzo di euro per la città metropolitana di Cagliari per il sostegno ai lavoratori precari.

A conclusione dell’audizione dell’assessore Erriu, il presidente della commissione Franco Sabatini non ha nascosto la preoccupazione per la situazione degli Enti locali della Sardegna ed ha dichiarato: «Nella legge di stabilità non è contenuta la soluzione al problema degli enti locali e la manovra della Giunta non dà dunque le risposte attese, per questo cerchiamo con la commissione di procedere con un’iniziativa politica e amministrativa in grado di contribuire alla risoluzione di parte delle questioni evidenziate dagli amministratori straordinari delle province».

Il presidente del Cal, Andrea Soddu, ha posto l’accento sulla «limitata autonomia delle amministrazioni locali derivante dai vincoli di bilancio imposta dall’Ue agli Stati e a cascata fino ai Comuni» ed ha auspicato un differente ordinamento delle autonomie locali «in grado di mitigare la tendenza alla centralizzazione delle decisioni e delle risorse».

Il presidente dell’Anci Sardegna, Emiliano Deiana, ha riconosciuto il sostegno offerto dalla Regione alle amministrazioni comunali nel corso degli ultimi anni ed ha dichiarato il pieno sostegno dell’Anci nella vertenza contro lo Stato. Deiana ha quindi auspicato azioni efficaci nella lotta allo spopolamento e per il contrasto alle povertà.

Il sindaco di Sassari, Nicola Sanna, ha invece sollecitato il finanziamento dei cantieri comunali ed ha posto in guardia sul rischio che il Reis (reddito di inclusione sociale) espropri i Comuni dal controllo finalizzato all’inclusione sociale dei meno abbienti. Una ulteriore sottolineatura del primo cittadino turritano ha riguardato la esiguità delle somme (10mila euro per ciascun comune) messe a disposizione come premialità per quei comuni che si associano in Unione dei comuni.

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E’ durissimo il giudizio dell’assessore regionale dell’Urbanistica Cristiano Erriu sulla vicenda Eurallumina, dopo lo stop imposto ieri dal ministero dei Beni culturali, con l’aggiornamento della Conferenza dei servizi al prossimo 8 febbraio.

«In attesa dell’esito della Conferenza sull’ampliamento della vasca di deposito dei fanghi di lavorazione dell’alluminio, necessaria per la ripresa dell’attività produttiva, rimane la forte preoccupazione per la posizione espressa dal ministero dei Beni culturali che potrebbe metterla in discussione o addirittura vanificarla.»

«Dai resoconti della riunione – aggiunge Cristiano Erriu – è emersa una contrapposizione tra i due rami dell’Amministrazione, regionale da una parte e statale dall’altra, con la prima che nell’esercizio delle sue funzioni in materia di paesaggio, attraverso gli uffici della Tutela, ha dato il via libera, mentre la seconda si è assunta la responsabilità di interpretare unilateralmente le disposizioni del Piano Paesaggistico regionale disconoscendo, peraltro, precedenti proprie decisioni. Il parere positivo dell’Ufficio Tutela paesaggio della Regione si aggiunge a quello favorevole delle altre Amministrazioni convenute, pur, in alcuni casi, con le necessarie prescrizioni e giuste cautele. Così, se la Regione Autonoma della Sardegna ritiene esclusa dalla fascia costiera la zona industriale di Portovesme, il ministero dei Beni culturali, prescindendo dalla posizione della Regione, pretende di applicarne la disciplina. Nonostante la Regione, il ministero e il comune di Portoscuso, con un’attività di verifica puntuale, abbiano escluso la presenza in tale sito di beni repertoriati nel Piano paesaggistico regionale, il Ministero si ostina a voler applicare un regime di salvaguardia a tutela di beni che non esistono solo perché tale assenza non è stata ancora recepita formalmente nel PUC.»

L’assessore Erriu sottolinea che «gli indirizzi contenuti nelle schede d’ambito del PPR vengono letti come se avessero contenuto prescrittivo, e quindi si arriva al paradosso che il polo industriale di Portovesme, una zona con il più alto tasso di crisi sociale ed economica di tutta Italia, diviene per il ministero dei Beni culturali un’area oggetto di semplice ed esclusiva ‘rinaturalizzazione’. Tutto ciò non avviene in un’area vergine ma in un vasto comparto produttivo che esiste da diversi decenni e che ha necessità di questo intervento programmato per continuare a esistere appunto come area produttiva e non come deserto industriale. In questo modo i rappresentanti del Governo italiano, con atteggiamento schizofrenico, contraddicono le parole e i comportamenti di apertura, in direzione del consolidamento del polo dell’alluminio del Sulcis, alla cui difesa da molti mesi sono impegnati direttamente il ministero dello Sviluppo economico e la stessa Presidenza del Consiglio dei ministri, oggetto per altro di accordi e intese proposti e sottoscritti dallo stesso Governo nazionale. Ciascuno – conclude Erriu – deve essere ora chiamato alla responsabilità delle proprie scelte amministrative di fronte a territori che attendono risposte in modo univoco, chiaro e coerente».

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Il Consiglio regionale si riunirà lunedì 1° febbraio alle ore 16.00 in seduta ordinaria, come previsto dall’articolo 20 dello Statuto. Tra gli argomenti in discussione, All’ordine del giorno, l’elezione di alcuni segretari dell’ufficio di presidenza e la sostituzione di alcune componenti della Commissione regionale per le pari opportunità. Seguirà l’esame della risoluzione, approvata in Quinta commissione, sulla grave crisi del settore lattiero-caseario. L’Aula, infine, esaminerà la mozione 278 sul rischio chiusura del Centro sclerosi multipla dell’Ospedale Binaghi di Cagliari.

 Domani 31 gennaio torneranno invece al lavoro le commissioni permanenti.

In mattinata, alle 10.00, la Terza “Bilancio”, guidata da Franco Sabatini, proseguirà le audizioni sulla Manovra 2017. La Commissione sentirà i rettori delle Università di Cagliari e Sassari e i rappresentanti del Consorzio Universitario di Sassari e Nuoro e dell’Ausi.

Alla stessa ora è convocata la seduta della Sesta Commissione “Salute e politiche sociali” presieduta da Raimondo Perra. In programma l’audizione dell’assessore alla Sanità Luigi Arru sulle parti di competenza della finanziaria 2017-2019.

Alle 11,30, si riunirà la Seconda guidata da Gavino Manca per l’esame della parti di competenza della Manovra 2017-2019

Sempre martedì, ma nel pomeriggio, si riuniranno anche la Prima e Quinta.

Alle 15.30, il parlamentino delle “Attività produttive”, presieduto da Luigi Lotto, sentirà in audizione i rappresentanti del Consorzio per il pecorino sardo e del Consorzio “Fiore sardo” sullo stato di crisi del comparto lattiero-caseario. All’ordine del giorno anche il parere di competenza sulla manovra finanziaria 2017-2019 e l’esame del P/148 (ampliamento dell’area industriale della Gallura con zona artigianale del Comune di Padru).

Alle 16,00, infine, si riunirà la Commissione “Autonomia”, guidata da Francesco Agus. All’attenzione dell’organismo consiliare, la difficile situazione finanziaria delle province sarde. La Commissione farà le proprie valutazioni conseguenti all’audizione della scorsa settimana dell’assessore degli Enti locali, Cristiano Erriu. La Prima Commissione esaminerà successivamente le parti di competenza della Manovra finanziaria 2017 e il P/138 (Modifiche al sistema di valutazione dei dirigenti del sistema Regione e criteri attuativi dell’art. 8 bis – L.R. 31/1998) e il disegno di legge 281  (Ridefinizione dei confini tra i comuni di Magomadas e Tresnuraghes).

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L’assessore regionale degli Enti locali Cristiano Erriu è intervenuto in audizione nella riunione della commissione Autonomia, cui hanno partecipato il sindaco della Città Metropolitana Massimo Zedda e gli amministratori straordinari delle Province sarde.

«Le Province sarde – ha detto Cristiano Erriu – si trovano in una situazione finanziaria difficilissima a causa di una azione sistematica di tagli delle risorse decisa dal Governo centrale (102 milioni per il 2017) che, di fatto, azzera l’autonomia degli Enti e si pone in contrasto con l’art.119 della Costituzione.»

«I tagli – ha aggiunto l’assessore – hanno consentito di chiudere a malapena i bilanci del 2016 ma per il 2017 ci troviamo di fronte ad un quadro a tinte fosche perché la Sardegna (insieme alla Sicilia) è stata esclusa dalla correzione effettuata dalla finanziaria nazionale 2016 a favore del sistema degli Enti locali, una esclusione ingiusta prevista anche per il 2017 che sarà oggetto, domani a Roma, di una riunione della Conferenza delle Regioni e della Conferenza unificata.»

«In quella sede – ha spiegato Cristiano Erriu – cercheremo di ribaltare questa situazione grazie all’azione congiunta che porteremo avanti non solo con la Sicilia ma anche con l’Anci, il Cal e la Conferenza delle Province e delle Città metropolitane; l’Anci, in particolare, ha assicurato tutto il suo sostegno impegnandosi a non firmare l’intesa con lo Stato se dovesse passare la linea del Governo.»

«Una linea – ha sottolineato ancora Cristiano Erriu – che colpisce in modo molto pesante gli Enti locali sardi i quali, nei fatti, si sono mostrati fra i più virtuosi d’Italia; per questo valutiamo anche l’impugnazione delle norme che ci penalizzano.»

Il sindaco della Città metropolitana Massimo Zedda, successivamente, ha criticato con forza la politica del Governo che «con una serie di interventi normativi ha operato ritenendo che non aveva senso finanziaria Enti destinati alla soppressione, ma le cose poi sono andate diversamente». «Fatto 100 il valore della spesa pubblica – ha ricordato Massimo Zedda – la quota riferibile alle autonomie locali è di appena il 6.5% ed ancora più bassa è la quota del debito pubblico, 2.5% di cui il 2% concentrato sul Comune di Roma. Per cui si è cercato di aggredire il debito tagliando quasi esclusivamente sugli Enti locali e determinando, come ha osservato la Corte dei conti, la drastica riduzione dei servizi fondamentali e l’impoverimento del Paese».

Subito dopo hanno preso la parola gli amministratori straordinari delle Province che, con alcuni accenti diversi, hanno dimostrato, dati alla mano, di aver chiuso i bilanci 2016 facendo ricorso all’avanzo di amministrazione. Ma nel 2017, hanno osservato, si fa concreto il rischio del dissesto finanziario perché gli Enti si troveranno costretti a versare allo Stato più di quanto incassano, pur avendo ridotto i costi di gestione all’osso con drastiche riduzioni dei servizi (istruzione secondaria, manutenzione delle rete stradale, ambiente, trasporto disabili) e del personale.

Il presidente della commissione Francesco Agus, nelle conclusioni, ha affermato fra l’altro che «il sistema regionale delle autonomie locali ha assoluta necessità di certezze per il 2017 perché, in caso contrario, l’alternativa sarebbe solo quella di una anticipazione della Regione che sarebbe comunque pesantissima in termini finanziari ed insostenibile sul piano politico». Si riproporrebbe sotto altre forme ma con i medesimi effetti devastanti, ha detto inoltre, «la vicenda dei farmaci innovativi che la Sardegna si deve pagare mentre in tutta Italia sono a carico del servizio sanitario nazionale».

La commissione, infine, trasmetterà al Consiglio regionale un prospetto finanziario dettagliato sulla situazione delle Province sarde.