11 January, 2025
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Il Consiglio regionale ha approvato il programma 2016 del Corecom e ha dato il via libera alle modifiche alla legge sul riordino delle autonomie locali. La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il presidente ha comunicato che la Giunta per le elezioni, nella seduta di questa mattina, ha preso atto del provvedimento dell’Ufficio centrale elettorale presso la Corte d’Appello di Cagliari con cui è stato proclamato eletto alla carica di consigliere regionale il candidato Giovanni Satta della lista Uds in sostituzione di Gianni Lampis (Fdi-An). Giovanni Satta, a sua volta, ha informato il Consiglio dell’impossibilità di prestare giuramento.

Passando all’ordine del giorno, il Consiglio ha iniziato l’esame del documento relativo al programma 2016 del Corecom (Comitato regionale delle comunicazioni). Per la sua illustrazione, il presidente ha dato la parola al relatore, il consigliere Gianmario Tendas (Pd).

Intervenendo sull’ordine dei lavori, il capogruppo di Cps Pierfranco Zanchetta ha ricordato un precedente impegno della conferenza dei capigruppo con cui si era stabilito, in assenza di comunicazioni ufficiali del Governo sulla sede del prossimo G7, di effettuare un sopralluogo a La Maddalena per verificare lo stato delle strutture che avrebbero dovuto ospitare il G8 del 2009.

Il presidente Ganau ha assicurato che l’argomento sarà discusso nella prossima riunione della conferenza dei capigruppo ed ha dato la parola al consigliere Tendas per l’illustrazione del programma del Corecom per l’anno 2016.

Nella sua relazione Tendas ha ricordato che il provvedimento in esame «è un adempimento previsto dalla legge 11/2008 ed è stato esaminato dalla seconda commissione del Consiglio che lo ha approvato all’unanimità, dopo una audizione dei componenti del Corecom sia sulle linee programmatiche del 2015 che su quella relative all’esercizio in corso».

Non essendoci iscritti a parlare il presidente, dopo aver illustrato sinteticamente il contenuto di un ordine del giorno con cui si approva il programma del Corecom per il 2016, ha messo in votazione il documento che il Consiglio ha approvato con 33 voti.

Successivamente il Consiglio ha iniziato l’esame del Dl n. 313 – Giunta regionale – Modifiche alla legge 2/2016 (Riordino del sistema delle autonomie locali della Sardegna). Assente il relatore Salvatore Demontis, del Pd, il presidente ha dato la parola per l’illustrazione del provvedimento al presidente della prima commissione Francesco Agus, di Sel.

Agus ha detto in apertura che l’approvazione della legge da parte del Governo, con solo alcune correzioni, «è una buona notizia per l’autonomia regionale dopo la riforma del sistema degli enti locali; quanto alle correzioni, non intaccano l’impianto normativo ma intervengono su alcuni punti come la riduzione delle rappresentanze nel consiglio provinciale metropolitano, le competenze autorizzative in materia di impianti elettrici ed il divieto, per i segretari comunali in pensione, di operare presso le amministrazioni locali».

Il capogruppo dei Riformatori sardi, Attilio Dedoni, ha chiesto una breve sospensione della seduta che il presidente ha accordato.

Alla ripresa dei lavori, il presidente ha dato la parola al consigliere Luigi Ruggeri, del Pd. L’esponente della maggioranza ha affermato di essere contrario alla legge, «almeno per quanto riguarda alcune parti come quella della rappresentanza negli organi collegiali perché, vedendo i rilievi del governo, li ritengo invasivi e meriterebbero una opposizione ben più forte di quella esercitata in occasione del recente sulle trivelle». «Si parla, infatti – ha osservato il consigliere del Pd – del mancato riconoscimento di poter disciplinare il procedimento elettorale del consiglio metropolitano con un indubbio eccesso di definizione, posto che il problema spetta alla specificità della Regione e non si può pensare che il disegno della città metropolitana possa derivare solo dalla legge nazionale in modo automatico, dimenticando per esempio che gli elettori di Cagliari sono appena un terzo di quelli della città metropolitana». «Dobbiamo dare alla città metropolitana – ha aggiunto Ruggeri – un’importanza maggiore di quella delle singole municipalità e serve per questo una legittimazione di primo livello perché deve essere il livello fondamentale di quella realtà; non volerlo fare, oltre che una rinuncia all’esercizio dell’autonomia regionale, significa rassegnarsi ad una dimensione residuale della città metropolitana». «Se invece – ha concluso – si vuole essere ambiziosi bisogna mantenere la configurazione originaria perché la più rispondente alla sovranità popolare, fermo restando che i dettagli amministrativi non possono avere rilevanza generale come pensa il governo e, anche per questo, bisognerebbe opporsi».

Per la Giunta, l’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu, ha dichiarato che l’attuale stesura della legge e la non impugnazione da parte del Governo rappresentano «un successo della Giunta e del Consiglio, frutto di un lavoro e di una negoziazione a tratti intensa e dura su alcuni aspetti della legge grazie ai quali abbiamo ottenuto il riconoscimento delle nostre ragioni». Quanto al numero dei componenti degli enti di aria vasta, ha detto ancora Erriu, «appare allineato con l’impianto della legge Delrio come legge di grande riforma economico-sociale così definita anche dalla giurisprudenza costante della Corte Costituzionale e, in proposito, ricordo che le leggi che hanno operato in difformità rispetto a questo impianto, come quella siciliana, sono state impugnate». Dopo aver ricordato che, sempre in base alla legge Delrio, «il numero dei componenti fissato a 14 è lo stesso per le città metropolitane con popolazione fino a 3.000.000 di abitanti» l’assessore ha concluso dichiarando che «non si tratta di poltrone ma di strumenti di semplificazione dei processi democratici ed i territori, del resto, sono rappresentanti nella conferenza metropolitana da cui nessun territorio è escluso; il parere della Giunta è quindi favorevole».

Il consigliere di Forza Italia, Ignazio Locci è intervenuto per dichiarazione di voto ed ha criticato «quella che la maggioranza ha definito una manutenzione della legge sulla riforma Enti locali approvata lo scorso febbraio”. «Nei fatti – ha spiegato l’esponente della minoranza – prendete atto delle frustate date dal governo alla Giunta che è stata obbligata a introdurre modifiche alla legge n. 2 del febbraio 2016, in linea con il dettato della riforma Delrio». Locci ha parlato di limitazione delle prerogative della Regione ed ha concluso il suo intervento dichiarando di riconoscersi nelle dichiarazione fatte in Aula dal consigliere del Pd, Luigi Ruggeri.

Marco Tedde (Fi) ha dichiarato voto contrario per il passaggio agli articoli ed ha ribadito forti critiche per le penalizzazioni che a suo giudizio si sono fatte gravare sul Nord ovest dell’Isola per la mancata istituzione della città metropolitana («la rete metropolitana è servita solo a placare la rabbia degli amministratori del sassarese mentre a Cagliari, dopo l’insediamento del consiglio metropolitano, il sindaco era già a Roma per incassare importanti finanziamenti»). Il consigliere della minoranza ha quindi definito “fuori luogo” le dichiarazioni rese in Aula dall’assessore Erriu per la mancata impugnativa da parte del governo della legge sugli Enti locali: «Niente entusiasmi, assessore, è solo una questione di aderenza politica».

Il consigliere della maggioranza Gianfranco Congiu (Sdl) ha preannunciato voto di astensione: «Mi astengo per ragioni ideologiche e non ritengo sufficienti le motivazioni portate in Aula per giustificare le modifiche proposte alla legge sugli Enti locali».

Il relatore della maggioranza, Salvatore Demontis (Pd) ha difeso il disegno di legge proposto dalla Giunta ed ha affermato: «Le poche modifiche che si stanno proponendo non rappresentano imposizioni da parte del governo». Demontis, nel merito dell’articolo 1 ha quindi ricordato che la composizione originaria prevista del consiglio metropolitano di Cagliari era fissata in 14 consiglieri e che la stessa è stata aumentata a 40 a seguito di un emendamento approvato a voto segreto. «A mio giudizio – ha affermato il consigliere del Pd – la composizione a 14 è compatibile con il modello sardo di città metropolitana compatta che è istituita per gestire un sistema urbano complesso».

L’Aula ha quindi proceduto con l’approvazione del passaggio agli articoli con 29 favorevoli e 20 contrari ed il relatore ha dichiarato il parere sugli emendamenti presentati all’articolo 1 e la Giunta ha espresso parere conforme con quello del relatore.

Il presidente del Consiglio ha preannunciato la votazione dell’emendamento sostitutivo parziale n. 4 (Locci e più) che propone di ridurre da 40 a 24 il numero dei componenti il consiglio metropolitano.

Stefano Tunis (Fi) ha dichiarato voto a favore ed ha accusato Giunta e maggioranza di compromettere la partecipazione delle comunità alla città metropolitana («siete per una politica per pochi, il vostro modello di rappresentanza è il Cda e passate dal modello banca al modello amministrazione». Ignazio Locci (Fi) ha dichiarato voto a favore ed ha denunciato il rischio che le decisioni del consiglio metropolitano con la composizione a 14 consiglieri (è quella proposta dal Dl in discussione) siano in capo solo ai sindaci di Cagliari e Quartu.

Salvatore Demontis (Pd) ha ribadito il voto contrario ed ha escluso qualunque imposizione da parte del governo italiano per le modifiche alla legge sugli Enti locali e ne ha rimarcato la peculiarità e la diversità rispetto alla riforma Delrio.

Posto in votazione l’emendamento n. 4 non è stato approvato (20 favorevoli e 28 contrai) e il consigliere Locci (Fi) ha dichiarato voto contrario all’articolo 1 del Dl 313, seguito dai colleghi di partito Stefano Tunis («con questo articolo la giunta e la maggioranza assassinano nella culla la città metropolitana di Cagliari») e Marco Tedde («la Giunta si vuol vendicarsi con la sua stessa maggioranza per avergli negato gli aumenti di Irap e Irpef e così la costringe a ritornare su una legge approvata solo qualche settimana fa»).

Concluse le dichiarazioni di voto, il presidente del Consiglio ha posto in votazione l’articolo 1 che riduce da 40 a 14 i componenti il consiglio metropolitano di Cagliari, e l’articolo è stato approvato a maggioranza.

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione l’articolo 2 “Modifiche all’articolo 27 della legge regionale n. 2 del 2016 (Consiglio provinciale)” che interviene sulla composizione dei consigli provinciali prevedendo dodici consiglieri più il presidente per le assemblee delle province con popolazione da 300.001 a 700.000 abitanti e dieci consiglieri per le province con popolazione fino a 300.000 abitanti.

Sull’articolo è intervenuto il consigliere Ignazio Locci (Forza Italia) che ha definito l’articolo in discussione «la prova dell’attività di manutenzione ordinaria sulla legge fatta per esaudire una richiesta del Governo». 

Locci ha poi stigmatizzato i ritardi nella nomina dei commissari delle province. «Sono passati 76 giorni dall’approvazione della riforma degli enti locali e ancora non si è proceduto alle nomine – ha detto Ignazio Locci – i termini previsti dalla legge non sono stati rispettati. Oggi invece vi preoccupate di ridurre il numero dei consiglieri. Questo perché qualcuno vi ha chiesto di fare delle modifiche. E’ o non è questa la prova che il Governo ha dato indicazioni?»

Critiche anche da Marco Tedde (Forza Italia) che ha accusato Giunta e maggioranza di aver violato lo Statuto con la riforma degli enti locali. «Lo Statuto prevede un referendum in caso di modi modifiche delle circoscrizioni territoriali e nuovi assetti istituzionali – ha affermato Tedde – questo non è stato fatto. Voi siete andati avanti come un caterpillar. Nel momento in cui si calpesta lo Statuto si calpesta la volontà dei sardi». Messo in votazione, l’articolo 2 è stato approvato con 26 voti a favore e 20 contrari.

Si è poi passati all’esame dell’articolo 3 “Modifiche all’articolo 48 della legge regionale n. 2 del 2016 (Energia)”. Non essendoci iscritti a parlare, il presidente Ganau ha messo in votazione l’articolo che è stato approvato con 27 sì e 20 no.

Sull’articolo 3 bis “Modifiche all’articolo 14 della legge regionale n. 2 del 2016 (Dirigenti apicali) è intervenuto il consigliere Ignazio Locci (Forza Italia). «Nella relazione della Commissione si dice che la modifica è in linea con lo spirito della legge ma non è vero – ha sottolineato Locci – quando venne scritto l’articolo 14 della legge 2, si diede priorità ai dirigenti per la copertura dei ruoli apicali negli enti di nuova formazione, ora si fanno rientrare anche i segretari comunali e provinciali in servizio. C’è il sospetto che si voglia favorire qualcuno».

A Locci ha replicato il  relatore della legge Salvatore Demontis (Pd) «Lei ricorda male – ha esordito Demontis – la legge dava la priorità ai dipendenti delle province ma prevedeva anche la possibilità di chiamare i segretari provinciali e comunali e i dirigenti delle comunità montane per la copertura dei ruoli apicali nei nuovi enti. Lo spirito della legge era proprio quello di prendere in considerazione anche il personale in servizio di enti in via di soppressione. Per questi si prevedeva il loro impiego presso la Città Metropolitana, le reti e le unioni dei comuni». Messo ai voti, l’articolo 3 bis ha ottenuto il via libera con  28 sì e 18 no.

Disco verde anche per l’articolo 3 ter “Modifiche all’articolo 30 della legge regionale n. 2 del 2016 (Mobilità del personale delle province), approvato con 27 voti favorevoli e 18 contrari.

Si è poi passati all’articolo 3 quater  “Modifiche all’articolo 71 della legge regionale n. 2 del 2016 (Uffici stampa)”. Acquisiti i pareri di Commissione e Giunta sugli emendamenti, il presidente Ganau ha messo in votazione l’emendamento sostitutivo totale n. 2 che è stato approvato con  27 sì e 18 no. L’emendamento stabilisce che ai giornalisti in forza alla Città metropolitana, città medie e province venga applicato il contratto nazionale giornalistico nella sua interezza tenendo conto, comunque, nella determinazione dei trattamenti economici e di missione, delle disposizioni di contenimento della spesa riguardanti il personale del pubblico impiego.

Via libera, in rapida successione anche agli emendamenti aggiuntivi n.1, 5 e 6.

L’emendamento n. 1 introduce l’articolo quater bis che modifica i contenuti dell’articolo 12 della legge n.1 del 2005 sulla composizione della Conferenza permanente Regione-Enti Locali. Il nuovo articolo stabilisce che alla Conferenza partecipano 4 rappresentanti del coordinamento delle associazioni degli enti locali della Sardegna, designati tra sindaci in carica, oltre al presidente dell’Anci e al rappresentante dell’associazione degli enti di area vasta.

L’emendamento n.5 stabilisce che il calcolo delle fasce demografiche dei comuni appartenenti alle province e alla città metropolitana, ai fini delle elezioni, venga fatto sulla base dei dati Istat sulla popolazione residente riferiti al 31 dicembre del penultimo anno che precede la data delle elezioni.

L’emendamento aggiuntivo n. 6, infine, introduce una deroga per il Comune di Burcei che, in ragione delle sue particolari condizioni geografiche, non sarà obbligato ad associarsi in unione di comuni. L’assolvimento degli obblighi di gestione potrà essere soddisfatto attraverso apposite convenzioni con altri comuni o con la Città Metropolitana di Cagliari.

Si è quindi passati al voto dell’articolo 4 “Entrata in vigore” che è stato approvato per alzata di mano.

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione il testo finale della legge che è passato con 25 voti a favore e 19 contrari.

Al termine della votazione, il presidente ha dichiarato chiusa la seduta e convocato la conferenza dei capigruppo.

Palazzo del Consiglio regionale 3 copia

 

 

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Cresce la pattuglia dei candidati alla carica di sindaco per le elezioni amministrative del comune di San Giovanni Suergiu, in programma domenica 5 giugno. Dopo l’ufficializzazione della candidatura di Elvira Usai, ex vicesindaco ed assessore dei Servizi sociali della Giunta guidata da Federico Palmas nei primi tre anni dell’ultima consiliatura, “cacciata” dal sindaco dopo la sua candidatura alle elezioni Regionali 2014 nella lista Comunidades, è ufficialmente naufragata la trattativa avviata da mesi dalle segreterie del Partito Democratico, di Sinistra Ecologia Libertà e del Partito Socialista. SEL e PSI, qualche giorno fa, hanno ufficializzato di aver siglato un’intesa elettorale che porterà alla presentazione della lista civica di Unità cittadina che avrà come candidato alla carica di sindaco il consigliere uscente Erminio Meloni, ex segretario provinciale del PSI, ex consigliere ed assessore provinciale della Viabilità, già candidato a sindaco alle elezioni 2011.

Della lista SEL-PSI faranno parte, tra gli altri, i consiglieri uscenti di SEL Laura Deidda e Alessio Caddeo, componenti della maggioranza che sosteneva Federico Palmas nei primi tre anni dell’ultima consiliatura, passati all’opposizione dopo le elezioni Regionali che videro anche il sindaco candidato nella lista dei Riformatori Sardi.

Il terzo candidato alla carica di sindaco, salvo sorprese, dovrebbe essere il segretario del circolo del Partito Democratico, Antonio Fanni. La segreteria provinciale del PD dovrebbe ufficializzare la presentazione della lista e la candidatura di Antonio Fanni, nei prossimi giorni, forse già nelle prossime ore.

Le elezioni amministrative, a San Giovanni Suergiu, arrivano dopo un lungo periodo di commissariamento, gestito dal dottor Mario Mossa, nominato dalla Giunta regionale su proposta dell’assessore degli Enti locali, Cristiano Erriu, a fine maggio 2015, dopo le dimissioni del sindaco Federico Palmas (finito in carcere nell’ambito delle indagini sulla cosiddetta “Sindacopoli”) e dell’intera Giunta.

Erminio Meloni 1

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La nuova legge di governo del territorio, che nei prossimi giorni approderà sul tavolo della Giunta regionale, è stata al centro dell’intervento dell’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu durante l’incontro con la Rete delle professioni tecniche che si è tenuta questa mattina all’istituto Mossa di Oristano. «Il testo di riordino generale in materia urbanistica – ha sottolineato Cristiano Erriu – riuscirà a dare risposte più adeguate alle attese di tanti portatori di interesse che da tempo chiedono semplificazione e maggiore certezza. Si tratta di un provvedimento che conterrà una serie di disposizioni, le quali terranno conto anche di una serie di proposte che sono arrivate dagli operatori della pubblica amministrazione locale».

«Dico sì alla proposta di costituzione di un Osservatorio o, meglio, di un tavolo tecnico di confronto permanente dove tutte le parti interessate riescano a dialogare in maniera proficua e continuativa – ha aggiunto l’assessore Erriu -. Le cronache di questi giorni parlano di un rapporto non sempre sano tra il mondo delle imprese e delle professioni, le istituzioni e la politica. Occorre riportare su un piano corretto questo rapporto e individuare procedure e ambiti operativi di lavoro in cui si possa esercitare questa collaborazione. Vogliamo anche contribuire a superare l’autoreferenzialità di cui spesso è soggetta la politica, per confrontarci con i professionistici tecnici che operano nei diversi settori, compresi quanti sono impegnati nella difesa dei valori ambientali, paesaggistici e culturali.»

Cristiano Erriu  11 copia

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12 - Mariella Piredda

L’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu questa sera, nel corso dei festeggiamenti solenni del Santo patrono della Regione e della località sulcitana, ha incontrato a Sant’Antioco l’assessore comunale dei Servizi sociali Mariella Piredda, la cui auto è stata incendiata da ignoti la scorsa notte. Piredda ha poi ricevuto una telefonata del presidente della Regione Francesco Pigliaru che l’ha incoraggiata a proseguire nel suo lavoro nonostante questo episodio violento che non ha niente a che vedere con il confronto democratico e civile che dovrebbe animare la vita nelle nostre comunità ed ha concordato un incontro con gli amministratori locali del territorio, da tenersi a Sant’Antioco alla sua presenza in data da destinarsi. Il presidente Francesco Pigliaru ha poi confermato la riunione organizzata con l’Anci, in programma il 18 aprile ad Abbasanta, per illustrare a tutti i sindaci della Sardegna il sistema della videosorveglianza progettato anche per garantire maggiore sicurezza nelle principali località dell’Isola.

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Raffaele Paci 4Cristiano Erriu 2

Il vicepresidente della Regione, Raffaele Paci, è intervenuto all’assemblea regionale di Confcooperative a Cagliari con l’assessore degli Enti locali, Cristiano Erriu, alla presenza del presidente nazionale Maurizio Gardini.

«Portiamo il brand Sardegna fuori dall’Isola, sui mercati internazionali – ha detto Raffaele Paci -. Questa è la grande sfida per le imprese sarde quindi anche per le cooperative, che sono un esempio virtuoso per la loro capacità di fare rete, fondamentale per imporsi in contesti più grandi e strutturati. La Regione, da parte sua, farà tutto il possibile per accompagnare e favorire un processo di internazionalizzazione e innovazione ormai non più rinviabile per garantire un reale salto di qualità al settore.»
Il vicepresidente ha ricordato le iniziative della Giunta per aiutare le imprese: dalle politiche keynesiane, ovvero l’investimento pubblico per far ripartire il privato nel momento in cui è in difficoltà, all’inserimento dell’agroalimentare nella strategia intelligente S3 all’interno della nuova programmazione dei fondi europei Fesr. E poi l’Irap, l’imposta regionale sulle attività produttive che in Sardegna è la più bassa d’Italia con l’azzeramento per 5 anni alle nuove imprese. «Dobbiamo attrarre investitori, dimostrare loro che scommettere sulla Sardegna è vincente. Ma per fare questo – sottolinea l’assessore Paci – dobbiamo assolutamente fare due cose: velocizzare i tempi dei bandi e sburocratizzare un sistema che rischia di far scappare gli investitori e dunque far perdere grandi occasioni alla nostra terra. Lo stiamo facendo: abbiamo approvato le nuove direttive alle imprese, con bandi a sportello e tempi rapidi. È finito il tempo delle sigle incomprensibili e delle attese eterne: le imprese avranno risposte in tempi rapidi. I segnali di ripresa ci sono: c’è meno disoccupazione, più lavoro, un Pil che di poco ha ricominciato a crescere. Noi dobbiamo intercettarli, in fretta e bene, e consolidarli perché diventino il terreno fertile su cui far crescere le imprese sarde, come in questi anni hanno dimostrato di saper fare le cooperative, raggiungendo qui in Sardegna traguardi importanti a livello internazionale.»
«Ci troviamo in un processo riformatore di innovazione istituzionale che riguarda il sistema delle autonomie locali e la nuova legge di governo del territorio – ha aggiunto l’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu -. Da parecchi anni siamo più proiettati verso un’economia sociale di mercato. Perciò è sempre più attuale il principio espresso nell’articolo 1 della legge n. 381 del 1991: le cooperative hanno lo scopo di perseguire l’interesse generale della comunità, la promozione umana e l’integrazione sociale dei cittadini. Mi ha fatto molto piacere apprendere dal presidente Gardini che si va verso le cooperative di comunità: l’idea che l’impresa si possa fare a prescindere dal profitto, pensando anche al prossimo e alla comunità in cui opera, coniugando attraverso lo scopo mutualistico un interesse generale all’interesse individuale e al lavoro, è un fatto molto importante.» 

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I consiglieri regionali di Forza Italia Ignazio Locci e Alessandra Zedda hanno chiesto agli assessorati regionali degli Enti locali, Cristiano Erriu e dell’Industria, Maria Grazia Piras, che verifichino, a norma di legge, se sussiste incompatibilità tra la carica di sindaco del comune di Portoscuso e quella di presidente del Consorzio industriale della Provincia di Carbonia Iglesias, ricoperte dalla stessa persona, Giorgio Alimonda, e agiscano di conseguenza.

«Considerata la normativa vigente (compreso il parere espresso al riguardo dall’Autorità Nazionale Anticorruzione datato 23 settembre 2015) e che il consigliere comunale di Portoscuso, Davide Fois, in data 26/01/2016 ha formalizzato la procedura prevista all’art. 69 comma 1 del TUEL relativa alla contestazione di sopravvenuta incompatibilità della carica di sindaco di Portoscuso e presidente del Consorzio Industriale Provinciale Carbonia-Iglesias – aggiungono Locci e Zedda – è necessario che la Regione faccia chiarezza una volta per tutte, sciogliendo questo intricato nodo giuridico. Peraltro, occorre sottolineare che tale problema investe allo stesso modo anche il Cacip (Consorzio industriale di Cagliari), presieduto dal sindaco di Sarroch ,Salvatore Mattana.»

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La Giunta regionale ha approvato le Linee guida per la determinazione del minore impatto paesaggistico degli interventi di demolizione e ricostruzione. Su proposta dell’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu, vengono così disciplinati gli interventi di rinnovo del patrimonio edilizio.
Nelle zone urbanistiche omogenee “E” agricole, “F” turistiche, “H” di salvaguardia e “G” servizi generali, la demolizione e ricostruzione della volumetria esistente nella fascia dei 300 metri dalla linea di battigia marina è consentita unicamente laddove il nuovo fabbricato determina un minore impatto paesaggistico.
Le Linee guida tengono conto dei principi espressi nella legge regionale n. 8/2015, ossia il minor consumo della risorsa suolo, il risparmio energetico, la salvaguardia dei valori paesaggistici e il raggiungimento di un minore impatto delle opere sui caratteri del contesto paesaggistico e dell’area di intervento.
«La demolizione e riedificazione dei volumi entro la fascia dei 300 metri – spiega Erriu – è un’operazione di riconversione architettonica e paesaggistica che porta alla costituzione di un nuovo edificio di maggiore qualità rispetto al precedente. Perciò è fondamentale coniugare aspetti tecnici e funzionali relativi all’architettura dei nuovi volumi, con una maggiore attenzione a costituire un dialogo verso il contesto locale col quale inevitabilmente la nuova costruzione si relaziona. Per le differenti zone urbanistiche previste all’interno della norma di legge sono stati previsti indirizzi specifici che garantiscono gli interventi di riedificazione e stabiliscono relazioni capaci di valorizzare il contesto paesaggistico nel quale si inseriscono, anche in riferimento alla destinazione della zona urbanistica in cui ricadono.»
Cristiano Erriu

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«La legge numero 2/2016 ha istituito questo nuovo ente di secondo livello nella forma ristretta, anziché estenderlo a tutta la vecchia provincia, con l’idea di dare una rappresentanza ai 17 Comuni attraverso la Conferenza dei sindaci. La rappresentanza dei sindaci sarà assicurata all’interno del Consiglio metropolitano, organo elettivo di secondo livello.»
Lo ha detto Cristiano Erriu, assessore regionale degli Enti locali, partecipando alla Conferenza metropolitana di Cagliari con i 17 sindaci dei Comuni coinvolti nel nuovo ente intermedio.
«Il Consiglio metropolitano e la Conferenza – ha aggiunto Cristiano Erriu – costituiscono l’impalcatura della Città metropolitana, che sarà ulteriormente definita con la scrittura dello Statuto e dei Regolamenti, i quali consentiranno di dare attuazione e gambe al nuovo ente. Nello stesso tempo si dovranno individuare beni immobili e personale da destinare alla Città metropolitana, in accordo con gli enti di area vasta e il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali.»
«Quella di oggi – ha concluso Cristiano Erriu – è una giornata molto importante che, non a caso, viene celebrata in una sede, il Palazzo Regio, dal grande valore simbolico.»
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La Regione, l’Anci e i sindacati hanno firmato stamane un protocollo d’intesa su attuazione, monitoraggio e qualificazione delle funzioni e del personale coinvolto nel processo di riordino istituzionale della Sardegna. Su delega della Giunta presieduta da Francesco Pigliaru, la Regione è stata rappresentata dagli assessori degli Enti locali Cristiano Erriu e degli Affari generali Gianmario Demuro. Il protocollo porta anche le firme del presidente dell’Anci Sardegna Pier Sandro Scano, in rappresentanza di tutte le Associazioni delle autonomie locali, e dei segretari confederali regionali e della Funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil.
In questo modo prosegue il percorso iniziato il 24 novembre 2014, quando venne sottoscritto il precedente protocollo d’intesa. Regione, Anci e organizzazioni sindacali oggi hanno confermato l’impegno nel proseguire nella collaborazione per raccogliere, analizzare e valutare i dati del personale ad oggi impegnato nei servizi e nelle funzioni oggetto del riordino avviato con l’approvazione della legge n. 2/2016 per la riforma degli enti locali. Due gli obiettivi primari: la salvaguardia di tutti i posti di lavoro e il mantenimento (anche sotto il profilo qualitativo) dei servizi erogati a cittadini e imprese. Il tutto nel rispetto degli equilibri di bilancio.
Nel frattempo va avanti il lavoro di monitoraggio che consentirà di avere un quadro definito del personale a vario titolo interessato alle procedure di riordino istituzionale, in particolare nelle Province. Ciò consentirà anche di rilevare le eventuali criticità. Il tavolo ritiene necessaria la definizione di un crono programma sulla tempistica attuativa della norma regionale, da sottoporre alla Conferenza permanente Regione-Enti locali. Le parti inoltre hanno convenuto sull’opportunità di prevedere forme di coinvolgimento delle organizzazioni sindacali in relazione ai risultati conseguiti dal lavoro dell’Osservatorio regionale per il riordino delle funzioni delle autonomie locali.
«Il Dipartimento della Funzione pubblica – ha annunciato l’assessore Erriu – ha messo a disposizione della Regione il portale della mobilità. Ciò aiuterà a definire quanti e quali sono i dipendenti delle Province in mobilità e le possibili destinazioni. Il Ministero si è detto disponibile a sedersi con noi attorno a un tavolo per gestire tutto questo processo. La giornata di oggi, con la sottoscrizione di questo accordo, è fondamentale perché gli enti funzionano se ci sono le persone che li fanno funzionare.»
«La firma dell’intesa – ha sottolineato l’assessore Demuro – è il frutto di un percorso condiviso e di un confronto ampio e articolato in cui tutti i soggetti coinvolti, con la massima disponibilità al dialogo, hanno offerto un contributo costruttivo. Si tratta di un modello che, in futuro, può essere proficuamente riproposto in analoghe situazioni.»

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Palazzo del Consiglio regionale 2 copia

Il Consiglio regionale ha approvato oggi l’articolo 5 della Manovra finanziaria, contenente disposizioni in materia di enti locali, pianificazione paesaggistica e urbanistica, edilizia residenziale pubblica e lavori pubblici, e l’articolo 6, su interventi nel settore dei beni e dei servizi culturali, informazione, spettacolo e sport.

In apertura di seduta, il presidente della commissione e la Giunta hanno illustrato i pareri sugli emendamenti presentati. L’assessore Raffaele Paci in particolare si è riservato un parere più compiuto, volta per volta, sugli aggiuntivi.

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha ricordato che l’articolo, in qualche modo, «riporta indietro nel tempo quanto si discuteva la riforma degli Enti locali che abbiamo criticato con forza perché dannosa per la Sardegna, perché fa scivolare verso il sud, anche come accentramento di risorse, verso la città metropolitana di Cagliari». Rispetto a questo processo, ha lamentato Tedde, «la rete metropolitana ipotizzata per Sassari, che in realtà era solo una presa in giro per recuperare alcuni consiglieri riottosi di maggioranza, la stessa finanziaria dimostra che evidentemente quei consiglieri hanno risposto male la loro fiducia tanto è vero che le risorse sono pari a zero».

Il consigliere Michele Cossa (Riformatori) ha sottolineato positivamente il fatto che «il fondo unico per gli Enti locali non sia stato ridimensionato, perché ha rappresentato una conquista importante che lascia spazi di autonomia alle amministrazioni, mentre in passato i Sindaci erano costretti a presentarsi con il cappello in mano davanti all’assessore di turno». Però, ha protestato Cossa, «ci sono riduzioni consistenti su voci che hanno una incidenza rilevante, dalle Pro loco alle bande musicali, dalle scuole civiche di musica alle compagnie barracellari; possono sembrare cose marginali solo a chi non ha avuto esperienza negli enti locali ma, invece, mobilitano migliaia di persone molto spesso con attività di volontariato». Oltretutto, ha aggiunto, «non si tratta di emolumenti ma di interventi rivolti solo ad incoraggiare iniziative sui territori; quanto alla loro collocazione nella finanziaria sarebbe sbagliato metterle nel fondo unico perché devono avere una destinazione precisa, a parte il fatto che siccome il fondo unico è rimasto invariato vuol dire che queste risorse sono state tagliate ed occorre, perlomeno, riportarle al livello del passato».

Il consigliere Luca Pizzuto (Sel) ha respinto le interpretazioni della minoranza, sostenendo che «è giusto intervenire per cambiare finanziarie che tagliavano su sociale, cultura e lotta alle povertà; questa, al contrario, ha risorse importanti in questi settori ma è sempre meglio restare vigili per evitare l’assalto alla diligenza da parte di chi privilegia l’economia rispetto ai bisogni delle persone».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha osservato in apertura che «la realtà è diversa dai sogni di Pizzuto, perché la difesa dei ceti deboli non si fa solo riconoscendone la debolezza e dispensando elemosine ma piuttosto togliendoli dalla loro condizione creando sviluppo e occupazione, attraverso un sistema privato che ha anche una sua dimensione sociale; vanno bene i sussidi ma, se reddito di cittadinanza deve essere, allora va riconosciuto anche alle casalinghe che fanno un lavoro enorme, posto che la vera libertà è prima di tutto la libertà dal bisogno».

Il capogruppo di Sel Daniele Cocco ha affermato che il collega Cossa ha ragione quando parla di impegni assunti per le compagnie barracellari, «credo che noi dobbiamo intanto varare al più presto la legge di riforma, poi prevedere le risorse necessarie a sostegno di una realtà presente nell’80% del territorio della Sardegna, che svolge un lavoro importante anche su protezione civile». Mi è giunta notizia, ha continuato Cocco, «di un comunicato delle compagnie con cui si annuncia la decisione di rifiutare la firma di protocolli con i Comuni in materia di protezione civile; questa sollecitazione va raccolta (se non in questa fase subito dopo) anche con l’intervento capigruppo, perché sarebbe drammatico un loro disimpegno, è vero che le risorse sono state sostanzialmente mantenute ma riconosciamo che non sono sufficienti».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha segnalato che «rischia di passare sotto silenzio una scelta che per noi è inquietante, forse non interamente attribuibile alla Giunta, con cui si introduce attraverso un emendamento una norma che nasconde l’accentramento in capo alla Giunta del Piano dei lavori pubblici, prevedendo una semplice comunicazione alla commissione». In pratica, ha insistito, «la Giunta fa quello che le pare e le piace e comunica le sue decisioni su un Piano, lo ricordiamo, che ha una dotazione di 700 milioni; forse qualcuno si è reso conto di aver esagerato ed infatti è poi comparso un altro emendamento che annulla il precedente ma resta la traccia della scarsa considerazione che la Giunta ha della sua stessa maggioranza e del Consiglio».

Conclusi gli interventi dei consiglieri, il presidente Ganau ha dato la parola alla Giunta.

L’assessore alla Programmazione Raffaele Paci ha chiarito che non sono stati fatti tagli per le scuole civiche di musica, le bande musicali, le compagnie barracellari e le pro loco. «La conferenza degli enti locali ha affrontato il problema delle riduzione dei finanziamenti – ha detto Paci – l’obiettivo è quello di non penalizzare i comuni. C’è stata la piena assunzione di responsabilità da parte delle amministrazioni locali. I comuni decideranno, nell’ambito della loro autonomia gestionale, quali voci finanziare ».

Paci ha poi definito “urgente” la revisione del Fondo Unico. «Per affrontare le emergenze abbiamo previsto una serie di emendamenti condivisi che consentiranno di ripristinare alcune voci. Per questo abbiamo dato parere positivo all’emendamento n. 821».

L’assessore degli Enti Locali Cristiano Erriu ha invece spiegato che i commi 2 e 4 dell’articolo 5 disciplinano due cose diverse: il primo prevede l’acquisizione di dati cartografici per l’estensione del piano paesaggistico alle zone interne, il secondo riguarda un’attività di ricerca. «Entrambe le azioni – ha chiarito Erriu – hanno come obiettivo l’adeguamento del primo ambito costiero e l’estensione alle zone interne del piano paesaggistico».

L’assessore ai Lavori pubblici, Paolo Maninchedda, ha invece fugato i dubbi sul sospetto che la Giunta volesse avocare a se le competenze sul Piano delle Infrastrutture esautorando il Consiglio. «L’articolo 4 della legge n.5 del 2005 vincola il Consiglio ad esprimersi una sola volta sul Piano delle infrastrutture – ha detto Maninchedda – noi con questa norma della finanziaria interveniamo per rendere possibile l’aggiornamento del provvedimento. Oggi, se cade un ponte o si rompe un argine, l’assessorato non può intervenire senza una modifica del Piano».

Ha poi preso la parola il presidente della Commissione “Attività Produttive” Luigi Lotto (Pd) che ha accolto favorevolmente il chiarimento dato dalla Giunta. «Emerge chiara la volontà che quando c’è un atto dell’esecutivo che chiama in causa il Consiglio è necessario coinvolgere la Commissione competente. L’emendamento poteva creare un fraintendimento. Né noi, né la Giunta – ha concluso Lotto – volevamo cambiare le regole».

Si è quindi passati alla votazione degli emendamenti soppressivi parziali n.195= 554= 604 che sono stati respinti con 30 voti contrari e 17 a favore.

Bocciati anche gli emendamenti soppressivi 196=605; 197=606 e 198=607.

E’ poi intervenuto il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis  per annunciare il ritiro di tutti gli emendamenti soppressivi parziali della minoranza. «Abbiamo raggiunto l’obiettivo di porre in evidenza alcune anomalie contenute nell’articolo 5 – ha detto Pittalis – c’è pero un’altra questione che merita attenzione: il comma 1 prevede che i soldi destinati, fino allo scorso anno, alle province vengano ripartiti tra le province ancora esistenti, le Unioni dei Comuni e la Città Metropolitana.  Se così è fermatevi e trovate il modo di correggere la norma. Altrimenti è una vergogna, così si comprimono le aspettative dei comuni che non fanno parte della Città Metropolitana».

A Pittalis ha replicato l’assessore degli Enti locali Erriu: «Invito i consiglieri a leggere il comma 1 con la legge 2 che stabilisce i criteri per governare i flussi finanziari gestiti dagli enti territoriali – ha detto l’assessore – sappiamo che i fondi transitano verso le associazioni dei Comuni e la Città Metropolitana ma sappiamo anche che la Città Metropolitana ha molte entrate proprie. La legge 2 consente di disciplinare il riparto delle risorse affrontando le criticità. Si applica il principio che il personale segue le funzioni. Se le funzioni rimangono alle province è giusto che queste conservino i finanziamenti,  se le funzioni transitano ai Comuni i denari devono essere trasferiti alle amministrazioni civiche. Altro discorso riguarda invece la finanza pubblica statale. Le risorse per gli enti locali sono ridotte. E’ un tema che cercheremo di governare».

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione gli emendamenti sostitutivi parziale nn. 341, 342, 343, 397, 398, 399, 400, 401, 402, 403, 404, 405, 34 e 406 che sono stati bocciati in rapida successione

L’Aula ha quindi approvato il testo dell’articolo per poi passare all’esame degli emendamenti aggiuntivi.

Sull’emendamento n.666 è intervenuto il consigliere di Forza Italia Antonello Peru: «Questo emendamento ha l’obiettivo di dare certezza e tranquillità almeno per il 2016 ai lavoratori delle società in house delle province stanziando la somma di 5 milioni di euro – ha detto Peru – vedo che la maggioranza ne ha presentato un altro che stanzia 1,5 milioni di euro. Vorremmo capire se queste risorse sono sufficienti per il 2016. Solo per Sassari servono due milioni di euro. Se la Giunta dice che queste risorse sono sufficienti avremmo la garanzia per i lavoratori e per l’erogazione di servizi fondamentali per i cittadini».

A Peru ha risposto l’assessore Paci: «Ho imparato che le certezze non esistono – ha detto il responsabile della Programmazione – cerchiamo di fare il possibile.  Con un  milione e mezzo di euro proviamo a dare qualche risposta con l’impegno, se i fondi non sono sufficienti, di intervenire in altro modo. Il sistema va riorganizzato dopo il passaggio di competenze dalle province alle Unione dei comuni. Oggi non ci sono le risorse necessarie per dare sicurezze a tutti».

Messo in votazione, l’emendamento 666 è stato respinto con 33 voti contrari e 18 a favore.

Si è poi passati all’esame dell’emendamento n. 810 che emenda il 720 con il quale si stanzia la somma di 1,5 milioni di euro a favore delle società in house. Entrambi gli emendamenti sono stati approvati.

Il presidente Ganau ha poi aperto la discussione sull’emendamento n.710 (Tendas e più) per il quale Giunta e Commissione hanno presentato un invito al ritiro.

Il primo firmatario Mario Tendas (Pd) ha annunciato l’intenzione di mantenerlo. Subito dopo è intervenuto il consigliere di Forza Italia Giuseppe Fasolino che ha chiesto di poter apporre anche la sua firma all’emendamento.

Mario Tendas ha quindi spiegato la ratio della proposta : «L’emendamento mira a dare risposte alle persone che hanno subito danni nell’alluvione del 2013. Finora si è mostrata attenzione per il settore pubblico mentre i privati non hanno ottenuto nessun ristoro – ha affermato Tendas – al problema sono interessati un’ottantina di paesi. Le recenti deliberazioni della Giunta hanno introdotto criteri che rendono difficoltose le procedure per l’assegnazione delle risorse. Non viene preso in considerazione chi ha subito danni inferiori a 10mila euro. Le somme messe a disposizione coprono solo il 5% dei danni subiti. Non si possono dimenticare situazioni che hanno creato danni notevoli alle persone e alle amministrazioni comunali».

Il capogruppo di Sovranità, Democrazia e Lavoro Roberto Desini  ha chiesto di presentare un emendamento orale per prevedere che il ristoro dei danni venga riservato anche ai comuni colpiti dall’alluvione del giugno 2014.

Sulla proposta di Tendas si è detto d’accordo anche il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni che ha chiesto di aggiungere la sua firma a quelle dei presentatori dell’emendamento.

Giuseppe Meloni (Pd) ha annunciato il suo voto favorevole. «Le leggi che vengono approvate in Consiglio devono essere applicate. Questo significa trovare anche le risorse necessarie per attuare le norme. Abbiamo votato una legge per il ristoro dei danni dei privati colpiti dall’alluvione finanziandola con un milione di euro – ha detto Meloni – questa è l’occasione propizia per rimpinguare il fondo. 5 milioni sono pochi ma un segnale deve essere dato».

Eugenio Lai (Sel) ha proposto un’ulteriore integrazione orale all’emendamento n.710 chiedendo di prevedere tra i beneficiari degli indennizzi anche i comuni colpiti dalla grandinata del 2015.

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha invitato i colleghi a “non ridurre a barzelletta un tema di questa portata” e chiesto alla Giunta di chiarire la propria posizione sull’argomento.

L’assessore Paci, replicando a Pittalis, ha ribadito l’invito al ritiro dell’emendamento. «Il tema è serio, ma non si può votare un emendamento di questo genere per le persone colpite dall’alluvione del 2013. Perché non del 2014 o 2015? Ricordo le polemiche nate quando si è proposto di destinare risorse del Fondo Unico per le emergenze lavoro – ha detto Paci – con un emendamento si vorrebbero sottrarre 5 milioni di euro alle finalità pubbliche per intervenire a favore dei privati. Chi ha subito danni dall’alluvione merita attenzione ma non con un emendamento di questo genere. Tendas ha avuto il merito di segnalare che oltre ai danni al patrimonio pubblico esistono anche quelli al patrimonio privato».

E’ quindi intervenuto il primo firmatario dell’emendamento annunciandone il ritiro.

Il consigliere di Forza Italia ha chiesto al proprio capogruppo di far proprio l’emendamento: «L’assessore dice che stiamo utilizzando soldi pubblici per andare incontro ai privati. E’ stato fatto inoltre un paragone con altri eventi calamitosi che non regge, le motivazioni per un intervento a ristoro dei danni dell’alluvione 2013  sono nei dati. Forse non ci ricordiamo cosa è successo, volete che qualcuno vi ricordi i morti del 2013 per farvi capire che è stata un’alluvione diversa dalle altre? Se i privati non possono contare sul pubblico su chi possono contare?».

Il capogruppo sardista Angelo Carta ha dichiarato di voler far proprio l’emendamento: «Lo Stato ha stanziato 5 milioni per l’istituzione di una zona franca nei comuni colpiti dall’alluvione del 2013 – ha ricordato Carta – il ministero dello Sviluppo Economico avrebbe dovuto fare un decreto ad hoc. Così non è stato: i 5 milioni non sono mai arrivati. Cosa ha fatto la Regione per sollecitare l’erogazione delle risorse? Visto che siamo stati scippati dallo Stato di 5 milioni, credo che non sia una bestemmia stanziare l’1% del Fondo Unico a favore dei comuni alluvionati».

Luca Pizzuto (Pd) ha espresso solidarietà a Tendas. «Spesso ci facciamo portatori di istanze dolorose che poi, nei meandri del Consiglio, non vengono accolte – ha detto Pizzuto – è un problema che riguarda tutti: la finanziaria, nonostante gli importanti risultati raggiunti sul fronte della vertenza entrate, non è sufficiente a coprire i bisogni di cui siamo portatori. Serve aprire una riflessione su come riaprire la partite sul piano nazionale». Pizzuto ha quindi annunciato di non voler partecipare al voto.

Daniele Cocco (Sel) si è detto invece in sintonia con l’assessore Paci. «L’argomento è stato discusso in Commissione. Sul Fondo Unco c’è stato un accordo chiarissimo – ha detto Cocco – sottrarre risorse al Fondi unico sarebbe una perequazione al contrario. Sosteniamo l’esigenza di ristorare i danni, ma i soldi non possono essere presi dal Fondo Unico».

Il presidente della Commissione “Governo del Territorio” Antonio Solinas (Pd), rispondendo al consigliere Fasolino, ha difeso l’atteggiamento assunto dalla maggioranza. «Se abbiamo presentato l’emendamento è perché c’è sensibilità – ha detto Solinas – non può però essere messa a rischio una grande conquista come il Fondo Unico».

Voto contrario ha annunciato il presidente della Commissione Bilancio Franco Sabatini: «Chi può essere contrario a ristorare i danni dei privati? Chi non può capire lo sfogo di Fasolino? L’ho vissuto anch’io in Ogliastra nel ’99. Anche allora vennero stanziati 12 milioni di euro dallo Stato mai trasferiti ai comuni. Carta, che ha fatto l’assessore ai Lavori pubblici, dica quando sono stati stanziati i fondi per ristorare i privati. La Commissione ha valutato gli argomenti e ha stabilito che 5 milioni non servono a nulla. Intervenire sul Fondo unico è inutile, sarebbe difficile anche individuare i soggetti a cui dare priorità di risposte. Non è questo il modo di affrontare il problema. Meglio intervenire sul piano delle infrastrutture per mettere in sicurezza i paesi o pensare a un provvedimento di legge».

Per Luigi Lotto (Pd) presidente della Commissione “Attività Produttive” «quando si ritira un emendamento è perché si fa una scelta politica, come quando si è deciso di tornare indietro sulla possibilità di prelevare 8 milioni di euro dal Fondo Unico. Se Tendas ritira l’emendamento tutto il resto appare strumentale».

Angelo Carta (Psd’Az) ha precisato di non voler misurare la sensibilità di nessuno. «Ho posto una questione – ha detto Carta – la V Commissione ha approvato una risoluzione per chiedere alla Giunta di attivarsi per l’istituzione della zona franca nei comuni colpiti dall’alluvione. Finora si sono persi 5 milioni di euro. O ci impegniamo a recuperare quei soldi altrimenti dobbiamo fare qualcos’altro».

L’assessore Paci ha garantito l’impegno della Regione: «Nei giorni scorsi ho parlato con il Capo di gabinetto della Presidenza che sta lavorando alla partita insieme a Palazzo Chigi. Ci sono difficoltà a stabilire il perimetro dei comuni beneficiari. Noi stiamo sul pezzo – ha concluso l’assessore alla Programmazione – non è nostra intenzione perdere nemmeno un euro».

Dopo l’intervento dell’esponente dell’esecutivo il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta ha annunciato il ritiro dell’emendamento n. 710.

Emendamento che, su richiesta del consigliere Fasolino, è stato fatto proprio dal capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis. Messo in votazione è stato respinto con 29 voti contrari e 16 a favore. 

Annunciata la votazione dell’emendamento n. 546, il primo firmatario Gianni Tatti (Udc) ha ricordato l’accordo per i Comuni dell’Alta Marmilla («sono i più disastrati della Sardegna») ed ha spiegato che con l’approvazione dell’emendamento si offrono all’esecutivo gli strumenti per combattere lo spopolamento. L’assessore del Bilancio, Raffaele Paci, ha ricordato che l’Alta Marmilla gode di specifiche e mirate risorse a valere su fondi nazionali e di programmazione europea: «Non è necessario dunque, data la limitatezza delle risorse regionali, stanziare specifici fondi del bilancio regionale».

L’Aula non ha quindi approvato l’emendamento 546 e con successive e distinte votazioni gli emendamenti n. 252, 253, 548, 254, mentre il consigliere del Pd, Salvatore Demontis, ha accolto l’invito al ritiro per l’emendamento n. 276. Non approvato l’emendamento 345. Nel merito dell’emendamento 549 e sull’emendamento all’emendamento 821 è intervenuto il consigliere di Fi, Antonello Peru, per chiede alla giunta il ritiro dell’emendamento 549. 

Il presidente ha proceduto ponendo in votazione l’emendamento n. 821 che sostituisce parte dell’emendamento 549 (entrambi approvati con due distinte votazione), reintroducendo così il parere della commissione competente all’aggiornamento periodico del piano delle opere e delle infrastrutture di cui all’articolo 4 della legge 9 marzo 2015 n. 5 approvato.

Quindi il consigliere dell’Udc, Gianni Tatti, ha accolto l’invito al ritiro dell’emendamento n. 550 e dopo una breve sospensione dei lavori, l’onorevole Daniela Forma (Pd) ha accolto l’invito al ritiro per l’emendamento 551. Anche il consigliere Luigi Lotto (Pd) ha accolto l’invito al ritiro per due emendamenti a sua firma: il numero 422 e il n. 816. L’Aula non ha quindi approvato l’emendamento 559 e il n. 786 mentre il consigliere del Pd, Walter Piscedda, ha accolto l’invito al ritiro dell’emendamento n. 552.

Il consigliere di Forza Italia, Antonello Peru, è intervenuto a sostegno dell’emendamento a sua firma (n. 667) tendente a garantire i fondi necessari per la messa in sicurezza della Rotonda di Platamona, il cui muro perimetrale, lo scorso luglio, è crollato sui bagnanti provocando cinque feriti di cui uno in gravi condizioni. Posto in votazione, l’emendamento 667 non è stato approvato con 30 no e 16 sì. Il consigliere del Pd, Luigi Lotto, ha quindi accolto l’invito al ritiro dell’emendamento 423, tendente a stanziare risorse per la Rotonda di Platamona. A conclusione dell’intervento del consigliere Lotto (Pd), assessore Paci è intervenuto per ribadire l’impegno della Giunta per reperire le risorse utili ai lavori di messa in sicurezza e ripristino della rotonda di Platamona.

Approvato l’emendamento n. 813 che emenda l’emendamento 749, anch’esso approvato, che abroga il secondo periodo del comma 4 bis dell’articolo 2 della legge 24\2014 n. 19.

Non approvati, invece, gli emendamenti n. 271, 273, 274, 276 e 346.

Approvato, invece, nonostante l’invito al ritiro, l’emendamento n. 555, firmato dai consiglieri del gruppo Sel che, così come spiegato dal consigliere Agus, stabilisce che “avanzi di amministrazione degli enti locali possano essere impiegati in progetti e opere da realizzarsi per il miglior utilizzo sociale ed economico di immobili di proprietà comunale o del demanio regionale assegnati al comune”. La votazione, il cui scrutinio è stato il seguente, 32 sì e 13 no, si è tenuta dopo che l’assessore del Bilancio aveva dichiarato che l’emendamento era soggetto ad impugnativa qualora fosse stato approvato.

Analoga situazione si è verificata in occasione della votazione dell’emendamento n. 556, per il quale il gruppo di Sel non ha accolto l’invito al ritiro. Il consigliere Eugenio Lai (Sel) ne ha spiegato le motivazioni dichiarando che con l’approvazione dell’emendamento si tutelano quei Comuni che per cause non imputabili alla loro responsabilità hanno sforato il patto di stabilità 2015 e che dimostrino di rientrare dallo sforamento entro l’anno 2016.

La consigliera di Sdl, Anna Maria Busia, ha dichiarato voto a favore («in qualche occasione è opportuno forzare la mano anche a rischio di impugnazione» e l’Aula, con 29 sì, 16 no e 2 astenuti, ha approvato l’emendamento 556. Il consigliere di Sel, Luca Pizzuto, ha invece accolto l’invito al ritiro per l’emendamento 557 e il Consiglio con successive e distinte votazioni non ha approvato gli emendamenti n. 558, 668, 669. Concluse le votazioni degli emendamenti aggiuntivi all’articolo 5, l’Aula ha proceduto con l’esame degli emendamenti e dell’articolo 6 (Interventi nel settore dei beni e dei servizi culturali, informazione, spettacolo e sport). Il presidente Gianfranco Ganau ha elencato tutti gli emendamenti presentati e il presidente della commissione Bilancio, Franco Sabatini (Pd), ha dichiarato il parere che è risultato favorevole solo per i seguenti emendamenti: 753, 815, 754, 561 e emendamento all’emendamento 812, 562, 755, 563, 564 e per emendamento all’emendamento 802 e 819, 756, 721, 757, 676, 758, 759, 572, 760, 761 e emendamento all’emendamento 820, 762; mentre ha invitato i presentatori al ritiro degli emendamenti: 567, 571, 268 e 712, e ha dato parere contrario per tutti gli altri emendamenti presentati all’articolo 6.

Il Consiglio ha quindi iniziato la discussione dell’art. 6 (Interventi sui beni e i servizi culturali, informazione, spettacolo e sport).

Il vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha messo in evidenza che l’articolo prevede «una serie una serie di interventi importanti nel sistema-Regione ma mostra, ancora una volta, l’assenza di una strategia complessiva mentre, in realtà, le scelte della maggioranza scontentano un po’ tutti perché avete fatto una specie di gioco delle tre carte; sulle scuole paritarie che subiscono tagli significativi, sull’università per cui ci si aspettava qualcosa di diverso, sul cinema che concentra risorse solo sulla film commission, per continuare con i beni museali, i teatri con fondi assegnati solo a piccole strutture private come quella di Sassari azzoppando il Lirico e abbandonando, ad esempio, il Teatro delle Saline».

Ha assunto la presidenza dell’Assemblea il vice presidente Antonello Peru.

Il consigliere dei Riformatori Michele Cossa ha condiviso l’intervento della collega Zedda, in particolare su scuole paritarie che, ha detto, «svolgono in Sardegna un ruolo essenziale nella scuola dell’infanzia con funzioni di supplenza in molti Comuni; la maggioranza ha mostrato un approccio ideologico punitivo dimenticando che i genitori pagano una doppia tassazione». C’è poi, ha ricordato, «un problema che riguarda l’emendamento della maggioranza che prevede 1 milione di euro in base alla legge 56 per organismi che hanno subito in passato tagli superiori al 40%; la finalità è giusta ma si determinano disparità di trattamento evidenti».

Il vice capogruppo del Pd Roberto Deriu, riprendendo la questione della scuole paritarie si è soffermato sul «calvario di queste benemerite istituzioni, sempre trattate senza amore dal centro destra, mentre da parte nostra non c’è nessuna preclusione ideologica o uno sfavore pregiudiziale, anzi riconosciamo che contribuiscono in modo determinante al sistema formativo regionale colmando lacune della struttura pubblica». Non abbiamo risolto il problema, ha proseguito, «c’è ancora da fare e tutto non può essere risolto tutto con la finanziaria, ma la scuola resta comunque al centro degli obiettivi programmatici dell’amministrazione e quando cadrà la polvere che un po’ tutti solleviamo emergerà che la scuola esce rafforzata e ritrova speranza nel futuro». Sulla cultura, ha poi osservato Deriu, «ho sentito giudizi troppo teneri  dell’opposizione forse perchè devono farsi perdonare un passato non brillante; voglio però ricordare che sul cinema si investe in modo reale ed intenso valorizzando anche cose buone del passato perché convinti che sia un formidabile per l’immagine della Regione e la stessa identità del popolo sardo». Ci sarà modo di intervenire ancora, ha concluso il vice capogruppo del Pd, «e su questo abbiamo assunto impegni precisi con un ordine del giorno sul diritto allo studio, sul quale Giunta ha comunque già pacchetto di interventi di sostegno».

Il consigliere Paolo Zedda (Soberania-Indipendentzia) ha definito la cultura elemento qualificante della finanziaria su cui occorre però, a suo avviso, fare alcune considerazioni. La nazione Italia, ha sostenuto, «è nata prima dello Stato grazie all’arte, perché l’arte crea potenza ed unità e questa deve essere anche la nostra prospettiva mentre noi, purtroppo, sostanzialmente neghiamo questa dimensione». Eppure, ha proseguito citando la stretta relazione fra la situazione sarda e turismo, «dovremmo capire la sua enorme capacità di attrazione di visitatori ed investimenti e di volano dell’economia». Se l’amministrazione si vuole caratterizzare sotto questo profilo, ha poi precisato, «secondo noi lo fa troppo poco, nonostante abbiamo concentrato il nostro spazio emendativo sulla correzione di alcune iniziative comprese nell’art. 6 sull’arte e sulla e lingua, perché non solo crediamo nella centralità di questo settore nella nostra comunità, ma siamo convinti che abbia ancora un grandissimo potenziale inespresso». Chiediamo perciò più attenzione per la nostra identità e, ha detto ancora, «un maggiore equilibrio fra le risorse assegnate alle grandi compagnie che acquistano prodotti dall’esterno e le piccole che producono nella Regione raccontando la nostra storia, così come nel cinema serve equilibrio fra le grandi produzioni ed i produttori locali, nelle arti, nella musica e nelle lingua».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha condiviso gli argomenti del collega Zedda che ha elencato alcuni buoni propositi, aggiungendo che «bisogna essere intelligenti per affermare che dentro la nazione italiana c’è la nazione sarda, con tutte le sue varianti autonomiste». Il problema centrale, a suo giudizio, «è che la politica per la lingua e la cultura sarda da tempo ha perso il riferimento del Consiglio regionale salvo occasioni sporadiche». In proposito ha citato l’esperienza della Catalogna, «dove da cento dialetti catalani nacque poi una sola lingua salvo poi assistere ad una nuova stagione di frammentazione, con un percorso analogo a quello della Sardegna; io sono per la lingua di ciascun paese ma è chiaro che ci vuole un intervento normativo strutturale perché attorno a questo si costruisce un robusto tessuto culturale e identitario, rilanciando la storia della Sardegna nel Mediterraneo».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, raccogliendo le sollecitazioni «interessanti» emerse dal dibattito ha osservato che «da questo contesto generale manca una valutazione sulle politiche culturali fin qui seguite dalla Giunta, oltretutto con risorse largamente insufficienti». Il collega Deriu, ha detto ancora, «non può lavarsi la coscienza con un ordine del giorno sulle scuole paritarie ed il diritto allo studio perché, nei fatti, ciò significa ammettere il fallimento delle pochissime azioni avviate da due anni a questa parte, basta ricordare la protesta di appena qualche giorno fa sotto il palazzo del Consiglio regionale di tutto il mondo dello spettacolo e la singolare manifestazione per il diritto allo studio cui hanno partecipato il Rettore dell’Università ed il Sindaco di Cagliari che hanno sfilato non si sa bene contro chi, se contro Renzi o contro Pigliaru o addirittura contro se stessi».

A nome della Giunta l’assessore della Pubblica istruzione Claudia Firino ha affermato che «questa finanziaria testimonia allo stesso tempo un impegno importante e inversione di tendenza perché, nonostante una situazione complessa, si aumentano gli stanziamenti in alcuni comparti, affrontando alcune emergenze e scegliendo di consolidare alcuni investimenti strutturali con scelte molto chiare». Per lo spettacolo, ha ricordato, «è stato stanziato 1 milione in più così come sono state aumentate le risorse per altri settori: l’informazione, il cinema dove sono stati sbloccati i bandi sbloccati dopo cinque anni, il sistema radio televisivo allargato a tv, radio e nuovi media, lo sport, la scuola e università con l’incremento del fondo unico e i fondi per le decentrate, il diritto allo studio con le nuove borse e la scuola con progetti mirati». Per quanto riguarda le scuole paritarie, ha concluso l’assessore, «non abbiamo alcun pregiudizio ideologico ed anzi abbiamo confermato i fondi». Si può certamente può fare di più, ha detto infine, «ma l’inversione di tendenza c’è». (Af)

Dopo l’intervento dell’assessore, il presidente Ganau ha messo in votazione gli emendamenti all’articolo 6. Il capogruppo di Forza Italia Pietro  Pittalis ha annunciato il ritiro di tutti gli emendamenti soppressivi totali e parziali. Rivolgendosi però all’assessore alla Pubblica Istruzione ha detto che non c’è nessuna ragione di enfatizzare i finanziamenti sull’informazione o sulle scuole paritarie. Il presidente della Seconda commissione Gavino Manca (Pd) ha sottolineato che  effettivamente  sul sistema dell’informazione  c’è stato uno stanziamento di 800.000 euro, ma che c’è l’impegno, in sede di assestamento, di trovare altre risorse. L’attenzione – ha assicurato –   è massima. Il presidente della Terza commissione Franco Sabatini (Pd) ha sottolineato che, per le  scuole paritarie, per il 2016 sono stati stanziati 18 milioni di euro. Il presidente della Quinta commissione Luigi Lotto (Pd) ha precisato che il teatro di Sassari non è privato ma è un teatro comunale. Pietro Pittalis (Forza italia) ha sottolineato il grande ruolo sociale delle scuole paritarie e ha detto che le risorse stanziate sono insufficienti.

Il testo dell’articolo 6 è stato approvato.

Sono stati approvati gli emendamenti: 753 che nel comma 4 dell’articolo 6 sostituisce lo stanziamento di 1.000.000 con 1.500.000; l’emendamento all’emendamento 815 che sopprime dall’emendamento 753 le parole “e 2016 – 2017”; l’emendamento 754 che, nel comma 5 dell’articolo 6, sostituisce 600.000 alla parola 500.000; l’emendamento 812 (emendamento all’emendamento 561) che prevede uno stanziamento di 1.000.000 a favore degli organismi di spettacolo che, nell’ultimo triennio, hanno subito una riduzione dei contributi superiore al 40%. Approvato anche l’emendamento 561 che aggiunge il comma 1 bis all’articolo 1 dell’articolo 6. Questo comma prevede che, a decorrere dal 2016 i termini per la presentazione delle istanze per la concessione dei contributi per le attività di spettacolo dal vivo (di cui all’art. 56 della legge regionale n. 1 del 1990) sono stabiliti annualmente con decreto dell’assessore competente. Sono stati poi approvati anche due emendamenti orali sull’anno gramsciano  presentati da Eugenio Lai  e da Attilio Dedoni. Prima dell’approvazione dei due emendamenti orali , il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha chiesto maggiori delucidazioni sugli importi e sui capitoli di spesa. L’assessore alla pubblica istruzione ha risposto che il capitolo era quello sulla valorizzazione dei personaggi illustri della Sardegna e la capienza totale era di 100.000 euro. Approvato anche l’emendamento 563   sull’utilizzo delle eventuali economie relative alle risorse erogate ai sensi della legge regionale 7 agosto 2007, n. 7; l’819 (emendamento all’emendamento 564) che prevede la copertura finanziaria agli interventi pluriennali dei consorzi universitari di Nuoro e Oristano; il 564 che aggiunge il comma tre bis all’articolo 6 prevedendo che dal 2016 la dotazione del fondo a favore delle sedi universitarie decentrate della Sardegna sia ripartita tra il Consorzio per la promozione degli studi universitari della Sardegna centrale di nuoro, tra il Consorzio Uno di Oristano e l’università di Sassari per i corsi universitari avviati presso le sedi suburbane di Alghero e Olbia.  Questo emendamento approvato prevede anche l’aggiunta di un comma ter che prevede che alla ripartizione del fondo provvede la giunta regionale , su proposta dell’assessore competente, previa valutazione dell’offerta formativa dei corsi universitari decentrati con le università di Cagliari, Sassari e con i Consorzi universitari di Nuoro e di Oristano; alle dotazioni per gli anni successivi si provvede con legge di stabilità. Approvato anche l’emendamento 562 che autorizza per l’anno 2016 la spesa di euro 400.000  a favore della fondazione Sardegna Film Commission e l’emendamento 802 (emendamento all’emendamento 564) che aggiunge al comma 3 ter dell’emendamento 564 le parole “determinato per l’anno 2016 in euro 5.900.000”  (R.R.)

L’aula ha quindi approvato l’emendamento all’emendamento n. 822 (Zedda e più) che stanzia 50mila euro per il funzionamento del Museo- Villaggio minerario di Rosas nel Comune di Narcao.

Via libera anche all’emendamento n. 756 (Sabatini e più) che mette a disposizione 300mila euro per il funzionamento del Nuovo Teatro comunale di Sassari. 

L’aula ha poi respinto gli emendamenti della minoranza nn. 256, 671 e 672 che proponevano il finanziamento di 200mila euro come contributo aggiuntivo alla manifestazione Autunno in Barbagia, 300mila euro per il restauro della chiesa di San Pietro di Tuili, 600mila euro per contributi alle società sportive.

Disco verde invece per gli emendamenti n. 721 che destina 300mila euro a favore del Teatro di Sardegna e n. 757 che prevede un finanziamento di 200mila euro per le attività di valorizzazione dei sistemi lagunari dell’Isola.

Il Consiglio ha poi respinto gli emendamenti nn. 691, 569, 565, 568, 566 e 570

Sull’emendamento n. 674 è intervenuta la consigliera Alessandra Zedda che ha insistito sull’opportunità di concedere un finanziamento di 300mila euro per la ristrutturazione del Teatro Saline di Cagliari. «Si tratta di un contributo che consentirebbe di evitare un investimento superiore – ha detto Zedda – chiedo all’assessore di farsene carico. E’ durissima doverci rinunciare per così poco,  si tratta di un intervento di messa in sicurezza». Messo in votazione l’emendamento è stato respinto.

Stessa sorte per l’emendamento 722, mentre ha ottenuto il parere positivo dell’aula l’emendamento all’emendamento 676 n. 809 (Zedda Alessandra) che stanzia 200mila euro per l’integrazione del programma della legge n17 del ’99 (Provvedimenti per lo sviluppo dello sport in Sardegna).

Sono stati poi bocciati gli emendamenti nn. 678 e 680 mentre hanno ottenuto il via libera gli emendamenti n.758 (30mila euro a favore della Fondazione Memoriale Giuseppe Garibaldi) e 759 (400mila euro a favore delle radio locali) entrambi proposti dalla maggioranza, primo firmatario Franco Sabatini.

Respinti, in rapida successione, gli emendamenti nn. 360, 272, 283 e 284, il Consiglio ha approvato l’emendamento n. 572 (Rubiu e più) che stanzia 50mila euro a favore dell’associazione di mutuo soccorso di Carloforte per la tutela del Cineteatro.

Successivamente sono stati respinti gli emendamenti nn. 681, 684, 685, 686, 689.

Disco verde infine sull’emendamento 760 (100mila euro a favore dell’Associazione Enti locali per le attività culturali e di spettacolo) e sull’emendamento all’emendamento 761 n.820 che autorizza la spesa di 520mila euro per la promozione di progetti finalizzati alla diffusione e promozione della lingua e della cultura sarda e  762 (100mila euro per l’istituzione su tutto il territorio regionali dei Centri per la cultura della nonviolenza). Tutti gli emendamenti erano stati presentati dalla maggioranza, primo firmatario Franco Sabatini.

Concluse le votazioni, il presidente Ganau ha dichiarato chiusa la seduta. I lavori del Consiglio riprenderanno martedì 29 marzo alle 15.00.