4 December, 2024
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Sul Centro termale di Coquaddus, mentre l’imprenditore Ninetto Deriu attende il primo confronto in Regione, il presidente di Italia Nostra Sardegna si oppone ancora al progetto.

L’assessore regionale dell’Urbanistica, Cristiano Erriu, il 17 aprile, come si ricorderà, aveva fatto una significativa “apertura” al progetto, nel corso del convegno svoltosi nella sala conferenze della Grande Miniera di Serbariu, e proprio le parole dell’ex sindaco di Santadi hanno provocato una nuova presa di posizione del presidente di Italia Nostra Sardegna, Graziano Bullegas, contrario alla sua realizzazione nel sito di Coquaddus, che ha scritto una lettera aperta al responsabile regionale del settore Urbanistica.

«La Giunta regionale sta lavorando alla revisione del Piano Paesaggistico regionale e allo stesso tempo sta lavorando ad una nuova legge urbanistica – aveva detto Cristiano Erriu nel corso del suo intervento – non vogliamo perdere tempo, perché il tempo non è più una variabile indipendente, con i tempi che corrono, la semplificazione edilizia, la semplificazione amministrativa, costituisce uno degli obiettivi del programma di governo del presidente Pigliaru. Le esigenze di risposte celeri e immediate che il mondo dell’impresa giustamente pretende da una pubblica amministrazione, per molti versi nel passato disattenta e distante, sono due piste di lavoro sulle quali la Giunta si è spesa e vuole spendersi in futuro. Questo non significa trascurare le esigenze dell’ambiente e l’opinione di chi, portatore di interessi diffusi e le associazioni ambientaliste, deve partecipare al processo partecipativo che abbiano avviato, ma ecco perché vogliano ricostruire le basi dello sviluppo della Sardegna, fondandole non più su una spesa pubblica ormai inesistente, ma solo sugli investimenti dei privati che devono essere messi nella condizione di poterlo fare».

«L’impressione immediata, la risposta immediata che mi sento di dire all’imprenditore Deriu e a tutti voi – ha aggiunto Cristiano Erriu -, è che all’assessorato dell’Urbanistica troverà risposte, orecchie disponibili ad ascoltare, tempo da dedicare per affrontare i nodi che devono essere sciolti, problemi che devono essere approfonditi, risposte che possono essere date, facendoci carico anche del lavoro di regia e di coinvolgimento di altre autorità, quelle ambientali in primo luogo, ma anche le varie soprintendenze, per cercare di costruire le condizioni perché su questo progetto, magari modificato, aggiornato e rivisto ma in linea con le aspettative di un territorio che mi pare di capire su questo progetto crede molto, è nostro dovere occuparcene con serietà e tentare di dare risposte.

Graziano Bullegas nella sua lettera ribadisce le motivazioni della contrarietà al progetto che, se venisse approvato – sostiene – «violerebbe numerose leggi e norme urbanistiche e paesaggistiche, in quanto si tratta di aree tutelate dal PPR, dal Codice dei Beni paesaggistici, dal PUC di Sant’Antioco, dalla Rete Natura 2000 della Comunità Europea e dall’attenzione, la cura e il rispetto che gli antiochensi hanno sempre dedicato alla bellissima spiaggia di Coa ‘e Cuaddus e all’area circostante» e propone la realizzazione del progetto in altre aree che meriterebbero di trasformazione e di recupero urbanistico del territorio. E, infine, propone all’assessore Erriu un incontro per illustrare i motivi per i quali si oppone alla realizzazione del progetto.

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E’ ripresa questa mattina davanti alla Quarta Commissione, presieduta dall’on. Antonio Solinas (Pd) l’audizione dell’assessore regionale dei Lavori pubblici, Paolo Maninchedda, che ha riferito sulle problematiche relative ad Anas, Area ed al comparto idroelettrico.

All’inizio della sua esposizione l’assessore Maninchedda ha dichiarato che «quello dell’Anas è un pezzo importante del grande problema infrastrutturale della nostra Regione. La Sardegna è una fra le pochissime regioni d’Italia, probabilmente l’unica, che ha finanziato la realizzazione dei progetti Anas con risorse proprie: su 12000 chilometri complessivi della rete stradale, ben 4000 sono di competenza Anas».

Entrando nel dettaglio, Maninchedda ha affermato che «siamo in presenza di una situazione di grande incompletezza, dai due lotti della 125 alla 131 – Villasanta, dal 5° lotto della Sassari-Olbia, alla 195, per fermarci ai casi più evidenti. Ciò pregiudica, fra l’altro, lo stesso valore degli investimenti. Per questo ci siamo orientati sulla scelta di fondo di dare priorità agli interventi di completamento delle opere già avviate, fermo restando che abbiamo aperto con Anas un duro contenzioso, nell’ambito del quale non abbiamo purtroppo poteri reali, per indurre la società a fare per intero il suo dovere».

E, nel rivendicare alla Regione effettivi poteri di intervento, l’assessore dei Lavori pubblici ha ricordato che, quando la Regione li ha potuti esercitare come nel caso della Sassari-Olbia, lo ha fatto molto bene, con grandi risultati: «Negli anni fra il 2010 ed il 2013 abbiamo mandato in gara ben 11 lotti, un sistema che ha funzionato in modo eccellente. Sarà questo, inoltre, il modello che seguiremo nel predisporre una nuova legge organica sugli appalti, che contiamo di portare all’attenzione del Consiglio regionale entro la metà del mese di giugno».

«Con la nuova – ha proseguito l’assessore – intendiamo raggiungere anche un altro obiettivo, quello di far incontrare domanda ed offerta, riavvicinando la Regione al tessuto delle imprese sarde di settore, ora in grande crisi. Ora, l’indotto reale delle opere per le nostre imprese è molto basso. Nella Sassari-Olbia, ad esempio, che è certamente l’intervento di gran lunga più impegnativo, l’Anas ha pubblicato una selezione pubblica per addetti di cantiere, con procedure discutibili ed una graduatoria che ci è apparsa non chiara; per questo abbiamo trasmesso gli atti alla Procura della repubblica di Sassari.»

Dopo L’esame di alcune situazioni particolarmente delicate (settore settentrionale della 131, svincoli a raso di Macomer, Bonorva e Cossoine, gli ultimi due lotti della 125, la 130, la 554 e viale Marconi a Cagliari) l’assessore Maninchedda ha richiamato l’attenzione della Commissione sul problema delle manutenzioni «destinato a crescere in modo preoccupante nei prossimi anni, estremamente difficile da fronteggiare facendo ricorso esclusivamente alle risorse del bilancio regionale».

Passando ad esaminare la situazione dell’agenzia regionale Area, l’assessore ha ricordato la recente delibera della Giunta regionale con cui è stata chiesta formalmente all’agenzia una serie di chiarimenti, rispetto ai quali dovrà essere fornita una risposta entro 30 giorni.

«La nostra impressione – ha spiegato Maninchedda – è che l’agenzia abbia bisogno di un controllo molto puntuale. Ci sono conti consuntivi non approvati, costi del personale immotivati, una certa confusione progettuale, 192 milioni di fodi regionali dei quali non conosciamo le fasi di programmazione, di impegno e di spesa: una situazione complessiva di forte disordine, con alcune realtà piuttosto critiche come Sassari, Macomer, Bosa e Nuoro, sulle quali intendiamo fare piena luce. Attendiamo le controdeduzioni dell’agenzia ma saremo particolarmente severi, sia perché lo impone la legge, sia per il delicatissimo momento che la Sardegna sta vivendo.»

Infine, il comparto idroelettrico, su quale Maninchedda ha fornito alcune cifre: «Il settore produce per l’Enel 42 milioni di ricavi e la Sardegna riceve appena 2.6 milioni per le concessioni. E’evidente che c’è molto da rivedere».

I lavori della Commissione riprenderanno mercoledì 14 maggio prossimo alle ore 10.00, con l’audizione dell’assessore regionale dell’Urbanistica Cristiano Erriu ed alle 16.00, con l’audizione dell’assessore regionale dell’Ambiente Donatella Spano.

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L’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente, Donatella Spano, ha incontrato i sindaci e gli amministratori degli istituendi parchi di Gutturu Mannu e di Tepilora. Gli incontri, uno per ogni parco, erano finalizzati a far ripartire l’iter istitutivo non portato a compimento dal precedente consiglio regionale.

L’assessore ha ascoltato i rappresentanti dei territori interessati ed ha manifestato la propria volontà di ripresentare, in tempi brevissimi i rispettivi disegni di legge in Giunta Regionale per l’approvazione e per il successivo proseguo all’organo legislativo. Questo al fine di valorizzare il prezioso lavoro portato avanti in questi ultimi anni dai comuni in accordo con la struttura tecnica regionale, in considerazione anche del fatto che le proposte di queste aree protette sono nate dalla volontà delle popolazioni locali interessate e in virtù dell’alto valore naturalistico dei compendi e delle potenzialità e opportunità di sviluppo economico sostenibile offerte dalla nascita di un parco naturale. Gli incontri sono stati particolarmente partecipati.

Per il parco di Gutturu Mannu erano presenti, oltre ai rappresentanti dei comuni (Pula, Sarroch, Assemini, Capoterra, Siliqua, Santadi, Uta, Villa San Pietro), l’Ente Foreste, la provincia di Cagliari e il comune di Teulada, che si è candidato per entrare anch’esso a far parte del Parco. Alla riunione era presente anche l’assessore regionale degli Enti Locali, Cristiano Erriu, ex sindaco del comune di Santadi, a suo tempo tra i promotori dell’iniziativa, che ha ribadito quanto espresso da Donatella Spano, assicurando il suo impegno in Giunta. Per il Parco di Tepilora erano presenti i sindaci dei comuni di Lodè, Torpè, Bitti e Posada, l’Ente Foreste e la Provincia di Nuoro.

Cristiano Erriu

L’assessore regionale dxegli Enti Locali, Cristiano Erriu, stringe i tempi sulla legge di riforma delle autonomie locali. Ieri l’esponente della Giunta Pigliaru ha partecipato ai lavori della Commissione “Autonomia” , annunciando che entro sessanta giorni la Giunta regionale presenterà un disegno di legge sul riordino degli Enti Locali. Durante l’audizione, durata oltre due ore, Cristiano Erriu ha illustrato il lavoro svolto dalla Giunta in queste settimane per giungere in tempi rapidi al varo di una riforma organica degli Enti Locali che tenga conto delle novità contenute nel decreto “Del Rio” e del lavoro fatto dal Consiglio nella scorsa legislatura.

«Pensiamo – ha detto Cristiano Erriu – ad un riordino complessivo di Province e Unione dei comuni e alla istituzione della Città Metropolitana di Cagliari».

L’assessore si è soffermato anche sulla confusione amministrativa creatasi dopo l’abolizione delle province.

«Oggi – ha detto – la proposta di legge costituzionale votata dal Consiglio rischia di essere superata dalla riforma Del Rio se il Parlamento non la esamina in tempi rapidi».

Un empasse che rischia di creare grossi problemi soprattutto in relazione al personale delle Province e delle società in house (complessivamente 927 unità).

«Ecco perché – ha affermato Erriu – occorre arrivare al più presto a un testo di riordino degli Enti Locali.»

Sulla necessità di procedere immediatamente alla istituzione della Città Metropolitana ha puntato invece l’attenzione il presidente della Prima Commissione, Francesco Agus (Sel).

«Occorre far presto – ha detto Agus – i tempi sono strettissimi, il rischio è perdere  i 40 milioni di euro stanziati dal Pon per Cagliari. Questa deve essere la priorità – ha aggiunto il presidente della Commissione – senza dimenticare il riordino degli enti locali per il quale, però, è forse necessaria una riflessione più approfondita che permetta di arrivare ad una riforma ampiamente condivisa. Già dalla prossima settimana sarà definito il calendario delle audizioni dei rappresentanti della società sarda sui temi delle riforme.»

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Sulle Province i Riformatori sardi elogiano l’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu ma chiedono tempi celeri per la riforma.

«Siamo soddisfatti della posizione espressa oggi dall’assessore degli Enti Locali, Cristiano Erriu, in audizione in commissione Riforme – spiega il consigliere Michele Cossa – Ma dalle parole dobbiamo passare immediatamente ai fatti. Adesso ci aspettiamo che velocemente la Giunta approvi il disegno di legge che riforma il sistema degli enti locali, con il trasferimento delle competenze delle defunte Province ai Comuni.» 

«Crediamo che sia fondamentale – dice ancora Cossa – che la Giunta e il Consiglio non perdano neppure un minuto, visto che di tempo ne è stato perso abbastanza. Oggi è il 6 maggio ed esattamente due anni fa si celebrava il referendum che i 525mila sardi hanno promosso. Le Province di nuova istituzione non esistono più e sull’abolizione delle vecchie proprio oggi si discute in Senato la proposta di legge approvata dal Consiglio regionale che cancella definitivamente la parola Province dallo Statuto. Ora più che mai è necessaria la legge che trasferisca definitivamente le competenze delle ex Province: la Sardegna non può attendere.»

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Intesa tra Giunta e Consiglio regionale sul percorso da seguire per arrivare alle riforme. E’ emerso stamane dall’audizione dell’assessore regionale agli Affari Generali, Gianmario Demuro, da parte della Prima Commissione del Consiglio regionale presieduta da Francesco Agus (Sel). L’obiettivo è arrivare entro sei mesi ad una proposta unitaria per la riorganizzazione della macchina amministrativa regionale e la riscrittura dello Statuto.

L’assessore Demuro, ha illustrato gli esiti dell’ultima Conferenza Stato-Regioni sulla riforma del Senato e del Titolo V della Costituzione ribadendo la ferma volontà della Giunta di difendere la specialità della Sardegna e di tutelare le prerogative dello Statuto.

L’esponente dell’esecutivo si è poi soffermato sull’attività portata avanti in queste settimane dal governo regionale per procedere in tempi rapidi alla riorganizzazione della macchina amministrativa.

«Oggi – ha detto l’assessore Demuro – la struttura si basa su due vecchie leggi: la n. 1/77 (Organizzazione amministrativa e competenze Giunta, Presidente e assessorati) e la n. 31/98 (Disciplina del personale degli uffici della Regione). Due norme che hanno necessità di essere riviste anche alla luce dei nuovi compiti in capo all’esecutivo.»

Entro la prossima settimana, ha annunciato Demuro, sarà presentata una proposta “stralcio” per la riorganizzazione delle direzioni generali degli assessorati. Poi si provvederà, ma per far questo occorre intervenire con legge Statutaria, a una riforma organica degli assessorati, oggi imprigionati in uno schema normativo molto rigido.

L’assessore, rispondendo alle domande dei commissari, ha anche sottolineato la necessita di arrivare ad un sistema virtuoso con una distribuzione di funzioni e competenze più chiara tra Regione ed Enti locali.

I lavori della Commissione “Autonomia” proseguiranno nel pomeriggio, alle 17.00, con l’audizione dell’assessore agli Enti Locali, Cristiano Erriu. 

Cristiano Erriu

E’ stata inaugurata ieri pomeriggio a Cagliari, la 66ª edizione della Fiera Campionaria internazionale della Sardegna, che ha aperto al pubblico oggi. Alla cerimonia di apertura ha partecipato l’assessore regionale degli Enti Locali, Cristiano Erriu.

«La Fiera di Cagliari rappresenta un’infrastruttura materiale di fondamentale importanza per tutta la Sardegna e la Regione è impegnata, insieme con le Camere di Commercio, a sostenerne la riqualificazione e lo sviluppo – ha detto l’assessore Erriu -. La Fiera è anche un importante strumento per assicurare alle imprese di tutta la Sardegna occasioni di promozione di apertura verso i mercati internazionali e quindi un’occasione molto importante da presidiare.»

Sono 4 milioni e 800mila euro in totale le risorse finanziarie che la Camera di Commercio di Cagliari ha deciso di investire nel triennio per garantire un volto nuovo alla sua Azienda Speciale.

Sono 450 gli espositori regionali e nazionali, numeri in linea con la passata edizione tra ditte dirette e rappresentate.
Sono 30 le aziende “storiche” che espongono in fiera da più di 25 anni.
Il numero degli stand esteri, in prevalenza dedicati all’artigianato proveniente dalla Russia al Madagascar, fa registrare come lo scorso anno una lieve flessione a fronte di un ricambio tra vecchi e nuovi espositori, pari al 35%.
All’interno dei 112mila metri quadri del quartiere fieristico sono 10 i padiglioni allestiti in occasione della campionaria per una superficie espositiva totale di 24.mila600 metri quadri cui si aggiungono 10mila metri del piazzale.

Per incentivare l’ingresso dei visitatori, quest’anno l’ultima ora dei giorni feriali dalle 19.30 alle 20.30 e dei giorni festivi dalle 20.30 alle 21.30, sarà aperta gratuitamente al pubblico.

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L’assessore regionale dell’Urbanistica, Cristiano Erriu, “apre” al progetto del gruppo Deriu che prevede la realizzazione di un Centro termale a Coquaddus, località balneare dell’Isola di Sant’Antioco. L’importante novità è emersa ieri, nel corso del convegno svoltosi nella sala conferenze della Grande Miniera di Serbariu, organizzato per illustrare il progetto, che venne presentato già quattro anni e che ha avuto il parere favorevole del Consiglio comunale di Sant’Antioco, considerato dal soggetto proponente, un’opportunità di sviluppo per il Sulcis, alle prese con la crisi più grave degli ultimi trent’anni.

«La Giunta regionale sta lavorando alla revisione del Piano Paesaggistico regionale e allo stesso tempo sta lavorando ad una nuova legge urbanistica – ha detto Cristiano Erriu nel corso del suo intervento – non vogliamo perdere tempo, perché il tempo non è più una variabile indipendente, con i tempi che corrono, la semplificazione edilizia, la semplificazione amministrativa, costituisce uno degli obiettivi del programma di governo del presidente Pigliaru. Le esigenze di risposte celeri e immediate che il mondo dell’impresa giustamente pretende da una pubblica amministrazione, per molti versi nel passato disattenta e distante, sono due piste di lavoro sulle quali la Giunta si è spesa e vuole spendersi in futuro. Questo non significa trascurare le esigenze dell’ambiente e l’opinione di chi, portatore di interessi diffusi e le associazioni ambientaliste, deve partecipare al processo partecipativo che abbiano avviato, ma ecco perché vogliano ricostruire le basi dello sviluppo della Sardegna, fondandole non più su una spesa pubblica ormai inesistente, ma solo sugli investimenti dei privati che devono essere messi nella condizione di poterlo fare».

«L’impressione immediata, la risposta immediata che mi sento di dire all’imprenditore Deriu e a tutti voi – ha aggiunto Cristiano Erriu -, è che all’assessorato dell’Urbanistica troverà risposte, orecchie disponibili ad ascoltare, tempo da dedicare per affrontare i nodi che devono essere sciolti, problemi che devono essere approfonditi, risposte che possono essere date, facendoci carico anche del lavoro di regia e di coinvolgimento di altre autorità, quelle ambientali in primo luogo, ma anche le varie soprintendenze, per cercare di costruire le condizioni perché su questo progetto, magari modificato, aggiornato e rivisto ma in linea con le aspettative di un territorio che mi pare di capire su questo progetto crede molto, è nostro dovere occuparcene con serietà e tentare di dare risposte.»

L’intervento dell’assessore Erriu è arrivato al centro del dibattito, preceduto dall’esposizione del progetto da parte degli esperti incaricati dall’imprenditore Ninetto Deriu. Sono intervenuti il geologo Alessandro Grosso, direttore dei lavori, sull’attività del permesso di ricerca; il professor Andrea Fuganti, geologo, docente dell’università di Trento, responsabile del procedimento di certificazione delle acque; il professor Mario De Bernardi di Valserra, docente dell’università di Pavia, responsabile del procedimento di certificazione delle acque a fini terapeutici; l’ingegner Fulvio Maurizio Pisu, responsabile degli aspetti urbanistici e normativi; l’architetto Massimo Pisu, responsabile della progettazione architettonica e paesaggistica.

Nel permesso di ricerca in località Coquaddus sono state individuate acque utilizzabili a scopo termale, ad una temperatura variabile tra i 20° e i 25° (la portata è di due litri al secondo, 57.600 litri per le otto ore, una quantità ampiamente sufficiente). Il contesto territoriale nel quale si inserisce il permesso di ricerca è ritenuto favorevole per l’insediamento di un Centro termale sia per la vicinanza a centri abitati, sia per l’inserimento in un contesto a forte vocazione turistica. Il personale minimo necessario per il funzionamento del solo Centro termale sarà costituito da 1 direttore, 1 vicedirettore, 3 persone per l’accettazione, 2 medici responsabili e vari specialisti consulenti, 2 addetti alle terapie inalatorie, 10 addetti alla fango-balneoterapia, 5-8 massaggiatori, 2 fisioterapisti, 2 bagnini, 4 addetti alle pulizie, 2 manutentori. Oltre a quello per il funzionamento del Centro termale, è previsto il personale per la gestione della struttura alberghiera, delle piscine esterne, del centro benessere, del ristorante, dei bar, dei giardini e di tutti gli altri servizi, per un fabbisogno totale di 115 unità.

Ninetto Deriu ha spiegato di essere in attesa di un pronunciamento delle autorità competenti nel più breve tempo possibile, qualunque esso sia, nel rispetto delle leggi vigenti. Ed ha sottolineato come molti imprenditori, nel passato più o meno recente si siano arresi alla burocrazia, scegliendo di andare ad investire altrove, ma di non voler fare altrettanto ed ha sottolineato che, anche qualora le risposte fossero negative, resterebbe ad operare con le sue imprese nel Sulcis, territorio che oggi più che mai ha bisogno di imprese in grado di creare lavoro.

Prima di Cristiano Erriu era intervenuto l’ex presidente della Provincia di Carbonia Iglesias, Tore Cherchi, che ha sottolineato la validità e l’importanza del progetto presentato dal Gruppo Deriu.

«Il Piano Paesaggistico Regionale – ha detto Tore Cherchi – prevedeva di poter trasformare le volumetrie industriali in volumetrie ricettive, per compensare almeno in parte il gap di quei territori nei quali in passato non sono stati realizzati grandi interventi nel settore turistico. è successo, a distanza di anni – ha aggiunto Tore Cherchi -, che questa misura di compensazione individuata nelle aree Sardamag e Palmas Cave, per i ritardi registrati nelle bonifiche, nei fatti non si è tradotta in atto, rivelandosi una misura di compensazione che non funziona. La politica deve prenderne atto e chiedersi perché. Le intese in questi casi vanno valutate anche tenendo conto del contesto complessivo, del fatto che se si deve sviluppare il settore, con imprese di determinate caratteristiche, lo si deve fare dove è possibile, cioè dove si ha la risorsa termale (in passato, altri tempi beninteso, sono andati a cercare la miniera persino nello scoglio del Pan di Zucchero), e da ultimo si deve considerare che servono determinate strutture per assicurare la misura compensativa prevista dal Piano Paesaggistico regionale e se questa non è agibile al momento e non sarà disponibile ancora a lungo, toccherà ai sindaci e alla Regione far sì che lo strumento dell’intesa vada usato tenendo conto del contesto complessivo. Mi auguro che si possa sviluppare una discussione costruttiva e rapida – ha concluso Tore Cherchi – perché siamo di fronte a proposte imprenditoriali importanti non solo per l’impresa ma in possesso di una valenza di tipo generale.»

Per fugare perplessità e dubbi sollevati circa un eventuale futuro cambio di destinazione d’uso della struttura, a scopo speculativo, Ninetto Deriu ha spiegato che la destinazione urbanistica delle volumetrie non potrà essere modificata, come sottoscritto con atto notarile, per almeno 99 anni, rimanendo vincolata sempre e solo ad un centro termale.

L’assessore e vicesindaco di Sant’Antioco, Massimo Melis, ha ricordato come il Consiglio comunale abbia espresso parere favorevole sul progetto ed ha sottolineato l’esigenza di sostenere progetti come quello proposto dal Gruppo Deriu, per dare nuovi sbocchi ad un territorio finora condizionato dalla monocoltura mineraria prima e industriale poi.

«Sant’Antioco può dare un grande contributo alla ripresa economica del Sulcis – ha detto Melis – speriamo che il presidente Pigliaru e la nuova Giunta regionale colgano l’opportunità che noi vogliamo dare».

Un parere totalmente positivo sul progetto Coquaddus è stato espresso da Fabio Enne, segretario generale della Cisl, che ha sottolineato come l’imprenditore tre anni fa abbia rilevato lo stabilimento ex Ila con un rilevante investimento economico e, nonostante gli elogi ricevuti da tutta la classe politica, dopo quattro anni non abbia ancora ottenuto il via libera per l’installazione di tre pale eoliche necessarie ad abbattere i costi di produzione e quindi ad assicurare un futuro all’impresa e duecento persone stanno ancora aspettando di poter rientrare nel ciclo produttivo. Fabio Enne ha detto di non capire gli ostacoli che vengono posti alla realizzazione di un progetto come quello del Centro termale di Coquaddus e come rappresentante sindacale, ha detto di essere eventualmente pronto, qualora si rendesse necessario, anche a fare le battaglie per superare tutte le difficoltà burocratiche, per superare tutti gli ostacoli, anche modificare le leggi, se necessario, per fare le cose e creare una nuova economia in questo territorio.

«Si parla di grandi emergenze come Alcoa, Eurallumina, Portovesme srl, Carbosulcis – ha rimarcato Enne -, ma ci sono tante altre piccole e grandi emergenze della piccola e media impresa. Il sindacato non è solo per la grande industria, ma anche per progetti alternativi e questo è un segnale importante che bisogna assolutamente sostenere. Bisogna mettere i privati nella condizione di poter fare gli investimenti ed evitare che rinuncino e lascino questo nostro Sulcis.»

Anche il consigliere regionale Gigi Rubiu ha espresso un giudizio positivo sul progetto, e la necessità di sostenere progetti come questo che danno lustro al territorio e, ad iniziare dalle intraprese turistiche, ci mettono nella condizione di cambiare l’economia, fino ad oggi legata esclusivamente prima alle miniere poi all’industria. Si è poi complimentato con Ninetto Deriu per il coraggio mostrato nel portare avanti l’iniziativa nonostante tutte le difficoltà burocratiche. Gigi Rubiu ha sottolineato che in questo momento si potrebbe scrivere il futuro del territorio ma di essere anche preoccupato sul fatto che alcuni probabilmente non vorrebbero che questo avvenisse. Ha poi rimarcato l’esigenza di allungare la stagione turistica, oggi spesso limitata ai soli mesi estivi.

Ninetto Deriu ha chiarito di aver deciso di investire 20 milioni di euro su un Centro termale proprio perché le esperienze già operanti dimostrano che lavorano 12 mesi l’anno.

Anche il segretario generale della Cgil, Roberto Puddu, ha sottolineato l’importanza del progetto e sollecitato la sua approvazione, ricordando la prima presentazione del progetto, quando tutti si espressero favorevolmente, salvo poi, fuori dalla sala, assistere ad invettive verso coloro che avevano espresso parere almeno positivo, con dubbi ed insulti.

«La Cgil rappresenta 15.000 lavoratori del territorio – ha detto Puddu – almeno un terzo dei quali oggi non hanno un lavoro. Nel rispetto nelle norme e delle scelte del territorio, vedi i Consigli comunali che hanno titolo in materia, se i pareri sul progetto sono positivi, io esprimo un parere favorevole. Se questo progetto fosse sulla spiaggia io sarei contrario, ma questo progetto non è sulla spiaggia. E se fosse troppo vicino alla spiaggia, io direi che bisognerebbe chiedere all’imprenditore di spostarlo per quanto possibile. Bisogna ridurre i tempi delle autorizzazioni, dire sì o no, perché non è possibile essere ancora qui, dopo quattro anni, in questa situazione.»

Il convegno ha proposto tanti pareri positivi sul progetto, oltre alla posizione nuova della Regione, espressa dall’assessore dell’Urbanistica Cristiano Erriu, ma restano anche pareri contrari. Uno di questi è quello della sezione Italia Nostra di Sant’Antioco, che in una nota diffusa nei giorni scorsi, scrive che «l’intervento proposto non possiede i requisiti previsti dal PPR per le intese, in quanto in palese contrasto con gli obiettivi della pianificazione paesistica regionale, con l’intera disciplina paesaggistica e con quella urbanistica, in quanto si tratta per una parte di aree classificate H (vincolo di integrale conservazione)».

«Oltre ai vincoli naturalistici – sottolinea ancora Italia Nostra di Sant’Antioco – l’intera isola è tutelata dalla vigente normativa paesaggistica per cui in quell’area è improponibile un intervento edificatorio e va precisato che buona parte dell’intervento ricade in zona agricola che per definizione deve essere adibita ad attività agricola e non edilizio-turistico-alberghiera.»

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Un ordine del giorno unitario, sottoscritto da tutti i presidenti dei gruppi e votato all’unanimità dal Consiglio regionale ha concluso la discussione sulle cinque mozioni unificate in materia di spending review e per il mantenimento dei presidi di carabinieri, polizia di Stato e vigili del fuoco in diversi Comuni della Sardegna. Nel documento il Consiglio regionale impegna la Giunta ad intervenire presso il presidente del Consiglio dei ministri e il ministro dell’Interno per il rispetto degli obblighi assunti dallo Stato con la Sardegna, per scongiurare la chiusura dei presidi di pubblica sicurezza nell’Isola e rafforzare i servizi dello Stato con il rispetto dell’accordo di programma quadro sottoscritto il 4 aprile 2004, nonché a sollecitare la sottoscrizione del protocollo tra tutte le prefetture dell’Isola, la Regione e l’Anci per il rafforzamento dei presidi di sicurezza in Sardegna.

Nel dibattito sulle mozioni n. 3, 5, 13, 14 e 15 sono intervenuti i consiglieri Marco Tedde (Fi), Angelo Carta (Psd’Az), Daniele Cocco (Sel), Roberto Desini (Cd) e Piermario Manca (Soberania e indipendentzia). La replica della Giunta è stata affidata all’assessore agli Enti Locali, Cristiano Erriu. Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis è stato l’unico ad intervenire nello spazio di replica riservato ai presentatori delle mozioni, per sottolineare come l’opposizione vigilerà sugli impegni assunti dalla Giunta per scongiurare lo smantellamento di caserme e strutture destinate alla sicurezza pubblica nell’Isola.

Il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha comunicato all’Aula una variazione nell’ordine dei lavori: l’esame della mozione n. 4 (Dedoni e più) sul trasferimento della quota di accise spettante alla Regione, insieme con la discussione della mozione n. 6 (Fasolino e più) sulla mancata erogazione da parte del governo dei fondi necessari alla ripresa economica e sociale dopo l’alluvione del 18 novembre 2013, è stato rinviato alla seduta del 23 aprile con inizio dei lavori previsto alle 10.30.

L’on. Edoardo Tocco è stato eletto segretario nell’ufficio di presidenza del Consiglio regionale, in rappresentanza del gruppo “Sardegna” a cui aderiscono anche i consiglieri Modesto Fenu, Mariolino Floris e Paolo Truzzu. L’on. Tocco ha raccolto 29 voti, mentre 4 sono state le schede nulle e 21 quelle bianche.

Il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha aggiornato i lavori del Consiglio a mercoledì prossimo alle 10.30 per l’esame delle mozioni n. 4 e 6.

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«Sui problemi urbanistici, la Giunta ha deciso di procedere speditamente, con una riforma che porterà la Regione ad avere prestissimo l’aggiornamento del Piano Paesaggistico regionale, la nuova legge Urbanistica e un testo unico sull’edilizia che semplificherà le procedure e accorcerà radicalmente i tempi della burocrazia.»

Lo ha detto questa mattina l’assessore dell’Urbanistica, Cristiano Erriu, incontrando i rappresentanti degli enti locali, delle Università, i consorzi di bonifica e industriali, i sindacati, gli ordini e le categorie professionali di ingegneri, geologi, geometri, architetti, periti industriali e agrari.

Tutte le delegazioni hanno fornito suggerimenti e memorie scritte con l’obiettivo di contribuire assieme alla Regione alla riforma del sistema urbanistico regionale.

«Un sistema rispettoso dell’ambiente – ha detto Erriu – e vicino ai cittadini e alle imprese.»

L’assessore ha chiarito anche un altro concetto: l’intenzione non è quella di fare tabula rasa del lavoro fatto in precedenza. Tutto è al vaglio perché il sistema deve essere migliorato in tutti gli aspetti.

«C’è grande attenzione – spiega Erriu – nel coniugare insieme la tutela del nostro ambiente con l’esigenze dello sviluppo, eliminando tutti gli elementi di criticità. Per quanto riguarda l’iter, seguiremo la linea dell’assoluta legittimità: questo significa che saremo rapidi ma senza scorciatoie che rendano nulli gli atti.»

L’assessorato dell’Urbanistica opererà in stretta collaborazione con gli altri assessorati regionali competenti, in particolare con quello dell’Ambiente, oggi presente all’incontro, per ridurre al massimo i tempi di approvazione e tutte le eventuali criticità derivate da un carente coordinamento.

I tempi comunque saranno strettissimi. E oltre al miglioramento del Piano paesaggistico e alla stesura della nuova legge urbanistica si procederà al varo del testo unico sull’edilizia.

«Faremo pulizia, elimineremo la sovrapposizione di leggi, leggine e circolari – conclude Erriu – con un’opera di semplificazione vera. Sulla base dell’esperienza e dei suggerimenti di tutti.»