23 December, 2024
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La Sardegna è un esempio internazionale per le sue politiche sull’aerospazio. Di quello che è stato già fatto nell’isola, dei prossimi progetti e delle nuove prospettive si è parlato in occasione dei 5 anni del Dass, il Distretto aerospaziale della Sardegna, alla quale hanno partecipato il direttore del Dass Giacomo Cao, l’ingener Cristina Leone, presidente del cluster tecnologico nazionale Aerospazio, e il consigliere economico del sottosegretario di Stato con delega all’aerospazio, Stefano Gialandris.

«Come Giunta crediamo molto nell’aerospazio, abbiamo sostenuto questo settore dal primo momento inserendolo nella nostra S3, la strategia di specializzazione intelligente, e questa è stata la svolta per dare impulso al settore – ha detto l’assessore della Programmazione Raffaele Paci –. I risultati che sono già arrivati, i riconoscimenti da parte della Nasa, il ruolo strategico del Radiotelescopio di San Basilio, gli investimenti di Avio nel Sarrabus e di tante altre imprese del distretto aerospaziale dimostrano che la strada è quella giusta. La Sardegna, come è stato più volte riconosciuto durante il dibattito, è ormai un punto di riferimento mondiale: abbiamo professionalità importanti, condizioni ideali per ospitare strutture di ricerca, forti competenze nell’alta tecnologia e nel digitale. Facendo sinergia, lavorando tutti insieme, possiamo raggiungere risultati ancora più importanti: ma in questo è fondamentale la continuità di sistema, garantire una traiettoria comune su cui i privati possono contare e in cui le Università giocano un ruolo decisivo.»

Il vicepresidente della Regione ha ricordato che la Regione ha già investito oltre 10milioni di euro nei bandi per l’aerospazio. «Bandi che hanno avuto un successo enorme, che abbiamo rifinanziato per garantire copertura a tutti i progetti idonei. Questo dimostra che è un settore che sta crescendo molto e che, come si vede dai progetti presentati, sta riuscendo a passare dalla fase di ricerca pura a quella di ricaduta sul territorio, e questo è un passaggio fondamentale perché è quello che può portare sviluppo e posti di lavoro. I progetti si occupano di gestione satellitare degli incendi, di agricoltura di precisione, monitoraggio ambientale e sorveglianza del territorio per garantire più sicurezza, cose concrete e contributo forte all’innovazione dei settori più tradizionali, dove abbiamo bisogno di alta tecnologia per farli crescere». 

Al finanziamento dei bandi si affiancano i cofinanziamenti di importanti progetti internazionali. «Ricerca tecnologica e capitale umano sono le chiavi con le quali la Sardegna può competere a livello mondiale, diventando una piattaforma internazionale in cui l’aerospazio gioca un ruolo di primo piano – ha sottolineato Raffaele Paci -. Con l’alta tecnologia possiamo superare il limite geografico trasformandolo in una risorsa. Le caratteristiche della nostra isola e le competenze digitali che possiamo garantire sono ideali per ospitare importanti progetti internazionali come, infatti, sta già accadendo: pensiamo ad Aria nella miniera di Seruci o a SarGrav a Lula, candidata a ospitare un laboratorio di ricerca internazionale sulle onde gravitazionali da un miliardo di euro, pezzi di storia del nostro passato che rivivono grazie all’alta tecnologia. In pochi anni l’aerospazio per la Sardegna si è trasformato da valida potenzialità a solida realtà, e di questo siamo molto orgogliosi, perché questo può garantire un solido futuro alla nostra terra e ai nostri giovani».