2 November, 2024
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Il prof. Giorgio Pellegrini, che ha presentato al pubblico accorso all’inaugurazione lo scorso 5 dicembre, la Mostra di grafica bielorussa “Il Dialogo delle Civiltà” lo aveva già ampiamente preannunciato: le 20 incisioni in mostra nello splendido sito dell’ex convento di San Lucifero, attuale sede del Liceo Artistico Foiso Fois di Cagliari rappresentavano una occasione per gli amanti dell’arte per ammirare l’ottimo livello della scuola grafica bielorussa: «Nelle scuole d’arte e nelle accademie di quest’ex repubblica sovietica, patria del grande Marc Chagall, si continua a percorrere quel sentiero lastricato di coerenza che riconduce, senza falsi adeguamenti alle chimere dell’ovest dell’arte, nel territorio sicuro e collaudato del figurativo. Un percorso selettivo e didattico capace di garantire una professionalità artistica perfettamente acquisita. Su quella base granitica molti artisti hanno incominciato a lavorare per infondere nuova originalità e freschezza in una materia densa eppure sicura» – Giorgio Pellegrini.

Il giudizio del numeroso e competente pubblico accorso all’inaugurazione ha confermato l’apprezzamento ed il successo di una mostra che voleva anche essere un omaggio ad alcuni grandi personaggi della cultura bielorussa dei tempi del Rinascimento e del Barocco il cui nomi fanno parte integrante del patrimonio comune europeo.

La Mostra itinerante che prima di Cagliari ha toccato Roma, sarà allestita nei prossimi mesi nelle principali capitali europee.

L’inaugurazione è stata aperta dei saluti del diplomatico bielorusso Dmitry Avsiansky responsabile affari culturali dell’Ambasciata ai quali è seguita l’apprezzatissima introduzione del prof. Giorgio Pellegrini, stimato storico dell’arte e responsabile “collaborazioni culturali” del Consolato bielorusso in Sardegna.

Fra le autorità presenti, la d.ssa  Giovanna Medde, direttore servizio relazioni internazionali della Presidenza della Regione Autonoma della Sardegna, la prof.ssa Micaela Morelli, Prorettrice dell’Università di Cagliari, la Prof.ssa Nicoletta Rossi, dirigente del Liceo Artistico Musicale Foiso Fois, il colonello Giuseppe Rollo in rappresentanza del Comando generale dell’Esercito Italiano in Sardegna, la D.ssa Veronica Madau, Vice Questore aggiunto della Polizia di Stato in rappresentanza del Questore di Cagliari, la Presidente del Comitato Paralimpico della Sardegna Cristina Sanna, il colonnello Medico Stefano Ciancia Direttore del dipartimento militare di medicina legale che ha concesso l’utilizzo della mostra fotografica sul Castello barocco di Niasvizh, sito bielorusso tutelato dall’UNESCO, alle cui origini vi è l’opera dell’architetto gesuita Giovanni Maria Bernardoni del cui genio si trova traccia anche a Cagliari nei siti gesuiti di fine XVI secolo della nostra città, fra i quali proprio anche la sede dell’ex Ospedale Militare nato come Casa del Noviziato dei Gesuiti.

La mostra itinerante il “Dialogo delle Civiltà” gode del patrocinio della Commissione dell’Unione Europea, della Camera dei Rappresentanti dello Stato dell’Unione di Belarus e Russia e dell’Ambasciata della Repubblica Belarus in Italia, l’iniziativa cagliaritana si è tenuta in collaborazione con il Liceo Artistico Musicale Foiso Fois nell’ambito delle iniziative inserite nella “Rete per la conoscenza ed integrazione” promossa dall’Associazione Cittadini del Mondo con il sostegno della Fondazione di Sardegna.

Un particolare ringraziamento è stato espresso dal Console on. Giuseppe Carboni alla Fondazione di Sardegna per il prezioso sostegno, all’Ambasciatore bielorusso Aleksandr Guryanov per aver scelto Cagliari come secondata tappa italiana della mostra dopo Roma, al prof. Giorgio Pellegrini, alla dirigente del Liceo Foiso Fois prof.ssa Nicoletta Rossi per aver aderito con pronta disponibilità ed entusiasmo all’iniziativa e per l’alta professionalità dell’allestimento curato dalle professoresse Concettina Ghisu, Marina Putzolu, Anna Maria Sini e dal prof. Mauro Rizzo, la collaborazione avviata proseguirà con l’attivazione di programmi di scambio professionale e di buone prassi con alcuni licei artistici bielorussi e con nuove iniziative comuni.

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Si è svolta oggi a Tempio Pausania, la settima “Conferenza regionale dello Sport”, quest’anno intitolata Lo sport è vita”. Hanno partecipato tante personalità sportive, tra queste il presidente del Cagliari, Tommaso Giulini, accompagnato dal direttore generale Mario Passetti, il presidente della Dinamo Sassari, Stefano Sardara, e l’orgoglio tempiese, il velocista Filippo Tortu, insieme all’assessore regionale dello Sport, Andrea Biancareddu, la vice presidente della Regione, Alessandra Zedda, e la sua collega di Giunta, Gabriella Murgia.

«Vogliamo uno sport praticato da tutti, perciò finanzieremo le grandi società sportive e le Federazioni più importanti, ma anche e soprattutto le discipline sportive meno conosciute – ha detto l’assessore Andrea Biancareddu nel discorso inaugurale -. E’ importante che i nostri ragazzi, i nostri bambini abbiano la possibilità di praticare sport, qualunque esso sia, anche per essere distolti da comportamenti di vita non corretti. Per farlo devono avere a disposizione un’impiantistica sportiva adeguata e funzionale e perciò predisporremo un grande piano di impiantistica sportiva, mettendo a norma tutte le strutture in Sardegna, sia scolastiche che comunali, in modo che tutti siano messi in condizioni di praticare una disciplina sportiva. Per fare questo ci saranno 4 milioni e mezzo di euro in più per lo sport. Non toglieremo niente alle grandi società, ma aggiungeremo fondi per le piccole realtà».

«Lo sport deve avere maggiori funzioni rispetto a quella prettamente agonistica  ha sottolineato l’assessore Andrea Biancareddu -. Intitolando la manifestazione “Lo sport è vita” abbiamo voluto mettere in rilievo anche la sua funzione sociale inclusiva, economica e turistica. Dovremmo approvare un articolo di legge che consenta di avere l’attrezzatura sportiva anche a coloro che non superano un determinato Isee, ma nel frattempo inviteremo le società sportive di metterla a disposizione dei più deboli. Importante anche la funzione turistica dello sport che si può trasformare in economia. Inoltre, unendo lo sport ai beni culturali e alle nostre coste si potrà generare un giusto mix per rilanciare la nostra Isola. Questo è il nostro messaggio che lanciamo da Tempio.»

«Lo sport deve essere aggregante, un modo per dare vita ad una nuova vita sociale – ha detto la vicepresidente Alessandra Zedda, che ha rimarcato come in questa giornata di festa deve essere lanciato un messaggio preciso -. Non mi piace parlare di sport 4.0, ma sicuramente affrontarlo sotto tutti i suoi aspetti, aggiungendo la visione dello sport come professione, come lavoro, come valorizzazione di chi lo pratica. Soprattutto, credo sia arrivato il momento di valorizzare l’azione di coloro che hanno sempre operato come volontari. Per crescere bisogna dare impulso alla professionalità.»

Tra i premiati, durante l’importante appuntamento triennale, l’emozionato e felicissimo campione di atletica leggera, Filippo Tortu, il canottaggio con Stefano Oppo ed il rally con Vittorio Musselli. Alla Conferenza regionale dello Sport si è parlato anche di sport per disabili, grazie alla presenza della presidente del Comitato Paralimpico regionale, Cristina Sanna, e di diversi campionati premiati al termine della Conferenza. Premi speciali ai numeri uno del Cagliari e del Banco di Sardegna.

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«Vorremmo che lo sport sia praticato da tutti, abili e disabili, vecchi e giovani e per questo finanzieremo sia le grosse società sportive, le grosse Federazioni ma anche e soprattutto le discipline sportive meno conosciute.»

Lo ha detto l’assessore regionale dello Sport, Andrea Biancareddu, nel corso della presentazione della 7ª Conferenza Regionale dello Sport, in programma venerdì 15 novembre a Tempio.

«Vogliamo – ha sottolineato ancora Andrea Biancareddu – che i nostri ragazzi, i nostri bambini, anche per essere distolti dal seguire vie non corrette, abbiano la possibilità di praticare lo sport, qualunque esso sia. Per farlo devono poter avere a disposizione una impiantistica sportiva a posto, funzionale. Per questo faremo un grande Piano di Impiantistica sportiva, proprio per mettere a norma tutte le strutture che abbiamo in Sardegna, sia scolastiche che comunali in modo che, anche per una lotta allo spopolamento, tutti siano messi in condizioni di pratica una disciplina sportiva. Ci saranno 4 milioni e mezzo di euro in più per lo sport. Ogni società avrà qualcosa in maniera proporzionale. Non togliamo niente alle grandi società, ma aggiungeremo fondi alle piccole realtà.»

Alla Conferenza Regionale dello Sport, l’assessore Andrea Biancareddu ha voluto due testimonial d’eccezione per lanciare un grande messaggio, il presidente del Cagliari Calcio, Tommaso Giulini e quello della Dinamo Basket, Stefano Sardara. Un grande messaggio che concorderemo con il presidente Christian Solinas, con tutte le forze sociali e politiche e con tutti quelli che parteciperanno alla Conferenza di Tempio, sarà un grande messaggio per questa rivoluzione dello sport che io tenterò di fare o almeno di proverò. Lo sport visto anche in ottica anti spopolamento e di compartecipazione sociale.

«Le novità – ha sottolineato Andrea Biancareddu – sono che, da quest’anno, lo sport deve avere più funzioni rispetto  a quella prettamente agonistica. Intitolando la manifestazione “Lo Sport è Vita” si è voluto mettere in rilievo anche la funzione sociale inclusiva, economica e turistica dello sport. Dovremmo fare un articolo di legge che consenta anche di avere l’attrezzatura sportiva per chi non supera un certo ISEE ma nel frattempo pregheremo le varie Società sportive di mettere a disposizione dei più deboli almeno il minimo di attrezzatura sportiva. Ricordo poi anche la funzione turistica dello sport che si trasforma in economia. Unendo lo sport ai beni culturali e alle nostre coste, si potrà generare un giusto mix operativo per rilanciare la nostra Isola. Questo è il nostro messaggio che rilanceremo a Tempio.»

Tra i premiati durante l’importante appuntamento triennale, ci sono l’atletica leggera con Filippo Tortu, cittadino onorario di Tempio, il canottaggio con Stefano Oppo ed il rally con Vittorio Musselli. Alla Conferenza Regionale dello Sport si parlerà anche degli sport per disabili, con la presenza della presidente del Comitato Paralimpico Regionale, Cristina Sanna.

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Martedì 12 novembre, alle ore 11.00, nella “Sala Anfiteatro” in via Roma, 253 a Cagliari, si terrà la conferenza stampa di presentazione della “7ª Conferenza regionale dello Sport”, in programma venerdì 15 novembre a Tempio Pausania (Teatro del Carmine). Interverrà l’assessore regionale dello Sport, Andrea Biancareddu, il presidente regionale del Coni, Gianfranco Fara, ed il presidente del Cip Sardegna (Comitato Paralimpico), Cristina Sanna.

A seguire, l’assessore Andrea Biancareddu, con il presidente della Fip, Gianni Petrucci e la Nazionale femminile di basket al completo, presenterà la gara tra le Azzurre e la Repubblica Ceca, incontro valevole per le qualificazioni al Fiba Women’s Eurobasket 2021.

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PARABADMINTON DI LUSSO A MARACALAGONIS

Lo chiamano percorso di formazione continua ed è il nutrimento indispensabile per i tecnici del Badminton, anche Paralimpico. Teoria e pratica si intervallano durante questi ritrovi dove non manca l’assimilazione di esercitazioni, progressioni e suggerimenti. E il CIP Sardegna, presieduto da Cristina Sanna, ha patrocinato e sostenuto economicamente l’evento perché reputato di forte interesse non solo per gli addetti ai lavori.

Tutto ciò è previsto dal 29 luglio al 2 agosto nel corso del “Progetto Marabadminton: Badminton per tutti”, presso il Palazzetto dello Sport di Maracalagonis.

Durante le lezioni mattutine e serali si affronteranno diversi argomenti:

  • Introduzione generale e regole del Para-Badminton
  • Relazione Coach/Atleta Para
  • Campo: impugnature e i colpi basi del Badminton
  • Lezioni di prova
  • Unità didattica 45’-60’ minuti.

Lo stage, completamente gratuito, sarà tenuto dal tecnico della nazionale di Parabadminton Enrico Galeani ed è aperto a varie figure: Laureati in Scienze Motorie, Docenti scolastici, Teacher Shuttle Time, Giocatori ed ex giocatori, Tecnici di altre Federazioni/Enti di promozione sportiva.

Sarà presente anche il presidente della FIBa Sardegna Domenico Petroccia che ha a cuore l’espansione del movimento.

ILARIA MELONI VINCE DI NUOVO E PUNTA AL CONTINUO MIGLIORAMENTO

Un entusiasmo fuori dal comune per la ciclista ipovedente Ilaria Meloni che con tanta ostinazione in corpo ha a cuore le aspettative dei suoi tantissimi tifosi sulcitani speranzosi nel vederla primeggiare su traguardi che per scaramanzia è meglio non nominare.

I suoi ultimi acuti li ha fatti registrare al Memorial Valter Corradin tenutosi a Dueville (Vicenza) dove ha trionfato sia nella crono, sia nella gara su strada. Il doppio podio è ancor più pregevole perché la manifestazione era inserita nel calendario stilato dall’Unione Ciclistica Internazionale. Nella competizione in tandem, la ciclista isolana si è destreggiata bene grazie alla complicità della sua ormai consolidata partner Patrizia Spadaccini, cremasca doc e con alle spalle un palmares invidiabile, conosciuta nel 2015 in occasione del Giro delle Miniere, una gara ciclistica organizzata dalla Monteponi. «Dalla stessa Patrizia mi arrivò la proposta del tandem – racconta Ilaria – e da lì è iniziato il nostro percorso insieme. Sapere che al mio fianco c’è una persona come Patrizia mi rende molto felice perché è certa delle mie potenzialità. È un onore condividere con lei tutti i momenti legati alle gare e non, le emozioni che si provano e che il nostro sport ci regala. È una grande atleta ed una persona speciale».

Non potendosi allenare insieme con assiduità, Ilaria compensa il gap grazie alla disponibilità di Sara Sireus e Marco Castangia. «Mi esercito nelle strade della zona, sul tandem, con persone alle quali ci tengo a ringraziare davvero. In alternativa, faccio lo spinning a casa”.

Sensazioni dopo la vittoria?

Mi vengono difficili da spiegare. Posso affermare che faccio questo sport con amore.

Sono stimolata dall’idea di vedere fin dove posso e riesco ad arrivare. Provo fastidio quando non riesco a vedere cosa ci sia oltre le curve. È una continua ri-scoperta di te stesso. Tutti i km vengono fatti, oltre all’allenamento, anche con la mente che sto abituando ad andare oltre quelle situazioni in cui ti senti “in difficoltà”. Penso che gare come quella di Dueville siano grandi opportunità di crescita.

Come ti senti?

Fisicamente bene. Dopo ogni allenamento, o a fine gara, mi sento sempre meglio.

Obiettivi futuri?

Continuare a sognare e a vivere delle emozioni mi regala il Paraciclismo. Il prossimo appuntamento agonistico sarà a settembre, nuovamente in Veneto.

Giovanni Achenza vuol farti diventare atleta di Triathlon

Intanto lo ringrazio del pensiero. È un grande atleta. Non so se sarei all’altezza.

Sarebbe una bella sfida.

SITTING VOLLEY: AD OLIENA UN EVENTO NATALIZIO DA NON PERDERE

Si riparla con grande entusiasmo di Sitting Volley, specialmente dopo la qualificazione a Tokio 2020 da parte delle azzurre. Entusiasmo giustificato anche in Sardegna perché tra le protagoniste che si sono fatte valere, prima ai mondiali di Rotterdam 2018 con uno strepitoso quarto posto, a cui si aggiunge il recentissimo argento colto agli Europei di Budapest, c’era la gallurese Sara Desini.

Il grande botto del Sitting Volley nell’isola si registrò nel gennaio 2015 quando, con il patrocinio della FIPAV Sardegna e del CIP Sardegna, venne organizzata una manifestazione internazionale a Cagliari. Oltre alla nazionale maschile italiana, parteciparono anche le rappresentative di Brasile e Croazia.

Ma il 2019 riserva ulteriori sorprese: prima a maggio con il ritorno della selezione azzurra maschile che a Porto Torres si è ritrovata per un raduno collegiale. Il clou si registrerà a dicembre quando a Oliena (Nuoro) arriverà per la prima volta assoluta la nazionale femminile. L’evento è contrassegnato dalla sinergia tra FISDIR, FIPAV, Libertas Nuoro e ovviamente il CIP Sardegna.

La referente del Sitting Volley Sardegna Maria Antonietta Pattusi da Nuoro sa che da qui al periodo natalizio sarà per lei un periodo particolarmente frenetico volto alla buona riuscita dell’iniziativa. Ma da ex giocatrice di pallavolo (Gennargentu Nuoro e Aquila Cagliari), e allenatrice (attualmente della Libertas Nuoro), saprà destreggiarsi con le giuste competenze. E poi non sarà sola perché la delegata regionale FISDIR Carmen Mura, anche lei orgogliosamente nuorese, è abbastanza rodata in manifestazioni di questo tipo.

Dal 2013 il Sitting Volley, tramite la FIPAV Sardegna, è entrato a far parte dell’orbita Paralimpica. Com’è la situazione in Sardegna?

Un po’ a rilento, anche perché sono richieste disabilità particolari come l’amputazione degli arti superiori o inferiori ma è indispensabile la mobilità del busto perché seduti si possano muovere le braccia. Non a caso questo sport è diffuso nei paesi balcanici, in passato teatri di guerre che hanno generato morti e menomazioni.

Però non vi siete scoraggiati..

Sono stati attivati dei corsi nelle scuole. Si preferisce interagire soprattutto con i ragazzi delle medie (2^ e 3^). Rappresentano una fascia particolarmente accreditata nell’apprendimento della disciplina.

A Cagliari si è tenuto uno dei primi corsi di avviamento a livello nazionale in concomitanza con l’happening internazionale e anche un corso arbitri”.

Risultati?

All’Istituto comprensivo di Su Planu (Selargius) sono stati coinvolti tanti alunni con disabilità. Stando a terra i ragazzi sono davvero tutti uguali e si aiutano reciprocamente. Partecipare a questi eventi riempie il cuore perché si fa a gara per stare vicini al proprio compagno di scuola. Ma anche nelle dimostrazioni alle Giornate Regionali Paralimpiche salta agli occhi come i ragazzi non abbandonano i nostri spazi se prima non hanno provato a giocare.

La difficoltà di catturare nuovi adepti dipende anche da causali ataviche

L’accessibilità nelle palestre a volte è davvero complicata. E poi c’è la recalcitranza delle famiglie che temono per l’incolumità del proprio figlio nel fare attività sportiva.

Sarà difficile in tutta Italia fare opera di proselitismo..

Non a caso sono state costituite prima le due nazionali maschili e femminili, con campagne mirate per i provini. Hanno fatto da traino, organizzando dappertutto dei raduni dimostrativi.

Cosa ricordi dell’esperienza cagliaritana?

L’iniziativa ricevette tanti consensi, perché era una cosa nuova. Ricordo lo sbalordimento degli spettatori al loro arrivo sul parquet del Palazzetto di Cagliari. Anziché sfilarsi la tuta smontavano le protesi. Gesti che ti spiazzano solo all’inizio, poi la disabilità passa in secondo piano, risaltando gesto sportivo e divertimento dei giocatori.

In Sardegna chi opera concretamente ?

Esistevano dapprima due società: Pallavolo Olbia, dove ha militato Sara Desini, che purtroppo si è sciolta. Attualmente opera in solitudine la Cagliari Volleyball di Alessandra Tilocca e Luca Noli, abbastanza attiva e presente quando si organizza con le scuole o con altre società del territorio. Da tre anni partecipano al campionato nazionale di Sitting maschile e femminile. Un grosso sacrificio se si considera il fattore insularità che provoca un grande dispendio di energie e non solo.

Perché piace il Sitting Volley?

All’inizio sembra una cosa facile che tutti vogliono provare, desiderosi di barcamenarsi in un’altra realtà. Quando realizzano che è stancante e faticoso, si rendono conto che cosa voglia dire effettivamente giocare a Sitting Volley. Anche un giocatore di pallavolo, messo a terra, perde le sue potenzialità; ci si ritrova allo stesso livello.

Che caratteristiche deve avere un buon giocatore?

La mobilità sulle braccia e l’intuito. Tutta la squadra deve essere così. L’individualità non spicca, la tecnica viene fuori piano, piano. In molti si sono avvicinati al Sitting pur non avendo mai giocato a pallavolo.

Desideri da realizzare?

Mi piacerebbe che in ogni provincia si costituisse almeno una società che si dedichi solamente al Sitting. Vorrei far partire un campionato nelle scuole con tanto di finale regionale. Bisognerebbe però sensibilizzare le scuole e gli insegnanti. E’ ovvio che non essendoci grandi numeri per quanto riguarda la disabilità richiesta è necessario far leva su i non disabili.

CAGLIARI: UNA DOMENICA IN PISCINA CON LA NAZIONALE UNDER 17 DI PALLANUOTO PARALIMPICA

La Rari Nantes Cagliari sta ospitando la nazionale under 17 di Pallanuoto che dall’1 al 4 agosto sarà impegnata con il Trofeo del Mediterraneo Coppa Comen nella piscina di Terramaini.

Una presenza ghiotta per la FINP (Federazione Italiana Nuoto Paralimpico) Sardegna che così ha potuto arricchire di contenuti il suo progetto per diffondere nell’isola la pratica della Pallanuoto Paralimpica.

Per l’occasione sono state coinvolte due società sarde: il Progetto AlbatroSS di Sassari e la Sa.Spo. Cagliari.

«Abbiamo trascorso delle ore indimenticabili con questi giovani campioncini che tanto hanno da insegnare ai nostri conterranei – ha rimarcato il presidente regionale FINP Danilo Russu -. Di sicuro i presenti hanno affinato le proprie tecniche di gioco – continua – e mi viene spontaneo ringraziare tutti i partecipanti, in particolar modo il coach della nazionale Ferdinando Pesci che ha accolto la nostra proposta con entusiasmo. Incontri di questo tipo consolidano le amicizie e danno ulteriori stimoli ai nostri atleti nello stare all’aria aperta, circondati da persone che non lesinano l’affetto nei loro confronti.»

ATLETICA FISPES: TRE SARDI AI MONDIALI IN SVIZZERA

Tra i quattordici atleti della selezione azzurra che parteciperanno ai Campionati Paralimpici Giovanili under 17 e under 20 ci saranno tre sardi. Fanno infatti parte della FISPES Academy il velocista marmillese Mattia Cardia (Fiamme Azzurre – Sa.Spo Cagliari) e i due lanciatori del peso, Cristian Lella e Chiara Masia, della Polisportiva Luna e Sole di Sassari. Presso la struttura Sport Arena di Nottwill, in Svizzera, dall’1 al 4 agosto si riverseranno in tutto 320 atleti provenienti da 400 nazioni. Nello specifico Mattia (campione continentale e bronzo mondiale Under 20 nei 100 mt T20, senza dimenticare il recente oro nei 200 mt a Lathi), correrà i 100 e i 200 under 20. Cristian e Chiara nell’under 20 del peso (F20).

BASKET PER ATLETI CON SINDROME DI DOWN: LA FONDAZIONE VODAFONE APPOGGIA UN PROGETTO ITINERANTE IN SARDEGNA

(a cura di Mauro Dessì)

Si chiama “Abbiamo fatto squadra, facciamo 21”. E’ il progetto presentato recentemente ad Oristano da Francesco Radaelli, presidente della blasonata società Atletico AIPD che dal 2012 opera nel mondo dello sport esclusivamente con atleti con la sindrome di Down. Sostenuta dalla Fondazione Vodafone Italia attraverso il bando OSO – Ogni Sport Oltre, e dalla Fondazione con il Sud, l’iniziativa promuove l’avviamento allo sport, la formazione di un team di tecnici e educatori, la diffusione della cultura sportiva, attraverso un programma di basket dedicato alle persone con la sindrome di Down. Ne sarà coordinatore Massimo Serra che ha annunciato la formula itinerante del modulo che toccherà 15 località del territorio sardo con il coinvolgimento del mondo della scuola, le amministrazioni locali e le associazioni sportive. I partner ufficiali saranno: l’ASD Azzurra Basket Oristano, l’ASD Saab Terralba, l’ASD Aurora Basket di Cagliari, il Comune di Oristano, il CONI federazione provinciale Oristano, e la FISDIR nazionale rappresentata all’incontro oristanese dalla sua delegata regionale Carmen Mura che ha sottolineato l’importanza del progetto capace di mettere al primo posto i ragazzi down non più beneficiari ma protagonisti attivi.

OSO – Ogni Sport Oltre è la piattaforma digitale – promossa da Fondazione Vodafone – pensata per avvicinare allo sport le persone con disabilità. Lanciata nel giugno del 2017, OSO è una grande community aperta a tutti che mette in contatto persone con disabilità, istruttori e professionisti sportivi e dove si possono trovare tutte le informazioni utili per praticare sport, conoscere i centri sportivi rivolti ai disabili più vicini e scoprire le storie emozionanti di chi attraverso lo sport è riuscito davvero a superare ogni barriera.

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Non basta riempirsi la bocca con facili slogan, o aderire alle iniziative semplicemente perché “fa figo”. L’ideale sarebbe calarsi profondamente nella tematica da analizzare e viverla in prima persona, aderendo il pensiero a quel concetto base che Agitamus sta divulgando nelle scuole del nord e sud Sardegna: l’empatia.

Ciò non è accaduto nella giornata conclusiva presso l’Istituto Comprensivo Santa Caterina di Cagliari dove degli emozionatissimi alunni non vedevano l’ora di presentare a genitori e compagni i loro bellissimi lavori imperniati, tra le altre cose, sull’abbattimento delle barriere e l’inclusione. E poi erano tanto agitati perché a seguire le loro esposizioni ci sarebbero stati genitori, parenti ma soprattutto la presidente del CIP Sardegna Cristina Sanna, ex atleta paralimpica in carrozzina e quindi esempio lampante di cosa significhi esigere la pienezza di diritti nella libertà di movimento.

Eppure recarsi nell’auditorium di via Piceno non è stato semplice, perché di fianco ai gradini dell’ingresso non c’era uno scivolo e la presidente era impossibilitata ad affrontarli. Allora si è optato per un passaggio alternativo: praticamente Cristina ha attraversato una “selva oscura” lasciata all’incuria più totale dove le ruote hanno calpestato di tutto e di più prima di arrivare a destinazione.

Ora viene il bello, perché Agitamus vuole produrre cambiamenti e non suscitare scandali. Grazie al suo carattere da scorpioncina affabile e simpatica, la presidente ha posto in luce il disagio con il sorriso tra le labbra, anche perché tra gli alunni coinvolti nel progetto era presente una bambina con i suoi stessi problemi. Ha quindi proposto la ripetizione dell’evento in un luogo più consono alle esigenze di tutti. Proposta appoggiata in pieno dall’ideatore di Agitamus Manolo Cattari, anche lui presente in questa giornata comunque meravigliosa perché il pensiero a volte ha bisogno di ulteriori sussulti prima che diventi concretezza.

«La prima cosa che ho pensato – ha confessato Cristina Sanna – è stata quella di annullare il convegno – ma poi ho meditato sul ruolo che ricopro e alla nostra mission che non è certo quella di generare contrasti, semmai di migliorare l’esistente. Ho deciso di non annullare il convegno per rispetto nei confronti degli alunni che si sono impegnati a 360 gradi nel produrre e mostrare i loro lavori. Credo che i disguidi incontrati in questa circostanza saranno senza dubbio sedimentati da chi li ha vissuti in prima persona e questo è senza dubbio un altro successo di Agitamus.»

Le classi primarie e secondarie hanno poi presentato i loro lavori che saranno replicati in data da destinarsi.

Intanto. la coordinatrice territoriale del progetto Oriana Pistidda ha ufficializzato il calendario delle giornate conclusive nelle scuole del sud Sardegna: il 23 maggio 2019 sarà il turno dell’Istituto Comprensivo Deledda Pascoli di Carbonia (vedere approfondimento in basso), il 28 maggio toccherà all’Istituto Comprensivo Manzoni di Maracalagonis e il 30 maggio al Dante Alighieri Selargius in sintonia con il 1° Circolo Didattico Selargius.

Convegno finale il 31 maggio 2019 alle 9.30 presso l’Holiday Inn, in via Umberto Ticca, a Cagliari.

Atleti e studenti in grande sintonia a Carbonia

«Agitamus è stata un’esperienza forte anche per gli atleti coinvolti a Carbonia. A distanza di qualche settimana rimandano la loro felicità per aver partecipato, ci ringraziano per l’occasione di essersi fatti conoscere e aver socializzato con le nuove generazioni di studenti, rimodulando in alcuni casi, alcune vecchie esperienze scolastiche vissute e non del tutto positive.»

Così Marianna Melis, la psicologa che ha seguito l’evolversi dei lavori (vedere intervista in basso) che hanno visto come protagonista l’Istituto Comprensivo Deledda Pascoli Carbonia con una quinta elementare e una terza media. Con lei, oltre a Oriana Pistidda, hanno contribuito alla buona riuscita dei moduli la dirigente scolastica Gabriella Piras, la maestra Simonetta Avanzato, referente scuola primaria, e la sua collaboratrice Giuseppina Caria; il referente della classe media Gianni Gianeri, è stato supportato da Roberta Aru.

Il progetto concepito dal CIP Sardegna con lo zampino del vice presidente vicario Paolo Poddighe e l’intervento ponderoso della Regione Sardegna ha come sempre coinvolto tre federazioni sportive che orbitano attorno al pianeta paralimpico.

La FITARCO si è proposta con il “fisico” Fabrizio Porrà (ASD Arcieri Uras) accompagnato dai tecnici Marco Busia e Giovanna Gervasi. Nell’ambito del modulo “Pensare e comunicare diversamente” si è dato spazio al bocciofilo Alessio Melis ed al suo allenatore Erenio Matzeu della società Girasole Carbonia, affiliata alla FISDIR. E poi, nel contesto dedicato alla disabilità sensoriale, la parola è andata alla ciclista Ilaria Meloni della società S.C. Monteponi Iglesias che fa capo alla FCI.

A fine moduli la soddisfazione dei protagonisti è sincera. Fabrizio Porrà, dall’alto della sua esperienza trentennale con arco e paglioni, ha potuto impartire anche delle lezioni pratiche ai suoi nuovi amici, in quanto tecnico da 17 anni: dare un assaggio di quello che lui reputa uno sport meraviglioso è stato automatico.

«Tra me e i ragazzi lo scambio reciproco di idee e sensazioni l’ho trovato molto coinvolgente – ha detto Fabrizio – e mi resterà nel cuore. I bambini della classe elementare, oltre ad essere stati più prodighi di domande, mi sono sembrati particolarmente spontanei. Quelli delle medie si sono mostrati più interessati alla pratica della disciplina. Magari qualcuno di loro deciderà di cimentarsi seriamente: i giovani sono il nostro futuro.»

Fresco di medaglia bronzea conseguita nella categoria Elite ai Campionati Italiani di Bocce FISDIR a Loano, Alessio Melis si trova a suo agio con la platea scolastica. «I discenti più piccoli hanno ascoltato, concentrati, il mio particolare vissuto, senza che incontrassi particolari disagi – dice – e con innocenza analizzavano tutte le sfaccettature dei miei interventi mettendoci pure un tocco di simpatia. Ma se sono riuscito a parlare col cuore il merito è del mio tecnico Erenio Matzeu che ha reso più facile l’esposizione. Lui è una spalla importante, da solo non ce l’avrei fatta».

In una scuola del Sulcis non poteva mancare anche una campionessa di lusso autoctona come Ilaria Meloni di Nuraxi Figus. La ciclista ipovedente con il suo tandem ha fatto sognare i suoi tifosi con la maglia rosa al Giro d’Italia, un secondo posto nel campionato italiano di ciclocross e due titoli italiani su pista.

«Agitamus è un progetto innovativo – commenta Ilaria – che mi ha consentito di vivere un’esperienza bellissima nel modo di vedere le cose. La porterò nel mio cuore e ringrazio lo staff del progetto per questa meravigliosa occasione, sperando di ripeterla al più presto.»

Poi esterna lo slogan che ha trasmesso alle scolaresche: «La vita mi ha chiamato per essere spettinata».

Parla la psicologa Marianna Melis: «La libertà di rompere gli schemi precostituiti è stata una prerogativa degli alunni di Carbonia».

Era presente da semplice spettatrice al convegno finale dell’Istituto Comprensivo Santa Caterina di Cagliari. Di sicuro neanche la psicologa Marianna Melis si sarebbe aspettata un incidente di percorso di quelle proporzioni, ma tutto serve per crescere e migliorare: «Le riflessioni passano spesso dal toccare con manodice – e, talvolta, si comprende come non sia scontato parlare di accessibilità». Di sicuro sarà molto ferrata nel coordinare l’appuntamento finale al Deledda Pascoli di Carbonia.

Come si sono posti i ragazzi sulcitani di fronte al concetto di inclusione?

A loro non è affatto sconosciuto, l’impressione che da subito ho avuto è quella di poter “trovare spazio”. Gli alunni e i professori di 3ª media, ci hanno dato la conferma che per loro è stato un processo durato nel tempo, hanno lavorato tanto con diverse difficoltà affrontate insieme. A ciò si aggiunga l’attenzione dei professori agli aspetti emotivi e psicologici; ne è seguito un confronto sincero dal quale sono nate delle belle amicizie e una classe coesa.

Le sensazioni venute fuori, invece, dall’interazione con i bambini di quinta elementare?

Ho avuto a che fare con una classe accogliente e piena di ricchezza con bambini spontanei e liberi capaci di riflessioni profonde. Durante le giornate passate insieme abbiamo parlato di empatia, fiducia, rispetto, impegno e per loro non è stato difficile avvicinarsi e provare a mettersi nei panni degli atleti e di chi vive una disabilità. Le domande dei bambini sono arrivate, dirette e puntuali, genuine e commosse solo come chi è libero di emozionarsi sa fare.

Quali effetti sprigionerà la missione Agitamus a Carbonia?

Tutte queste parole non sono rimaste lì, sono state un semino piantato nel profondo che ha iniziato a germogliare. Durante l’ultimo modulo dedicato al curricolo verticale, gestito e organizzato interamente dagli alunni, è capitato un momento inaspettato che voglio raccontare. Dopo le diverse attività proposte, i ragazzi di 3ª hanno gestito anche le riflessioni finali in cerchio, quella che noi adulti chiamiamo la “verifica degli apprendimenti”.

Cosa è emerso?

Alla domanda di una studentessa “cosa significa che vorresti che tutti ci volessimo bene?” i bambini di 5° sono tornati sul tema dell’inclusione e uno di loro ha raccontato il suo stato d’animo nei confronti di una loro compagna straniera presente in quel momento nel cerchio, bersaglio a scuola di “scherzi” e prese in giro. Prendono la parola a turno, ascoltandosi: molti di loro pensavano che lei non fosse consapevole di cosa le capitasse intorno, che forse non capisse bene per via della lingua e invece lei di tutto questo si è sempre accorta in silenzio, un silenzio di chi forse, nella sua giovane vita, ne ha già viste troppe e più terribili per protestare ancora.

In seguito che è accaduto?

Seppure con fatica è voluta restare nel gruppo a sentire le motivazioni di quei “giochi” nei suoi confronti; fra le lacrime cercava un senso e ascoltava i compagni. Hanno visto coi loro occhi quanto le parole possono far male e si sono sentiti responsabili. Parlando con lei in prima persona si sono scusati guardandola finalmente in faccia. Interrompere quei brutti scherzi significava per loro l’esclusione dal gruppo e così preferivano far finta di niente. Qualcuno non ha partecipato ritenendo il tutto molto sgradevole spezzando così la catena. Alcune bambine hanno invece notato la sua gentilezza ed educazione, nonostante tutto.

Che conclusioni trarre da questo episodio?

Mi ha fatto riflettere il pensiero, evidentemente errato, che l’affrontare l’argomento con lei e scusarsi direttamente la facesse soffrire di più rispetto al far finta di niente e cercare una soluzione in sua assenza. Già in classe le insegnanti avevano parlato di questi episodi ma la potenza di averlo elaborato tra loro, con la bambina presente e stimolati da ragazzi di qualche anno più grandi, è stata fortissima. Lei finalmente si è sentita capita e considerata ed è stata parte di quel gruppo.

E gli atleti cosa hanno trasmesso a voi uditori?

La profonda umanità, la voglia di esserci e di poter parlare di sé senza tabù, il far parte di un gruppo e sentirsi apprezzati, il non volersi sentire per forza protetti e trattati come incapaci ma potersi esprimere con le proprie qualità dando valore a ciò che si sa, si vuole e si si può fare, l’avere il tempo, trovare il proprio tempo per prendersi una rivincita con sé, con gli altri, con la vita.

Si sviluppa qualcosa di altamente proficuo..

La ricchezza nasce dalla diversità, dal mettersi in gioco e qualche volta dall’uscire fuori dai propri schemi. In tutto questo esprimo il mio l’orgoglio per gli alunni e i ragazzi che, seppur vicina fisicamente in alcuni momenti, hanno portato avanti la lezione in autonomia e in modo encomiabile.

Concludendo?

Le società sportive vogliono esserci e partecipare, proporsi come riferimento nel territorio anche dopo Agitamus, sicuramente un progetto che mette le sue radici e fa germogliare nuovi frutti.