18 July, 2024
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I consiglieri regionali Daniela Forma (PD) e Daniele Cocco (SEL) hanno diffuso una nota nella quale manifestano soddisfazione per l’approvazione in commissione Bilancio della Camera di un emendamento di sintesi che consente il riconoscimento di benefici previdenziali a quei lavoratori che durante la loro attività lavorativa sono stati esposti all’amianto ed ora ne subiscono le conseguenze perché portatori di patologie asbesto correlate.

«Un grande risultato – affermano Daniela Forma e Daniele Cocco – che ci vede orgogliosi del lavoro portato avanti dai nostri parlamentari sardi e che, dal Consiglio regionale, abbiamo sostenuto con forza coinvolgendo anche la Presidenza della Regione. Da tempo, infatti, sosteniamo l’esigenza di rendere giustizia ai tanti lavoratori del nostro territorio che stanno pagando con la loro salute gli anni di lavoro trascorsi in ambienti saturi di amianto. L’obiettivo raggiunto quest’oggi ci conferma che stiamo lavorando nel modo migliore che è quello del fare fronte comune. Soprattutto in questo ultimo anno, abbiamo unito su questa vertenza tutte le energie del nostro territorio (politiche, istituzionali, associazionistiche, sindacali) e, in questo modo – concludono Daniela Forma e Daniele Cocco -, stiamo ottenendo risultati importanti sia sul fronte nazionale che su quello regionale.»

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Palazzo del Consiglio regionale 2 copia

La commissione Sanità ha approvato con i soli voti della maggioranza la manovra di assestamento di bilancio (per la parte relativa al sistema sanitario regionale) contenuta nel disegno di legge n. 382 della Giunta che a breve passerà all’esame del Consiglio.

L’opposizione, attraverso i consiglieri Giorgio Oppi dell’Udc, Michele Cossa dei Riformatori ed Edoardo Tocco di Forza Italia, è intervenuta ad inizio seduta sull’ordine dei lavori annunciando di non voler prendere parte alla seduta e segnalando che, a suo avviso, il mancato rinnovo delle commissioni entro la scadenza fissata dall’art. 9 del Regolamento costituisce “un’anomalia senza precedenti” che, di conseguenza, «determina l’illegittimità degli atti compiuti dagli organismi consiliari». Sul punto, il presidente Raimondo Perra ha replicato ricordando che il presidente del Consiglio, unico organo cui è attribuita la decisione finale sull’interpretazione del Regolamento, ha autorizzato la prosecuzione dei lavori delle commissioni.

Per quanto riguarda il contenuto della manovra di assestamento relativa alla Sanità, il provvedimento è stato illustrato dall’assessore Luigi Arru.

Luigi Arru ha affermato che «l’intervento più consistente prevede la copertura del disavanzo 2015 di oltre 340 milioni attraverso un intervento aggiuntivo di 120 milioni rispetto a quanto già stabilito dalla finanziaria 2016». «Tale intervento – ha spiegato – si rende necessario per rientrare nei parametri del Ministero della Salute, che la Regione deve rispettare essendo sottoposta ad un piano di rientro, che ammettono uno scostamento massimo del 10% fra costi ed entrate». «Inoltre – ha proseguito – la maggiore disponibilità di risorse consentirà al sistema di rispettare i tempi medi dei pagamenti ai fornitori».

«Altri interventi – ha aggiunto ancora Arru – riguarderanno lo stanziamento di 3.370 milioni a favore della Asl 1 di Sassari per i maggiori costi sostenuti a seguito dell’estinzione della Fondazione San Giovanni Battista di Ploaghe e relativo trasferimento di funzioni, beni mobili ed immobili e rapporti giuridici attivi e passivi all’azienda sanitaria, e la rimodulazione dell’intervento delle politiche sociali attraverso le leggi di settore, in modo da poter utilizzare anche risorse europee oltre i fondi regionali e nazionali (complessivamente 18 milioni).»|

L’assessore della Sanità si è poi soffermato sul bando europeo istitutivo del servizio di Elisoccorso, annunciando la presentazione di uno specifico emendamento in sede di assestamento di bilancio per accelerare le procedure e perfezionare un accordo con la Regione Lombardia. «Abbiamo fatto questa scelta in condizioni di emergenza – ha precisato Arru – perché rischiavamo uno slittamento del bando di altri 6 mesi, un bando molto complesso e ricco di tecnicalità dal cui buon esito dipende il successo della riforma che abbiamo impostato». «Lo schema di contratto per 9 anni ad un costo complessivo di 90 milioni – ha aggiunto – prevede la dislocazione dei mezzi nelle basi di Alghero, Cagliari ed Olbia (di cui Olbia H24) per assicurare interventi di primo soccorso nel tempo massimo di 20 minuti all’interno di un raggio di copertura di 50 miglia; si tratta di uno schema che potrà essere verificato e migliorato dopo una valutazione dei risultati sul campo».

Nel successivo dibattito hanno preso la parola le consigliere regionali Daniela Forma e Rossella Pinna del Pd, Augusto Cherchi del Pds, Lorenzo Cozzolino e Luigi Ruggeri ancora del Pd, Fabrizio Anedda del Misto, Emilio Usula dei Rossonori e Luca Pizzuto di Sel.

Le audizioni della commissione proseguiranno domani, alle 9.30, con gli interventi programmati di Anci, Associazioni e Tribunale di Cagliari sulla proposta di legge relativa ad “Interventi per la promozione e la valorizzazione dell’amministratore di sostegno a tutela dei soggetti deboli”.

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L’assessore regionale dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, accompagnata dal direttore generale dell’assessorato Sebastiano Piredda, e dal direttore di Argea Gianni Ibba, è stata sentita questa mattina dalla Commissione “Attività Produttive” del Consiglio regionale. Al centro dell’audizione, lo stato di attuazione del Piano di sviluppo rurale 2014-2020, l’esito del bando per i piani d’azione dei Gal e la difficile situazione di alcune aziende agricole del Nord Sardegna per i danni causati dal maltempo.

Una seduta andata avanti per oltre due ore e caratterizzata da un vivace confronto tra la rappresentante della Giunta e i componenti della Commissione, in particolare sull’esclusione dei Gal dell’Anglona-Romangia e del Sarrabus-Gerrei-Trexenta dai bandi 2016. Tutti i commissari hanno espresso forti perplessità per la decisione della Commissione regionale di lasciar fuori dalle graduatorie 2 Gal su 17 per mancanza di copertura finanziaria e sollecitato un intervento dell’assessore per porvi rimedio. «Rimodulare il bando non è possibile – ha replicato Falchi – si tratta di una selezione prevista dalle normative europee, la formulazione era nota da tempo. Oggi non si può intervenire, occorre far partire i bandi e prevederne un altro per il 2017 nel quale potranno rientrare anche i Gal esclusi».

 Contro questa ipotesi si è espresso il presidente della Commissione Luigi Lotto che ha suggerito un’altra via: «Occorre mettere in campo ogni sforzo per permettere a tutti i Gal di rientrare nell’attuale programmazione. Il principio della selezione non verrebbe meno permettendo a tutti i 17 Gruppi di azione locale di godere dei finanziamenti. All’interno del bando sono infatti previste quote fisse e premialità. I migliori progetti avrebbero, in ogni caso, un trattamento migliore rispetto agli altri».  

Ancora più critico il giudizio di Piermario Manca (Pds) secondo il quale «l’esclusione di alcuni territori dai piani di azione di sviluppo locale non è politicamente sostenibile. Tutte le zone svantaggiate devono avere la possibilità di ottenere un aiuto per uscire da una condizione di sottosviluppo».

Una soluzione positiva hanno auspicato anche Salvatore Demontis (Pd), Antonio Gaia (Upc), Eugenio Lai (Sel) e Angelo Carta (Psd’Az).

I consiglieri del Pd Mario Tendas e Daniela Forma hanno invece richiamato l’attenzione sul rimescolamento delle carte provocato dalla riforma degli Enti locali che, con la nuova definizione degli assetti territoriali, ha causato lo smembramento di alcuni Gal e convinto alcuni comuni a cambiare partenariato.

Molto critico il giudizio del consigliere di minoranza Luigi Crisponi (Riformatori sardi). «C’è un’evidente spaccatura interna alla maggioranza causata dall’incapacità della Giunta di ascoltare le richieste della gente – ha detto Luigi Crisponi – così facendo si alimenta lo scollamento tra la politica e i territori. Riempire il Psr di tecnicismi è un errore gravissimo».

L’assessora ha poi risposto alle domande sui bandi del Psr relativi alle misure 4.1 “Sostegno a investimenti nelle aziende agricole”, 4.2 “Trasformazione, commercializzazione e sviluppo di prodotti agricoli”, 6.1 “Aiuto all’avviamento di imprese per giovani agricoltori”

Per i primi due, Falchi ha confermato il rinvio a fine novembre dell’apertura delle domande. «Abbiamo accolto la richiesta degli ordini professionali – ha detto Elisabetta Falchi – a fine novembre in ogni caso di parte. C’è una difficoltà dovuta al sistema informatico ma contiamo di superarla al più presto. Le risorse disponibili saranno sufficienti a coprire tutte le richieste. I bandi sono “a sportello” e rimarranno aperti per diversi mesi».

Preoccupa invece la misura per il primo insediamento in agricoltura (6.1): «Dalle richieste di chiarimento pervenute in assessorato prevediamo un alto numero di domande. Le risorse a disposizione basteranno presumibilmente a coprire circa 400 richieste – ha detto Elisabetta Falchi – nei prossimi giorni ci sarà un incontro con le associazioni di categoria, dopodiché decideremo quando far partire il bando».

La Commissione, infine, si è occupata dei danni causati all’agricoltura da un’intensa grandinata che nei giorni scorsi ha colpito il centro e il Nord Sardegna. Un evento che ha distrutto le carciofaie della valle del Coghinas e altre colture nel sassarese e nell’oristanese.

A preoccupare è soprattutto il nuovo sistema di assicurazione dai danni che costringe gli agricoltori ad anticipare le somme (circa 5.000 euro per ogni ettaro impiantato a carciofi). «Il nuovo Piano assicurativo nazionale ha creato meccanismi complicati – ha detto Falchi – abbiamo sollecitato più volte il Ministero a porvi rimedio. Gli stanziamenti e i trasferimenti di risorse devono essere più rapidi».

Rispondendo alle sollecitazione dei commissari, l’assessore ha annunciato l’intenzione della Giunta di ripristinare lo strumento del “credito di esercizio” in modo da permettere agli agricoltori di avere un plafond di spesa da utilizzare per le emergenze e affrontare con serenità la campagna agraria. «Questo strumento, accompagnato dalle altre misure messe in campo dai Consorzi Fidi consentirebbe di avere a disposizione un credito a tasso agevolato». La proposta sarà presentata nei prossimi giorni in Giunta.

Elisabetta Falchi 2

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«Con la nostra iniziativa, insieme a quella di alcuni parlamentari sardi, sindacati ed associazioni, riteniamo di aver dato un contributo importante al riconoscimento dei diritti di tanti lavoratori sardi esposti all’amianto, finora ingiustamente discriminati.»

Lo ha dichiarato la consigliera del Pd Daniela Forma che, con il capogruppo di Sel Daniele Cocco, ha presentato un’interrogazione per sollecitare il presidente della Regione «ad un concreto e celere impegno del Governo a sostenere gli emendamenti presentati alla legge di stabilità 2017, presentati da diversi parlamentari sardi, che puntato al riconoscimento da parte dell’Inps dei benefici previdenziali previsti per le esposizioni ultradecennali all’amianto».

«Si tratta in sostanza – ha aggiunto Daniela Forma – di intervenire a favore non solo dei lavoratori dell’ex polo chimico di Ottana, ma anche di quanti (non solo sardi) hanno presentato a suo tempo le domande senza risposte positive ed ora potranno beneficiare della riapertura dei termini, pur trovandosi in pensione o in mobilità.»

La nostra proposta ha ricevuto numerose adesioni, ha poi affermato il deputato di Sinistra Italiana-Sel Michele Piras, firmatari degli emendamenti, «segno che sta facendo sempre più strada la precisa volontà di chiudere una nebulosa stagione industriale in cui si è fatto un uso massiccio dell’amianto, non solo nei siti produttivi, determinando conseguenze gravissime per i lavoratori, molti dei quali hanno perso la vita o contratto gravi malattie permanenti».

A nome della Cgil Salvatore Pinna ha definito la battaglia parlamentare per il riconoscimento dei diritti degli ex esposti all’amianto come un «dovere verso una classe operaia che ha lavorato in condizioni pericolosissime senza i livelli minimi di sicurezza» mentre Sabina Contu, rappresentante dell’associazione degli ex esposti all’amianto, ha sostenuto che «siamo davanti ad una svolta per i lavoratori sardi, anche in mobilità, che avrebbero dovuto essere in pensione già da 10 anni». «E’necessario – ha concluso – che il presidente del Consiglio Matteo Renzi ed il presidente della Regione Francesco Pigliaru si impegnino a fondo, nelle rispettive competenze, per arrivare ad una soluzione positiva che interessa in Sardegna come nel territorio nazionale decine migliaia di lavoratori.»

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Lunedì 14 novembre, alle ore 9.30, nella sala stampa del Consiglio regionale, i consiglieri Daniele Cocco (Sel) e Daniela Forma (Pd) illustreranno ai giornalisti i contenuti dell’interrogazione urgente presentata al presidente della Regione sul riconoscimento da parte dell’INPS dei benefici previdenziali previsti per le esposizioni ultradecennali all’amianto ai lavoratori dipendenti della Montefibre Spa ed Enichem Spa. All’incontro interverranno i rappresentanti dell’Associazione ex esposti all’amianto, dell’Anmil e della Cgil.

Palazzo del Consiglio regionale 2014 2 copia

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Luigi Arru 2 copia

La commissione Sanità ha approvato il regolamento istitutivo del Registro regionale dei tumori.

«Il registro regionale dei tumori è uno dei più complessi interventi di sanità pubblica che, attraverso una governance unica frutto della condivisione di dati e competenze, assicurerà una programmazione più efficace delle politiche sanitarie – ha detto l’assessore della Sanità Luigi Arru illustrando i punti principali del regolamento alla commissione consiliare –

Rispetto alla realtà precedente (due registri locali costituiti a Sassari negli anni ’90 e poi a Nuoro con una copertura complessiva del 43% della popolazione), il registro regionale consentirà al sistema sanitario regionale di fare un salto di qualità. L’assessore Arru ha sottolineato infatti che quello della Sardegna, uno dei primi in Italia, «consentirà agli operatori di poter lavorare finalmente in rete ed in tempo reale grazie alla disponibilità di una quantità enorme di dati, che comprenderanno ogni passaggio clinico del paziente oncologico, dalla diagnostica agli accessi ospedalieri ed ambulatoriali, dagli interventi chirurgici ai percorsi terapeutici di ogni singola patologia».

«Dal punto di vista organizzativo – ha aggiunto l’assessore – la Sardegna è stata divisa in tre macro-aree territoriali (nord, centro e sud) che faranno riferimento alla struttura di coordinamento funzionale di Sassari, creando un circuito di scambio continuo di informazioni che interesserà anche analoghe realtà nazionali e la comunità scientifica. Va sottolineata la possibilità di utilizzare, condividere ed analizzare i dati della mobilità oncologica dalla Sardegna verso l’esterno, concentrata prevalentemente su Lombardia ed Emilia Romagna oltre alla Liguria per le patologie pediatriche.»

La cornice normativa del regolamento, nel quale confluiranno dati sensibili, è stata oggetto di un articolato confronto con il Garante nazionale della privacy, che ha espresso il suo parere positivo nello scorso mese di aprile.

Nel dibattito sono intervenuti i consiglieri regionali Augusto Cherchi (Pds), Lorenzo Cozzolino, Luigi Ruggeri, Rossella Pinna e Daniela Forma del Pd, Fabrizio Anedda del Misto ed Emilio Usula dei Rossomori.

Dopo l’approvazione della commissione il regolamento passerà all’esame del Consiglio.

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Nuovo intervento dei consiglieri regionali Daniele Cocco (SEL) e Daniela Forma (PD) sul tema della sorveglianza sanitaria degli ex lavoratori esposti all’amianto. Lo fanno depositando una interrogazione indirizzata all’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru, che non ha ancora istituito, nonostante l’impegno assunto a Nuoro lo scorso 15 giugno, il Tavolo Tecnico che avrà il compito di rendere uniforme il protocollo operativo per la sorveglianza sanitaria degli ex esposti su tutto il territorio regionale.

«Nonostante le continue sollecitazioni e le relative rassicurazioni da parte dell’assessore Luigi Arru – spiegano Daniele Cocco e Daniela Forma – non sono stati fatti, in questi mesi, passi in avanti per venire incontro alle denunce e alle richieste dei lavoratori ex esposti all’amianto. Da mesi, infatti, i lavoratori, rappresentati in particolare dall’Associazione Italiana Esposti Amianto (AIEA), chiedono un aggiornamento del Protocollo Operativo per la Sorveglianza Sanitaria degli ex esposti al fine di garantire una diagnosi certa e precoce delle patologie asbesto correlate e l’istituzione di un Tavolo Tecnico per rendere uniforme l’applicazione del suddetto Protocollo da parte degli SPreSAL (Servizio Prevenzione e Sicurezza degli Ambienti di Lavoro) su tutto il territorio regionale.»

«Lo scorso mese di giugno, l’assessore regionale della Sanità ha garantito un intervento urgente per fronteggiare la situazione ma, ad oggi, non è stato nemmeno istituito il Tavolo Tecnico che avrebbe dovuto lavorare per raggiungere gli obiettivi suesposti. Per tali ragioni, interroghiamo il Presidente della Regione e l’assessore regionale della Sanità per sapere se ritengano opportuno intervenire per istituire e convocare il Tavolo Tecnico dell’Amianto, di modo che si possano rivedere i Protocolli Sanitari esistenti in Sardegna ed uniformarli su tutto il territorio regionale. Gli ex esposti all’amianto – concludono Daniela Forma e Daniele Cocco – hanno urgente necessità di assistenza e sorveglianza sanitaria, la più certa ed efficace possibile. Da qui l’invito alla Giunta Regionale: abbiamo il dovere di rispondere prontamente e di fornire tali garanzie.»

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Consiglio regionale 31

Nella seduta di questa mattina, il Consiglio regionale ha approvato il passaggio agli articoli del disegno di legge sulla qualità della regolazione e semplificazione dei procedimenti amministrativi. La seduta si è aperta sotto la presidenza del vice presidente Eugenio Lai. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con il Dl n.254/A – Giunta regionale – “Norme sulla qualità della regolazione e semplificazione dei procedimenti amministrativi“. Per illustrare il provvedimento, il presidente ha dato la parola al relatore di maggioranza, il consigliere Salvatore Demontis del Pd.

Nel suo intervento Demontis ha parlato di un «disegno di legge importante rivolto a cittadini, imprese e pubblica amministrazione, una strada che vogliamo percorrere con decisione anche nel futuro procedendo ogni anno uno specifico disegno di legge sulla riduzione del numero delle leggi (già con questo provvedimento ne tagliamo 390) ed il loro trasferimento, ove possibile, in testi unici divisi per materia». «In prospettiva – ha aggiunto – guardiamo anche «ad una valutazione dell’incidenza della normativa regionale su quella di diversi livelli oltre all’impatto della regolazione per poterne valutare i benefici per i destinatari a cominciare da quelli socio-economici». «Complessivamente – ha sintetizzato Demontis – si punta a migliorare la qualità delle leggi per strutturare buone pratiche legislative ed introdurre principi importanti: open data su tutti gli atti della Regione, consentendo ai cittadini, i cittadini di controllare in modo diffuso l’andamento della pubblica amministrazione e non solo in presenza di un interesse legittimo, termine massimo di 30 giorni per la maggior parte dei procedimenti, ora sforato molto frequentemente, possibilità di intervento sostitutivi di fronte ad inadempimenti e sistema sanzionatorio articolato, che comporterà la riduzione del premio di risultato per il dipendente inefficiente, indennizzo per ogni giorno di ritardo a prescindere da danno, abbandono della carta e utilizzo massiccio della posta elettronica certificata». «Ci aspettiamo – ha aggiunto il consigliere del Pd – effetti molto positivi della nuova legge sulla materia edilizia, attraverso il grande miglioramento dello sportello unico Suap, che supererà la situazione a macchia di leopardo attraverso nuove modalità telematiche, una piattaforma unica ed un’unica modulistica; inoltre la pubblica amministrazione sarà obbligata a portare avanti istruttorie in parallelo riducendo ancora i tempi di definizione delle pratiche».

Il relatore di minoranza Stefano Tunis di Forza Italia ha affermato che quello in esame è «un provvedimento che ha avuto una gestazione molto prolungata essendo stato concepito all’inizio di questa legislatura, quando norme buone e trasparenti sembravano priorità vere; pero è vero che ora siamo a metà mandato e vediamo che sono state approvate con il vecchio sistema riforme importati come quella edilizia che secondo gli uffici tecnici si è rivelata praticamente neutra e ad impatto zero». «Tuttavia – ha riconosciuto Tunis – l’iter della legge è stato corretto e trasparente frutto anche di un buon rapporto con l’opposizione in sede di commissione anche se, per noi, l’iniziativa legislativa rimane troppo sbilanciata sulla Giunta regionale, segno che forse occorreva affrontare il tema della semplificazione con una legge statutaria dato che siamo in presenza di regole e responsabilità comuni e condivise ed è quindi questa la strada giusta per fare buone leggi e dare buone risposte ai cittadini». Appare positivo, peraltro, «prevedere un adeguato periodo di sperimentazione con uno sguardo concreto rivolto alla soluzione dei problemi ma questo, bisogna ricordarlo, non è il metodo applicato dalla Giunta in tutte le altre circostante, a cominciare dalla Asl unica a proposito della quale lo stesso nuovo manager ha confessato di essere privo di certezze, in pratica la Giunta predica bene e razzola male». «Sarebbe stata necessaria infine – ha concluso Tunis – una maggiore attenzione, per esempio, all’abrogazione della legge regionale n. 30 in materia di trasparenza perché, in quella legge, c’era un passaggio sul cosiddetto accordo procedimentale che faceva risolvere molti problemi nei rapporti fra pubblico e privato». «Guardiamo a questo provvedimento «con spirito costruttivo – ha detto infine – perché è una norma che serve ai cittadini per provare a recuperare un rapporto virtuoso con la pubblica amministrazione, tema centrale per tutta la politica».

Il consigliere del gruppo Misto Mario Floris ha confessato di aver deciso di intervenire quasi per «timbrare il cartellino anche se parlare in quest’Aula, a volte, è non solo difficile ma inutile, perché continuiamo a rappresentare un sistema politico che la gente ha condannato e non vuole più; ieri, in occasione del dibattito sul Patto per la Sardegna, ho visto spargere morfina dappertutto (perfino nel banchi della minoranza) perché si è consolidato un sistema in cui una maggioranza che magari è una minoranza guidata da poche persone decide per altri che devono obbedire». Con la legge dei governatori, ha aggiunto, «pensavamo ad un presidenzialismo temperato, qui invece prima si fa un programma elettorale e poi lo si stravolge completamente». «Alcuni parlamentari nazionali – ha dichiarato ancora Floris – invita a votare Si alla riforma costituzionale perché così si elimina la competenza concorrente con le Regioni dimenticando che, così, scompare l’autonomia in tante materie compresa quella che stiamo discutendo». Esprimendo un giudizio nettamente contrario sul Disegno di legge, Floris ne ha evidenziato le lacune giuridiche, spiegando che «interviene su materie di competenza dello Stato che ha già legiferato ampiamente e continua a farlo anche recentemente con i decreti attuativi della riforma Madia, rendendo quindi legittimo chiedersi dove si colloca la nostra legge, anche perché la stessa riforma Madia contiene fra l’altro una clausola di salvaguardia che prevede la sua applicabilità anche nelle Regioni a Statuto speciale».

La consigliera Daniela Forma, del Pd, ha definito il disegno di legge «fra i più qualificanti per la Regione, anche per la capacità di proposta della Giunta e degli assessorati dell’Industria e degli Affari generali,  e la volontà di intercettare obiettivo strategici del mandato del centro sinistra». «Questa legge –  ha sottolineato – dà risposte certe in tempi certi ai cittadini, mette ordine nel panorama legislativo regionale, introduce meccanismi di semplificazione, riduce tempi e rende più semplice la vita dei cittadini e delle imprese; questo approccio deve diventare strutturale nella nostra agenda politica, individuando le priorità di azione e, meglio ancora, introducendo meccanismi di valutazione ex post sull’impatto della legge nella società sarda». E’positivo inoltre, a giudizio della Forma, «che si sia stabilità una uniformità dei procedimenti su tutto il territorio regionale (soprattutto negli uffici tecnici) ed un nuovo ruolo sia per le Unioni dei Comuni che per la Città metropolitana di Cagliari». In definitiva, ad avviso dell’esponente del Pd, «è una legge positiva per la comunità regionale ed ora è auspicabile che il personale della Regione e degli Enti locali risponda con generosità sentendosi protagonista di un nuovo processo virtuoso». 

Per Forza Italia il consigliere Ignazio Locci ha auspicato in apertura che «i ringraziamenti della collega Forma li facciano, in realtà, cittadini ed imprese cui la legge è destinata; sui principi da parte nostra c’è condivisione perché li riteniamo universali e quindi da non declamare politicamente, piuttosto è necessario che a queste buone intenzioni si facciano seguire i fatti». Cittadini ed imprese, ha segnalato, «chiedono una pubblica amministrazione adeguata ai tempi e soprattutto semplice, ma proprio questa è una lacuna del provvedimento in esame, che resta un po’ a metà strada fra esigenze degli uffici e delle attività produttive, soprattutto in edilizia; sono poi scettico sulla tempistica legata ad alcuni passaggi che riguardano le Sovrintendenze e le competenze dello Stato, un po’ lo stesso argomento che ha sollevato il collega Floris su norme nazionali che potranno essere non sovrapponibili a questa legge». C’è poi da affrontare, ha ricordato, «tutto il discorso sul materiale umano che si è rivelato purtroppo decisivo nell’ostacolare il nuovo corso legislativo; molti Comuni sono indietro, il funzionamento di Agenzie ed Enti agricoli è da terzo mondo e c’è la giungla degli accertamenti conformità, in altre parole oltre che un taglia leggi ci vorrebbe un taglia teste, perché ci sono persone si credono proprietarie di ogni singola pratica, c’è ancora in Sardegna un freno a mano tirato talvolta indotto da molte parti della pubblica amministrazione». «La legge – in conclusione – è un tentativo ancora insufficiente con alcune complicazioni ed il lavoro non è finito, serve un cambio di marcia nella realtà».

Il consigliere dei Riformatori sardi Luigi Crisponi ha parlato di un «tentativo lodevole come tutti quelli in cui la burocrazia si avvicina al cittadino ed alle imprese liberandosi di tanti aspetti fastidiosi che mettono limiti al fare ed appaiono inaccettabili, soprattutto, per quanto riguarda la tempistica; scelte condivisibili quindi anche se qualche perplessità resta sui modelli di applicazione e lo stesso testo di 53 articoli non risulta sempre di facile lettura a conferma che la burocrazia è davvero una piramide difficile da scalfire». «Forse è mancata la progettualità vincente – ha aggiunto Crisponi – per assicurare la rapida attuazione della norma, in proposito cito l’esempio del testo unico sul turismo che contrasta con il disegno di legge che stiamo esaminando; in pratica si dice che ci vuole parere obbligatorio della Regione per le strutture ricettive 5 stelle lusso ma questo fa sorridere tutto il mondo, un mondo legato ad internet ed ai suoi giudizi inappellabili, c’è però tempo di correggere guardando verso il futuro e ricordando che i testi vanno armonizzati alla luce delle reali esigenze di famiglie ed imprese, questo è il vero lavoro che renderebbe più facile la vita delle persone».

Dopo l’on. Crisponi ha preso la parola l’on. Stefano Tunis (Forza Italia), che ha proposto «un focus su due punti. Uno è sull’iniziativa legislativa, quasi esclusivamente in capo alla Giunta regionale in questi due anni e mezzo. E ne ha abusato in una serie di circostanze. Questo è un tema sul quale ci dobbiamo confrontare perché anche da qui passa la semplificazione legislativa della quale dobbiamo discutere oggi.  L’altro focus riguarda il costo della riforma, che sarebbe a zero sia in termini di personale che di risorse finanziarie. Ma sono tante le obiezioni da parte di chi a brevissimo si troverà ad applicare determinate norme in termini brevissimi. Siamo sicuri che non sia più giusta una moratoria per gli enti locali, per consentire loro di traslare nel tempo l’applicazione? La capacità di adattamento dei Comuni alla riforma degli enti locali è già stata stressata: non aggiungerei altro nell’immediatezza».

Per la maggioranza ha preso la parola l’on. Francesco Agus (Sel) e ha detto: «Sono convinto che riusciremo a migliorare questo disegno legislativo ambizioso anche con la reale partecipazione della Giunta, che è stata disponibile durante i lavori della commissione. Spero che gli emendamenti dell’opposizioni migliorino ancora di più un testo che deve rimediare al rapporto logorato tra il cittadino e la burocrazia regionale. L’Autonomia perde colpi a causa della classe politica e anche delle mancate risposte della burocrazia. Non sono convinto che tutto possa cambiare con questa legge, che la Regione faccia immediatamente un balzo in avanti ma se iniziamo con un boccone alla volta riusciremo a mangiare un elefante. Non sarà questa la legge che ci farà finire il pasto, è chiaro. Abbiamo poi il problema, anche in questa legislatura, della mancata applicazione delle leggi che pure questo consiglio approva». Nel merito, l’oratore ha parlato dell’importanza del «Suape, lo sportello unico delle attività produttive e dell’edilizia, che potrà occuparsi anche delle attività sportive e musicali come spesso gli imprenditori richiedono».

Per l’onorevole Marco Tedde (Forza Italia) «è certamente la semplificazione amministrativa la frontiera della pubblica amministrazione e non mi pare che questo testo all’esame sia il verso giusto di questo grande obiettivo. Quello che manca è la sburocratizzazione e la riduzione del carico fiscale per le imprese: sono queste le cose che mancano alla Sardegna per crescere. Oltre ovviamente alle politiche dei trasporti, dal 2014 del tutto inesistenti. Tra l’altro in questo testo legislativo non mi pare siano stati recepiti i decreti attuativi della legge Madia: siamo alle prese con la solita fretta della tecnica legislativa, come si coglie con tutta evidenza dall’articolo 52, che ci ricorda che i regolamenti regionali non possono in alcun modo essere in contrasto con le leggi. Francamente non c’era bisogno di precisarlo. Riflettiamo bene su queste cose bizzarre che avete scritto, riportiamo il testo in commissione».

I Riformatori sono intervenuti con l’on. Attilio Dedoni: «Il tema della semplificazione amministrativa è nel dna della nostra forza politica da sempre. Ma qui siamo ancora nel vago. Il buon legislatore deve proiettarsi in avanti e vedere nella lunga distanza. Se questo non accade, il lavoro del legislatore non aiuta i cittadini e gli imprenditori. Il caos che si vive nel sistema legislativo obbliga i cittadini a fare salti mortali e li costringono a perdere opportunità e diritti. Senza chiarezza siamo tutti consegnati all’arbitrio e gli imprenditori non passeranno in Sardegna manco per sbaglio. In Svizzera una fabbrica apre in una settimana: se non c’è indipendenza economica non ci sarà mai indipendenza istituzionale».

L’on. Gianluigi Rubiu (Udc) ha parlato di «una legge ricca di buone intenzioni, soprattutto per le imprese. Ma se guardiamo i contenuti della legge i dubbi si fanno avanti. E la sensazione è che stiamo creando nuovi disagi alle imprese, altro che sburocratizzare. La vostra semplificazione  coincide sempre con una rappresentazione del cittadino come una controparte, non come la persona alla quale dobbiamo prestare servizio».

Il capogruppo di Forza Italia, on. Pietro Pittalis, si è rivolto all’assessore Demuro e ha detto: “Lei sarebbe destinato ad essere sostituito, secondo quello che si legge. Evidentemente non ha padrini politici forti e non conta nulla il suo curriculum. In questa giunta regionale che più volte ho definito fallimentare non ho difficoltà a riconoscere competenza e spirito di iniziativa al professor Demuro. Questo provvedimento comunque tenta di avviare un nuovo corso della burocrazia regionale”.

Per l’oratore «è comunque evidente ancora una volta il centralismo regionale e la mortificazione degli enti locali, ai quali in concreto non si deve riconoscere la sussidiarietà. Al di là di tutto, le norme non devono rimanere lettera morta ma devono essere poi applicate e questo è un enorme problema della Regione che giustamente il presidente Agus ha fatto bene a evidenziare nel suo intervento».

L’assessore dell’Industria Maria Grazia Piras si è detta orgogliosa del testo di legge presentato all’attenzione dell’Aula, che muove dall’esigenza, più volte e in più occasioni richiamata, di accelerare la spesa pubblica. «Questa legge – ha proseguito – non può risolvere tutti i problemi che affliggono la pubblica amministrazione ma incomincia ad affrontare in profondità e a risolvere alcune importanti questioni».

Con il provvedimento in discussione, a giudizio della Piras, si riduce quello che le multinazionali che decidono di non investire più nel Paese chiamano “gap Italia”. «Diamo a tutti i Comuni – ha spiegato a titolo esemplificativo la responsabile dell’Industria – la possibilità di unire al preesistente sportello unico anche lo sportello unico per l’edilizia: una sperimentazione incominciata in dieci Comuni nel 2014, poi diventati 46 e che continua a registrare continue richieste di inserimento da parte delle amministrazioni locali dell’Isola a testimonianza della efficacia della soluzione».

«Con la legge per la semplificazione – ha proseguito la rappresentante dell’esecutivo regionale – si tende a garantire al cittadino la possibilità di avviare un’attività con la sola autocertificazione, prevedendo i controlli in una fase successiva a quella autorizzativa e realizzativa.»  

«E’ questa è la vera rivoluzione – ha tuonato l’assessore Piras – insieme con lo stabilire tempi certi di risposta da parte della pubblica amministrazione alle richieste di cittadini e imprese.»

L’assessore si è detta disponibile ad accettare proposte tendenti al miglioramento delle norme contenute nel testo del disegno di legge ed ha auspicato una piena condivisione delle novità introdotte dal provvedimento in discussione che se approvato “migliorerà la qualità della nostra amministrazione insieme con la vita dei cittadini e delle imprese della Sardegna.

Conclusa quindi la discussione generale, l’Aula con 30 favorevoli su 34 votanti, ha approvato il passaggio agli articoli ed il presidente di turno dell’Assemblea, Eugenio Lai,  ha dichiarato conclusi i lavori annunciando la convocazione della conferenza dei capigruppo, nonché il termine per la presentazione degli emendamenti (domani alle 12.00) insieme con la convocazione della Prima commissione per il parere, sempre domani ma alle 13. Lai ha inoltre confermato la convocazione della Seconda commissione alle 14.45 e della Quinta commissione domani alle 10.30.

Il Consiglio si riunirà martedì 11 ottobre, alle 10.00.

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Le commissioni Sanità ed Agricoltura in seduta congiunta (presiedute rispettivamente dall’on. Raimondo Perra del Pd e dall’on. Luigi Lotto del Pd) hanno approvato con l’astensione dell’opposizione il Piano di eradicazione delle peste suina in Sardegna ed il programma straordinario per il 2017.

Illustrando i contenuti più importanti del provvedimento, il responsabile dell’Unità di progetto Alessandro De Martini ha sottolineato il significato di una azione complessiva che punta «a far emergere le situazioni irregolari senza applicare sanzioni, misura straordinaria ammessa dall’Unione europea che ha portato alla definizione positiva di 477 posizioni, con la collaborazione delle Asl».

«A fronte di questi risultati – ha aggiunto – esistono ancora alcuni focolai localizzati in aree circoscritte della Regione (Nuorese, Ogliastra ed una parte del Sassarese) nei confronti dei quali è impossibile intervenire con una sanatoria; si però riusciti, grazie al lavoro congiunto con il Ministero della salute sulla normativa nazionale, a mettere a punto una interpretazione meno restrittiva che consentirà di considerare gli allevatori irregolari come soggetti nuovi che potranno regolarizzarsi con una sanzione di circa 400 euro (rispetto ai limiti generali, da 3.000 a 30.000 euro).»

«Questa forma di ravvedimento operoso – ha concluso De Martini – sarà avviata da un decreto dell’assessore della Sanità di prossima pubblicazione ed affiancata da azioni di informazione, di consulenza e di controllo (affidato ad una task-force del servizio veterinario a supporto delle Asl) oltre che da misure di sostegno per la messa a norma degli allevamenti, con l’obiettivo finale di ottenere per la Sardegna la dichiarazione di zona non endemica dando un forte impulso alle esportazioni.»

L’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, ha messo l’accento sul fatto che queste azioni di contrasto alla peste suina presentano «tempistiche coincidenti con alcune azioni qualificanti del Piano di sviluppo rurale (Psr) che puntano a creare in Sardegna un circuito di allevamenti virtuosi». «Dal prossimo mese di ottobre – ha aggiunto – partiranno misure mirate, anche con la concessione di contributi, a sostegno della crescita e dello sviluppo delle aziende, che potranno operare in un contesto più favorevole e ricco di opportunità».

Nel dibattito sono intervenuti i consiglieri regionali Gianluigi Rubiu (Udc), Daniela Forma (Pd), Augusto Cherchi (Sdl) ed Edoardo Tocco (Forza Italia).

Cinghiale 116 copia

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Il consigliere regionale del Partito Democratico Daniela Forma manifesta la propria preoccupazione per la situazione di precarietà gestionale in cui versa l’Azienda ospedaliera Brotzu dovuta all’assenza dell’atto aziendale ed invita la Giunta regionale a porvi rimedio.

«La Giunta regionale nel luglio 2014 – spiega Daniela Forma – ha deliberato la sospensione dell’efficacia degli atti aziendali delle Aziende sanitarie locali, delle Aziende Ospedaliero-Universitarie e dell’Azienda ospedaliera Brotzu. Contestualmente ha dato mandato all’assessorato della Sanità di predisporre entro i successivi 120 giorni le nuove linee guida e le disposizioni per la rimodulazione degli atti aziendali in conformità all’attuale contesto sanitario regionale.

Nel novembre 2014 il Consiglio regionale ha approvato la legge regionale n. 23/2014 “Norme urgenti per la riforma del sistema sanitario regionale” che prevede all’art. 9 l’incorporazione nell’Azienda ospedaliera Brotzu del Microcitemico e dell’Oncologico-Businco. Incorporazione che è stata effettuata a decorrere dal 1 luglio 2015.»

«Alla fine dello stesso mese, la Giunta regionale (DGR n. 38/12 del 28/07/2015) ha approvato il “Programma di riorganizzazione della rete ospedaliera regionale” – ha aggiunto Daniela Forma –, dando avvio ad una lunga fase di interlocuzioni che è terminata nel febbraio 2016 (DGR n. 6/15 del 02/02/2016), quando la proposta di ridefinizione della rete ospedaliera è stata trasmessa al Consiglio regionale per il parere di competenza. Purtroppo però i tempi di approvazione del riordino della rete ospedaliera si sono notevolmente allungati perché doveva essere assicurata entro il 30 Giugno 2016 l’istituzione della ASUR Azienda sanitaria unica regionale così come previsto dalla legge regionale n. 36/2015 “Misure urgenti per l’adeguamento dell’assetto istituzionale e organizzativo del servizio sanitario regionale e ulteriore proroga del commissariamento delle ASL”.»

«Ci ritroviamo però al termine del mese di giugno 2016 – sottolinea ancora Daniela Forma – con all’ordine dei lavori una ulteriore proroga di tutti i commissari delle ASL al fine di consentire una più ampia condivisione sul disegno di legge che istituisce la ASUR e determina il superamento delle attuali 8 aziende sanitarie territoriali.

Ma la ridefinizione del quadro delle asl territoriali sta tenendo in scacco anche le Aziende Ospedaliero-Universitarie e, ancor di più, l’Azienda ospedaliera Brotzu che, come ricordato in premessa, naviga a vista in attesa di un atto aziendale che, come noto, è il principale strumento nella disponibilità delle Aziende sanitarie per il raggiungimento degli obiettivi di assistenza sanitaria fissati dai programmi statali e regionali.

Peraltro, lo stesso Piano di riorganizzazione e di riqualificazione del servizio sanitario regionale idoneo a garantirne la sostenibilità (DGR n. 63/24 del 15/12/2015) ha previsto tra le azioni del Programma operativo riferito all’Area tematica 6 (Riorganizzazione della rete ospedaliera) l’impegno della Giunta regionale di definire le linee di indirizzo per la stesura degli atti aziendali da parte delle Aziende ospedaliero-universitarie e dell’Azienda ospedaliera Brotzu entro il mese di febbraio 2016. Tale termine è stato quindi ampiamente disatteso.

Le soluzioni per fare uscire l’Azienda ospedaliera Brotzu dall’impasse – aggiunge Daniela Forma – a questo punto possono essere solo due. La prima soluzione prevede che la Giunta regionale proceda immediatamente alla adozione delle linee di indirizzo affinché l’Azienda ospedaliera Brotzu possa predisporre il proprio atto aziendale nelle more dell’approvazione definitiva della ridefinizione della rete ospedaliera così come sollecitato da una mia interpellanza depositata lo scorso 26 maggio. La seconda soluzione vedrebbe la Giunta e il Consiglio regionale impegnati a prorogare solamente i commissari delle Asl territoriali, principalmente coinvolti dalla istituzione dell’ASUR, per dare da subito certezza alle Aziende ospedaliere con la nomina dei direttori Generali.

Tutto questo – conclude Daniela Forma – inizierebbe a mettere un po’ di ordine in un sistema sanitario regionale fortemente in subbuglio per le importanti riforme che la Giunta Pigliaru sta mettendo in campo e che vede fortemente impegnato anche l’organo consiliare.»

Ospedale Brotzu Cagliari2