25 November, 2024
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La commissione Autonomia ha approvato a larghissima maggioranza questa mattina la doppia preferenza di genere. Ora spetta al Consiglio regionale il voto finale sull’approvazione della modifica della legge elettorale, con l’introduzione del principio secondo cui ogni elettore sardo ha diritto di esprimere due preferenze per due candidati consiglieri regionali che appartengano alla stessa lista.

Il testo approvato prevede due articoli: uno recepisce la proposta della consigliera Annamaria Busia mentre il secondo tiene conto di quella del consigliere Gianfranco Congiu. Contrari soltanto i consiglieri Gennaro Fuoco e Marcello Orrù (Psd’Az).

Soddisfatti, invece, i componenti del “parlamentino” che si sono battuti in questi mesi per il doppio voto, a cominciare dal presidente Francesco Agus: «Questa decisione segna un momento democratico fondamentale per la Sardegna, un momento davvero atteso. Sono convinto che la coesione e la determinazione mostrata da tutti componenti della commissione durante i lavori siano il migliore viatico per l’approvazione anche in Aula della doppia preferenza di genere. Più donne sarde in politica e nelle istituzioni non possono che fare bene ai sardi e alla Sardegna».

Per Annamaria Busia (Cd) «è davvero un grande risultato per le donne della Sardegna, un risultato che qualifica un’intera legislatura. Ho apprezzato gli ottimi interventi dei colleghi di maggioranza e anche di Forza Italia, che hanno recepito il testo della mia proposta di modifica della legge statutaria».

«Con il recepimento all’articolo 2 della nostra proposta di legge la parità di genere diventa effettiva anche nei micro collegi come l’Ogliastra, in cui il ristretto numero di candidature consentiva un’elusione del principio di parità», ha detto Gianfranco Congiu, esponente del Partito dei Sardi.

Per Daniela Forma (Pd) «l’approvazione in Commissione del Testo sulla doppia preferenza di genere è un momento importante che qualifica la nostra legislatura sulla strada del superamento degli ostacoli che impediscono la piena cittadinanza delle donne sarde nella massima istituzione regionale. Ora lavoriamo tutti insieme perché questo risultato venga certificato in Aula».

L’esponente del Pd Roberto Deriu ha commentato così il voto in commissione: «Le leggi sono il risultato di una riflessione non solo di coloro che le approvano ma dell’intera società. Oggi la società ce lo chiede. Non sarà il definitivo, ma è ciò che oggi è richiesto dai tempi».

A favore del testo approvato in commissione Autonomia sono intervenuti anche i consiglieri Giuseppe Meloni e Salvatore Demontis, entrambi del Pd. L’on. Meloni ha aggiunto: «Il voto sulla doppia preferenza di genere è un accorgimento sacrosanto, nell’attuale quadro normativo elettorale, per favorire l’accesso di entrambi i generi al Consiglio regionale. Tuttavia, ritengo che nel complesso l’attuale legge elettorale sia da correggere e migliorare in altre sue parti. Ma quello di oggi è già un importante passo avanti».

Invece, per il collega Demontis «ho sempre dichiarato che qualora si confermasse il sistema elettorale basato sulle preferenze sarei stato favorevole alla doppia preferenza di genere. Pur preferendo un sistema basto sui collegi uninominali, dove la parità di genere si garantisce con l’alternanza delle candidature, sono convinto che l’unico sistema possibile  per garantire effettivamente le pari opportunità sia la doppia preferenza. Abbiamo raggiunto un primo risultato molto importante».

Per Forza Italia l’on. Stefano Tunis ha presentato  un emendamento per garantire il cinquanta per cento di candidature in ogni lista a ciascun sesso. Il contenuto dell’emendamento Tunis è stato rimesso alla valutazione dell’Aula in occasione della discussione generale sulla proposta di legge. Il consigliere FI ha detto: «Ma la doppia preferenza di genere è un atto dovuto. Le donne studiano di più e sono maggiormente capaci di vincere un concorso pubblico. Sono classe dirigente trainante per il Paese. Le istituzioni devono comprenderle in misura necessariamente maggiore».

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Il Consiglio regionale ha approvato la proposta di legge n. 446/A (Modifiche alla legge regionale n. 16/2017 “Norme in materia di turismo”).

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau che, dopo le formalità di rito, ha ricordato l’ex consigliere Salvatore Ladu, scomparso recentemente a Cagliari dopo una non breve malattia.

Al termine del minuto di silenzio in ricordo dell’ex esponente di Dc, Ppi e Pd, il capogruppo del Partito dei sardi, Gianfranco Congiu, ha contestato la nomina dei componenti il Cda dell’Ersu di Sassari e le modalità adottate da parte del presidente del Consiglio: «Con i poteri sostitutivi contestiamo l’abuso fiduciario del rapporto politico tra le forze della maggioranza e per tale ragione annunciamo l’abbandono dei lavori dell’Aula».

Il presidente Ganau ha ribadito la correttezza delle procedure e l’opportunità della scelta ed ha quindi sospeso i lavori per qualche minuto. Alla ripresa il Consiglio ha proseguito l’esame della proposta di legge n.446/A (Modifiche alla legge n.16/2017 “Norme in materia di turismo”) interrotto ieri per mancanza di numero legale. Sono stati approvati, con distinte e successive votazioni, l’articolo 1 (abrogazioni), con 27 voti a favore su 28 votanti; l’emendamento aggiuntivo n. 10 (Crisponi e più) che introduce, dopo il comma 4 dell’articolo 10 della legge 16/2017, le campagne di sensibilizzazione  regionali per contrastare l’asportazione di sabbia, ciottoli, sassi  o conchiglie dal litorale o dal mare; gli emendamenti aggiuntivi a firma Lotto e Pietro Cocco, n. 2, n. 3,  n. 4 e n. 9 che specificano e introducono precisazioni tecniche singole parti del provvedimento approvato lo scorso luglio.

Aperta la discussione sull’articolo 2 (Entrata in vigore) il consigliere dei Riformatori sardi, Michele Cossa, ha rivolto un appello ai consiglieri della maggioranza per il ritiro della proposta di legge in discussione («volete abrogare una norma di buon senso e non tenete conto delle indegne speculazioni in atto proprio sul tema dell’accoglienza»). «Faccio appello alla resipiscenza da parte dei colleghi – ha concluso l’esponente della minoranza –  ritirate questa proposta e concentriamoci sul tema dell’accoglienza e dell’integrazione dei migranti».

Il consigliere di Fi, Antonello Peru, ha insistito sulla bontà della norma approvata per il tramite del suo emendamento alla legge 16 e che, come noto, imponeva, a chi beneficiava dei contributi regionali per il miglioramento delle strutture e dei servizi turistici, l’utilizzo di tali strutture soltanto ai fini della ricettività turistica per almeno cinque anni. «Non si comprende – ha affermato l’esponente della minoranza – perché il centrosinistra si accanisca a cancellare un provvedimento di buon senso che ha raccolto il favore di tanti, ad incominciare da quello degli albergatori». Antonello Peru ha quindi concluso con l’invito al centrosinistra a ritirare la proposta di legge in discussione.

Posto in votazione l’articolo 2 è stato approvato con 27 a favore e 12 contrari. Per dichiarazione di voto sono intervenuti i consiglieri, Luigi Crisponi (Riformatori) che ha ribadito il voto contrario («l’emendamento Peru faceva una giusta distinzione tra operatori del turismo e dell’accoglienza») e Attilio Dedoni (Riformatori), anch’egli contrario («chi usa la carità pelosa per fare proselitismo politico, chi fa il terzomondista in maniera indegna, è fuori della realtà») e Giuseppe Fasolino (Fi), contrario, («non entro nel merito dell’accoglienza perché abbiamo approvato la legge sul turismo: o questa maggioranza pensa che l’accoglienza possa rientrare in una qualche strategia turistica oppure state sottraendo risorse al turismo»). 

Il consigliere Marco Tedde, vice capogruppo di Forza Italia, ha condiviso le affermazioni del collega Fasolino perché, ha sostenuto, «la maggioranza si sta accollando un brutto rischio quello di far partecipare a bandi per il turismo strutture che fanno altro, dovendole per giunta finanziare; è un gravissimo errore politico e culturale, una cosa incomprensibile per gli imprenditori turistici e per tutti i sardi». L’accoglienza ha sostenuto, infine, «ha bisogno di provvedimenti ad hoc e non della solita carità pelosa della sinistra radicale».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha affermato che «anche all’interno della maggioranza si sta facendo strada la consapevolezza dell’errore, che però non si ha il coraggio di portare all’esterno». «Sui migranti peraltro – ha osservato – avremo molto da dire, per esempio su un recente bando da 11 milioni per 800 ospiti, segno inequivocabile che le risorse ci sono, a proposito, domani sarà qui il Capo della Polizia e noi domani non ci saremo proprio per protestare contro la gestione del problema dei migranti in Sardegna da parte del Governo». «Noi non facciamo lo scendiletto di nessuno – ha concluso Pittalis – e non dobbiamo sempre chinare il capo a qualcuno che viene da Roma, dobbiamo anzi alzare l’asticella nei confronti dello Stato per dire ad alta voce che la Sardegna, anche in riferimento alla vicenda delle scorie nucleari, non può diventare la pattumiera del continente».

Il presidente della commissione Attività produttive Luigi Lotto (Pd) ha condiviso buona parte del ragionamento del collega Crisponi, ricordando che «la commissione ha profuso un grande impegno per una legge in grado di rilanciare il turismo sardo». «Dispiace perciò – ha lamentato – di aver impiegato molto tempo a discutere di un argomento estraneo alla legge; ragioneremo in seguito di accoglienza e soprattutto di integrazione per ospitare i migranti presso le nostre comunità in maniera umana, e resta il rammarico per un emendamento che ha trascinato la legge su un altro terreno rendendo necessaria e giusta la modifica di quella parte».

Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente ha messo in votazione la legge, che il Consiglio ha approvato con 27 voti favorevoli e 12 contrari.

L’Assemblea ha quindi proseguito i sui lavori con l’esame del documento relativo all’attività 2017 del Corecom (Comitato regionale delle comunicazioni).

La relatrice Daniela Forma (Pd) ha ricordato in apertura che il 2017 è stato un anno record per le conciliazioni con un dato tendenziale vicino alle 1.500 istanze nella materia dei contratti fra privati e gestori della telefonia mobile e della pay-tv. «Per quanto riguarda quelle già definite – ha proseguito la Forma – sono state oltre 700 di cui più di 400 a favore dei cittadini nella sedi di Cagliari e Sassari, a testimonianza di una attività incisiva ed efficiente del Comitato e del gradimento da parte dell’utenza di decentrate l’esame delle pratiche anche a Sassari, scelta che sta incontrando l’interesse di altri Comuni». «Per quanto riguarda le risorse disponibile – ha aggiunto la consigliera – la commissione ha deciso una riduzione rispetto alla richiesta confermando lo stanziamento dell’anno precedente di oltre 200.000 euro». «Da sottolineare – ha concluso Daniela Forma – l’attività svolta dal Comitato nel monitoraggio delle stazioni televisive che utilizzano contributi regionali in collaborazione con l’Università di Cagliari attraverso due borse di studio».

Successivamente è stato presentato un ordine del giorno di condivisione dell’attività del Corecom che il Consiglio ha approvato.

Subito dopo il presidente ha tolto la seduta aggiornandola a domattina alle 9.30 per la cerimonia cui parteciperà il Capo della Polizia Franco Gabrielli ed ha convocato la conferenza dei capi gruppo.

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La consigliera regionale e segretaria provinciale del PD nuorese Daniela Forma ha diffuso una nota, nella quale manifesta la propria costernazione per l’avvio del licenziamento collettivo dei 58 dipendenti di “Ottana Polimeri”, con la comunicazione sottoscritta dalle parti lo scorso 8 agosto e le lettere individuali che i dipendenti stanno ricevendo con le quali viene comunicato loro il recesso dal rapporto di lavoro a far data dal prossimo 23 settembre.

«Nel manifestare la mia vicinanza ai lavoratori interessati e garantire il massimo impegno per l’individuazione di soluzioni ed alternative al grande dramma che Ottana e la Sardegna Centrale stanno vivendo – dichiara Daniela Forma – non posso esimermi dal rilevare alcuni elementi di narrazione quanto meno poco corretti che sono stati messi a verbale nella sede nuorese della Confindustria lo scorso 8 agosto.»

«Mi sento in dovere di farlo senza alcuna vena polemica fine a se stessa e senza alcun intento giustificatorio – aggiunge Daniela Forma – ma perché ritengo che la drammatica situazione che stiamo attraversando richieda un surplus di collaborazione, coesione e correttezza tra l’intero partenariato socio-economico-politico ed istituzionale della Sardegna Centrale.»

«Dichiarare che “la società Ottana Polimeri srl si trova a dover fronteggiare un esubero di n. 58 dipendenti […] considerato che tutti gli impegni politici via via assunti, ai diversi livelli, sono stati tutti sostanzialmente disattesi non consentendo al sito di Ottana di risolvere le diseconomie che storicamente hanno portato alla chiusura di quasi tutte le aziende presenti”, risulta – a mio avviso – un pessimo tentativo di addossare l’intera responsabilità di una triste vicenda aziendale alla Politica e alle Istituzioni locali, regionale e nazionale.

Questo tentativo di offrire ampia giustificazione esterna ad una cessazione di attività aziendale, risulta quanto mai stonata rispetto alle specifiche attenzioni politiche di cui le società del Gruppo Clivati hanno sempre beneficiato e che quindi, forse, dovrebbero essere riconosciute.

Tale riconoscimento – sottolinea ancora Daniela Forma – risulta dovuto non tanto per la Politica e le Istituzioni che hanno fatto semplicemente la loro parte e il loro dovere tutte le volte che si sono attivate, facendo fronte unico con Sindacati e proprietà, per raggiungere quei risultati che hanno consentito di mantenere in piedi le attività aziendali del Gruppo Clivati negli ultimi anni. Tale riconoscimento è dovuto, soprattutto, per rispetto nei confronti di tutte quelle aziende insediate nella Sardegna Centrale che non hanno mai beneficiato delle attenzioni della Politica e delle Istituzioni nella misura in cui ne ha beneficiato l’azienda in questione e, nonostante tutto, tra mille difficoltà, contribuiscono giorno per giorno a garantire produzione ed occupazione in un territorio dove le diseconomie sono il pane quotidiano per tutti.»

«Fatta chiarezza relativamente a questo aspetto che non poteva essere sottaciuto – conclude Daniela Forma – ribadisco il massimo impegno e la totale disponibilità a lavorare e trovare insieme risposte e soluzioni ad una situazione drammatica che ora si abbatte su ulteriori 58 famiglie e su tutte le nostre Comunità.»

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La consigliera regionale del Partito Democratico Daniela Forma denuncia l’insostenibile condizione in cui versa tutto il comparto della filiera della carne, dall’allevamento alla vendita sui banchi delle macellerie, passando per i frigomacelli e gli stabilimenti di trasformazione e lavorazione delle carni, a causa della mancata proroga dell’ordinanza presidenziale sul conferimento dei sottoprodotti di origine animale (SOA) scaduta lo scorso 24 luglio.

«L’intera filiera della carne – ricorda Daniela Forma – è stata messa in ginocchio all’inizio dell’anno dai problemi giudiziari dell’unico operatore regionale nel settore del trattamento degli scarti di macellazione e più in generale dei sottoprodotti di origine animale. Per quasi un mese è risultata impossibilitata a conferire i propri scarti e quindi vincolata nella propria produzione e attività lavorativa quotidiana.

Grazie all’attenzione e alla disponibilità del Consiglio regionale e, in particolare, della Presidenza della Regione, ci si è attivati per garantire una soluzione che nell’immediato sbloccasse la situazione emergenziale tramite una ordinanza che declassava a rifiuti i sottoprodotti (SOA) da smaltire negli impianti di incenerimento e nelle discariche. Contestualmente la Regione Sardegna ha iniziato a lavorare per ricercare soluzioni strutturali che consentano al nostro contesto regionale di avere un efficiente sistema di raccolta, trasporto e smaltimento dei sottoprodotti di origine animale in un contesto di virtuosa offerta economica. Ed è con questo intendimento che l’assessorato della Programmazione ha messo a disposizione 3 milioni di euro del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC) per realizzare impianti per il trattamento di sottoprodotti di origine animale in modo da garantire il corretto smaltimento e alleviare il disagio a produttori e operatori della grande distribuzione: situazione difficile, ulteriormente complicata dalle restrizioni sulla peste suina africana. Tale bando, a cui sta lavorando anche l’assessorato regionale dell’Agricoltura, sta per essere pubblicato.»

«Per tali evidenze – aggiunge Daniela Forma – ci sono tutte le condizioni per prorogare l’ordinanza che è scaduta lo scorso 24 luglio e non si comprende come mai tardi ad arrivare il nullaosta degli assessorati regionali della Sanità e dell’Ambiente per evitare un nuovo e disastroso collasso del comparto delle carni. Ad aggravare i ritardi nella proroga dell’ordinanza vi è pure il fatto che siamo nelle giornate più calde dell’anno e nei giorni prossimi al Ferragosto, periodo in cui si dovrebbe poter lavorare a beneficio di sardi e turisti, ed invece gli operatori del settore vengono per l’ennesima volta portati all’esasperazione da un sistema burocratico che è più attento a coprirsi le spalle che ad assumersi responsabilità.»

«Per tali ragioni – conclude Daniela Forma – auspico l’immediata proroga dell’ordinanza presidenziale per il conferimento dei sottoprodotti di origine animale e spero che non intervengano ulteriori modifiche che portino ulteriori problemi agli operatori dell’intera filiera.»

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10 consiglieri regionali del centrosinistra, primi firmatari Roberto Deriu e Piero Comandini, Lorenzo Cozzolino, Daniela Forma, Giuseppe Meloni, Antonio Solinas, Mario Tendas, Francesco Agus, Annamaria Busia e Daniele Cocco Secondo, hanno presentato un’interrogazione urgente, rivolta all’assessore Arru e al presidente Pigliaru, per capire quali siano le ragioni che determinano il ritardo, nella nomina del Direttore Generale dell’Areus prevista dalla L.R. 17/2016 che sarebbe dovuta arrivare entro il 31 dicembre scorso e, trascorsi ormai sette mesi, sembra essere cronico e, «a quanto è dato a conoscere non c’è, da parte dell’assessore competente, neanche una proposta di delibera da presentare alla Giunta regionale».

«L’Azienda per l’emergenza urgenza ha una propria autonomia patrimoniale, organizzativa e gestionale – contabile, e questo ritardo non fa altro che generare conseguenze negative su tutta l’attività – sottolineano i consiglieri del centrosinistra -. Gli impegni assunti, sia con il protocollo d’intesa sottoscritto tra la Regione Sardegna e la Regionale Lombardia, sia l’impegno economico, 91 milioni di euro, per l’attivazione del servizio di elisoccorso e, il buon andamento dell’attività tutta, anche in considerazione del dimensionamento che ha interessato alcuni centri dell’Isola, necessitano con la massima urgenza la nomina del Direttore Generale.»

«A sette mesi di ritardo – concludono gli interroganti – in Consiglio regionale noi attendiamo, ma soprattutto l’attendono i sardi, una risposta da parte dell’esecutivo, una risposta che si traduce nella nomina, nel più breve tempo possibile, del Direttore Generale.»

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La consigliera regionale del Partito democratico Daniela Forma ha depositato una proposta di modifica del Regolamento interno del Consiglio regionale per limitare l’ammissione del voto a scrutinio segreto solamente a quei casi nei quali il voto riguardi singole persone.

«La votazione a scrutinio segreto – spiega Daniela Forma – dovrebbe essere limitata quanto più possibile e per più ordini di motivi. Il primo è certamente quello che nell’esercizio delle proprie funzioni, per le quali si è ricevuto il voto dei cittadini, il legislatore dovrebbe essere tenuto a rendere conto del proprio operato e delle posizioni da lui assunte nella massima trasparenza. Inoltre, su questioni particolarmente sensibili o che tali potrebbero diventare a causa dell’esito di un “voto celato”, al legislatore non viene data la possibilità di fare la propria dichiarazione di voto ed argomentarla, salvo poi ritenersi libero di poter rilasciare dichiarazioni di qualunque tipo senza riscontro formale del proprio operato e quindi del proprio voto reale.»

«Per queste ragioni – conclude Daniela Forma – sarebbe auspicabile prendere seriamente in considerazione l’ipotesi di modificare tempestivamente il Regolamento interno del Consiglio Regionale perché troppo spesso, ultimamente, si fa ricorso al voto segreto per avvallare provvedimenti per i quali si farebbe fatica ad assumerne la responsabilità e altrettanto spesso ci si trincera dietro il voto segreto per “salvare la propria immagine pubblica” da delle decisioni altrimenti scomode e impopolari.»

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La consigliera regionale del Partito Democratico Daniela Forma ha presentato un’interpellanza, unitamente ai colleghi Pietro Cocco, Piero Comandini, Lorenzo Cozzolino, Roberto Deriu e Rossella Pinna, indirizzata all’assessore regionale degli Affari generali, Personale e Riforma della Regione, sul funzionamento della macchina regionale e sulla difficoltà dei cittadini sardi ad ottenere informazioni puntuali sullo stato delle loro pratiche in carico alla burocrazia regionale.

«Il cittadino sardo – si legge nell’interpellanza – è sempre più scoraggiato e, talvolta, terrorizzato all’idea di dover affrontare la burocrazia regionale, necessaria tuttavia per veicolare le istanze e vedere riconosciuti i propri diritti. Le maggiori lamentele arrivano soprattutto dai cittadini dei centri interni della Sardegna e da quelli più lontani dal capoluogo che obbligatoriamente devono far ricorso agli uffici dell’Amministrazione e, conseguentemente, devono interloquire con i loro funzionari. I cittadini lamentano non solo l’incertezza dei tempi dei processi amministrativi ma anche la mancanza di informazioni sullo stato dei medesimi e sulla completezza delle loro istanze. Troppo spesso, infatti, risulta impossibile comunicare e ricevere informazioni compiute sullo stato di una pratica e, quando si ha la fortuna di conoscere i recapiti telefonici dei funzionari interessati, i telefoni risultano spesso occupati oppure squillano inutilmente.»

Ma non è solo questo il punto. La Consigliera Regionale Daniela Forma riscontra contestualmente un generale malcontento da parte dei dipendenti dell’amministrazione regionale, i quali lamentano la mancanza di prospettive di crescita professionale ed un diffuso livellamento verso il basso delle professionalità. Senza voler con questo giustificare atteggiamenti omissivi e/o dilatori, che qualora accertati devono essere sanzionati, risulta tuttavia diffusa l’esigenza di mettere al centro nel nostro sistema regionale, con maggiore determinazione, il principio della “meritocrazia”.

«Poiché la situazione sopra rappresentata – aggiunge Daniela Forma – oltre che approfondire il solco esistente tra cittadini e amministrazione regionale, allontana gli stessi dalle nostre istituzioni, abbiamo depositato una interpellanza al Presidente della Regione e all’Assessore  degli Affari Generali, Personale e Riforma della Regione per sapere se ritengano opportuno riorganizzare l’apparato regionale in modo da consentire al cittadino un più facile accesso alle informazioni e se intendano mettere in campo azioni di sensibilizzazione dei dipendenti dell’amministrazione regionale, dei suoi enti ed Agenzie, rammentando loro che il procedimento amministrativo produce effetti in capo al cittadino che ha dunque il diritto di conoscerne non solo gli esiti ma, in itinere, anche lo stato di fatto delle loro pratiche. Infine – conclude Daniela Forma – chiediamo se intendano intraprendere iniziative, nei confronti dei dipendenti dell’amministrazione, allo scopo di ridurre il senso di insoddisfazione e demotivazione e rinsaldare quello spirito di corpo che ha sempre connotato il personale dell’amministrazione regionale.»

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La segreteria nazionale del Partito Democratico, per il tramite di Matteo Ricci, Responsabile del Dipartimento Autonomie ed Enti Locali, fa propria l’istanza presentata da 52 segretari provinciali del Pd che sollecitano l’impegno dei propri rappresentanti governativi e parlamentari nel trovare soluzioni idonee a porre rimedio all’insostenibile carenza di risorse finanziarie in cui versano le Province di tutta Italia.

Nel documento è presente anche un richiamo specifico agli Enti intermedi delle Regioni a Statuto speciale, il cui inserimento è stato richiesto dai Segretari Provinciali del PD della Sardegna: Daniela Forma (Nuoro), Gian Piero Cordedda (Sassari), Daniele Reginali (Sulcis Iglesiente), Stefano Musanti (Medio Campidano), Tomaso Visicale (Olbia), Davide Burchi (Ogliastra), Francesco Lilliu (Cagliari) ed Alessio Mandis (Oristano).

«La richiesta di impegno sul fronte delle Province – dichiarano i segretari provinciali del Partito Democratico – è stata formalizzata nell’incontro convocato a Roma dal responsabile Enti locali della segreteria nazionale per il 6 di luglio.»

In tale sede, unitamente alle questioni prettamente interne del partito, i segretari provinciali del Pd hanno rappresentato la situazione di difficoltà nella quale versano i rispettivi Enti intermedi e hanno sottolineato come questa si traduca in maniera sempre più visibile in disservizi per tutti i cittadini.

«Risulta fondamentale – proseguono i segretari provinciali del Partito democratico – garantire maggiore sicurezza sulla viabilità secondaria, adeguate manutenzioni per le Scuole superiori e per la cura del territorio. Per poter raggiungere questo obiettivo, le Province Italiane devono essere messe nelle condizioni di poter chiudere in equilibrio i loro Bilanci per il 2017 e gli anni successivi.»

«Per queste ragioni – sottolineano ancora i segretari provinciali del Pd – abbiamo richiesto e ottenuto dalla segreteria nazionale del Partito Democratico un impegno preciso da parte dei nostri rappresentanti nel Governo.»

«Accogliamo pertanto favorevolmente – concludono i segretari provinciali del Partito Democratico – l’impegno del Governo, su dichiarazione della sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri Maria Elena Boschi, a garantire ulteriori 100 milioni di euro alle Province e alle città metropolitane per far fronte alla delicata situazione finanziaria nella quale versano. Tali risorse aiuteranno i nostri Enti Intermedi a garantire il rispetto dei diritti essenziali dei cittadini dei nostri territori.»

 

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La consigliera regionale del Partito Democratico Daniela Forma è la prima firmataria di una mozione sottoscritta dai colleghi del Gruppo Consiliare del Partito Democratico (COCCO, COLLU, COMANDINI, COZZOLINO, DEMONTIS, DERIU, LOTTO, MELONI, MORICONI, PINNA, PISCEDDA, RUGGERI, SOLINAS e TENDAS) relativa alla ratifica da parte dell’Italia dell’Accordo economico e commerciale globale, meglio conosciuto come CETA “Comprehensive economic and trade agreement”, tra l’Unione Europea e i suoi Stati membri da una parte ed il Canada dall’altra.

«Tale accordo – spiega Daniela Forma – si pone come obiettivo quello di stabilire relazioni economiche avanzate e privilegiate tra partner strategici e contiene disposizioni sull’accesso al mercato per le merci, sulle dogane e agevolazioni degli scambi, sugli investimenti e scambi transfrontalieri di servizi, sull’ingresso e soggiorno temporaneo di persone fisiche per motivi professionali, sul riconoscimento reciproco delle qualifiche professionali e tante altre. Ma intorno all’approvazione di tale Accordo – aggiunge Daniela Forma – si è acceso un ampio dibattito non solo sui benefici ma anche sulle ripercussioni negative ad esso correlate e, ancor di più, sulla esigenza di promuovere una discussione articolata coinvolgendo le parti sociali e tutti i portatori di interesse dei settori toccati dalle nuove disposizioni.»

«Si teme in maniera diffusa, infatti, una sottovalutazione dell’impatto che l’entrata in vigore del CETA produrrebbe sull’Agroalimentare italiano, sulla sicurezza alimentare, sull’ingresso nel continente Europeo di OGM e di prodotti trattati con principi attivi da noi proibiti, sull’indebolimento delle nostre piccole imprese con conseguente perdita occupazionale. Per questi motivi, sarebbe importante che il presidente della Regione e l’Assessore Regionale dell’Agricoltura riferissero in Aula sugli effetti che il CETA produrrà nel nostro comparto agricolo, zootecnico ed Agroalimentare e che pongano in essere, con il coinvolgimento del Governo nazionale e dei Parlamentari Sardi, tutte le azioni utili alla tutela degli stessi.Data la forte accelerazione che nel nostro Paese è stato impresso al processo di ratifica dell’Accordo Europeo-Canadese (ricordo infatti che lo scorso 27 Giugno la Commissione Affari Esteri del Senato ha concluso l’esame del Testo che è stato inviato all’Aula) – conclude Daniela Forma – riteniamo che l’argomento risulti meritevole dei dovuti approfondimenti anche da parte della Regione Sardegna, data la rilevanza che il comparto agricolo ed Agroalimentare rivestono per la nostra economia.»

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Il Consiglio regionale ha approvato il disegno di legge sulla destagionalizzazione dei flussi turistici e tre mozioni, tra le quali quella sulla Portovesme srl.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con il Dl n. 429 – Giunta regionale – “Interventi di promozione e comunicazione finalizzati alla destagionalizzazione dei flussi turistici.”

Prima di avviare la discussione generale sul provvedimento che stanzia 40 milioni di euro per la comunicazione e il marketing attraverso il sistema di trasporto aereo fino al 2020, numerosi consiglieri regionali hanno preso la parola sull’ordine dei lavori.

Il capogruppo di Cps Piefranco Zanchetta ha ribadito la sua richiesta di restituire piena operatività alla commissione Governo del territorio perché, a fronte della indisposizione del presidente, «si registra il vuoto dell’assessore e si brancola nel buio e non si può sostenere l’impossibilità di convocare l’assessore dei Trasporti».

Il presidente Gianfranco Ganau ha assicurato che, una volta cessato l’impedimento del presidente Giuseppino Pinna, la commissione riprenderà la sua attività.

Anche il consigliere Luca Pizzuto (Art. 1 – Sdp) si è associato alla richiesta del collega Pierfranco Zanchetta.

Il consigliere del gruppo Misto Francesco Agus ha invece sollecitato un incontro con i capigruppo sulle questioni aperte che riguardano l’Agenzia Forestas, ricordando che «la prima commissione sta proseguendo lo studio del contratto e bisogna fare il punto su una questione che riguarda un servizio primario della Regione».

Il presidente Ganau, annunciando che la conferenza dei capigruppo è già convocata per le 15.00, ha assicurato che il problema sarà affrontato in quella sede.

Il capogruppo di Art. 1 – Sdp Daniele Cocco ha richiamato l’attenzione della presidenza sull’impegno formale, già assunto, per calendarizzare in tempi brevissimi due proposte di legge su Forestas,

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco, esprimendo il suo sostegno alla richiesta dei colleghi Zanchetta e Pizzuto, sottolineando l’importanza del problema dei trasporti interni per isole minori.

Anche il consigliere del Pds Roberto Desini, si è associato alla richiesta evidenziando la necessità di discutere al più presto una proposta di legge, di 2 soli articoli, ora in commissione.

Dopo quest’ultimo intervento il presidente ha dato la parola al relatore di maggioranza del Dl n. 429, il consigliere Antonio Gaia (Cps), per illustrare il provvedimento.

In apertura, Antonio Gaia ha espresso un plauso all’assessore ed all’intera commissione per i tempi rapidi con cui il provvedimento è stato assegnato all’Aula, mettendo l’accento sul fatto che si tratta «di una legge scarna ma ricca di sostanza perché movimenta risorse importanti per 40 milioni di euro, a sostegno della domanda turistica in bassa stagione; è una scelta strategica e di marketing molto innovativa che non comporta alcun aiuto alle compagnie aeree ed è quindi al riparo da rilievi dell’Unione europea». E’ importante quindi, ha aggiunto, «approvarla in tempi rapidi evitando il rischio di perdere risorse preziose, perché il turismo è parte fondamentale dell’economia sarda e, in questi anni, c’è stato un trend positivo ma con risultati non ancora soddisfacenti, per cui bisogna lavorare molto per sfruttare tutte le potenzialità della Sardegna ed il suo un patrimonio naturale, ambientale e culturale non ancora pienamente valorizzato». Il turista che viene in Sardegna, ha poi ricordato Gaia, «si sposta prevalentemente in aereo; servono quindi collegamenti efficienti e a costi competitivi per invertire una rotta che ha causato gravi danni nella zona di Alghero ma anche nel Nuorese, in definitiva la legge deve il primo passo e la pietra angolare di una nuova pianificazione regionale che dovrà coinvolgere tutto il sistema regionale».

Per la minoranza, il relatore Marco Tedde (Forza Italia) ha parlato di un «singolare prelievo di soldi dai Trasporti, che evidentemente hanno fallito, per trasferirli al Turismo, certificando il fallimento delle politiche di settore dell’assessore Deiana». Il provvedimento, secondo Tedde, «è in parte positivo negli obiettivi generali e però manifesta una totale e pericolosa indeterminatezza, non c’è un progetto o una idea forte e, d’altra parte, il Consiglio è confinato nel ruolo di collettore di risorse, approvando di fatto uno stanziamento di 48 milioni di euro al buio delegando tutto alla Giunta dopo che per 3 anni e mezzo non si è varata nemmeno una bozza di piano di sostegno al low cost». Dopo aver ricordato lo stanziamento precedente della Giunta di 6 milioni di euro per promuovere la Sardegna negli scali sardi che ha prodotto esiti insignificanti, Tedde ha criticato con forza la strategia turistica della Giunta che «solo ad Alghero, ha causato la perdita di 300.000 passeggeri nel 2016 con ricadute negative anche sull’economia sarda in termini di Irpef e Iva». Tornando al merito della legge in esame, il vice capogruppo di Forza Italia ha sottolineato che «da una parte si fa riferimento al modello Abruzzo rivolto ai mercati nazionali e internazionali ma si dimentica che, in quella Regione, c’è solo un aeroporto per cui occorre adattarlo alle esigenze della Sardegna dove invece ce ne sono tre e vanno valutate bene le quote di traffico; in proposito, è il Consiglio che deve dire dove e come».

Il consigliere del gruppo Misto Francesco Agus ha manifestato il suo apprezzamento per il lavoro svolto dalla Giunta e dalla commissione, e la sua approvazione piena per «un provvedimento snello ed essenziale che copre un buco che però viene coperto un po’ in ritardo rispetto alle esigenze reali della Sardegna». Finalmente abbiamo uno strumento, ha precisato Agus, «ma le decisioni dovranno essere di fronte ad una burocrazia comunitaria spesso molto attenta alle forme più che alla sostanza e, del resto, la destagionalizzazione non è formula magica perché richiede il consolidamento di tutto il sistema Sardegna, dei trasporti interni e di destinazioni attrezzate a rispondere alla domanda turistica; questa tipologia di turismo, in altre parole, può essere una incredibile occasione di sviluppo a condizione che ognuno faccia la sua parte a cominciare da amministratori locali, realtà produttive ed istituzioni regionali».

Il presidente della commissione Attività produttive Luigi Lotto (Pd) ha affermato che «fa piacere che il Consiglio affronti questo problema, il grande tema di come promuovere la crescita del turismo in Sardegna con uno strumento mirato che consente di iniziare un percorso virtuoso». Sotto questo profilo, ha aggiunto, «è sbagliato parlare del passato più o meno recente, bisogna invece sostenere il progetto della Giunta senza però rinunciare al ruolo della commissione e del Consiglio, di qui l’impegno della maggioranza e dell’assessore per un passaggio in commissione non appena il piano sarà definito concretamente, per cui non c’è nessuna delega al buio ed anche la settimana prossima la commissione potrà esaminare il progetto». Auspichiamo comunque, ha concluso, «un ritorno positivo che sostenga in termini reali la ripartenza del turismo della Sardegna, un tema su quale ho fiducia che ci sarà anche il consenso della minoranza».

Il consigliere dei Riformatori Luigi Crisponi ha ricordato che «il progetto è stato valutato con grande attenzione dalla commissione, comprese le criticità che contiene a cominciare dal ritardo di 3 anni e mezzo nell’individuazione di un percorso, per cui è vero che le politiche passate di questa Giunta sono fallite». Della destagionalizzazione peraltro, ha detto ancora Luigi Crisponi, «si parla dagli anni ’80 ed è vero che oggi ci sono risorse significative ma è anche vero che il riferimento al modello Abruzzo da una parte ci protegge dalla burocrazia europea ma dall’altra ci mette di fronte ad un progetto che non conosciamo, senza dimenticare che non c’è destagionalizzazione al mondo che funzioni senza che sia accompagnata da iniziative su tutto il territorio, perché il turismo è un settore economico veloce che non ammette ritardi». Quanto al riferimento al modello Abruzzo secondo Crisponi «si tratta di un percorso ben preciso con presidi intermedi, progetti di filiera e raccordo con i territori per cui occorre trasferire questo schema anche in Sardegna prestando attenzione anche alle piccole comunità delle zone interne».

Il consigliere del Pd Salvatore Demontis ha definito «ottima» l’iniziativa dell’assessore e dell’intera Giunta, perché «promuovere e comunicare il brand Sardegna è cosa diversa dal sostenere le compagnie low cost, cercando invece di fidelizzare il turista senza dimenticare che gli incentivi, pur essendo cosa diversa, non vanno trascurati». Lavorare nei mesi invernali compresi nella finestra da novembre a marzo, a giudizio di Demontis, «è una scelta importante che va sostenuta e, dopo le risorse, dovranno essere definiti gli indirizzi e, in particolare, ora serve che il sistema aeroportuale sia all’altezza di questo compito con particolare attenzione all’aeroporto di Alghero che ancora vive una situazione di forte sofferenza».

Per Forza Italia il consigliere Mariano Contu ha evidenziato che «il disegno di legge affronta per la prima volta nella legislatura il problema della destagionalizzazione turistica, iniziativa importante ma però arriva con grandissimo ritardo dopo la consistente perdita di flussi turistici che in parte ha vanificato il trend di crescita del settore». Le risorse a disposizioni sono ingenti, ha affermato ancora Contu, «ma pianificazione resta inadeguata, per cui è auspicabile che la Giunta faccia presto a tracciare gli indirizzi per gli interventi che poi verificheremo in commissione ed in Consiglio».

Il consigliere del Pd Piero Comandini ha dichiarato che «l’economia del turismo va molto veloce e può cambiare rapidamente e, per questo, dobbiamo essere consapevoli di un mercato altamente competitivo; quindi tutto quello che si fa per radicare questo settore in un sistema come quello sardo è un passo in avanti, soprattutto se riusciremo a risolvere il problema trentennale della destagionalizzazione finora confinato nei dibattiti e nei seminari». Il nostro turismo, ha proseguito Comandini, «fa registrare un aumento soprattutto con gli stranieri ma l’84% delle presenze è concentrato in 4 mesi mentre il resto sono briciole, intercettate da imprenditori particolarmente dinamici». In definitiva, ha concluso, «lo strumento è giusto e l’esperienza dell’Abruzzo è utile anche perché lì si è puntato su risorse assegnate in parte con quota fissa e in parte dopo i risultati, con le compagnie diventate partner di un progetto di comune interesse; significativo, infine, il riferimento al sistema aeroportuale regionale che rafforzerà il messaggio promozionale, anche con l’inserimento del programma all’interno della continuità territoriale 2017-2021».

Per Daniele Cocco (Art. 1 – Sinistra per la Democrazia e il Progresso) questo provvedimento è atteso da tempo. Si tratta di una variazione di bilancio che però deve procedere in sinergia  con  la legge sul turismo ancora all’esame della Terza commissione. Daniele Cocco auspica che  l’iter di approvazione della legge sul turismo si concluda al più presto e che la legge vada nel più breve tempo possibile in Aula. Anche perché tutto il sistema aeroportuale va considerato a 360 gradi con tutti gli aeroporti presenti nell’isola e si deve ragionare con la volontà di entrare in sinergia con le zone interne. Il capogruppo di Art.1 – Sinistra per la Democrazia e il Progresso crede che la proposta licenziata dalla regione Abruzzo ci possa aiutare molto. Le risorse non devono essere assegnate a pioggia ma in base ai risultati prodotti dalle compagnie aeree. 

Angelo Carta (Psd’az – La Base)  ha sottolineato la condivisione che c’è su questo DL anche da parte della minoranza.  Il ruolo del Consiglio però, approvando il testo così come è, è mortificato. L’Assemblea – per Angelo Carta – deve  poter dare un contributo costruttivo e serio.  Per questo sarebbe meglio approvare l’emendamento presentato da Marco Tedde.

Gianluigi Rubiu (Udc Sardegna) ha detto che questo Disegno di legge è  una variazione di bilancio mascherata .  Già in commissione – ha detto Rubiu – abbiamo espresso delle perplessità  e per questo ci asterremo. Noi siamo d’accordo – ha aggiunto il capogruppo dell’Udc – a trovare forme di finanziamento per incentivare le compagnie aeree e navali per destagionalizzare il turismo in Sardegna. Ma in questo DL ci sono troppi elementi di genericità e, a volte, sembra che la gara sia stata prevista per una compagnia aerea ben precisa e già individuata.  L’idea è buona: trovare dei fondi da destinare alla promozione della Sardegna ma non condividiamo che sia solo la giunta  a fare questo. Il Consiglio deve avere un suo ruolo preciso. 

Gianfranco Congiu (Partito dei sardi) trova similitudini tra questo Disegno di legge e la legge 9 del 98 “la legge alberghi” . Congiu nel suo intervento ha  sottolineato che va bene la fretta ma  è necessario stare attenti alle regole degli “aiuti di Stato”. Il capogruppo  del Partito dei sardi ha parlato di “slalom legislativi” e di “equilibrismi  giuridici”.  Sono stufo – ha aggiunto – di dover procedere in questo modo perché alla Sardegna  non è stato ancora riconosciuto uno  status  in virtù della sua insularità.  Attenzione:  ancora una volta stiamo mettendo in campo una norma  programmatica senza un piano d’azione che deve essere a prova di infrazione.

Per Pierfranco Zanchetta (Cristiano Popolari socialisti)  il provvedimento è straordinario e  apre una nuova frontiera. Anche il capogruppo dei Cristiano Popolari socialisti però ha  richiamato l’attenzione sulla deroga agli aiuti di Stato. Non è pensabile – ha detto – che non riusciamo a estendere tariffe accettabili  sui trasporti marittimi ai sardi e a tutti i cittadini,  la Sardegna deve rivendicare la sua specificità.

Marco Tedde (Forza Italia Sardegna) ha rimarcato che  questo DL arriva in aula così veloce per  volontà  dei capigruppo dell’opposizione che, nonostante abbiano ritenuto da subito  che questo DL fosse insufficiente,  hanno fatto  un’apertura di credito nei confronti dell’assessore Argiolas. Per Tedde questo DL  doveva  essere presentato  3 anni e mezzo fa.  Tedde è molto  critico sulle politiche trasportistiche della giunta Pigliaru che ha definito “bizzarre”  e che hanno  fatto perdere centinaia di migliaia di passeggeri  nel 2016 nel solo aeroporto di Alghero. Per Tedde questo DL ha delle falle. Il Consiglio regionale è un mero passacarte e non  si possono attribuire risorse solo secondo il criterio del numero dei passeggeri arrivati nei singoli scali. Per questo – ha aggiunto Tedde –  abbiamo presentato un emendamento per  introdurre un piccolo meccanismo per non penalizzare gli scali del nord Sardegna già in condizioni precarie grazie alla  politica dei trasporti fallimentare di questa giunta.  Questo Disegno di legge è  un primo passo, che presenta aspetti di novità. Ma rischia di essere un mero passaggio finanziario se non si inserisce in un quadro di un progetto complessivo.

Il presidente Ganau ha quindi dato la parola, per la replica, all’assessore al Turismo Barbara Argiolas. L’esponente della Giunta, dopo aver ringraziato la Quinta Commissione e l’Aula per il lavoro svolto, ha ribadito l’obiettivo del Disegno di legge: l’allungamento della stagione turistica con interventi di promozione e comunicazione  attraverso il sistema di trasporto aereo.

«Puntiamo ad un sistema integrato. Questo è un primo passo – ha detto Argiolas – nelle prossime settimane avremo modo di affrontare un discorso più ampio con la discussione del Testo Unico sul Turismo che si fonda su tre asset: governance, offerta turistica e comunicazione. Serve una strategia generale e una condivisione di intenti di carattere territoriale. Parlare oggi di destagionalizzazione non è facile. L’assessorato è al lavoro e crede nella crescita del settore».

Argiolas ha poi ricordato le iniziative messe in campo in questi mesi attraverso i bandi per l’internazionalizzazione delle imprese, le ciclovie, il turismo lento e sostenibile, la valorizzazione dei piccoli borghi.«Anche la delibera approvata ieri sui centri commerciali naturali è un intervento a favore dei piccoli comuni e un altro strumento per contrastare lo spopolamento».

Sul contenuto del Dl, Argiolas ha voluto tranquillizzare il consigliere Tedde (Forza Italia): «Stanziamo risorse per la comunicazione e la promozione – ha detto l’assessore – le linee di indirizzo saranno sottoposte all’attenzione della Quinta Commissione, su questo c’è il mio personale impegno e quello della Giunta. I criteri terranno conto dei dati sul traffico dei passeggeri nei singoli aeroporti dai quali emergeranno le difficoltà dei territori».

Argiolas ha quindi concluso il suo intervento sottolineando la necessità di mantenere una linea comune per arrivare all’allungamento della stagione turistica e all’infrastrutturazione dell’offerta.«Serve un pacchetto di azioni che consenta a Regione, comuni e imprese di attivare un’offerta qualitativa alta per i mesi di spalla. Il sogno è pensare che si possa lavorare per 9 mesi l’anno. Per far questo serve però l’aiuto di tutti».

Annamaria Busia (capogruppo Misto) ha annunciato il suo voto favorevole: «Nel Dl c’è il riconoscimento di buone prassi come quelle dell’Abruzzo, è inevitabile tener conto delle indicazioni dell’Ue – ha detto Annamaria Busia – l’argomento consente però di tornare alla vexata quaestio del superamento del sistema di deroghe e de loro aggiornamento che mi auguro venga sollecitato dalla Giunta e dal Governo. Questa è la vera questione e il punto dolente sul quale occorre lavorare. Il Presidente riferisca sulle ricadute che il G7 ha avuto in Sardegna».

Voto favorevole ha preannunciato anche Fabrizio Anedda (Sinistra Sarda): «Il provvedimento è un buon esempio di sinergia tra gli assessorati. Il turista non deve essere solo trasportato ma accolto e fatto diventare un testimonial dell’Isola – ha detto Anedda – per questo sarebbe utile coinvolgere anche gli assessorati all’agricoltura e alla cultura. Occorre inoltre favorire il trasporto interno. Il Trenino Verde è  un elemento di forte attrazione ma serve più attenzione».

Emilio Usula (Rossomori), pur d’accordo con il provvedimento, ha proposto un emendamento orale: «Se vogliamo destagionalizzare non basta la comunicazione attraverso il trasporto aereo ma serve anche quella su nave. La tipologia dei passeggeri è infatti diversa, in nave arrivano cicloturisti, motociclisti e famiglie».

Luigi Crisponi (Riformatori) ha invece annunciato il suo voto di astensione: «Finalmente oggi si parla di turismo, ma se l’Aula fosse davvero conseguente dovrebbe incentivare il settore anziché tagliare i fondi in Finanziaria. Ci sono due elementi che non convincono: i 12 milioni di euro virtuali cassati dalla Commissione bilancio, che vanno assolutamente recuperati, e la mancata previsione di un criterio basato sui risultati. Le risorse devono essere erogate sulla base dei passeggeri trasportati, altrimenti la discussione è vana».

Anche Marco Tedde (Forza Italia) ha dichiarato il suo voto si astensione. «E’ però un’apertura di credito nei confronti dell’assessore che ha un obiettivo strategico chiaro e condivisibile. Mette in campo risorse importanti ma rimane nell’indeterminatezza quanto a modalità e criteri di spendita delle risorse – ha affermato Tedde – il Consiglio deve poter decidere sui criteri, altrimenti non svolge un ruolo dignitoso. Prendiamo atto dei buoni propositi dell’assessore ma la cornice l’avremmo dovuta scrivere noi e invece non lo stiamo facendo. La Giunta di fatto traccia la cornice entro la quale deve muoversi. E’ una Giunta pigliatutto. Non è un buon risultato per l’Assemblea legislativa».

Il presidente della Commissione “Attività Produttive” Luigi Lotto (Pd) ha invece affermato che la definizione dei criteri  è di competenza della Giunta. «La Commissione darà un parere preventivo e questo non è di secondaria importanza. Oggi va rinnovato l’impegno a mantenere il programma che ci siamo dati. Vedremo insieme i criteri in Commissione, a noi il compito di migliorarli e di fare proposte».

Per Attilio Dedoni (Riformatori): «La maggioranza finora nulla ha fatto sul fronte dei trasporti. La cura del ferro che propone l’assessore significa che le ferrovie soffrono di anemia. La Giunta sta attuando politiche sul ferrato diverse da quelle utili per la Sardegna. Qual è la possibilità di raggiungere le zone interne attraverso le ferrovie? Quali sono le scelte a favore per il Trenino verde, mezzo efficace per scoprire le tradizioni e la cultura delle zone interne? Non sappiamo programmare. Rimangono scoperti gli scali di Tortolì e Fenosu».

Il relatore del disegno di legge Antonio Gaia (Upc) si è detto contrario agli emendamenti proposti: «Non possono trovare accoglimento per il semplice fatto che la norma non è un sostegno al trasporto aereo, riguarda la comunicazione e il marketing. Attraverso alchimie giuridiche si è cercato di trovare una soluzione al problema ed evitare gli strali dell’Unione europea».

Alessandra Zedda (Forza Italia) ha espresso disagio per tutti i complimenti rivolti alla Giunta. «Siamo tre anni a fare nulla. Il nostro voto sarà di astensione perché non vogliamo essere partecipi in negativo. Vediamo cosa riuscirete a fare, la nostra è un’apertura di credito ma noi non condividiamo metodi e contenuti della Giunta che sono assolutamente fallimentari».

Pierfranco Zanchetta, capogruppo Upc, pur ribadendo la necessità di un coinvolgimento della Commissione “Governo del Territorio”, ha annunciato il suo voto a favore.

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato con 35 voti a favore e uno contrario.

Si è quindi passati all’esame dell’articolo 1 “Finalità” e dell’emendamento aggiuntivo presentato dal consigliere Tedde (Forza Italia) che chiede di prevedere criteri compensativi per la perdita di passeggeri.

«E’ un emendamento che introduce un principio generale di perequazione – ha detto Marco Tedde – un accorgimento che consentirebbe di rimediare alla situazione dello scalo di Alghero che ha avuto problemi in questi anni. I dati di Assoaeroporti dicono che ha perso 150mila passeggeri nei primi cinque mesi del 2016, -25%. E’ una crisi generale dell’economia del territorio. L’emendamento è un atto di giustizia nei confronti di un’intera provincia».

Emilio Usula (Rossomori) ha ribadito la sua richiesta di inserire un emendamento orale a favore del trasporto navale, mentre Roberto Desini (Pds), condividendo lo spirito della proposta di Marco Tedde, ha presentato un emendamento orale  all’emendamento per  la prevedere  canali prioritari per gli aeroporti che hanno registrato un calo di passeggeri nel 2016.

Giuseppe Fasolino (Forza Italia) si è detto contrario alla proposta di Desini: «Nell’emendamento manca solo il nome dell’aeroporto. Finora abbiamo parlato di visione generale e adesso puntiamo a misure di compensazione territoriale. Perché Desini è stato zitto finora? Adesso che c’è un’opportunità di meritocrazia si vuole premiare chi a causa della politica o di demeriti propri non ha ottenuto gli stessi risultati degli aeroporti virtuosi».

Il relatore Antonio Gaia (Upc) ha nuovamente precisato che il Dl punta alla promozione e al marketing e non ad aiutare il trasporto aereo. «Se così non fosse la norma rischierebbe di essere cassata».

Anche Salvatore Demontis (Pd), pur d’accordo con Tedde ha evidenziato il rischio di un intervento della Commissione Ue. «La perequazione può servire a migliorare il sistema dei trasporti, il Dl però si muove sulla linea della promozione del brand Sardegna. Non vorrei che i buoni intenti dell’emendamento indebolissero il Dl esponendolo alla procedura di infrazione da parte di Bruxelles».

L’assessore Argiolas ha ribadito che le linee guida che verranno sottoposte all’attenzione della Commissione prenderanno le mosse dai dati sulle presenze turistiche e terranno conto delle condizioni dei singoli territori.

Il presidente Ganau ha quindi sospeso la seduta per alcuni minuti. Alla ripresa dei lavori il consigliere Antonio Solinas (Pd) ha dichiarato la sua contrarietà alla presentazione di emendamenti orali.

Ganau ha quindi messo in votazione l’articolo 1 che è stato approvato con 31 sì e un no. Respinto invece, con 26 voti contrari e 21 favorevoli, l’emendamento aggiuntivo presentato dal consigliere Tedde.

L’Aula ha quindi approvato in rapida successione, con l’astensione della minoranza, gli articoli 2 “Autorizzazione di spesa”, 3 “Criteri”, 4 “Norma Finanziaria” e 5 “Entrata in vigore”.

Il testo finale della legge ha ottenuto il via libera con i voti della maggioranza (32 su 32 votanti). L’opposizione ha confermato l’astensione.

Il Consiglio ha poi affrontato l’esame di due mozioni sul trasporto ferroviario, la n. 319 (Pittalis e più) sull’istituzione di un treno veloce sulla linea Nuoro-Macomer e la n. 325 (Deriu e più) sul sistema ferroviario sardo, con particolare riferimento alla direttrice Abbasanta-Olbia.

Il presidente Gianfranco Ganau ha dato quindi la parola al capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis per illustrare la mozione n. 319.

Pietro Pittalis ha ricordato all’inizio del suo intervento che «grazie all’iniziativa Trenitalia-Nuorese è stata avviata una petizione popolare inviata ad interlocutori regionali e nazionali per l’istituzione di un treno veloce Nuoro-Macomer per Nuoro e le zone della Sardegna centrale, iniziativa che ha raccolto un grande consenso con oltre 10.000 sottoscrizioni». Il comitato promotore, ha aggiunto Pittalis, «ha messo in evidenza due aspetti: la salvaguardia del diritto costituzionale alla continuità territoriale interna ed la necessità di incentivare l’uso dei mezzi pubblici nell’ottica di una economia sostenibile ed inoltre, quanto allo strumento con cui rispondere alla richiesta, va data attenzione al piano da 400 milioni destinati alla Regione anche se non risulta che la Giunta abbia previsto progetti per la modernizzazione delle infrastrutture ferroviarie in quei territori ed il collegamento con le altre componenti del sistema regionale». Siamo rimasti sorpresi, ha affermato Pietro Pittalis, «da dichiarazioni su un progetto futuristico Cagliari-Bastia in 40 minuti; ce lo auguriamo ma prima bisogna preoccuparsi di rendere possibile un collegamento efficiente fra i vari centri della Sardegna e, in particolare, vogliamo capire se nella programmazione della Giunta c’è spazio per progetti che riguardino le zone interne e consentano di superare la marginalità di quelle comunità locali».

Successivamente ha preso la parola il vice capogruppo del Pd Roberto Deriu per l’illustrazione della mozione n. 325.

Roberto Deriu, primo firmatario della proposta, ha dichiarato che «le due mozioni non sono identiche perché partono da punti di vista differenti; la nostra, in particolare, propone al Consiglio un grande investimento strategico che completi la rete sarda con Olbia, Nuoro, Oristano e Cagliari che adesso non sono connesse e su questo intendiamo impegnare la Giunta su una grande decisione». Questa azione di completamento della rete, ha continuato, «sarà un grande investimento per la Sardegna che impegnerà almeno 15 anni ma ci pare un modo corretto per fare politiche di lungo respiro sulle infrastrutture del territorio, per le quali servono grandi risorse e grandi progetti, il coordinamento di diverse istituzioni, lo stimolo presso il Governo e l’Unione europea, insomma un enorme lavoro politico amministrativo». L’altra mozione, ha concluso Roberto Deriu, «che in qualche modo riguarda una parte del tutto, è una cosa diversa, ma si può tentare una sintesi fra i due documenti».

Il consigliere dei Luigi Crisponi ha osservato che «la mozione Pittalis è particolare perché viene dal basso, dai cittadini che sentono un forte isolamento infrastrutturale, ma se poi con un’altra mozione si affronta una realtà più ampia non si può che condividere». Però fa specie, secondo Luigi Crisponi, «sentir parlare della cura del ferro se si confrontano questi annunci con una realtà ben diversa, tenendo presente anche che recentemente hanno portato il Freccia Rossa in Basilicata con 3 milioni e in Puglia con la stessa cifra un treno veloce da Taranto, in entrambi i casi con interessanti ritorni economici». Sono piuttosto preoccupato, ha concluso Luigi Crisponi, «per il continuo sperpero di risorse che non arrivano mai nelle zone interne e aumentano la desertificazione della Sardegna centrale; proprio stamane, per restare in tema, ho depositato una mozione per incrementare la velocità da 90 a 110 sulla Dcn, altrimenti il Nuorese resterà isolato in eterno rispetto al resto dell’Italia e del mondo».

Il consigliere Emilio Usula (Misto-Rossomori) ha annunciato di aver firmato sia la petizione che le due mozioni, anche se «sicuramente una prevede un progetto che può essere realizzato in tempi brevi mentre l’altra ha una prospettiva di lungo termine, siamo comunque di fronte ad una buona occasione per sapere le intenzioni della Giunta sul sistema ferroviario regionale e su quello del Nuorese in particolare». Citando alcune iniziative realizzate in altre Regioni, Usula ha ricordato che «in Umbria sono stati impiegati 50 milioni per ammodernare la rete con fondi Fesr ed il ministro Del Rio ha detto che ci sono 300 milioni per la  sicurezza e 400 per le linee più isolate, risorse importanti cui la Sardegna deve guardare con attenzione». Facciamo il punto su quanto fatto e quanto c’è da fare per il futuro, ha suggerito Usula, «perché non ci possiamo accontentare delle promesse del G7 proiettate in un orizzonte lontano ed invece dobbiamo sapere quali risorse sono state impegnate in questa legislatura e con quali risultati, anche per una necessità di trasparenza nei confronti dei cittadini». Se vi avviasse la nuova linea Macomer Nuoro, ha concluso, «sarebbe un grande risultato di legislatura con macchine nuove, più sicure e meno inquinamenti sulla stessa rete».

Angelo Carta (Psd’az – La Base)  ha sottoscritto  la mozione 319 perché la posta in gioco è il diritto alla mobilità per tutto il nuorese.  Il capogruppo ha ricordato che dopo l’iniziativa della minoranza, la maggioranza ha  rilanciato presentando un’altra mozione sull’intero sistema regionale ferroviario. Per Carta, però, è necessario porre l’attenzione soprattutto sul  nuorese , che è a rischio isolamento. Parlare di treno veloce a Nuoro – ha aggiunto –  è chiaramente una provocazione, invece il diritto alla mobilità è un’invocazione. Perché il nuorese deve essere aiutato.

Dopo l’on. Angelo Carta ha preso la parola l’on. Pierfranco Zanchetta (Upc), che ha detto: “Altro che ferro, nel trasporto interno siamo ancora all’età del bronzo. Siamo ancora allo scartamento ridotto e con una rete ferroviaria che davvero grida vendetta. Le due mozioni possono trovare una sintesi ma quella della maggioranza ha un respiro più ampio e mi vede più soddisfatto perché collegare Olbia con Nuoro ed Abbasanta è un’operazione di prospettiva importante per la Sardegna”. L’oratore ha poi aggiunto: «Non dimentichiamo però che ancora la Abbasanta, Buddusò Olbia e la Olbia, Palau, Santa Teresa devono essere completate: anche l’Anas ha molto da fare per la Sardegna».

Per la Giunta ha preso la parola l’assessore Massimo Deiana (Trasporti), che ha replicato agli interventi: ”La rete ferroviaria sarda è mista: 450 km di Rfi Italia a scartamento ordinario e 600 km a scartamento ridotto delle Ferrovie della Sardegna. La Regione ha competenza solo sulla rete a scartamento ordinario e solo su quella può investire. Negli anni ’70 fu persa una grande occasione per potenziare la rete ferroviaria a Nuoro, quando veniva costruita la statale 131 DCN, a non mi pare che oggi Rfi abbia in mente di farlo né possiamo farlo noi.

Sulla tratta Macomer – Nuoro, invece, di appena 58 km, abbiamo investimenti per 81,9 milioni di euro con lavori in corso per la sicurezza e l’ammodernamento, lavori che a breve saranno conclusi. Su quella tratta metteremo in funzione 4 treni che abbiamo appena acquistato e che dovrebbero entrare in funzione a settembre”.

L’esponente della Giunta ha proseguito: “Costruire una rete ferroviaria a scartamento ordinario, senza particolari opere viarie, si devono calcolare tra i 15 e i 18 milioni di euro a chilometro. Dunque, rifare da zero la rete ferroviaria sarda per aumentare la velocità sulla tratta Cagliari – Nuoro o Cagliari – Abbasanta costerebbe circa 900 milioni di euro. Al momento non abbiamo una somma così né noi né Rfi. Abbiamo invece in corso le opere sulla Monserrato – Senorbì e dobbiamo procedere sulla tratta Senorbì – Isili. 

Anche Rfi sta investendo in Sardegna circa 350 milioni di euro e sono previsti nel contratto di programma tra il governo e Rfi. Nei prossimi mesi i treni a scartamento ordinari di Rfi dovrebbero pendolare e raggiungere velocità più elevate. Ma non avendo l’elettrificazione in Sardegna non possiamo avere nemmeno l’alta velocità, che ha costi notevoli: 60 milioni di euro a chilometro”. Rispetto alle mozioni l’assessore ha detto: “Siamo disponibilissimi a fare degli studi per valutare meglio gli investimenti”.

Per replica l’on. Pietro Pittalis (FI) ha detto: “Riconosco serietà nella risposta che ha dato all’Aula, anche in virtù del fatto che a breve andrà ad occuparsi di altro incarico all’Autorità portuale. Ma il quadro tracciato sul sistema ferrato è drammatico e impietoso. Il Consiglio regionale ha il dovere di dare a chi succederà all’assessore Massimo Deiana un impegno che sia chiaro e vincolante. Se non si parte non si arriverà mai”.

Per l’on. Roberto eriu (Pd) “il Consiglio regionale non è un consiglio d’amministrazione, come mi hanno sempre insegnato. E il valore delle nostre azioni si misura nella visione alta di quello che facciamo, come ricordava anche il presidente Pietro Pittalis poco fa. Vogliamo che la nostra Regione presenti gli interessi effettivi dell’Isola presso il governo nazionale, anche nella specificità della Sardegna. Se è vero che non si può fare tutto subito non è però nemmeno impossibile fare qualcosa: facciamo qualcosa, interveniamo sugli assetti infrastrutturali. E per fare questo serve avere ambizione”.

Il presidente Ganau ha disposto una breve sospensione della seduta.

Alla ripresa dei lavori sono state messe in votazione le due mozioni che sono state approvate all’unanimità: la 319 (Pietro Pittalis e più) con 46 voti su 46 e la 325 (Roberto Deriu e più) con 48 voti su 48.

Il presidente del Consiglio ha poi dato la parola a Cesare Moriconi (Pd), primo firmatario della mozione 322 sulla situazione di incertezza che preoccupa i lavoratori della Portovesme srl e sul rischio fermata degli impianti, con gravi conseguenze socio economiche.

La mozione, firmata da 31 consiglieri di maggioranza e di opposizione, impegna la giunta regionale a intraprendere, e riferire al Consiglio regionale, tutte le iniziative utili, urgenti e necessarie al fine di evitare l’interruzione delle attività produttive della Portovesme srl. Moriconi, illustrando la mozione, ha ricordato che la Portovesme srl è la più importante impresa del Sulcis, attualmente, conta 666 dipendenti diretti e circa 600 dipendenti indiretti, ha un fatturato annuo di circa 500 milioni di euro e una ricaduta sul territorio del Sulcis, la provincia più povera d’Italia, di grande rilevanza socioeconomica. L’azienda non ha mai ricorso agli aiuti della finanza pubblica regionale o statale e ha fatto investimenti per circa 300 milioni di euro negli ultimi 15 anni, destinati sia all’ammodernamento tecnologico, sia alla sicurezza negli impianti, sia allo svolgimento delle operazioni di bonifica. L’azienda, da  oltre 15 anni, conferisce gli scarti del proprio processo produttivo nella discarica di Genna Luas, un progetto grazie al quale è stato possibile bonificare un vecchio sito minerario che, così come altri, dopo tanti anni di attività, ha generato gravissime condizioni di inquinamento e rischio ambientale. Però questa discarica entro il 2017 esaurirà la capacità di conferimento e, se non saranno trovate soluzioni alternative, le attività produttive industriali dovranno essere interrotte. L’azienda, sin dal 2010  ha avviato le procedure per l’individuazione di un sito idoneo alla realizzazione della nuova discarica ma a 7 anni di distanza l’iter autorizzativo non è stato ancora concluso. La situazione – ha detto Cesare Moriconi – è gravissima e il rischio della fermata degli impianti, se non si trova una soluzione è molto alto. Dalla  sopravvivenza della Portovesme srl dipende il futuro non solo del Sulcis ma della Sardegna intera. Il Sulcis – ha ricordato Moriconi – è il territorio più povero d’italia, è una delle zone della Sardegna con il più alto tasso di spopolamento, c’è una nascita ogni due decessi. Per la Portovesme srl è necessario trovare soluzioni emergenziali. Questa mozione non è contro qualcuno, ma è una mozione per fornire un aiuto alla Giunta. Perché se entro l’autunno non dovesse arrivare  una soluzione l’impianto è destinato a fermarsi e la linea di produzione non è riavviabile. La Giunta regionale – ha concluso Moriconi – ha il dovere di informare l’aula e vogliamo impegni chiari.

Pietro Cocco (Pd) ha ribadito che la Portovesme srl ha un ruolo importante non solo per il Sulcis ma per l’intera Sardegna. La discarica di Genna Luas – ha ricordato – ha raggiunto il suo limite, con 9 argini realizzati. Ora è arrivato il tempo di dare risposte. Gli uffici devono agire in  fretta, per bene e in maniera zelante. Questo è il compito della politica:  accelerare la burocrazia per evitare che per  paura di decidere non si diano risposte. La Portovesme srl però ha bisogno di un luogo dove scaricare i rifiuti. In attesa che la soluzione definitiva  venga trovata per Pietro  Cocco ci sono due strade: o il commissario della provincia autorizza a scaricare ancora nel nono argine (autonomia 1 mese) oppure il ministero concede l’autorizzazione a scaricare nelle vasche all’interno dello stabilimento (autonomia sette mesi).

Secondo Gianluigi Rubiu, capogruppo dell’Udc, è sbagliato parlare di rifiuti e di discarica. «Quelli prodotti dalla Portovesme srl sono scarti di lavorazione che fanno parte della filiera di produzione, tra 20 anni potranno essere riutilizzati. La discarica può essere una risorsa».

Per l’esponente dell’Udc occorre trovare una soluzione definitiva scartando da subito l’ipotesi della costruzione del decimo anello nella discarica di Genna ‘e Luas. «Occorre accelerare l’iter per la costruzione del nuovo sito per il conferimento degli scarti di lavorazione – ha detto Gianluigi Rubiu – nel frattempo si faccia pressing sul Ministero dell’Ambiente per l’autorizzazione all’utilizzo temporaneo delle vasche di contenimento presenti all’interno della Portovesme srl».

Secondo Rubiu non è invece percorribile la strada del conferimento a discariche private. «Se questa è l’idea c’è qualcuno che non vuole bene alla Portovesme srl – ha detto il capogruppo – le discariche private sono state costruite con vecchi criteri che non garantiscono la sicurezza dell’ambiente. Quella progettata dall’azienda è invece una discarica moderna e sicura».

Ugo Cappellacci (Forza Italia) ha ricordato che il tempo a disposizione per evitare la chiusura della fabbrica è di sole 12 settimane. «Il 30 di settembre scadrà la concessione per l’utilizzo della discarica di Genna Luas – ha detto Cappellacci – il tempo passa velocemente, ogni minuto perso può essere quello decisivo».

Secondo l’ex presidente della Regione «la Portovesme srl è un fiore nel deserto con tecnologia e persone straordinarie. E’ un’azienda competitiva a livello mondiale che opera nel Sulcis e non ha problemi di mercato. In passato si sono fatte battaglie storiche per risolvere la questione energetica. Sarebbe un paradosso, direi un crimine, se si consentisse di chiuderla per un problema burocratico».

Cappellacci ha quindi proposto di individuare un percorso straordinario: «Serve una task force, un’unità di crisi, un commissario. Alla politica si impone di trovare una soluzione. Ci sono due possibilità: l’utilizzo delle tre vasche o il conferimento a discariche private. La seconda è da scartare, rimane la prima sulla quale la competenza è del ministero dell’Ambiente, serve un intervento forte del presidente della Giunta nei confronti del ministero per accelerare il processo. Non commettiamo il crimine di far morire un’azienda sana».

Giorgio Oppi (Udc) dopo aver ricordato la vicenda storica dell’industria pesante nel Sulcis, ha sottolineato la necessità di un intervento forte della politica per provare ad individuare una soluzione.

«Ho fatto l’assessore all’Ambiente e il presidente del Consorzio industriale del Sulcis. In passato abbiamo risolto tanti problemi – ha detto Oppi – i funzionari devono capire che questo è un problema di grande rilevanza economica e sociale per tutto il territorio. La Giunta deve prendere l’iniziativa per accelerare l’iter autorizzativo della nuova discarica. Basta rinvii, serve una risposta chiara. Nel frattempo occorre premere sul Ministero per ottenere il via libera all’utilizzo delle vasche di contenimento».

L’assessore al bilancio Raffaele Paci, in qualità di vice presidente della Giunta, dopo aver ricordato che l’assenza in aula dell’assessore Spano era stata ampiamente preannunciata, ha ribadito l’impegno della Giunta ad assumere tutte le iniziative per difendere il tessuto produttivo del Sulcis.

«Pensare a un futuro diverso di quell’area non significa abbandonare l’esistente – ha detto Raffaele Paci – quello va difeso in tutti i modi, sono posti di lavoro e produzione. Tutto va fatto però difendendo l’ambiente. Non si baratta il lavoro con la salute. La Portovesme srl da questo punto di vista dà tutte le garanzie».

Secondo Paci occorre superare i prossimi mesi in modo da avere la nuova discarica che poi potrà funzionare per i prossimi anni. «La pratica non è vero che va avanti da 7 anni, è stata presentata nel 2016. Abbiamo istituito una cabina di regia che viene seguita dal Capo di gabinetto presso la Presidenza della giunta per dare supporto a tutte le amministrazioni coinvolte. Il tavolo tecnico si è riunito anche questa mattina, i tecnici dell’assessorato e dell’azienda stanno lavorando insieme. Nel giro di qualche mese contiamo che si concluda positivamente l’iter di autorizzazione alla nuova discarica, poi occorrerà preparare il sito. Nel frattempo ci sono altre soluzioni: prima di tutto l’utilizzo delle vasche che assicurano un’autonomia di alcuni mesi. La competenza è del Ministero dell’Ambiente, la Regione ha segnalato l’assoluta priorità della pratica, è stato contattato il Ministro, i tecnici della Regione in continuo contatto con quelli del ministero. L’azienda adesso deve presentare la richiesta per l’utilizzo delle vasche di contenimento, la Regione farà di tutto per farla avere prima del 30 settembre».

Paci, infine, ha ricordato che con le nuove tecnologie i rifiuti possono diventare una risorsa. «Possono essere utilizzati come materie prime. E’ una nuova visione di economia circolare che garantisce allo stesso tempo posti di lavoro e tutela dell’ambiente. Il parere della Giunta alla mozione è favorevole».

In sede di replica il consigliere Cesare Moriconi ha precisato che l’iter per la costruzione della nuova discarica è partito nel 2010. «Non è questo però il problema – ha detto – bene l’impegno della Giunta chiedo però che la prossima settimana venga convocata la Quinta Commissione una ricognizione e una verifica sull’evolversi della situazione».

E’ quindi intervenuto Daniele Cocco (capogruppo Art. 1- Sdp) che ha annunciato il suo voto a favore.

Posta in votazione, la mozione è stata approvata per alzata di mano.

Il Consiglio ha poi iniziato la discussione sulla mozione, presentata dal capogruppo sardista Angelo Carta e sottoscritta anche da altri capigruppo e semplici consiglieri, con cui si sollecita un intervento umanitario a favore dell’indipendentista Doddore Meloni, detenuto nel carcere di Uta da oltre 2 mesi in sciopero della fame e, di conseguenza, in condizioni di salute preoccupanti.

Illustrandone il contenuto, il capogruppo del Pd’Az Angelo Carta ha auspicato l’ampia condivisione del documento, sottolineando che la mozione è animata soltanto da scopi umanitari e si propone di individuare soluzioni dalla detenzione a tutela della salute di Meloni.

Il consigliere Piermario Manca (Pds) ha suggerito di semplificare il testo della mozione concentrandone il dispositivo su contenuti concreti e ricordando che si tratta della vita di una persona che ha lottato per ideali non sempre condivisibili ma è anziano e non mangia da circa 2 mesi.

Il consigliere del Pd Antonio Solinas, premettendo di parlare a titolo personale, ha affermato che è volontà comune non fare il processo alle idee politiche di Meloni e tuttavia, ha precisato, migliaia di cittadini italiani detenuti nelle carceri si trovano oggi nelle sue stesse condizioni. Preannunciando il suo voto contrario, Antonio Solinas ha concluso affermando che non è competenza del Consiglio intervenire su detenuti in carcere per reati comuni.

La consigliera Daniele Forma del Pd ha invece espresso solidarietà umana a Doddore Meloni, pur senza entrare nel merito delle vicende giudiziarie che lo riguardano né dei suoi convincimenti politici, e comprendendo la difficoltà di separare la sua scelta di lotta politica dalla vicenda personale e dalla decisione estrema di fare lo sciopero della fame. La consigliera, condividendo la preoccupazione dei familiari di Meloni e dei militanti del suo movimento Meris, ha poi preso lo spunto dalla vicenda per suggerire che il Consiglio reintroduca fra le sue competenze quella sui diritti civili.

La consigliera Annamaria Busia del gruppo Misto, favorevole alla mozione, ha messo l’accento sul fatto che l’argomento in questione impone una sorta di mea culpa al Consiglio che non ha nominato il Garante per i diritti del detenuto, figura che avrebbe potuto intervenire a pieno titolo sulla vicenda come su altre. La consigliera si è poi soffermata più in generale sulla situazione della sanità penitenziaria (settore in grande sofferenza) auspicando un momento di riflessione di tutto il Consiglio.

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu si è detto favorevole senza alcun dubbio nel sostenere le ragioni che hanno indotto Meloni a fare lo sciopero della fame, aggiungendo che la mozione è mossa da uno spirito umanitario al di sopra di ogni strumentalizzazione politica, e punta ad alleviare per quanto possibile una situazione oggettivamente grave.

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha parlato di un segnale si solidarietà che non sarebbe giusto negare, di un accorato appello che non interferisce sulla vicenda giudiziaria e non ha carattere politico ma esprime solo vicinanza nei confronti di chi da 2 mesi fa lo sciopero della fame e si trova in precarie condizioni di salute. In altre occasioni, ha ricordato Pittalis, abbiamo espresso solidarietà verso persone che vengono da altri continenti, dobbiamo farlo anche per un sardo, compiendo un gesto nobile.

A nome della Giunta il vice presidente Raffaele Paci ha precisato che l’Esecutivo non ha una posizione sul problema né competenza ad intervenire su una mozione che, peraltro, è rivolta al presidente del Consiglio. Tuttavia, ha concluso, se fossi un consigliere la voterei.

Il presidente Ganau, non essendoci altri interventi, ha chiesto al capogruppo sardista Angelo Carta, primo firmatario della mozione, di esplicitare la sua posizione in riferimento alle modifiche del testo suggerite dal consigliere Piermario Manca.

Il consigliere Carta, confermando di voler mantenere il documento nel suo testo integrale, ha chiarito che si prefiggeva tre obiettivi: non alimentare un caso politico, non tracciare un profilo della persona, non sconfinare dalle competenze del Consiglio.

Messa ai voti, la mozione è stata approvata.

Dopo lo scrutinio, il presidente Gianfranco Ganau ha comunicato la convocazione della commissione Sanità per domani alle 10.00 e l’immediata convocazione della conferenza dei capigruppo. Successivamente ha tolto la seduta.