2 November, 2024
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«Il Paese ha bisogno di autonomia energetica e la Sardegna ne ha ancora di più. L’isola in questione senza risposte al proprio fabbisogno energetico rischia il fermo totale. Lo abbiamo detto e ripetuto più volte: prima di tutto, per rispondere a questa esigenza primaria, ci vogliono i rigassificatori e, poi, ogni forma utile a garantire l’approvvigionamento energetico.»
Lo ha detto Daniela Piras, segretaria generale della Uiltec, che ha sollecitato la Regione Sardegna a battere un colpo rispetto a questa delicata vicenda.
«Il governo della Regione sardaha aggiunto Daniela Piras mai come ora deve decidere in tempi celeri delle infrastrutture energetiche utili allo sviluppo insulare. E’ in gioco, prima di tutto lo sviluppo industriale della Regione, ma anche quello dell’economia intera della realtà sarda. Insomma, occorre che si determini un vero e proprio piano di approvvigionamento a partire dalla fornitura e dall’utilizzo del gas. Solo così si potranno abbassare le tariffe energetiche dei sardi e colmare il gap infrastrutturale che penalizza la Regione. Ma è ora che il governo regionale faccia sentire la propria voce e che compia scelte precise in tal senso.»

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Il M5S ha già consegnato le liste per le Regionali nelle circoscrizioni di Cagliari, Sassari, Oristano, Medio Campidano e Ogliastra.

Le restanti tre, quelle di Nuoro, Olbia-Tempio e Carbonia Iglesias, saranno presentate domani mattina.  

Nella circoscrizione di Cagliari i venti candidati del M5S sono Michele Ciusa, Antonietta Congiu (nota Antonella), Luciano Congiu, Carla Cuccu, Claudia Ghiani, Daniela Piras, Antonella Piroddi, Fabio Farris, Teresa Diana, Carla Puddu, Adriano Cossa, Valentina Collu, Alberto Nioi, Valeria Soru, Fabio Surcis, Fabrizio Murgia, Antonio Patta, Amalia Picinelli, Paolo Porcina e Samuele Mereu.

I dodici candidati della circoscrizione di Sassari sono invece Sebastiano Costantino Simone Sassu, Roberto Giovanni Cappuccinelli, Desirè Alma Manca, Nadia De Santis, Davide Sechi, Simonetta Ternullo, Piera Demontis, Ivo Manca, Caterina Oggiano, Tania Nafee Diouf, Andrea Tirotto e Franco Casula.

I sei candidati del Movimento 5 Stelle nella circoscrizione di Oristano saranno invece Andrea Atzori, Barbara Daga, Maria Maddalena Spanu, Alessandro Solinas, Giuseppe Senes e Barbara Cireddu.

Anche nel Medio Campidano il M5S ha depositato la sua lista: i candidati saranno Sara Casula, Giovanni Soro, Renato Pisu e Nicoletta Tassara.

Due invece i candidati nella circoscrizione dell’Ogliastra: Anastasia Agus e Andrea Mascia.

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Un gruppo di intellettuali ha proposto un appello alla mobilitazione per impedire la disgregazione dell’Unione europea. Noi condividiamo l’obiettivo di questo appello. Nel raccoglierlo abbiamo anche reso esplicite le motivazioni di chi, come noi, considera che i principi autonomistico e federalista debbano ispirare la costruzione dell’Unione europea e lo sviluppo della democrazia in Sardegna e in Europa.

La situazione dell’Italia si sta avvitando in una spirale distruttiva. L’alleanza di governo diffonde linguaggi e valori lontani dalla cultura europea e occidentale dell’Italia. Le politiche progettate sono lontane da qualsivoglia realismo e gravemente demagogiche. Nella mancanza di una seria opposizione, i linguaggi e le pratiche dei partiti di governo stanno configurando una sorta di pensiero unico, intriso di rancore e di risentimento. Il popolo è contrapposto alla casta, con un’apologia della rete e della democrazia diretta che si risolve, come è sempre accaduto, nel potere incontrollato dei pochi, dei capi. L’ossessione per il problema dei migranti, ingigantito oltre ogni limite, gestito con inaccettabile disumanità, acuisce in modi drammatici una crisi dell’Unione europea che potrebbe essere senza ritorno.

L’Europa è sull’orlo di una drammatica disgregazione, alla quale l’Italia sta dando un pesante contributo, contrario ai suoi stessi interessi. Visegrad nel cuore del Mediterraneo: ogni uomo è un’Isola, ed è ormai una drammatica prospettiva la fine della libera circolazione delle persone e la crisi del mercato comune.

È diventata perciò urgentissima e indispensabile un’iniziativa che contribuisca a una discussione su questi nodi strategici. In Italia esiste ancora un ampio spettro di opinione pubblica, di interessi sociali, di aree culturali, disponibile a discutere questi problemi e a prendere iniziative ormai necessarie. Perché ciò accada è indispensabile individuare, tempestivamente, nuovi strumenti in grado di ridare la parola ai cittadini che la crisi dei partiti e la virulenza del nuovo discorso pubblico ha confinato nella zona grigia del disincanto e della sfiducia, ammutolendoli.

Per avviare questo lavoro – né semplice né breve – è indispensabile chiudere con il passato e aprire nuove strade all’altezza della situazione, con una netta ed evidente discontinuità, rovesciando l’idea della società liquida, ponendo al centro la necessità di una nuova strategia per l’Europa, denunciando il pericolo mortale per tutti i paesi di una deriva sovranista, che in parte è anche il risultato delle politiche europee fin qui condotte.

C’è una prossima scadenza, estremamente importante, che spinge a mettersi subito in cammino: sono ormai alle porte le elezioni europee. C’è il rischio che si formi il più vasto schieramento di destra dalla fine della seconda guerra mondiale. La responsabilità di chi ha un’altra idea di Europa è assai grande. Non c’è un momento da perdere. Tutti coloro che intendono contribuire all’apertura di una discussione pubblica su questi temi, attraverso iniziative e confronti in tutte le sedi possibili, sono invitati ad aderire.

A questo appello, proposto da Massimo Cacciari, Enrico Berti, Michele Ciliberto, Biagio de Giovanni, Vittorio Gregotti, Paolo Macrì, Giacomo Manzoni, Giacomo Marramao, Mimmo Paladino, Maurizio Pollini, Salvatore Sciarrino, apportiamo le nostre ragioni di autonomisti e federalisti.

L’Unione Europea è una costruzione ancora imperfetta, che attraversa un momento di seria difficoltà, ma non dobbiamo dimenticare il ruolo fondamentale che essa ha svolto nel promuovere la preservazione della pace e l’affermazione dei diritti di cittadinanza, lo sviluppo economico e la stabilità monetaria. La crisi attuale può essere superata soltanto con il suo rafforzamento politico, nella prospettiva di una costituzione federale, capace non solo di contemperare gli interessi dei diversi stati e nazioni, ma di porre al centro dell’azione di governo i diritti civili e sociali di tutte le popolazioni, portando inoltre a Bruxelles e Strasburgo la voce delle autonomie regionali e locali.

Delle conquiste e valori dell’Unione Europea sono buoni testimoni, anche in Sardegna, i nostri giovani, quando sono coinvolti nei programmi europei di mobilità studentesca, quando prestano servizio in Università e centri di ricerca, enti ed imprese dei Paesi dell’Unione, o quando sono comunque costretti a emigrare e si trovano a progettare il loro futuro in un orizzonte di promesse e aspettative che per loro è ormai soltanto europeo, senza che per questo debbano rinunciare a coltivare la propria identità di sardi e di italiani.

La Sardegna ha peraltro largamente beneficiato e continua a beneficiare, in molteplici forme, di finanziamenti europei erogati alle regioni più svantaggiate sulla base del meccanismo redistributivo delle risorse comunitarie previsto da quel medesimo trattato d Maastricht che ha introdotto l’euro come moneta unica dell’Unione. La battaglia da fare in Sardegna non è contro l’Unione, ma per una maggiore integrazione europea, con il riconoscimento della condizione di insularità, una più equa rappresentanza nel Parlamento europeo, e una partecipazione più diretta – nel quadro di una evoluzione in senso federale – alle varie istanze del governo comunitario.

Le prossime elezioni europee sono imminenti e decisive per il futuro dell’Unione, che può essere messo a rischio dalla saldatura che sembra profilarsi tra tutte le componenti di una destra sciovinista, xenofoba e retrograda. Noi siamo per un’Europa riformata, ispirata dai principi dell’autonomismo e del federalismo, della solidarietà e dell’equità sociale.

Paola Atzeni, Salvatore Cherchi, Giovanna Medau, Gian Giacomo Ortu, Gianmario Demuro, Cristina Deidda, Ivana Russu, Antonangelo Casula, Antonello Pirotto, Mario Pinna, Benedetto Barranu, Vasco Decet, Carlo Prevosto, Carlo Marras, Paolo Russu, Roberto Murgia, Paolo Toxiri, Francesco Carboni, Daniela Piras

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In occasione dei festeggiamenti per il 79° anniversario della fondazione della città, domenica 10 dicembre si è svolta nella piscina comunale di Carbonia l’VIII Coppa di nuoto Città di Carbonia, manifestazione per persone con disabilità a carattere regionale Fisdir, Federazione italiana sport paralimpici degli intellettivo relazionali organizzata dall’Asso Sulcis Onlus di Carbonia.

Alla manifestazione hanno partecipato  8  associazioni: Asso Sulcis Onlus di Carbonia, Speedy Sport di Dorgali, Promogest di Quartu Sant’Elena, Hasterix di Nuoro, Vittoria Onlus di Iglesias, Sa.Spo. e Mentenova di Cagliari e Progetto Albatross di Sassari, presenti sessantotto  atleti, accompagnati dai tecnici, da alcuni volontari e da diversi Presidenti.   

Gli atleti hanno gareggiato tra le varie specialità  stile libero 25, 50, 100 e 200 metri, dorso 25, 50, 100 metri, rana 25, 50, 100 metri, farfalla 25 e 50 metri, 100 metri misti e staffette 4×25, 4×50 e 4×100 metri. Al termine delle gare, agli atleti classificati ai primi tre posti, sono state consegnate le medaglie di merito e a tutti le medaglie di partecipazione; alle associazioni classificatesi ai primi tre posti è stata consegnata la coppa.

Gli atleti di Carbonia allenati dall’istruttore Simone Sozzohanno ottenuto 35 medaglie, 20 nedaglie d’oro (Stefano Tocco, Sergio Floris, Alessandro Marchini, Giuliana Volpe, Alessandra Mocci, Cristina Alciator, Daniela Piras, Alexandra Ceradini, Alessia D’Angelo, Eleonora Sanseviero, Davide Arba, Gabriele Orrù, Matteo Garau e Luca Concas), 8 medaglie d’argento e 7 di bronzo.

Nella classifica per associazioni, l’Asso Sulcis ha ottenuto la coppa per il secondo posto, grazie ai brillanti risultati dei suoi atleti.

Erano presenti per la Fisdir Carmen Mura, delegata regionale; per il comune di Carbonia, Daniela Marras, presidente del Consiglio comunale e Giorgio Santoru, consigliere comunale; per il comune di Villamassargia, infine, Arianna Porcu, assessore dello sport.

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E’ ripartita per l’ennesima volta, questa mattina, la mobilitazione dei lavoratori ex Alcoa, per tenere alta l’attenzione sulla vertenza infinita per la cessione dello stabilimento di Portovesme, chiuso ormai da alcuni anni.

Un centinaio di lavoratori all’alba sono partiti da Portovesme alla volta di Cagliari, dove hanno manifestato davanti al Palazzo del Consiglio regionale., per una nuova protesta sotto il palazzo del Consiglio regionale.

Due mesi fa i tre sindacalisti Rino Barca, Daniela Piras e Roberto Forresu posero fine all’occupazione di uno dei silos dello stabilimento, dopo l’impegno assunto pubblicamente dal presidente del Consiglio dei ministri per la soluzione della vertenza. Da lì a 15 giorni i lavoratori avrebbero dovuto ricevere conferme ma in quel lasso di tempo, come si ricorderà, maturarono le dimissioni del ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, poi sostituito nel Governo con il nuovo ministro Carlo Calenda, e i tempi si sono notevolmente allungati.

Tre settimane fa le organizzazioni sindacali hanno incontrato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti, e il viceministro del Mise, Teresa Bellanova, che si sono impegnati a cercare al più presto una soluzione per la vertenza e a convocare un tavolo per la fine di maggio. Fine maggio è ormai arrivata da le risposte no! Una delegazione di lavoratori domani si recherà nuovamente a Roma per ricordare al Governo gli impegni presi.

 

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Il 25 marzo scorso si concluse, dopo cinque giorni di dura protesta, l’occupazione del silos dello stabilimento ex Alcoa da parte dei tre segretari Roberto Forresu della FIOM-CGIL, Rino Barca della FSM-CSL e Daniela Piras della UILM-UIL. Alla base della decisione assunta dall’assemblea dei lavoratori davanti al presidio che si protrae ormai da quasi due anni, un atto di fiducia nei confronti del Premier Matteo Renzi che qualche ora prima aveva assunto personalmente impegni precisi, per favorire lo sblocco ed una rapida conclusione positiva della vertenza.

Il segretario generale della CGIL, Roberto Puddu, spiegò che si trattava di una sospensione dell’iniziativa di mobilitazione, appunto come segnale di fiducia verso il presidente del Consiglio ed il presidente della Giunta regionale, Francesco Pigliaru, ed auspicò che nei successivi 15 giorni venissero compiuti i passi necessari alla conclusione della trattativa con la Glencore, la multinazionale svizzera che ha mostrato interesse concreto all’acquisizione dello stabilimento.

Giorni, da quel 25 marzo, ne sono trascorsi ben più di 15, esattamente 39, e l’allungamento dei tempi è stato motivato principalmente con le dimissioni del ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, maturate pochi giorni dopo a seguito delle note vicende giudiziarie che hanno visto coinvolto l’ex compagno del ministro. Ora i lavoratori, con una delegazione sindacale e i segretari territoriali di Fsm, Fiom, Uilm e Cub, chiedono al presidente del Consiglio dei Ministri il rispetto degli impegni presi e per farlo hanno deciso di raggiungere ancora una volta la Capitale, dove arriveranno domani per incontrare il Governo.

Rino Barca, Roberto Forrsu e Daniela Piras Rino Barca copia Daniela Piras e Roberto Forresu

Silos occupato

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Portal 1 copiaLavoratori ex Ila alla Torre Civica copia 

Questa mattina la commissione Lavoro, presieduta da Gavino Manca (Pd), ha incontrato in audizione i rappresentanti sindacali e una delegazione dei lavoratori ex Ila che, con l’occupazione delle aule consiliari dei municipi di Gonnesa e Carbonia, hanno rilanciato la vertenza che ormai da otto anni riguarda i 166 lavoratori della fabbrica dei laminati di alluminio a Portovesme.

Daniela Piras (Uil), Roberto Forresu (Cgil) e Rino Barca (Cisl), i tre segretari confderali dei metalmeccanici protagonisti alcune settimane fa della clamorosa occupazione di uno dei silos dello stabilimento ex Alcoa,  hanno ripercorso le tappe della complessa vicenda ex Ila ed hanno evidenziato la mancata attuazione ed il superamento dell’accordo sottoscritto nel luglio del 2012 con Regione e gli imprenditori interessati allo stabilimento, per il collocamento dei lavoratori in mobilità e il reintegro dei dipendenti entro 18 mesi dalla sigla dell’intesa.

«Quel progetto – ha detto Daniela Piras (Uil) – è sostanzialmente fallito e serve un’alternativa credibile e realizzabile per definire un piano di ricollocamento dei lavoratori ma ciò che è urgente è garantire i necessari interventi di sostegno per coloro che vivono il dramma della mancanza del lavoro e dell’assenza degli ammortizzatori sociali.»

Richieste ribadite sia dalla Cgil con Roberto Forresu  («la situazione ormai non regge più e nell’immediato serve affrontarla con gli ammortizzatori sociali») e Franco Bardi («lo stabilimento è stato smantellato e l’accordo del 2012 non è più applicabile, servono dunque interventi per il sostegno al reddito») che dalla Cisl con Rino Barca che ha posto l’accento anche sul rilancio, con l’intervento del Governo, della filiera dell’alluminio nel Sulcis («deve essere riconosciuta come una produzione strategica per l’Italia»).

Marco Cao e Enzo Ligas hanno testimoniato le difficoltà dei lavoratori e rammentato alla commissione l’ormai imminente scadenza (giugno 2016) dei benefici degli ammortizzatori sociali per gli ultimi 40 dipendenti ex Ila che ne usufruiscono.

Nel breve confronto sviluppatosi in commissione, Pietro Cocco (Pd), Ignazio Locci (Fi), Gianluigi Rubiu (Udc), e Alessandro Collu (Pd), seppur con differenti sfumature politiche, hanno manifestato, nel corso dei rispettivi interventi,  pieno sostegno a sindacati e lavoratori per la vertenza  ex Ila (e più in generale per tutte quelle in atto nel Sulcis) ed hanno dichiarato massima disponibilità per un nuovo incontro “operativo” in commissione Lavoro.

Il presidente della commissione, Gavino Manca, a conclusione dei lavori, ha assicurato la calendarizzazione del nuovo incontro “entro le prossime due settimane” e, pur ribadendo la complessità della vertenza ex Ila, ha schematicamente illustrato i possibili interventi per fronteggiare l’emergenza segnalata dalle rappresentanze sindacali e dai lavoratori: flexicurity, incremento del fondo “prestito previdenziale”, cantieri di inclusione sociale, corsi di riqualificazione professionale.

«Serve uno sforzo comune – ha concluso Gavino Manca – per dare almeno un altro anno di sostegni ai lavoratori ex Ila, in attesa di un serio progetto di ricollocazione che possa realizzarsi anche con l’intervento del Governo».

 

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Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, ha espresso soddisfazione per la decisione assunta dai lavoratori dello stabilimento ex Alcoa di Portovesme di porre fine alla clamorosa forma di protesta con l’occupazione di un silo a 60 metri d’altezza da parte di Roberto Forresu, Rino Barca e Daniela Piras,

«Questa decisione – ha detto il governatore della Sardegna – testimonia fiducia nel lavoro che le istituzioni stanno portando avanti.»

«Sappiamo tutti che questa è una fase delicata e cruciale, e da parte delle istituzioni c’è la garanzia del massimo impegno e della massima determinazione ad agire perché le prospettive di ripresa del sito Alcoa rimangano aperte. Collaborare in un clima di reciproca fiducia – ha concluso Pigliaru – è essenziale per raggiungere l’obiettivo.»

«E’ sicuramente un fatto positivo la comunicazione arrivata ieri con cui si dà conto del fatto che sarà il presidente del Consiglio ad occuparsi della vertenza Alcoa di Portovesme – ha commentato Daniele Reginali, segretario del PD del Sulcis Iglesiente -. Apprendiamo positivamente la discesa dei tre sindacalisti dal silo di Portovesme dopo cinque giorni al freddo e vento. La nostra vicinanza e sostegno ai lavoratori e ai sindacalisti in lotta non si ferma qui. Come già rimarcato in passato continueremo a seguire costantemente tutta la vertenza sostenendo tutte le azioni che si riterranno necessarie per far sì che la vertenza possa arriva a conclusione e che lo smelter di alluminio primario – ha concluso Daniele Reginali – possa essere riavviato al più presto.»

Forresu-Barca-Piras copia

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Si è conclusa poco prima di mezzogiorno, dopo gli impegni assunti in prima persona ieri sera dal presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi, la protesta dei tre sindacalisti che da cinque giorni occupavano il silos dello stabilimento Alcoa, Roberto Forresu della FIOM-CGIL, Rino Barca della FSM-CSL e Daniela Piras della UILM-UIL. La decisione è maturata nel corso dell’assemblea generale svoltasi davanti ai cancelli e al presidio dello stabilimento, comunicata ai tre manifestanti telefonicamente. Di lì a pochi minuti, Roberto Forresu, Rino Barca e Daniela Piras sono scesi dal silos e a bordo un’utilitaria, hanno raggiunto i colleghi. Sono apparsi visibilmente provati dalla lunga permanenza sul silos ed hanno ringraziato tutti coloro che hanno dimostrato loro solidarietà.

Il segretario generale della CGIL, Roberto Puddu, ha spiegato che si tratta di una sospensione dell’iniziativa di mobilitazione, come segnale di fiducia verso il presidente del Consiglio che ha assunto precisi impegni per la soluzione della vertenza, e al presidente della Giunta regionale, Francesco Pigliaru, auspicando che nei prossimi 15 giorni vengano fatti quei passi necessari alla conclusione della trattativa con la Glencore, la multinazionale svizzera che ha mostrato interesse concreto all’acquisizione dello stabilimento. Sono poi intervenuti Roberto Forresu, Daniela Piras e Rino Barca e, infine, Angelo Diciotti, segretario provinciale della Confederazione Unitaria di Base.

Rino Barca, Roberto Forrsu e Daniela Piras Rino Barca copia Daniela Piras e Roberto Forresu

Silos occupato

 

 

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Qualcosa si muove nella difficile vertenza Alcoa e domattina, alle 11.00, i lavoratori si ritroveranno nell’assemblea generale convocata ai cancelli dello stabilimento di Portovesme.

Il presidente del Consiglio dei ministri ha incontrato a Palazzo Chigi il presidente della Regione Sardegna, Francesco Pigliaru, presente anche il sottosegretario della presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti, per un esame della vertenza Alcoa. Matteo Renzi, in constante contatto telefonico con il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, ha condiviso l’impegno già espresso dal Governo ad operare affinché rimangano aperte le prospettive di ripresa del sito e le misure predisposte – nel rispetto delle normative italiana ed europea – per il contenimento del costo dell’energia ed andare così incontro alle esigenze poste dalla Glencore, la multinazionale svizzera dichiaratasi disponibile a rilevare lo stabilimento e rilanciare la produzione di alluminio a Portovesme.

«Da Roma arriva la conferma degli impegni degli ultimi giorni su Vertenza ex Alcoa da parte del presidente del Consiglio Matteo Renzi con il presidente della Regione Francesco Pigliaru – ha commentato Roberto Puddu, segretario generale della Camera del Lavoro CGIL del Sulcis Iglesiente -. Si tratta di una notizia importante che fa il paio con la conferma della Glencore del suo interesse e della volontà di trattare per l’acquisizione dello Smelter di Portoscuso. Non è la soluzione – ha concluso Roberto Puddu – ma le parti possono discuterne e la lotta continuerà fino alla ripresa produttiva dello stabilimento, del lavoro e della dignità!»

Queste novità, mentre prosegue la protesta dei tre segretari confederali dei metalmeccanici Roberto Forresu (FIOM-CGIL), Rino Barca (FSM-CISL) e Daniele Piras (UILM-UIL), hanno portato le organizzazioni sindacali a convocare l’assemblea generale di tutti i lavoratori per domani mattina, alle 11.00, davanti ai cancelli dello stabilimento di Portovesme.

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