23 November, 2024
HomePosts Tagged "Daniele Cocco" (Page 20)

[bing_translator]

I consiglieri regionali Daniela Forma e Daniele Cocco esprimono soddisfazione per l’adozione da parte della Giunta regionale, su proposta dell’assessore regionale della Sanità Luigi Arru, del protocollo operativo per l’informazione e l’assistenza ai soggetti che ritengono di aver avuto una pregressa esposizione ad amianto e per la sorveglianza sanitaria di coloro che vengono valutati come ex esposti.

«Con l’adozione di questo protocollo – dichiarano Daniela Forma e Daniele Cocco – siamo riusciti a fare un ulteriore passo in avanti rispetto agli obiettivi che ci siamo dati sulla Vertenza amianto. Una Vertenza sulla quale ci siamo impegnati fortemente e che continueremo a seguire passo a passo, affiancando la Giunta regionale. La Regione Sardegna risulta quindi Regione virtuosa e antesignana nella tutela dei diritti dei lavoratori che nel corso della loro vita lavorativa sono risultati esposti all’amianto – aggiungono Daniela Forma e Daniele Cocco – ed anticipa le risultanze dell’Accordo della Conferenza unificata alle quali ci uniformeremo nel momento in cui il suddetto Accordo verrà sancito.»

«Grazie a questa adozione verrà offerto alla nostra comunità regionale un Protocollo aggiornato in grado di garantire una diagnosi certa e precoce delle patologie asbesto correlate e saremo in grado di rendere uniforme la sua applicazione su tutto il territorio regionale. In questo modo – concludono Daniele Cocco e Daniela Forma – la Regione Sardegna ha accolto e fatto proprie le rivendicazioni dei tanti lavoratori che gridavano attenzione su questi aspetti e rispetto ai quali abbiamo anche noi abbiamo dato voce e risonanza.»

[bing_translator]

E’ stata presentata stamane una proposta di legge (primo firmatario il consigliere Paolo Zedda, Art.1-Sdp) su “Utilizzo dei farmaci cannabinoidi per finalità terapeutiche nell’ambito del servizio sanitario regionale”. L’obiettivo è disciplinare l’uso terapeutico e la produzione della cannabis ed aprire un varco nel verso della legalizzazione della marijuana.

«L’utilizzo della cannabis per finalità terapeutiche è lecito in Italia – ha dichiarato Paolo Zedda – serve però che la Regione sarda approvi le norme di attuazione come hanno fatto già Piemonte, Veneto, Liguria, Toscana, Emilia Romagna e Puglia, per garantirne l’acquisto a carico del sistema sanitario nazionale.»

I proponenti gli 11 articoli di cui si compone il provvedimento (Paolo Zedda, Daniele Cocco, Eugenio Lai, Luca Pizzuto di Art.1-Sdp; Pierfranco Zanchetta, Antonio Gaia e Mondo Perra, dei Popolari Socialisti; Alessandro Collu, Rossella Pinna e Gianmario Tendas del Pd; Emilio Usula e Annamaria Busia del Misto) stimano che nell’Isola possano essere assistiti circa 25mila pazienti contro i circa cento che attualmente possono utilizzare i farmaci cannabinoidi con effetto analgesico, antiematico, antianoressico o miorilassante.

«In Sardegna soltanto cinque farmacie – ha spiegato Paolo Zedda – hanno a disposizione il principio attivo della cannabis ma lo Stato ha introdotto il prezzo di vendita bloccato a 9 euro al grammo che è più basso di quello sostenuto dai farmacisti per l’acquisto, a cui si devono aggiungere le spese di confezionamento e trasporto». In Italia si producono, presso l’autorizzato istituto farmaceutico militare di Firenze, circa 100 chilogrammi di cannabis per uso terapeutico ma il fabbisogno potenziale solo nell’Isola sarebbe di almeno 250 chili.

A favore del provvedimento si è pronunciato il presidente della commissione Sanità del Consiglio regionale, Mondo Perra, che ha ricordato le 57mile firme depositate nel parlamento a favore della legalizzazione della cannabis, per iniziativa dei Socialisti e dei Radicali, nonché l’impiego dei cannabinoidi nelle terapie del dolore e antitumorali.

Pieno sostegno anche da Luca Pizzuto che, insieme con Gavino Sale (Irs, primo firmatario della mozione discussa e respinta recentemente in Aula per l’impiego della cannabis anche per finalità ludiche), hanno auspicato non solo l’approvazione delle norme inerenti l’uso terapeutico della cannabis ma anche una sperimentazione della legalizzazione della marijuana in Sardegna.  

[bing_translator]

 

Entro l’estate il Consiglio regionale approverà una nuova legge che darà una risposta alle richieste dei dipendenti dell’Agenzia Forestas. E’ l’impegno assunto dalla Conferenza dei capigruppo al termine dell’incontro con una delegazione dei lavoratori che in mattinata hanno manifestato sotto il Palazzo del Consiglio regionale per protestare contro l’applicazione del contratto privatistico agli operai addetti ai lavori di sistemazione idraulico-forestale. A sostegno della vertenza, i rappresentanti del sindacato Confederdia hanno consegnato al presidente del Consiglio Gianfranco Ganau un plico con circa 3.000 firme.

«C’è la massima attenzione del Consiglio – ha assicurato il presidente Gianfranco Ganau – la questione è all’esame della Prima Commissione che in questi giorni sta completando gli approfondimenti. Alcune delle questioni ostative all’applicazione del nuovo contratto per i forestali sono i via di definizione, presto si avrà un quadro completo. La Commissione ha in carico due proposte di legge che possono essere unificate o riscritte con l’impegno di arrivare all’approvazione di un provvedimento ad hoc entro l’estate.»

Impegno confermato dal presidente della Prima Commissione Francesco Agus: «La Commissione ha accertato nei giorni scorsi che l’operazione è pari all’1% del costo del personale, l’ostacolo economico è dunque rimosso. Stesso discorso per le questioni previdenziali. L’audizione dei vertici dell’Inps ha confermato che il passaggio dal contratto privatistico a quello pubblico non comporterà maggiori oneri. Rimane invece da approfondire il problema relativo agli operai forestali. Su questo – ha detto Francesco Agus – gli approfondimenti vanno avanti e a breve presenteremo una proposta».

D’accordo per una soluzione in tempi rapidi tutti i capigruppo che hanno partecipato all’incontro: Pietro Cocco (Pd), Pietro Pittalis (Forza Italia), Gianluigi Rubiu (Udc), Daniele Cocco (Sdp), Annamaria Busia (Misto) e Attilio Dedoni (Riformatori sardi).

Soddisfatti i rappresentanti dei lavoratori: «Prendiamo atto dell’impegno della Conferenza dei Capigruppo – ha detto il segretario di Confederdia Gianluca Cinus – ci auguriamo che la volontà politica si traduca in fatti concreti. Auspichiamo un’approvazione in tempi rapidissimi del provvedimento».

[bing_translator]

Sarà necessaria una nuova configurazione della struttura del Mater Olbia per adattarla alla nuova rete ospedaliera e potenziare il settore della radio-terapia e consentire alla Sardegna di abbattere le liste d’attesa per questo trattamento, riducendo di conseguenza la consistente “mobilità passiva” (che ha una incidenza di oltre 25 milioni annui per il servizio sanitario regionale).

E’ quanto emerso al termine del sopralluogo che la commissione Sanità, presieduta da Raimondo Perra (Psi), ha effettuato presso la struttura che la Qatar Foundation sta realizzando nel centro gallurese.

Il nuovo assetto del Mater Olbia, che prevede anche una riduzione (ancora da quantificare) dei 242 posti-letto complessivi originariamente assegnati, deve ancora essere formalizzato ma non dovrebbe comportare lo slittamento dei tempi di completamento del nuovo ospedale.

Occorrerà però intervenire, come ha comunicato il manager della QF Lucio Rispo, sia sull’adeguamento dell’immobile (per circa 20 milioni) che sulla dotazione tecnologica (per altri 20 milioni). «Attualmente – ha detto ancora Rispo – la parte edilizia dell’intervento è completata per l’81% e contiamo di portarla  a termine in tempi molto brevi mentre per l’accreditamento procederemo per fasi in un percorso che prevediamo di concludere entro il 2018».

Nello stesso tempo, la Qatar Foundation ha perfezionato accordi con importanti istituzioni nazionali per la gestione della struttura e con centri di ricerca internazionali per dare vita ad un nuovo “polo” di ricerca scientifica che avrà sede al Mater.

Dopo il sopralluogo durato circa due ore, la commissione ha tenuto una riunione conclusiva assieme al management della Qatar Foundation. Nel dibattito hanno preso la parola i consiglieri regionali Lorenzo Cozzolino, Giuseppe Meloni, Daniela Forma e Rossella Pinna del Pd, Giorgio Oppi dell’Udc, Giovanni Satta ed Emilio Usula del Misto, Pierfranco Zanchetta di Cps, Attilio Dedoni dei Riformatori sardi, Daniele Cocco di art.1-Sdp, Edoardo Tocco e Giuseppe Fasolino di Forza Italia.

Molti consiglieri, con sottolineature diverse, hanno lamentato la mancanza di informazione alla commissione e indirettamente al Consiglio sulle modifiche della rete ospedaliera esprimendo però una valutazione positiva sia sull’esito del sopralluogo che, in prospettiva, sul ruolo che il Mater Olbia potrà esercitare nel miglioramento del sistema sanitario della Sardegna.

Il capogruppo del Cps, Pierfranco Zanchetta, in particolare, ha sollecitato un sopralluogo della commissione presso l’ospedale “Paolo Merlo” di La Maddalena.

[bing_translator]

Con un’anteprima dedicata alle scuole sull’importanza della musica quale linguaggio universale per la cooperazione tra i popoli domani, venerdì 19 maggio, alle 10.00, a Iglesias (Villa Bellavista) prende il via il Leb Sard Festival.

Il progetto di cooperazione  tra Sardegna e Libano, nato per promuovere il dialogo tra i popoli del Mediterraneo attraverso la musica, entra nel vivo sabato 20 maggio con l’atteso concerto (alle 18,30) di due artisti di spicco della scena musicale italiana e libanese: il bandoneonista Fabio Furìa, ritenuto tra i maggiori rappresentanti della scuola di bandoneon in Europa, e il soprano Hiba Al Kawas, considerata in Libano una autentica leggenda vivente.

L’appuntamento è per le 18.30, a Pozzo Sella (nella Miniera di Monteponi), che sarà riaperto apposta per questa grande occasione dove tradizione musicale sarda e libanese si intrecceranno in una serata ricca di emozioni.

Furìa e Al Kawas proporranno brani come “Non potho reposare”, tra i più conosciuti del repertorio musicale sardo, e “Yaduka”, un pezzo della tradizione musicale libanese, ricalcando così l’applauditissimo concerto dell’1 maggio a Beirut, prima tappa del progetto.

A precedere il concerto sarà, alle 17.30, una conferenza dedicata, oltre che alla presentazione del  progetto,  a un’analisi e illustrazione dell’importanza della cooperazione transfontaliera, come strumento volto anche a incoraggiare vasti e differenti pubblici alla promozione delle espressioni culturali e al dialogo interculturale, coinvolgendo autorità pubbliche come ministeri, comuni, ambasciate e istituzioni private, sino alle scuole e ai media.

All’incontro parteciperanno il vicesindaco di Iglesias, Simone Franceschi, il  presidente della Fondazione Anna Lindh Italia, Michele Capasso, il presidente dell’associazione Pozzo Sella, Giampiero Pinna, quello dell’Associazione Mineraria Sarda, Enrico Contini, ed il coordinatore dell’associazione OpenMed, Daniele Cocco. E’ previsto anche l’intervento della direttrice del Conservatorio “Giovanni Pierluigi da Palestrina” di Cagliari, Elisabetta Porrà. Lo spettacolo, infatti, sarà realizzato grazie alla collaborazione dell’Ensemble SCISMA, interamente formato da studenti  dell’istituzione musicale cagliaritana, d’età tra i 17 e i 22 anni. Inoltre, grazie al coinvolgimento della classe di Composizione del Conservatorio, per questa occasione sono stati composti tre brani, che saranno eseguiti per la prima volta.

I due giorni di iniziative sono realizzati grazie alla collaborazione dell’associazione Pozzo Sella e dell’Igea che hanno messo a disposizione gli spazi, occupandosi anche di allestirli.

Il Leb Sard Festival, finanziato dall’Unione Europea tramite la Fondazione Anna Lindh per il Dialogo tra le culture, è stato ideato e realizzato dalla casa di produzione libanese Zico House (capofila),  dall’Associazione Anton Stadler e dal comune di Iglesias, con il supporto tecnico di ASESEM (organizzazione non governativa fondata da un gruppo di professionisti ed esperti che lavorano per una società più coinvolta e un ambiente sostenibile) di Beirut, e dell’associazione OpenMed di Cagliari.

Presentato a marzo a Beirut (dal 1999 capitale della cultura del mondo arabo) in una affollata conferenza stampa svoltasi sotto il patronato del ministro della Cultura, Thattas Khoury, il progetto in Libano ha riscosso un enorme successo richiamando l’attenzione dei rappresentanti delle più alte cariche istituzionali, di gran parte della stampa e di un vasto ed eterogeneo pubblico.

[bing_translator]

«L’approvazione della delibera di Giunta sui tetti di spesa per le strutture accreditate presso il servizio sanitario regionale rappresenta un “cambiamento epocale” della sanità pubblica in grado di garantire, nello stesso tempo, i diritti dei lavoratori e degli utenti del servizio.»

Lo sostengono, in una nota, i consiglieri regionali di Articolo1-Sdp Daniele Cocco, Eugenio Lai, Luca Pizzuto e Paolo Zedda, secondo i quali «il cambiamento c’è tutto perché, con il provvedimento, si va ad incidere chirurgicamente su alcuni grandi mali della sanità pubblica: da ora in poi il mancato rispetto delle principali norme sul lavoro (retribuzioni, sicurezza, previdenza, assicurazioni), insieme a quelle sulla buona, sana e regolare gestione delle aziende convenzionate, saranno clausole risolutorie dei contratti».

«Ci sentiamo di ringraziare l’assessore Arru per l’impegno mantenuto – aggiungono i quattro consiglieri regionali di Art. 1 – Sdp – perché legalità ed efficienza sono le vere precondizioni di una buona riforma della sanità sarda. Siamo soddisfatti per la celerità e l’efficienza con il quale l’ordine del giorno n. 67 approvato dal Consiglio Regionale in data 11 aprile e da noi fortemente sostenuto e voluto, si sia immediatamente trasformato in linee operative da parte dell’Esecutivo. E’ la dimostrazione che quando c’è sinergia tra la politica e i lavoratori si ottengono importanti risultati.»

«Questo primo risultato – concludono Daniele Cocco, Eugenio Lai, Luca Pizzuto e Paolo Zedda – era un nostro obiettivo fin dall’inizio della legislatura: le grandi innovazioni non sono mai facili, ma riescono comunque a farsi strada con il lavoro, e a volte anche con la fatica, di chi le sostiene e le condivide con serietà ed impegno.»

[bing_translator]

La musica come strumento di dialogo tra i popoli del Mediterraneo. Si chiama “Leb Sard Festival” il progetto di cooperazione tra Sardegna e Libano che dopo un primo evento, l’1 maggio a Beirut, il 19 e 20 maggio approda a Iglesias per due giorni di iniziative che vedranno protagonisti due artisti di spicco della scena musicale italiana e libanese: il bandoneonista Fabio Furìa, ritenuto tra i maggiori rappresentanti della scuola di bandoneon in Europa ed il soprano Hiba Al Kawas, considerata in Libano una autentica leggenda vivente.

Il progetto, finanziato dall’Unione Europea tramite la Fondazione Anna Lindh per il Dialogo tra le culture, è stato ideato e realizzato dalla casa di produzione libanese Zico House (capofila), dall’Associazione Anton Stadler e dal comune di Iglesias, con il supporto tecnico di ASESEM (organizzazione non governativa fondata da un gruppo di professionisti ed esperti che lavorano per una società più coinvolta e un ambiente sostenibile) di Beirut, e dell’associazione OpenMed di Cagliari.

Dopo la serata che l’1 maggio a Beirut ha visto Fabio Furìa e Hiba Al Kawas assieme sul palco nell’interpretazione, tra l’altro, di composizioni come “Non potho reposare”, brano tra i più conosciuti del repertorio musicale sardo, e di “Yaduka”, un pezzo della tradizione musicale libanese, ora spetta alla Sardegna ospitare un’altra tappa del progetto.

L’appuntamento è per il 20 maggio a Pozzo Sella (nella Miniera di Monteponi) dove alle 18.30 il duo Furìa-Al Kawas si esibirà in un un concerto che intreccerà la tradizione musicale sarda e quella libanese, per una serata ricca di suggestioni.  Non è un caso che come luogo per l’esibizione dei due artisti sia stato scelto proprio Pozzo Sella: il progetto Leb Sar Festival punta a valorizzare le culture dei Paesi partecipanti non solo attraverso la creatività musicale ma anche attraverso il coinvolgimento delle aree periferiche e dei giovani.  

A precedere il concerto sarà, alle 17.30, una conferenza dedicata, oltre che alla presentazione del  progetto, a un’analisi e illustrazione dell’importanza della cooperazione transfontaliera, come strumento volto anche a incoraggiare vasti e differenti pubblici alla promozione delle espressioni culturali e al dialogo interculturale, coinvolgendo autorità pubbliche come ministeri, comuni, ambasciate e istituzioni private, sino alle scuole e ai media. L’incontro vedrà la partecipazione del vicesindaco di Iglesias, Simone Franceschi, del  presidente della Fondazione Anna Lindh Italia, Michele Capasso, del presidente dell’associazione Pozzo Sella, Giampiero Pinna, di quello dell’Associazione Mineraria Sarda, Enrico Contini, e del coordinatore dell’associazione OpenMed, Daniele Cocco. E’ previsto anche l’intervento della direttrice del Conservatorio “Giovanni Pierluigi da Palestrina” di Cagliari, Elisabetta Porrà. Lo spettacolo, infatti, sarà realizzato grazie alla collaborazione dell’Ensemble SCISMA, interamente formato da studenti  dell’istituzione musicale cagliaritana, d’età tra i 17 e i 22 anni. Inoltre, grazie al coinvolgimento della classe di Composizione del Conservatorio, sono stati composti tre brani appositamente per l’occasione, che saranno eseguiti per la prima volta.

I giovani saranno protagonisti anche il 19 maggio quando alle 10 a Villa Bellavista si svolgerà un’iniziativa collaterale del Leb Sard Festival: un incontro in cui si parlerà dei diversi strumenti musicali e dell’importanza della musica quale linguaggio universale per la cooperazione tra i popoli.

Le iniziative organizzate a Iglesias sono realizzate grazie alla preziosa collaborazione dell’associazione Pozzo Sella e dell’Igea che hanno messo a disposizione gli spazi, occupandosi anche di allestirli.

Presentato a marzo a Beirut (dal 1999 capitale della cultura del mondo arabo) in una affollata conferenza stampa svoltasi sotto il patronato del ministro della Cultura, Thattas Khoury, il progetto in Libano ha riscosso un enorme successo richiamando l’attenzione dei rappresentanti delle più alte cariche istituzionali, di gran parte della stampa e di un vasto ed eterogeneo pubblico.

La serata dell’1 maggio a Beirut, nella Chiesa di St. Louis, ha coinvolto il coro della Rafic Hariri Foundation, composto da 70 giovani tra i 6 e i 17 anni, che si sono esibiti insieme a Fabio Furìa e Hiba Al Kawas. Rafic Hariri Foundation, fondata nel 1984, opera nei settori dell’istruzione, della cultura e dei servizi sociali e sanitari con l’obiettivo di qualificare i giovani libanesi – gestisce 3 scuole superiori e un’Università riconosciuta per l’eccellenza).

[bing_translator]

 

I consiglieri regionali del Gruppo “ART. 1 Sinistra Democrazia e Progresso” hanno depositato la settimana scorsa in Consiglio regionale un’interrogazione sulla realizzazione di un insediamento turistico ricettivo denominato “Progetto di riqualificazione urbanistica, edilizia e ambientale”, nella borgata di Torregrande del comune di Oristano. Il progetto, presentato dalla società IVI Petrolifera Spa, è legato alla riconversione di un sito di circa 13 ettari, contiguo ai 100 ettari della pineta di Torregrande, attualmente considerato “sito inquinato” (in cui fino agli anni novanta la società proponente gestiva un attività industriale di lavorazione petroli grezzi e successivamente trattamento rifiuti pericolosi) e si sostanzia nella costruzione di un complesso ricettivo di circa 800 posti letto con la contestuale richiesta di concessione di quasi l’intera area circostante di bosco.

«Di tale operazione, che ha già pressoché terminato il proprio iter presso il Consiglio comunale a Oristano ed è attualmente all’esame dei competenti Uffici Regionali – scrivono in una nota i consiglieri regionali di Art.1 – Sinistra per la Democrazia e il Progresso Daniele Cocco, Luca Pizzuto, Eugenio Lai e Paolo Zedda –, preoccupa il paventato rischio di uso esclusivo del bene pubblico a fini privati e l’eccessivo consumo di suolo e di volumetrie turistiche a favore di grandi imprese esterne, a discapito della diffusa piccola imprenditoria sarda, anche considerando che la zona di interesse rappresenta l’ultimo vero polmone verde retrodunale delle coste oristanesi e, in quanto tale, un “bene comune” a tutti gli effetti in quanto appartenente a un neoecosistema ambientale complesso che si configura come autonomo “sistema vivente”.»

I consiglieri ritengono sia necessario che anche la Giunta regionale, nel rispetto delle proprie prerogative e di quelle degli altri enti coinvolti, si interessi alla questione con l’obiettivo della necessaria salvaguardia dell’ambiente, dell’imprenditoria locale e soprattutto dei diritti dei cittadini.

[bing_translator]

Il Consiglio regionale ha approvato la legge che individua gli interventi esclusi dall’autorizzazione paesaggistica e quelli sottoposti alla cosiddetta procedura autorizzatoria semplificata.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il presidente ha sospeso la seduta per convocare una conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa dei lavori il presidente ha comunicato l’inversione dell’ordine del giorno, portando al primo punto la proposta di legge n.421/A (Solinas Antonio e più) “Disposizioni urgenti finalizzate all’adeguamento della legislazione regionale al decreto del presidente della Repubblica n.31 del 13 febbraio 2017 – Regolamento recante individuazione degli interventi esclusi dall’autorizzazione paesaggistica o sottoposti a procedura semplificata; modifiche alla legge regionale 28/98”.

Successivamente, ha aggiunto, saranno esaminate le mozioni 302 (Cocco Daniele e più) sulla crisi industriale del polo di Ottana, la 293 (Rubiu e più) sulla situazione dei trapianti in Sardegna, la 298 (Dedoni e più) sulla fornitura di ausili e protesi da parte del servizio sanitario regionale e la 261 (Tedde e più) sui ritardi nell’attuazione del Piano di sviluppo rurale. Saranno rinviate ad altra data, ha concluso Ganau, la 239 (Rubiu e più) sulle servitù militari per l’indisponibilità del presidente Pigliaru a partecipare alla seduta e la 136 (Sale e più) sulla legalizzazione della cannabis.

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu, prendendo la parola sull’ordine dei lavori, ha preso atto dell’indisponibilità del presidente Pigliaru, sottolineando però che «l’argomento va trattato con estrema urgenza e quindi inserito all’ordine del giorno della prima seduta utile per la necessaria discussione sul programma di implementazione della base di Teulada».

Il consigliere di Forza Italia Ignazio Locci, associandosi alle considerazioni di Rubiu, ha richiamato l’attenzione del Consiglio su un ordine del giorno approvato nel 2014 ed ormai superato, per cui «occorre riprendere dialogo con il ministero della Difesa sia per ridurre il carico di fuoco del territorio che, soprattutto, per sollecitare la realizzazione di progetti tecnologici che lo stesso ministero sta portando avanti».

Il consigliere del Pd Piero Comandini ha sollecitato l’unificazione della mozione Rubiu con una del Pd, presentata a suo tempo sullo stesso argomento.

Il presidente Ganau, dopo aver assicurato l’accorpamento dei documenti del Consiglio in materia di servitù militari, ha dato la parola al consigliere Antonio Solinas, del Pd, relatore della proposte di legge n. 421/A.

Antonio Solinas ha affermato in apertura che la proposta, approvata dalla quarta commissione all’unanimità, «ha registrato un consenso molto ampio in Consiglio e nella società sarda, fra i cittadini e le imprese, individuando gli interventi esclusi dalla autorizzazione paesaggistica e quelli sottoposti alla cosiddetta procedura autorizzatoria semplificata, per cui è opportuno approvarla quanto prima anche in vista della legge di manutenzione e di quella organica, sempre in materia urbanistica». «Il testo – ha aggiunto – riguarda in sostanza piccoli interventi edilizi come ad esempio le opere interne che non alterano la sagoma dell’edificio, i prospetti, le coperture e l’abbattimento delle barriere architettoniche mentre, quelli ammessi alla procedura semplificata, consistono in incrementi volumetrici non superiori a 10% od interventi di adeguamento alle misure antisismiche».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis si è dichiarato d’accordo con lo spirito del provvedimento osservando peraltro «che poteva anche non essere oggetto di legge regionale perché quella nazionale si poteva applicare direttamente, ma comunque è sempre meglio precisare per evitare di innescare interpretazioni difformi da parte degli uffici tecnici comunali». «Positiva – ha detto Pittalis – anche la semplificazione che cancella inutili lungaggini per interventi di piccola entità; l’auspicio è che questa legge sia una buona premessa per la prossima legge urbanistica perché attualmente la Sardegna ha una normativa che immobilizza tutto il sistema ed ostacola lo sviluppo del settore edilizio e dell’economia della Sardegna».

L’assessore dell’Urbanistica Cristiano Erriu ha condiviso il testo della commissione che era inserito, in un primo momento, nel testo della legge di manutenzione. «Con questo provvedimento – ha proseguito – si recepisce regolamento entrato in vigore in tutta Italia dallo scorso mese di aprile e va ricordato che il decreto di riferimento, all’art. 13, prevedeva l’adozione di una norma ad hoc nelle Regioni speciali». «Stiamo intervenendo su una casistica molto ampia – ha detto ancora Erriu – che comprende oltre 70 procedimenti e dimezza la tempistica; uno strumento di semplificazione utile importante ed atteso che condividiamo».

Per dichiarazione di voto il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha annunciato il voto favorevole del gruppo, anche perché «si supera una fase di incertezza determinata dagli uffici regionali che hanno comunicato ai Comuni il blocco di tutte le pratiche su paesaggistiche». «Piuttosto – ha aggiunto Marco Tedde – resta sullo sfondo una normativa regionale inadeguata, la recente legge edilizia non ha funzionato ed anzi ha creato problemi; paradossalmente il nostro Piano casa della legislatura precedente, che il centro sinistra si è ostinato a non prorogare, è ancora oggi più nuovo della vostra nuova legge ancora in gestazione, mentre quella urbanistica è ancora in alto mare». «Su questo noi siamo molto critici e non da oggi – ha concluso Tedde – perché la maggioranza non ha mostrato coraggio, non è attenta alle ragioni della produzione e nemmeno alla stessa tutela dell’ambiente».

Subito dopo il Consiglio ha approvato gli articoli ed il testo della legge, all’unanimità, con 42 voti.

Successivamente l’Aula ha iniziato l’esame della mozione n. 302 sulla crisi industriale di Ottana ed il presidente ha dato la parola al consigliere di Articolo 1-Sinistra democrazia e Progresso Daniele Cocco, per illustrarne il contenuto.

Daniele Cocco, dopo aver ringraziato tutti i capigruppo del Consiglio per l’attenzione sulla vicenda e gli assessori dell’Industria Maria Grazia Piras e del Lavoro Virginia Mura per la grandissima disponibilità, ha espresso preoccupazione «per la gravissima situazione di sofferenza economica ed occupazione della Sardegna centrale dove la complessità delle tante vertenze aperte non fanno ancora intravedere il rilancio di quell’area, con gravi ricadute su imprese, indotto e lavoratori, molti dei quali legati ad ammortizzatori ormai in scadenza». Il problema di Ottana, ha detto ancora Cocco, «è sostanzialmente legato a quello della centrale elettrica sul cui rilancio ruotano altre iniziative come il centro di stoccaggio del gas (gnl), il polietilene e l’impianto di Eni Versalis, impianti in larga parte fermi e con poca manutenzione, mentre avanza il dramma di centinaia di famiglie in cassa integrazione che vedono sempre più vicino licenziamento». «Rispetto ad un contesto così preoccupante – ha affermato Cocco –è necessario che la Regione, anche attraverso questa mozione, eserciti una forte pressione sul governo per accelerare rilancio dell’area di Ottana proteggendo nel frattempo i lavoratori e riferendo tempestivamente al Consiglio sulle iniziative che saranno attivate». «Chiediamo in altre parole – ha concluso – risposte concerete e riteniamo che, sotto questo profilo, che la vertenza debba essere trasferita alla presidenza del Consiglio dei ministri e, nello stesso tempo, vogliamo verificare la disponibilità privati e l’esistenza delle condizioni per far ripartire il sistema, mantenendo inoltre l’attenzione molto alta sul problema delle bonifiche».

La consigliera del Pd Daniela Forma, in apertura, ha ricordato che sulla vertenza di Ottana «il Consiglio è intervenuto più volte, così come la Giunta, mantenendo un contatto costante con i sindacati ed attivando un tavolo di confronto Regione-Governo per la proroga della mobilità in deroga a sostegno dei lavoratori». «La vertenza di Ottana – ha aggiunto – ha le sue specificità perché è l’unica della Sardegna centrale dove esistevano impianti di chimica pesante che cerca di ripartire secondo le condizioni del mercato di oggi e del domani; l’unica, inoltre, dove è scomparso, negli anni, il settore tessile con 5.000 posti di lavoro, trasformati in ammortizzatori sociali in perenne scadenza perché tessuto economico locale non riesce ad assorbirli». In definitiva, a giudizio della Forma, «occorre superare un pesante gap infrastrutturale, su cui incidono anche i costi dei servizi e la marginalità delle zone interne, che devono spingerci ad inquadrare il problema in una visione complessiva di un territorio in grande sofferenza, che potrebbe concretizzarsi anche in una politica fiscale speciale per uscire dall’assistenzialismo».

La vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda, ha sottolineato che «quella di Ottana è una vertenza della Sardegna che appartiene a tutta la comunità regionale, che rappresenta la speranza di un territorio dove ci sono ancora imprenditori». Ogni progetto di rilancio, ha ricordato la Zedda, «ruota attorno alla riconversione della centrale energetica che oggi potrebbe essere rilanciata positivamente dalla realizzazione del deposito gpl di Oristano ma la questione più importante è che manca una presenza incisiva del Governo nazionale». La nostra è una battaglia comune, ha ricordato la consigliera, «e per questo dobbiamo intervenire in modo forte sul Governo per attirare ulteriori investimenti ma le istituzioni regionali si devono muovere, anche per non ripetere gli errori un passato caratterizzato dal saccheggio improduttivo di fondi pubblici».

Dopo l’on. Zedda ha preso la parola l’on. Usula (Rossomori), secondo cui «questa è una mozione quanto mai opportuna. Ribadiamo che siamo consapevoli dello stato di preoccupazione dei lavoratori e delle famiglie di Ottana. Questa mozione non deve essere un passo liturgico ma un atto di impegno politico solenne per tutti noi. Dobbiamo pretendere certezze sulle opere di bonifica e sulle infrastrutture nuove di Ottana, dalla banda larga alla rete del gas, dalle ferrovie alle strade. Esistono imprenditori sani, non rapaci e disinteressati ai lavoratori, che voglia rilanciare il settore agroalimentare. Ottana potrebbe diventare un polo di attrazione per imprenditori così».

Per i Riformatori sardi l’on. Luigi Crisponi ha detto: «Purtroppo, spesso ci occupiamo di crisi industriale ma quando si parla di Ottana c’è sempre un brivido che corre dietro la schiena. E’ il territorio più martoriato e povero di tutta l’Isola. Ma perché Ottana non è stata inserita nell’elenco delle aree industriali più complesse? Ci preoccupa molto il silenzio su questi temi e sul sistema energetico della Sardegna».

L’on. Stefano Tunis è intervenuto per Forza Italia e ha affermato: «Cominciamo a distinguere i filantropi e a contare le risorse pubbliche che sono state impiegate a Ottana. E’ un conto salatissimo quello pagato per uno stabilimento chiuso a Ottana. Fatta salva la buona fede di chi ha fatto l’assessore sino a oggi, è accanimento terapeutico destinare ancora risorse pubbliche. Non parlerò di nulla che serva a puntare il dito contro qualcuno ma dobbiamo riconoscere che i player di oggi a Ottana hanno evidenti limiti. Chiedo dunque questo: che questa mozione, intelligente e condivisibile per il rilancio del territorio, sia integrata con qualcosa di nuovo e non sia un ennesimo riempirci la bocca di parole».

L’on. Antonio Solinas (Pd) ha esordito dicendo: «Per trent’anni qualche risultato di crescita e di sviluppo il territorio lo ha ottenuto ma ormai negli ultimi anni la situazione è precipitata. Le responsabilità sono di tutti e dobbiamo tutti cercare uno sbocco per non lavarci la coscienza con una mozione. Ci sono iniziative che vanno accelerate. Certo ,la costruzione della dorsale del gas può dare una speranza: è arrivato il tempo che la Giunta e il Consiglio abbiano un confronto duro e forte, rispettoso ma deciso, con il Governo nazionale. Se non risolviamo il problema della Sardegna centrale stiamo creando problemi anche agli altri territori: servono incentivi fiscali per tutta la durata dell’investimento. Basta con i contributi a fondo perduto, che non generano sviluppo stabile».

Il sardista Angelo Carta è intervenuto per dire che“i sindacati hanno in corso una discussione su quale debba essere l’industria giusta oggi per Ottana”. A 48 anni dalla Commissione Medici «dobbiamo dare questa risposta, salvando prima di tutto quello che può dare davvero posti di lavoro da subito, come Ottana energia e Ottana polimeri. Ma dopo tutto questo è chiaro che ci deve essere un impegno ulteriore, che passa per l’agroindustria e la zootecnia. Non bastano i governi locali dei Comuni. Alitalia ha ingoiato otto miliardi in questi anni: per noi Ottana vale quello che Alitalia vale per lo Stato italiano perché è un simbolo di una Sardegna che non trova pace».

Per l’Udc l’on. Rubiu ha detto: «Chiediamo che la Sardegna incida soprattutto con il governo perché si trovino le soluzioni con il riconoscimento dello stato di crisi complessa, pensando soprattutto a una riconversione che salvi i livelli dell’occupazione. E può essere l’agroindustria il settore sul quale puntare. Mi viene da sorridere però per le misure straordinarie che vengono proposte: i capannoni di Ottana a un euro dopo le case di Ollolai ad un euro. Finirà che venderemo anche i nostri ospedali a un euro».

L’on. Congiu (Pds) ha esordito con l’indicazione dei contributi a favore degli imprenditori che volessero insediarsi a Ottana, secondo il bando di Invitalia pubblicato il 4 aprile. «Dal 16 dicembre 2016 Ottana è già inserita nelle aree di crisi non complesse  e l’offerta dei capannoni a un euro ha un senso. Vorrei capire con l’assessorato all’Industria se grazie al bando Invitalia ci sono richieste di insediamento di imprenditori a Ottana. Leggiamo di joint venture tra Sarroch e Versalis di Ottana ma non sappiamo di più».

L’on. Gaetano Ledda (Misto) ha esordito: «Sappiamo tutti quanto inquinamento c’è stato a Ottana e anche io provo  i brividi sulla schiena. Ripongo poca speranza nella chimica e sappiamo che il rilancio è legato alla sopravvivenza della centrale elettrica. La Regione ha buttato soldi e  li ha dati a imprenditori continentali che hanno costruito scatole vuote e se ne sono andati: non controlliamo mai i soldi che diamo. Abbiamo un’azienda a Ottana pronta ad assumere 50 operai investendo 40 milioni di euro ma la Regione deve svolgere il suo ruolo predisponendo il contratto di investimento, che deve essere pronto prima dell’estate».

Il capogruppo di Forza Italia, on. Pietro Pittalis, ha detto che «l’Aula sembra sottovalutare l’importanza dell’argomento. Il 3 maggio 2016 ci fu l’incontro istituzionale col presidente  Pigliaru proprio sul futuro di Ottana. Ricordo il pomposo comunicato dell’ufficio stampa della Giunta: a oggi nulla è cambiato, se non in peggio.  Assessore, il problema è che da sempre questa vertenza è stata considerata una vicenda locale. Non lasciamo soli gli amministratori di quest’area, persone che quotidianamente ci mettono la faccia. Non possiamo continuare con le attese, con i tavoli tecnici e quelli politici».

L’assessore Maria Grazia Piras (Industria) è intervenuta per la Giunta e ha detto che «l’attenzione su Ottana è sempre stata massima, anche nei rapporti con la presidenza del Consiglio dei ministri. Abbiamo avuto spesso rapporti tesi con Terna e sono arrivati anche risultati come la proroga del regime di essenzialità per il 2014 e il 2015 di cui ha beneficiato anche la centrale di Ottana. Sul livello strategico abbiamo promosso le interlocuzioni con il Mise e con Terna, per le modalità di una continuità operativa: ci vuole di più e stiamo chiedendo proprio alla Presidenza del Consiglio per un tavolo che punti comunque alla riconversione del polo energetico di Ottana». Sul tema della metanizzazione della Sardegna, l’assessore Piras ha detto: «Nel Patto per la Sardegna abbiamo il fondamento del progetto di metanizzazione della nostra isola. E’ evidente che senza imprenditori che parlino lingue chiare l’impresa non può andare avanti: spetta a loro dire quali sono i progetti che intendono realizzare a Ottana e la Regione starà ad ascoltarli. Gli strumenti di aiuto ci sono, come il bando Invitalia che da subito dà risorse a fondo perduto e agevolazioni fiscali. Intanto, abbiamo chiesto specificamente a Invitalia di poter accedere ai finanziamenti che stanziano complessivamente 40 milioni di euro al livello nazionale».

Sempre per la Giunta l’assessore Virginia Mura (Lavoro) ha detto: «Sugli ammortizzatori sociali in deroga richiesti per i lavoratori dobbiamo purtroppo far presente che esiste un divieto di legge dal 2014. Per questo non è stato aperto lo sportello nel 2015 non solo per i lavoratori del tessile. Cosa siamo riusciti a fare, anche grazie al lavoro dei nostri parlamentari sardi in Senato? Siamo riusciti a ottenere la rimodulazione di risorse ancora disponibili e abbiamo aperto uno sportello a dicembre scorso per i lavoratori che hanno concluso il periodo di sostegno della legge 223 nel 2016. Prendo l’impegno per i 90 lavoratori del settore tessile, apriremo uno sportello per le domande on line che ovviamente andrà a favore di tutti i lavoratori che si trovano in quelle condizioni, non solo di quelli del Nuorese».

Dopo gli interventi della Giunta, l’on. Daniele Cocco (MDP) ha chiesto una breve sospensione dei lavori con lo scopo di emendare con gli spunti emersi dal dibattito il testo della mozione. Il presidente Ganau ha disposto una sospensione breve.

Alla ripresa dei lavori il presidente Ganau ha dato la parola al capogruppo di Sdp Daniele Cocco che ha annunciato la presentazione di alcune integrazioni dal testo della mozione.

Cocco ha quindi presentato un emendamento orale che modifica la parte finale del documento. Il nuovo testo chiede un impegno della Giunta a promuover in tempi rapidi un incontro urgente con la Presidenza dei ministri per l’esame della situazione complessiva del sito industriale di Ottana.

«Obiettivo dell’iniziativa consiliare – ha detto Cocco – è quello di arrivare a un rilancio del polo industriale di Ottana attraverso la ricomposizione della filiera della chimica e la riconversione della centrale energetica. Occorre inoltre presentare un’istanza formale per far dichiarare Ottana sito di interesse nazionale, passaggio che renderebbe obbligatorie le bonifiche». Su quest’ultimo punto, Cocco ha inoltre sollecitato la Giunta a sostenere il Comune di Ottana nella causa amministrativa promossa presso il Tar con la quale si richiede la bonifica delle aree dismesse dalla società Montefibre.

Il presidente Ganau ha quindi messo ai voti la mozione che è stata approvata all’unanimità.

L’aula è quindi passata successivo punto dell’ordine del giorno: una mozione e un’interpellanza sulla situazione dei trapianti in Sardegna e sull’adeguamento delle provvidenze a favore dei trapiantati illustrate dal primo firmatario Gianluigi Rubiu (Udc).

Nel suo intervento, Rubiu ha messo in luce le difficoltà attraversate dal Centro Trapianti della Sardegna che ha visto una contrazione degli interventi nel 2015 per poi riprendersi nel 2016.

«C’è la necessità di garantire un livello adeguato e costante di trapianti in modo da evitare ai pazienti più gravi lunghi e dispendiosi viaggi nella Penisola per farsi operare – ha detto Rubiu – occorre poi intervenire per modificare l’attuale normativa in modo da garantire parità di trattamento a tutti i pazienti.»

Gianluigi Rubiu ha quindi manifestato l’esigenza di promuovere in Sardegna la cultura della donazione, attraverso un’attività rivolta soprattutto alle scuole e ha chiesto chiarimenti sulla gestione del Centro regionale dei Trapianti e sulle modalità di erogazione dei rimborsi ai trapiantati chiedendo una rivisitazione delle leggi di settore.

L’assessore alla Sanità Luigi Arru, rispondendo alle sollecitazioni contenute nella mozione, ha illustrato la situazione della Rete regionale dei trapianti. «Il sistema sanitario – ha detto Arru – è oggetto di una profonda ristrutturazione che coinvolgerà anche il Centro regionale dei Trapianti. Ristrutturazione che inevitabilmente ha creato qualche difficoltà ma, nonostante tutto, nel 2016 sono stati ottenuti buoni risultati con 98 organi trapiantati. Un successo ottenuto grazie all’impegno di tutti coloro che operano negli ospedali sede delle donazioni e nei Centri Trapianto».

Arru ha poi convenuto con il firmatario della mozione sulla necessità di promuovere la cultura della donazione e si è detto d’accordo sulle azioni di sensibilizzazione delle giovani generazioni attraverso attività mirate nelle scuole.

L’assessore si è quindi soffermato sulla situazione del Centro regionale dei trapianti. «Il Sistema regionale ha bisogno di una profonda riorganizzazione – ha sottolineato Arru – la Giunta sta lavorando in questa direzione. Fino al 2015 il Centro era diretto dal prof. Carcassi con un impegno part time e a titolo gratuito. A seguito delle sue dimissioni si è presentato il problema della individuazione del nuovo coordinatore attraverso le nuove procedure di legge. Oggi questa figura può essere parificata al direttore di una struttura complessa. La proposta di riorganizzazione ha determinato un allungamento dei tempi, ma arriveremo presto a una soluzione. L’Ats avrà il compito di dare una risposta. A breve risolveremo il problema del responsabile del Centro di coordinamento trapianti. Tra i suoi compiti ci sarà anche quello di promuovere la cultura della donazione».

Luigi Arru si è poi detto d’accordo sulla necessità di procedere a una rivisitazione delle leggi di settore che regolano le provvidenze a favore dei trapiantati. «Il riordino delle leggi di settore è stato previsto già dall’art. 48 della L.R. 23/2005 – ha detto l’assessore – attualmente non tutte le situazioni vengono trattate allo stesso modo, occorre intervenire attraverso l’applicazione dell’ISEE e ridefinendo i limiti di reddito, la misura dei benefici, i criteri di riconoscimento delle provvidenze e dei rimborsi spese, attraverso principi di equità e omogeneità in relazione alle condizioni di bisogno accertate. Serve uno sforzo da parte di tutti, è una misura di welfare, non si possono creare discriminazioni».

In sede di replica il consigliere Gianluigi Rubiu ha auspicato il massimo sforzo da parte della Regione per venire incontro alle necessità dei trapiantati. «Non possiamo più fidarci delle sole leggi di settore, c’è bisogno di un restyling complessivo della normativa. La questione dei trapiantati è un argomento che riguarda tutti. Propongo per questo l’approvazione di un ordine del giorno unitario».

E’ poi intervenuta la consigliera Daniela Forma che, in sintonia con il primo firmatario della mozione, ha manifestato apprezzamento per la proposta di promuovere la cultura della donazioni: «E’ un elemento rilevante su cui lavorare. E’ giusto che la Giunta si spenda in prima linea – ha detto Forma – su questo fronte occorre cercare sinergie con gli enti locali. I comuni potrebbero registrare la volontà  dei cittadini di donare gli organi al momento del rinnovo delle carte d’identità». Daniela Forma ha poi affrontato il tema dei sussidi e delle provvidenze ai trapiantati: «La legge prevede rimborsi solo per i trapiantati di rene, poi estesa ad altre patologia. E’ necessario oggi fare un passo in avanti. Il Pd è pienamente convinto della necessità di dare corpo alle nuove esigenze».

E’ quindi intervenuto il consigliere Gianluigi Rubiu che ha presentato un ordine del giorno firmato da tutti i capigruppo. Il documento impegna la Giunta ad adeguare la legge n.11 del 1985, al monitoraggio costante sull’andamento del numero dei trapianti, alla verifica dell’adeguatezza della pianta organica de Centri trapianti e a prevedere un ulteriore stanziamento per le cure odontoiatriche indispensabili per il buon esito dell’intervento dei pazienti in lista d’attesa.

Posto in votazione l’ordine del giorno è stato approvato all’unanimità.

Il presidente Ganau ha quindi messo in discussione la mozione n. 298 sulle modalità di fornitura di ausili e protesi con spesa a carico del Servizio sanitario regionale

Attilio Dedoni, capogruppo dei riformatori e primo firmatario della mozione, ha in premessa ricordato all’assessore la necessità di dare una risposta alla situazione del Centro per la Sclerosi Multipla dell’ospedale Binaghi. «I dati forniti non tornano, i casi sardi non sono 7.000 ma 9.000. Occorre potenziare il Centro del Binaghi non vogliamo che ci siano altre ipotesi in campo».

Attilio Dedoni si è quindi concentrato sulla mozione in discussione: «Questa mozione nasce dalla necessità di fare chiarezza sulle fornitura di ausili e protesi ai pazienti sardi – ha detto Dedoni – prima gli ospedali si rivolgevano a fornitori e ditte della Sardegna che garantivano un assistenza tecnica in loco. Oggi, con il nuovo sistema di appalto, i fornitori sono in Continent3e. Le protesi e gli ausili vengono spediti e non vi è più la possibilità di rivolgersi a un tecnico. Capita spesso che gli strumenti non siano adatti al paziente e hanno bisogno di essere sistemati».

Secondo Dedoni c’è, dunque, la necessità di intervenire razionalizzando il sistema e contenendo allo stesso tempo i costi. «La nostra priorità deve essere il malato – ha concluso Dedoni – il paziente deve avere la possibilità di ottenere protesi calibrate sulla sua patologia. Le Asl devono vigilare affinché il servizio di manutenzione, rigenerazione e sanificazione degli ausili protesici non degeneri un un semplice riciclo di vecchie forniture in disuso».

L’assessore della Sanità, Luigi Arru, in apertura del suo intervento in sede di replica ha definito “straordinario” il lavoro svolto sul tema della sclerosi multipla in Sardegna ed a proposito dell’ospedale Binaghi ha escluso con nettezza qualsiasi ipotesi di chiusura o ridimensionamento («Il Binaghi non si tocca ed abbiamo concluso una fase di transizione dovuta al pensionamento di tre medici e all’attesa della stipula del documento con l’Università per i ricercatori»). Sulle modalità di fornitura di ausili e protesi l’assessore ha ricordato le precedenti determinazioni in materia, la maggior parte riferite al 2012, ed ha affermato: «Abbiamo colmato il tempo sulle cose non fatte e abbiamo dato disposizioni affinché l’Asl 1 di Sassari potesse procedere per il bando di fornitura superando le modalità adottate in precedenza che erano più costose». «Tracciamo inoltre – ha aggiunto Arru – la fornitura di protesi secondo il sistema disposizione con il Sisar e non entro nel merito della gara d’appalto». L’assessore ha però assicurato puntuali e tempestive verifiche in ordine alle criticità evidenziate nella mozione ed in particolare relativamente ai tempi delle consegne, al numero di tecnici ortopedici, alla sanificazione, alla manutenzione e alla carenza di istruzioni al momento della consegna degli ausili, all’assenza dell’operatore sanitario.

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, nella controreplica ha confermato le carenze indicate nella mozione ed ha invitato l’assessore a procedere con le verifiche e «riaprire un ragionamento sulle forniture guardando alle ditte del settore che operano in Sardegna».

Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha dichiarato il voto a favore della mozione 289 («i problemi evidenziati nel documento meritano un’attenta verifica e se è il caso efficaci correttivi») seguito dal suo omologo del Psd’Az, Angelo Carta, che ha sottolineato come dall’Ats non siano pervenute indicazioni puntuali sulla spesa complessiva per la fornitura di ausili e protesi.

Il presidente del Consiglio ha quindi posto in votazione la mozione 289 che è stata approvata ed ha concesso la parola al consigliere Marco Tedde (Fi), primo firmatario della mozione 261, sui ritardi nell’attuazione del Piano di sviluppo rurale (Psr) 2014-2020. Una mozione, come ha sottolineato Marco Tedde, ormai datata (settembre 2016) ma che ha consentito al presentatore di evidenziare i ritardi con i quali si è proceduto nella pubblicazione dei bandi del Psr («sono passati tre anni e si continua a rinviare») nonché il rischio che le imprese sarde del comparto agricolo siano di fatto private delle opportunità offerte dai fondi comunitari. «Viste le ingenti risorse a disposizione – ha concluso Tedde – chiediamo alla Giunta di colmare il grave ritardo anche attraverso un rafforzamento delle strutture assessoriali interessate e una semplificazione delle procedure».

L’assessore dell’Agricoltura, Pierluigi Caria, ha ripercorso l’iter burocratico amministrativo dei bandi del Psr e spiegato le ragioni dei rinvii che hanno interessato alcune misure del Psr ma ha affermato che «entro l’estate tutti i bandi del piano 2014-2020 saranno in pubblicazione». Caria ha inoltre dichiarato che la Regione Sardegna con circa 195 milioni di euro di fondi erogati a partire dal 1 gennaio 2016 è al quarto posto nella specifica graduatoria che vede in testa le province autonome di Trento e Bolzano, seguite dal Veneto. «Le criticità che hanno causato i ritardi – ha concluso l’assessore – non sono imputabili all’assessorato ma alle procedure informatiche utilizzate».

Il consigliere Marco Tedde preso atto delle rassicurazione dell’assessore Caria («lo aspettiamo alla prova dei fatti») e valutato che la mozione 261 si riferiva alla situazione Psr relativa al settembre 2016 ha annunciato il ritiro del documento ed ha però evidenziato la mancata risposta a due interrogazioni sul medesimo argomento presentate dai consiglieri della minoranza.

Il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha quindi dichiarato conclusi i lavori ed ha annunciato la convocazione dell’Aula al domicilio. 

 

[bing_translator]

Otto consiglieri di maggioranza (Paolo Zedda, Eugenio Lai, Luca Pizzuto, Daniele Cocco, Antonio Gaia, Pierfranco Zanchetta, Mondo Perra e Annamaria Busia) e due dell’opposizione, Christian Solinas e Angelo Carta del Psd’Az, hanno presentato una mozione per la riscrittura dello Statuto sardo.

Il documento, a conclusione di una serie di articolate premesse di carattere storico, culturale e politico istituzionale, si conclude con l’impegno rivolto a “tutte le forze politiche rappresentate in Consiglio” perché, al fine di rammodernare lo Statuto, sia istituita una commissione speciale (ai sensi dell’articolo 53 del regolamento consiliare) con il compito di redigere (entro 60 giorni dall’approvazione della mozione) una proposta per l’istituzione dell’assemblea costituente sarda e, entro un anno, in coordinamento con la stessa assemblea costituente, una proposta di revisione organica dello Statuto sardo da sottoporre prima all’approvazione del Consiglio regionale e, dunque, del Parlamento italiano, ai sensi dell’articolo 54 del vigente statuto speciale (doppia lettura alla Camera e al Senato).

«Cresce sempre di più la volontà e la coscienza dei sardi perché si arrivi ad uno statuto, più moderno e rispondente alle esigenze dei tempi – ha dichiarato il primo firmatario della mozione, Paolo Zedda (Sinistra democrazia e progresso) – e ritengo che tale necessità politica sia presente in tutte le forze rappresentate in Consiglio regionale». Paolo Zedda si è detto dunque fiducioso sui tempi di approvazione in Consiglio della proposta di modifica costituzionale da sottoporre all’approvazione del Parlamento («in un anno si potrebbe licenziare un testo condiviso») ed ha insistito sulle possibilità di successo dell’iniziativa avanzata («ho avuto positive interlocuzioni con il Pd e le forze della minoranza consiliare»).

Il vice presidente del Consiglio, Eugenio Lai, ha annunciato che il gruppo Sdp porrà la mozione all’attenzione della conferenza dei capigruppo («così da favorirne la tempestiva discussione in Aula») e la consigliera del “Campo progressista”, Annamaria Busia, ha evidenziato come “al di fuori del  Consiglio” è tangibile la volontà dei sardi di riscrivere lo Statuto speciale e con esso il quadro dei rapporti tra la Sardegna e lo Stato italiano.