24 November, 2024
HomePosts Tagged "Daniele Cocco" (Page 26)

[bing_translator]

Palazzo del Consiglio regionale A

«Il progetto di riforma costituzionale su cui i cittadini saranno chiamati a pronunciarsi con il referendum, al di là degli effetti politici generali, avrà pesanti ricadute negative anche sull’autonomia speciale della Sardegna.»
Lo ha dichiarato il consigliere regionale dei Rossomori Paolo Zedda, primo firmatario di una mozione sottoscritta anche da consiglieri di Sel, Psd’Az e Cps, con cui si sollecitano il presidente della Regione e quello del Consiglio (per le rispettive competenze) ad assumere una posizione forte a difesa dell’autonomia regionale.

Nel dispositivo della mozione, in concreto, si impegna il presidente della Regione «ad esplicitare la contrarietà della Regione alla riforma costituzionale ed a promuovere le opportune iniziative per favorire il più ampio dibattito fra le forze politiche». Al presidente del Consiglio, invece, viene rivolto l’invito ad adoperarsi «per dare attuazione alla risoluzione n. 3/2014 sul Percorso delle riforme» che dovrà portare alla scrittura di una nuova “Costituzione sarda”.
L’on. Paolo Zedda, nel suo intervento, si è soffermato in dettaglio sulle conseguenze reali che potrebbe avere l’approvazione della riforma costituzionale in Sardegna, con particolare riferimento «alle materie finora con competenza concorrente come energia e ambiente che passerebbero interamente allo Stato, con in più una clausola di supremazia che lo Stato potrebbe esercitare anche su materie di competenza regionale davanti ad un non meglio precisato “interesse nazionale”».
Sulla possibilità che la riforma produca tali effetti in Sardegna (come nelle altre Regioni a Statuto speciale) soltanto dopo la revisione degli Statuti, l’esponente dei Rossomori, ha espresso molte preoccupazioni, “sia perché la fase di transizione sarebbe caratterizzata da provvisorietà ed incertezza su contenuti e tempi sia perché non ci convince il riferimento all’intesa con lo Stato sul nuovo Statuto, che si colloca in un rapporto istituzionale non paritario”
«In definitiva – ha concluso l’on. Paolo Zedda – la riforma ha un impianto centralista ed esprime una filosofia opposta alla nostra, noi siamo per la tutela delle minoranze e delle componenti identitarie della società e nello specifico vogliamo affermare la nostra specialità sarda fondata la storia, la lingua e la cultura.»

L’on. Emilio Usula (Soberania-Indipendentzia) ha ripreso il tema dell’applicazione della riforma alla Regioni speciali, sostenendo fra l’altro che «molte delle nostre competenze saranno cancellate o ridotte mentre noi vogliamo poter decidere su materie come energia, ambiente e fisco».
Il capogruppo di Sel Daniele Cocco ha affermato che «lo scopo della mozione è aprire un dibattito ampio e partecipato in Sardegna, per scardinare la logica del pensiero unico nazionale che lascia nell’ombra i problemi concreti dei sardi; con la riforma degli Enti locali abbiamo stabilito il principio della perequazione fra territori e contrasteremo in ogni modo un nuovo progetto centralista che porterebbe ad una ulteriore marginalizzazione delle periferie».
«Sul piano politico – ha detto il consigliere sardista Christian Solinas – emerge che una significativa componente del Consiglio regionale ha sulla riforma una visione comune che va oltre gli schieramenti; non siamo interessati ad un referendum sul Governo nazionale ma ci interessa molto lavorare per la Sardegna di domani». «Di qui – ha aggiunto – l’impegno per il nuovo Statuto che, secondo noi, dovrà scaturire da una Assemblea costituente aperta a tutte le componenti della società sarda».
Per il Cps il capogruppo Pierfranco Zanchetta ha espresso tutte le sue riserve nei confronti di «una riforma che ha come obiettivo finale la cancellazione delle Regioni, noi crediamo invece che la Regione sarda vada ricostruita su basi nuove puntando molto su uno schema di federalismo interno che valorizza i Comuni».
Il presidente della commissione Autonomia Francesco Agus, di Sel, ha illustrato nel dettaglio l’impatto concreto della riforma sull’ordinamento regionale. «Il Consiglio – ha osservato – dovrà fare i conti con i risultati del referendum, quali che siano, e credo che la commissione Autonomia debba confrontarsi valutare da subito su alcuni aspetti, dall’organizzazione della Regione alla stessa riforma degli Enti locali, con realismo e con attenzione particolare ai problemi finanziari». «Anch’io – ha aggiunto – sono convinto che l’attacco complessivo al regionalismo non risparmierà le Regioni speciali; è vero che il sistema regionale nel suo complesso non è stato capace di auto-riformarsi ma, proprio per questo la Sardegna deve muoversi in modo intelligente, spiegando ai cittadini i rischi della riforma e proponendo progetti forti di auto-riforma».
Il consigliere di Cps Antonio Gaia, infine, ha lamentato che «la riforma, nei fatti, aumenta la distanza fra cittadini, politica ed istituzioni; con la riduzione della rappresentanza calerà ancora la partecipazione alla vita pubblica e questo è un male per la democrazia che non determina nessun aumento di efficienza e nessun risparmio».

[bing_translator]

Consiglio regionale 1 copia

Il Consiglio regionale ha respinto le mozioni di sfiducia nei confronti dell’assessore dei Trasporti Massimo Deiana. presentate dal centrodestra.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito e le comunicazioni dei ricorsi proposti dal presidente del Consiglio dei ministri contro la Regione sarda per dichiarata illegittimità costituzionale dell’articolo 3 della legge n. 6 dell’11 aprile 2016 e dell’articolo 1, comma 12, dell’articolo 4 commi 24, 25, 26 e 27; dell’articolo 8 comma 13, della legge n. 5 dell’11 aprile 2016, il presidente ha comunicato che, per quanto riguarda l’elezione di un vice presidente dell’Assemblea, è stato raggiunto un accordo per il rinvio.

Si è quindi passati alla discussione delle mozioni n. 194 (Cossa e più) e n. 212 (Tedde e più) entrambi tendenti alla censura e alla richiesta di sfiducia nei confronti dell’operato dell’assessore regionale dei Trasporti, Massimo Deiana.

Il primo firmatario della mozione n. 194, il consigliere Michele Cossa (Riformatori) ha illustrato il contenuto del documento sottoscritto da 15 consiglieri della minoranza e, in apertura del suo intervento, ha evidenziato il ritardo con il quale si discute in Aula la richiesta di “sfiducia” per l’assessore, datata 9 novembre 2015. Il coordinatore regionale dei Riformatori ha quindi argomentato le critiche rivolte all’assessore e alla Giunta per la gestione delle politiche dei trasporti ad incominciare dalla continuità territoriale con gli scali di Roma e Milano; la mancata realizzazione della Continuità territoriale con gli scali minori di Pisa, Firenze, Napoli, Bologna, Verona, Torino, nonché la questione dell’abbandono degli scali sardi (Alghero in particolare) da parte dei vettori low cost e della compagnia Ryanair in particolare.

Michele Cossa ha parlato di “superficialità” in riferimento all’attenzione posta dalla giunta sul tema chiave della continuità aerea che, così ha dichiarato, «per i sardi deve rappresentare un ponte non solo per superare la distanza con il Continente ma deve essere tale da consentire il superamento del gap psicologico rappresentato dal modo con il quale gli isolani affrontano il viaggio». «Affrontiamo il tema della Ct1 – ha proseguito Cossa – applicando gli stessi principi di 15 anni fa, nonostante l’evoluzione e le novità nel frattempo intervenute nel settore e dimentichiamo che non basta avere tariffe basse e slot garantiti ma bisogna dare ai sardi la certezza dello spostamento».

Il consigliere della minoranza ha quindi criticato la mancata realizzazione della Ct2: «Quando si è insediato l’assessore, era tutto pronto per la pubblicazione degli oneri di servizio pubblico, e poi niente è stato fatto e così si sono ulteriormente ingolfate le rotte della Ct1 (Roma e Milano) con 400mila passeggeri in più».

Sottolineature particolarmente critiche hanno caratterizzato inoltre l’intervento di Cossa nella parte riguardante la questione dei low cost: «La Giunta si è nascosta dietro un dito o dietro la foglia di fico dell’Unione Europea». «La fuga dei low cost dall’Isola e l’aumento delle tasse aeroportuali è una vicenda pagliaccesca – ha proseguito l’esponente dei Riformatori – e abbiamo assistito ad un ping-pong di dichiarazioni e di proposte per nulla opportune e per niente adatte a risolvere il problema, mentre in altre Regioni (Puglia, Sicilia, Toscana e persino la Germania) low cost ha continuato ad operare e a fare accordi con le gestioni aeroportuali e i territori».

«Il Governo – ha attaccato Cossa – con l’aumento delle tasse aeroportuali  ha fatto una scelta scellerata e ha causato un danno enorme al nostro territorio ed in particolare ad Alghero e oggi il governo deve dire con chiarezza se toglierà o no quelle tasse.»

Michele Cossa ha concluso accusando la Regione di gravi responsabilità anche sulla vicenda della privatizzazione dello scalo di Alghero: «Così come è non arriverà mai a buon fine e il parere preventivo dell’Ue non è affatto necessario neppure in questo caso».

Il consigliere di Forza Italia, Marco Tedde, ha illustrato la mozione n. 212 che, presentata nel dicembre del 2015, si conclude con l’impegno rivolto al presidente della Giunta per procedere con la revoca della delega all’assessore dei Trasporti. L’esponente della minoranza ha ricordato le varie fasi della questione delle low cost evidenziando come la decisione di Ryanair di abbandonare gli scali sardi (14 voli in meno su Alghero e 8 in meno a Cagliari) sia stata antecedente rispetto all’aumento delle tasse aeroportuali (novembre 2015 rispetto a febbraio 2016).

Marco Tedde ha quindi ricordato i “ceffoni” ricevuti dal Nord ovest dell’Isola negli ultimi due anni (Enti Locali, Sanità, etc.) ai quali si aggiunge lo sconquasso prodotto dalla fuga di Ryanair: «Dinanzi a tutto ciò la giunta in questi due anni e mezzo non ha fatto nulla mentre Ryanair ha proseguito con gli accordi negli scali di altre Regioni». Il consigliere di Fi ha fatto riferimento alla “tempestiva azione del 2009” condotta dall’allora presidente della Regione, Cappellacci, che a Dublino aveva concluso l’intesa con il vettore irlandese. «Massimo Deiana invece – ha proseguito – ha nicchiato e brandiva il macigno della legge n. 10, sottoposta a procedura di infrazione Ue».

Marco Tedde ha dunque ricordato con tono polemico il ruolo di consulente precedentementte svolto dal professor Massimo Deiana, sia nella Sogeaal di Alghero e sia con la presidenza della Regione, evidenziando come proprio sulla questione dei contributi ai low cost di cui alla legge 10 del 2010, il professor Deiana invitava la Sogeaal a procedere con diffida per ottenere i trasferimenti dalla Regione, riconoscendo la piena operatività e la compatibilità con le norme europee della legge 10. «La stessa – ha dichiarato Tedde – che Deiana, nel frattempo diventato assessore, non vuole applicare perché sottoposta alle valutazioni dell’Ue».

A giudizio del consigliere di Fi è evidente una posizione in conflitto di interesse da parte dell’assessore Deiana che ha mostrato «un atteggiamento discutibile e una condotta opaca da censurare per gli intrecci tra compiti di assessore a attività professionale.

«Avete fallito nelle politiche dei trasporti e con i low cost – ha concluso Tedde – e per questo chiediamo al presidente Pigliaru la revoca immediata della delega affidata a suo tempo all’assessore Deiana.» 

Il consigliere di Forza Italia Edoardo Tocco ha sottolineato che «ancora una volta ci troviamo a discutere del nodo dei trasporti anche se la mozione di sfiducia è uno strumento che oggettivamente crea imbarazzo, anche perché l’assessore possiede una grande competenza tecnica che però non può far dimenticare che i sardi si aspettavano molto di più ed a questo punto è giusto che ne tragga le conclusioni». «Il fallimento della politica dei trasporti – ha aggiunto Tocco – è sotto gli occhi di tutti perché è mancata una visione strategica dei trasporti aerei in Sardegna: dai low cost a Meridiana, dalle navi all’Arst, che ha mezzi vecchissimi che dovrebbero essere cambiato ogni 7 anni mentre ne hanno 15». In definitiva, ha concluso, siamo di fronte ad una situazione totalmente negativa di cui si deve prendere coscienza in modo chiaro.

Il consigliere Franco Sabatini (Pd) ha parlato di un «dibattito del tutto inutile se trasformato nel solito rituale fra maggioranza ed opposizione di cui gli esiti sono scontati e la stessa l’opposizione non può ragionevolmente sostenere di non aver commesso errori nel passato in tema di trasporti». «La legge 10 – ha ricordato Sabatini – che pure fu votata all’unanimità, conteneva un vizio che poi si è rilevato determinante con la notifica tardiva all’Unione europea con cui si cercò di cambiare la natura della legge provocando la procedura di infrazione che ancora non ha trovato risposta». In realtà, ha sostenuto l’esponente del Pd, «il tema dei trasporti è stato sempre sottovalutato, dalla Tirrenia alla Flotta sarda, ma uscendo da questo schema occorre interrogarsi su cosa si può fare per invertire la tendenza perché, se è vero che il sostegno pubblico alle società di gestione degli aeroporti viola il principio di concorrenza, è vero anche che i tempi della definizione della controversia sono inaccettabili per una società moderna». Sono europeista da sempre, ha concluso Sabatini, «ma riconosco che c’è bisogno di una Europa diversa, in grado di superare tecnocrazia, burocrazia, vincoli e procedure».

Il consigliere dei Riformatori Luigi Crisponi ha premesso di non volersi appiattire «sulle logiche della gogna mediatica e tuttavia sento il dovere di affrontare un dibattito su una delle questioni centrali per la Sardegna; qui non è questione di competenze e simpatie ma bisogna entrare nel merito delle questioni e i numeri dicono che nei primi 5 mesi di quest’anno molti, circa 500.000, hanno rinunciato al loro soggiorno in Sardegna con ricadute pesantissime sui territori, Alghero su tutti, su una filiera economica che poggia sul turismo». Il Consiglio, secondo Crisponi, «deve essere consapevole di quanto sta accadendo ed invertire al più presto la rotta, anche per rispondere ad una legittima protesta dei cittadini e delle categorie produttive, fermo restando che i superburocrati nell’Europa non possono mettere in un angolo le legittime aspirazioni di questa terra e, quanto agli aiuti di Stato, semplicemente non esistono in una economia come la nostra che a causa dell’insularità non può competere con le altre».

Il consigliere del gruppo Misto Mario Floris ha richiamato l’attenzione del Consiglio sul fatto che «l’assessore non è l’unico responsabile della situazione disastrosa dei trasporti, anzi Deiana è il meglio sul piano della competenza e della professionalità ma il problema è che manca la politica».Gianfranco – ha ricordato Floris – con l’introduzione della continuità il presidente della Regione operava in prima persona ed il percorso era solo l’inizio, poi questo processo virtuoso è stato interrotto dopo che la Regione si è presa in carico i costi della continuità ma è un errore gravissimo: la continuità deve essere riportata in capo allo Stato per ragioni politiche, perché è un diritto che lo Stato deve garantire a tutti i sardi, da aerei a navi, dalle persone alle merci, il resto sono favole e scorciatoie che non portano da nessuna parte».

Il consigliere Giovanni Satta (Misto) ha spiegato di non aver firmato la mozione perché quando è stata presentata non ricopriva la carica di consigliere regionale. Però, ha osservato, «intendo manifestare da cittadino sardo la contrarietà alle politiche della Regione in materia dei trasporti, perché è il problema dei problemi come sa molto bene chi fa impresa; è un settore dove si deve fare molto di più e, d’ora in avanti, bisogna impostare discorsi diversi con lo Stato sottolineando che si tratta di un servizio pubblico che in un isola è un diritto fondamentale». «La situazione del nostro sistema è drammatica – ha proseguito Satta – non solo perché la Tirrenia offre passaggi ponte a 83 euro o perché il crollo dei low cost è stato una sciagura per Alghero come per Cagliari, quanto perché nel giugno scorso il presidente dell’Enac Vito Riggio ha detto che se non pagano i debiti le concessioni dei nostri aeroporti potrebbero essere a rischio soprattutto ad Alghero ma anche a Cagliari». Qui nessuno vuole discutere le capacità di Deiana «però sembra che si voglia coprire qualcuno o qualcosa, ma la realtà resta che trasportare un blocco di granito dalla Sardegna costa il doppio che in Spagna, per questo serve un segnale forte».

Il consigliere Stefano Tunis (Forza Italia) ha messo l’accento sul fatto che «il disastro dei trasporti sardi non è solo colpa di Deiana, i sardi sanno benissimo qual è la situazione e la mettono in contro sia al presidente Pigliaru che alla maggioranza di centro-sinistra». «Ogni segmento della nostra economia – ha sostenuto – dipende dai trasporti e proprio sul tema del trasporto marittimo l’assordante silenzio della Giunta ha consentito che un imprenditore privato si comprasse a debito, con un bond 300 milioni, il monopolio dei mari pur essendo un concessionario di servizio pubblico». I sardi, a giudizio di Tunis, «non si meritano questo atteggiamento passivo e lo stesso Renzi, dopo l’operazione sui mari, ha detto che così i sardi la smetteranno di parlare delle continuità territoriale; anche questo è un grave demerito della Giunta e della maggioranza».

Il consigliere di Forza Italia Ignazio Locci ha respinto l’interpretazione secondo la quale «chi governa la Sardegna non ha colpe e di conseguenza nemmeno l’assessore, ma è una difesa d’ufficio sostenuta peraltro senza molta convinzione dalla stessa maggioranza, invece chi governa ha il massimo delle responsabilità e lo dicono i dati dell’Enac: il traffico negli scali sardi è sempre stato stabile tranne che nel primo semestre del 2016, con flessioni molto preoccupanti ad Alghero e Cagliari, mentre Olbia tiene, sono numeri che inchiodano il Governo regionale soprattutto per le sue ripercussioni negativa sull’economia della Sardegna». «Partiamo da qui – ha suggerito – per trovare soluzioni immediate ed efficaci, Deiana è competente ma in questo momento responsabile e non può bastare al centro sinistra guardare per l’ennesima volta al passato».

Dopo l’on. Locci ha preso la parola l’on. Gianfranco Congiu (Pds), che ha detto: «E’ legittima la protesta dei cittadini e dei sindaci, sia chiaro. Il vostro problema, però, è che siamo alla vigilia di un accordo con il governo italiano e dobbiamo ottenere al deroga al regime degli aiuti di Stato e questo ci consentirà di non rischiare più di infrangere normative severe sugli aiuti di Stato. Se risolveremo il problema della continuità territoriale risolveremo il problema delle imprese sarde. Un’altra risposta è utilizzare la leva fiscale, come previsto dallo Statuto».

Per l’on. Paolo Truzzu (Fdi) «discutere questa mozione è un problema perché sarebbe stato molto meglio non discuterla e aver risolto il tema della continuità territoriale della Sardegna. Ricordo polemiche roventi anche prima dell’avvento dell’assessore Deiana, ai tempi dell’assessore Baghino e poi del presidente Palomba. Non è di oggi, insomma». Per l’oratore, però, «due anni fa era più facile viaggiare dalla Sardegna per l’Europa e per l’Italia rispetto a oggi, con voli affollati per Roma e Milano e un notevole decremento dei low cost».

Rivolto all’assessore Deiana l’on. Marcello Orrù (Psdaz) ha detto: «Nessuno mette in dubbio che lei sia un bravo professore ma qui siamo davanti a un vero disastro. Avete bombardato il sistema dei trasporti aerei del nord Sardegna e Ryanair è andata via per le vostre scelte. Dovete prendere atto degli sbagli fatti e dei danni arretrati. Come ha fatto la Puglia a trattenere Ryanair? Forse perché è meno pavida e presuntuosa di voi».

Ha preso poi la parola l’on. Giuseppino Pinna (Udc), secondo cui «in pochi potevano credere che il baratro dei trasporti fossi così vicino. E invece ci siamo precipitati. Se al turista costa troppo il trasporto, il turista non viene in Sardegna o non ci torna. Non bisogna inventare chissà che cosa ma prendere esempi da quelle regioni e da quegli Stati che fanno cose buone». Per l’oratore è importante anche capire «se c’è un disegno per svalutare l0’aeroporto di Alghero e consegnarlo un domani agli speculatori».

Per l’on. Giuseppe Fasolino (Forza Italia) «ce l’avete messa tutta per costringere anche uno come me a parlare in occasione di una mozione di sfiducia. Partiamo dal principio: i dati dell’aeroporto di Alghero e di Cagliari sono davvero bassi, in un’annata che doveva essere magica. E le dimissioni che stiamo chiedendo all’assessore Deiana non sono un fatto personale ma politico: riguardano la comica di treni veloci, la disgrazia di Saremar, la fuga di Ryanair, l’accorpamento delle autorità portuali. Presidente Pigliaru, lei non può continuare a rendersi complice di questo sfascio».

Per Forza Italia l’on. Alessandra Zedda ha esordito sostenendo una metafora sportiva: «Lei è stato acquistato come fuoriclasse per conquistare lo scudetto e invece non hai messo la palla dentro il cesto. Ha provato anche a giocare contro la sua squadra. Non si può affrontare un campionato con un giocatore così: avete iniziato con i proclami, avete criticato i predecessori e invece il sistema dei trasporti è in uno stato di fallimento totale. E non lo diciamo noi ma tutti fuori da qui. Qual è il vostro problema? Avete paura del governo?». Rivolta all’assessore, poi ha detto: «Lei ha fatto annunci e dichiarazioni, inquietanti, nel doppio ruolo di consulente e di assessore ai Trasporti. Una figuraccia dietro l’altra. Se proprio deve restare e non la mandano via, cambi registro». 

Ha quindi preso la parola il consigliere Roberto Deriu (Pd) che ha subito dichiarato di volersi sottrarre al rito del capro espiatorio che si vorrebbe consumare in Aula scaricando tutte le responsabilità del malfunzionamento del settore dei trasporti sull’assessore Deiana.

«Massimo Deiana sarebbe da rimuovere e non da sfiduciare visto che il Consiglio non gli ha mai dato la fiducia – ha detto Deriu -. E’ da rimuovere, secondo la minoranza, perché incompetente: una delle prove che portate è che è stato scelto da voi in quanto competente come consulente della presidenza nella passata legislatura. I fatti invece dicono che la vostra politica dei trasporti è stata fallimentare con l’operazione Saremar, il buco da 80 milioni di euro all’Arst, la procedura d’infrazione per la legge 10, il trenino verde e i treni veloci, comprati da voi, che non funzionano. Voi pretendete che si deliberi sui fattoidi, a noi invece interesserebbe una seria politica sui trasporti.»

Deriu ha quindi annunciato il suo voto contrario alle due mozioni del centrodestra. «Non avete voluto farci parlare di trasporti ma concentrare l’attenzione sul capro espiatorio. E’ un esercizio che non considero onorevole e non posso affiancarvi in questa situazione. Anche a un popolo stanco è chiara la strumentalità dell’iniziativa».

Salvatore Demontis (Pd), dopo aver ribadito la sua stima nei confronti dell’assessore Deiana, si è detto convinto che la questione si sarebbe dovuta affrontare in modo diverso. «La Regione avrebbe dovuto negoziare con la Commissione Europea una procedura più semplice e veloce – ha detto Demontis – non si possono attendere le decisioni di Bruxelles così a lungo».

Demontis sì è detto poi d’accordo sulla necessità di pensare a un nuovo sistema di finanziamento delle low cost che coinvolga le società aeroportuali. «In attesa delle decisioni della Commissione europea noi avremmo dovuto attivare un’altra procedura di finanziamento senza incorrere negli errori della Giunta di centrodestra. Non credo che l’attivazione di un percorso parallelo avrebbe nuociuto sulla decisione della Ue».

L’ex presidente della Regione Ugo Cappellacci (Forza Italia) ha chiarito di non provare nessun imbarazzo a discutere una mozione di sfiducia. «Molti hanno detto che provano disagio a parlare di questo tema. Io non ho nessun problema nel farlo a prescindere dal fatto che Deiana sia stato mio consulente e abbia avuto la mia fiducia. Io stimo Deiana professionista e ho simpatia per l’uomo. Qui in ballo ci sono altre cose. La questione è politica. Sono passati due anni e mezzo e parlate ancora dei nostri errori. Il dibattito è surreale, la responsabilità politica è della maggioranza e del presidente della Regione».

Cappellacci ha quindi accusato la Giunta di eccesso di fiducia nei confronti del Governo nazionale. «Sentire Pigliaru che dice di aspettare una decisione del Governo mi terrorizza e mi rende il quadro ancora più drammatico – ha detto l’esponente di Forza Italia – il Governo ha dato fondi per la continuità che non potranno essere spesi quest’anno. Intanto Renzi inaugura l’Air Force governativo costato 200 milioni, con costi di esercizio di 15 milioni all’anno. E’ lo stesso presidente che elogia la continuità territoriale sarda senza conoscerla. Se queste sono le premesse, mi dispiace, ma non arriverà nessuna soluzione».

In difesa dell’assessore Deiana si è schierato il presidente della Commissione Trasporti Antonio Solinas (Pd). «Tedde e Cappellacci vanno all’attacco ma non danno soluzioni alternative – ha detto Solinas – ricordo che nel 2010 la legge n. 10 fu approvata all’unanimità. Il centrosinistra votò quella legge, poi sono arrivati i pasticci in fase di attuazione per responsabilità di Cappellacci. Gli aiuti alle low cost vennero considerati come investimenti in libero mercato e la delibera non venne notificata a Bruxelles. A fine 2011 la Giunta decise di cambiare strategia e di notificare la legge. Stiamo ancora aspettando che la Commissione decida. Questo macigno che incombe non consente di intervenire».

Solinas ha poi riconosciuto alla Regione di aver fatto di tutto per risolvere il problema. «I segnali sono positivi, la Commissione darà parere favorevole – ha affermato il consigliere del Pd – ma nel frattempo non si poteva far altro che aspettare la decisione di Bruxelles».

Il presidente della commissione Trasporti, infine, ha proposto di dedicare un’intera sessione dei lavori del Consiglio per discutere la questione dei trasporti aerei e marittimi: «Un dibattito propedeutico all’elaborazione di un Piano regionale che garantisca il diritto alla mobilità ai cittadini e alle imprese».

Giuseppe Meloni (Pd) ha definito il dibattito “surreale, vecchio e stantio”. «Si cerca un colpevole per accontentare la piazza – ha sottolineato Meloni – i trasporti sono un settore nevralgico, ma non è questo il modo di affrontare il problema. E’ vero che c’è malumore ma vogliamo far credere ai cittadini che tutto sia legato a questi due anni di governo e alla responsabilità di Deiana? Vogliamo prendere in giro i sardi?». Il consigliere gallurese ha quindi lanciato una proposta: «Si pensi a una commissione d’inchiesta che indaghi sul sistema dei trasporti degli ultimi 15 anni. Voglio sapere perché l’aeroporto di Olbia produce certi risultati e gli altri no, come è stato reclutato il personale e la dirigenza? Vorrei sapere tutto questo. Sarebbe troppo facile parlare delle reciproche responsabilità».

Il capogruppo del Misto, Fabrizio Anedda, ha evidenziato come le criticità in materia dei trasporti “non rappresentino una novità per l’Isola” ed ha riaffermato il “diritto dei sardi alla mobilità e alla continuità territoriale” ed ha dichiarato che «negli ultimi due anni e mezzo si stanno trascinando le politiche dei trasporti messe in campo dal precedente governo».  L’esponente della maggioranza ha ricordato le nomine tutt’ora in essere all’Arst ed ha invitato il Consiglio a prestare più attenzione per il trasporto merci «è fondamentale per lo sviluppo dell’agroalimentare sardo».

In merito alla questione Ryanair, Anedda ha puntato il dito contro le presunte “incapacità” gestionali dei vertici della Sogeaal: «Lo dimostra anche la colletta degli imprenditori algheresi per trattenere i voli delle low cost». «Il segnale è chiaro – ha concluso Anedda – la crisi è più forte laddove c’è una società di gestione aeroportuale inadeguata e le low cost hanno un senso solo se si confrontano con altri privati quali sono gli imprenditori del comparto turistico ricettivo».

Il segretario del Psd’Az, Christian Solinas, ha precisato di non aver sottoscritto le due mozioni di sfiducia all’assessore Deiana («per ragioni personali e di opportunità politica») ed ha riconosciuto come la discussione dei due documenti presentati dalle minoranze in Consiglio «rappresentino un’occasione per dibattere sul tema dei trasporti».

«La questione dei trasporti – ha affermato l’esponente sardista – pone una questione più ampia e cioè che l’autonomia non basta più per risolvere il problema in Sardegna».

L’ex assessore dei Trasporti della giunta Cappellacci ha quindi invitato l’attuale presidente della Regione a «cambiare approccio nei rapporti con lo Stato e con Bruxelles» ed ha ricordato che il problema degli aiuti di Stato alle compagnie low cost è nato nel 2003 per la denuncia di AirOne e quindi «per un contrasto tra operatori privati». «Nel 2010 – ha spiegato il segretario Quattro Mori – abbiamo approvato la legge n. 10 nonostante fosse aperta una procedura di infrazione dell’Ue e per questo affermo che non basta una procedura aperta per bloccare le iniziative volte alla tutela dei diritti dei sardi». Solinas ha quindi svolto una serie di considerazioni critiche sul funzionamento e le logiche che sottendono le decisioni della commissione europea: «Nella maggior parte dei casi si muove sulle logiche delle lobbies e delle pressioni territoriali ed è per questo che invito il presidente e la giunta ad incentivare le pressioni sul governo italiano e sulla commissione europea per vedere riconosciuto il diritto dei sardi alla mobilità».

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, si è rivolto ai banchi della Giunta, domandando polemicamente quale sia la politica dei trasporti del governo regionale e perché soltanto dopo due anni ci si è accorti che la legge 10 del 2010 fosse inadeguata per concludere accordi con le compagnie low cost.

L’esponente della minoranza ha quindi introdotto il tema delle gestioni aeroportuali («Dall’era Cappellacci in giù l’assessore ha sbagliato nel dare indicazioni, ad incominciare da quella corretta per creare un’unica società di gestione per gli scali sardi mentre  ha chiuso Tortolì e Fenosu»)  ed ha fatto riferimento al tema delle privatizzazioni ().

Attilio Dedoni ha paventato il rischio “svendita” per gli aeroporti sardi, quale conseguenza di  una “logica sotterranea a vantaggio di banche e fondazioni”.

Il capogruppo dei Riformatori ha concluso citando in positivo l’esempio della vicina Corsica dove la compagnia aerea della Regione corsa conta 15 aeromobili e 2 milioni di euro di attivo.

Il capogruppo dell’Upc-Socialisti, Pierfranco Zanchetta, ha definito le criticità del trasporto aereo “l’emergenza da affrontare” ma ha invitato la Giunta e il Consiglio a non trascurare le problematiche del trasporto marittimo, anche in considerazione di ciò che rappresentano per il traffico passeggeri.

L’esponente della maggioranza ha auspicato la revisione della convenzione Cin-Tirrenia ed ha richiamato l’assessore Deiana sul tema dei collegamenti Sardegna-Corsica: «Se non si fa il bando entro settembre rischiamo di non avere alcun collegamento».

Il capogruppo di “Soberania e Indipendentzia”, Emilio Usula, ha riconosciuto l’opportunità, offerta dal dibattito sulle mozioni, per discutere di un tema fondamentale verso il quale «il Consiglio ha avuto troppo poche occasioni per far sentire la sua voce».

L’esponente della maggioranza pur riconoscendo le problematicità del trasporto aereo e marittimo ed “il poco soddisfacente” livello dei trasporti interni (bus e treni) ma ha definito “ingeneroso” il tentativo di scaricare sull’assessore tutte le responsabilità («chi ha governato prima di noi si assuma quelle che gli sono proprie»).

Emilio Usula ha quindi lamentato ritardi sul piano regionale dei trasporti («ma gestiamo una situazione che ha origini lontane») ed ha concluso con l’augurio che «sui trasporti i risultati possano arrivare nella seconda parte della Legislatura».

Il capogruppo di Sel Daniele Cocco ha esortato l’assessore Deiana a liberare la Sardegna osservando però che «lo strumento della mozione, come tale, ha un esito scontato rispetto a problemi atavici come quello dei trasporti e siamo coscienti delle criticità e delle emergenze ma la soluzione non sta nella rimozione di un assessore, dato che il presidente Pigliaru ha messo in campo la squadra e deciderà di conseguenza». Il Consiglio, ad avviso di Cocco, «deve occuparsi del merito delle questioni, al di fuori delle dietrologie e dei richiami al passato, per avere un rapporto diverso con quelle burocrazie europee che non sanno dove è la Sardegna e non ne conoscono i problemi strutturali». La nostra Sardegna, ha sostenuto ancora il capogruppo di Sel, «deve avere risposte che consentano di colmare il gap con le altre regioni dell’Italia e, sotto questo profilo, se occorre applicare in modo più incisivo lo Statuto all’art. 10 facciamolo, proviamole tutte, non accontentiamoci di respingere una mozione dicendo che tutto va bene, abbiamo un Patto per il Sud ancora in fase di elaborazione che può essere la migliore opportunità per richiamare l’attenzione del Governo centrale sulla specificità della Sardegna».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha definito la mozione «un gesto estremo della minoranza per rivendicare una soluzione forte per il problema dei trasporti, che significa vita e sviluppo per la Sardegna ed avremo rinunciato a questo gesto se ci fosse stata una politica diversa ma purtroppo siamo all’anno zero, anche nel collegamento con le isole minori proiettato fuori dall’ambito pubblico con conseguenze negative anche sull’occupazione che è stata precarizzata, per non parlare del trenino verde, delle ferrovie, delle navi e degli gli arerei». «Deiana – ha concluso Rubiu – è stato un re Mida al contrario che ha prodotti risultati disastrosi a danno dei sardi».

Il capogruppo di Sdl, Roberto Desini, ha invitato le forze politiche ed i cittadini ad avere rispetto per le persone al di là dei ruoli ricoperti, ricordando che «Deiana è stato vittima di attacchi ingiustificati al di sopra delle righe ed è comunque sbagliato strumentalizzare problemi reali con il populismo». «Serve invece molta maturità ed attenzione ai dati oggettivi – ha auspicato Desini – senza aver paura di affermare, per esempio, che l’accordo di Soru col Governo per la continuità territoriale è da rivedere e non è più sostenibile e questo può essere un terreno di impegno comune». «Anche perché – ha ricordato – nella Regione c’è stata sempre una alternanza fra le due principali coalizioni ed è quindi una responsabilità comune quella dei trasporti così come dell’aeroporto di Alghero la cui società di gestione è stata ricapitalizzata per ben 6 volte, tutte scelte che sono state pagate e vengono pagate dai sardi». «Cerchiamo di invertire la rotta – ha esortato Desini – cambiando i nostri rapporti con il Governo centrale e la Comunità europea impegnandoci a fare molto di più».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha condiviso quanto emerso dal dibattito nel senso che quello dei trasporti è il problema principale della Sardegna ma, ha precisato, «va ricordato che a fronte di una situazione oggettivamente complessa, ci sono responsabilità evidenti del centro destra che al contrario ha mostrato molta faccia tosta nel sostenere certe tesi». «Noi non chiediamo alibi – ha continuato – ma dietro alcune vicende ci sono responsabilità precise in materia di low cost e di collegamenti con le isole minori con il buco di 11 milioni che ha affondato la Saremar; non possiamo dire che il sistema di trasporto in Sardegna funzione bene né che sostenga come dovrebbe il nostro sistema economico, anzi queste sono questioni che ci devono trovare uniti nell’interesse dei cittadini». «Sono convinto – ha concluso Cocco – che le norme europee non impediscano di sostenere la crescita del traffico aereo, bisogna quindi trovare forme di intervento innovativo e forse si potevano fare scelte diverse in attesa della pronuncia della Commissione europea o fare qualcosa di più sulla cosiddetta continuità 2 o sulla gestione degli scali, su questo dobbiamo impegnarci a fondo».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha lamentato che «spesso si confondono le acque per non far vedere quale sia la verità e quale la menzogna ma il disastro della Giunta regionale con i suoi effetti devastanti per tutta la Sardegna e non solo per Alghero è sotto gli occhi di tutti e, peraltro, non serve nemmeno al centro-sinistra provare a ridimensionarli, nel tentativo disperato di dare una risposta agli amministratori locali che manifestano sotto il palazzo del Consiglio ed agli operatori economici del turismo». «Il problema – ha affermato Pittalis – non è cosa fare oggi o domani ma l’immobilismo della Giunta regionale che fa viaggi e riunioni dappertutto senza che poi segua un solo fatto concreto, mentre per quanto ci riguarda siamo pronti a ritirare la mozione se c’è una risposta vera alla situazione di emergenza che i sardi sono costretti a vivere». «Voi difenderete il vostro assessore con la solita ipocrisia di facciata che non esita ad auspicare il cambiamento di tutta la Giunta regionale – ha concluso Pittalis – ma questa è la politica delle battute e degli annunci, non è quella che serve ai sardi, in una terra dove crescono povertà e disoccupazione ed un profondo malessere morale».

Per la replica ha preso la parola l’assessore ai Trasporti, Massimo Deiana: «C’è un aspetto positivo nel dibattito e per cultura coltivo sempre il dubbio, soprattutto nelle materie tecniche. Ho ascoltato l’illustrazione della mozione da parte dell’on. Cossa e confermo che sul sistema del Ct1 c’è molto da lavorare: nasce nel 2013 dall’idea condivisibile di dare a tutti, sardi e non, la possibilità di viaggiare a prezzi favorevoli. Ma non è accaduto così e su questo dobbiamo riflettere perché è in atto una profonda riflessione. Il 19 luglio abbiamo convocato la prima riunione della conferenza dei servizi per l’imposizione degli oneri di servizio pubblico e sono in atto una serie di valutazioni. Sono d’accordo, perché è sempre stato un mio sogno, che noi dovremmo riuscire a costruire un ponte di servizio che sopperisca alla nostra continuità materiale, che è assente. Purtroppo, il trasporto marittimo e aereo non è un bene a disponibilità infinita, perché talvolta non si trovano aerei e talvolta non si trovano nemmeno slot liberi».

L’assessore ha aggiunto anche che a Bruxelles «la legge 10 è vista come un sistema di aggiramento delle norme comunitarie. Noi siamo bloccati su questo e speriamo che la nostra difesa sia stata efficace e dunque smentisca la tesi della violazione delle norme sugli aiuti di Stato. Nell’attesa non possiamo dare soldi della Regione agli aeroporti, questo deve essere chiaro».

Il presidente Pigliaru ha proseguito nella replica: «Questa è un’occasione per parlare del merito delle cose. Siamo vicini agli operatori che in questo momento hanno visto sparire il mercato che era nato negli anni scorsi, magari in modo imperfetto: il nostro impegno è perché i danni subiti oggi siano restituiti domani con gli interessi. Riconosciamo che siamo in difficoltà e che la difficoltà ha radici profonde. Non ha nessun senso considerare il nostro aiuto un aiuto di Stato, visto che siamo una regione insulare: questo deve essere chiaro a chi sta fuori e non comprende la condizione che si vive in Sardegna».

Per il presidente della Regione «pesano anche gli errori del passato e la continuità territoriale è roba vecchia e rigida, e questo non aiuta. Va ripensata la continuità territoriale: vogliamo oneri di servizi ma anche spazi per il mercato dei low cost, c’è moltissimo da fare per costruire quel ponte virtuale. Possiamo arrivare anche noi ad avere le compagnie low cost, non una sola, gratis nei nostri  aeroporti: questo è quanto accade in un importante hub del Nord est italiano. Questi sono i problemi e non potete chiamarci a responsabilità per fatti che non dipendono da noi. Siamo pronti a dimostrarvi che continuamente facciamo pressione sul Governo e sull’Unione europea».

Poi Pigliaru ha dato la notizia: «Questa mattina al Mef abbiamo avuto una riunione tecnica per la copertura finanziaria del decreto che cancellerà le tasse aeroportuali. In queste ore verrà presentato l’emendamento del Governo e sappiamo che avrà la copertura. Il ministro Del Rio sta mantenendo  l’impegno che ha preso venti giorni fa. Abbiamo chiesto 120 milioni per irrobustire la continuità territoriale nei 4 anni e sono fiducioso. Vorrei trasmettere questa fiducia agli operatori turistici e a voi». 

Conclusa la replica della Giunta, il presidente Ganau ha dato la parola ai primi firmatari delle due mozioni per le controrepliche.

Michele Cossa (Riformatori) ha dichiarato la propria insoddisfazione per le risposte dell’esecutivo alle contestazioni contenute nella sua mozione: «La maggioranza ha sprecato un’occasione, si assume la responsabilità politica di dare una copertura all’azione dell’esecutivo – ha detto Cossa – sostenere ancora oggi che se non si rispettano i paletti della Ue sia difficoltoso affrontare gli argomenti è anacronistico. Fermo restando il principio della non concorrenza, tutte le altre cose si possono fare». Cossa ha poi ricordato la difficile situazione dell’aeroporto di Alghero (“gestito in modo familistico”) a cui fa da contraltare l’efficientismo dell’aeroporto di Olbia. «Subordinare a una parere della Ue la privatizzazione di Alghero – ha affermato il consigliere dei Riformatori – significa allungare ulteriormente i tempi».

Sulla questione della Ct1, Michele Cossa ha ricordato che le rotte dalla Sardegna per Roma e Milano sono tra le più remunerative in Italia. «Il fatto che ci sia una procedura di infrazione non impedisce che si facciano altre cose. Non c’è scritto da nessuna parte che bisogna attendere – ha concluso Cossa – oltre al trasporto aereo c’è da discutere anche il trasporto marittimo e i collegamenti con le isole minori. A Carloforte non esistono più sconti. Vorremo vedere il contratto di servizio con la compagnia che ha vinto la gara e utilizza un traghetto del 1966».

Voto contrario ha annunciato anche Marco Tedde (Forza Italia), primo firmatario della seconda mozione, che ha parlato di scollamento totale tra l’Aula il Nord Ovest dell’Isola. «A questa zona qualcuno sta paralizzando l’economia e pregiudicando il futuro – ha detto Tedde – è un parere condiviso anche dalla maggioranza, lo dimostrano gli interventi tiepidi arrivati dal centrosinistra in difesa di Deiana».

Marco Tedde ha ribadito la convinzione che si possa attuare una politica di sostegno alle low cost: «Bisogna essere capaci di governare – ha attaccato Tedde – c’è bisogno di scelte politiche, basta con le letterine spedite al Governo». Il consigliere di minoranza ha quindi contestato l’immobilismo della Giunta, colpevole di aver aspettato passivamente le decisioni di Bruxelles anziché cercare una soluzione. «La Giunta conosce bene le normative ma non le vuole applicare – ha concluso l’esponente azzurro – intanto si continua a sostenere Alitalia con costi nettamente superiori rispetto alle low cost. Pigliaru si metta una mano sulla coscienza, approfondisca la questione e assuma le dovute decisioni».

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione le due mozioni.

Votazione non opportuna, secondo Roberto Deriu (Pd), che ha espresso dubbi sulla legittimità della mozione di sfiducia nei confronti di un assessore. Il presidente Ganau, richiamando l’articolo 118 del Regolamento, ha invece ribadito la correttezza della procedura invitando i consiglieri a procedere con le dichiarazioni di voto.

Giorgio Oppi (Udc), pur riconoscendo fondate le contestazioni alla politica dei trasporti della Giunta, ha annunciato il suo voto contrario. «Per principio – ha detto – non ho mai firmato né votato mozioni contro una singola persona».

Ugo Cappellacci (Forza Italia) ha invece annunciato il suo voto a favore. «E’ una sfiducia nei confronti di tutta la Giunta e del suo presidente. Deiana è stato un ottimo consulente, lui può dire che cosa fare o non fare, ma qualcuno deve fare le scelte. Chiediamo coraggio nelle decisioni».

Gianfranco Congiu (PdS) in sede di dichiarazione di voto ha ribadito la sua proposta: «Si utilizzi l’articolo 10 dello Statuto che consente di ricorrere alle detrazioni d’imposta».

Paolo Truzzu (FdI) ha annunciato il suo voto favorevole: «La situazione è peggiorata, la maggioranza ne prenda coscienza altrimenti ci penseranno i suoi elettori. Se la Giunta è convinta che l’Ue darà ragione alla Sardegna allora prosegua sulla sua strada. Deiana è troppo competente e per questo deve tornare a insegnare».

Sì alle mozioni anche da parte di Oscar Cherchi (Forza Italia): «Bisogna avere il coraggio di dire che dell’Unione Europea non ce ne frega niente. Le procedure di infrazione si aprono e si chiudono. Le nostre scelte non possono essere condizionate da probabili infrazioni che poi non vanno avanti. Il popolo sardo attende risposte chiare e decise e una soluzione definitiva del problema».

Pierfranco Zanchetta, capogruppo dei Cristiano Popolari Socialisti, ha annunciato il suo voto favorevole e invitato la Giunta a occuparsi del collegamento marittimo tra Santa Teresa e Bonifacio.

Stefano Tunis (Forza d’Italia) ha ribadito il suo sostegno alle mozioni e invitato la Giunta a occuparsi anche di trasporto marittimo: «Presidente e assessore non si sono degnati di dedicare 30 secondi a questo tema – ha affermato – un comportamento omissivo di carattere doloso. Se non siete in grado di affrontare il tema passate la mano».

Gianfranco Carta (Forza Italia) ha lamentato una scarsa attenzione nei confronti del Nord Sardegna: «Mi aspettavo una risposta chiara e netta ai cittadini che sono venuti da Alghero e Sassari per protestare sotto il Consiglio. Il territorio è stato già schiaffeggiato. Ryanair ci ha fatto viaggiare, nel bene e nel male, chi non viaggia a basso costo non verrà più in Sardegna».

Salvatore Demontis (Pd) ha annunciato il suo voto contrario alle due mozioni ribadendo però la sua posizione: «I tempi di attesa per la decisione della Commissione europea sono scaduti, non si  aspetti più e si avvii un nuovo regime di aiuti per le low cost».

Luigi Crisponi, a nome del gruppo dei Riformatori, ha annunciato il voto favorevole alle due mozioni: «Non abbiamo avuto soddisfazione nelle risposte della Giunta. Il tema merita ulteriori approfondimenti».

Marco Tedde (Forza Italia) ha ricordato che dal mese di aprile l’aeroporto di Alghero ha perso 28mila passeggeri: «Al territorio mancano 15 milioni di euro. Ho la certezza che Pigliaru sia un sostenitore della decrescita felice – ha detto il consigliere di minoranza – si vuole creare un connubio virtuoso tra economia e ambiente, ma non credo che i sardi siano d’accordo. La Sardegna vuole almeno sopravvivere».

Giovanni Satta (Uds) ha ribadito la propria contrarietà alle politiche sui trasporti degli ultimi anni. « Non ho avuto risposte sui trasporti aerei e marittimi, per questo voto a favore della sfiducia».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, dopo aver annunciato il suo voto favorevole, ha rivolto un invito alla maggioranza: «Smettetela con il teatrino sui mezzi di informazione. Sui giornali chiedete l’azzeramento della Giunta e in Aula assumete un atteggiamento diverso – ha detto Pittalis – noi votiamo le mozioni perché convinti della assoluta incompetenza e inadeguatezza dell’assessore a governare un sistema così complicato. La Giunta non dà risposte nemmeno alle proposte alternative come quelle avanzate dall’onorevole Congiu».

Citando Aldo Moro ha poi concluso: «Una realtà non interpretata è una realtà muta. Se questo è l’afflato identitario della Giunta, allora povera Sardegna!».

[bing_translator]

 Nel corso dei lavori che hanno segnato l’insediamento della Consulta sardo corsa ad Ajaccio, i capigruppo del Consiglio regionale non hanno mancato di offrire un contributo al dibattito che si è sviluppato con i loro colleghi della Corsica sui temi posti all’ordine del giorno e più in generale sulle questioni che attengono l’insularità e l’identità.

Il vice capogruppo di Forza Italia, Edoardo Tocco, è stato il primo a prendere la parola nel corso della discussione del dossier su ricerca, formazione e educazione ed ha auspicato un rafforzamento della cooperazione tra gli Atenei delle Isole ed in particolare ha posto l’accento sull’importanza dello sport come “mezzo efficace per favorire l’amicizia tra Sardegna e Corsica” ed ha proposto i giochi universitari delle isole del Mediterraneo.

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha rimarcato il ruolo di indirizzo politico che la Consulta deve assumere anche per ciò che attiene le questioni della formazione, dell’istruzione, della cultura e della lingua. Dedoni ha quindi consegnato ai presidenti Ganau e Talamoni un documento incentrato sulla macroregione Sardegna-Corsica, dove si ribadiscono, tra le altre, le ragioni della specialità sarda nonché il favore per un patto di forte collaborazione tra le due isole del Mediterraneo.

Pierfranco Zanchetta (Upc-Socialisti), intervenendo a conclusione delle audizioni dei rettori ha auspicato «un modello forte di sviluppo sostenibile al quale devono concorrere le Università di Sardegna e Corsica, contribuendo così a formare una nuova generazione capace di sviluppare le due principali risorse delle due isole: il turismo e l’ambiente».

Gianluigi Rubiu (Udc) ha posto l’accento sulla «giornata storica che dà operatività alla Consulta ed ha sottolineato come sia in Corsica che in Sardegna cresce insieme con la cultura autonomista anche una forte  coscienza indipendentista. Rubiu ha quindi auspicato un rafforzamento della collaborazione e della cooperazione tra le due “isole sorelle” soprattutto in vista del confronto “sempre duro con i rispettivi Stati di appartenenza ed in Europa».

Il capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta, ha sottolineato un’accresciuta consapevolezza, soprattutto nelle nuove generazioni, del cosiddetto senso di appartenenza ed ha salutato con favore la piena operatività della Consulta «che può favorire le condizioni politico culturali per  contribuire a ridare una speranza di riscatto al popolo corso e al popolo sardo».

Il capogruppo di Soberania e Indipendentzia, Emilio Usula, ha svolto un articolato intervento incentrato sull’aspirazione di Sardegna e Corsica ad esercitare «nel modo più ampio le prerogative autonomistiche e a difenderle dalle iniziative che tendono a ridurle, messe in campo dagli stati centrali», affermando che i sardi e i corsi “aspirano all’indipendenza” ma che devono dimostrare di saper esercitare «una propria capacità di governo e di autodeterminazione».

Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha salutato con soddisfazione la Consulta e la rinnovata collaborazione tra la Sardegna e la Corsica non solo sul piano prettamente istituzionale. Pietro Cocco ribadendo l’importanza di lingua e cultura ha invitato tutti i componenti la Consulta a guardare “al futuro e alle cose concrete” ad incominciare dalle questioni che attengono i trasporti, dove il capogruppo Pd auspica “un’alleanza stretta e forte tra Sardegna e Corsica”.

Trasporti e mobilità sono state le priorità di intervento che hanno indicato anche il capogruppo del Misto, Fabrizio Anedda e quello di Sel, Daniele Cocco, nel corso dei rispettivi brevi interventi a conclusione dei lavori.

[bing_translator] 

Incendio a CFadda copia

Il presidente del Gruppo Sovranità, Democrazia e Lavoro in Consiglio regionale, Roberto Desini, è il primo firmatario di una proposta di legge condivisa dai capigruppo di maggioranza con cui si chiede di concedere agli enti locali la possibilità di utilizzare gli avanzi di amministrazione «in interventi di sostegno economico o contributi diretti al risarcimento dei danni subiti da imprese o aziende in aree rurali a causa di incendi, prioritariamente finalizzati al ripristino delle necessarie condizioni per il mantenimento dei livelli produttivi, occupazionali e di sicurezza». I proponenti, Roberto Desini, Daniele Cocco, Pietro Cocco, Fabrizio Anedda, Emilio Usula e Pierfranco Zanchetta, hanno presentato la proposta come “Modifiche della legge regionale 11 aprile 2006, n.5 Disposizioni per la formazione del bilancio di previsione per l’anno 2016 e per gli anni 2016-2018 (legge di stabilità 2016). Disposizioni urgenti a sostegno dei territori colpiti da incendi”.

«L’articolo 8, comma 12 della legge regionale 5 del 2016, ammette l’utilizzo degli avanzi di amministrazione degli enti locali per determinate finalità – spiegano i proponenti -. Alla luce dei recenti episodi che hanno devastato intere aree e danneggiato diverse attività produttive, si ritiene necessario intervenire con urgenza per garantire l’utilizzo degli avanzi di amministrazione anche per l’immediato ripristino delle condizioni necessarie a garantire il mantenimento delle produzioni e della forza lavoro delle aziende colpite dagli incendi.»

[bing_translator]

Venerdì 8 luglio, alle 9.00, si insedierà ad Ajaccio, convocata dal presidente del Consiglio regionale della Sardegna, Gianfranco Ganau, d’intesa con il presidente dell’Assemblea della Corsica, Ghjuvan Guidu Talamoni, la Consulta sardo-corsa, istituita con la mozione n. 233, approvata dall’assemblea sarda lo scorso 28 aprile, e dalla deliberation n. 16, del 26 maggio 2016, adottata dall’assemblea della Corsica.

«Diamo gambe e forza a quello che il 28 Aprile, in occasione delle celebrazioni di Sa Die de Sa Sardigna, è stato per le due isole sorelle un evento storico – ha detto il presidente del Consiglio Ganau, «e l’insediamento della Consulta  sardo–corsa darà concretezza a quel percorso comune che vede le nostre isole alleate in Europa, come una vera e propria macro regione con comuni rivendicazioni e analoghe difficoltà». «Un cammino che ha necessità del pieno coinvolgimento dei cittadini e delle istituzioni sociali, economiche e culturali – conclude il presidente del Consiglio – e da qui la scelta di aprire i lavori del nuovo organo collegiale con le audizioni dei rettori  dell’Università di Corsica e delle Università sarde».

All’ordine del giorno della prima riunione dell’organismo che segna la svolta nei rapporti di collaborazione interistituzionale tra i parlamenti delle due maggiori isole del Mediterraneo,  sono in programma, infatti, oltre all’approvazione del regolamento interno e alla valutazione delle principali azioni per la tutela e la valorizzazione del patrimonio linguistico e culturale, anche gli interventi dei rettori delle università di Sardegna e Corsica, per la realizzazione di comuni percorsi formativi ed educativi.

A conclusione dei lavori della Consulta, alle 11.00, i presidenti Ganau e Talamoni, apriranno la seduta dell’Assemblea regionale della Corsica e successivamente (alle 12.30) terranno una conferenza stampa congiunta. 

Insieme con il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, parteciperanno in qualità di componenti della Consulta nella riunione di Ajaccio, tutti i capigruppo (o loro delegati) dell’assemblea sarda: Pietro Cocco (Pd); Fabrizio Anedda (Misto), Pierfranco Zanchetta (Upc-Socialisti); Daniele Cocco (Sel); Emilio Usula (Soberania e Indipendentzia); Gianluigi Rubiu (Udc); Angelo Carta (Psd’Az); Attilio Dedoni (Riformatori); Edoardo Tocco (Forza Italia) e Alessandro Unali (SdL).  

[bing_translator]

I capigruppo di maggioranza del Consiglio regionale della Sardegna – Pietro Cocco, Roberto Desini, Daniele Cocco, Pierfranco Zanchetta, Emilio Usula e Fabrizio Anedda -, a margine della riunione tenutasi in mattinata con l’esecutivo, riconoscono il valore del buon lavoro fatto dal presidente della Regione Francesco Pigliaru in collaborazione col Governo centrale sul “Patto per la Sardegna”, che prevede uno stanziamento di circa 2,5 miliardi di euro da investire in settori strategici per la nostra Isola di cui circa 1,5 miliardi per mobilità, sanità, istruzione, servizio idrico, politiche territoriali, governance e 1 miliardo circa per trasporti RFI, Anas, continuità territoriale, metano, tutte risorse importanti che contribuiranno a ridurre le problematiche derivanti dalla particolare condizione geografica e di disagio  economico della nostra Isola.

«Il lavoro non è ancora concluso – concludono i capigruppo di maggioranza del Consiglio regionale – ma già ci sono solide basi su cui la maggioranza coesa  può lavorare per rilanciare la propria azione di governo con rinnovato impegno e dare impulso a uno sviluppo  che  accompagni  la Sardegna fuori dallo stato di  difficoltà in cui si trova attualmente.»

Consiglio regionale 403

[bing_translator]

Il Consiglio regionale ha approvato la norma che consente di trasferire i dipendenti di ex province e Aspal ai comuni o alle Unioni di comuni. 

Sotto la presidenza dell’on. Ganau i lavori del Consiglio regionale sono ripresi in seduta pomeridiana con l’esame della proposta di legge 340/A Zanchetta (Upc) intitolata (Provvidenze per il personale dipendente da organismi militari operanti nel territorio nazionale nell’ambito della Comunità atlantica). 

Il relatore, on. Roberto Deriu, ha comunicato che il testo è stato approvato in commissione senza modifiche.

A seguire l’on. Pietro Pittalis (Forza Italia) ha chiesto spiegazioni sul senso dell’emendamento all’articolo 1 e per chiarire è intervenuto l’assessore agli Enti locali, Cristiano Erriu. L’articolo 1 è stato approvato e così l’articolo 2. Votato e approvato anche il testo finale e poi la legge.

L’Aula è poi passata all’esame della proposta di legge 342 a firma dei consiglieri Agus e Lai (Sel), sul rinnovo della composizione del Consiglio autonomie locali.

Il testo è intitolato Composizione del Consiglio delle autonomie locali. Modifiche alla legge regionale 17 gennaio 2005, n. 1 (Istituzione del Consiglio delle autonomie locali e della Conferenza permanente Regione-enti locali)

Il testo è stato illustrato dall’on. Deriu e l’Aula ha approvato il passaggio gli articoli.

Contrario al testo dell’emendamento aggiuntivo istitutivo dell’articolo 1 bis l’on. Michele Cossa (Riformatori).

L’Aula ha però approvato anche l’articolo 2 e poi il provvedimento finale.

Successivamente il Consiglio ha iniziato l’esame della proposta di legge n. 341/A – Solinas Antonio e più (Modifiche ed integrazioni alla legge regionale n. 8/2016 – Legge forestale della Sardegna). Il presidente ha dato la parola al relatore di maggioranza, il presidente della commissione Ambiente Antonio Solinas (Pd) per l’illustrazione del provvedimento.

Il consigliere Solinas ha precisato che «le osservazioni del Governo riguardano la previsione di un gettone di presenza per i componenti del comitato di indirizzo (100 euro a seduta per un massimo di 2 sedute al mese), la viabilità rurale e le procedure autorizzative; abbiamo lavorato di concerto con gli uffici per predisporre, anche attraverso un emendamento, una risposta articolata»

Il consigliere Gianni Tatti (Udc), relatore di minoranza, ha evidenziato che «in commissione ci siamo astenuti per le perplessità sulla fondatezza di alcuni rilievi del Governo riguardanti la tutela paesaggistica e non sappiamo se la Regione ha formulato risposte, anzi non ci risulta che lo abbia fatto ed è gravissimo». In generale riteniamo, ha concluso, che «la fretta eccessiva con cui è stata approvata la legge ha sottratto tempo prezioso ed utile all’approfondimento degli argomenti oggetto di impugnativa; confermiamo poi il nostro disappunto per il mancato inserimento della disciplina contrattuale del pubblico impiego a tutti i dipendenti».

Prima del voto sul passaggio articoli, il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha affermato che l’impugnazione del Governo è «un brutto scivolone per la Giunta dei professori ed i rilievi del Governo nazionale appaiono tecnicamente fondati nonostante la presenza nell’Esecutivo di illustri cattedratici di facoltà di giurisprudenza; già questo è un primo dato preoccupante». Poi, in relazione al piano di forestazione, ha detto ancora Tedde, «il Governo ha precisato che doveva essere coerente con il Pai e coordinato con il Ppr, che quindi viene degradato sul campo a norma sotto ordinata, ennesimo esempio negativo dei problemi del Pd che condizionano la vita delle istituzioni».

Non essendoci altri iscritti a parlare, sono stati messi in votazione sia il passaggio agli articoli che gli articoli 1 e 2 della legge.

Sull’art.3 il relatore Antonio Solinas (Pd) ha presentato un emendamento sostitutivo totale (Solinas A. – Demontis) che modifica integralmente l’art.19 (Trasformazione del bosco e interventi silvicolturali) della legge n. 8/2016 – legge Forestale della Sardegna. Solinas ha poi proposto con un emendamento orale di eliminare il comma 7 (Interventi in aree vincolate ai sensi del Dlgs 42/2004 – Codice Urbani del paesaggio) dello stesso articolo. Successivamente, ha chiesto ed ottenuto una breve sospensione della seduta per una verifica del testo.

Alla ripresa dei lavori, lo stesso Solinas ha chiesto di poter votare il testo per parti separate, la prima fino al comma 6 compreso e la seconda per il solo comma 7.

Il presidente ha accolto la richiesta. Per dichiarazione di voto, il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde si è detto «molto perplesso, siamo di fronte ad un passo indietro rispetto alla legge perché il Governo ne ha censurato alcune parti in base al codice Urbane che esclude dall’autorizzazione paesaggistica solo le modifiche che non incidono su stato dei luoghi, mentre noi con l’emendamento deleghiamo le procedure alla Giunta ma così la legge viene impugnata di nuovo; stiamo solo cercando di aggirare l’ostacolo».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha sollecitato maggiore chiarezza, «perché così come è scritto non si capisce l’obiettivo ed è contraddittorio, si parla di interventi che modificano aree boscate e destinazioni d’uso, cose in realtà molto diverse, mentre delega alla Giunta non ha significato, a parte il fatto che ancora una volta eccediamo in burocrazia e non semplifichiamo affatto le norme per i cittadini».

Il consigliere Salvatore Demontis, del Pd, ha sottolineato che «l’adeguamento dell’art.19 alle osservazioni del Governo è già contenuto nel comma 6, che garantisce la Regione; in realtà non si è voluto affatto declassare il Ppr ma semmai correggere un termine sbagliato e la Regione, col termine di coordinamento, voleva dire coerenza con il Ppr». Per certi aspetti, ha concluso, è «una precisazione che arriva al momento giusto per sottolineare che codice Urbani è una grande riforma economico-sociale quindi sovra ordinata rispetto alle norme regionali, una sottolineatura che ci sarà molto utile per la prossima legge urbanistica».

Il relatore Antonio Solinas (Pd) ha messo l’accento sul fatto che non si stanno modificando i contenuti sostanziali della legge che è stata impugnata solo in alcune parti.

L’assessore dell’Urbanistica Cristiano Erriu, nell’esprimere parere favorevole, si è detto convinto che «con le modifiche apportate mettiamo al riparo le legge da possibili rilievi di incostituzionalità».

Successivamente è stato votato ed approvato l’art. 3 nella versione emendata fino al comma 6 (compreso), mentre è stata respinta la parte relativa al comma 7.

Sull’art. 4 è stato presentato un emendamento sostitutivo parziale (Tatti e più) con cui, ha spiegato lo stesso Gianni atti (Udc), si precisa che il gettone di presenza assegnato ai componenti del comitato territoriale «è riservato ai Sindaci dei Comuni che hanno concesso porzioni del loro territorio all’Agenzia Forestas; annullando questa parte della legge il Governo ha fatto un po’ di facile populismo ma in realtà norma non è chiara pur richiamando testo unico enti locali 267/2000, che però dice che la partecipazione è connessa all’esercizio dei funzioni pubbliche». E’esattamente il nostro caso, ha concluso Tatti, «perché riteniamo che debbano svolgere queste funzioni anche i Sindaci dei piccoli Comuni».

Dopo i pareri contrari espressi dal relatore e dalla Giunta, l’emendamento proposto dal consigliere Tatti è stato respinto con 44 voti contrari e 3 favorevoli.

Successivamente il Consiglio ha approvato gli articoli 4 e 5 della legge mentre lo scrutinio finale sul testo ha fatto registrare 31 voti favorevoli e 15 contrari.

Aperta la discussione generale sulla proposta di legge n. 238 (Pietro Cocco e tutti i capigruppo consiliari) “Modifiche alla legge regionale 12 agosto 1997, n. 21” tendente a modificare la disciplina della tassa regionale per il diritto allo studio universitario, il presidente della commissione Pubblica Istruzione, Gavino Manca (Pd), ha fatto richiesta di sospensione dei lavori che il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha accordato.

Alla ripresa della seduta, il capogruppo di Sel, Daniele Cocco, ha annunciato il ritiro del provvedimento “per mancanza di copertura finanziaria dello stesso”. Non avendo riscontrato opposizioni, il presidente dell’Assemblea sarda ha quindi dichiarato conclusi i lavori e annunciato la convocazione della V^ commissione per domani, mercoledì 29 giugno alle 9.30 e quella del Consiglio a domicilio.

Consiglio regionale 1

 

[bing_translator]

Consiglio regionale 23

E’ stata rinviata l’elezione del nuovo vicepresidente di minoranza del Consiglio regionale, in sostituzione di Antonello Peru, consigliere regionale di Forza Italia dichiarato decaduto dall’Assemblea di via Roma.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, il presidente ha comunicato che, per quanto riguarda l’elezione di un vice presidente dell’Assemblea, è stato raggiunto un accordo per il rinvio.

Successivamente l’Aula ha cominciato l’esame del Conto consuntivo del Consiglio per l’anno 2015. Il presidente del collegio dei questori, Piermario Manca, ha sottolineato l’importanza del documento, che consente di confrontare i risultati di esercizio e la previsione di spesa, verificandone la coerenza. Rispetto ad una dotazione complessiva di 66 milioni e 300 mila euro, ha aggiunto Manca, si è verificato uno scostamento di oltre 5 milioni riconducibile ad economie su tutte le voci di spesa.

Prima di passare al voto, il capogruppo di Sdl Roberto Desini ha chiesto se, a differenza degli esercizi precedenti, erano state previste relazioni del collegio dei Questori al completo.

Il presidente Ganau ha risposto negativamente, precisando che la relazione del presidente rappresenta ovviamente tutto il collegio.

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi, intervenendo per fatto personale, ha lamentato che «il collega Desini interferisce ancora sempre sullo argomento; per quanto concerne il bilancio di previsione del 2015 ho motivato la mia astensione, mentre ora ho votato il consuntivo, sia chiaro comunque che non prendo direttive da nessuno».

Al termine di quest’ultimo intervento il Consiglio ha approvato tutti i documeti che compongono il rendiconto: entrate, spese, allegati, rendiconti dei gruppi sul personale il comando, rendiconto finanziario del Corecom.

Prima del voto finale, il consigliere del gruppo Misto Mario Floris ha ricordato che, con una lettera, il presidente dell’Assemblea ha informato i consiglieri sulle possibili ripercussioni negative della riforma costituzionale sulla dotazione organica dei gruppi consiliari. «Io interpreto queste norme in materia diversa e ritengo che il Consiglio abbia gli strumenti per agire a sua tutela», ha detto Floris, «però ritengo che in generale il Consiglio non possa restare assente da grande questione che riguarda tutta politica; propongo quindi una seduta ad hoc per evitare la paralisi delle istituzioni regionali».

Il presidente Ganau ha definito «molto utile» il richiamo di Floris all’argomento oggetto della lettera, scaturita da un dibattito nazionale svoltosi in sede di conferenza dei presidenti dei Consigli regionali, dibattito dal quale il problema prospettato esce in parte ridimensionato anche a seguito di un ordine del giorno sulla materia da parte del Governo nazionale. Si tratta di un segnale positivo, ha concluso il presidente del Consiglio, rispetto al quale occorre comunque non abbassare la guardia ed intensificare il lavoro dei Consigli regionali di concerto con i due rami del Parlamento.

Successivamente il Consiglio ha espresso il voto finale sul rendiconto, con 37 voti favorevoli e 22 astensioni.

Al termine dello scrutinio, il presidente ha comunicato che in base alle decisioni della conferenza dei capigruppo saranno sottoposti all’attenzione dell’Aula due provvedimenti urgenti in materia di lavori pubblici e diritto allo studio; la seduta è stata quindi sospesa per consentire la distribuzione dei documenti.

Alla ripresa dei lavori il presidente Ganau ha aperto la discussione sulla proposta di legge n. 347 “Disposizioni urgenti in materia di Lavori pubblici” firmata da tutti i gruppi di maggioranza e opposizione. Il provvedimento, portato in Aula con la procedura d’urgenza prevista dall’articolo 102 del regolamento, detta le linee per la mitigazione del rischio idrogeologico e per dare soluzioni ad alcune problematiche sul fronte dei lavori pubblici.

Non essendoci iscritti a parlare, il presidente Ganau ha messo in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato dall’Assemblea. Approvati, in rapida successione, anche i quattro articoli del testo di legge: l’art. 1 “Disposizione per la gestione delle piccole dighe”; l’art. 2 “Disposizioni per l’accelerazione degli interventi per la prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico ed altre opere urgenti”; l’art. 3 “Acquisizione di aree strumentali al servizio idrico integrato”; art. 4 “Entrata in vigore”. L’Aula ha poi approvato il testo finale con 44 voti a favore e 2 contrari.

Il Consiglio è quindi passato all’esame del disegno di legge n. 338 per la proroga, fino al prossimo 31 luglio, degli attuali commissari delle Asl.

Il presidente della Commissione Sanità Raimondo Perra, relatore di maggioranza, ha parlato di provvedimento necessario per consentire al Consiglio di approvare la legge che istituisce l’Azienda sanitaria unica regionale (Asur). «La Commissione –ha detto Perra – ha preso atto della richiesta della Giunta approvando il D.L., senza modifiche e con il solo voto della maggioranza, il 17 giugno scorso».

Profonda delusione per la presentazione della richiesta di proroga dei commissari delle Asl ha invece espresso il relatore di minoranza Gianfranco Carta (Forza Italia).

«Secondo la legge 23 del 2014 – ha ricordato Carta – il commissariamento sarebbe dovuto durare quattro mesi, il tempo necessario per avviare la riforma sanitaria. Questo disegno di legge rappresenta invece l’ennesima proroga utile a risolvere i problemi interni alla maggioranza.»

Carta ha quindi elencato i vari interventi adottati da Giunta e Consiglio negli ultimi tempi: dalle precedenti proroghe dei commissari (L.R. 22 del 2015) alla legge 36 del 2015 che prevedeva, entro 30 giorni dall’approvazione, l’istituzione dell’Asur.

«Questa proroghina serve non a consentire un’istruttoria compiuta del disegno organico in Commissione – ha sottolineato Carta – ma esclusivamente a dar modo a una maggioranza che si è mostrata quanto mai divisa e litigiosa, di comporre i propri contrasti interni.»

Il relatore di minoranza ha quindi paventato il rischio che lo strumento della proroga, strumento a cui si dovrebbe ricorre in casi eccezionali, venga invece istituzionalizzata «in deroga alle norme sui requisiti e sulle modalità di nomina degli organi permanenti e in contrasto con la normativa nazionale».

Carta, a nome di tutta l’opposizione, ha concluso il suo intervento annunciando il voto contrario al disegno di legge 338 ed  esprimendo rammarico «per non aver potuto dare il proprio contributo a scrivere un buon testo di riforma nell’interesse di tutti i sardi e del loro incomprimibile diritto alla salute».

Ha poi preso la parola il consigliere Edoardo Tocco (Forza Italia) che, dopo aver lamentato l’assenza in Aula del presidente Pigliaru, ha bocciato senza mezzi termini la proposta di proroga dei commissari delle Asl presentata dalla Giunta.

«E’ un provvedimento farsa – ha detto Tocco – questa fiera prima o poi dovrà finire. Non si vede una strategia sulla sanità. Più volte ho visitato i piccoli presidi della Sardegna dove ho registrato un gran malcontento. I territori si mobilitano e voi siete qui a proporre un’altra proroga dei commissari».

Edoardo Tocco ha ricordato le difficoltà presenti in molti ospedali: dalle lunghe liste d’attesa al Brotzu e all’Oncologico fino ai disagi vissuti dai piccoli nosocomi. «Ciò che più fa specie è che la commissione Sanità non conta più niente – ha rimarcato il consigliere di Forza Italia – serve uno scatto d’orgoglio. Ho paura che la situazione non si risolverà con l’ennesimo commissariamento al 31 di luglio. E’ necessario che raggiungiate un accordo al più presto».

Piermario Manca (PdS) ha annunciato il voto contrario al provvedimento. «Il problema non è dare una proroga ma mettere in evidenza che le persone prorogate non sono all’altezza – ha detto Manca – avevano il dovere di risolvere i problemi per cui sono stati indicati. Sono consapevole che le questioni sono complesse ma alcuni commissari, non solo non riescono a risolvere i problemi più banali, ma anzi li amplificano. A Thiesi, per fare un esempio, manca il servizio ticket e la popolazione è costretta a recarsi alle Poste per il ritiro dei referti,. Si invoca la mancanza di personale, nonostante la Asl di Sassari abbia un +15% di personale amministrativo».

Manca ha quindi invitato la Giunta a una pausa di riflessione. «Forse è meglio fermarsi un attimo e ascoltare i consiglieri eletti. Mio dovere è segnalare con puntualità le storture ed esercitare il mio diritto di controllo – ha concluso Manca – voglio vigilare sulle istituzioni e dare risposte alle persone che mi hanno votato».

Marcello Orrù (Psd’Az), pur riconoscendo la legittimità dei commissariamenti (“diritto di una coalizione che si insedia dopo aver vinto le elezioni”) ha criticato la durata degli stessi. «Non vi siete resi conto che state andando incontro al terzo anno di governo e ancora ci portate un proposta di proroga – ha detto Orrù – due sono le questioni: o i commissari sono talmente bravi oppure c’è un problema all’interno della maggioranza».

Secondo il consigliere sardista, la proroga è uno dei segni della cattiva gestione della sanità sarda. «Da quando vi siete insediati abbiamo assistito a diverse manifestazioni di protesta e alla sofferenza di tante strutture di eccellenza che rischiano la chiusura: pediatria a Sassari, oculistica Ozieri, gli ospedali di Thiesi e Ittiri, etc. C’è una tristezza infinita a constatare l’indebolimento della sanità a Sassari».

Per Orrù, infine, il D.L 338 certifica lo scollamento tra la Giunta e la sua maggioranza. «Le forze politiche che sostengono il governo regionale dichiarano contrarietà a una riforma rivelatasi fasulla. Nonostante ciò, l’atteggiamento borioso della Giunta prosegue, non soltanto nei confronti dei cittadini ma anche del Consiglio e della sua maggioranza. Un’arroganza – ha concluso l’esponente del Psd’Az – che si materializza in questo disegno di legge».

Ignazio Locci (Fi) ha rivolto un richiamo alla maggioranza sulla situazione in cui versa la Sanità sarda, caratterizzata, a suo giudizio, da un disavanzo di 349 milioni di euro che a fine «2016 si stima raggiunga la cifra di oltre 400 milioni di euro». Per Locci è necessario «superare il totem della asl unica e concentrarsi su una nuova governance». «Il problema – ha affermato l’esponente della minoranza – è infatti il governo delle reti di cura e dei processi decisionali e non già un dibattito inutile su quante debbano essere le Asl». Ignazio Locci ha definito un “rattoppo” la proroga dei commissariamenti” ed ha evidenziato che alla sanità sarda serve garantire stabilità e continuità per assicurare servizi migliori e più accessibili. «Impegniamoci a costruire  un sistema di governace utile ai cittadini – ha concluso Locci – e non un sistema legato alle esigenze partigiane della politica».

Il consigliere del Pd, Roberto Deriu, è intervenuto per preannunciare il voto a favore della proroga ma ha dichiarato che il termine del 31 luglio «non è realistico né concreto».

Il consigliere Stefano Tunis (FI) ha affermato in premessa del suo intervento di voler evitare di cogliere “la ghiotta occasione per mettere in evidenza le difficoltà palesi della maggioranza” e di preferire un atteggiamento propositivo sul delicato tema della sanità. «Servono soluzioni – ha affermato l’esponente della minoranza – perché la sanità è il tema che unisce maggiormente i cittadini sardi che oggi temono di perdere ciò che hanno in materia di assistenza sanitaria». Tunis ha quindi criticato il termine del 31 luglio per la proroga dei regimi commissariali:  serve il tempo necessario per approfondire un tema complesso. Il consigliere di Fi ha quindi invitato la maggioranza a “cogliere la disponibilità della minoranza per contribuire a realizzare una riforma efficace e condivisa, perché il costo della sanità è aumentato e la qualità dei servizi è peggiorata, anche  per la cosiddetta discontinuità amministrativa.

Il consigliere dell’Udc, Giorgio Oppi, ha definito la proroga fino al 31 luglio dei commissariamenti “il secondo grande bluff della giunta dopo quello dell’ospedale fantasma del Mater Olbia”. «L’ospedale fantasma di Olbia – ha spiegato l’esponente dell’opposizione – ha come unica realizzazione la trasformazione da agricoli a edificabili dei terreni di proprietà dei Qatarini».

A proposito della proroga Oppi ha elencato glia adempimenti che, qualora la data del 31 luglio sarà approvata, attenderebbero l’eventuale direttore della cosiddetta Asl unica. «Nel mese di agosto – ha proseguito il leader centrista – si dovrebbe costituire un nuovo soggetto giuridico e fiscale, fare una nuova tesoreria, installare nuovi software, sistemare le graduatorie dei concorso, rifare le contrattazioni aziendali, il censimento del patrimonio e  dei rapporti attivi e passivi, rivedere il riparto del fondo nazionale per i vari soggetti del sistema sanitario, l’accreditamento della nuova azienda, adeguare i Cup e tante altre cose che è irrealistico possano essere fatte nel mese di agosto». «Se proroga deve essere – ha concluso Oppi – che proroga sia, prendetevi quindi il tempo necessario per tutte le procedure e sia garantito il rispetto delle istituzioni».

Il consigliere dei Riformatori, Michele Cossa, si è detto “imbarazzato” dai termini della discussione e sui contenuti del  provvedimento («il  commissariamento è la prova della voracità dei partiti della maggioranza»). L’esponete della minoranza ha quindi ricordato la proposta di legge avanzata dal suo gruppo consiliare che prevede la proroga dei commissari nelle Asl fino al 31 dicembre 2016 ed ha evidenziato come sia del tutto assente una “valutazione sull’operato dei commissari che sono espressione della Giunta regionale con mandato e limiti precisi”. Cossa ha quindi criticato l’attuale gestione della sanità e delle Asl in particolare («assistiamo a cosa mai viste, ad incominciare dalla vendita del pesce nei sotterranei dell’ospedale Brotzu a Cagliari»). «La Asl unica – ha dichiarato Cossa – è l’unico modo per riportare a razionalità un sistema che non ha più controllo ma il penultimatum del 31 luglio è una data non realistica che dimostra come il centrosinistra non sarà in grado di fare alcuna seria riforma del sistema sanitario in Sardegna».

Il consigliere Oscar Cherchi (Forza Italia), iniziando con una sintesi, ha parlato di «una leggina che chiede l’ennesima proroga dopo due anni e quattro mesi dall’insediamento del centro sinistra al governo della Regione: un fallimento totale come ammesso da qualche collega della maggioranza, per cui diligentemente voterò contro e diligentemente condivido la proposta dell’opposizione». La scadenza di fine luglio, ha proseguito, «non è troppo lunga o troppo breve, non ci doveva nemmeno essere, noi critichiamo la maggioranza perché i risultati non ci sono e non basta essere un bravo medico per essere anche un bravo assessore della Sanità; non basta mettere assieme un cartello elettorale per governare bene la sanità sarda». Questa norma non deve neanche essere votata, ha concluso, «che la maggioranza trovi condivisione se ci riesce, altrimenti si nominino i direttori generali, almeno avremo una amministrazione stabile».

Il consigliere Gianni Tatti (Udc) si è detto in disaccordo con il collega Manca quando sostiene che le persone non sono all’altezza dei compiti assegnati. In realtà, ha sostenuto, «è la Giunta che non ha il coraggio di metterci la faccia e chiede ai commissari di agire per interposta persona a cominciare dal riordino della rete ospedaliera; è questa politica che sta andando contro tutti e forse a favore di qualcuno e sta distruggendo i servizi sul territorio». E’imbarazzante, ha ricordato, «vedere i consiglieri regionali eletti nelle zone interne che nei territori sfilano alle manifestazioni e poi votano tutto quello che decide la Giunta, come accaduto proprio pochi giorni fa nel Sarcidano; dovete parlare anche qui, dire che siete contro il taglio dei servizi, degli ambulatori, dei laboratori di analisi nei paesi e nelle città, contro il blocco del turn over, spiegare perché in ogni territorio stanno nascendo comitati spontanei di cittadini a difesa del diritto alla salute». Nell’azione dei commissari nominati dalla Giunta, ha terminato Tatti, «c’è anche molto materiale per la commissione di inchiesta, come i 750 euro a notte pagati ad un anestesista all’ospedale di Isili dove la sala operatoria è chiusa; non sono per l’antipolitica ma queste sono schifezze».

Il consigliere Chistian Solinas (Psd’Az), dopo aver affermato che i colleghi Deriu, Tunis e Oppi hanno detto cose ragionevoli, ha dichiarato di non essere scandalizzato dalla proposta di proroga in relazione a portata di riforma ma piuttosto, «lascia perplessi la data del 31 luglio con le criticità che abbiamo di fronte, con un modello di riforma che non sembra confortato da analisi ed indicatori ex ante ed ex post per sapere se si risparmierà o si spenderà di più; c’è invece un modello scientifico (ed anzi occorrerebbe una riflessione in più comparando le migliori esperienze dell’Italia, d’Europa e del Mondo) secondo il quale il modello della Asl unica è abbastanza in discussione ed i primi effetti concreti dicono che servono correzioni». Allora, si è chiesto Solinas, «perché questa fretta, senza valutazioni corrette ed una riflessione di tutta l’Aula? Al cittadino non interessano direttori o modelli organizzativi ma la qualità di servizi, la lunghezza liste d’attesa, le file al pronto soccorso o per le visite specialistiche; prima bisogna lavorare su questo studio (ce ne sono tanti altri disponibili) poi viene tutto il resto». Ha fatto bene il presidente Pigliaru, ha detto in chiusura il consigliere sardista, «a riaffermare le proprie competenze sui tempi della verifica ma, allo stesso modo, le forze politiche dovrebbero avere la forza per riaffermare che neanche il Consiglio può farsi dettare i tempi di riforme strutturali; se non difendiamo queste prerogative mettiamo in discussione noi stessi».

Il consigliere Paolo Truzzu Misto-Fdi) ha criticato il fatto che «alcuni della minoranza hanno spostato altrove il dibattito sulla Asl unica ma io, invece, non voglio rinunciare a denunciare le responsabilità della maggioranza pur condividendo la necessità di andare oltre le appartenenze, e ricordare a tutti cosa è successo in questi due anni». La legislatura, ha sostenuto, «è iniziata sapendo che la sanità era il problema dei problemi e la verità è che dopo due anni e mezzo siamo a bomba, la situazione è anche peggiorata e la sanità sta sottraendo ancora risorse al bilancio regionale». Questo è accaduto, ha annotato Truzzu, «perché il problema della sanità non è stato affrontato e non si sa che obiettivi seguano i commissari; anzi ognuno ha creato un suo califfato dove si vedono cose buffe, da una parte il blocco assunzioni e dall’altra si inventano posti di lavoro». La proroga, ha concluso soffermandosi sul merito del provvedimento, «semmai andrebbe legata ad una vera riforma, altrimenti tanto vale lasciare i commissari dove sono; politicamente, piuttosto, è ora che qualcuno si assuma qualche responsabilità dopo due anni e mezzo, in caso contrario la maggioranza ha dimostrato di non avere una consistenza, mandando ai sardi il messaggio devastante che nella sanità non è cambiato niente».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha parlato di una sanità che «registra dappertutto un momento di arretramento della qualità dei servizi rispetto al bisogno di salute; questo è il problema, un complesso di cose che riguarda l’organizzazione ed il funzionamento del sistema; sotto questo profilo chiedo alla maggioranza se ritenga di essere coerente dopo aver annunciato, in campagna elettorale, una vera e propria rivoluzione in sanità addossando tutte le colpe di ciò che non funziona al centro destra». Ora, ha aggiunto Dedoni, cosa è rimasto di quegli annunci? «Era solo propaganda e due anni e mezzo sono passati invano perché non ci sono stati confronti istituzionali ma trattative di potere; il problema non è la Asl unica ma verificare quanto fanno i commissari in materia di contratti, appalti ed assunzioni, è piuttosto quello dell’assenza di un vero progetto per la sanità sarda del futuro». Noi pensiamo, ha detto infine, «che la nostra Asl unica valga solo per personale ed acquisti lasciando autonomia ai territori ed è molto diversa dalla vostra».

Il capogruppo di Sel Daniele Cocco ha osservato che «molti colleghi dell’opposizione hanno sbagliato la tempistica perché all’ordine del giorno c’è la proroga dei commissari e non la riforma della sanità di cui avremo modo di parlare molto a lungo; siamo consci di tutti i problemi del servizio sanitario regionale ed anche del fatto che per molti non abbiamo trovato soluzioni». Tuttavia, ha continuato, «questo è accaduto non per colpa dell’assessore ma perchè ha messo in campo una squadra che non ha giocato come collettivo e non ha risposto alle aspettative, dimenticando che in questa fase ci si deve attenere solo agli atti ordinari e non è sopportabile che alcuni istituiscano nuove strutture complesse e semplici perché questo non lo accettiamo; così come non accettiamo che si facciano oggi atti di portata decennale, come quelli relativi ad da 90 unità provenienti dalle agenzie». Chiedo all’assessore, ha sollecitato Cocco, «un intervento di massima urgenza che blocchi immediatamente le delibere, perché non vorrei che qualcuno si faccia riconoscere generose indennità; ma non è giusto sottolineare solo le cose che non vanno, ce ne sono anche di buone come la decisione di prolungare il termine delle manifestazioni di interesse per la ricerca dei manager, bene così dimostreremo che saranno scelte le professionalità migliori».

In apertura del suo intervento, il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu, ha ironicamente proposto una modifica del titolo del D.L in “Norme sulla politica del rinvio, del rinnovo delle poltrone e delle finte proroghe”. L’esponente della minoranza ha stigmatizzato la decisione della Giunta di procedere a un’ulteriore proroga dei commissari delle Asl: «La riforma del sistema sanitario prevedeva un termine di 4 mesi per il commissariamento delle Asl – ha sottolineato Rubiu – per cinque volte consecutive siete riusciti ad andare contro questo termine.
La Giunta si occupa di proroghe e non dei veri problemi della Sardegna».

Il capogruppo dell’Udc ha quindi segnalato la difficile situazione di alcune strutture territoriali come il Cto di Iglesias e il San Marcellino di Muravera. «Il pericolo è che con la Asl unica questi presidi vengano smantellati – ha rimarcato Rubiu – eppure la legge 23 andava in un’altra direzione. Il processo di riforma si è arenato. Non è servita la lezione che gli elettori hanno dato all’attuale maggioranza: le ultime elezioni amministrative hanno punito il centrosinistra ed evidenziato che la Sanità è il principale tema di scontro. Il diritto alla salute riguarda tutti».

Gianluigi Rubiu ha proseguito il suo intervento sottolineando i problemi interni alla maggioranza sulla Asl unica: «Per aggirare le difficoltà si ricorre al più vecchio degli espedienti: rinviare per tirare a campare – ha concluso il consigliere di minoranza – gli attuali commissari prendono decisioni senza controllo. La richiesta di proroga è, di fatto, una bocciatura per l’assessore. L’Udc è per il riordino della sanità, il piano deve passare da una maggioranza solida e certa, in grado di dare risposte. Si scivola invece nella politica dei rinvii e dei rimandi».

Alle accuse del centrodestra ha replicato sarcasticamente il capogruppo del Pd Pietro Cocco. «Sembra di assistere a una commedia – ha esordito Cocco – qui sembrano tutti scolaretti alle prime armi, persone che non hanno mai partecipato alla gestione della cosa pubblica. Quando ci siamo insediati nel 2014 la Sanità funzionava a meraviglia, il sistema era riformato, le Asl non venivano commissariate e i conti erano a posto. Questo per dire che nessuno ha la bacchetta magica. Ciò che ho sentito stride con l’onestà intellettuale. Quando parliamo di diritto alla salute, parliamo di un valore assoluto, la bussola e il punto di riferimento a cui tutti dobbiamo guardare».

Cocco ha quindi ribadito la volontà della maggioranza di procedere alla riforma della sanità sarda. «Noi diciamo che vogliamo fare una proroga di un mese, probabilmente non basterà, ma diciamo anche che la riforma la facciamo – ha rimarcato Cocco – una parte è stata fatta con la legge 23 che ha introdotto il riordino della rete ospedaliera e disegnato un nuovo sistema di emergenza-urgenza. Dopo 20 anni la Regione si è dotata di un piano di servizi sanitari che non c’era. Le fibrillazioni interne alla maggioranza sono una cosa normale. Ci sono forze con ideali diversi, questo è un valore aggiunto. Noi la legge la faremo. Ciò che conta è il risultato, il lavoro dell’assessore è complicato ma arriverà a compimento».

Secondo il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, sulla sanità si è aperta una vera e propria crisi politica per il centrosinistra: «C’è uno scontro all’interno della maggioranza che avrebbe dovuto indurre Pigliaru ad essere presente in Aula per rendersi conto di cosa sta succedendo – ha detto Pittalis – minimizzare non vi serve e non serve alla Sardegna».

Pietro Pittalis ha quindi paragonato Pigliaru ad Attilio, soldato romano diventato santo festeggiato oggi 28 giugno.  «Attilio si trovò di fronte a un grande dilemma: scegliere tra gli ordini dell’imperatore e il volere della Chiesa. Per questo venne condannato a morte – ha ricordato Pittalis – Attilio è la fotografia di un presidente regionale che vive nel perenne dilemma del fare o non fare, essere o non essere. E’ una rappresentazione tragicomica dell’immobilismo che ha caratterizzato leggi come quella sugli Enti locali o Forestas, stessa situazione sui trasporti (con le compagnie aeree che scappano). Per due anni e mezzo avete passato il tempo a denunciare le politiche fallimentari del centrodestra sulla sanità. Oggi vi presentate non con la riforma ma con un’ulteriore proroga dei commissari delle Asl».

Successivamente, Pittalis ha rivolto una critica al presidente della commissione Sanità Raimondo Perra: «Non si può sostenere in una relazione di maggioranza che la proroga dei commissari serve per consentire al Consiglio di approvare la riforma sanitaria – ha affermato Pittalis – non riversate la responsabilità sul Consiglio, i ritardi dipendono dalla maggioranza. Ci si chiude nelle stanza del Partito democratico per decidere cosa fare sulla Sanità. Vi lamentate della nomine Isre ma non è questo il problema, lamentatevi di cosa non fate per la sanità».

Pietro Pittalis è quindi tornato sul tema politico: «Due anni e mezzo sono passati, si rimandano le decisioni per rinviare la questione degli assetti di Governo. Vi stanno chiedono il rimpasto, c’è un problema o no?  E’ la stessa maggioranza a dire che l’azione della Giunta è fallimentare – ha concluso il capogruppo azzurro – la politica seria è assente. Intanto la situazione della Sardegna è sempre più drammatica» 

L’assessore della Sanità Luigi Arru ha escluso che “la sanità sarda sia allo sfascio come sembrano affermare gli esponenti dell’opposizione” ed ha quindi invitato la minoranza consiliare “a confrontarsi sui dati”, ricordando però come, per decisioni assunte nella passata legislatura “la Sardegna è scomparsa dagli indicatori dei Lea”.

L’assessore ha quindi evidenziato i positivi risultati raggiunti dai commissari nelle Asl, ad incominciare dai risparmi conseguenti dalla gara unica per l’acquisto degli ausili («quando c’erano centinaia di carrozzine buttate nei magazzini»).

Luigi Arru ha quindi riaffermato l’attenzione per le zone interne dell’Isola: «Non stiamo togliendo servizi ma vogliamo investire sulla prevenzione e non su ospedali che vengono occupati al 50% della potenzialità». L’esponente della Giunta ha inoltre invitato i consiglieri a valutare le politiche sanitarie nella sua completezza ed ha elencato una serie di azioni positive nelle gestioni (l’appalto per le nuove cliniche a Sassari e il triplo dei trapianti del 2015, nonché lo sforzo per garantire 50 milioni da destinare ai farmaci per l’epatite “c”). L’assessore ha, dunque, difeso l’istituzione della Asl unica ed ha escluso che ci siano studi o dossier che possano inficiarne l’efficacia («è vero che il trend è avere macro aree con 500mila abitanti ma dobbiamo testare il sistema e per questo ci servono i monitoraggi come quelli trimestrali che facciamo sulle gestioni delle Asl»). «Esaltiamo le cose positive – ha insistito l’assessore – ricordiamoci l’eccellenza di Olbia per le cure palliative territoriali e teniamo presente che c’è bisogno di servizi e non di ospedali occupati al 50%».

«Io non ci sto a dare l’immagine dello sfascio per la sanità sarda – ha concluso Arru – e la Asl unica sarà importante non solo per 30% di economie nelle macro acquisizioni ma perché permetterà la creazione di un’ agenda unica per il governo clinico, così come riconosco l’esigenza di migliorare la nostra azione ed è per questo che abbiamo bisogno di un nuovo modello organizzativo, di una rete di garanzie proporzionale al rischio e di continuare a lavorare per migliorare la salute».

A conclusione dell’intervento dell’assessore della Sanità il capo gruppo del Pd, Pietro Cocco, ha chiesto un minuto di sospensione che il presidente del Consiglio ha accordato ed alla ripresa l’Aula ha approvato il passaggio agli articoli, dopo che il consigliere dell’Udc, Gianni Tatti, aveva dichiarato voto contrario. Aperta la discussione sull’articolo 1 (proroga dei termini) del Dl 338, il consigliere di Forza Italia, Marco Tedde, ha duramente criticato l’operato dei commissari ed anche l’intervento in Aula dell’assessore Arru. «Ricordi l’assessore – ha dichiarato Tedde – quando un capogruppo di maggioranza ha definito “marcia” la gestione delle Asl in Sardegna». «La verità – ha proseguito l’esponente della minoranza – è che sono i commissari e non la Giunta a riorganizzare la sanità sarda che continua ad essere gestita completamente dalla politica in spregio al programma declinato in quest’Aula dal presidente Pigliaru».

Dopo l’intervento del  consigliere Tedde il presidente Ganau ha informato l’Aula che sono stati presentati due emendamenti: il primo, soppressivo totale dell’articolo 1 e il secondo che proroga i commissari fino al 31 agosto 2016. La commissione ha espresso parere contrario all’emendamento 1 e favorevole all’emendamento 2 .

E’ poi intervenuto Michele Cossa (Riformatori sardi) che  ha detto che l’assessore Arru non ha risposto al tema più importante.  Il problema che abbiamo posto da settimane – ha detto Cossa  – è la legittimità degli atti che pongono in essere i commissari.  Questi commissari stanno danno incarichi, stanno facendo concorsi, istituendo strutture complesse, blindando posizioni. E la giunta non dice nulla. Questi commissari hanno dei limiti – ha chiesto – o possono agire in maniera indiscriminata?  Inoltre, è necessario introdurre degli elementi di valutazione per l’operato di questi commissari.  Spesso ci sono elementi di comportamento non virtuoso. Alessandra Zedda (Forza Italia Sardegna)  ha detto di non voler discutere sulla buona fede dell’assessore alla sanità ma non si può far passare il trio Soru-Dirindin-Gumirato come il migliore del mondo. Voi avete detto che avreste migliorato  i servizi sanitari – ha aggiunto – ma niente è stato fatto.  Noi non vogliamo sparare sulla Croce rossa, ma siamo convinti che le risposte ai cittadini che soffrono bisogna darle. Quindi nessuno accusa l’assessore ma bisogna evitare di fare proclami.

L’emendamento n. 1, soppressivo totale dell’articolo 1, è stato bocciato (votanti 54, sì 24, no 30) .

Sull’emendamento 2, che proroga la data al 31 agosto 2016, Stefano Tunis ha detto, ironicamente, che far slittare di un mese la data del fallimento  sposta dal pericolo di dover svolgere campagna elettorale ad agosto. Tunis ha confermato il voto contrario all’emendamento. E’ poi intervenuto Marco Tedde (Forza Italia Sardegna) che  ha detto che l’emendamento 2  è la certificazione che non è la maggioranza che proroga i commissari ma è il contrario. Si arriva al 31 agosto esautorando sia la commissione che il Consiglio.   

L’emendamento 2, su cui c’era il parere favorevole della commissione, è stato approvato. (Presenti 52, sì 30, no 22). Sono stati approvati gli articoli 1 (sì 30, no 25), 2 (sì 30, no 25) e l’intera legge (presenti 55, sì 30, no 25). 

[bing_translator]

Palazzo del Consiglio regionale 3 copia

La commissione di inchiesta sull’efficienza ed i costi del sistema sanitario regionale, presieduta dall’on. Attilio Dedoni (Riformatori sardi) ha sentito in audizione i rappresentanti sindacali dei medici e degli infermieri.

Angela Vacca, della Fum, ha richiamato l’attenzione della commissione su un dato strutturale molto a suo giudizio molto preoccupante che riguarda i servizi veterinari: su 350 sanitari pubblici circa 150 hanno superato i 60 anni ed una situazione analoga si registra anche nel personale tecnico ed amministrativo. «E’ urgente quindi – ha affermato – dare corso al turn-over per evitare gravi conseguenze sul sistema nei prossimi 4-5anni. Per quanto concerne le realtà ospedaliera, vi sono molti punti del contratto che devono ancora essere definiti, a cominciare dalle differenze normative e retributive che si registrano nelle diverse aziende per gli stessi incarichi». Sul problema della Asl unica, infine, Vacca ha espresso una valutazione negativa sostenendo che «non sarà certo la soluzione perché, in concreto, è sempre mancato il controllo della Regione sul sistema sanitario».

A nome della Uil medici Rosanna Pintore ha ripreso il tema della carenza di personale, «che rende molto più difficile la gestione quotidiana delle attività e pesa in negativo sulla funzionalità della sanità sarda; c’è il rischio che fra pochi anni il sistema arrivi al collasso a causa dello stress degli operatori, col risultato che aumenteranno i viaggi della speranza fuori della Sardegna e la spesa pubblica del settore».

«Il sistema sanitario regionale – ha dichiarato Luigi Mascia, della Cimo – si è progressivamente snaturato perché molti medici svolgono di fatto mansioni esclusivamente burocratiche e la componente amministrativa, che secondo la normativa nazionale non dovrebbe superare il 7%, in Sardegna è doppia e quasi tripla; è necessaria perciò una radicale inversione di tendenza.»

Sempre in materia di personale Enrico Giua (Anpo-primari) ha messo l’accento sulla presenza «di aree molto consistenti di precariato fra i medici, con contratti che vengono rinnovati di 6 mesi in 6 mesi in molti casi da oltre 10 anni». Parlando del riassetto della rete ospedaliera, secondo Giua non ci potrà essere «senza prima predisporre una rete efficiente di servizi sul territorio; cominciando dal vertice ci saranno conseguenze negative sui pazienti soprattutto nelle zone interne dell’Isola».

L’equilibrio fra la rete ospedaliera e quella dei servizi sul territorio è stato al centro anche dell’intervento di Susanna Montaldo (Anaoo-Assomed) per la quale «il sistema regionale è privo di meccanismi efficaci di controllo della spesa ed anzi si assiste alla continua proliferazione di servizi, con relativo aumento di costi, mentre nelle strutture sarde il personale lavora in condizioni di emergenza, sia per l’entrata in vigore della nuova normativa europea sugli orari di lavori che per le carenze delle piante organiche».

Cesare Iesu, dell’Aaroi-Emac ha criticato in primo luogo la mancata applicazione della legge relativa alla terapia del dolore, anch’essa a suo avviso “fonte di sprechi” evidenziando inoltre le gravi lacune del servizio di emergenza-urgenza, «indispensabile per dare un assetto razionale alla rete, invece la gara per l’elisoccorso è ancora al palo e in queste condizioni, ad estate già cominciata, rischiamo di non poter trasferire i pazienti da una struttura all’altra prima di 6-7 ore, in certe zone della Sardegna”.

Alessandro Nasone (Nursind-infermieri) ha detto che «il sistema sanitario regionale è troppo costoso perché non è mai stato organizzato mettendo al centro il cittadino come utente del servizio pubblico; i ricoveri ospedalieri hanno costi elevatissimi mentre sarebbe possibile risparmiare risorse ingenti curando molti pazienti presso le strutture del territorio o, quando possibile, a casa». «Le priorità della riforma – ha osservato – vanno invertite, prima bisogna pensare alle cure territoriali e poi a quelle ospedaliere, che vanno riservate ai casi acuti non parla dei pazienti ma degli incarichi».

Gianluca Chelo, anch’egli di Nursind, ha ricordato fra l’altro che anche nella professione infermieristica esiste un problema «di età avanzata e di carichi di lavoro fortemente appesantiti dalla carenza delle piante organiche». Quanto alla crescita anomale degli accessi impropri agli ospedali, Chelo ritiene che ciò sia riconducibile «alla scarsa efficienza delle rete territoriale e domiciliare, un vuoto del sistema che potrebbe essere colmato sia con il potenziamento delle strutture di base che con l’istituzione della nuova figura dell’infermiere di famiglia».

Al termine degli interventi dei rappresentanti sindacali si è sviluppato all’interno della commissione un ampio dibattito nel corso del quale hanno preso la parola i consiglieri regionali Roberto Deriu (Pd), i capigruppo di Sdl Roberto Desini, di Sel Daniele Cocco e di Cps Pierfranco Zanchetta ed Emilio Usula (Soberania-Indipendentzia). Tutti, con sottolineature diverse, hanno manifestato l’esigenza di correggere l’accesso della componente amministrativa nelle aziende sanitarie sarde, sollecitando in proposito l’acquisizione di dati certi e dettagliati. Inoltre, sono state segnalate con forza le anomalie provenienti da alcune realtà riguardanti, a parte il surplus di personale amministrativo, l’istituzione di nuovi servizi, la larga discrezionalità delle commissioni di concorso, le assunzioni non giustificate, gli aumenti di spesa immotivati; tutti elementi che, secondo i consiglieri, configurano una sorta di sconfinamento dei commissari delle Asl rispetto ai limiti del mandato loro assegnato.

Il presidente della commissione Attilio Dedoni, nelle conclusioni, ha dichiarato che la richiesta di dati certi ed aggiornati sulla composizione del personale delle Asl «è una richiesta quanto mai opportuna, perché nessun cambiamento sarà possibile se non preceduto da un intervento incisivo sulle risorse umane ed il loro corretto utilizzo». Quanto all’eccessivo potere in capo alle figure dei commissari, a giudizio di Dedoni, «è presente in tutte le aziende, dove i commissari hanno operato come figure autonome al di là del perimetro tracciato dell’ordinaria amministrazione; sono emersi alcuni fatti gravi di cui ritengo che altre istituzioni dovranno occuparsi».

 

 

 

[bing_translator]

“Opportunità per il volontariato nel Mediterraneo” è il tema del seminario di studio e del convegno internazionali che venerdì 17 e sabato 18 giugno vedrà riuniti a Cagliari i rappresentanti di sei paesi (Italia, Tunisia, Spagna, Libano, Grecia e Portogallo), chiamati a dibattere sul ruolo che le organizzazioni di volontariato possono avere in un momento di crisi economica ed umanitaria che investe le due sponde del Mediterraneo. All’iniziativa, organizzata da Sardegna Solidale e Co.Ge Sardegna, partecipano i partner del Centro di Servizio per il Volontariato “Sardegna Solidale” per il Programma Eni CBC “Bacino del Mediterraneo”.

La due giorni si aprirà venerdì 17 a partire dalle ore 10.00 nell’Aula Magna “A. Boscolo” presso la Cittadella Universitaria Monserrato. Qui si terrà la presentazione del programma di cooperazione transfrontaliera ENI CBC “Bacino del Mediterraneo”, promossa dalla Regione Sardegna.

A partire dalle ore 16.30 ci si sposta nel complesso universitario di Sa Duchessa, in via Is Mirrionis 1. L’Aula Motzo (2° piano) della facoltà di Scienze Umanistiche ospiterà il convegno sul tema “Cooperazione Internazionale e Sviluppo” promosso dalla Rete Sarda della Cooperazione Internazionale, da Sardegna Solidale e dal Co.Ge Sardegna in collaborazione con Libera International e con il progetto “Le Trame del Mondo” (finanziato dalla Fondazione con il Sud).

Il convegno vedrà la partecipazione di Laura Chessa (componente del nucleo di ricerca sulla desertificazione presso l’Università di Sassari), Tonio Dell’Olio (responsabile Libera International), Michele Demontis (Rete Sarda della Cooperazione Internazionale), Aide Esu (Università di Cagliari), Giampiero Farru (presidente Csv Sardegna Solidale), Bruno Loviselli (presidente del Comitato di Gestione fondi speciali per il volontariato – Sardegna), Quirico Migheli (Università di Sassari), Angelo Pittau (presidente del comitato promotore del Csv Sardegna Solidale) e Giovanni Sistu (Università di Cagliari). Coordina il dibattito il giornalista Vito Biolchini.

Al convegno prenderanno parte anche i partner di Sardegna Solidale per il Programma Eni CBC “Bacino del Mediterraneo” provenienti da Portogallo, Spagna, Grecia, Libano e Tunisia.

La due giorni si concluderà sabato 18 presso la Sala Conferenze dell’Hotel Panorama, in viale Diaz 231 a Cagliari, con il seminario (in lingua inglese) dal tema “Opportunities for Volunteering in the Mediterranean: development of a common project idea”. All’iniziativa, in programma dalle ore 9.00 alle 18.00, parteciperanno la tunisina Adel Azzabi (Association des Habitants d’El Mourouj 2 de Tunisie) lo spagnolo Vicente Ballesteros Alarcón (Plataforma del Voluntariado de España – Universidad de Granada), il libanese Shaden Beydoun (Association for Social Empowerment & sustainable environment in the Mediterranean), Giampiero Farru (presidente Sardegna Solidale), il greco Alkisti Macrynikola (Grecia GloVo – Global Volunteers Platform, Atene), il tunisino Yamoun Messaoud (fondatore e presidente di Association de la memoire de la terre de Tunisie), il professor Giovanni Sistu (Università di Cagliari), e il portoghese João Teixeira (Confederação Portuguesa do Voluntariado). Ai lavori parteciperanno anche i membri dell’equipe formativa OpenMed Emanuele Cabras, Daniele Cocco e Ihab Rizk Soliman.