22 November, 2024
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I consiglieri regionali di Leu Sardigna Eugenio Lai e Daniele Cocco, hanno presentato una mozione con la quale chiedono alla Giunta regionale l’impegno a stanziare subito le risorse per riconoscere l’indennità di rischio ex art 44 del contratto collettivo 95/98 a tutti gli operatori sanitari.

«La fase storica che stiamo vivendosostengono Eugenio Lai e Daniele Coccodimostra quanto i nostri operatori sanitari non solo siano indispensabili e professionali per garantire la salute pubblica ai cittadini, ma anche di tutti i rischi a cui quotidianamente sono esposti. Per questoconcludono i consiglieri di LeU Sardignachiediamo che immediatamente la Giunta regionale ed il Presidente si attivino per riconoscere l’indennità di rischio, troppo frettolosamente revocata, a tutti gli operatori sanitari.»

 

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«Oggi, per la prima volta nella storia dell’Autonomia regionale, il bilancio è stato discusso utilizzando la procedura d’urgenza che, come è noto, necessita della condivisione di tutte le forze politiche del Consiglio regionale e permette di saltare i lunghi passaggi istruttori previsti dal regolamentoLa nostra decisione è stata dettata dal senso di responsabilità: la Sardegna non avrebbe potuto affrontare l’emergenza di questi giorni in esercizio provvisorio. Purtroppo le lentezze accumulate dalla Giunta regionale nel corso dei mesi scorsi non hanno consentito al Consiglio di discutere per tempo il piano regionale di sviluppo, il bilancio e la legge di stabilità, documenti complessi attesi da mesi e trasmessi al Consiglio solo due giorni fa. Ci auguriamo che in futuro, anche in ragione della necessità di mettere in campo subito le politiche finanziate oggi, ciò non accada più: non sempre sarà possibile intervenire in extremis per sopperire all’inerzia di chi ha doveri e responsabilità.»

I consiglieri regionali del Centrosinistra Francesco Agus, Gianfranco Ganau e Daniele Cocco commentano così la rapida approvazione della Finanziaria regionale.

«Il testo approvato oggi in Aula è frutto di un accordo indispensabile tra maggioranza e opposizione che ha permesso di eliminare dalla proposta iniziale ogni intervento finanziario non strettamente necessario in questa fase e concentrare le risorse nell’emergenza. Questo consentirà lo sblocco immediato di oltre 60 milioni di euro per interventi urgenti per contenere gli effetti dell’emergenza in corso e alleviare le sofferenze che stanno vivendo le imprese e i lavoratori della Sardegna – concludono Francesco Agus, Gianfranco Ganau e Daniele Cocco -. Nel proseguo dell’emergenza continueremo a non far mancare il nostro contributo attento e costruttivo, così come abbiamo fatto nei giorni scorsi suggerendo alla Giunta regionale una serie di azioni urgenti che ci auguriamo vengano celermente messe in atto.»

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Il gruppo consiliare di LeU Sardigna esprime piena solidarietà ai componenti della Casa del Popolo di Carbonia, dopo che ignoti la notte scorsa hanno, con scritte sui muri, inneggiato al fascismo e al duce.

«La bella esperienza della casa del Popolo di Carbonia rappresentante di una esperienza di mutualità, solidarietà e cooperazione – scrivono in una nota i consiglieri Eugenio Lai e Daniele Cocco – merita sostegno e incoraggiamento e non sarà di sicuro qualche balordo fascista a fermarne l’azione.»

La commissione Sanità, presieduta da Domenico Gallus (Udc) ha ascoltato i rappresentanti delle associazioni dei malati oncologici.
In tutti gli interventi (hanno parlato Maria Grazia Caligaris di Socialismo, diritti e riforme, Alfredo Schirru della Lilt di Cagliari, Francesca Pisu di Sinergia territoriale, Salvatore Piu di Cittadinanza attiva, Vanna Fenu del Comitato ex pazienti di Decimomannu, Giorgio Vargiu di Adiconsum e Mercedes Licheri della Lilt di Oristano) è stata sottolineata la necessità di migliorare il rapporto con le istituzioni regionali, chiamate a dare risposte, punti di riferimento e prospettive ai malati oncologici, aprendosi di più al contributo propositivo e qualificato dell’associazionismo.
Secondo i rappresentanti dei pazienti la qualità complessiva del servizio sanitario in oncologia è peggiorata, soprattutto a causa della politica degli “accorpamenti” portata avanti sia negli anni precedenti (Businco-Brotzu) che annunciata per il futuro (Policlinico universitario).
Al di là dei problemi più evidenti della chemio-terapia nel centro di riferimento regionale del Businco di Cagliari, emerge che tutta la struttura è in grande sofferenza: ritardi nella diagnostica (con liste d’attesa di 40/50 giorni) nell’utilizzo della sale operatorie (attese di 6/8 ore) e, sul piano organizzativo, nella predisposizione del registro regionale dei tumori. In definitiva, i disagi per i pazienti sono aumentati perché manca ancora una “rete oncologica territoriale” che metta al centro la specificità del paziente e della sua famiglia e garantisca alle persone, oltre alle cure, il necessario supporto psicologico.
Qualcosa si sta muovendo, hanno detto ancora le associazioni esprimendo apprezzamento per le nuove strutture del Santissima Trinità ed Is Mirrionis, ma ciò che più interessa è una nuova prospettiva dell’oncologia in Sardegna che auspichiamo sia anche il risultato di una condivisione delle scelte e degli obiettivi.
Nelle conclusioni il presidente Domenico Gallus ha affermato di «condividere molti dei contenuti che le associazioni hanno sottoposto alla commissione. Non ho mai provato grande entusiasmo per gli accorpamenti, ha affermato, e comunque li discuteremo entrando nel merito prestando la massima attenzione al paziente ed alla qualità del servizio».
«Sono convinto – ha aggiunto Domenico Gallus -, che una buona riforma debba essere fondata sul decentramento e non sui grandi ospedali, perché sul territorio si fa meglio la prevenzione, si risparmia e le risposte sono più rapide ed efficaci. Concentreremo quindi il nostro impegno, fra l’altro, proprio nella costruzione di una “rete” oncologica efficiente.
Il supporto psicologico ai pazienti oncologici è l’elemento centrale di una sanità che guarda al futuro e vuole crescere. E’ vero, ha precisato, che in questi anni l’oncologia ha fatto molti passi avanti ma non bisogna dimenticare la percezione delle persone che associano il concetto di tumore a quello di “male incurabile”, con tutto ciò che questo comporta.»
Il vice presidente Daniele Cocco si è invece soffermato sul problema delle strutture di breast unit in Sardegna ribadendo la volontà di migliorare anche con questi strumenti la qualità del servizio pubblico. Riprendendo, infine, le affermazioni del presidente Domenico Gallus ha condiviso la scelta di accompagnare le buone cure ad un supporto psicologico dei pazienti, mettendo l’accento sul fatto che il malato oncologico ha il particolare bisogno di sentire attorno a sé un “ambiente” inclusivo, positivo ed accogliente.

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Il capogruppo di Liberi e Uguali in Consiglio regionale Daniele Cocco ha presentato un’interrogazione sull’esclusione di alcuni Presidi Ospedalieri regionali dal servizio antincendio.

«La sicurezza antincendio nei presidi ospedalieri della regione rappresenta una componente importantissima del sistema ospedaliero la cui mancanza – o parziale applicazione – compromette la capacità di un presidio sanitario di fornire un’adeguata assistenza medica con immaginabili gravi conseguenze nel caso che si verifichino guasti o incendi di apparecchiature e impianti – spiega Daniele Cocco -. Ritengo indispensabile che il servizio di vigilanza antincendio venga esteso a tutte le strutture regionali garantendo inoltre le necessarie risorse per la formazione del personale da impiegare ed attualmente vi sono solo 16 strutture in cui è stato attivato con estrema urgenza il servizio aggiuntivo di sorveglianza attiva antincendio – per le quali sono in fase di espletamento da parte di ATS le procedure di affidamento del nuovo servizio – mentre per i restanti Presidi Ospedalieri sardi e in quasi tutti i poliambulatori territoriali dell’ATS manca completamente.»

Con l’interrogazione il consigliere regionale chiede al presidente della Regione e all’assessore della Sanità di conoscere quali siano i criteri che hanno determinato la scelta dei presidi ospedalieri a cui è stato esteso il servizio antincendio e quali azioni intendano adottare, o far adottare, al fine di sanare questa palese disparità  di trattamento creatasi tra le diverse strutture regionali e garantire anche presidi attualmente esclusi il medesimo servizio antincendio.

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Questa mattina il capogruppo di Liberi e Uguali in Consiglio regionale Daniele Cocco ha presentato un’interrogazione sull’esclusione dei corsisti in Medicina generale dalla graduatoria unica regionale dei medici di Medicina Generale per l’anno 2020. Il consigliere Daniele Cocco dichiara che «nonostante il decreto legge 135/2018 – cosiddetto decreto semplificazione – prevede che i  laureati in  medicina  e  chirurgia  abilitati  all’esercizio professionale ed iscritti al corso  di  formazione  specifica  in  medicina  generale, possono partecipare all’assegnazione degli  incarichi  convenzionali, l’ATS Sardegna ha approvato la graduatoria unica regionale dei medici di Medicina Generale senza includere i medici corsisti sardi» ed aggiunge che «nonostante la carenza dei Medici di Famiglia stia creando notevoli disagi per i cittadini sardi, spesso costretti a spostarsi in altri comuni per rivolgersi al proprio medico curante a causa delle sempre più numerose sedi vacanti in Medicina Generale non ancora assegnate, l’ATS Sardegna non ha permesso ai corsisti di essere inseriti in graduatoria determinando, oltretutto, una grave disparità di trattamento tra i giovani medici sardi e quelli delle altre regioni».

Con l’interrogazione, il consigliere regionale chiede al presidente della Regione di consentire anche ai giovani medici sardi, iscritti al corso  di  formazione specifica in medicina generale, la possibilità di essere inseriti nella graduatoria unica regionale dei medici di Medicina Generale per l’anno 2020.

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La protesta contro gli aumenti delle tariffe dei collegamenti marittimi, per effetto dell’entrata in vigore della direttiva comunitaria per la riduzione delle emissioni in atmosfera, riparte dalle banchine dello scalo di Porto Torres ed il presidente del Consiglio regionale, Michele Pais, con al fianco i capigruppo delle forze di maggioranza e di opposizioni rappresentante in Regione, rilancia la battaglia dell’Assemblea sarda, esplicitata nei contenuti dell’ordine del giorno unitario approvato in Aula lo scorso 21 dicembre. La vicenda è quella nota e riguarda l’incremento del 30 per cento del costo del trasporto navale nei collegamenti Sardegna-Continente, derivante dall’obbligo imposto alle compagnie di navigazione per l’utilizzo di carburanti a basso tenore di zolfo e come tali meno inquinanti ma più costosi.

«Ecco perché siamo qui, compatti e uniti – ha attaccato il presidente del Consiglio, Michele Pais – per chiedere al Governo e all’Unione Europea misure urgenti per scongiurare questa evenienza tragica per l’intera Sardegna.»

La capogruppo 5 Stelle, Desirè Manca, ha rassicurato sull’impegno dei parlamentari sardi eletti dal Movimento e che sono maggioranza del Governo a Roma: «C’è la ferma di volontà di affrontare, per risolvere, il problema ad incominciare dalle prime riunioni già in programma al ministero proprio in queste ore».

«Non siamo contro le misure per la riduzione delle emissioni in atmosfera – ha spiegato il capogruppo Pd, Gianfranco Ganau – ma il costo degli interventi non può ricadere solo sui sardi ed è per tali ragioni che chiediamo al presidente della Regione, Christian Solinas, di porre la questione al primo punto nell’imminente confronto col Governo sul tavolo dell’insularità.»

Richiesta ribadita dal capogruppo Leu, Daniele Cocco, che nel rimarcare i tre anni di  silenzio governativo, seguiti all’emanazione della direttiva comunitaria (IMO 2016/802), ha  evidenziato la compattezza dei gruppi consiliari, mentre Antonello Peru (Cambiamo) ha ipotizzato le prime soluzioni possibili («la concessione di una deroga rispetto all’entrata in vigore degli aumenti tariffari o l’introduzione di misure compensative a favore delle aziende sarde»). «Le penalizzazioni cui andiamo incontro – ha aggiunto il capogruppo Udc, Gian Filippo Sechi – sono generalizzate e rischiano di compromettere anche la ormai prossima stagione turistica». Il consigliere del Psd’Az, Piero Maieli, ha quindi ricordato, insieme con lo spirito unitario, anche la concomitanza delle iniziative di protesta negli altri porti isolani. Al capogruppo dei Riformatori, Aldo Salaris, è spettata invece la chiosa del giro di interventi dei consiglieri regionali: «Questa battaglia certifica che la madre di tutte le battaglie era e resta il riconoscimento della condizione di insularità per la Sardegna».

A testimoniare la crescente preoccupazione delle amministrazioni e delle comunità locali, gli interventi dei sindaci di Sassari, Nanni Campus («il Governo deve ridurre le accise sui carburanti proporzionalmente all’incremento delle tariffe navali»); di Ozieri, Marco Murgia («se non si interviene rapidamente saranno vanificate tutte le altre misure a sostegno dell’economia sarda») e di Valledoria, Paolo Spezziga («i costi che si prospettano per famiglie e imprese non sono più sostenibili»).

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Nella seduta prenatalizia, il Consiglio regionale ha approvato l’interpretazione autentica dell’art. 9 comma 1 della legge regionale n. 31 del 1998.  La seduta è stata aperta dal presidente Michele Pais. Dopo le formalità di rito il presidente ha annunciato una breve sospensione della seduta per completare sia la risoluzione riguardante i lavoratori stagionali di Forestas che l’ordine del giorno unitario sull’aumento delle tariffe merci nel trasporto marittimo.

Alla ripresa dei lavori, il presidente ha dato notizia della presentazione dell’ordine del giorno in materia di trasporti, che però non è stato ancora distribuito, per cui pl 79/A – Parte Prima – Interpretazione autentica dell’art. 9 comma 1 della legge regionale n. 31 del 1998, dando la parola al relatore di maggioranza Stefano Tunis (Misto).

Stefano Tunis, dopo aver ricordato che la proposta conteneva originariamente altre norme sul personale che poi la commissione ha ritenuto di stralciare, ha messo in evidenza che il testo è interpretativo e serve a chiarire la natura delle figure dirigenziali già contenuta nel Dlgs 265/2001 in vigore, cioè nella casistica che esclude la prevalenza del concetto di intuitu personae, cioè quando si procede alla comparazione dei titoli e si cercano le caratteristiche professionali più adatte all’incarico da assegnare, tracciando i confini di un requisito speciale con criteri più ampi della 31/98. Questo perché, ha proseguito, trattandosi di requisiti professionali è difficile trovarli compresi in una norma di legge e del resto, nel corso degli anni, il tema è stato affrontato in passato con garbo senza coinvolgere mai il Consiglio ma affidando la soluzione del problema ai tribunali generando un contenzioso nel quale peraltro il Tar ha quasi sempre rigettato la competenza delegandola giudice ordinario. Un dato che suggerisce, secondo Tunis, una seconda riflessione che riguarda il giudice del lavoro, che anch’egli respinge l’istanza perché il ricorrente non è di solito in grado di dimostrare il suo diritto di accedere al quel ruolo. La nostra interpretazione, ha concluso, è quella di una norma che viene già applicata in sostanza nell’ordinamento regionale; nessuno pretende di aver scoperto l’acqua calda ma senz’altro si tratta di una iniziativa di buon senso.

Il consigliere dei Progressisti Massimo Zedda, relatore di minoranza, ha manifestato stupore ed imbarazzo per la presenza del presidente della Regione che, ha rilevato, non c’era nelle importanti sedute dedicate ad Argea ed al caro-trasporti. Non è vero che la norma arriva in commissione a dicembre, ha ricordato, perché ci sono stati molti precedenti: una delibera della Giunta che non è mai stata visibile, poi infilata nei commissariamenti delle Province e nell’ultima variazione di bilancio, un parere contrario del servizio tecnico legale che poi è stato sollevato dirottando la competenza al direttore generale della presidenza che dovrebbe beneficiare della norma insieme ad altri, la cancellazione del nucleo di personale anti corruzione, la revoca in autotutela presso la Cassazione in un contenzioso fra avvocatura che rivendicava l’accesso alla dirigenza e la stessa Regione (evidentemente strumentale alla nomina successiva di quei avvocati). La stessa motivazione della “interpretazione autentica” in realtà, ha ancora sostenuto, sostituisce una legge nazionale con legge regionale ma il Dlgs 165 bisogna recepirlo tutto, anche perché la Corte Costituzionale ha più volte stabilito che in materia di interpretazione autentica ci sono paletti molto precisi da rispettare, a dal divieto di sostituire con norme surrettizie quelle esistenti.

Il consigliere Valerio De Giorgi ha affermato in apertura che il collega Stefano Tunis ha spiegato molto bene come stanno le cose, osservando che le affermazioni della minoranza contrastano con Dlgs 165/2001 che in effetti richiede una motivazione per il conferimento incarichi a persone in possesso di requisiti non presenti all’interno dell’amministrazione, con esperienze interne ed esterne della durata di almeno cinque anni nel settore pubblico e privato. Sulla materia, ha continuato, la Corte dei Conti in una sentenza del 2017 ha detto che anche il Dlgs 150/2009 prevede l’assegnazione di incarichi a persone in possesso di particolare specializzazione, culturale e scientifica maturata nei settori pubblico e privato. Inoltre, ha detto ancora Valerio De Giorgi, la Corte Costituzionale già nel 2010 ha stabilito che tale disciplina non riguarda i concorsi ma i requisiti soggettivi dell’incarico come durata, trattamento, fissando poi la competenza statale sul punto proprio in base al Dlgs 150/2009 definito come “grande riforma economico-sociale”. Più recentemente, ha concluso il consigliere, la stessa Corte Costituzionale nel 2019 ha detto l’ultima parola sul fatto che il pubblico impiego debba essere regolato dallo Stato, lasciando alla Sardegna nel caso specifico solo la competenza sullo stato giuridico del personale ma sempre nel rispetto delle norme fondamentali della Repubblica.

Il consigliere Roberto Deriu (Pd) ha detto di riconoscersi nella ricostruzione di Valerio De Giorgi, tranne il termine “adeguamento” che, secondo me, è completamente diverso da quello di “interpretazione”, che invece ha solo lo scopo di chiarire una norma. Più concretamente, ha dichiarato, siamo in presenza di una legge inutile perché i Decreti legislativi 165 e 150 prima e la riforma Brunetta poi valgono per tutte le Regioni come dice anche la relazione di maggioranza. Si sarebbe fatto prima, ha suggerito, abrogando eventualmente alcune parti di leggi regionali non conformi all’ordinamento nazionale vigente. Ma oltre che un atto inutile, ha aggiunto, è anche un atto falso perché vero solo che dopo la legge regionale 31/98 l’ordinamento si è evoluto, insomma il Consiglio è stato inutilmente esposto ad una brutta figura, una perdita di tempo, un girotondo che non serve a nessuno.

Il consigliere Alessandro Solinas (M5S) si è detto convito che ciò che si vuole difendere con questa norma serve al presidente e mi lascia sgomento, rispetto a quanto avrebbe dovuto fare il Consiglio (e non ha fatto) nell’interesse dei sardi. Oggi, ha sostenuto, l’idea di meritocrazia oggi prende un bello schiaffo e costituisce anche un pessimo esempio per i giovani, una cosa stiracchiata a favore di persone che non avrebbero potuto assumere gli incarichi ai quali sono stati chiamati, una cosa che non serve a nulla ed arriva dopo molti tentativi maldestri andati a vuoto. Riferendosi ai principi giuridici che regolano le interpretazione autentiche, Solinas ha lamentato il mancato rispetto di tutti quelli previsti dalla legge: dalla tutela di diritti e beni di rilievo costituzionale ai motivi di interesse generale, dalla ragionevolezza alla certezza del diritto. In definitiva, ha concluso, è una norma senza alcuna motivazione se non la convenienza a  dare legittimità a ciò che non la ha.

Per Massimo Zedda (Progressisti) la Legge 165 o è vigente oppure non lo è, non c’è una terza ipotesi. Oltre al fatto che, se fosse vigente la Legge 165 sarebbe già stata violata, per esempio sulla durata prevista per gli incarichi. Massimo Zedda ha poi ricordato che ci sono figure dirigenziali sottoutilizzate nel sistema Regione e che non sarebbe necessario attingere a figure esterne e ha ricordato che è stato presentato da poco un ricorso al Tar dal sindacato dei dirigenti della Regione. Massimo Zedda ha sostenuto che, tecnicamente, non si possa utilizzare l’interpretazione autentica, oltre al fatto che la norma è chiarissima, e che la Giunta avrebbe potuto procedere in altro nome: partendo dalla revoca degli incarichi, recepire nella Legge 31 i nuovi criteri della legge 165, oppure procedere a una nuova nomina in base alla Legge 165.

Michele Cossa (Riformatori) ha ricordato che il testo in esame era stato previsto nell’ultima Variazione di bilancio e non era una norma intrusa. E ha affermato che “su questa proposta di legge si è fatto terrorismo psicologico”. “Mi sarei aspettato – ha detto – argomenti travolgenti oggi, ma non ho sentito una obiezione di merito sul provvedimento”. Si tratta, ha spiegato, di un testo che ricalca una legge nazionale entrata in vigore tre anni dopo la 31, che dice quali criteri devono avere i dirigenti esterni. “Non mi sembrano criteri scandalosi”, ha proseguito, “mi sembra che ci troviamo davanti una tempesta dentro un bicchiere d’acqua. Stiamo approvando una norma generale e astratta, classificata come interpretazione autentica, che mira a focalizzare meglio, secondo me in maniera opportuna, i criteri di scelta per il 20 per cento dei dirigenti esterni”.

Eugenio Lai (Leu) ha sottolineato di quanto la politica regionale sia distante dai cittadini, evidenziando che a causa del maltempo molte comunità stanno soffrendo e, nel contempo, viene convocato il Consiglio regionale di sabato mattina per sanare alcuni provvedimenti già presi e assunti dalla Giunta regionale. Per Eugenio Lai non c’era l’urgenza di discutere questo provvedimento se non per sanare nomine che lasciano qualche dubbio, ha detto, anche nella stessa maggioranza, visto che l’efficacia del provvedimento dovrebbe essere retroattiva. La ratio di questa norma non è chiara ai sardi, ha detto, sottolineando che oggi è “la terza volta che il presidente si presenta in quest’aula, oltre alla seduta in cui ha illustrato le dichiarazione programmatiche e per la discussione della mozione per indire il referendum voluto dalla Lega”. Eugenio Lai ha poi concluso: “State provando a sanare l’insanabile. Siamo sicuri che questa legge sarà impugnata. Ve lo ricorderemo e lo ricorderemo a tutti i sardi”.

Laura Caddeo (Progressisti) si è detta d’accordo sul fatto che la legge non fosse necessaria. Ha poi sottoposto all’Aula una riflessione sull’esempio che questo Consiglio regionale vuole dare ai cittadini e ai giovani. “L’idea che noi legiferiamo deve avere uns funzione formativa, educante” e che se ci sono regole si devono applicare e rispettare e non vanno modificate per scelte già fatte. I giovani, ha detto, stanno riacquisendo la voglia di partecipare e questo vuol dire che “stanno dando fiducia a noi”. Caddeo ha auspicato che si esca dall’ambiguità e che si tolga quel dubbio sull’utilità e sull’opportunità retroattiva che si vuole dare a questa legge.

Daniele Cocco (capogruppo Leu) ha affermato che si sarebbe potuta discutere e approvare questa norma in altre date. “Non capisco l’urgenza”, ha detto, evidenziando che la Sardegna ha altre emergenze da risolvere tra cui quelle dei lavoratori di Forestas. Cocco ha esortato il presidente Solinas a nominare il commissario dell’Agenzia Forestas e ha proposto all’Aula di condividere un loro emendamento.

Desirè Manca (capogruppo del M5S) ha ricordato che il 23 luglio il gruppo del Movimento 5 Stelle aveva inviato un comunicato stampa che chiedeva di sapere quale fosse il metro di valutazione usato dal presidente Solinas per scegliere i suoi consulenti, evidenziando il dubbio che non avessero i requisiti previsti dalla legge. Desirè Manca ha ricordato che, per quel comunicato, un consigliere l’aveva attaccata professionalmente e personalmente e che anche la magistratura aveva deciso di valutare i dubbi sollevati dal M5S. “Le nostre perplessità erano state bollate come strumentali” ha detto, sottolineando che, oggi, 21 dicembre, il Consiglio è stato convocato non per discutere dei problemi veri della Sardegna, ma di come salvare il presidente per il suo errore. Si tratta, ha detto, “di una proposta atta a salvare il non salvabile”.

Stefano Tunis (Misto) ha spiegato che si tratta di un tema tecnico e che “non c’è nessun sporco da coprire”, né rischi penali, al massimo è una norma che può avere riflessi civilistici. Tunis ha manifestato, poi, la disponibilità da parte della maggioranza a trovare un punto di equilibrio che consenta, con più serenità, all’opposizione di approvare il testo.

Gianfranco Ganau (capogruppo del Pd) ha affermato: “Intervengo con un certo imbarazzo”. Ed ha aggiunto: “Noi contestiamo lo strumento che viene utilizzato, ossia l’interpretazione autentica”. Per Gianfranco Ganau l’articolo in discussione non richiede alcuna interpretazione e si tratta di un problema che non sarebbe neanche dovuto arrivare in aula, visto che tutti sono d’accordo sul fatto che la legge 165 è in vigore anche per le Regioni a statuto speciale. Gianfranco Ganau ha quindi proposto di ritirare la legge perché la norma è già vigente e, in subordine, approvare un emendamento da loro presentato.

Franco Mula (capogruppo Psd’Az) ha rassicurato i colleghi dicendo che lui, primo firmatario del provvedimento, se avesse ravvisato irregolarità non l’avrebbe certo sottoscritto. Il consigliere ha spiegato che la legge 31 è stata superata nel 2001 dalla Legge 165 e va applicata. Mula ha ricordato che questa norma viene rinviata da mesi ed è arrivato il momento di mettere la parola fine a questa vicenda. Mula ha poi chiesto al presidente Pais di convocare una Conferenza dei capigruppo dopo la conclusione di tutti gli interventi. Proposta accolta dal presidente.

Il presidente del Consiglio ha accolto la richiesta di convocare una conferenza dei capigruppo: “Finiamo la discussione generale – ha detto – e dopo il voto sul  passaggio agli articoli faremo la Capigruppo”.

E’ poi intervenuto Francesco Agus (Progressisti) che ha fatto rilevare al Presidente della Regione (presente in aula) tutte le assenze in questi primi nove mesi di legislatura. Per il capogruppo dei Progressisti la Proposta di Legge 79/A all’esame dell’aula è l’ultimo capitolo di una serie di orrori legislativi. Agus ha espresso parere fortemente negativo sui provvedimenti licenziati dall’esecutivo. La vostra  produzione normativa – ha detto rivolto alla giunta –  si è spesso rivelata indegna di essere approvata dall’Aula. Due esempi su tutti Argea e le norme sugli enti locali entrambi profondamente modificati grazie al lavoro delle Commissioni competenti.  Tornando al testo in esame Agus ha detto, ironicamente, che si tratta di un “capolavoro” e ha chiesto quale sia la ragione di tanta ostinazione nell’approvare una norma che secondo la maggioranza è già in vigore.  A  volte – ha aggiunto – anche leggi fatte con le migliori intenzioni creano effetti incontrollabili Oggi si vuole modificare una normativa ex post con un’interpretazione autentica. Inoltre,  si sta intervenendo in presenza di un giudizio pendente,  ed è un’assurdità.

Chiusa la discussione generale, il presidente Michele Pais ha dato la parola al presidente della Regione Christian Solinas per la replica: «Non sarei voluto intervenire ma lo faccio per testimoniare il disagio nei confronti di questo Consiglio che anziché occuparsi di politica si è ridotto a un ruolo di tribunale aggiunto – ha detto Christian Solinas – ho sentito solo riferimenti a sentenze, ordinanze, etc. Credo che tutti dovremmo recuperare il senso di quella che è la funzione di quest’aula, assemblea legislativa con il dovere di fare le leggi. Chi non ha argomenti di merito si è trastullato su ipotesi di forma». Secondo Christian olinas, la minoranza sta mandando avanti una politica “senza verità e senza progetto” dimenticando quanto successo nelle legislature guidate dal centrosinistra.

«Non è vero che si è sempre fatto riferimento alla legge 31 – ha proseguito il presidente della Regione  il consigliere Francesco Agus ricorderà certo che quando la Giunta Soru nominò Fulvio Dettori alla direzione generale della Presidenza della Regione invocò il Dl 165. Allora nessuno si strappò le vesti. Come si può sostenere oggi che il Dl 165 non faccia parte dell’ordinamento della Regione? Tra le nefandezze c’è una sfilza di norme approvate nella scorsa legislatura, alcune della quali cassate dalla Consulta. Tra queste la legge con la quale si diedero ai funzionari delle Unità di progetto le indennità di dirigenti. La Consulta ha detto che si applica il dl n.165. Ci sono alcuni che sono diventati portavoce della procura della Repubblica. Bene si farebbe a guardare al piano anticorruzione della scorsa legislatura e in particolare al codice di comportamento del personale (art 14) anche lì si fa integrale riferimento al decreto 165. Voi   invece dite che il centrodestra per salvare il proprio presidente vorrebbe introdurre ex novo norme che prima non c’erano».

Solinas ha poi parlato di stravolgimento dei normali rapporti politici: « Dite che non c’è trasparenza sulle delibere. Ho verificato tempi medi e massimi di pubblicazione in questa e nella passata legislatura. La media della Giunta Pigliaru era di 45 giorni con un tempo massimo di 312 giorni. La mia Giunta ha un tempo medio di 14 giorni e uno massimo di 61. Sulle mie assenze in aula, ricordo che se il presidente non è presente è perché sta seguendo altre vicende importanti. Il mio esecutivo ha adottato decine di delibere e portato a casa risultati rilevanti: l’accordo con lo Stato sulle entrate, lo sblocco delle assunzioni nella Sanità, la vertenza Eurallumina. Non trasformate quest’aula in un tribunale, mantenete la vocazione di organo legislativo per la quale hanno combattuto i nostri padri. Mi torna alla memoria Jean Michel Besnier ed il suo libro “L’uomo semplificato” – ha  concluso Christian Solinas – se rinunciate a questa vocazione rischiate di avere un Consiglio semplificato».

Il presidente Michele Pais ha quindi messo in votazione il passaggio agli articoli. Per dichiarazioni di voto è intervenuto il consigliere Massimo Zedda (Progressisti) che ha annunciato il suo voto contrario: «Secondo il presidente della Regione vedersi di sabato per discutere di una legge di interpretazione è attribuibile all’on. Franco Mula. Già in un’altra occasione ha detto che il problema della Regione è un Consiglio che non lavora. La colpa sarebbe la nostra. La verità è che siete voi ad aver convocato l’Aula per decidere sull’interpretazione di codici e codicilli. Avremmo voluto discutere del piano straordinario di sviluppo della Sardegna che invece non è stato ancora presentato a questo Consiglio. Discutiamo di questa follia normativa per colpa sua».

Voto contrario è stato annunciato anche da Alessandro Solinas (M5S): «Noi esercitiamo la nostra funzione legislativa. E’ la Giunta che non la fa o lo fa male come quando invia in Commissione testi da riscrivere sui quali le opposizioni, con senso di responsabilità, hanno dato il loro contributo. Non stiamo processando nessuno, diamo solo la valutazione su provvedimenti che vengono sottoposti alla nostra attenzione». Rivolto all’on. Stefano Tunis (Sardegna 20Venti), Christian Solinas ha poi aggiunto: «Mi piace ascoltarla, però ora sta facendo da scudo umano. La ritengo la persona più adatta, ma le argomentazioni che ha portato sono infondate. Non siamo ignoranti. Siamo sempre in aula e in commissione, siamo studenti diligenti».

Anche il capogruppo dei progressisti Francesco Agus ha annunciato il voto contrario del suo Gruppo: «Nella scorsa legislatura sono state impugnate poche norme, l’unica è quella citata dal presidente Christian Solinas. Il motivo era che erroneamente si cercava di pagare funzionari come dirigenti. Questo perché i funzionari non possono diventare dirigenti. Stesso errore che ha fatto la sua Giunta. Il Dl 165, anche immaginando di poterlo applicare, lo si deve applicare per intero».

Il presidente Pais ha quindi messo in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato con 33 voti a favore, 19 contrari e un astenuto. Subito dopo ha sospeso i lavori e convocato la Conferenza dei Capigruppo senza accogliere la proposta avanzata dai consiglieri Giuseppe Meloni (Pd) e Massimo Zedda (Progressisti) di votare prima l’ordine del giorno sui trasporti.

Alla ripresa dei lavori il presidente Pais il presidente ha messo in discussione l’articolato della proposta di legge 79/a e i relativi emendamenti. Sull’ordine dei lavori è intervenuto il consigliere Eugenio Lai che ha chiesto di tornare in Commissione per esaminare gli emendamenti presentati.

Richiesta respinta dal  presidente Michele Pais: «Si tratta in gran parte di emendamenti  soppressivi e sostitutivi . La Commissione decide a maggioranza e il relatore può esprimere il parere in Aula». Di avviso contrario il capogruppo di Progressisti Francesco Agus: «Mi permetto di contraddirla. Ci sono emendamenti che entrano nel merito del testo. Consentirebbero di mantenere il testo come interpretazione autentica ed entrano nello specifico del contenuto. Almeno questi meritano un’istruttoria in Commissione».

Argomentazione che non ha convinto il presidente Michele Pais: «Vi riferite all’art.84 del Regolamento che prevede il ritorno in commissione in caso di emendamenti che modificano la previsione di spesa di un provvedimento».

Sull’ordine dei lavori è intervenuta anche la capogruppo dei 5 Stelle Desirè Manca che ha chiesto 5 minuti di sospensione per una riunione di minoranza. Richiesta accolta dal presidente Pais che ha sospeso la seduta per 5 minuti.

Alla ripresa dei lavori, il capogruppo del Pd, Gianfranco Ganau, intervenendo sull’ordine dei lavori ha reiterato la richiesta della convocazione della commissione per una valutazione degli emendamenti presentati al testo in discussione ma il presidente del Consiglio, ha confermato la volontà di procedere con il parere del relatore in Aula e dopo aver elencato gli emendamenti da esaminare ha concesso la parola al consigliere Stefano Tunis (S2020) che in qualità di relatore di maggioranza ha dichiarato parere negativo per tutte le proposte di modifica.

La Giunta, con l’assessora del Lavoro, Alessandra Zedda, ha espresso parere conforme a quello del relatore e il presidente Pais ha dunque annunciato la votazione dell’emendamento n. 40=49=50=208. Il capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, ha fatto richiesta di voto elettronico e a collusione della votazione (25 contrari, due astenuti e 1 favorevole) il presidente del Consiglio ha dovuto sospendere i lavori per trenta minuti per la certificata “mancanza del numero legale”.

Alla ripresa dei lavori ha chiesto di intervenire il consigliere Stefano Tunis (Sardegna20Venti) sull’ordine dei lavori: «Abbiamo fatto un errore di votazione sugli emendamenti soppressivi. Mi chiedo se sia possibile adesso intervenire per dichiarazioni di voto. Esprimo il voto contrario all’emendamento soppressivo totale».

Il consigliere Alessandro Solinas (M5S) è intervenuto a sostegno dell’emendamento soppressivo presentato dal suo gruppo: «Lo abbiamo presentato perché non condividiamo il provvedimento in esame. C’è stata un’analisi attenta, vorremmo che questa legge non si votasse. Non vogliamo fare terrorismo psicologico. Non si vuole cadere nei sensazionalismi. L’opinione pubblica vorrebbe vederci trattare altre tematiche. Anche i colleghi di maggioranza saranno d’accordo su questo emendamento da noi presentato.

Il capogruppo Daniele Cocco (Leu) con un intervento dal tono ostruzionistico ha annunciato voto favorevole agli emendamenti.

Piero Comandini (Pd) si è detto a favore dell’emendamento per la soppressione dell’articolo 2. Francesco Agus (Progressisti) ha dichiarato voto a favore dell’emendamento ed escluso categoricamente qualunque intento intimidatorio rivolto alle alte cariche della Regione. Massimo Zedda (Progressisti), ha dichiarato voto favorevole: «Avremo voluto entrare nel merito del provvedimento e mentre la Sardegna vive ore difficili per l’allerta meteo la Giunta è riunita in Consiglio per discutere di un’interpretazione autentica di una legge per la nomina dei dirigenti».

A favore anche Eugenio Lai (Leu): «Il presidente Solinas nel suo intervento non è entrato nel merito del provvedimento e non ha spiegato perché vuole l’approvazione della norma in discussione». Giuseppe Meloni (Pd) ha annunciato voto favorevole e chiesto la votazione immediata dell’ordine del giorno sui trasporti marittimi. La capogruppo 5 Stelle, Desirè Manca, è ritornata sui riferimenti alle presunte minacce, rivolta alla minoranza dal presidente della giunta nel corso del suo intervento di replica. Roberto Li Gioi (M5S) ha dichiarato voto favore ed ha parlato di dibattito “surreale”, dicendosi “sgomento” per le dichiarazioni del presidente della Giunta. Michele Ciusa (M5S) ha annunciato voto a favore e invitato a votare subito l’ordine del giorno sui trasporti («per non scrivere un’altra pagina triste di quest’assemblea»). Voto a favore è stato preannunciato dalla consigliera dei Progressisti, Maria Laura Orrù, e dal vice capogruppo Pd, Walter Piscedda («sono favorevole alla soluzione principe del problema: cancellare l’unico articolo della proposta di legge»).

Posto in votazione l’emendamento 40=49=50=208 non è stato approvato con 34 contrari, 17 favorevoli e un astenuto.

Annunciata la votazione dell’emendamento sostitutivo totale n. 2 il consigliere dei Progressisti, Massimo Zedda, ha aperto la serie degli interventi della minoranza e ha dichiarato voto favorevole, seguito dal capogruppo Francesco Agus, da Piero Comandini (Pd), da Alessandro Solinas (M5S), Maria Laura Orrù (Progressisti), Desirè Manca (M5S), Roberto Li Gioi (M5S), Daniele Cocco (LeU), Eugenio Lai (LeU), Walter Piscedda (Pd), Giuseppe Meloni (Pd),

Posto in votazione l’emendamento n. 2 è stato respinto con 34 contrari, 17 favorevoli e 1 un astenuto.

Aperta la discussione sull’emendamento n. 3 il consigliere dei Progressisti, Massimo Zedda, ha aperto la serie degli interventi della minoranza ed ha dichiarato voto favorevole, seguito da Alessandro Solinas (M5S), Diego Loi (Progressisti), Desirè Manca (M5S), Laura Caddeo (Progressisti), Francesco Agus (Progressisti), Piero Comandini (Pd), Michele Ciusa (M5S), Roberto Li Gioi (M5S), Daniele Cocco (LeU), Eugenio Lai (LeU), che con differenti argomentazioni hanno ribadito la contrarietà al provvedimento e la necessità di migliorarne il contenuto con l’approvazione di modifiche.

Posto in votazione l’emendamento n. 3 non è stato approvato con 33 contrari e 18 favorevoli. Il consigliere del Psd’Az, Giovanni Satta, ha chiesto quindi una breve sospensione dei lavori dell’Aula ed il presidente Michele Pais l’ha accordata.

Alla ripresa dei lavori, sono iniziate le dichiarazioni di voto sull’emendamento n.4. A sostegno della proposta hanno preso la parola il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus, Alessandro Solinas del M5S, Diego Loi dei Progressisti, la capogruppo del M5S Desirè Manca, Massimo Zedda e Maria Laura Orrù dei Progressisti, Roberto Li Gioi del M5S e Stefano Tunis (Misto), contrario.

Messo ai voti, l’emendamento è stato respinto con 15 voti favorevoli e 35 contrari.

Subito dopo è iniziata la discussione dell’emendamento n.5. Sono intervenuti a favore Massimo Zedda dei Progressisti, il capogruppo Francesco Agus, la capogruppo del M5S Desirè Manca, Laura Caddeo dei Progressisti, Piero Comandini del Pd, Alessandro Solinas e Michele Ciusa del M5S.

Messo ai voti, l’emendamento n. 5 è stato respinto con 16 voti favorevoli e 34 contrari.

Successivamente il Consiglio ha esaminato l’emendamento n.6.

Si sono dichiarati favorevoli il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus, la capogruppo del M5S Desirè Manca, Massimo Zedda e Diego Loi dei Progressisti, Alessandro Solinas del M5S.

Messo ai voti, l’emendamento n.6 è stato respinto con 14 voti favorevoli e 33 contrari.

L’emendamento n.7 è stato dichiarato decaduto perché assorbito dal n. 6

Subito dopo l’Aula è passata all’esame dell’emendamento n. 8.

A favore si sono espressi il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus ed il consigliere dello stesso gruppo Massimo Zedda, Alessandro Solinas del M5S, Michele Cossa dei Riformatori, contrario, che ha sollecitato l’opposizione a superare ostruzionismo.

Sull’ordine dei lavori il consigliere Massimo Zedda, dei Progressisti, ha ricordato che il ricorso all’ostruzionismo ha consentito la correzione di testi importanti, come nel caso di Argea. Sulla Pl 79/A, Zedda ha ribadito la posizione contraria della minoranza proponendo il ritiro del testo che, sul piano concreto, non determina alcun effetto essendo vigente anche in Sardegna il Dlgs 165/2001.

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi ha ricordato che nella passata legislatura l’opposizione non ha mai fatto ostruzionismo. Il dibattito, ha detto, si sta avvitando sugli stessi contenuti e la minoranza deve accettare il fatto che la legge sarà comunque approvata, in questa seduta o in un’altra.

Sempre per dichiarazione di voto, si sono dichiarati favorevoli all’emendamento Giuseppe Meloni del Pd, Maria Laura Orrù dei Progressisti e Michele Ciusa del M5S.

Sull’ordine dei lavori, la capogruppo del M5S Desirè Manca ha sottolineato che il suo gruppo ha sempre distinto l’opposizione dall’ostruzionismo, formulando sempre proposte nel merito.

Favore all’emendamento si è dichiarato anche Roberto Li Gioi del M5S.

Sull’ordine dei lavori Diego Loi dei Pogressisti ha affermato che l’atteggiamento della minoranza non è stato di ostruzionismo ma di proposta. Quindi ha suggerito di accantonare la legge per approvare l’ordine del giorno unitario sui trasporti.

Sempre sull’ordine dei lavori il consigliere di Fi Angelo Cocciu, ricordando recenti episodi di buona collaborazione fra maggioranza e minoranza come Argea ed assestamento di bilancio, ha chiesto all’opposizione di riflettere sul suo atteggiamento.

Ancora sull’ordine dei lavori, il consigliere sardista Giovanni Satta ha criticato l’ostruzionismo dell’opposizione su una legge che, in diverse sedi, va avanti ormai da mesi. Messo ai voti l’emendamento n.8 è stato respinto con 16 voti favorevoli e 32 contrari.

Sull’emendamento n. 9 (sostitutivo totale dell’articolo 2), prima firmataria la capogruppo dei Cinque Stelle Desirè Manca, sono intervenuti a favore:

Massimo Zedda (Progressisti), che ha parlato di “cortocircuito” creato dalle parole del Presidente della Regione; Francesco Agus (Progressisti),che ha ribadito che questa norma è destinata ad essere “cassata “ nei prossimi due mesi; Laura Caddeo (Progressisti) e Desirè Manca (Movimento 5 stelle). Sull’ordine dei lavori sono intervenuti: Alessandro Solinas (Movimento 5 stelle) e Franco Mula (Partito sardo d’azione) che ha parlato di scontro e non di ostruzionismo.   

L’emendamento n. 9 è stato bocciato. (Presenti 44, votanti 43, sì 14, no 29, 1 astenuto).

Sull’emendamento 13 (sostitutivo totale dell’articolo 2), prima firmataria Desirè Manca  (Movimento 5 stelle) sono intervenuti a favore: Massimo Zedda (Progressisti), Francesco Agus (Progressisti), Alessandro Solinas (Movimento 5 stelle), Laura Caddeo (Progressisti), Michele Ciusa (Movimento 5 stelle).

L’emendamento n. 13 è stato bocciato. (Presenti 47, votanti 46, sì 14, no 32, astenuti 1). (R.R.)

Subito dopo il capogruppo del Movimento 5 Stelle Desirè Manca ha chiesto la convocazione di una Conferenza dei Capigruppo. La richiesta è stata accolta dal presidente Pais che ha sospeso la seduta per alcuni minuti.

Alla ripresa dei lavori il presidente Pais ha comunicato la decisione della Conferenza di procedere a voto palese sugli emendamenti dal 17 al n.46. L’emendamento 17 è stato respinto dall’aula senza discussione e il 18 è stato dichiarato decaduto. Sul 19 sono intervenuti a favore i consiglieri Massimo Zedda, Maria Laura Orrù Progressisti) l’emendamento è stato respinto. Il presidente Ganau ha dichiarato decaduti gli emendamenti dal n.20 al 28. Respinti in rapida successione gli emendamenti 29 e 30.

Sull’ordine dei lavori è intervenuto ancora il consigliere Massimo Zedda: «Si sta procedendo in modo diverso rispetto a prima chiedo che venga spiegato a chi ascolta il perché. Lo spieghi prima di tutto il capogruppo dei 5 Stelle Desirè Manca che ha deciso di non intervenire in modo sistematico su tutti gli emendamenti».

Il capogruppo del M5S Desirè Manca ha chiarito la posizione del suo gruppo: «Non ritiriamo i nostri emendamenti: vogliamo andare più veloci per permettere di votare l’ordine del giorno sui Trasporti».

L’aula ha quindi respinto l’emendamento n.31. Dichiarati poi decaduti gli emendamenti dal n.32 al 39 mentre il Consiglio ha respinto in rapida successione gli emendamenti nn. 43, 44, 45 e 46.

Anche il vece capogruppo del Pd Walter Piscedda ha dichiarato prioritario approvare la legge ma altrettanto importante affrontare l’ordine del giorno sui Trasporti.

Sull’emendamento n.52 e 156, respinti dall’Aula, sono intervenuti i consiglieri dei Progressisti Francesco Agus e Massimo Zedda. Quest’ultimo ha ribadito di ritenere importante la discussione della risoluzione sui Trasporti ma non prioritaria: «Noi andremo avanti per la nostra strada e interverremo su tutti gli emendamenti a costo di rimanere in Aula per tutta la notte».   

Respinto anche l’emendamento n.165 sul quale sono intervenuti a favore i consiglieri Massimo Zedda, Francesco Agus e Maria Laura Orrù. Subito dopo il vice capogruppo del Pd Walter Piscedda ha chiesto una breve sospensione della seduta per una riunione dei gruppi di minoranza.

Alla ripresa dei lavori il consigliere Roberto Deriu ha chiesto la convocazione di una nuova Conferenza dei Capigruppo. Il presidente Pais ha accolto la richiesta e sospeso nuovamente la seduta.

Alla ripresa dei lavori il presidente ha messo in votazione l’emendamento n.165 che è stato respinto.

Disco rosso anche per l’emendamento n.166 sul quale sono intervenuti a favore i consiglieri Francesco Agus, Massimo Zedda, Maria Laura Orrù, Laura Caddeo mentre il consigliere Roberto Deriu ha stigmatizzato l’atteggiamento della Giunta “che presentando una legge insensata ha costretto l’opposizione a presentare emendamenti altrettanto insensati. nessuno di questi, anche se approvato, cambierebbe la legge».

Respinto, con voto elettronico, anche l’emendamento n.167 sostenuto dal Gruppo dei Progressisti. Il Consigliere Deriu ha parlato invece di «accanimento terapeutico col soccorso rosso alla maggioranza. Gli emendamenti non servono a nulla ma solo a costringere l’opposizione a fare opposizione. Questo perché il testo è errato e non serve a nulla, anche voi vi state accanendo sul corpo malato di questa legge costringendoci a stare qui inutilmente. Questo provvedimento doveva essere bloccato dall’inizio. Il centrodestra continua a voler approvare una legge inutile e falsa. Non è un’interpretazione del Dl 165 ma un adeguamento della legge regionale a quella statale dando un bel calcio all’autonomismo».

Il consigliere Massimo Zedda sull’ordine dei lavori ha chiesto al presidente del Consiglio di valutare un eventuale conflitto d’interessi di alcuni componenti della Giunta che dopo aver approvato una proposta di legge su una questione dubbia votano oggi una legge che intenderebbe sanare una questione da loro prodotta. E’ meglio che si astengano».

Successivamente il Consiglio ha iniziato l’esame dell’emendamento n. 169 che assorbe i contenuti degli emendamenti compresi dal 168 al 210.

Sull’ordine dei lavori il consigliere Stefano Tunis (Misto) ha chiesto in qualità di capogruppo lo scrutinio segreto.

Sempre sull’ordine dei lavori il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus ha contestato la decisione dell’emendamento “assorbente” annunciata dalla presidenza.

Ancora sull’ordine dei lavori il consigliere dei Progressisti Massimo Zedda ha condiviso le contestazioni di Agus.

Messo ai voti, l’emendamento n.169 è stato respinto con 11 voti favorevoli, 31 contrari e 2 astenuti.

Il presidente ha comunicato che alcuni emendamenti sono considerati assorbiti e che quindi il Consiglio deve pronunciarsi sull’emendamento n, 213.

Subito dopo, intervenendo sull’ordine dei lavori, il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha lamentato il mancato rispetto degli accordi raggiunti in conferenza dei capigruppo, mentre altri gruppi di opposizione li stanno rispettando. Mula ha chiesto il voto segreto anche sul 213.

Agus ha replicato che il suo gruppo non ha preso alcun accordo, né per il ritiro degli emendamenti né per la chiusura della seduta in serata.

Si sono dichiarati a favore i consiglieri Roberto Deriu (Pd), Massimo Zedda, Francesco Agus e Maria Laura Orrù (Progressisti).

Messo ai voti l’emendamento n.213 è stato respinto con 14 voti favorevoli e 32 contrari.

Sull’emendamento n.53 il capogruppo dei Riformatori Aldo Salaris ha chiesto il voto segreto. Il Consiglio lo ha respinto con 13 voti favorevoli e 32 contrari.

Sull’emendamento n.56 il capogruppo del Misto Stefano Tunis, “per coerenza”, ha chiesto lo scrutinio segreto anche sul n. 56. Il Consiglio lo ha respinto con 12 voti favorevoli e 34 contrari. (Af)

Sull’emendamento 54 (soppressivo parziale dell’articolo 2), è stato chiesto il voto segreto. Sono intervenuti: Massimo Zedda (Progressisti) e Francesco Agus (Progressisti).Messo in votazione è stato bocciato (sì 11, no 30, 1 astenuto), Si è poi passati all’emendamento 162, modificativo dell’articolo 2 .

Angelo Cocciu (Forza Italia) ha chiesto il voto segreto sull’emendamento 162. Sono intervenuti: Massimo Zedda (Progressisti)  che ha chiesto spiegazioni sul Regolamento in materia di voto segreto e voto palese; Michele Cossa (Riformatori sardi) ha detto che questa questione può essere sottoposta alla giunta per il Regolamento, per ora è il Presidente del Consiglio a interpretare il Regolamento.

Il Presidente del Consiglio ha messo in votazione l’emendamento 162 a scrutinio segreto che è stato bocciato (sì 11, no 33, astenuti 1)

Dopo alcuni minuti di polemiche è stato approvato l’articolo 2 (presenti 44, votanti 43,  sì 32, no 11, astenuti 1).

Sull’emendamento 157 è stato chiesto il voto segreto dal consigliere Francesco Mura (Fratelli d’Italia). L’emendamento  è stato bocciato (sì 1, no 32, 1 astenuto)

Sull’emendamento 158 (aggiuntivo) il consigliere Dario Giagoni (Lega)  ha chiesto il voto segreto. L’emendamento è stato bocciato (sì 11, no 32, 1 astenuto) Sull’esclusione di alcuni emendamenti è intervenuto Francesco Agus (Progressisti).

Sull’emendamento 185 (aggiuntivo) il consigliere Francesco Mura (Fratelli d’Italia), ha chiesto il  voto segreto. L’emendamento è stato bocciato (sì 11, no 31, 1 astenuti)

Sull’emendamento 190 (aggiuntivo all’articolo 2) il consigliere Francesco Agus (Progressisti). è intervenuto per chiedere chiarimento su gli emendamenti cancellati.

Anche l’emendamento 190 è stato bocciato a scrutinio segreto (sì 13, no 30, 1 astenuto).

Sull’emendamento 192 (aggiuntivo) Stefano Tunis (Misto) ha chiesto lo scrutinio segreto. Massimo Zedda (Progressisti) è intervenuto  sull’ordine dei lavori. L’emendamento è stato bocciato (si 10. No 32, 1 astenuto).

Sull’emendamento 196 (aggiuntivo) il consigliere Dario Giagoni ha chiesto il voto segreto. Francesco Agus e Massimo Zedda  (Progressisti) hanno  dichiarato il voto di astensione. Massimo Zedda ha detto che mentre la Sardegna è sott’acqua è poco dignitoso che il Presidente della Regione e la giunta stiano ore e ore in aula per far approvare un provvedimento del genere.

L’emendamento 196 è stato bocciato. (sì 10, no 30, 5 astenuti).

Approvati gli emendamenti 42  e 41.

Il presidente Michele Pais ha poi messo in votazione la PL 79/A  che è stata approvata (sì 32, no 14, astenuti 1).    

Il Consiglio ha approvato con 47 favorevoli su 47 votanti l’ordine del giorno Satta e più unitario sulla necessità di garantire la continuità territoriale marittima di persone e merci da e per la Sardegna. Nel documento si impegna il presidente della Regione ad avviare tutte le iniziative, presso il Governo nazionale e la Commissione europea, al fine di scongiurare un aggravio dei costi dei trasporti via mare che porterebbero gravi ripercussioni soprattutto sul commercio e sul turismo, a portare avanti con determinazione la richiesta per cui nel nuovo bando per la continuità sia inserito l’obbligo per le compagnie di utilizzare esclusivamente traghetti dotati di sistemi antinquinamento e di chiede un impegno finanziario dello Stato a favore delle Compagnie o degli utenti, nelle more dell’aggiudicazione del nuovo bando per la continuità, per attenuare l’impatto economico e sociale causato dall’aumento dei prezzi. L’ordine del giorno unitario impegna il presidente del Consiglio a convocare una seduta straordinaria dell’Assemblea aperta anche ai parlamentari eletti in Sardegna ed ai massimi rappresentanti delle autonomie locali e delle parti sociali ed economiche per discutere le iniziative da intraprendere nei confronti del governo nazionale e chiede a tutti i consiglieri regionali di partecipare allo sciopero e conseguente blocco dei porti previsto in Sardegna e in Sicilia il 6 e 7 gennaio nel caso in cui il Governo non dia risposte.

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Le commissioni Lavoro ed Ambiente si sono riunite in seduta congiunta, presiedute rispettivamente da Alfonso Marras (Riformatori sardi) e Giuseppe Talanas (Forza Italia), e hanno ascoltato una delegazione di amministratori locali e di lavoratori sulle problematiche dei lavoratori trimestrali e semestrali dell’Agenzia Forestas.

Per primi, i Sindaci di Alà dei Sardi (Francesco Ledda), Bono (Elio Mulas) e Monti (Emanuele Mutzu) hanno rivolto alla commissione un appello per individuare in tempi molto brevi una soluzione positiva perché, nelle loro comunità, la situazione è sempre più difficile da gestire. Siamo percepiti come il primo soggetto pubblico ed istituzionale che può e deve dare risposte alla grande domanda di lavoro di queste persone, hanno lamentato i Sindaci, e la mancanza di certezze determina ripercussioni negative sul nostro già debole tessuto sociale.

Successivamente la commissione ha ricevuto una delegazione di lavoratori e rappresentanti sindacali di Forestas, molti dei quali hanno manifestato a lungo sotto il palazzo del Consiglio. Entro il mese di gennaio, è stato detto, occorre assolutamente avviare le procedure per le assunzioni perché, chiusa quella “finestra”, si arriva direttamente ad aprile, a ridosso della campagna antincendio. La “copertura” normativa e finanziaria c’è, hanno poi sostenuto i lavoratori, ma l’Agenzia è del tutto bloccata perché manca la figura di vertice (il commissario) che come rappresentante legale deve adottare con urgenza questi ed altri atti. In concreto, hanno concluso, più di 1000 lavoratori con le loro famiglie stanno aspettando di conoscere la loro sorte dopo anni di precariato.

Nel dibattito sono intervenuti i consiglieri regionali Francesco Mura (Fdi), Daniele Cocco (Leu), Francesco Stara (Progressisti) e Giovanni Satta (Psd’Az).

Nelle conclusioni il presidente della commissione Lavoro Alfonso Marras ha garantito il massimo impegno unitario per una soluzione positiva della vicenda indirizzata alla Giunta ed all’Agenzia Forestas. Dal canto suo, il presidente della commissione Ambiente Giuseppe Talanas ha assicurato la stessa attenzione ai problemi sollevati, attraverso una risoluzione unitaria e, ha infine annunciato, la nomina imminente del commissario di Forestas.

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Un patto per la crescita della Sardegna, da scrivere con lo Stato, ma con il contributo determinante di Enti locali, parlamentari, imprenditori e sindacati sardi: è la proposta contenuta nella mozione sottoscritta dai consiglieri dei gruppi di opposizione in Consiglio regionale e che ha l’obiettivo di revisionare e rettificare l’accordo siglato lo scorso 7 novembre, con il governo a Roma, in materia di entrate e accantonamenti.

«Un accordo al ribasso ma che potrà rappresentare un punto di partenza nel confronto con lo Stato», lo ha definito il capogruppo del Pd, Gianfranco Ganau, nel suo intervento che ha aperto l’incontro con i giornalisti, al quale hanno partecipato anche il primo firmatario della mozione, Cesare Moriconi (Pd) e i capigruppo di M5S, Desirè Manca; dei Progressisti, Francesco Agus e di Leu, Daniele Cocco. «Un’intesa che può essere paragonata ad un piano di rientro accordato dallo Stato alla Regione, senza però alcun evidente beneficio per la Sardegna», ha incalzato Agus. «Solo un atto dovuto», ha aggiunto Daniele Cocco per Leu, mentre per il consigliere dei Cinque Stelle, Alessandro Solinas, l’accordo del 7 novembre con il governo Conte bis «resta il migliore tra quelli siglati nel corso delle ultime legislature».

Le forze di minoranza concordano invece sull’analisi critica dell’intesa che – come ha spiegato Cesare Moriconi – a fronte di 762,5 milioni di euro di crediti certificati con sentenze della Corte Costituzionale e del Tar, riconosce alla Sardegna soltanto 412 milioni da “restituire” dilazionati nell’arco di sei anni e lascia allo Stato la possibilità di modificare unilateralmente, nella misura del 10 e del 20%, la quota di compartecipazione della Regione alla finanza pubblica italiana.

Non soddisfa il centrosinistra e i 5 Stelle neppure la parte dell’accordo che riguarda gli Enti Locali («lo Stato trasferirà 10 milioni l’anno contro i 63 previsti a regime, se si applicano i criteri utilizzati per le Regioni a statuto ordinario») e per le opposizioni “è almeno nebulosa” l’intesa in materia di investimenti. «Un miliardo e 425 milioni di euro – hanno spiegato Gianfranco Ganau e Cesare Moriconi – da erogare nell’arco di 14 anni con la modalità dello stato di avanzamento, cioè la Regione dovrà anticipare la copertura in bilancio con risorse proprie per poter effettuare la spesa».

Carenze sono state evidenziate anche nel capitolo delle infrastrutture: «Si quantificano solo i maggiori oneri per energia e trasporti marittimi che ci derivano dalla condizione di insularità – hanno ribadito i capigruppo nel corso dei rispettivi interventi – ma è evidente che restano molti altri effetti economici da quantificare».

Ed è soprattutto alla luce di tali considerazioni che Pd, Progressisti, Leu e 5 Stelle guardano all’istituendo tavolo tecnico-politico («previsto nell’accordo e da insediare entro il 6 gennaio 2020») per dare efficacia all’intesa del 7 novembre, individuando puntualmente gli strumenti idonei per compensare gli svantaggi strutturali che penalizzano la crescita, lo sviluppo e il lavoro nell’Isola.

«Chiediamo – hanno affermato Gianfranco Ganau, Daniele Cocco, Francesco Agus e Desirè Manca – che la Regione sarda sieda a quel tavolo con un indirizzo e un mandato chiaro e politicamente forte del Consiglio regionale, attraverso il coinvolgimento diretto delle autonomie locali, dei parlamentari eletti in Sardegna, della parti sociali ed economiche.»

Da qui la richiesta rivolta formalmente al presidente del Consiglio regionale, Michele Pais, perché, ai sensi dell’articolo 54 del regolamento consiliare,  proceda con la convocazione straordinaria dell’assemblea sarda e degli stati generali dell’Isola.