22 December, 2024
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Consiglio regionale A copia

Il Consiglio regionale ha approvato gli articoli 2 e 3 della proposta di legge 71/A “Norme urgenti per la riforma del sistema sanitario regionale”, con i quali si da il via libera alla centrale unica di committenza, alla soppressione dell’agenzia regionale della sanità e all’istituzione dell’azienda regionale di emergenza e urgenza (“Areu”)

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito l’Assemblea ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno, con la discussione generale, a partire dall’art. 2, degli articoli e degli emendamenti alla proposta di legge 71/A (Cocco Pietro e più) – “Norme urgenti per la riforma del servizio sanitario regionale”.

Aprendo la discussione sull’art. 2, il presidente ha dato lettura degli emendamenti in discussione, comunicando il trasferimento all’art. 6 degli emendamenti all’art. 2 relativi alla definizione territoriale delle Asl. Successivamente ha dato la parola al primo degli iscritti a parlare, il consigliere Alessandra Zedda, di Forza italia.

Zedda ha definito il provvedimento contraddittorio «perché sappiamo che poi l’agenzia regionale sarà soppressa mentre, a proposito della centrale unica di committenza è prevedibile un appesantimento della burocrazia causato dalla complessità della normativa sugli appalti». La centralizzazione, inoltre, secondo Zedda potrebbe avere «ricadute negative su tessuto regionale di piccole e medie imprese a vantaggio di quelle di medie e grandi dimensioni, un argomento cui occorre prestare molta attenzione».

Il consigliere Michele Cossa (Riformatori sardi), dopo aver ricordato che l’istituzione della centrale di committenza è un obbligo di legge, ha messo in luce «la necessità di chiarire quadro di insieme alla luce degli emendamenti di Giunta e maggioranza». Inoltre, è importante evidenziare «il problema della presenza e della partecipazione agli appalti delle imprese sarde perché, fermo restando l’effetto positivo del calmieramento dei prezzi, si rischierebbe di perdere un pezzo di economia significativo in un settore altamente specializzato». Non va sottovalutata infine, a parere di Cossa, la proposta dei Riformatori sardi che «consente ai privati di accedere, dietro compenso, ai servizi della centrale unica di committenza».

Il consigliere Marcello Orrù (Psd’Az) ha espresso il apertura il suo apprezzamento all’assessore Luigi Arru per la predisposizione delle  unità di crisi per il contrasto al virus Ebola ma, soffermandosi sulla centrale di committenza si è detto «convinto dei risparmi ma perplesso su possibilità di intercettare le esigenze differenti delle Asl territoriali e, in definitiva, dei cittadini». «Con la razionalizzazione – ha aggiunto – è possibile un taglio rilevante dell’offerta con particolare riferimento ad importanti servizi già drasticamente ridotti in Provincia di Sassari». Orrù, infine, si è fatto interprete delle preoccupazioni delle strutture private convenzionate, osservando che sarebbe molto difficile «salvaguardare le imprese sarde, posto che la centralizzazione taglierebbe fuori molte piccole aziende, pur possedendo elevati fatturati annui ed essendo strutturalmente ed economicamente sane».

Il consigliere Edoardo Tocco (Forza italia) ha invitato l’assessore e la maggioranza a «valutare con attenzione la centrale unica di committenza, che necessariamente dovrà essere organizzata eliminando ed accorpando servizi esistenti, una operazione molto complessa che potrebbe determinare i suoi effetti positivi solo nel medio e lungo periodo».

Il presidente ha dato la parola al consigliere dell’Udc, Peppino Pinna, il quale si è detto contrario all’istituzione della centrale regionale di committenza, in quanto “non ha mai funzionato” e porterebbe risparmi minimi (“200 milioni su 3 miliardi”). Favorevole alla centrale invece il leader dell’Udc, Giorgio Oppi, il quale ha ricordato di essere stato proprio lui, nel 2001, come assessore della Sanità, a prevedere le strategie comuni di acquisto per le aziende sarde. L’esponente dell’opposizione ha però rilevato che il centro d’acquisto non è mai riuscito a decollare, neanche sotto il governo del centrosinistra, per l’opposizione dei primari ospedalieri. Oppi ha anche chiesto chiarimenti sulle linee di indirizzo e ha esortato la maggioranza a prevedere la copertura finanziaria per la centrale di committenza non presente nella legge.

Oppi ha anche esortato la Giunta, in particolare l’assessore della Sanità, a contrattare lo sconto sui farmaci con le grandi case farmaceutiche, perché altre regioni hanno ottenuto il 50 per cento, mentre la Sardegna gode di un 30 per cento.

Perplesso il consigliere di Fratelli d’Italia, Paolo Truzzu, per le continue modifiche che la maggioranza vuole portare al testo. Sembra che con gli emendamenti non cambi niente, ha continuato Truzzu, invece stiamo delegando alla Giunta il compito di riordinare la sanità. «Stiamo rinunciando a un ruolo importante del Consiglio». Per Truzzu bisogna anche valutare  le conseguenze per le piccole e medie imprese sarde. Sulla soppressione dell’Agenzia regionale della sanità, l’esponente dell’opposizione, si è detto assolutamente d’accordo.

Critico sulla proposta di legge anche il consigliere di Forza Italia, Marco Tedde: «Questa norma è l’unica novità di una riforma che non riforma niente. L’unica novità è una non novità perché è già prevista dalla normativa nazionale». Per Tedde l’unico obiettivo «è mettere le mani sulla sanità», attraverso la sostituzione dei direttori generali. Per il consigliere azzurro la legge non presta attenzione ai malati e ha aggiunto che i commissariamenti porteranno all’interruzione della programmazione creando molti problemi.

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha dichiarato che quella in discussione non è una riforma ma ha ribadito la necessità di “metter mano” all’organizzazione della Sanità in Sardegna per dare risposte ai malati. Dedoni ha definito Una “non novità” la centrale unica di committenza ed ha sottolineato che un’unica gestione di acquisti e appalti è destinato a diventare un sistema che si estenderà a tutti i settori della Pubblica amministrazione. L’esponente della minoranza ha quindi denunciato rischi per le piccole e medie imprese della Sardegna ed ha ricordato come le principali commesse delle Asl siano andate ad appannaggio di imprese siciliane e campane con la conseguente marginalizzazione dei fornitori sardi.

Attilio Dedoni ha auspicato una legge obiettivo regionale per la gestione degli appalti pubblici nell’Isola ed ha rilanciato la proposta di una Asl unica per la gestione del personale e dell’amministrazione. Il capogruppo dei Riformatori ha quindi concluso con l’invito a «lasciare fuori la politica dalle Asl e dalla Sanità sarda».

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha affermato che la minoranza ha guardato con favore all’istituzione della centrale unica di committenza ma ha denunciato che un emendamento dei consiglieri della maggioranza ne modifica le finalità e l’efficacia introducendo una dicitura ambigua che parla di “aggregazione di fabbisogni in Sanità”. Pittalis ha inoltre deinito “tortuosa” la procedura che si intende introdurre che “annacqua” gli originari propositi, demandando alla Giunta le modalità di accentramento delle committenze. «La centrale di committenza -ha attaccato Pittalis – resta dunque una grande rivoluzione solo annunciata e la verità è che ciascuna Asl proseguirà ad acquistare in autonomia beni e servizi». L’esponente della minoranza ha quindi invitato i presentatori dell’emendamento a chiarire i perché del “passo indietro” a proposito della centrale unica di committenza ed ha concluso ribadendo che i consiglieri della minoranza avrebbero votato a favore del centrale unica di committenza, nella formulazione originaria del testo della Pl 71.

Il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu, ha ribadito il favore della minoranza per le iniziative volte alla razionalizzazione della spesa in sanità. Il consigliere dei centristi ha quindi denunciato i rischi che potrebbero derivare dalla creazione di un ente centralizzato e ricordato ad esempio i disservizi e le inefficienze di Abbanoa.

Rubiu ha quindi insistito sui rischi per le imprese sarde ed ha definito “preoccupante” la centralizzazione degli acquisti e degli appalti.

Il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha quindi concesso la parola alla Giunta. L’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru, ha quindi replicato alle critiche avanzate da alcuni esponenti della minoranza ed ha affermato che con l’introduzione della centrale unica di committenza, sulla base dei raffronti con le altre regioni ed in considerazione dei dati acquisiti in proposito, la Giunta stima un risparmio che può quantificarsi in una misura ricompresa tra il 5 e il 10%.

L’assessore Arru ha quindi introdotto il tema dello sviluppo del governo clinico per affermare che con il sistema “HTA” sarà possibile valutare le migliori tecnologie a disposizione senza discrezionalità ma soltanto sulla base dell’efficacia del loro funzionamento. «Si sceglieranno le migliori attrezzature a disposizione – ha dichiarato Arru – e ci sarà più trasparenza e più rapidità». L’assessore ha inoltre ricordato come siano le norme nazionali a stabilire l’introduzione della centrale unica di committenza ed ha garantito il coinvolgimento del personale sanitario per garantirne risultati e funzionamento. Per quanto attiene i rischi per le imprese sarde, l’assessore ha dichiarato: «Serve superare la malattia di guardarsi l’ombelico e favorire l’aggregazione delle imprese sarde per renderle competitive anche in ambito extraregionale». «Stiamo provvedendo alla razionalizzazione delle spesa – ha aggiunto Arru – non a tagliare i servizi in Sanità». L’assessore ha quindi posto l’accento sull’importanza della prevenzione e della promozione della salute, ribadendo la volontà di realizzare un servizio sanitario presente nel territorio e che tenga in considerazione i cambiamenti intervenuti nella società e i nuovi bisogni di salute («la vecchiaia non può essere considerata una maledizione ma una conquista»).

Luigi Arru ha quindi concluso il suo intervento affrontando il tema dei farmaci ed ha dichiarato che è necessario instaurare una trattativa con le case farmaceutiche ed ha citato ad esempio quella per i farmaci antivirali per l’epatite di tipo “C”. (a.m)

Il relatore del provvedimento Luigi Ruggeri (Pd) ha espresso parere contrario agli emendamenti dell’opposizione e favorevole a quelli della maggioranza; per altri in parte presentati dall’opposizione, con riferimento alla soppressione dell’Agenzia regionale della sanità, ha sollecitato una ad una sospensione, da concordare più avanti, per esaminare la possibilità di una sintesi.

La Giunta, con l’Assessore della Sanità Luigi Arru, ha espresso parere conforme.

Successivamente l’Aula ha respinto gli emendamenti n. 17 e n. 18.

Il presidente ha poi avviato la discussione sull’emendamento n. 366 (Cocco Pietro e più), presentato dalla maggioranza, dal titolo “Aggregazione dei bisogni in sanità”.

Per dichiarazione di voto il consigliere Michele Cossa (Riformatori sardi), ha sottolineato che l’emendamento sostituisce integralmente art. 2 ed ha ribadito l’importanza del problema delle imprese sarde, «perché è vero che non bisogna guardarsi l’ombelico come dice l’Assessore, ma stiamo parlando di 3 miliardi e ci sono situazioni oggettive, come quella di una piccola azienda di elettromedicali,  in cui non è possibile aggregarsi».

Il relatore Luigi Ruggeri (Pd), ha dichiarato che «abbandono del titolo non significa abbandono della strada maestra, c’è intanto il rimando alla centrale di committenza nazionale; noi ci proponiamo di aggregare e qualificare la domanda cercando di orientare la spesa, d’altra parte non possiamo semplificare mantenendo il nostro nanismo imprenditoriale, le imprese dovranno specializzarsi o aggregarsi come già accaduto in altri settori».

Il consigliere Alessandra Zedda (Forza italia) ha annunciato il voto contrario del gruppo pur condividendo alcune argomentazioni di Ruggeri. «Non ho dubbi sulla qualità delle piccole e medie imprese sarde ma i tempi del loro adeguamento saranno necessariamente lunghi perché l’organizzazione regionale non è così veloce anche per evidenti carenze di organico».

Il consigliere Gianluigi Rubiu (Udc) ha ricordato che basta guardare “aggregazione domanda in sanità” sui motori di ricerca e viene fuori la Regione Sicilia, «significa che la Sardegna non ha prodotto niente di originale».

Il consigliere Alberto Randazzo (Forza Italia) ha ribadito il voto contrario, «ci siamo astenuti in commissione perché in materia di centrale unica di committenza avevamo condiviso in qualche modo una scelta strategica ma ora quel testo viene molto annacquato dall’emendamento della stessa maggioranza: è bellissimo ma non dice niente».

L’Assemblea ha quindi approvato a maggioranza l’emendamento n. 366, determinando la decadenza degli altri emendamenti collegati.

Subito dopo, il presidente ha messo in votazione l’emendamento n. 372, sempre della maggioranza (Cocco Pietro e più), sulla “Soppressione dell’Agenzia regionale della sanità”.

Il consigliere Luigi Ruggeri (Pd), intervenendo sull’ordine dei lavori, ha chiesto una breve sospensione della seduta, che il presidente ha accordato.

Alla ripresa, il presidente ha chiesto di dare lettura dell’emendamento di sintesi che, in sostanza, oltre alla nomina di un commissario liquidatore con un mandato di 6 mesi a partire dall’entrata in vigore della legge, attribuisce tutte le competenze dell’Agenzia alla direzione generale della sanità.

Successivamente l’Aula ha approvato l’emendamento 372, che integra l’art. 2, e respinto gli emendamenti n. 37 e 38, per poi passare all’esame dell’art. 3.

Il presidente Ganau ha aperto la discussione sull’articolo 3 che prevede l’istituzione dell’Areu  (Azienda regionale dell’emergenza urgenza). Il consigliere dei Riformatori sardi, Michele Cossa, ha ricordato che per il suo partito questo è uno punti più  critici di questa legge, ritenendo sbagliata l’istituzione di una nuova azienda. Cossa ha ribadito che se lo spirito della legge è quello di ridurre i costi, con la riduzione delle Asl (“noi vorremmo una sola Asl”) mentre con l’Areu si istituisce una nuova azienda.

Per il consigliere di Fratelli d’Italia, Paolo Truzzu, è dello stesso avviso: «Questo articolo è in controsenso con l’emendamento che abbiamo appena votato. È giusto che il sistema del 118 vada rivisto dopo tanti anni, però il sistema non è l’istituzione di una nuova azienda regionale che crea confusione e nuovi costi». Truzzu ha proposto, attraverso un emendamento firmato anche dal collega Modesto Fenu (Sardegna – Zona Franca), l’istituzione di un dipartimento interaziendale anziché creare una nuova struttura. Per il  consigliere di Forza Italia, Marco Tedde, l’Areu è «completamente inutile e porterà ad accrescere inevitabilmente i costi». L’esponente azzurro ha auspicato un’ulteriore riflessione della maggioranza, «ma la realtà è che si voleva solo arrivare ai commissariamenti».  D’accordo con Tedde anche Alessandra Zedda (Forza Italia), la quale ha invitato la maggioranza a soprassedere su questo punto della legge e riaffrontare la questione quando si metterà mano alla riorganizzazione degli enti e delle Asl.

Il consigliere del gruppo Pd, Luigi Ruggeri, ha ricordato lo spirito di fondo della riforma in discussione spiegando che consiste nello spostare “il baricentro delle cure dall’ospedale al territorio”. «E’ dunque fondamentale – ha spiegato l’esponente della maggioranza – operare la migliore connessione possibile e mettere in relazione tra loro tutti i luoghi erogatori dei servizi con i luoghi dove si manifestano i bisogni». A giudizio di Ruggeri il superamento dell’esperienza dell’organizzazione del servizio 118 in Sardegna potrebbe rappresentare una buona soluzione. Il consigliere Pd ha quindi respinto la similitudine con l’azienda per le emergenze instituita nella Regione Lombardia: l’orografia della Sardegna è molto differente dalla realtà lombarda.

«Non sappiamo se la costituenda azienda per l’emergenza e l’urgenza – ha insistito Ruggeri – sia la cosa migliore ma l’Areu è qualcosa migliore di ciò che c’è oggi». «Scommettiamo sull’Areu – ha concluso l’esponente dei democratici – perché rappresenta un sistema che completa la rete dell’emergenza e dell’urgenza nell’Isola».

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha invitato la maggioranza a non procedere con l’appesantimento dei conti della Regione con la costituzione di una nuova azienda sanitaria. «Con l’Areu – ha affermato l’esponente della minoranza – si sta caricando il bilancio di ulteriori costi rappresentanti da un’ulteriore agenzia». Dedoni ha ricordato che la Sanità impegna 3.5 miliardi di euro del bilancio regionale («la metà delle cifre a disposizione») ed ha ricordato le difficoltà che già in sede di bilancio 2015 emergeranno per l’esiguità dei fondi a disposizione per gli investimenti. Attilio Dedoni ha concluso invitando la maggioranza a sospendere la discussione in atto e l’esame della Pl 71 per impegnarsi in una profonda riforma della Sanità che riduca al minimo le spese e garantisca i sevizi ai cittadini sardi.

Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha ribadito gli obiettivi della maggioranza in ordine all’istituzione dell’Areu: «Vogliamo procedere con la razionalizzazione del servizio emergenze e urgenze e vogliamo anche contenere i costi». L’esponente del centrosinistra si è detto convinto che con l’Areu si realizzerà un servizio migliore a fronte di una significativa riduzione dei costi. Pietro Cocco ha dunque ribadito la volontà di procedere con la riduzione delle Asl ed ha concluso proponendo all’Aula l’approvazione di un emendamento orale finalizzato ad aggiungere la lettera “S” («Sardegna») alla fine dell’acronimo “Areu”.

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, si è detto polemicamente d’accordo col suo omologo democratico sull’aggiunta della “s” all’acronimo “Areu” («se fosse una questione di lettere da aggiungere si potrebbero aggiungere tutte le lettere dell’alfabeto») ma ha ribadito la distanza sulle disposizioni della Pl 71: «L’esame del testo conferma che si tratta di una riforma gattopardesca». «All’articolo 1 – ha spiegato il capogruppo Fi – dichiarate la volontà di procedere con la riduzione delle Asl e immediatamente dopo ne istituite una nuova». Pittalis ha quindi dato lettura integrale del comma 3 dell’articolo 3 nella parte in cui si prevede la direzione regionale e si fa riferimento al funzionamento delle aziende sanitarie ed ha quindi domandato spiegazioni alla maggioranza sulle dichiarazioni rese a proposito del contenimento della spesa e la riduzione delle Asl sarde. Il consigliere del centrodestra ha evidenziato a questo proposito la previsione di spesa di 600mila euro per i direttori della istituenda azienda sanitaria per l’emergenza e l’urgenza. Pittalis ha quindi messo in dubbio la tenuta della norma («è una norma di spesa») ed ha proposto alla maggioranza e alla giunta di valutare, in luogo dell’Areu, la creazione di una struttura dipartimentale presso l’assessorato della Sanità.

Il capogruppo di Sel Daniele Cocco ha replicato al capogruppo di Forza Italia, Pittalis, ed ha ricordato che, nella scorsa legislatura, «il primo atto del centro destra fu quello di commissariare le aziende sanitarie con una semplice modifica dell’acronimo che identificava le Asl». Nel merito, Cocco ha affermato che «occorre fidarsi nella struttura dell’assessorato che ha fin qui dimostrato, dati alla mano, che l’istituzione della nuova azienda porterà ad un risparmio di spesa fornendo ai cittadini un servizio migliore, a parte il fatto che vedrà la luce solo nel momento in cui sarà ridefinita la mappa della Asl della Sardegna».

L’assessore della Sanità, Luigi Arru, ha manifestato la necessità di ricondurre il dibattito ai numeri, aggiungendo di conoscere bene l’esperienza della Lombardia dove, anzi, vengono apprezzate alcune realtà della sanità sarda. Entrando nel dettaglio delle cifre, Arru ha ricordato che, nell’organizzazione attuale, il servizio di emergenza-urgenza è costato circa 200 milioni di euro nel 2013. «Non esiste quindi un problema di compatibilità finanziaria – ha precisato – ed anzi prevediamo vantaggi che aggrediranno le criticità del sistema con una policy comune e ci consentiranno di offrire un miglior servizio ai cittadini».

Il relatore del provvedimento Luigi Ruggeri (Pd) ha espresso parere negativo su tutti gli emendamenti presentati, fatta eccezione per il n. 371.

La Giunta, con l’assessore della Sanità Arru, ha espresso parere conforme.

Il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha quindi messo in votazione gli emendamenti all’articolo 3. Sono intervenuti per dichiarazioni di voto Pietro Pittalis (Forza Italia), Pietro Cocco (Pd) Attilio Dedoni (Riformatori sardi), Paolo Truzzu (FdI), Oscar Cherchi (Forza Italia), Lorenzo Cozzolino (Pd), Marco Tedde (Forza Italia).

Il Consiglio ha approvato l’articolo 3 e l’emendamento n. 371 (Pietro Cocco e più) che prevede la sostituzione del comma 4 con il seguente testo: “4. La Giunta regionale, acquisito il parere della commissione consiliare competente, definisce la sede, il patrimonio, il personale, le specifiche funzioni e le interrelazioni con le altre aziende sanitarie della Areu, e provvede alla nomina dei relativi organi, contestualmente al riassetto delle aziende sanitarie locali di cui alla presente legge. Stabilisce altresì la composizione del collegio di direzione, le linee di indirizzo per la definizione dell’atto aziendale della Areu, secondo quanto previsto all’articolo 9 della legge regionale 28 luglio 2006, n. 10, al fine della determinazione della struttura organizzativa. Riguardo alla composizione del collegio dei sindaci si applica la normativa relativa alle aziende ospedaliere”. Il Consiglio ha quindi approvato l’emendamento orale proposto dal capogruppo del Pd, Pietro Cocco, per l’introduzione della lettera “S” alla fine dell’acronimo “Areu”.

La seduta è stata chiusa, i lavori riprenderanno domani mattina, alle 10.00, con l’esame dell’articolo 4. Il presidente ha convocato, alle 9, la conferenza dei capigruppo in sede politica.

Ospedale Brotzu Cagliari 5Gianfranco Ganau 1 copia

Il Consiglio regionale ha approvato il passaggio agli articoli della proposta di legge 71/A “Misure urgenti per la riforma del sistema sanitario regionale”. Domani mattina si riunirà la Sesta commissione per l’esame degli emendamenti e i lavori del Consiglio proseguiranno nel pomeriggio, alle 15,30.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, l’Aula ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno proseguendo la discussione generale della proposta di legge n. 71/A (Cocco e più) – Misure urgenti per la riforma del sistema sanitario regionale.

Il presidente ha quindi dato la parola al primo degli iscritti a parlare, come presidente del gruppo “Sardegna” Paolo Truzzu.

Nel suo intervento, il consigliere Truzzu si è detto dell’avviso che «la legge in esame, nel metodo e nel merito, non è quella giusta per risolvere i problemi della sanità sarda e lo stesso centrosinistra, infatti, ha detto che non si tratta di una riforma ma di un provvedimento parziale e urgente». Utilizzando come metafora la favole di Cenerentola, Truzzu ha affermato che «la legge è una specie di sogno destinato a svanire, pieno fra l’altro di forzature, ma sarà un qualcosa di profondamente diverso dalla riforma della quale si occuperà la Giunta». «Così facendo – ha avvertito il consigliere – si sta attribuendo per intero il potere legislativo alla Giunta alla quale il Consiglio non ha però attribuito nessuna delega e la conseguenza sarà quella di una legge debole che sarà poi difficile applicare». Truzzu è stato critico anche sugli emendamenti annunciati a firma della Giunta: «Un tentativo di raddrizzare le cose ma in realtà si peggiorerà molto il testo, perché manca la visione del cittadino paziente ed utente del sistema e si privilegia quella legata al ruolo dei manager». «Dal punto di vista della spesa – ha osservato Truzzu – si finirà con lo spendere di più, sia attraverso la costituzione di una nuova agenzia mentre sarebbe bastato un dipartimento interaziendale, sia tenendo in vita l’agenzia regionale, già cancellata in molte altre Regioni».

Il capogruppo del Centro Democratico, Roberto Desini, ha auspicato chiarezza sullo spirito della proposta «che non è la riforma del sistema sanitario ma l’inizio di un percorso di razionalizzazione di un sistema completamente sballato e malato che ha necessità di cure». «A volte – ha continuato – il centrosinistra pecca di determinazione nell’azione di governo ma il richiamo dell’assessore ai manager sull’ordinaria amministrazione non è stato rispettato e, sul piano dei conti del 2013 c’è stato uno sforamento preoccupante che va corretto». Nel merito Desini ha affermato che i punti qualificanti della legge sono tre: rimettere al centro il cittadino-paziente in un tessuto economico devastato come l’attuale, contenere e ridurre la spesa e migliorare la qualità dei servizi. «Si tratta anche di un problema culturale – ha dichiarato – oggi abbiamo 1200 posti letto in più rispetto a fabbisogno, tanti primari e pochi servizi; io non ci sto, questo è un danno per le future generazioni e dobbiamo assolutamente cambiare un sistema in cui i diritti possono essere scambiati con favori». «Questo modo di fare politica va combattuto e sconfitto – ha concluso – e i giovani possono dare un contributo forte a questo processo di cambiamento».

Il capogruppo dei Riformatori sardi, Attilio Dedoni, richiamando la relazione di minoranza, ha sostenuto che «occorre restare ancorati alla realtà, questa non è una riforma come dice la stessa maggioranza, che poi spende 600.000 euro (ma sono molti di più) per una nuova agenzia, tenendo presente che con il pareggio di bilancio si può spendere solo ciò che si ha, ancora di più dopo l’accordo Soru-Prodi che costringe la Sardegna a pagarsi sanità, continuità territoriale e trasporti. «Noi – ha detto l’esponente dei Riformatori sardi – abbiamo indicato una strada, quella di una sola Asl per tutta la Sardegna, con gestione accentrata di personale e acquisti; i risparmi sarebbero enormi e così si metterebbero anche a tacere i campanili». «Secondo questo schema – ha aggiunto Dedoni – avremmo anche potuto istituire 8 distretti ma senza direttori generali, dato che le strutture amministrative costano almeno 100.000 euro mensili per ciascuna Asl; questa sì che sarebbe una riforma seria e puntuale e, meglio ancora, sarebbe staccare gli ospedali dalle Asl perché quelli cosiddetti di comunità non convincono». «Insomma – ha concluso il consigliere – ragioniamo insieme tornando in commissione e concentrandoci su una riduzione forte delle aziende, cosa che fino ad oggi la maggioranza non ha fatto proponendo anzi il loro aumento: ricordiamoci soprattutto che chi si rivolge al sistema sanitario non ha colore e non può averne».

Il capogruppo del “Misto”, Fabrizio Anedda (Prc-Ci), ha escluso, in apertura del suo intervento, di voler formulare proposte di riforma della sanità, quanto di voler svolgere alcune riflessioni. «La prima – ha dichiarato il consigliere della maggioranza – è quella che dà alla Sanità e al Lavoro il carattere di priorità nella nostra Isola». Anedda ha quindi ricordato le finalità della proposta di legge 71 e auspicato una riforma sanitaria incentrata su tre temi principali: salute, prevenzione e organizzazione aziendale.

Il capogruppo di Sel, Daniele Cocco, ha replicato ad alcune sottolineature polemiche della minoranza: «Ci danno occasione per fare polemica ma non è utile farne di nuove, visto che i colleghi dell’opposizione conoscono a fondo le condizioni in cui versa il sistema sanitario sardo che hanno governato per cinque lunghi anni». L’esponente di Sel ha quindi risposto a quanti, nel corso del dibattito in Aula, hanno accusato l’esecutivo e la maggioranza di voler approvare la proposta di legge 71 solo per giustificare la nomina dei commissari nelle 8 Asl sarde. «L’errore del presidente Pigliaru e dell’assessore Arru – ha attaccato Daniele Cocco – è quello di aver fatto trascorrere troppo tempo prima di procedere con i commissariamenti». Il tutto – a giudizio dell’esponente della maggioranza – per far cessare gestioni inefficaci e discutibili delle azienda sanitarie e per garantire così il diritto alla salute di tutti i cittadini sardi. Il capogruppo del centrosinistra ha quindi ricordato lo stanziamento dei primi 103 milioni di euro, in sede di approvazione dell’assestamento del bilancio, per dare copertura al disavanzo delle Asl. «Molti dei direttori generali in carica – ha dichiarato Daniele Cocco – si sono “messi in proprio” e facciamo una cortesia anche ai colleghi dell’opposizione se procediamo immediatamente con la nomina dei commissari». L’esponente di Sel ha quindi citato numerosi di casi di “mala gestione” e “mala sanità” («basti pensare al dramma delle liste d’attesa nonostante nella scorsa legislatura siano stati stanziati 30 milioni di euro»). Daniele Cocco ha difeso l’istituzione dell’Areu («con l’azienda per l’urgenza e l’emergenza ci mettiamo al passo con le altre Regioni») ed ha assicurato l’impegno delle forze della maggioranza perché, a partire dall’approvazione della Pl 71, si proceda con un miglioramento del sistema sanitario insieme con la riduzione degli sprechi.

Il presidente ha dato, poi, la parola al capogruppo del Psd’Az, Christian Solinas, il quale ha esortato l’Aula a cambiare metodo, perché non è utile alla Sardegna impegnare il tempo delle commissioni e del Consiglio per discutere una norma che serve solo a commissariare le aziende sanitarie. Per il consigliere la Giunta ha tutto il diritto di farlo, senza però coinvolgere su una proposta parziale tutto il Consiglio. Nel merito, il consigliere ha condiviso l’importanza del problema sollevato, ossia la riorganizzazione del sistema sanitario regionale che costa alla Regione circa 3miliardi di euro. «Sulla riforma organica si gioca la partita della programmazione futura di questa regione». Solinas ha iniziato ad elencare diverse criticità: dall’eccesso dei parti cesarei, alla scelta di farsi curare in altre regioni, agli acquisti dei materiali a prezzi più alti del reale costo sul mercato, alla mancanza di un’analisi dell’efficienza dei servizi tecnologici, al tasso di ricoveri più alto della media. Per Solinas la riforma sanitaria è fondamentale, ma ha bisogno di tempi e di approfondimenti che non sono presenti in questo testo. Per l’esponente sardista se la maggioranza vuole cambiare i manager lo faccia, così da dedicarsi in modo serio alla riforma della sanità.

Per il capogruppo di Soberania e Indipendentzia, Emilio Usula (Rossomori) «parlare di norme di riordino del sistema sanitario non è facile». E’ un tema «che oggi prende l’avvio e deve vedere tutti fare uno sforzo importante». Usula, pur ricordando che la Sanità pesa sul bilancio regionale per quasi il 60 per cento delle risorse, ha evidenziato che il livello di spesa non si discosta dalla media nazionale e delle altre regioni. «Bisogna anche ricordare che l’Italia è al di sotto della media europea per investimento nella Sanità. Per questo motivo – ha proseguito – non enfatizziamo troppo i dati economici». Usula ha criticato la visione economicistica del problema, perché bisogna tenere conto di cosa rappresenta la gestione della sanità per una società avanzata e civile. Per il capogruppo bisogna mettere al centro di ogni ragionamento il diritto fondamentale alla salute di ogni cittadino. Per Usula «il sistema di gestione deve essere equo e trasparente, perché i cittadini si aspettano un’inversione di tendenza, anche se tardiva, nella gestione delle Asl». Per il rappresentante della maggioranza ha evidenziato che troppe scelte sono state dettate dai poteri forti e dai partiti e questa situazione ha generato un sentimento di rabbia e frustrazione tra gli operatori e i cittadini. «In Sardegna aumenta il bisogno di salute perché è sempre – ha proseguito – più diffusa la povertà e il disagio economico, e su questo fattore bisogna intervenire con una politica non solo sanitaria». Questo progetto, ha concluso il consigliere, è un primo passo per invertire la rotta, certi della necessità di una riforma più completa e più partecipata che recuperi la fiducia degli operatori e dei cittadini e che dia maggiori tutele e garanzie agli abitanti della Sardegna.

Come capogruppo, il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi ha affermato che, dopo la conferenza dei capigruppo, credeva «si fosse stabilito un clima diverso: avremmo potuto ricordare le 82 nomine del centrosinistra prima della scadenza della legislatura del 2009, o la centrale per gli acquisti che esiste dal 2000 ma è più utile cercare di costruire». Sul piano generale, Oppi ha osservato che il tetto fissato dal Ministero a 2.8 miliardi di euro per la spesa sanitaria regionale è sbagliato, «perché si viaggia da anni su tutto il territorio nazionale su livelli superiori ai 3 miliardi». Inoltre, sul piano del metodo, «è impossibile sostenere la necessità di una nuova norma in un settore già disciplinato da ben 3 leggi regionali, in larga parte inapplicate, con una riforma che non riforma nulla ed anzi moltiplica gli enti di amministrazione». Il Patto per la Salute sottoscritto da tutte le Regioni, ha ricordato il consigliere dell’Udc, «prevede razionalizzazione di aziende e riduzione dei costi abbassando il numero dei ricoveri per andare verso una sanità più prossima ai cittadini». Oppi ha poi annunciato la presentazione di una serie emendamenti migliorativi «su una proposta disordinata: noi chiediamo la riduzione delle Asl a 4 per realizzare economie di scala, perché è del tutto sbagliato moltiplicare gli enti». La nuova agenzia per l’emergenza-urgenza, nasce a giudizio del consigliere Oppi, «con una copertura finanziaria del tutto insufficiente, mentre andrebbe soppressa l’agenzia regionale Agenas come già si era iniziato a fare nel 2002». In conclusione, l’esponente dell’Udc ha criticato il percorso istituzionale seguito dalla maggioranza, sostenendo che «è un errore dare mandato alla Giunta per definire i territori delle nuove Asl perché si tratta di un compito di competenza esclusiva del Consiglio».

Il capogruppo di Sardegna Vera, Efisio Arbau, ha affermato che «nel rimpallo fra maggioranza e minoranza possiamo anche ricordare il passato ma bisogna piuttosto verificare se tutta la classe dirigente sarda riesce ad andare oltre; l’argomento centrale è l’offerta sanitaria rispetto ad una macchina complessa, con eccellenze ed altrettante inefficienze, che sfuggono ad ogni controllo lasciando ampi spazi a gruppi di potere locale nella sanità pubblica come in quella privata». «Questa legge – ha continuato – non risolve il problema, è un primo passo e forse si poteva fare prima, ma ora bisogna mettere in sicurezza un sistema che sta crollando, anche alla luce delle prossime scelte contenute nella finanziaria». «Molti cittadini – ha ricordato Arbau – protestano giustamente per le liste di attesa insopportabili e tante associazioni lamentano gravi disservizi, in uno scenario in cui emerge un grande bisogno di meritocrazia». «Nel dettaglio – ha osservato Arbau – l’innovazione più significativa è l’Areu, struttura che forse ci permetterà di salvare qualche vita».

Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha definito con chiarezza la proposta di legge 71 (di cui è primo firmatario) «una proposta di riforma del sistema sanitario regionale». «Su questa riforma – ha spiegato l’esponente della maggioranza – si potrà affermare tutto e il contrario di tutto ma è certo che non c’è ancora la prova se funzioni o meno, mentre è accertato che la sanità sotto la gestione del centrodestra ha prodotto un disavanzo di 400 milioni di euro». «Il costo complessivo della sanità in Sardegna – ha insistito Cocco – è di ben 3 miliardi e 300 milioni di euro l’anno». Il carattere dell’urgenza della proposta di legge 71 – a giudizio del capogruppo democratico – risiede proprio nei numeri del disavanzo e nel costo spropositato della sanità, insieme con la necessità di migliorare i servizi per tutti i cittadini sardi. «Negli ultimi cinque anni – ha aggiunto l’esponente del centrosinistra – sono aumentati i costi e si sono ridotti i servizi». Pietro Cocco ha quindi elencato gli obiettivi della Pl 71: ridurre il disavanzo e contenere la spesa («l’istituzione della centrale unica di committenza serve a raggiungere l’obiettivo»); rafforzare le attività e la presenza nei territori («le case della salute e gli ospedali di comunità»); adeguare l’assetto del sistema sanitario alla riforma del sistema degli Enti locali («è questa la ragione per la quale non indichiamo nel testo di legge il numero delle Asl ma affermiamo che saranno meno delle attuali otto»).

Pietro Cocco ha quindi difeso l’istituzione dell’Areu, ipotizzandone il cambio di acronimo in “Areus” per differenziarla dall’analoga azienda lombarda: «In sostanza è un 118 unico regionale che nasce sulla base dell’attuale 118 che è suddiviso in due aree di intervento ed in più prevede l’istituzione del servizio di elisoccorso». Il capogruppo del Pd ha concluso affermando che «la riforma in discussione non è una “propostina” ma una legge importante che prevede cose importanti per la sanità sarda».

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha sottolineato alcune «contraddizioni emerse nel corso del dibattito in seno ai diversi settori della maggioranza» e ricordato «l’astensione e la presa di distanza di alcuni esponenti del centrosinistra rispetto alle previsioni normative della Pl 71». Il consigliere di Fi ha inoltre rimarcato le differenti valutazioni che gli esponenti del centrosinistra hanno dato alla proposta di legge in discussione in Aula: «Alcuni escludono che possa rappresentare una riforma mentre il capogruppo del partito di maggioranza relativa in Consiglio l’ha definisce una vera e importante riforma del sistema sanitario regionale». «La realtà – ha insistito Pittalis – è che quello che si cerca di accreditare come un testo di riforma del sistema sanitario altro non è che un pretesto per procedere con la nomina dei commissari nelle Asl sarde».

L’esponente della minoranza si è rivolto direttamente, dunque, all’assessore della Sanità: «Luigi Arru immaginava una presentazione con un migliore biglietto da visita e di indicare un percorso di ridefinizione della sanità sarda piuttosto che le disposizioni contenute nella Pl 71». Pittalis, che ha polemicamente escluso che l’avvento di Renato Soru alla guida del Pd possa stravolgere i progetti di legislatura dell’assessore Arru, ha quindi affermato che «l’assessore, la giunta e la maggioranza partono con il passo sbagliato».

A giudizio del capogruppo Fi, nel testo della Pl 71 esitato dalla competente commissione «l’unica proposta da salvare è l’istituzione del centro unico regionale di committenza».

In conclusione del suo articolato intervento, Pietro Pittalis, ha ribadito il concetto espresso da molti esponenti dell’opposizione riguardo il ricorso ai commissariamenti: «Se fossi stato un direttore generale di una delle Asl avrei rassegnato le dimissioni già dallo scorso aprile perché è evidente che l’attuale impostazione della sanità sia differente da quella della scorsa legislatura». «Non ci saremmo opposti a una norma che prevedesse la nomina dei commissari – ha insistito il consigliere di Fi – e ci saremmo evitati l’esame di un testo pressoché inutile». Pittalis ha quindi ricordato la nomina del commissario dell’Ente Foreste: «Fatta questo pomeriggio mentre il Consiglio esaminava in commissione il disegno di legge proposta dalla Giunta». Pietro Pittalis ha concluso affermando che la proposta di legge, così come è strutturata, non diminuisce le Asl, anzi le aumenta, così come farà crescere il disavanzo nella sanità sarda.

Il presidente ha quindi dato la parola all’assessore della Sanità, Luigi Arru, il quale ha espresso il parere favorevole della Giunta. Per Arru l’articolo 1 rappresenta il punto fondamentale della norma con la tutela della salute del cittadino al centro di tutto il ragionamento. Per Arru è importante la centrale di committenza, che è vero esisteva ma non ha mai funzionato, ricordando che in altre regioni ha prodotto un risparmio importante. Favorevole anche all’Areu perché, secondo Arru, riorganizza il sistema di emergenza-urgenza ormai con troppe criticità. Tra l’altro, ha ricordato l’assessore, si occuperà anche del trasporto dei pazienti e del trasporto organi. Un’iniziativa che consentirà alla Sardegna di allinearsi con gli standard europei. Per l’assessore ci può essere un costo apparente, ma l’Areu renderà omogenea la rete  e darà garanzie al sistema emergenza-urgenza. Importanti, secondo Arru, anche le case della salute, che come finora concepite non hanno dato risposte al territorio. Arru ha spiegato all’Aula che, visto l’invecchiamento della popolazione, è fondamentale intervenire sul potenziamento dei servizi per i non acuti sul territorio, che sarà garantito dalle case della salute e dagli ospedali di comunità, con una valorizzazione dei medici di base, degli infermieri e dei fisioterapisti. Per l’assessore tutti gli articoli vanno visti in un’ottica di circolarità che parte dalla prevenzione. L’esponente dell’esecutivo ha ribadito la necessità di modificare la rete ospedaliera, «ma non si può fare se prima non si potenziano i territori». Per Arru il testo in esame è perfettibile, ma è una prima risposta al cittadino, agli operatori e al territorio.

Il presidente del Consiglio ha chiuso la discussione generale e ha messo in votazione il passaggio agli articoli (31 sì, 20 no) e ha poi sospeso la seduta e convocato la conferenza dei capigruppo.

Al rientro in Aula, il presidente Ganau ha chiuso la seduta e ha comunicato che il Consiglio si riunirà domani alle 15,30 con l’esame degli articoli del Pl 71/A, perché la Giunta ha annunciato il ritiro del Dl 99. Alle 11 si riunirà la Sesta commissione per l’esame degli emendamenti presentati al Pl 71/A.

Proseguiranno domani alle 15 e 30 i lavori del Consiglio regionale. All’ordine del giorno l’esame degli articoli e degli emendamenti  del PL 71/A “Norme urgenti per la riforma del sistema sanitario regionale”. Alle 11.00 è convocata la commissione Sanità per l’esame dei 384 emendamenti presentati.

Consiglio regionale 3 copia

Sono state presentate questa mattina, in Consiglio regionale, le relazioni di maggioranza e minoranza della proposta di riforma del sistema sanitario regionale, la cui discussione generale inizierà martedì 28 ottobre, alle 10.30. Dopo la presentazione delle relazioni, inoltre, l’Assemblea ha esaminato le mozioni e gli altri argomenti all’ordine del giorno.

La proposta, ha iniziato Gigi Ruggeri (Pd), relatore di maggioranza «corrisponde all’esigenza di inserire un argine alla deriva finanziaria della spesa sanitaria, da sempre al centro del dibattito sui sistemi di tipo universalistico, senza diminuire qualità dei servizi e dell’assistenza». «Negli ultimi cinque anni in Italia – ha aggiunto Ruggeri – la spesa è cresciuta di crescita di 2 miliardi l’anno ed in Sardegna, rispetto tetto definito dalla conferenza Stato-Regioni, ha superato nel 2013 i 3 miliardi al netto di Irap mentre modello di assistenza non ha fatto significativi passi avanti rispetto logica ospedalocentrica. Problema vero è rinuncia a governare questi processi, se non attraverso nuove regole sulle procedure di acquisizione di beni e servizi e sui protocolli diagnostico-terapeutici che non hanno funzionato, ed anche alcune nuove leggi hanno lasciato intatto l’enorme spazio di potere riservato ai direttori generali». Così, secondo il consigliere del Pd, «il sistema non può reggere perché mancano una centralizzazione del governo clinico e della committenza, un ragionamento complessivo che va esteso alla ristrutturazione della rete ospedaliera perché siamo al di sopra della media nazionale, una offerta articolata in modo diverso». E’necessario poi «mettere in rete i sistemi ospedalieri – ha osservato Ruggeri – dato Sardegna terza in Italia per ipodensità dopo la Val d’Aosta e la Basilicata, una bassissima densità di popolazione del tutto peculiare di cui si deve tener conto nella programmazione di un sistema di emergenza-urgenza di migliore qualità». «Altro obiettivo qualificante della proposta – ha concluso il consigliere del Pd – quello di ridisegnare il sistema dell’assistenza territoriale, una realtà nella quale oggi esistono ampie quote di domanda di salute che restano senza risposta; una realtà che possiamo cambiare realizzando nuove case salute e ospedali comunità, questa legge è solo il punto iniziale di un processo di riforma molto articolato».

Il consigliere Michele Cossa (Riformatori sardi), relatore di minoranza, ha affermato che, da un lato, «c’è l’esigenza condivisa di un processo radicale di riforma come dimostra la presentazione di diverse proposte di legge; dall’altro una proposta che viene portata all’attenzione dell’Aula senza una attenta analisi attività della realtà esistente ed una valutazione dell’impatto delle diverse misure sul sistema». «Sarebbe imperdonabile – ha avvertito Cossa – pensare che i problemi reali siano quelli delle persone che governano la sanità sarda e non bastano piccoli aggiustamenti ma servono interventi strutturali per dare vita ad un nuovo sistema adatto alla nostra specificità». In altre parole, secondo il consigliere, «la sanità sarda ha bisogno di meno aziende, meno spazi di potere, meno politica, più attenzione all’assistenza ed alla salute dei cittadini, ma di tutto questo non c’è traccia in un provvedimento insufficiente e forse dannoso». «Il sistema attuale – ha poi ricordato l’esponente dei Riformatori – risale agli anni ’70 e consisteva nel curare le persone nel momento del bisogno acuto; adesso è ora di cambiare passando dal curare al prendersi cura, con l’ospedale che deve diventare un incidente nella vita di persona mentre il servizio pubblico deve garantire altro, seguire la persone nelle diverse fasi della sua vita». «Inoltre – ha continuato il relatore di minoranza – serve un modello sardo della sanità che magari prende spunto da altri ma poi sa adattarsi alla nostre peculiarità insulari e geomorfologiche; questa è strada per ritrovare efficienza ed efficacia, prima un quadro chiaro, poi tutto il resto». Avviandosi alla conclusione, Cossa ha detto che «da questa legge non uscirà nulla di buono, perché cambiano i direttori ma resta uguale tutto il resto, fra qualche mese dovremo tornare sull’argomento, senza dimenticare che tutte le audizioni della Commissione sanità hanno dato un parere negativo su questa proposta, che di fatto blocca una riforma solo per cambiare i direttori».

L’Assemblea ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno con l’illustrazione della mozione 79 (Truzzu e più) sulla mobilità giovanile. Il presidente Ganau ha dato, quindi, la parola al consigliere di Fratelli d’Italia, Paolo Truzzu, il quale ha spiegato l’importanza di dare ai giovani la possibilità di fare esperienze all’estero con il progetto Erasmus. Ma il consigliere Truzzu non si è fermato all’Erasmus nel suo intervento, ha infatti parlato di un progetto complessivo che dovrebbe avere la Regione per contribuire a formare i nostri giovani e dare loro la possibilità di acquisire nuove competenze e l’apertura mentale verso ciò che è diverso. Truzzu si è detto convinto europeista, ma di un’Europa di popoli e non di un’Europa delle banche.

Truzzu ha citato alcuni dati: un terzo dei giovani che hanno usufruito del progetto Erasmus hanno incontrato il proprio partner durante questa esperienza. «La Commissione europea ha anche evidenziato – ha continuato Truzzu – che la capacità occupazionale dei ragazzi che hanno fatto l’Erasmus è superiore del 50 per cento rispetto agli altri studenti». Dati importanti che, secondo il proponente della mozione, evidenziano l’impatto sull’economia, sul turismo, sulla cultura e sull’occupazione offerto dai progetti di mobilità europea. Per questi motivi ha chiesto alla Giunta di istituire un «tavolo di lavoro (a cui saranno invitati a partecipare gli assessori competenti per materia, il presidente della Commissione competente, i Magnifici Rettori dell’università di Cagliari e Sassari, i presidenti dell’ERSU di Cagliari e Sassari, il presidente dell’ANCI e dell’ASEL Sardegna, i sindaci dei Comuni di Cagliari e Sassari e i rappresentanti delle associazioni di mobilità studentesca internazionale di maggiore rappresentatività) che per oggetto avrà l’individuazione degli interventi strutturali e finanziari per far crescere il numero dei giovani che potenzialmente potrebbero arrivare nella nostra Isola tra il 2014 e il 2020 per effetto dei programmi e dei fondi per la crescita inclusiva istituiti dall’Unione europea o dagli strumenti regionali derivanti da fondi indiretti«.

Truzzu ha anche ricordato che la Comunità europea ha finanziato un progetto Erasmus anche per gli imprenditori e ha ricordato l’importante evento che si terrà a Cagliari, il meeting internazionale Agora, a cui parteciperanno 800 giovani provenienti da tutta Europa, grazie all’associazione Aegee, voluta dallo scomparso Paolo Carta e da Stefano Tunis.

Il presidente ha dato, quindi la parola a Stefano Tunis, consigliere di Forza Italia, il quale ha condiviso l’assoluta importanza del progetto Erasmus, ma anche di tutti i progetti di mobilità europea non soltanto finalizzati all’istruzione. Tunis ha ricordato i notevoli risultati avuti grazie al programma Move (mobilità opportunità e volontariato in Europa). L’obiettivo, secondo l’esponente della minoranza che ha proposto di trasformare la mozione in un ordine del giorno unitario, è di «accompagnare e agevolare la crescita delle risorse umane, con un bagaglio di competenze certificato e spendibile».

Ignazio Locci (Forza Italia), d’accordo con il collega di partito, ha ricordato di essere stato uno di quei ragazzi sardi «ad aver avuto la fortuna di fare questa esperienza e di avere acquisito un patrimonio culturale di cui mi sento arricchito, grazie all’opportunità che mi è stata data dall’Università». E ha aggiunto che «dovrebbe essere obbligatorio per i giovani partecipare alla mobilità europea». Locci ha apprezzato anche l’iniziativa di sostegno messa in campo dal sindaco di Elmas, il quale sta aiutando i residenti a formarsi all’estero e cercare nuove opportunità. Da questi viaggi i nostri giovani rientrano in Sardegna più arricchiti, ha affermato Locci, ma è necessario che la Regione Sardegna sostenga il diritto allo studio, le Università, il volontariato e l’associazionismo sardo che si occupa di fare l’accoglienza dei giovani europei che vengono a fare esperienza nell’Isola.

Il capogruppo del Psd’Az, Christian Solinas, ha dichiarato condivisione per i temi trattati nella mozione 79 ed ha sottolineato come il testo all’esame dell’Aula abbia il pregio di introdurre, all’attenzione del Consiglio, uno dei pochi strumenti che mira alla costruzione degli europei prima ancora dell’Europa. L’esponente della minoranza ha dichiarato apprezzamento per i progetti Erasmus e verso tutte le iniziative che favoriscono la mobilità giovanile ed in particolare gli scambi tra gli studenti delle Università. «Sono scambi fondamentali – ha insistito il capogruppo dei Quattro Mori – per costruire una vera integrazione tra i popoli europei attraverso un percorso che parte dal basso con i giovani». Christian Solinas ha concluso il suo intervento con l’invito all’Aula perché proceda con l’approvazione della mozione 79 (Truzzu e più).

Il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha quindi concesso la parola all’assessore degli Affari Generali, Gianmario Demuro, per l’intervento riservato alla Giunta. Demuro ha riaffermato l’importanza del tema trattato dalla mozione in discussione ed ha espresso apprezzamento per le attività e le azioni dei progetti Erasmus. L’assessore ha quindi riconosciuto la validità della richiesta di interventi di supporto da parte della Regione sarda e ha preannunciato una particolare attenzione in sede di Piano regionale di sviluppo. Il delegato agli Affari Generali della giunta presieduta da Francesco Pigliaru ha quindi ribadito l’importanza della nuova programmazione europea per offrire prospettive ancor più concrete ai progetti Erasmus ed ha quindi dichiarato il favore dell’esecutivo regionale per i programmi inerenti la mobilità giovanile. «Mobilità a tutto tondo – ha concluso l’assessore Demuro – che riguarda cioè gli studenti ma anche artigiani, professionisti e più in generale lavoratori».

Il consigliere Paolo Truzzu (gruppo “Sardegna”) nello spazio al dibattito riservato alla replica del presentatore della mozione ha ringraziato l’assessore Demuro per il favore espresso verso i contenuti del documento all’esame dell’Aula ed ha precisato che la mozione tratta il tema dell’Erasmus e anche quello della mobilità giovanile in termini più ampi e generali.

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco, sull’ordine dei lavori, ha chiesto un minuto di sospensione per verificare la possibilità di un ordine del giorno unitario.

Alla ripresa dei lavori è stata data lettura dell’ordine del giorno in cui, fra l‘ altro, si impegna il presidente della Regione ad attivare un tavolo di lavoro formato dagli assessori competenti e dai presidenti di commissione interessati, insieme ai rappresentanti del mondo universitario, per l’individuazione di interventi strutturali e finanziari in grado di accrescere il numero dei giovani che potranno partecipare a programmi di mobilità internazionale in diversi settori.

A nome della Giunta, l’Assessore degli Affari generali Gianmario Demuro ha espresso favorevole.

Non essendosi altri iscritti a parlare, il presidente ha messo in votazione l’ordine del giorno che è stato approvato all’unanimità. Il documento, sottoscritto da tutti i capigruppo del Consiglio, impegna il presidente della Regione «a convocare un tavolo di lavoro per l’individuazione degli interventi strutturali e infrastrutturali finanziari per far crescere il numero dei giovani che potenzialmente potrebbero partecipare in entrata e in uscita a tutti i programmi di mobilità internazionale, non più e non solo rivolti all’istruzione, ma alla crescita complessiva dell’individuo, attraverso esperienze di studio, lavoro e volontariato».

Proseguendo nell’ordine del giorno l’Aula ha poi iniziato l’esame della Mozione n. 59 (Tatti e più) “Sull’attuazione dell’articolo 4 della Legge regionale 21 gennaio 2014 n. 7, in materia di stabilizzazione del personale precario dell’Ente foreste della Sardegna”. Il presidente ha quindi dato la parola al primo firmatario Ignazio Tatti.

Il consigliere Tatti (Udc), illustrando il documento, ha dichiarato che «la Sardegna non è solo coste ma anche zone interne anzi il patrimonio ambientale della nostra Regione deve tornare al centro della nostra politica; questo è il questo contesto opera l’Ente Foreste». «Però, a causa dell’invecchiamento del personale e del blocco del turn-over – ha lamentato Tatti – dal 2007 c’è un momento di grande difficoltà, nonostante un numero sempre crescente di Comuni abbia concesso terreni all’Ente». «Il sistema insomma – secondo Tatti – sta scricchiolando, il problema della stabilizzazione non deve essere visto come esercizio di clientelismo: la crisi è stata violenta soprattutto nelle fasce più deboli della comunità sarda ed è necessario dare certezza ai nostri cittadini, agendo secondo coscienza e secondo i nostri doveri morali». La scelta di oggi, ha precisato il consigliere Tatti, «deriva dalla concreta possibilità di trasformare la mozione in atti concreti, infatti nella finanziaria 2014 all’art 4 con un provvedimento bipartisan è stato individuato un fondo di 6 milioni per stabilizzazione». E’vero, ha riconosciuto l’esponente dell’Udc, «che questo tipo di interventi è sempre sotto osservazione ma la norma regionale non è stata impugnata e i termini sono scaduti; ora servono procedure di attuazione precise, dall’ aggiornamento degli organici all’esame di  situazioni territoriali ora piuttosto squilibrate, inquadrando questa azione in quella più generale di prevenzione delle calamità naturali e contrasto del rischio idrogeologico». «La norma della scorsa finanziaria – ha concluso Tatti – prevede la stabilizzazione con graduatorie triennali per un massimo di 500 unità per anno, da 2014 fino al 2016, si tratta di un primo intervento per dare alla Sardegna un Ente foreste nuovo, giovane e dinamico per difendere il nostro ambiente e farne un fattore di sviluppo per tutta la Sardegna».

Il presidente ha dato la parola al consigliere di Forza Italia, Edoardo Tocco, il quale ha ricordato di aver presentato un’interpellanza sullo stesso argomento. L’esponente della minoranza ha chiesto all’assessore quali siano le sue vere intenzioni: «E’ fondamentale dare risposte celeri alle tante persone che vivono in una situazione di precarietà». D’accordo anche Oscar Cherchi, consigliere di Forza Italia: «I colleghi hanno sollevato un problema che chiede di essere risolto, anche per una questione di giustizia». Per Cherchi si tratta di una realtà fondamentale per il nostro territorio e che, dall’istituzione dell’Ente foreste, ha dato importanti risultati. Il consigliere azzurro ha ribadito che non si sta parlando di stabilizzazioni per accontentare qualche amico ma per risolvere un problema che esiste da troppi anni. Ci interessa che la Giunta e l’assessore, ha proseguito, preveda che i lavoratori a tempo determinato, in base alle regole, abbiano risposte nel più breve tempo possibile per la stabilizzazione.

E’ poi intervenuto il leader dell’Udc, Giorgio Oppi, ex assessore dell’Ambiente, il quale ha ripercorso le varie fasi che hanno attraversato le iniziative di stabilizzazione degli operai. Oppi ha spiegato all’Aula che l’Ente foreste assorbe il 70-75 per cento dei fondi dell’assessorato dell’Ambiente, circa 180 milioni di euro, con un avanzo di esercizio annuale di circa 20-30 milioni. Le stabilizzazioni, ha continuato, vanno affrontate all’interno di un quadro generale che comprenda anche i 400 amministrativi. Allo stato attuale le stabilizzazioni riguardano circa 1600 addetti, principalmente distribuiti nei territori dell’Ogliastra, Nuoro, Oristano e Cagliari, mentre in altri territori, il Sassarese e la Gallura, ci sono soltanto una ventina di addetti ancora con contratto a tempo determinato. L’ex assessore ha anche spiegato che fu avviata una procedura di  stabilizzazione, ma con difficoltà, in parte perché l’Ente non aveva i fondi necessari e in parte, ha spiegato, perché molti non avevano voluto essere stabilizzati perché avrebbero avuto una perdita economica. Oppi ha anche esortato la Giunta ha intervenire con Roma affinché il Corpo forestale, che costa alla Sardegna circa 25 milioni, sia a carico dello Stato come avviene nelle altre regioni.

Il consigliere del gruppo Pd, Antonio Solinas, ha invitato il Consiglio a “fare il punto” sulla situazione in cui versa il personale (e non soltanto) dell’Ente foreste. L’esponente della maggioranza ha ricordato l’importanza del ruolo e dei compiti propri dell’ente strumentale della Regione ed ha invitato i presentatori a valutare che il percorso della stabilizzazione degli operatori è stato avviato con le norme del 2007 e che nel 2008 si è dato corso ai bandi di stabilizzazione per circa 800 lavoratori precari. «Significa – ha precisato il presidente della Quarta commissione – che nella legislatura che va dal 2009 al 2014 non si è fatto molto per proseguire nel percorso intrapreso a suo tempo dal centrosinistra». Antonio Solinas ha quindi ricordato la partecipazione del consigliere Tatti (primo firmatario della mozione) al consiglio di amministrazione dell’ente foreste ed ha evidenziato che «forse qualcosa in più anche quel Cda poteva fare». Solinas ha fatto riferimento alle diverse iniziative consiliari intraprese nella scorsa legislatura dalle opposizioni per sollecitare la ripresa del percorso di stabilizzazione. Il consigliere dei democratici ha ricordato la scarsa efficacia e la difficile situazione organizzativa dell’Ente foreste ed ha dichiarato di condividere le ipotesi di commissariamento. Antonio Solinas ha quindi affermato di valutare positivamente la possibilità di redigere un ordine del giorno unitario a conclusione della discussione della mozione 59.

Il capogruppo di Sel, Daniele Cocco, ha ricordato i diversi incontri e le numerose iniziative intraprese nella scorsa legislatura per favorire la stabilizzazione dei circa 1.200 operai semestrali che prestano servizio all’Ente Foreste. L’esponente della maggioranza ha quindi evidenziato le difficoltà incontrate, ad incominciare da quelle inerenti la complicata individuazione della tipologia contrattuale che regola il rapporto di lavoro dei “semestrali” con l’ente regionale che si occupa anche dell’anticendio. Il consigliere di Sel ha quindi ricordato la presenza del consigliere Tatti nel Cda dell’Ente foreste ed ha evidenziato come «le volontà allora espresse dall’assessorato all’Ambiente guidato dall’onorevole Oppi (compagno di partito di Tatti) non siano state recepite dai vertici dell’Ente Foreste». Daniele Cocco ha auspicato “un cambio di marcia” ed ha espresso favore per le ipotesi di commissariamento dell’Ente foreste, nonché favore per la predisposizione di un ordine del giorno unitario a conclusione della discussione della mozione 59.

Il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu, ha sottolineato come la Sardegna sia la Regione con la più vasta superficie forestale con 221.000 ettari. A giudizio dell’esponente della minoranza è forte il rischio di una generale sottovalutazione del ruolo dell’Ente foreste e dell’urgenza di procedere con le stabilizzazioni degli operai semestrali. «L’Ente foreste – ha spiegato Rubiu – deve tutelare il patrimonio boschivo più importante del Mediterraneo». Il consigliere dell’Udc ha quindi evidenziato le gravi carenze organizzative dell’ente e ha denunciato il rischio di pesanti contenziosi legali. Rubiu ha concluso con l’auspicio che sia data rapida applicazione alle norme del 2007 e che gli operai in servizio all’Ente foreste possano essere stabilizzati.

L’Assessore dell’Ambiente Donatella Spano, esprimendo il parere della Giunta sulla mozione, ha apprezzato i riferimenti del Consiglio al nuovo ruolo dell’Ente Foreste. Il problema della stabilizzazione, ha spiegato, «è legato, infatti, alla riforma dell’Ente, che è un obiettivo strategico del Governo regionale». «E’già stato individuato – ha aggiunto – un percorso di riordino complessivo della materia forestale, attraverso un disegno di legge che punta sul potenziamento delle politiche del comparto boschivo in Sardegna e introduce significativi elementi di modernizzazione e attualizzazione dei compiti istituzionali, inquadrando le politiche forestali nella più vasta tematica ambientale». «L’Ente deve essere valorizzato dal punto di vista economico e sociale – ha proseguito l’assessore – per gestire il patrimonio boschivo secondo principi di qualità e fruizione delle risorse, ma per fare questo servono rinnovamento tecnologico, la ridefinizione dei compiti istituzionali, la razionalizzazione delle attività, degli obiettivi, delle strutture, della governance, la distribuzione del personale con flessibilità superando logica dei cantieri». In poco meno di 6 mesi la Giunta ha lavorato con grande impegno su questi problemi, ha detto ancora l’esponente della Giunta, «anche grazie al fondamentale supporto di un tavolo interassessoriale di tutti i settori della Regione a vario titolo interessati». Si tratta di un percorso virtuoso, secondo l’assessore, «che in breve tempo porterà alla riorganizzazione dell’Ente, alla revisione della contrattualistica ed alle stabilizzazioni, per le quali però manca ancora una definizione esatta dei numeri e delle sedi, dei livelli retributivi, situazione di incertezza che in questa fase richiede il commissariamento dell’Ente».

In sede di replica, il consigliere Tatti (Udc) ha affermato di aver sollevato il problema solo per assicurare la corretta destinazione dei fondi assegnati all’Ente foreste, aggiungendo che il consiglio di amministrazione dell’Ente ha sempre rispettato gli indirizzi della Giunta in materia, «attivandosi anche per chiedere alla Giunta quello stanziamento che poi è stato inserito nella finanziaria del 2014». I sindacati, ha sostenuto ancora Tatti, «dicono che le stabilizzazioni possono essere fatte in breve tempo ed occorre chiedersi perché si vuole parlare prima della riforma ed esaminare il problema a più lunga scadenza». Oggi, ha concluso il consigliere dell’Udc, «ci sono necessità reali ed occorre soprattutto superare la logica del passato in cui si sono fatte stabilizzazioni in Comuni dove non c’era un metro di terreno dell’Ente foreste».

Il consigliere Antonio Solinas, del Pd, ha chiesto una sospensione per verificare la possibilità di predisporre un ordine del giorno unitario.

Il presidente Ganau ha accolto la richiesta, sospendendo i lavori.

Alla ripresa della seduta, il presidente ha dato lettura dell’ordine del giorno in cui, richiamato l’art 4 della legge finanziaria 2014, si riconosce la rilevanza dell’Ente foreste nelle attività di prevenzione delle calamità naturali e del dissesto idrogeologico ed inoltre, dopo aver ricordato il disegno di legge di riforma che a breve arriverà in Consiglio, impegna il presidente della Giunta a ricomprendere nella riforma anche la prosecuzione del processo di stabilizzazione iniziato nel 2007.

La Giunta, attraverso l’assessore Spano, ha espresso parere favorevole.

Per dichiarazione di voto, il consigliere Franco Sabatini ha manifestato apprezzamento per presenza degli Assessori dell’Ambiente e degli Affari generali, «metodo giusto perché tema va affrontato di concerto per arrivare a soluzioni positive». Dopo aver ricordato la volontà unanime della commissione Bilancio «di superare con la stabilizzazione un passato di lavori semestrali che nascondevano spesso un secondo lavoro e addirittura un lavoro  in nero», ha invitato l’Aula a «tenere presenti le osservazioni del consigliere Oppi; le stabilizzazioni, cioè, vanno fatte con criterio per renderle sostenibili, anche per sconfiggere “la macchina della disinformazione”, che distorce sistematicamente la verità».

Il consigliere Mario Floris (Sardegna) ha annunciato il suo voto contrario, ricordando che l’interruzione delle stabilizzazione è stata provocata prima dai decreti Brunetta e Tremonti, poi  per il rapporto sbilanciato fra spese personale e correnti, problema superato con l’inquadramento di tale rapporto nell’intero comparto regionale». Poi, ha continuato, «bisognava intervenire sul Governo per assegnare alla Regione i fondi della disoccupazione finora erogati dallo Stato». Quanto alla riforma, ha detto Floris concludendo, «Non ha niente a che vedere con la mozione e con il problema delle stabilizzazioni: basta verificare anzianità, stato familiare e situazioni economiche».

Il consigliere Roberto Deriu (Pd) ha condiviso gli argomenti Sabatini, sostenendo che «ci sono sciacalli in giro che rendono la situazione ancora più pesante; abbiamo due problemi, l’organizzazione della macchina pubblica ed il trattamento lavoratori, bisogna vederli insieme con una nuova legge ma anche con la ridefinizione complessiva del lavoro pubblico».

Il consigliere Luigi Crisponi (Riformatori sardi) ha detto che «è risaputo che le nostre campagne sono teatro di chiacchiere da bar che spesso esulano dalla verità, ma il Consiglio regionale non può essere accostato a Pinocchio, non si può procrastinare tutto dopo il voto unanime della scorsa legislatura, non si può giocare sulla pelle delle persone, ricordando anche la fragilità Sardegna sul piano forestale e ambientale». Abbiamo votato proprio ieri due nuovi parchi, ha aggiunto Crisponi, «ed è un discorso che non possiamo interrompere».

Il consigliere Giorgio Oppi (Udc) ha ribadito il suo voto a favore ma ha invitato l’Assemblea a considerare con molta attenzione le situazioni dell’Ogliastra, Nuoro ed Oristano «che hanno molti terreni e poco personale: serve un riequilibrio, una  razionalizzazione seria perché l’Ente non ha dirigenti e questo vuoto ne compromette la funzionalità, e servono persone che si impegnino a fondo in un percorso di stabilizzazioni difficile che però va fatto».

Il presidente Ganau ha dato, poi, la parola al presidente della Quarta commissione, Antonio Solinas, il quale ha annunciato il suo voto favorevole, ma ha anche condiviso alcune perplessità sollevate dai consiglieri e ha esortato l’assessore a tenerne conto. Solinas ha rilevato che, di fatto, chi non ha ancora fatto il bando è stato il consiglio amministrazione dell’ente. «Oggi l’Ente foreste è nel caos più totale, non c’è il direttore regionale e ci sono problemi – ha concluso – anche per i responsabili di servizi che svolgono mansioni superiori ma non vengono loro riconosciute».

Per il capogruppo dei Riformatori sardi, Attilio Dedoni, è necessario  fare un «quadro complessivo degli enti regionali e liquidare quelli inutili».  Per il capogruppo di Sel, Daniele Cocco, questo ordine del giorno ha accolto al suo interno il merito della mozione. «È inutile guardare indietro – ha detto – qui c’è l’impegno a riorganizzare un ente: abbiamo un ente con 6.500 dipendenti e soli 5 dirigenti e questo non può andare bene». Per Cocco si tratta di un ente gestito in maniera maldestra a livello dirigenziale e di consigli di amministrazione. Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha ricordato che il processo di stabilizzazioni ha preso il via nel 2007 e che per diverse vicende non è stato possibile avviarle. «Oggi – ha affermato – al 22 ottobre ancora quel processo non si è concluso ed è stagnante». Pittalis ha ricordato che i ritardi sono stati dovuti anche alla politica.

Il presidente Ganau ha messo in votazione l’ordine del giorno che è stato approvato con 48 voti favorevoli, 2 contrari e 1 astenuto. Il documento sottoscritto da tutti i capigruppo impegna il presidente della Regione «a far sì che la riforma di riorganizzazione e rilancio dell’Ente foreste comprenda, in attuazione dell’articolo 4 della legge 7|2014, la prosecuzione del processo di stabilizzazione iniziato nel 2007». 

L’assemblea ha quindi proseguito nell’esame della mozione n. 66 (Ledda e più) ed il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha concesso la parola al consigliere, Gaetano Ledda (gruppo “Sardegna Vera”) per l’illustrazione.

L’esponente della maggioranza ha quindi proceduto ad illustrare il documento sottoscritto da 58 consiglieri regionali (sia del centrosinistra che della minoranza) e che impegna il presidente della Giunta a ricondurre in ambito regionale la gestione del libro genealogico del cavallo anglo arabo sardo. Ledda ha ripercorso il testo della mozione nel quale si evidenzia l’importanza del cavallo anglo arabo sardo nella produzione zootecnica, nello sport e la sua rilevanza culturale e identitaria. Il consigliere di “Sardegna Vera” ha quindi rimarcato il ruolo dell’associazione nazionale allevatori del cavallo anglo arabo (Anacaad) e ricordato che la stessa è in possesso di tutti i requisiti previsti dalle norme nazionali e comunitarie per la tenuta del libro genealogico. «Ma – ha proseguito Ledda – nonostante le opportune istanze e le migliaia di firme raccolte, è stato negato all’Anacaad la tenuta del libro genealogico».

Il presidente della commissione Agricoltura, Luigi Lotto, ha dichiarato di condividere il testo della mozione illustrata dal consigliere Ledda e ne ha auspicato l’approvazione. «Serve che la Regione si riappropri del tema – ha spiegato Lotto – e così l’interlocuzione col ministero avrà un maggiore grado di autorevolezza, evitando così che sia solo l’associazione Anacaad ad occuparsi del problema della tenuta del libro genealogico del cavallo anglo arabo sardo».

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha dichiarato pieno sostegno alla mozione ed ha ribadito l’urgenza di iniziative adeguate per la risoluzione del problema inerente la tenuta del libro genealogico del cavallo anglo arabo sardo. L’esponente della minoranza si è quindi detto fiducioso nell’operato del neo commissario Agris ed ha concluso evidenziando la rilevanza economica del settore.

Il consigliere del gruppo “Soberania e Indipendentzia”, Pier Mario Manca, ha evidenziato come il problema della tenuta dei libri genealogici riguardi anche il settore delle razze ovine in Sardegna. «I libri genealogici dei cavalli come delle pecore e delle capre sono tenuti a Roma – ha dichiarato Piermario Manca – ed è necessario riportarli in Sardegna».

Il consigliere Oscar Cherchi (Forza italia) ha affermato di condividere la mozione, avvertendo però «che non sarà semplice arrivare a risultati concreti, ma ci dobbiamo impegnare, come ha ricordato il consigliere Manca, anche per ricoscere in modo tangibile il grandissimo lavoro fatto in questi anni dall’Istituto di incremento ippico per rilanciare la filiera».

Il consigliere Efisio Arbau, capogruppo di Sardegna Vera, ha detto che la mozione è legata ad un progetto di riordino del settore predisposta anch’essa dal consigliere Ledda e «riguarda da vicino l’economia reale della Sardegna, per la capacità del settore di creare effetti moltiplicatori su un vasto indotto; l’iniziativa è poi molto tempestiva perché proposta ad inizio mandato».

Il consigliere Pietro Pittalis, capogruppo di Forza italia, ha osservato che, ove fosse necessario un approfondimento, sarebbe opportuno rinviare ad un’altra seduta.

A nome della Giunta l’assessore dell’Agricoltura Elisabetta Falchi si è dichiarata favorevole alla mozione, «in linea con gli indirizzi del Governo regionale che ha individuato da tempo le grandissime potenzialità del comparto, in grande crescita sia nella disciplina dell’endurance che nell’equitazione, ma ancora privo di una programmazione incisiva».

In sede di replica, il consigliere Ledda (Sardegna Vera) ha espresso soddisfazione per l’andamento del dibattito ed ha sollecitato tutto il Consiglio ad impegnarsi per il raggiungimento di risultati concreti.

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente Ganau ha messo in votazione la mozione che è stata approvata all’unanimità e, successivamente, ha dichiarato chiusa la seduta. I lavori del Consiglio riprenderanno martedi 28 ottobre alle 10.30 con la discussione generale della proposta di legge 71/A (misure urgenti per la riforma del sistema sanitario regionale) e proseguiranno nei giorni successivi.

Consiglio regionale 2 copia

Il Consiglio regionale ha approvato ieri l’assestamento alla manovra finanziaria e i disegni di legge istitutivi dei parchi di Gutturu Mannu e Tepilora.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, l’Assemblea ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno, con la votazione finale del DL n. 111/A (Giunta regionale) – Assestamento alla manovra finanziaria per gli anni 2014-2016. Per le dichiarazioni di voto, il presidente ha dato la parola al consigliere Daniela Forma, del Pd.

Prima dell’intervento del consigliere Forma, il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha rivolto all’Aula un emendamento orale correttivo dell’emendamento n. 32, approvato nella seduta precedente. La proposta, preso atto che manca la copertura finanziaria per gli anni successivi, fissa al 31 dicembre di quest’anno il termine entro il quale i lavoratori dei consorzi potranno presentare domanda di pensionamento.

L’Assemblea ha approvato per alzata di mano la correzione proposta dal capogruppo del Pd.

Per dichiarazione di voto sul Dl in esame, il consigliere Forma ha affermato che si è trattato di «intervenire su un bilancio non approvato in questa legislatura che andava corretto, coprendo per 216 milioni il disavanzo di amministrazione a cominciare dai debiti sanità, e inoltre si è fatta una operazione giustizia nei confronti degli enti locali: dopo i tagli subiti ora ci sono 35 milioni di incremento e i Comuni potranno chiudere i loro bilanci, con in più un fondo di 5 milioni per evitare problemi nell’erogazione servizi da parte delle Provincie soprattutto nelle scuole». La manovra, ha poi aggiunto Forma, «ci ha consentito anche di fare un ragionamento nuovo su spesa e investimenti, proiettato in una visione pluriennale per arrivare bilanci più puliti, mentre nel quadro di alcune piccole e grandi risposte che è stato possibile dare con pochi margini di manovra, vanno ricordati i fondi al Museo Nivola e al Consorzio pubblica lettura della biblioteca Satta di Nuoro».

Il consigliere Roberto Deriu (Pd) ha rivolto in apertura il suo ringraziamento alle opposizioni «di cui va apprezzato il corretto e leale confronto in Aula, con molti rilievi ma senza ostruzionismo, anzi con una collaborazione proficua che non ha mai superato il confine della distinzione dei ruoli». «Con questo spirito – ha proseguito Deriu – può essere un arbitro della politica equanime piuttosto che uno spaccato su posizioni preconcette». Per il consigliere del Pd va inoltre apprezzato «il lavoro della Giunta e dell’assessore Paci per un documento certamente denso di complessità ma con una sua anima leggibile e concreta, che fra l’altro ha reso possibili valutazioni su alcuni grandi problemi della Sardegna e della pubblica amministrazione; non è documento veicolo delle nostre politiche e risponde all’attuale congiuntura ma il lavoro è stato fatto per il meglio».

Il consigliere Oscar Cherchi (Forza Italia) ha annunciato il voto contrario, precisando che «la disponibilità della minoranza su alcuni atti importanti non significa condividere i contenuti principali della manovra, che per noi costituisce una operazione ingiustizia ai danni della Sardegna». Fra gli esempi di questa ingiustizia, Cherchi ha citato, «l’Università per la quale Pigliaru spende parole di elogio ad Oristano ma 1.5 milioni vengono comunque tagliati ribaltando responsabilità su legislatura precedente, e ancora i tagli di 10 milioni all’agricoltura per il risarcimento dei danni causati dall’alluvione. Su tutto – ha concluso – resta la profonda incertezza sul futuro e su quanto potrà accadere di qui a fine anno».

Il consigliere Franco Sabatini (Pd) ha condiviso le argomentazioni svolte dal consigliere Deriu, sottolineando «il confronto sereno fra maggioranza e opposizione, auspicabile anche nella prossima Finanziaria». Soffermandosi sulla manovra, secondo Sabatini è stata «una scelta obbligata che nessuno avrebbe voluto fare, cominciando dalla spesa sanitaria e dal fondo unico per gli Enti locali». E’ stato tuttavia utile, ha continuato Sabatini, «anticipare i temi della Finanziaria 2015 con particolare riferimento proprio al confronto Governo – Regioni di questi giorni e del problema di dove individuare ulteriori risparmi nella spesa pubblica regionale. Secondo il presidente della commissione Bilancio, la nuova fase dell’azione di governo dovrà consistere nel «tenere il punto su vertenza entrate, riportare sotto controllo la spesa sanitaria anche senza agganciarla alla riduzione delle Asl come dimostra chiaramente il libro bianco del Ministero della Salute, definire con maggiore chiarezza il fondo unico per gli Enti locali, chiudendo la diatriba con la Regione e precisando competenze e importi senza rincorrere le emergenze». Va citata, infine, la riduzione delle spese del Consiglio, «da 112 a 52 milioni; tutti devono fare un passo avanti, c’è ulteriore spazio per tagli di spesa a favore delle politiche di sviluppo».

Il consigliere Marco Tedde (Forza Italia) ha parlato di «debolezza del presidente Pigliaru e della maggioranza perché il progetto presentato in campagna elettorale è molto ridimensionato». L’Assessore Paci, ha ricordato, «prima accusava il centro destra di essere la causa della manovra salvo poi dire in Aula tutt’altro, con atteggiamenti talvolta positivi, ma restano le contraddizioni che hanno comunque un peso». «Dal dibattito – ha detto ancora Tedde – emerge il senso di responsabilità dell’opposizione che non ha inchiodato il Consiglio con l’ostruzionismo, ha dato via libera ritirando centinaia di emendamenti e soprattutto ha fatto passare proposte qualificanti nell’interesse dei Sardi». Riconfermando le sue critiche di merito, il consigliere di Fi ha concluso dichiarando che «se il buon giorno si vede dal mattino in Sardegna c’è poco da stare allegri».

Il consigliere dei Riformatori, Michele Cossa, ha ricordato in apertura del suo intervento il contributo offerto dai gruppi della minoranza per approvare in tempi rapidi la manovra di assestamento al bilancio. Cossa nel dichiarare il voto contrario al Dl 111 ha confermato il giudizio “fortemente negativo”, già espresso nel corso del dibattito in Consiglio. L’esponente dell’opposizione ha quindi ribadito critiche per l’atteggiamento e le dichiarazioni del presidente del Consiglio dei Ministri verso le Regioni («Renzi vuole annichilire il governo regionale e fa ricorso ad accuse becere per screditarne l’operato»). Michele Cossa ha concluso sottolineando come il vero confronto tra maggioranza e minoranza in Consiglio, si avrà in occasione dell’imminente dibattito sulla legge finanziaria.

Il capogruppo di Sel, Daniele Cocco, ha dichiarato il voto convinto a sostegno dell’aggiustamento della manovra finanziaria e evidenziato che la legge Finanziaria sarà il vero banco di prova che attende l’esecutivo e la maggioranza consiliare. Cocco ha ricordato gli impegni assunti dall’assessore della Programmazione anche per qui temi che non hanno trovato risposta nel Dl. 111, ad incominciare dai cantieri verdi, dal servizio civile, dalla stabilizzazione dei precari dell’Ente foreste. Il capogruppo dei vendoliani in Consiglio ha quindi replicato alle affermazioni di alcuni consiglieri della minoranza e ha affermato che «la Giunta non si mostra né debole né incoerente rispetto al programma di governo ma è anzi impegnata a dare seguito e continuità all’azione amministrativa per portare la Sardegna fuori dalla drammatica crisi in atto».

Alessandra Zedda (gruppo Fi) ha sottolineato il riconoscimento della maggioranza per l’atteggiamento positivo mostrato nel corso dell’esame del Dl 111 dalle forze dell’opposizione e ha ricordato l’analogo comportamento costruttivo offerto dai consiglieri della minoranza nel corso dei lavori in commissione. La consigliere Zedda ha dichiarato il voto contrario all’assestamento alla manovra finanziaria e ha evidenziato “il peccato originale” che condiziona l’azione dell’esecutivo regionale: l’accordo sottoscritto col governo nazionale lo scorso luglio in materia di finanza pubblica. «Resta un accordo patacca», così ha incalzato Alessandra Zedda, che ha concluso il suo intervento in sede di dichiarazione di voto lamentando la scarsa capacità dimostrata dall’esecutivo regionale nell’impegnare le somme su alcune misure strategiche, come il piano straordinario del lavoro, il dissesto idrogeologico e l’impresa femminile.

Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha annunciato il voto favorevole del Partito democratico al Dl 111 e ha ricordato i principali interventi previsti nell’assestamento alla manovra finanziaria 2014-2016. Il consigliere della maggioranza ha sottolineato in termini critici i toni utilizzati nel corso del dibattito da alcuni esponenti della minoranza ma ha espresso soddisfazione per la tempestiva approvazione del provvedimento.

Il consigliere del gruppo Forza Italia, Ignazio Locci, ha dichiarato il voto contrario al Dl 111 e ha manifestato perplessità sulle misure contenute nell’assestamento («non sono presenti interventi strategici»). L’esponente della minoranza ha concluso ricordando la grande sofferenza della Sardegna e l’urgenza di interventi adeguati per il superamento della drammatica crisi che colpisce i sardi.

Il presidente ha dato la parola al capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis: «Qualcuno dai banchi della maggioranza e della Giunta ha voluto accreditare all’esterno che si trattasse di un atto tecnico. Non ci sono atti tecnici, ma politici. E questo è un atto politico importante». Se il Dl 111, ha proseguito, è un’anticipazione dei temi della Finanziaria il parere è negativo. «Si tratta di una manovra recessiva, è scomparso il lavoro, il sostegno alle piccole e medie attività, ad artigianato, commercio e cooperazione sono assenti. È una manovra che ha molto del tratto contabile ragionieristico». Un approccio che non va bene in una situazione di crisi così grave perché, secondo Pittalis, non si indicano soluzioni né una via d’uscita. Per l’esponente della minoranza non ci possono essere giustificazioni alla debolezza della Giunta nei confronti del governo nazionale che spende con i soldi degli altri. «Svegliatevi».

Anche Luigi Crisponi (Riformatori sardi) ha dichiarato il voto contrario, condividendo l’intervento del collega Pittalis, perché «dal grande vocabolario manca completamente l’impegno verso i comparti produttivi. E’ impensabile tutto questo». Per Crisponi l’attenzione esclusiva è verso il finanziamento il debito pubblico nazionale e  manca l’attenzione «necessaria verso l’unico comparto che può essere il volano dell’economia sarda: il turismo». Crisponi ha sottolineato che le 55mila persone impiegate nella filiera più produttiva della Sardegna vengono completamente dimenticate. Negativo anche il parere sulla manovra da parte del capogruppo dei Riformatori sardi, Attilio Dedoni, il quale ha condiviso l’intervento della collega Alessandra Zedda quando parla di “peccati originali”. Per Dedoni «un pareggio di bilancio dove non ci sono entrate non ci consente di spendere niente se non per l’ordinaria amministrazione».

Il presidente ha dato, poi, la parola a Christian Solinas (capogruppo del Psd’Az): «Noi sardisti abbiamo condiviso il fatto di voler arrivare a un’approvazione dell’assestamento di bilancio e abbiamo condiviso l’operazione che tende a riallineare la spesa della Regione, perché riteniamo sia una buona prassi». Solinas ha poi aggiunto che  «da quel punto di vista è una politica efficiente, ma non dal punto di vista dell’efficienza». Il voto sarà negativo perché non è stata data l’attenzione al tema della cultura e della lingua sarda e dell’emigrazione. «Abbiamo, comunque, visto la buona volontà di volere affrontare i temi nella prossima Finanziaria». Dello stesso parere anche Angelo Carta (Psd’Az) il quale ha sottolineato “la debolezza” della Giunta nei confronti dello Stato.

Il presidente Ganau ha messo in votazione il DL 111 che è stato approvato con  30 voti favorevoli, 22 contrari e 1 astenuto.

Il presidente Ganau, proseguendo nell’ordine del giorno, ha avviato la discussione generale del DL 38/A (Giunta regionale) – Istituzione del parco naturale di Gutturu Mannu, dando la parola al relatore del provvedimento, il presidente della commissione Governo del territorio Antonio Solinas (Pd).

Solinas ha ringraziato i componenti della Commissione per il voto unanime, «passaggio importante perché la procedura istitutiva dei parchi è iniziata nel 2005, dopo un periodo troppo lungo, fermo restano che la disciplina regionale generale è da cambiare adeguandola sia alla legge quadro nazionale n. 394 che alle norme ora in discussione nel parlamento nazionale, per aumentare il numero delle aree protette in Sardegna». Solinas ha poi messo l’accento «sulla piena partecipazione delle comunità locali per un progetto di tutela attiva del territorio e di uso responsabile ed ha annunciato un emendamento di tutta la commissione con cui sarà consentito al Wwf di sottoscrivere convenzioni con gli organi di gestione del parco». Sul piano dei contenuti, Solinas ha poi ricordato alcune modifiche del testo originario, che hanno riguardato soprattutto sul ruolo dei Comuni, «una norma-ponte in vista del nuovo assetto degli Enti locali, l’affidamento della vigilanza al corpo Forestale».

Il consigliere Marco Tedde (Forza italia), prendendo la parola sull’ordine dei lavori, ha sollecitato una pausa di riflessione sul contrasto fra la norma in esame ed il Decreto legislativo 39 del 2013 c.d. «anticorruzione», che vieta di ricoprire incarichi a quanti fanno parte di Giunte o Consigli di Provincie con una popolazione superiore a 10.000 abitanti. «Si tratta – secondo Tedde – di un contrasto palese che potrebbe provocare l’impugnazione e l’annullamento della legge regionale».

Il consigliere dei Riformatori, Michele Cossa, ha dichiarato di condividere le perplessità avanzate dal suo collega di Forza Italia, Marco Tedde ed ha criticato duramente la prevista partecipazione dei rappresentanti delle amministrazioni provinciali in seno all’assemblea del parco. L’esponente della minoranza consiliare ha ricordato come l’abolizione delle Province vada nel verso della riduzione dei costi della politica e di una generale semplificazione dei processi amministrativi. Cossa ha auspicato una modifica della Pl 38 e ha proposto che solo in una fase successiva, a conclusione del riordino del sistema degli Enti Locali, sia valutata l’opportunità di stabilire le modalità di partecipazione degli enti di raccordo territoriali in seno all’assemblea dell’istituendo parco del Gutturu Mannu.

Il consigliere del Pd, Luigi Lotto, ha espresso soddisfazione per la volontà manifestata dalla Giunta e dalla commissione per procedere, dopo anni di attese, con l’approvazione delle norme per l’istituzione dei parchi del Gutturu Mannu e Tepilora. L’esponente della maggioranza ha definito l’istituzione di due nuovi parchi in Sardegna come «un grande risultato politico» che contribuisce ad accrescere le potenzialità e le opportunità di sviluppo del comparto turistico sardo.

Il presidente della Quinta commissione ha dunque auspicato l’approvazione di una normativa generale che regoli i parchi naturali regionali ed ha sottolineato l’impegno per dare attuazione alle norme che il Consiglio si appresta a varare per realizzare i parchi del Gutturu Mannu e Tepilora.

Il consigliere dell’Udc, Giorgio Oppi, ha ricordato l’impegno profuso in occasione del suo mandato di assessore regionale dell’Ambiente all’inizio della precedente legislatura («ci siamo impegnati a fondo nel progetto per il Gutturu Mannu e abbiamo proceduto con le convocazioni delle amministrazioni interessate») e ha criticato i ritardi con cui il provvedimento istitutivo del parco approda in Aula. «E’ responsabilità di chi ha preceduto l’attuale assessore e per sei mesi è responsabilità dell’attuale assessore», ha affermato il leader dei centristi sardi che ha quindi approfondito alcune difficoltà relative al parco di Tepilora («mancava la continuità territoriale tra i Comuni del parco»). Oppi ha concluso auspicando che ai due istituendi parchi siano garantite adeguate risorse per il loro funzionamento.

Il presidente ha, quindi, dato la parola al capogruppo di Sel, Daniele Cocco, il quale ha dato atto all’on. Oppi, ex assessore dell’Ambiente, di essersi occupato molto di parchi e area marina protetta. «Ringrazio l’assessore Spano, che ha portato a termine questa operazione molto attesa dai territori, e la Commissione che ha portato il provvedimento in aula in tempi celeri».

Il presidente ha dato poi la parola all’assessore dell’Ambiente, Donatella Spano, per il parere della Giunta. «Non posso che esprimere parere favorevole – ha affermato l’assessore – dal momento dell’insediamento della Giunta non sono passati neanche due mesi e questo Disegno di legge è un segno di grande attenzione della Giunta verso la tutela ambientale e la potenzialità di sviluppo economico sostenibile». Spano ha ricordato: «Abbiamo trovato un processo già avviato nel 2005, poi nel 2007 e nel 2009, però è anche vero che la mancata approvazione di questi disegni di legge ha portato alla perdita della copertura finanziaria e noi ora l’abbiamo trovata». Per l’assessore il metodo utilizzato dovrebbe essere d’esempio per la costituzione degli altri parchi. «Credo che questa forte accelerazione consenta di superare piccole problematiche che si possono superare in aula. Sull’emendamento di convenzione con il Wwf sono favorevole». Per l’assessore Spano è necessario «svecchiare la legislazione generale in materia di parchi in un’ottica europea». E ha aggiunto, auspicando una rapida approvazione e ringraziando la Commissione quarta: «Voglio sottolineare che è un atto politico di grande importanza che nasce dalla volontà delle popolazioni e delle amministrazioni locali».

Successivamente l’Aula ha votato (46 favorevoli, un solo astenuto) il passaggio agli articoli del disegno di legge ed approvato, per alzata di mano, i primi 4 articoli.

Subito dopo, il presidente ha sospeso la seduta per consentire il riordino degli emendamenti collegati agli articoli successivi.

Alla ripresa dei lavori, è iniziato l’esame degli emendamenti all’art.5,

Il consigliere Michele Cossa (Riformatori sardi), illustrando quelli proposti dal suo gruppo, ha spiegato che la finalità è quella di «eliminare la presenza della Provincia sia nell’assemblea che nelle quote del parco, che vengono redistribuite fra i Comuni».

A nome della commissione, il relatore Antonio Solinas (Pd) ha espresso parere favorevole sull’emendamento n. 2 ma contrario sul n. 3 ed il n. 3, osservando che «da una lettura attenta la norma non contiene ambiguità perché si parla genericamente di soggetto intermedio».

Per la Giunta, l’assessore dell’Ambiente ha espresso parere conforme.

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, sull’ordine dei lavori, ha manifestato la sua contrarietà «ad aggiustamenti all’ultimo momento», osservando che occorre il rispetto dei termini per la presentazione degli emendamenti.

Il presidente ha ribadito che tutti gli emendamenti in discussione sono pervenuti nei termini.

Il capogruppo dei Riformatori sardi, Attilio Dedoni, ha ribadito che, pur comprendendo le argomentazione di Solinas «non c’è dubbio sul fatto che la Provincia del Sulcis sia stata soppressa, non capisco perché si continui a dire che le Province esistono».

Il consigliere Marco Tedde (Forza italia), rilevando che a suo avviso si sta procedendo «con un po’ di confusione» ha chiesto una breve sospensione della seduta.

Il presidente Ganau ha accolto la richiesta e ha convocato la conferenza dei capigruppo.

Al termine dell’interruzione, il presidente ha dato la parola al consigliere Luca Pizzuto, di Sel, il quale ha chiarito che alcune Province «non sono state abrogate ma commissariate; è chiaro inoltre che si parla di legali rappresentanti dell’Ente intermedio e non ci sono contraddizioni».

Il consigliere Modesto Fenu (Zona franca) ha ricordato al consigliere Pizzuto l’esito del referendum popolare che ha soppresso le Province, estendendo tale effetto anche a quelle cosiddette “storiche”: quindi le norme regionali successive «devono essere coerenti».

Il consigliere Michele Cossa (Riformatori sardi) ha ribadito con forza che «il referendum ha forza di legge, i commissari devono liquidare e non possono rappresentare le comunità».

Il consigliere Marco Tedde (Forza italia) ha manifestato soddisfazione per il fatto che la maggioranza ha accolto i suoi rilievi, ed ha annunciato il voto contrario all’emendamento.

Il consigliere Salvatore Demontis (Pd), premettendo di non voler passare per difensore Province, ha dichiarato che «è chiaro che la soluzione trovata evita ogni possibile rischio».

Concluse le dichiarazioni di voto, il presidente ha messo in votazione gli emendamenti all’art. 5: l’Aula ha approvato il n. 2, che sopprime le parole “al suo interno” e respinto il n. 3 ed il numero 4. Subito dopo è stato approvato il testo dell’art. 5.

Al termine di quest’ultimo scrutinio il Consiglio ha approvato gli articoli dal n. 6 al n. 15 ed un emendamento aggiuntivo  a quest’ultimo articolo che consente «la stipula di apposita convenzione per disciplinare i rapporti fra l’Ente Parco ed il Wwf». A seguire, l’Aula ha votato con esito positivo gli articoli dal n. 16 al n. 26 e, al termine, ha approvato il Disegno di Legge all’unanimità.

La consigliera del gruppo Pd, Daniela Forma, ha ricordato come con l’approdo in Aula del disegno di legge che istituisce il parco di Tepilora si conclude un processo che «parte da lontano e che è stato lungo e faticoso». Il provvedimento, a giudizio dell’esponente della maggioranza, esplicita le volontà delle popolazioni e dei territori della Baronia che hanno scelto un nuovo percorso di sviluppo ponendo al centro le ricchezze ambientali e paesaggistiche. La consigliera Forma ha sottolineato il percorso di condivisione condotto con le amministrazioni locali ed ha evidenziato il ruolo svolto dalle popolazioni che hanno, da sempre, salvaguardato “luoghi e valori”. «Vogliamo produrre buoni strumenti normativi – ha concluso Forma – che siano occasione di tutela e promozione, investendo risorse pubbliche per nuove occasioni di sviluppo».

Marco Tedde (gruppo Fi) ha dichiarato in premessa di non essere contrario ai parchi naturali pur evidenziandone alcuni limiti ed un utilizzo non sempre in linea con le finalità istitutive. Alla luce di tali considerazioni, l’esponente della minoranza, ha invitato ad una riflessione sul ruolo dei parchi in Sardegna e sui risultati conseguiti in ordine alle opportunità di crescita e sviluppo. In riferimento specifico alle norme contenute nel Dl 39, Marco Tedde, ha auspicato l’approvazione di un emendamento che impedisca ai rappresentanti degli enti locali indicati nell’assemblea del parco di poter ricoprire la carica di presidente («una norma analoga è stata approvata in occasione dell’esame del dl 38 che ha istituito il parco di Gutturu Mannu»).

Il consigliere del gruppo Pd, Roberto Deriu, ha sottolineato come l’istituzione del parco Tepilora non sia solo a vantaggio delle specie protette che abitano il territorio che va da Posada a Bitti, quanto un risultato storico che trasforma «il corso del Rio Posada in un alveo di vita anziché in un’area di pericolo e talvolta di morte come è accaduto nella tragica alluvione del novembre scorso». L’ex presidente della Provincia di Nuoro ha ricordato l’impegno degli Enti Locali e la volontà delle popolazioni interessate per arrivare all’istituzione del parco regionale, voluto dalle comunità costiere quanto da quelle che abitano nelle zone più interne. «Il parco Tepilora – ha concluso Deriu – non è solo amore per la natura e l’ambiente ma è amore per se stessi nonché una dimostrazione di volontà per trovare un futuro migliore come comunità».

Il consigliere Angelo Carta (gruppo Psd’Az) ha affermato che con l’approvazione delle norme istitutive del Tepilora si “sdogana” la parola “parco” in un territorio che ha visto nelle precedenti esperienze di tutela e salvaguardia (il riferimento è alla contestata istituzione del parco nazionale del Gennargentu) tentativi di “esproprio” e autentici “soprusi” dello Stato verso le comunità locali. «Con la legge che istituisce il Tepilora -ha dichiarato l’esponente della minoranza – i territori della Baronia e del nuorese dimostrano che hanno a cuore l’ambiente e un nuovo modello di sviluppo incentrato sulle bellezze naturalistiche e su un inestimabile patrimonio di cultura e valori».

Il capogruppo di “Sardegna Vera”, Efisio Arbau, ha espresso soddisfazione per l’approdo in Aula della norma istitutiva del parco di Tepilora. «Un provvedimento di fondamentale importanza per l’intero territorio e voluto dalle popolazioni e dalle amministrazioni locali», ha dichiarato il consigliere de “La Base”, che ha poi ricordato le contestazioni verso l’ipotesi del parco nazionale del Gennargentu. Arbau ha quindi rivolto un plauso alle amministrazioni interessate dal parco regionale del Tepilora ed ha auspicato (in riferimento alle critiche avanzate dai consiglieri dei Riformatori) la fine delle polemiche sulla presenza dei rappresentanti delle Province in seno all’assemblea dell’istituendo parco regionale. «La norma è ben scritta – ha precisato Arbau – e prevede la presenza del rappresentante dell’ente intermedio che, al termine del processo di riforma degli enti locali, succede nell’esercizio delle cessate funzioni provinciali».

Il presidente ha dato, quindi, la parola al consigliere del Pd, Giuseppe Meloni, il quale ha sottolineato che i disegni di legge in discussione in aula «sono caratterizzati da una condivisione tra i diversi enti locali, difficilmente raggiunta in passato». Meloni ha sottolineato che è vero che l’assessore ha trovato il lavoro già pronto, ma è stata rapida nel farlo arrivare in Commissione. «Il fatto più sorprendente è che la richiesta sia arrivata da parte dei sindaci e ritengo che abbiano già fatto un’ottima scelta». Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis ha ricordato di essere «tra quelli che hanno sempre avversato il parco del Gennargentu imposto da Roma, un parco calato dall’alto». E’ ha rilevato che «qui siamo in un’altra situazione: un parco che nasce da un confronto con le comunità locali, quindi un parco fortemente voluto dagli amministratori e dalle comunità. Per questo, con determinazione, sosteniamo questo disegno di legge che è un segno tangibile dell’attenzione verso le zone interne».

Il presidente Ganau ha dato la parola alla Giunta. L’assessore Spano ha affermato che si tratta della conclusione di un processo di confronto con le comunità locali. Un processo lungo e interessante, ha continuato, un disegno di legge concordato con gli enti locali e i sindaci con l’obiettivo di tutelare il patrimonio ambientale di queste aree pregiate in previsione di un nuovo sviluppo. L’assessore ha sottolineato che si tratta di un parco che collega zone interne con zone costiere e utilizza il fiume come infrastruttura. L’esponente dell’esecutivo ha espresso parere favorevole e ha auspicato una rapida approvazione.

Il presidente Ganau ha messo in votazione il passaggio agli articoli e gli articoli, che sono stati approvati dall’Aula. Il disegno di legge è stato, poi, approvato all’unanimità con 53 voti favorevoli.

All’articolo 5 è stato approvato l’emendamento n. 6 (Pietro Cocco e più) che  prevede la soppressione delle parole “al suo interno” dal comma 3. All’articolo 6 è stato approvato l’emendamento n. 3 (Pietro Cocco e più) che sopprime le parole «è eletto tra i membri dell’assemblea» E’ stato approvato anche un emendamento orale del consigliere Deriu che prevede, per maggior chiarezza, l’inserimento, dopo “Il presidente del parco ” le parole «è eletto ai sensi dell’art. 5».

Gli articoli sono stati votati tutti all’unanimità, tranne l’articolo 5, che ha registrato due astenuti perché alcuni consiglieri della minoranza, in particolare Michele Cossa, Attilio Dedoni, Luigi Crisponi dei Riformatori sardi, Pietro Pittalis (Forza Italia), hanno affermato di essere contrari all’inserimento in legge delle Province ormai abolite.

Sull’articolo 24 il consigliere Crisponi ha poi chiesto di consentire i controlli e la vigilanza nel parco anche alla polizia municipale. Il presidente della Quarta commissione ha confermato che i vigili non hanno necessità di autorizzazioni per intervenire nel comune di appartenenza in caso di richiesta.

Sulla votazione finale sono intervenuti il consigliere di Forza Italia, Marco Tedde («Vorrei evidenziare che la minoranza ha dato prova di grande senso di responsabilità e si è arrivati celermente all’approvazione di questi due parchi»), il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu («l’Udc voterà a favore del Dl 39 sull’istituzione del parco Tepilora anche perché come Udc ne siamo stati promotori attraverso l’opera  dell’ex assessore Oppi»). E’ intervenuto anche Luigi Crisponi, Riformatori, il quale ha ribadito l’importanza di questo parco che unisce le zone interne con quelle costiere: «Credo possa segnare un nuovo futuro anche per altre aree». Anche il consigliere del Pd, Roberto Deriu, ha ringraziato il presidente Solinas e l’assessore Spano, dichiarandosi fiero di far parte di questo Consiglio che ha dato gambe alle richieste dei territori. Anche Antonio Solinas (Pd) ha ringraziato la Commissione, maggioranza e opposizione. «Sono fiero di appartenere a questo Consiglio che ha approvato questi provvedimenti in tempi così celeri. Può essere d’esempio per gli altri territori», ha affermato il capogruppo di Sel, Daniele Cocco. Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha sollevato il problema della dotazione finanziaria, ritenuta assolutamente insufficiente. Il capogruppo di Sardegna Vera, Efisio Arbau, infine, ha riconosciuto l’importante lavoro fatto all’on. Oppi.

Successivamente, proseguendo nell’ordine del giorno, l’Aula ha iniziato l’esame del DL n. 97/A (Giunta regionale) – Interventi urgenti per le spese di funzionamento e manutenzione delle sedi della formazione professionale e il completamento dei piani di formazione professionale.

Il presidente Ganau, aprendo la discussione generale, ha dato la parola al relatore del provvedimento, il consigliere Rossella Pinna (Pd).

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, intervenendo sull’ordine dei lavori, ha sollecitato la presenza in Aula dell’Assessore competente e, nell’attesa, una breve sospensione della seduta.

Il presidente Ganau ha accolto la richiesta.

Alla ripresa dei lavori, il presidente ha dato la parola al consigliere Rossella Pinna (Pd).

Nella sua relazione, Pinna ha ricordato che il provvedimento contiene disposizioni indispensabili per i centri di formazione anche per permettere la conclusione di corsi attualmente sospesi, evitando inoltre il rischio di chiusura di alcuni sedi sul territorio. L’art.1, ha ricordato l’esponente del Pd, «attribuisce la competenza per l’utilizzo delle risorse all’assessorato degli Enti locali ed integra la dotazione di fondi per il 2014 per un importo di 2.824 mila euro, mentre per le altre annualità è prevista la spesa di 3.4 milioni per anno fino al 2016, sempre per garantire il funzionamento e la manutenzione di strutture di fatto assimilabili ad edifici scolastici». «Occorre inoltre – ha aggiunto il consigliere Pinna – completare attività formative bloccate dal 2009 per mancanza di risorse e sbloccare ben per 8 progetti; il provvedimento, insomma, risolve una problematica aperta dal 2010 ed una buona amministrazione si misura anche con la capacità di spendere le risorse assegnate e rispondere alle aspettative di chi è in graduatoria da 3 anni». Si tratta in definitiva, ha concluso Pinna, «di un intervento in linea con l’azione avviata dal governo regionale per contrastare dispersione ed abbandono scolastico e restituire competitività al sistema regionale, nel quadro di una auspicabile riforma organica della formazione in Sardegna».

Ha assunto la presidenza dell’Assemblea il vice presidente Eugenio Lai.

Il consigliere Ignazio Locci (Forza Italia) ha sostenuto che «il relatore ha messo nella proposta di legge anche contenuti che non ci sono; in realtà siamo davanti solo ad un travaso di fondi per snellire le procedure burocratiche necessarie per la manutenzione degli edifici». Sullo sfondo, ha proseguito, «resta il problema del completamento del piano di formazione del 2009 e da qui deve partire il rilancio dei centri di formazione professionale, problema su cui deve impegnarsi a fondo tutto il Consiglio per mettere il sistema pubblico in condizioni di competere ad armi pari con quello privato».

Il consigliere Fabrizio Anedda (Sinistra sarda) ha ricordato che «fra adeguamento finanziario e individuazione dei fabbisogni formativi sono passati circa 7 anni, un tempo inaccettabile se si vuole immaginare una formazione che aiuta ad entrare nel mondo del lavoro; così non serve né alle aziende né tantomeno a disoccupati, fermo restando che l’adeguamento delle risorse è comunque dovuto». 

La consigliere Alessandra Zedda (gruppo Fi) ha preannunciato il voto di astensione al Dl 97 ed ha auspicato una riforma organica dell’intero settore della formazione professionale in Sardegna. L’esponente della minoranza ha ricordato le vicende che hanno interessato il comparto all’epoca della giunta Soru ed ha affermato che nei successivi cinque anni (Giunta Cappellacci) si è lavorato in un’ottica di “ricostruzione”. Alessandra Zedda ha dunque evidenziato le opportunità che derivano dai finanziamenti europei (Fse, in particolare) ed ha invitato la Giunta a scongiurare la dispersione delle risorse e di guardare a quelle professioni che sono richieste dal mercato del lavoro.

Il presidente della Seconda commissione, Gavino Manca (gruppo Pd) ha dichiarato di condividere le dichiarazioni rese dalla sua collega e relatrice di maggioranza in Aula, Rossella Pinna, ed ha preannunciato un lavoro approfondito del parlamentino del lavoro sul tema della formazione professionale. Gavino Manca ha quindi ribadito che le disposizione del Dl 97 sono urgenti e necessarie per sanare le situazioni critiche relative al piano formativo del 2009 e le problematiche inerenti le manutenzioni ordinarie e straordinarie delle sedi dei centri regionali della formazione professionale.

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha evidenziato l’assenza dall’Aula dell’assessore del Lavoro, Virginia Mura ed ha quindi richiesto alcuni chiarimenti rivolgendosi direttamente al vice presidente della giunta ed assessore della Programmazione, Raffaele Paci. L’esponente della minoranza ha chiesto di conoscere quali siano i centri interessati dagli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria e se, l’esigenza di interventi nelle sedi si sia manifestata di recente. Pittalis ha domandato inoltre chiarimenti sui 621mila euro in riferimento ai piani formativi del 2009-2010 ed ha chiesto di conoscere finalità e destinatari delle risorse. Il capogruppo di Fi ha concluso affermando che «è ormai urgente e necessaria la riforma del settore della formazione professionale».

Il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha quindi concesso la parola alla Giunta per la replica nello spazio riservato all’esecutivo nella discussione generale al disegno di legge n. 97.

L’assessore della Programmazione, Raffaele Paci, ha portato al Consiglio le scuse dell’assessore del Lavoro, Virginia Mura, per l’impossibilità di essere presente in Aula perché impegnata a Roma nella difficile e delicata vertenza che riguarda la compagnia aerea Meridiana. Il vice presidente della Giunta ha quindi ricordato che l’assessore Mura ha avuto modo di fornire i chiarimenti richiesti in occasione dell’audizione tenuta nella Seconda commissione consiliare.

Nel merito del provvedimento, l’assessore Paci, ha dunque escluso che il disegno di legge in discussione possa essere considerato un testo di riforma ed ha affermato che il Dl 97 ha lo scopo di «sistemare alcune questioni». «In particolare – ha spiegato il delegato alla Programmazione – risolve il problema dell’attribuzione all’assessorato degli Enti Locali delle manutenzioni straordinarie ed ordinarie dei centri regionali della formazione, le cui spese, negli ultimi anni, sono rimaste in capo all’assessorato del Lavoro». «Ulteriore scopo del provvedimento – così ha affermato l’assessore Paci – è quello di procedere col completamento del piano formativo 2009-2010 che si realizza con un evidente ritardo». Il vice di Pigliaru in Giunta ha quindi affermato che sarà cura dell’esecutivo provvedere, all’interno del piano regionale di sviluppo, alla riorganizzazione complessiva del settore della formazione professionale, inserendolo nella cosiddetta filiera della “conoscenza” posta in stretta correlazione con il mondo delle imprese.

Il vice presidente del Consiglio, Eugenio Lai, ha quindi dichiarato l’intenzione di procedere con la votazione per il “passaggio agli articoli”.

Il capogruppo di Fi, Pietro Pittalis, ha chiesto la verifica del numero legale in Aula.

Il presidente Lai ha precisato che con la votazione a scrutinio elettronico si procederà anche alla verifica del numero legale in Consiglio.

Il presidente, Gianfranco Ganau, ripresa la conduzione dei lavori, ha quindi dichiarato aperta la votazione per il passaggio agli articoli del Dl 97, il cui risultato è stato: 32 presenti; 31 votanti; 31 a favore e un voto di astensione. Si è quindi passati alla votazione di articoli e emendamenti come da regolamento.

Il consigliere Pittalis ha voluto chiarire che il non voto della minoranza è un voto di dissenso politico e non di assenza. I capigruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, e Riformatori sardi, Attilio Dedoni, hanno espresso perplessità sullo spostamento di fondi, che vengono sottratti a formazione e lavoro. Sull’argomento è intervenuto il presidente della Seconda commissione, Gavino Manca, il quale ha chiarito che i capitoli di spesa avevano la sufficiente capienza per sopportare lo spostamento dei fondi senza intaccare i progetti già finanziati in materia di formazione e lavoro.

Il Consiglio ha approvato tutti gli articoli e l’emendamento 1 all’articolo 1 con i soli voti della maggioranza. L’emendamento prevede l’inserimento del comma 01, prima del comma 1, con la seguente dicitura: «E’ attribuita all’assessorato regionale degli enti locali, finanze e urbanistica la competenza relativa alle spese di funzionamento e manutenzione ordinaria dei Centri regionali e di formazione professionale».

Il Consiglio ha approvato il Disegno di legge con 33 voti favorevoli e 21 astensioni. Al termine dello scrutinio, il presidente Ganau ha dichiarato chiusa la seduta. I lavori del Consiglio riprenderanno domani alle 10.30.

Consiglio regionale 3 copia

Il Consiglio regionale ha approvato questa mattina gli articoli 2 e 3 del DL 111 “Assestamento alla manovra finanziaria per gli anni 2014-2016”. Il voto finale sul provvedimento slitta a martedì prossimo.    

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, l’Assemblea ha proseguito nell’esame dell’ordine del giorno, con la discussione generale dell’art.2 del DL 111/A (Assestamento alla manovra finanziaria 2014-2016). Il presidente ha comunicato in proposito che, essendo in corso una riunione per riordino degli emendamenti, si rende necessaria una breve sospensione della seduta.

Alla ripresa dei lavori, il presidente ha avviato la discussione generale dell’art.2 del provvedimento, dando la parola al primo degli iscritti a parlare, il consigliere Pietro Pittalis, capogruppo di Forza Italia.

Pittalis, «per agevolare la discussione», ha annunciato il ritiro degli emendamenti da pag. 1 a pag. 60.

Il presidente Ganau ha quindi aperto la discussione generale sull’art.2, non essendoci iscritti a parlare ha dato la parola all’Assessore della Programmazione, Raffaele Paci, che ha rinunciato all’intervento.

Si è quindi passati all’esame dell’articolo 2 e degli emendamenti. Sono stati approvati gli emendamenti: 150,  153, 4, 14, 1213 e  3. Durante il dibattito sono intervenuti anche più volte: Pietro Pittalis (Forza Italia Sardegna), l’assessore Raffaele Paci, Christian Solinas (Psd’az),  Attilio Dedoni (Riformatori sardi), Efisio Arbau (Sardegna Vera), Luigi Crisponi (Riformatori sardi), Daniele Cocco (Sel), Michele Cossa (Riformatori sardi), Angelo Carta (Psd’az), Oscar Cherchi (Forza Italia Sardegna), Modesto Fenu (Sardegna), Gianluigi Rubiu (Udc), Mario Floris (Sardegna), Alessandra Zedda (Forza Italia Sardegna), Paolo Truzzu (Sardegna), Marco Tedde (Forza Italia Sardegna), Ugo Cappellacci (Forza Italia Sardegna), Franco Sabatini (Pd), Piermario Manca (Soberania e Indipendentzia), Giuseppe Fasolino (Forza Italia Sardegna), Ignazio Locci (Forza Italia Sardegna), Pietro Cocco (Pd).

L’emendamento 150, approvato dall’aula, prevede di stanziare 150.000 euro  a favore del Pontificio seminario regionale sardo.

Sull’emendamento 153 (contributi per il finanziamento dell’Istituto Superiore regionale etnografico) è stato presentato un emendamento orale che prevede  un finanziamento di 1 milione di euro. Così emendato l’emendamento è stato approvato. L’assessore Paci, dichiarandosi a favore dell’emendamento, ha detto che la somma sarà utilizzata solo se la strada dei fondi comunitari  non sarà percorribile.   

Grande dibattito si è sviluppato sull’emendamento 92, presentato dal centrodestra, sugli immigrati e emigrati. L’assessore Paci ha detto che per la giunta i sardi del mondo rappresentano la nostra identità. Quindi un settore importante su cui c’è stata una minima riduzione di risorse. Lo stanziamento era di 2.000.000 ed il taglio è di appena 400.000 euro. Inoltre, ci sono molti residui. Per l’esponente della giunta, dunque, non si sta azzerando nulla. Piuttosto c’è la necessità di mettere mano alla legge. L’emendamento è stato bocciato (presenti 56, si 20, no 35).

L’emendamento 4, che prevede 50 mila euro per promuovere e sostenere l’editoria e l’informazione, è stato approvato. L’emendamento n. 14 (emendato dall’emendamento 1213 che ne modifica lo stanziamento a 150.000 euro) a favore dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Tempio Ampurias, è stato approvato. 
Approvato, infine, l’emendamento n.3 che prevede  200mila euro per gli interventi di bonifica nella discarica di Bono.

Il testo dell’articolo 2 è stato approvato. Il presidente Ganau ha convocato una conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa dei lavori, il presidente del Consiglio regionale ha avviato l’esame dell’articolo 3 “Entrata in vigore”. Il presidente della Commissione, Franco Sabatini, e l’assessore della Programmazione, Raffaele Paci, hanno dato parere negativo sugli emendamenti. L’Aula ha respinto tutti gli emendamenti e ha, invece, approvato il testo dell’articolo.

Il presidente Ganau ha sospeso l’esame del Dl 111, rimandando la votazione finale sul provvedimento alla prossima seduta, e ha messo in discussione l’ordine del giorno unitario “sul ruolo e la funzione del Crel”. Il testo impegna l’Assemblea a non procedere al rinnovo degli organi statutari, esentando il presidente del Consiglio da ogni responsabilità in ordine all’esercizio dei poteri sostitutivi”
L’ordine del giorno è stato approvato. La seduta del Consiglio è stata chiusa, i lavori riprenderanno martedì 21 ottobre, alle 15.00.

Il Consiglio regionale ha concluso stamane la discussione generale sul disegno di legge di assestamento del bilancio.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. L’Assemblea ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno con la discussione generale sul DL n°111/A – Assestamento alla manovra finanziaria per gli anni 2014-2016. Il primo ad intervenire è stato Paolo Truzzu (Sardegna), in sostituzione del capogruppo.

Paolo Truzzu ha iniziato il suo intervento ringraziando l’assessore della Programmazione Raffaele Paci per il profilo istituzionale tenuto durante il confronto in commissione, «a differenza di altri del centro sinistra» ed il consiglieri Pier Mario Manca, «che non ha rinunciato al suo ruolo politico» e Angelo Carta, «che ha cercato di uscire dalla logica degli schieramenti di parte, ricordando la frontiera in cui operano gli amministratori». «Mentre qui parliamo – ha detto Truzzu – fuori dal palazzo la realtà è ben altra». Davanti alla crisi, ha poi osservato, «ci saremmo aspettati scelte forti su settori ritenuti irrinunciabili, invece ci sono tagli ragionieristici che colpiscono un po’ tutto, in un quadro politico nazionale in cui, in termini reali, il bonus di 80 euro è stato pagato 34 milioni dalla Regione e ben 73 euro da ciascun lavoratore sardo». Il saldo dei conti della nostra Regione, ha aggiunto ancora Truzzu, «è negativo: rispetto al 2013 ci sono risorse in meno, circa 300 milioni, più altri 130 dovuti alle minori entrate, è evidente che a questo punto il 2015 e l’equilibrio di bilancio che dovevano portare più risorse ne porteranno di meno, come avevamo previsto». Truzzu ha poi respinto l’accusa di voler fare ostruzionismo con la presentazione di molti emendamenti. «Vogliamo solo dare il nostro contributo – ha spiegato il consigliere di Fdi – correggendo in qualche caso una manovra che taglia alla cieca in tutti i settori facendo emergere la mancanza di una visione politica dei veri problemi della Sardegna».

Il presidente Ganau è intervenuto brevemente per chiarire che la scadenza per la presentazione degli emendamenti è stata fissata per le 12.00, come deciso dalla conferenza dei capigruppo. Successivamente, ha dato la parola al capogruppo del “Misto”, Fabrizio Anedda.

Anedda ha dichiarato in apertura che l’assestamento è «un atto dovuto per sistemare i conti del vecchio Esecutivo e andare verso il nuovo bilancio». Sull’operato del vecchio Esecutivo, il consigliere ha espresso un giudizio totalmente negativo: «Il centro destra non ha brillato su sanità, lavoro e sostegno alle imprese, i fondi europei sono stati spesi parzialmente e male con imprese che, nel frattempo, hanno chiuso i battenti e sono scomparse dal mercato». L’esponente di Sinistra sarda ha poi citato un esempio della cattiva gestione del centro destra; «prima è stato annunciato un credito di imposta ma, fin dal 2010, non è stato erogato mentre, per le annualità 2013 e 2014, addirittura, è stato chiesto alle aziende di restituire quanto ricevuto». Stessa valutazione negativa, secondo Anedda, anche per quanto riguarda le azioni della Giunta precedente in materia di «consorzi fidi, formazione professionale con corsi non finanziati dal 2009 ad oggi, artigianato e sanità, che ha un disavanzo di oltre 200 milioni». In sintesi, il consigliere Anedda ha affermato che l’assestamento non è altro che un passaggio necessario «verso una finanziaria nuova e responsabile, con i conti in ordine».

Il capogruppo del Centro Democratico, Roberto Desini, sul piano generale, ha respinto con forza l’interpretazione della manovra di assestamento come «macelleria sociale», termine che denota «un approccio non corretto e fuori luogo, che non aiuta a migliorare il dibattito in Consiglio». La manovra è limitata e vincolata, ha riconosciuto Desini, «ma realista e, soprattutto, legata ad una legge finanziaria predisposta dal centro destra, in altre parole una strada obbligata, anche perché solo il fatto di avere 130 milioni in meno rende il percorso particolarmente difficile». Sarà poi opportuno in fase di finanziaria, ha suggerito l’esponente del Centro democratico, «manifestare concretamente una attenzione reale per gli Enti locali, che hanno mostrato in questi anni una capacità organizzativa e di spesa che va valorizzata, come hanno giustamente sottolineato i consiglieri Carta e Truzzu, al di là delle appartenenze». Voteremo l’assestamento con grande convinzione, ha infine assicurato Desini, «come fase preliminare per preparare buona finanziaria in cui faremo emergere tutto il nostro impegno per porre al centro di quella legge il problema dell’equità sociale».

Il presidente ha dato la parola al capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, il quale in apertura del suo intervento si è detto dispiaciuto se le sue parole di ieri hanno offeso l’on. Solinas: «Non era mia intenzione». Dedoni ha auspicato che il clima di collaborazione torni in aula e che la maggioranza ascolti anche i suggerimenti dell’opposizione e non ritenga di essere depositaria della verità assoluta. L’esponente della minoranza non ha risparmiato critiche all’assestamento di bilancio, ricordando che fuori dal palazzo «le persone non riescono a mettere insieme il pranzo con la cena». Dedoni ha poi chiesto alla Giunta maggiore vigilanza nei confronti delle banche che gestiscono i fondi regionali e ha ribadito la convinzione che sia necessaria una Commissione d’Inchiesta sul sistema del credito.

Il presidente Ganau ha dato, poi, la parola al capogruppo di Sardegna Vera, Efisio Arbau. L’esponente de La Base ha risposto all’opposizione che ieri ha accusato la maggioranza di essere stata scorretta in commissione. Arbau ha ricordato che  l’atteggiamento rigido è stato una risposta alle azioni ostruzionistiche della minoranza, che ha abbandonato l’aula quando si esaminava il settore della sanità e ha presentato oltre 300 emendamenti. «E’ un assestamento di un bilancio di una Finanziaria elettorale fatto in campagna elettorale – ha ricordato – abbiamo dovuto coprire il Fondo unico degli enti locali, 30 milioni per i fondi perenti, 103 milioni relativi agli ammortamenti non sterilizzati. Somme da mettere obbligatoriamente». Per Arbau si tratta di un assestamento tipico di un buon padre di famiglia che si proietta verso il 2015. Ha poi analizzato i singoli tagli: per i cantieri verdi 10 milioni di euro, programmati nel pluriennale perché i Comuni stanno facendo ancora i programmi, 5milioni di euro dell’imprenditoria femminile che non potevano essere spesi per il Patto di stabilità e non c’era programmazione, «l’ente foreste ha 20 milioni di avanzo di amministrazione ed è stato deciso di stornare 8 milioni per il 2014 per essere utilizzate per altro». Mentre per gli artigiani Arbau ha annunciato che la Giunta sta organizzando “Artigiani in fiera” con 300mila euro.

Per il capogruppo di Soberania e Indipendentzia, Emilio Usula, è evidente il grave momento di difficoltà che vive la Sardegna e «questo provvedimento non può essere motivo di gaudio per molti cittadini», ma «questa Giunta sta facendo il massimo per trovare le soluzioni possibili». Per Usula non si può attribuire la crisi della Sardegna all’assessore Paci, ma ai governi precedenti che non hanno saputo trovare le soluzioni per lo sviluppo dell’Isola. «Mi chiedo se non sia il caso che tutti si assumano le proprie responsabilità. Occorre superare le logiche di partito per il bene della Sardegna». Usula ha annunciato il suo voto favorevole, «consapevole che questo assestamento non sia la panacea di tutti i mali».

Secondo il capogruppo del Psd’Az, Christian Solinas, l’assestamento in discussione viene presentato come un atto di “manutenzione in corso” ma in realtà opera delle scelte precise. «E’ vero che il disegno di legge della Giunta prevede uno stanziamento di oltre 100 milioni di euro per coprire il deficit della Sanità – ha affermato Solinas – ma, allo stesso, tempo stanzia 232 milioni per la copertura di nuovi e maggiori oneri. Si cominciano ad intravedere le strategie della Giunta che decide di dare risposte ad alcuni settori piuttosto che ad altri».

Il capogruppo sardista ha quindi invitato la maggioranza ad avviare un confronto serio sulle questioni di merito. «Noi abbiamo proposto un percorso condiviso in Commissione – ha proseguito Solinas – occorre mettere in campo interventi mirati ed individuare coperture finanziarie certe. La Giunta punta sulla efficienza e non sull’efficacia dell’azione di Governo. Così, però, non si risolvono i problemi della Sardegna». Solinas ha poi segnalato i tagli lineari operati per le politiche linguistiche e culturali della Regione, la cancellazione dei fondi per i circoli degli emigrati sardi e per l’insegnamento del sardo curriculare nelle scuole: «Si pensa alle vertenze industriali dove ci sono numeri importanti ma si tralasciano i numeri di altri settori, forse meno chiassosi». Solinas, al termine del suo intervento, ha lanciato una proposta alla maggioranza: «Abbandoniamo le polemiche sterili e proviamo a entrare nel merito delle questioni per ragionare insieme sul futuro della Sardegna».   

Il consigliere Peppino Pinna, a nome del Gruppo Udc, ha espresso forti perplessità sull’impianto del disegno di legge di assestamento di bilancio: «Non si capisce quale criterio sia stato adottato. Forse sarebbe stato meglio lasciare tutto com’era». Pinna ha poi contestato i tagli operati ai fondi per le famiglie in difficoltà e rimarcato l’assenza di interventi a favore dell’agricoltura, dell’artigianato e per le politiche attive per il lavoro. Giudizio negativo anche sui tagli ai cantieri verdi e all’università diffusa, alla sanità, agli enti locali e alla cultura: «Da una parte si dà importanza alla salute e poi si definanziano le bonifiche per l’amianto – ha affermato Pinna – gli enti inutili invece continuano ad operare, mentre non si colgono le opportunità offerte dal nostro patrimonio culturale. Non si investe un euro per la campagna di scavi a Mont’e Prama, così si spreca una grande occasione».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco (Pd) ha invece difeso le decisioni della Giunta: «Bisogna capire da dove si parte – ha detto Cocco – questo assestamento di bilancio è una correzione dell’ultima finanziaria approvata dal centrodestra. Abbiamo trovato la Sardegna in pessime condizioni e ora cerchiamo di porvi rimedio». Il capogruppo del Pd ha quindi respinto al mittente le accuse arrivate dai banchi del l’opposizione: «Le nostra scelte politico-finanziarie si vedranno nella manovra di bilancio. Adesso ci limitiamo ad intervenire per coprire il disavanzo della sanità di 350 milioni di euro e garantire gli stipendi ai dipendenti delle società partecipate della Regione come l’Igea e la Carbosulcis». Cocco ha attaccato alcuni consiglieri della minoranza che avevano definito un atto di “macelleria sociale” il disegno di assestamento di bilancio presentato dalla Giunta: «E’ un’accusa vergognosa. Dovreste arrossire per ciò che avete fatto nella passata legislatura – ha detto l’esponente del Pd – non ricordo un punto qualificante della vostra azione di governo». Pietro Cocco ha ricordato «gli interventi per la copertura del buco della sanità (103 milioni di euro) per i trasporti, la scuola, il ripristino del Fondo Unico per gli enti locali, accusando il centrodestra di non aver fatto nulla per sostenere l’industria, la pastorizia e le altre attività produttive dell’Isola».

Un accenno infine alla sanità: «Nella scorsa legislatura – ha affermato il capogruppo del Pd rivolgendosi alla minoranza – il vostro primo atto fu il commissariamento delle ASL con la promessa del varo di una riforma poi non andata in porto. Oggi, con la scusa della razionalizzazione della spesa, qualcuno continua a rappresentare interessi privati che non hanno nulla a che vedere con la sanità pubblica. Noi andremo avanti spediti nel nostro progetto di riforma, convinti della bontà delle nostre idee».

Il capogruppo di Sel, Daniele Cocco, ha affermato che il suo gruppo «è disponibile a ragionare ma non ad impegnarsi su inutili schermaglie; è il momento della responsabilità, del buon senso e dell’autocritica, come ci impone la situazione drammatica della nostra terra». «Nessuno più dell’assessore Paci – ha aggiunto Cocco – ha verificato con attenzione e rigore i conti della Regione da cima a fondo dimostrando grande disponibilità a ragionare sul merito, perciò ogni giudizio deve essere sospeso in questa fase e rimandato, semmai, alla finanziaria». In ogni caso, secondo il consigliere di Sel, «l’assestamento consente di pagare tutti i debiti ed è già un grande risultato, poi si spendono oltre 200 milioni mentre altre risorse accantonate saranno riprogrammate; dal 2015, in altre parole, daremo ai Sardi le risposte che giustamente si aspettano». «Non ci sto – ha detto ancora Cocco – ad essere accusato di macelleria sociale e di aver dimenticato gli ultimi, sono accuse irricevibili, sui cantieri verdi ed in particolare sull’Ente Foreste l’assessore ha risposto in modo esauriente in commissione; noi siamo impegnati in prima persona a fianco dei disoccupati e dei precari e vigileremo attentamente su questi temi, sicuri che con sacrificio e fatica terremo fede alla parola data ai sardi 7 mesi fa». 

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha invitato la maggioranza «ad uscire da equivoci ed inesattezze, attribuendo tutti i demeriti al centro destra mentre il centro sinistra sta rimediando con un intervento tecnico: in realtà è un intervento che assesta un colpo mortale all’economia della Sardegna». «La maggioranza – ha insistito – è in imbarazzo a parlare dei cassintegrati, dei lavoratori in mobilità e dei settori trainanti dell’economia regionale, delle famiglie e degli emigrati: confermo che avete operato una autentica macelleria sociale». Pittalis è poi entrato nel dettaglio delle cifre dell’assestamento: «Sono state tagliate le risorse alle aziende alluvionate, al fondo per l’occupazione, all’imprenditoria femminile, ai Comuni, ai corsi di musica, al cinema, all’artigianato, al commercio, alla lingua sarda, alla famiglia, all’università, agli emigrati, altro che correzioni migliorative del bilancio del centro destra, è una falsità!». Dopo aver accusato il centro sinistra di aver messo in campo una politica pubblica «recessiva» davanti ad una crisi gravissima, Pittalis ha concluso affermando che le uniche azioni concrete della maggioranza, condivise con l’opposizione, sono state il piano di edilizia scolastica e gli interventi contro la lingua blu («peraltro entrambi ancora privi di effetti pratici») mentre, quelli sui quali il centro sinistra è andato avanti da solo, con operazioni «eccellenti», sono l’abolizione del Piano casa «con un disegno di legge che provocherà confusione e contenziosi e l’abolizione del Piano paesaggistico senza proporre nulla in alternativa, limitandosi a riesumare quello di Soru contestato da destra e sinistra, recentemente da anche dal sottosegretario Barracciu». «Altro che documento tecnico, ha concluso il capogruppo di FI, «qui ci sono scelte vere e pesanti, tecniche e ragionieristiche, di chi se ne infischia dei problemi e delle emergenze della Sardegna».

L’assessore della Programmazione Raffaele Paci, intervenendo a nome della Giunta, ha presso che si abituerà a malincuore «al gioco delle parti, che non fa bene all’opinione pubblica». Nel merito, Paci ha ribadito che l’assestamento è un provvedimento tecnico «perché nei conti non c’erano le nostre scelte politiche, da un lato, e perché, dall’altro, occorreva fare una correzione per effetto delle minori entrate di 34 milioni dovute al bonus di 80 euro sul quale, ovviamente, si può essere d’accordo o meno». Paci ha poi smentito i tagli sul fondo unico dei Comuni, «che ha tagliato la giunta Cappellacci», annunciando un emendamento per aumentare la dotazione di un fondo «per eventuali dissesti occupazionali» da assegnare alle Province, aggiungendo che la più grande voce di spesa riguarda i 103 milioni per i debiti commerciali della sanità riferiti al 2013 e parte del 2014, «certamente non attribuibili alla nostra responsabilità». «Quando sei obbligato a maggiori spese per 170 milioni – ha spiegato l’assessore – devi tagliare in proporzione da altre parti, cercando di minimizzare l’impatto sul tessuto economico e sociale della Sardegna, cioè da una parte  spostando in nel bilancio pluriennale le spese di investimento come quelle per il dissesto idrogeologico (stanno per essere pubblicati i bandi e ai Comuni arriverà un 10% di anticipo)». «Dove ci sono enormi residui – ha continuato Paci – è inutile aumentare stanziamenti, è il caso dei cantieri verdi con 24 milioni che non si riuscivano a spendere per i vincoli del patto di stabilità, ma i cantieri partiranno tutti, così come sarà sostenuta l’università diffusa; insomma si è messo ordine nella grande massa di residui attivi, 3 miliardi, cioè impegni di pagamento non onorati o perché inseriti in piano di investimento di lungo periodo perché bloccati dal patto». «Poi – ha concluso Paci – abbiamo sistemato alcune altre cose: la situazione dell’Arst per 80 milioni all’Arst, i fondi per il museo Nivola e la biblioteca Satta, i ciechi, lo spettacolo, le borse di studio universitarie ed altro; avremmo voluto fare di più ma alcuni vincoli non sono superabili, fra qualche settimana presenteremo la finanziaria dove, compatibilmente con i limiti del bilancio, porteremo avanti le nostre politiche, alle quali si può guardare con attenzione ed un certo ottimismo perché abbiamo molti fondi europei da spendere ed ampi spazi per contrarre mutui da destinare alle infrastrutture». 

Subito dopo l’intervento dell’assessore Paci, il presidente Ganau ha dichiarato conclusa la seduta. I lavori del Consiglio riprenderanno alle 18.00.

Dichiarazioni_program_presidente_pigliaru_02042014

Consiglio regionale B copia

Il Consiglio regionale ha approvato un ordine del giorno unitario contro la paventata soppressione della sezione staccata di Sassari della #Corte d’Appello di Cagliari.

La seduta statutaria del Consiglio, prevista dall’art.20 dello Statuto, si è aperta sotto la presidenza del presente Gianfranco Ganau.

A prendere per primo la parola è stato il consigliere dei Riformatori sardi, Michele Cossa, primo firmatario dell’interpellanza del gruppo “sull’imposizione degli oneri di servizio pubblico per i collegamenti aerei minori in regime di continuità territoriale (c.d. CT2)”.

Il consigliere Cossa ha sottolineato la stretta attualità del tema «perché la situazione attuale prevede 3 giorni alla settimana senza alcun collegamento con importanti scali della Penisola, mentre dal 27 ottobre sarà operativa solo la linea Cagliari-Napoli che, secondo le intenzioni di Meridiana, dovrebbe diventare il suo nuovo hub del Mezzogiorno». «Per i passeggeri sardi – ha sostenuto Cossa – questa situazione è causa di gravissimi problemi soprattutto per i viaggi a scopo sanitario; quindi occorre sapere perché la Regione non ha ancora emanato il bando per queste rotte, bando che peraltro poteva interessare la compagnia Meridiana che ha sempre operato su questi scali.»

L’assessore dei Trasporti, Massimo Deiana, ha ricordato che «a fronte dei 10 collegamenti originari della c.d. CT2, 4 sono stati cancellati in questi anni e ne restano solo 6, in un regime privo di contribuzione e di copertura degli oneri di servizio pubblico». «La scelta della compagnia #Meridiana di fare base su Napoli – ha proseguito l’assessore – è stata unilaterale». «Per quanto riguarda il bando – ha poi precisato Deiana – è stato comunicato all’Unione europea che aveva aperto una procedura di informazione su presunti abusi nell’imposizione di oneri di servizio pubblico, su segnalazione di alcune low cost come Ryanair e della stessa Meridiana». «Nelle interlocuzioni con Bruxelles – ha ricordato Deiana – ci è stato raccomandato di evitare alcune criticità come la sovrapposizione di rotte onerate con rotte esistenti, soprattutto sull’area commerciale Firenze e Pisa con vettori in libero mercato, ma anche su Torino e in Sicilia». «Questi rilievi – ha concluso l’assessore dei Trasporti – ci hanno indotto a rivedere l’imposizione oneri di servizio pubblico ma la situazione è ancora in movimento perché non ci sono garanzie per il mantenimento delle rotte su 12 mesi.»

Nella sua replica il consigliere Cossa si è dichiarato “non soddisfatto”. «Comprendo l’impegno – ha detto – ma c’è la necessità di rivedere completamente il sistema di continuità compresa la la c.d. CT1 senza peraltro mettersi interamente nelle mani delle compagnie low cost, coniugando le esigenze del libero mercato con quelle della Sardegna, altrimenti la Sardegna marcerà sempre più velocemente verso l’isolamento.»

Il consigliere del Pd, Antonio Solinas, ha illustrato l’interpellanza n. 7 «sulla necessità di interventi di somma urgenza per la messa in sicurezza e la funzionalità del porto industriale di Oristano» ed ha rimarcato la necessità di azioni adeguate per salvaguardare operatività e funzionalità dello scalo marittimo oristanese. Il presidente della Commissione Infrastrutture del Consiglio regionale ha evidenziato inoltre l’assenza di interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria insieme con le conseguenti penalizzazioni che ne derivano alle imprese concessionarie che operano nell’area. Il consigliere Antonio Solinas ha quindi ricordato il sopralluogo effettuato nell’infrastruttura oristanese con l’assessore regionale dei Trasporti e lo ha invitato a procedere con le interlocuzioni a livello ministeriale e ad informare il Consiglio degli eventuali sviluppi.

L’assessore dei Trasporti, Massimo Deiana, ha dichiarato di aver bene presente la situazione in cui versa il porto industriale di Oristano ed ha ricordato le carenze in ordine alle manutenzioni ad incominciare dai problemi inerenti l’illuminazione dei piazzali e quelli legati al cattivo funzionamento delle cosiddetta torre faro. Un problema, quest’ultimo, così ha affermato l’assessore, che impedisce l’utilizzo dello scalo oristanese nelle ore notturne.

L’esponente dell’esecutivo ha quindi spiegato che il porto di Oristano è stato classificato come scalo di rilevanza nazionale e come tale le competenze e le responsabilità delle manutenzioni sia ordinarie che straordinarie sono poste in capo allo Stato. Nonostante l’assenza di competenze dirette da parte della Regione sarda, l’assessore Deiana ha ribadito disponibilità e impegno per sensibilizzare il ministero sulla necessità di interventi urgenti e per favorire una soluzione tempestiva al problema delle torri faro. In particolare, l’assessore Deiana, ha mostrato favore per l’iniziativa concordata con il comandante del porto che prevede l’anticipazione dei costi necessari per la riparazione delle torri faro, da parte dei concessionari privati che operano nel porto di Oristano.

Nello spazio riservato alla replica è intervenuto il primo firmatario dell’interpellanza n .7, il consigliere del gruppo Pd, Mario Tendas che si è dichiarato soddisfatto della risposta della Giunta. L’esponente della maggioranza ha ribadito l’urgenza di interventi per garantire la piena operatività dello scalo marittimo di Oristano.(Am)

Ha quindi preso la parola il consigliere del Psd’Az, Christian Solinas per illustrare l’interpellanza n. 62/A “sulle politiche culturali e linguistiche e il progressivo depauperamento dei relativi capitoli di spesa del bilancio regionale”.

«Quello che proponiamo – ha esordito Solinas – non è un tema da salotto, si tratta di un’affermazione di principio che sta alla base di tutte le altre politiche di settore. Se non si capisce questo, sarà difficile fare sintesi su tutte le altre questioni

Solinas ha quindi elencato le criticità che impediscono di sviluppare una seria politica linguistica: «I tagli degli stanziamenti decisi nell’assestamento di bilancio per i settori della lingua e della cultura sono inquietanti – ha evidenziato Solinas – tutto questo avviene in un contesto di particolare difficoltà, oggi non si riesce a gestire nemmeno uno scavo come quello di Monte Prama». Secondo l’esponente del Psd’Az è necessario dare una svolta alla politica regionale e puntare sull’economia della cultura che in altre nazioni europee sta dando eccellenti risultati: «Si aprono vertenze in tutti i settori mentre per la lingua e la cultura non si fa nulla – ha detto ancora il consigliere sardista – oggi si propone come capitale della cultura Cagliari, città dove i registi teatrali riprendono a fare gli artisti di strada e dove si rinuncia all’insegnamento della lingua sarda». 

«I temi della cultura e della lingua sarda non sono né secondari né trascurati da questa giunta – ha replicato l’assessore regionale alla Cultura Claudia Firino – le difficoltà di bilancio hanno avuto come conseguenza la riduzione dei capitoli di spesa». Firino ha poi spiegato che il Piano triennale sulla lingua è scaduto nel 2013: «la precedente Giunta non ha avviato l’iter per l’adozione di quello nuovo, per cui sarà prorogato il piano triennale 2011-2013 in modo da programmare, con il coinvolgimento di tutti gli operatori, il nuovo piano triennale che vedrà la luce nel 2015».

L’assessore ha poi rivendicato gli interventi urgenti fatti dalla Giunta per consentire di programmare “a tempo di record” le iniziative per Sa Die de sa Sardigna e pagare gli stipendi agli operatori degli sportelli linguistici, che «rappresentano la struttura portante per la promozione della lingua nel territorio».  Sui tagli ai capitoli di spesa del bilancio regionale, Firino ha affermato che «non sono tagli veri e propri, si tratta di una riduzione di risorse che nel 2014 non potevano essere erogate. Il plafond a disposizione di ogni assessorato ci impedisce di far fronte a tutte le spese». In conclusione del suo intervento, Firino ha ribadito che la Giunta lavora per l’introduzione del sardo nelle scuole: «Una lingua rimane viva solo se le nuove generazioni se ne faranno carico – ha detto l’esponente dell’esecutivo – l’introduzione del sardo a scuola e la sperimentazione dell’insegnamento veicolare sono i punti caratterizzanti delle nostre politiche linguistiche. Ricordo che nella finanziaria 2014 la precedente Giunta non aveva previsto nessun stanziamento su questo versante».

Il consigliere Solinas, in sede di replica, ha dichiarato la propria insoddisfazione per la risposta dell’assessore. «Non ho colto nel suo intervento l’intenzione di nominare il direttore del servizio lingua sarda, posto oggi vacante, né l’intenzione di sostenere un settore spesso sacrificato per  le esigenze di bilancio».

«Dire che se la situazione è grave non è sufficiente – ha aggiunto Solinas – come se lo Stato, per difficoltà di bilancio rinunciasse a insegnare l’italiano. La lingua è una questione fondamentale. La Giunta regionale ha approvato un assestamento di bilancio che stabilisce una variazione di circa 200 milioni di euro. Nulla è stato stanziato per la lingua, secondo noi, si potevano fare valutazioni diverse». Il consigliere sardista ha poi evidenziato le difficoltà che stanno vivendo gli operatori del cinema e del teatro: «Le scelte della Giunta – ha concluso Solinas – metteranno a rischio tutto il sistema culturale della Sardegna». 

Il presidente Ganau ha dato la parola ad Alessandra Zedda, vice capogruppo di Forza Italia, per l’illustrazione dell’interpellanza n. 31 “sulle scuole dell’infanzia paritarie”. La prima firmataria del documento ha evidenziato come l’interpellanza sia stata presentata a giugno «ma come purtroppo sia ancora attualissima». Zedda ha ricordato all’assessore Firino che le scuole paritarie, 264, frequentate da 10mila bambini, siano in una situazione di grave difficoltà a causa dei ritardi accumulati dalla Regione nell’erogazione dei contributi dell’anno appena concluso e dell’anno in corso. «Con la Finanziaria 2014 credevamo di avere risolto il problema – ha spiegato Zedda – ma ancora oggi il problema è ancora attuale. Zedda ha ricordato che non esiste un’istruzione di serie a e di serie b, ma un’istruzione di qualità che viene offerta ai nostri bambini.»

Nel testo dell’interpellanza il vice capogruppo di Forza Italia ha ricordato che «risulta pertanto in forte ritardo l’erogazione della seconda parte dell’acconto (siamo a giugno) relativo all’anno scolastico 2013/2014;  risulta in ritardo l’erogazione del saldo, relativo all’anno scolastico 2012/2013, già rendicontato dalle scuole entro dicembre 2013» e che «tali ritardi ed inadempienze derivanti dalla trascuratezza da parte delle istituzioni pubbliche gravano sulle spalle di 264 scuole» che «sopperisce alla carenza di strutture pubbliche adeguate, che offre un servizio di qualità in conformità alle norme previste del MIUR, e che non ha finalità di lucro». Zedda ha anche evidenziato come ci siano situazioni di particolare emergenza a Olbia per i danni causati dall’alluvione e che «la spesa per le scuole dell’infanzia paritaria non risulta tra nessuna delle tipologie prioritarie indicate nella delibera n. 15/1 del 2014 relativa all’utilizzo del plafond sul patto di stabilità». Zedda ha annunciato all’assessore che molte di questi istituti stanno per chiudere, a causa dei ritardi della Regione che hanno costretto le scuole paritarie a contrarre mutui e sostenere ingenti interessi passivi.

Il presidente Ganau ha quindi dato la parola all’assessore della Pubblica Istruzione, Claudia Firino, la quale ha ricordato che «il tema delle scuole non è mai stato sottovalutato da questa Giunta, e che quando è stato possibile l’erogazione dei contributi è stato fatta con la massima celerità». L’assessore ha sottolineato che a luglio scorso è stato saldato l’anno 2012-2013, per quanto riguarda il 2013-2014 «stiamo predisponendo l’ulteriore erogazione del 17 per cento per arrivare all’80 per cento complessivo». Per quanto riguarda l’anno appena iniziato, la legge stabilisce che le scuole hanno tempo fino al 30 settembre per inviare all’assessorato la certificazione della riapertura, «quindi a breve sarà erogato l’acconto del 30 per cento per l’anno in corso». L’assessore ha garantito che non soltanto non si vuole mettere in crisi le scuole paritarie, ma potenziare la qualità dell’offerta.

Il consigliere Zedda si è detta parzialmente soddisfatta per gli annunci fatti dall’assessore, «in attesa di vedere la trasformazione degli annunci in atti concreti».

Successivamente il presidente ha dato la parola al consigliere Salvatore Demontis (Pd), primo firmatario dell’interpellanza «sul pericolo di inquinamento ambientale derivante dal fallimento della società Vinyls ubicata nella zona industriale di Porto Torres».

Il consigliere Demontis ha ricordato che la Vinyls è stata dichiarata fallita nel luglio 2013 e resterà in esercizio provvisorio fino al prossimo 7 dicembre, esprimendo preoccupazione sia per le decine di tonnellate di sostanze pericolose da smaltire sia per i pericoli di cedimento dei serbatoi che le contengono. «Il problema principale – ha affermato Demontis – è che il curatore fallimentare della società ha comunicato il 17 settembre scorso di non avere risorse per sicurezza del sito e la bonifica e inoltre, dal 7, provvederà a licenziare le unità ancora in organico». Ora, ha osservato il consigliere del Pd, «il Decreto legislativo n°152 dice che deve bonificare il sito inquinato il responsabile dell’inquinamento, altrimenti gli enti pubblici e in particolare il ministero dell’Ambiente devono esercitare poteri sostituitivi, essendo quello di Porto Torres un sito di interesse nazionale».  Demontis ha suggerito quindi l’attivazione di un tavolo presso il Ministero «per capire chi fa cosa in tempi rapidi».

L’assessore dell’Ambiente Donatella Spano ha dichiarato che quello della bonifica dei siti inquinati «è un problema aperto nei confronti del Ministero su cui occorre un forte impegno istituzionale e politico». «Alcuni impianti di Porto Torres – ha rilevato – sono stati tenuti in esercizio per ragioni di sicurezza ma è stata evidenziata una alta criticità ambientale, nonostante siano state completate le procedure di smaltimento di molti materiali pericolosi e la bonifica dei serbatoi, perché restano da bonificare altre aree a cura della società americana che ha acquisito l’impianto per lo smontaggio». «L’assessorato – ha concluso – ha chiesto al ministero dell’Ambiente già dal mese di giugno un incontro per la soluzione dei problemi più urgenti a partire dalla sostituzione in danno dello stesso Ministero in luogo dei responsabili, mentre a luglio è stato inviato un sollecito relativo alla accurata analisi del sito».

Il consigliere Demontis si è detto soddisfatto dell’esposizione dell’Assessore, mettendo in evidenza tuttavia che «occorre mantenere una forte attenzione presso il Ministero, del quale molto spesso abbiamo lamentato l’inerzia ad intervenire sui siti sensibili».

Il consigliere di Forza Italia, Marco Tedde, ha illustrato l’interpellanza n. 50 in tema di gestione delle Aziende sanitarie regionale ed ha contestato indebite ingerenze del governo regionale nell’attività di gestione delle Asl di competenza dei direttori generali. Al centro delle critiche del consigliere Tedde la delibera 28/17 approvata dalla Giunta lo scorso 17 luglio che ha imposto ai direttori delle Asl la sospensione dell’efficacia degli atti aziendali e di non adottare atti eccedenti l’ordinaria amministrazione in difetto di preventiva valutazione da parte dell’assessorato all’Igiene e Sanità.

Per Marco Tedde, tale provvedimento contraddice quanto contenuto nelle dichiarazioni programmatiche del presidente della Regione Pigliaru, in ordine alla necessità di scongiurare commistioni tra poteri di indirizzo e programmatori e compiti di gestione, per proteggere il servizio sanitario regionale da indebite pressioni ed ingerenze politiche. L’esponente della minoranza ha concluso l’illustrazione dell’interpellanza chiedendo alla Giunta il ritiro della deliberazione 28/17.

L’assessore alla Sanità, Luigi Arru, ha ribadito la correttezza dell’operato dell’esecutivo regionale e, dopo aver elencato le norme statali e regionali, ha ribadito l’efficacia e l’opportunità della deliberazione dello scorso luglio, con particolare riferimento alla necessità di contenere i costi del sistema sanitario e procedere con le necessarie iniziative per la razionalizzazione dei posti letto e l’individuazione dei così detti “standard” di costo e di qualità dei servizi.

«La deliberazione dello scorso 17 luglio – ha proseguito l’assessore Arru – è in linea con funzioni di governo attribuite dalla normativa nazionale e regionale». Il rappresentante dell’esecutivo ha concluso annunciando che il 30 settembre 2014, la Giunta ha approvato la costituzione di un comitato permanente di monitoraggio delle attività di gestione delle Asl in Sardegna.

Il consigliere Marco Tedde si è quindi dichiarato insoddisfatto della risposta articolata dall’assessore Luigi Arru ed ha ribadito le critiche alla deliberazione dello scorso luglio insieme con i pericoli di commistioni e condizionamenti politici verso i direttori delle aziende sanitarie. Tedde ha poi definito la costituzione di un comitato permanente di valutazione per le Asl «un preoccupante messaggio non perfettamente rettilineo verso i direttori generali».

Il presidente Ganau ha quindi deciso di procedere alla discussione congiunta dell’interpellanza n. 57/A (Arbau e più) e la mozione n.76 (Tedde e più) sul rischio chiusura della sezione staccata di Sassari della Corte d’Appello di Cagliari.

Efisio Arbau, capogruppo di “Sardegna Vera”, illustrando l’interpellanza, ha definito una “sciagura” la paventata soppressione della sede giudiziaria della Corte d’Appello nel Nord Sardegna. «Alcuni territori dell’Isola, come la provincia di Nuoro, sono già fortemente penalizzati – ha detto Arbau – il rischio è che si arrivi a un caso di giustizia negata». Secondo il consigliere regionale, la situazione della Sardegna per condizioni geografiche e alto tasso di criminalità in alcuni territori» merita un’attenzione particolare da parte dello Stato: «E’ necessario che la Giunta – ha concluso Arbau – intervenga presso il Governo per sollecitare scelte diverse».

Sullo stesso argomento è poi intervenuto Marco Tedde (Forza Italia) che ha invece illustrato la mozione firmata da tutti i gruppi d’opposizione. «La sezione distaccata di Sassari della Corte d’Appello di Cagliari  – ha ricordato Tedde – venne istituita nel ‘92 grazie alle sollecitazioni provenienti dai rappresentanti politici e istituzionali del Nord Sardegna. Nel 2011 gli ispettori del Ministero della Giustizia, riconoscendo le particolari condizioni della Sardegna, auspicarono l’istituzione di una Corte d’Appello autonoma a Sassari. Oggi si va in una direzione diversa. Si tratta di tagli lineari. C’è da temere in modo forte la chiusura della sezione. Noi puntiamo all’autonomia mentre il Ministero punta alla soppressione. Se questo accadesse si verificherebbe un arretramento dello Stato in alcuni territori dell’Isola». Tedde ha quindi sollecitato l’apertura di un tavolo istituzionale con la partecipazione di tutti i parlamentari sardi per impedire la soppressione della sede di Sassari. Dal consigliere azzurro, infine, anche la richiesta alla Giunta di intervenire con urgenza presso il ministero della Giustizia «per rappresentare le ragioni che stanno alla base della richiesta di autonomia per la sezione staccata di Sassari della Corte d’Appello di Cagliari.»

Il presidente Ganau ha dato la parola al consigliere del Pd, Salvatore Demontis, il quale si è detto favorevole sia alla mozione Tedde sia all’interpellanza Arbau sulla soppressione della sezione staccata di Sassari della Corte d’Appello di Cagliari. Demontis ha affermato di non vedere alcun vantaggio economico, ma soltanto svantaggi: il reperimento dei locali con l’eventuale onere della locazione, i costi dei trasferimenti del personale e dei detenuti, e un sicuro blocco delle attività. Demontis ha evidenziato i notevoli disagi che ci sarebbero anche dalla chiusura del Tribunale dei minori e del Tribunale di sorveglianza e ha infine esortato l’Aula a fare fronte comune e approvare un ordine del giorno unitario.

Per il consigliere del Centro Democratico, Annamaria Busia, è arrivato il momento che il presidente Pigliaru e tutto il Consiglio regionale si occupino della giustizia in Sardegna. «Non è pensabile – ha affermato – che la sezione di Sassari venga portata a Cagliari». Una decisione scellerata secondo l’esponente della maggioranza che ha sollecitato il presidente a chiedere conto al governo centrale di questa decisione, come di quella di portare in Sardegna un numero consistente di detenuti sottoposti al 41 bis, ossia al “carcere duro” per i delitti più gravi tra cui mafia, terrorismo e sequestri di persona. «La popolazione detenuta sarda è in crescente aumento, ma anche qualitativamente molto pericolosa e comporterà un aumento di lavoro per il Tribunale di sorveglianza», portando a un collasso del sistema. «Dichiaro il mio voto a favore – ha concluso Busia – ma chiedo anche che sia l’occasione per ridiscutere il sistema giustizia in Sardegna».  Favorevole alla mozione anche Peppino Pinna (Udc), il quale ha evidenziato come non ci sarebbe alcun risparmio, ma soltanto enormi costi legati ai trasferimenti dei detenuti e del personale. Pinna ha anche ricordato che la legge prevede che le diverse sedi della Corte d’Appello non devono essere distanti più di 150 chilometri e tra Sassari e Cagliari la distanza è superiore

Il consigliere Daniele Cocco (Sel) ha detto di condividere le considerazioni dei consiglieri che lo hanno preceduto per ragioni evidenti che sarebbe perfino inutile ripetere. «Non è sopportabile – ha sostenuto – che la cosiddetta spending review incida sulla legalità; da troppo tempo assistiamo in Sardegna ad uno stillicidio di provvedimenti che riguardano tribunali, caserme, presidi dello Stato». Il consigliere di Sel ha infine auspicato un ordine del giorno unitario del Consiglio condiviso da tutte le forze politiche, «in modo che il presidente Pigliaru possa rappresentare al meglio le istanze Sardegna in materia di diritti costituzionali e civili«.

A nome della Giunta, il presidente Pigliaru ha manifestato apprezzamento per i contenuti esposti nell’interpellanza. «Davanti ai tagli lineari – ha ribadito – abbiamo sempre una forte percezione di iniquità, come per il carcere Macomer dove i tagli sbagliati hanno indotto il Ministero ad una retromarcia». Quelli del Consiglio, ha continuato il presidente della Regione, «sono argomenti molto ragionevoli, non solo per 220 chilometri fra Sassari e Cagliari che sarebbero comunque tanti se avessimo treni normali, in realtà sono più di 600 se consideriamo gli attuali tempi di percorrenza; mentre da Milano è possibile raggiungere  Roma in poco più di 2 ore, da i tempi sono il triplo». «Sostenere una politica di tagli lineari – secondo Pigliaru – significa quindi essere ciechi rispetto alla Sardegna, per questo siamo pronti a fare la nostra parte per sostenere che la chiusura della sezione staccata della Corte d’Appello di Sassari sarebbe un probabile disastro per la giustizia nella nostra Regione».«Siamo il Paese che ha il grande problema di non riuscire ad attrarre investimenti dall’estero proprio a causa dell’inefficienza del nostro sistema giudiziario – ha concluso il presidente – ed è evidente che non possiamo sostenere costi molto più alti proprio per la giustizia; anche per questo è auspicabile un ordine del giorno di tutto il Consiglio, che certamente renderà più forte la nostra azione.»

Il consigliere Efisio Arbau (Sardegna Vera) è intervenuto per annunciare la sua rinuncia alla replica.

Il consigliere Marco Tedde (Forza Italia) ha espresso il suo apprezzamento per i precedenti interventi dei consiglieri a cominciare da quelli della maggioranza, aggiungendo che, in effetti, la sua mozione intendeva sollecitare il voto unanime di tutto il Consiglio. Tedde ha poi fornito alcuni dati numerici, qualitativi e quantitativi, che a suo giudizio confermano d al là di ogni interpretazione la necessità di mantenere a Sassari una sezione della Corte d’Appello. «A Cagliari sono in organico 21 magistrati e a Sassari 11 ma, nonostante questa differenza, la sezione di Sassari ha altissimi indici di produttività; gli uffici di Sassari hanno definito 184 fascicoli rispetto ai 174 di Cagliari, ed i fascicoli iscritti sono 200 a Sassari e 144 a Cagliari, Sassari ha un bacino di oltre 650.000 abitanti che rappresenta la maggioranza in Sardegna: sono numeri che segnalano una grande efficienza che merita riconoscimento». Avviandosi alla conclusione, l’esponente di Forza Italia ha invitato il presidente della Regione ad attivare proficui contatti con i magistrati sassaresi che hanno individuato una sorta di emendamento da trasferire ai parlamentari che, a breve, dovranno votare il progetto di riforma della giustizia.

Il presidente Ganau ha comunicato che la votazione dell’ordine del giorno unitario del Consiglio in materia di giustizia sarà posticipata alla fine della mattinata, al termine della discussione della mozione sulla compagnia Meridiana.

I lavori sono proseguiti con la discussione congiunta dell’interpellanza n.52 (Arbau e più) “sulla vertenza Meridiana e sulla necessità di costituire un sistema aeroportuale della Sardegna” e della mozione 77 (Busia e più) «sulle misure da adottare per far fronte alla crisi della compagnia aerea Meridiana e garantire la continuità territoriale».

Il capogruppo di “Sardegna Vera”, Efisio Arbau, ha sottolineato con favore l’istituzione del tavolo ministeriale sulla vertenza Meridiana e rimarcato l’impegno in tal senso della Giunta regionale e dell’assessore dei trasporti, in particolare.

L’esponente della maggioranza ha ricordato le varie fasi della vertenza ed ha invitato l’esecutivo e la politica sarda a richiamare la compagnia aerea alle proprie responsabilità. «Non possiamo permetterci di perdere le professionalità presenti in Meridiana – ha dichiarato Efisio Arbau – e ricordiamoci che dobbiamo partire dal capitale umano, cioè dai dipendenti che oggi sono in protesta».

Arbau ha inoltre illustrato la parte dell’interpellanza che chiede alla Ginuta regionale di lavorare per la creazione di un sistema aeroportuale sardo che comprenda anche gli scali di Tortolì e Oristano e non solo quelli di Cagliari, Sassari e Olbia.

Il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha quindi concesso la parola alla consigliere del Centro Democratico, Anna Maria Busia che ha illustrato la mozione n. 77 incentrata sulla crisi di Meridiana. La consigliere Busia ha rivolto pesanti critiche verso i contenuti del piano industriale che prevede il taglio delle rotte e, soprattutto, il licenziamento di migliaia di lavoratori sardi. L’esponente della maggioranza ha quindi dichiarato di condividere le denunce mosse dai dipendenti di Meridiana in ordine alla strategia dell’attuale management volta a trasferire le attività e le azioni di rilancio verso Air Italy.

«Serve un nuovo piano industriale – ha dichiarato Anna Maria Busia – che garantisca il diritto alla mobilità dei sardi e non faccia ricadere sui lavoratori sardi le responsabilità dell’attuale management».

La consigliere del Cd ha infine ricordato la disponibilità offerta dai dipendenti per ridiscutere la complessiva organizzazione del lavoro ed i relativi livello di costo.

Per Giuseppe Fasolino (Forza Italia), la difficile situazione della compagnia dell’#Aga Khan rischia di diventare drammatica. «E’ sufficiente pronunciare la parola Meridiana – ha detto Fasolino – per provocare emozioni e preoccupazioni. Meridiana è quel vettore che ci ha permesso di contare a livello internazionale. E’ l’azienda più importante dell’Isola, un gioiello creato dal principe ismaelita che ha consentito di rompere l’isolamento e internazionalizzare l’immagine della Sardegna. Oggi è però il simbolo della crisi». Fasolino ha poi espresso preoccupazione per i lavoratori di Meridiana: «Ci sono 1.600 posti di lavoro in ballo – ha rimarcato il consigliere della minoranza – e un intero sistema turistico a rischio. Inutile oggi analizzare le cause che hanno portato a questa situazione, però non si possono non ricordare gli incentivi per le compagnie low cost che hanno penalizzato Meridiana. La priorità, adesso, è evitare un collasso sociale ed economico».  Per Fasolino, infine, l’andamento negativo del mercato non può pesare esclusivamente sulle spalle dei lavoratori. «Serve un impegno straordinario – ha concluso l’esponente azzurro – Governo e Regione coinvolgano l’azionista di maggioranza per tentare di trovare una via d’uscita».

Edoardo Tocco (Forza Italia) ha sottolineato la necessità di difendere la nostra “compagnia di bandiera”. «Il marchio Meridiana è indissolubilmente legato alla Sardegna. Ci troviamo a combattere per difendere famiglie nate e cresciute con Meridiana. Il provvedimento annunciato dalla compagnia aerea produrrà effetti devastanti». Tocco ha quindi ricordato i numeri drammatici che riguardano Meridiana: «Servirebbero circa 120 milioni di euro all’anno per tamponare la falla, c’è bisogno di interventi straordinari». Il consigliere di Forza Italia, rivolgendosi all’assessore ai Trasporti e al presidente della Regione Francesco Pigliaru, ha auspicato per Meridiana una soluzione simile a quella adottata per il salvataggio di Alitalia: «Presidente e assessore – ha concluso Tocco – si facciano portatori di questa proposta. In certi momenti bisogna avere il coraggio di affrontare una strategia differente».

Secondo Michele Cossa (Riformatori sardi), la vicenda Meridiana sconta “importanti carenze gestionali”. «Ho sentito parlare di compagnia amica della Sardegna – ha detto Cossa – ma Meridiana non si è rivelata sempre amica dell’Isola. In passato ci sono state scelte strane, come quella di non partecipare ai bandi della continuità territoriale o di ricorrere al leasing di altri vettori da una compagnia aerea della Bulgaria». Il consigliere dei Riformatori sardi ha quindi avanzato una proposta: «La Giunta per sbloccare la situazione deve accelerare sulla CT2 (continuità territoriale verso gli scali minori). Questa operazione potrebbe rappresentare un’opportunità per Meridiana. Se la compagnia partecipa e si aggiudica queste rotte si creerebbe un vincolo più difficile da rompere. Il Governo – ha concluso Cossa – non può accettare un impoverimento così drammatico dell’offerta di collegamenti da e per la Sardegna. Non credo che non si possano applicare a Meridiana le stesse logiche applicate ad Alitalia. In quel caso sono state buttate cifre enormi, adesso occorre stanziare risorse per salvare i posti di lavoro». 

Il presidente ha dato la parola al consigliere dei Riformatori sardi, Luigi Crisponi, il quale ha sottolineato la necessità di non perdere la compagnia aerea e tutelare «i nostri 1600 fratelli che hanno diritto ad avere il loro posto di lavoro». Crisponi ha evidenziato che l’azienda ha fatto numerosi errori manageriali sia dal punto di vista dell’organizzazione sia per quanto riguarda le previsioni. Il consigliere di minoranza ha auspicato un intervento concreto della Giunta affinché #Meridiana mantenga i livelli occupazionali e garantisca una migliore circolazione dei passeggeri da e per la Sardegna con mezzi rinnovati e con un livello di sicurezza più elevato.

Per Stefano Tunis (Forza Italia) è fondamentale tutelare il capitale umano che fa parte di Meridiana, le tante professionalità che rischiano di essere perse. Tunis ha ricordato che è sicuramente una vertenza nazionale, ma la Sardegna deve fare la sua parte per garantire i livelli occupazionali. L’esponente di minoranza ha proposto di creare un gruppo di lavoro che possa seguire sul piano politico e tecnico questa vertenza. Per Paolo Truzzu (Fratelli d’Italia-Sardegna) stiamo pagando e stanno pagando i lavoratori scelte manageriali sbagliate. Il compito della politica in questa situazione e quella di creare il clima favorevole per creare impresa. Fondamentale per Truzzu è la tutela dei posti di lavoro dei dipendenti di Meridiana sardi.

Il consigliere Oscar Cherchi (Forza Italia) ha ringraziato l’Aula per aver affrontato, sia pure tardivamente, il problema del trasporto aereo e di Meridiana, in particolare, che ha scritto pagine importanti della storia della Sardegna. «Ci sono stati sicuramente errori del management – ha affermato – ma non va dimenticata la proficua collaborazione con la compagnia fin dal nascere della continuità territoriale». E’vero anche, ha riconosciuto Cherchi, che «in questi anni sono cambiati profondamente l’economia mondiale ed il comparto del trasporto aereo ma oggi l’obiettivo fondamentale è la salvaguardia dei posti di lavoro, perché Meridiana appartiene a tutti i Sardi». La Regione, quindi, secondo il consigliere di Forza Italia «deve essere presente, attivare tutte le sinergie possibili, anche se la vertenza è all’attenzione del livello nazionale». Su tutto, però, ha aggiunto Cherchi, «c’è l’esigenza di difendere la nostra autonomia, il nostro turismo, la nostra economia, evitando di perdere credibilità e specificità come purtroppo avviene da alcuni anni a questa parte». Ci aspettiamo dunque, ha concluso il consigliere, “la definizione di un percorso chiaro dal governo regionale perchè non possiamo permetterci di perderci una bandiera che ha volato in tutto il mondo; non basta limitarsi all’attivazione di un tavolo, peraltro partito in ritardo, chiediamo alla Giunta interventi concreti ed efficaci”.

Il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni ha richiamato l’attenzione dell’Aula sul fatto che, proprio ieri, «il Governo nazionale ha deliberato il piano aeroporti che prevede ad esempio, per la Sicilia, uno scalo orientale a Catania ed uno a Palermo per l’area occidentale dell’Isola. E’evidente che anche la Sardegna deve essere capace di gestire le sue infrastrutture aeroportuali con due scali forti, uno a nord e uno a sud, per dare risposte alle esigenze concrete di mobilità dei sardi, in quadro generale in cui la Sardegna non ha un sistema di trasporti efficiente». «Non dimentichiamo tuttavia – ha detto ancora Dedoni – che c’è in gioco il destino di 1600 persone e delle loro famiglie, giusto il richiamo alla necessità di una gestione regionale del trasporto aereo ma oggi serve una iniziativa di approfondimento, sollecitando una solidarietà reale dello Stato che in altre occasioni è mancata». 

Il consigliere Daniele Cocco (Sel), ha invitato il Consiglio a non dimenticare che «non stiamo parlando di numeri bensì di famiglie e di progetti di vita che sono a rischio». Cocco si è detto poi ottimista sull’esito del tavolo costituito presso il Governo nazionale, arricchito dalle conoscenze e dalle competenze espresse dalla nostra Regione. Per il consigliere di Sel «non è il momento delle dietrologie, che fanno perdere di vista il problema dei posti di lavoro: bisogna invece ripartire proprio da qui, perché i lavoratori di Meridiana non se ne fanno niente della nostra solidarietà». «La replica del presidente Pigliaru a proposito del problema della giustizia – ha dichiarato il consigliere Cocco – ci ha convinto e ci rassicura, per questo l’ordine del giorno unitario appare uno strumento in grado di far sentire, anche sulla vertenza Meridiana, la forza dell’unità del Consiglio regionale e di tutti i Sardi».

Il capogruppo del Psd’Az, Christian Solinas, ha ricordato come con la vertenza Meridiana si paga il conto di una serie di politiche errate messe in campo dai vertici aziendali. L’ex assessore dei Trasporti della giunta Cappellacci ha quindi rimarcato come la Regione sarda partecipi da socio con Meridiana nella gestione dello scalo aeroportuale di Olbia e alle attività della “Meridiana Maintenance”. Solinas ha poi evidenziato le pesanti criticità aziendali, ad iniziare dal costo passeggero pari a 180 euro contro i 153 euro dell’Alitalia, passando per l’inadeguatezza della flotta, fino al sottodimensionamento della rete internazionale dei collegamenti. L’esponente dell’opposizione ha quindi fatto riferimento al generale contesto di crisi del comparto aereo al livello europeo, insieme con la sempre più marcata presenza di compagnie mediorientali che vantano organici ridotti e possono contare sul basso costo di carburante. Ma al di là delle difficoltà e della crisi che minaccia il comparto, a giudizio di Christian Solinas, la vertenza Meridiana è frutto delle direttive comunitarie in materia di continuità territoriale. L’esponente sardista ha quindi concluso affermando che la vertenza #Meridiana deve essere rivolto con un intervento in sede europea che riconoscendo la condizione dell’isola e il diritto dei sardi alla mobilità, consenta un intervento di natura pubblica.

Il consigliere del Pd, Antonio Solinas, ha sottolineato come la crisi di Meridiana arrivi da lontano. «Il presidente della Quarta commissione consiliare ha invitato a considerare la realtà che vive la compagnia e che – così ha affermato Solinas – è quella emersa nel tavolo ministeriale. «Significa – ha spiegato l’esponente della maggioranza – avere ben presente che siamo davanti a 1.630 esuberi su un totale di 2500 dipendenti». Solinas ha quindi ricordato la decisione del tribunale di Tempio con la quale, di recente,  sono stati stabilizzati circa 1.400 lavoratori stagionali per ribadire che, dai dati presentati dal management i costi della compagnia Meridiana appaiano insostenibili. Antonio Solinas ha infine rimarcato il ruolo prettamente politico della Regione nella vertenza ed ha invitato l’assessore dei Trasporti e la Giunta a proseguire nella strada intrapresa.

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha chiesto all’esecutivo regionale di sgomberare il campo da “atteggiamenti di accondiscendenza” verso quelli che ha definito “atteggiamenti irresponsabili” condotti dai vertici della compagnia aerea. «Diteci – ha incalzato l’esponente dell’opposizione – se volete porvi come la stampella del management di Meridiana oppure al fianco dei dipendenti per difendere i posti di lavoro e il futuro dell’azienda».

Pittalis ha quindi ricordato come nel 2011 i dipendenti di Meridiana abbiano rinunciato a parte della retribuzione per favorire i progetti di rilancio della compagnia.

Pittalis ha concluso il suo intervento invitando il presidente della Giunta, Francesco Pigliaru, «a portare fino a Palazzo Chigi la vertenza Meridiana». «E’ una vertenza nazionale non una semplice crisi aziendale», ha dichiarato Pietro Pittalis, prima di offrire la disponibilità dell’opposizione a contribuire in modo unitario («ma senza posizioni e atteggiamenti al ribasso») ad una definizione della crisi. «Ma – ha ammonito Pittalis – l’azienda Meridiana può salvarsi solo se si salveranno i 1600 posti di lavoro».

Conclusi gli interventi dei consiglieri, il presidente Ganau ha dato la parola all’assessore dei Trasporti Massimo Deiana per la replica.

Prima di entrare nel merito della questione, l’esponente dell’esecutivo ha voluto precisare alcune questioni. «Non si giustifica un bel niente – ha detto Deiana rivolgendosi al capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis. A noi sono stati riferiti dei numeri e sulla base di quelli abbiamo detto che la situazione è difficile. La Regione – ha aggiunto – sta giocando fino in fondo il suo ruolo. Grazie al nostro impegno abbiamo messo intorno a un tavolo azienda, sindacati e istituzioni, cosa che non accadeva da tempo. Ciò ha consentito di raggiungere un importante risultato, seppur interlocutorio: convincere l’azienda a revocare le lettere di licenziamento». Deiana ha poi ricordato il calendario di incontri concordato nel tavolo istituzionale: dopo la prima riunione tecnica di ieri ce ne saranno altre due il 3 e 7 ottobre prossimi, il 14 ci sarà invece una verifica dello stato delle trattative, per poi arrivare all’incontro decisivo del 21 ottobre.

L’assessore ha poi ribadito che la Regione, dopo essere riuscita a bloccare la procedura di licenziamento, metterà in campo tutte le energie per difendere i posti di lavoro. «Siamo pronti – ha detto – a sostenere tutte le azioni per garantire la continuità aziendale e aprire prospettive di sviluppo e non di liquidazione. Con una precisazione: la Regione non predispone piani industriali di un’azienda privata». L’esponente dell’esecutivo ha quindi sottolineato la necessita di pensare a nuovi scenari che consentano a Meridiana di trovare partner internazionali e lavorare a un nuovo progetto. «Su un punto rassicuro il Consiglio – ha detto Deiana – abbiamo chiesto con forza al Governo di estendere ai lavoratori Meridiana gli ammortizzatori sociali utilizzati per #Alitalia».

Perplessità da parte dell’esponente esecutivo, invece, su alcuni interventi che hanno associato la vertenza Meridiana alla questioni relative alla continuità territoriale. «L’intera partita dei voli a tariffe agevolate – ha spiegato Deiana – garantirebbe solo un centinaio di posti di lavoro. Anche se la compagnia dell’Aga Khan partecipasse a tutti i bandi, vincendoli, non sarebbe sufficiente a risolvere la situazione».

Il lavoro della Regione – ha assicurato Deiana, continuerà nei tavoli tecnici. «Saranno messe in campo tutte le azioni necessarie per garantire lo sviluppo dell’azienda e scongiurare i tagli occupazionali. L’esito non dipende da noi ma dalla volontà dell’azienda. Il problema di Meridiana non è soltanto il costo del lavoro ma anche quello industriale. Il costo medio di “sedile per km” è attualmente al di fuori da qualunque media europea. Su questo noi abbiamo poca possibilità di incidere – ha concluso Deiana – ma faremo di tutto per creare le condizioni favorevoli perché si possa competere».

Il presidente Ganau ha dato la parola al consigliere Efisio Arbau (La Base – Sardegna vera) per la replica. Arbau si è detto formalmente soddisfatto della risposta dell’assessore, ma insoddisfatto della situazione in cui verte la compagnia Meridiana. «Una situazione drammatica che va affrontata in maniera unitaria, senza strumentalizzazioni». Arbau ha proposto un ordine del giorno, condiviso da tutti, e ha ribadito la necessità  di creare il sistema aeroportuale che sia in grado di attrarre i vettori, visto che il traffico di passeggeri da e per la Sardegna consente a qualunque compagnia di fare utili. Il consigliere del Centro Democratico, Annamaria Busia, ha chiesto la sospensione dell’esame della mozione per predisporre un ordine del giorno da portare in aula nel pomeriggio. Il presidente ha acconsentito e ha poi sospeso la seduta per cinque minuti in attesa dell’ordine del giorno sulla #Corte d’Appello di Sassari. Alla ripresa dei lavori, il presidente Ganau ha comunicato che era pervenuto l’ordine del giorno unitario, sottoscritto da maggioranza e opposizione, sulla «necessità di scongiurare la paventata soppressione della Sezione distaccata di Sassari della Corte d’Appello di Cagliari e sulla necessità di trasformarla in sezione autonoma».
Il documento impegna il presidente della Regione a «costituire un tavolo, con la partecipazione di tutti i parlamentari sardi, al fine di sostenere presso le competenti sedi istituzionali, compresa quella parlamentare, le istanze del Comitato per l’autonomia della Sezione distaccata di Sassari della Corte d’Appello di Cagliari; di intervenire con urgenza presso il ministero della Giustizia, rappresentando in maniera puntuale e forte le ragioni che stanno alla base della necessità dell’autonomia per la Sezione distaccata di Sassari della Corte d’Appello di Cagliari; promuovere, con la collaborazione del Consiglio regionale, tutte le iniziative politiche e culturali che riterrà utili per il raggiungimento dell’obiettivo; a porsi alla “guida” di azioni di “sensibilizzazione” verso il Governo italiano per la riconsiderazione delle ipotesi di riduzione al sistema giudiziario isolano per evitare un ulteriore disimpegno dello Stato dai nostri territori e l’ennesimo sopruso alla specialità della Sardegna».
L’ordine del giorno è stato approvato all’unanimità (51 favorevoli e 1 astenuto).

La Quarta commissione oggi ha fatto un sopralluogo a Olbia, per la verifica dell’attuazione degli interventi post alluvione.

«Lavoreremo insieme al comune di Olbia – ha dichiarato il presidente Antonio Solinas (Pd) concludendo la riunione – per la piena attuazione del Piano di riassetto idrogeologico della città a partire dalla prossima Legge finanziaria e, nello stesso tempo, ci attiveremo in tutte le sedi istituzionali e politiche, a partire dalla Giunta regionale e dai parlamentari sardi, per sollecitare il Governo nazionale a concedere una deroga che consenta il superamento del patto di stabilità ai Comuni più virtuosi.»

Amtonio Solinas ha annunciato inoltre che a brevissima scadenza arriveranno i contributi provenienti dalle donazioni private. «La #Protezione civile – ha spiegato – ha definito un piano di ripartizione delle risorse e, a partire dalla prossima settimana, potranno essere presentate le domande.»

In precedenza, il sindaco di Olbia, Gianni Giovannelli, ha esposto alla Commissione il #Piano di riassetto idrogeologico predisposto dall’amministrazione comunale con il supporto di un “pool” di tecnici. Il programma, diviso in 14 schede progettuali suddivise a loro volta in “lotti funzionali”, prevede una spesa complessiva di 120 milioni di euro. Un Piano, ha detto Giovannelli, «che non potremmo portare a termine senza il sostegno della Regione senza dimenticare però che il Comune di Olbia ha già oggi la disponibilità di 50 milioni, che non possiamo usare a causa del #Patto di stabilità».

Gianni Giovannelli ha poi ricordato che, in apparenza, «Olbia, in qualche modo, ha ripreso a vivere, ma qui ci sono 500 famiglie che hanno perso tutto, decine di aziende in gravissima difficoltà: in altre parole c’è una popolazione di 15.000-16.000 persone ancora senza risposte e senza una prospettiva concreta. Sullo sfondo c’è una comunità di 50-60.000 persone che deve e vuole ripartire e non può essere lasciata sola; per questo c’è bisogno di un piano straordinario per la città di Olbia. Finora abbiamo sentito tante promesse – ha concluso – ma non hanno avuto seguito, “ora è il momento di fare”».

Al termine dell’intervento del Sindaco, si è sviluppato un dibattito cui hanno preso parte i consiglieri regionali Giuseppe Meloni (Pd), Giuseppe Fasolino (Forza Italia), Daniele Cocco (Sel), Ignazio Tatti (Udc), oltre agli assessori del comune di Olbia Davide Bacciu (Lavori Pubblici), Carlo Careddu (Urbanistica) e Giovanna Spano (Ambiente). In tutti gli interventi è stata sottolineato che Olbia, dal punto di vista quantitativo e qualitativo, è stata colpita da un disastro di dimensioni straordinarie e, per certi aspetti, è ancora vulnerabile. Oggi, anzi, è la città della Sardegna che, per popolazione residente, è senz’altro quella più a rischio.

Dopo la chiusura dei lavori nella sala consiliare del comune di Olbia la Commissione, accompagnata da amministratori e tecnici del Comune, ha effettuato un sopralluogo in alcuni dei siti interessati dall’alluvione.

Nella prima parte della seduta la Commissione ha sentito in audizione Francesco Bandiera e Fabio Fois, rappresentanti Bonifacio Strait Pilots. Si tratta dei “piloti” che, con mezzi e personale specializzato attivo nei porti di Olbia e Porto Torres, aiutano le navi di grandi dimensioni nelle manovre di ingresso e di attracco in porto. Alla Commissione hanno sottoposto la situazione dei rischi legati al traffico navale nelle Bocche di Bonifacio, area di grandissimo pregio ambientale sede del c.d. “santuario dei cetacei”, patrimonio dell’Unesco e parco internazionale di Italia e Francia.

La grande attenzione per questa area marina e naturalistica, hanno sottolineato Bandiera e Fois, è però in pericolo perché considerata “libero passaggio strategico” per la navigazione e senza alcun controllo sulle navi straniere, che sono poi la maggioranza delle oltre 3.000 navi (dati 2013) che transitano ogni anno sullo stretto. Di qui la proposta di superare la normativa vigente che prevede solo la “raccomandazione” dell’utilizzo dei “piloti” e renderlo obbligatorio. I dati, ha affermato Fabio Fois, dimostrano che è necessario: «Dal ’72 ad oggi si sono verificati nelle Bocche 29 incidenti, quasi sempre dovuti ad errore umano, provocati spesso da navi che trasportavano sostanze pericolose. Incidenti che sarebbero stati in buona parte evitati dalla presenza dei piloti che conoscono quel tratto di mare, salgono a bordo, mantengono le comunicazioni con le strutture di controllo a terra ed assicurano il mantenimento della rotta».

La Quarta commissione, con tutti i suoi componenti, ha assicurato tutto il suo impegno per individuare una soluzione ad un problema sicuramente complesso che richiede l’intervento dello Stato e, come sarebbe auspicabile, dell’Unione europea e degli organismi internazionali che regolano la navigazione. Il presidente Solinas, in particolare, ha dichiarato che la Commissione predisporrà una risoluzione sulla materia da sottoporre al Consiglio regionale.

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Il gruppo di #Sinistra Ecologia Libertà ha presentato una proposta di legge in materia di servitù militari. Obiettivo della proposta di legge è l’assunzione di un ruolo centrale da parte della Regione Sardegna nella gestione dei propri territori utilizzati per le esercitazioni militari.

«E’ un diritto della Regione, sulla base del rapporto paritetico con lo Stato, esprimersi preventivamente sulle attività militari che si svolgono nei poligoni sardi – ha detto Eugenio Lai, vicepresidente del Consiglio e primo firmatario della proposta di legge -. Sposiamo in pieno l’articolo 11 della Costituzione (l’Italia ripudia la guerra) e sosteniamo che sia il momento di pensare a una riconversione delle basi militari.»

Sinistra Ecologia Libertà apprezza il lavoro svolto finora dalla Giunta regionale che, sulle servitù, ha avviato un serio confronto con il Governo nazionale: «Francesco Pigliaru sta facendo sentire le ragioni dei sardi – ha spigato il capogruppo Daniele Cocco – la nostra iniziativa vuole dare più forza all’azione dell’esecutivo traducendo in legge le aspirazioni dell’intera comunità isolana».

Per Francesco Agus, presidente della #commissione “Autonomia”, la battaglia sulle servitù militari si inserisce nel discorso più ampio della difesa della specialità sarda, oggi minacciata dalle spinte neocentraliste del Governo nazionale. «Sul caso La Maddalena, il ministro della Difesa ha avviato un’interlocuzione diretta, seppure informale, con il sindaco Comiti scavalcando il Consiglio regionale. Ciò è inaccettabile, l’Assemblea sarda è, e rimane, il primo interlocutore istituzionale dello Stato». 

La proposta di legge sarà affidata nelle prossime settimane alla Commissione competente. «Nostro obiettivo – ha detto il segretario regionale di Sel, Luca Pizzuto – è arrivare alla sua approvazione in tempi rapidi«.

La partita sulla servitù militari, secondo Sinistra Ecologia e Libertà riguarda non riguarda solo i poligoni ma anche le aree occupate nei territori comunali, in particolare Cagliari. «La Conferenza regionale sulle servitù, annunciata da Pigliaru, sarà l’occasione per un serio confronto tra Regione e Comuni – ha concluso Francesco Agus – in quel frangente dovranno essere indicati i beni militari dismessi e tracciato un percorso per la loro riconversione. I risultati si misurano in termini di metri quadri e metri cubi che saremo in grado di riconvertire».

I consiglieri regionali di Sel, Lai, Cocco, Pizzuto ed Agus, hanno presentato una proposta di legge per una nuova normativa sulle esercitazioni militari.

«Nell’ambito della revisione e del progressivo superamento delle servitù militari la Regione Sarda – secondo i proponenti – deve dotarsi di una nuova normativa che disciplini le attività addestrative sul territorio, esercitando le competenze previste dallo Statuto Speciale e dalla Costituzione.»

La nuova disciplina è contenuta nella proposta di legge che ha come primo firmatario il vice presidente del Consiglio regionale, Eugenio Lai, sottoscritta anche dai colleghi di Sel Daniele Cocco, Luca Pizzuto e Francesco Agus. Il testo, agli articoli 5, 6, 7 e 8 contiene alcune innovazioni particolarmente significative riguardanti la “cornice” dei rapporti fra Regione e Stato in materia di esercitazioni militari. L’art. 5, in primo luogo, prevede che tutte le decisioni inerenti l’utilizzo del territorio regionale per lo svolgimento di attività militari dovranno essere contenute in una specifica intesa con la Regione «che esprimerà la sua posizione attraverso un deliberato del Consiglio regionale». Il provvedimento della Regione inoltre, come recita l’art. 6, avrà valore “vincolante” ai fini dello svolgimento delle attività militari.

Con l’art. 7 i consiglieri regionali di Sel si propongono poi l’obiettivo di armonizzare con il diritto internazionale in materia di diritti umanitari e civili l’ordinamento nazionale e regionale che disciplina le attività addestrative militari. Ogni tipo di esercitazione, infatti, sarà “precluso” a quegli Stati stranieri che “utilizzano” lo strumento militare «per offendere la vita, la dignità ed il rispetto dei popoli», mutuando la definizione condivisa di tali concetti dalla normativa vigente elaborata dai principali organismi internazionali.

L’impatto delle servitù militari sul territorio sardo, infine, sarà non solo analizzato sotto diversi profili (ambiente, salute, sviluppo economico) ma costantemente monitorato da una Commissione speciale del #Consiglio regionale, di cui faranno parte anche esponenti della società civile. Fra i compiti della Commissione, come prevede l’art. 8, quello di riferire al Consiglio «con periodicità semestrale».

Con la proposta di legge, in definitiva, i consiglieri del gruppo consiliare di #Sinistra Ecologia Libertà, intende restituire centralità al ruolo della Regione in un corretto ambito di leale collaborazione con lo Stato in una materia particolarmente “sensibile”, assicurando nello tempo stesso controlli ambientali penetranti e rigorosi sulle attività militari, in modo da renderle effettivamente compatibili con i programmi di sviluppo sostenibile della Sardegna che rappresentano una precisa priorità della Giunta e del #Consiglio regionale.

Esercitazioni militari copiaPalazzo del Consiglio regionale 3 copia