Comitato Porto Solky: «Smettiamola di dire che il ponte di Sant’Antioco sta crollando».
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Nuova presa di posizione dei coordinatori del Comitato Porto Solky Alfonso Curridori, Rolando Marroccu e Daniele Garau, sui progetti che riguardano lo sviluppo dell’isola di Sant’Antioco.
«Ancora oggi tantissime persone sono convinte che il ponte di Sant’Antioco sia pericolante, questo perché vittime di una campagna di disinformazione e di terrorismo psicologico che oramai imperversa sul territorio da anni, il tutto strumentalizzato al fine di giustificare la costruzione del nuovo ponte – ricordiamo opera inutile sotto tutti i punti di vista – che costerebbe alla collettività 57,5 milioni di euro a discapito dei finanziamenti per la messa in sicurezza della SS126 tra Carbonia e Sant’Antioco e la realizzazione del porto polifunzionale nel Golfo di Palmas, finanziamenti oggi inesistenti per cui il comitato Porto Solky chiede la rimodulazione – scrivono in una nota Alfonso Curridori, Rolando Marroccu e Daniele Garau -. Fino ad oggi non è mai stato smentito che il ponte stia crollando, anzi grazie ai vari tam tam mediatici su Facebook, a servizi televisivi fuorvianti e alla stampa locale che periodicamente pubblicava articoli evocanti a un ponte pericolante, si è arrivati al punto che tantissimi automobilisti, prima di attraversare il ponte, si tolgono le cinture ed aumentano l’andatura con la speranza di non restare intrappolati a causa di un improvviso cedimento.»
«Il ponte non è in pericolo – aggiungono Alfonso Curridori, Rolando Marroccu e Daniele Garau –, così come ha dichiarato testualmente l’assessore dell’Urbanistica del comune di Sant’Antioco, ingegner Francesco Garau, il quale spiega che a, seguito del superamento del severo collaudo statico/dinamico eseguito recentemente, è emersa la necessità di attuare la MAI effettuata manutenzione programmata e gli interventi conservativi più idonei, che saranno noti a breve dopo le ultime verifiche, al fine di rimuovere la limitazione puramente cautelativa di 40 tonnellate per senso di marcia, quindi garantirne la sicurezza per altri 50 anni.»