26 December, 2024
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Sono numerosi, anche nel Sulcis Iglesiente, i percettori  del reddito di cittadinanza, uno strumento  già in origine di vitale importanza per attenuare il disagio sociale e ancor più da quando è esplosa la pandemia da Coronavirus. 

All’erogazione delle risorse, ad oggi, non è stata affiancata, se non in minima parte, l’attuazione della seconda parte del progetto, quella tesa a reinserire i destinatari nel mondo del lavoro.

Su questo tema, abbiamo intervistato Daniele Mele, componente della segreteria regionale del sindacato ConfSafi.

 

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Da mercoledì 15 a venerdì 17 aprile, i Comuni hanno pubblicato l’avviso pubblico per la presentazione delle domande di accesso alle “Misure straordinarie e urgenti a sostegno delle famiglie per fronteggiare l’emergenza economico-sociale derivante dalla pandemia SARS-CO V2”. Il provvedimento approvato dalla Regione prevede l’erogazione di 800,00 euro mensili per due mesi, a quelle famiglie (lavoratori autonomi o autonomi, lavoratori titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa iscritti alla gestione separata, titolari dipartite IVA, collaboratori di imprese familiari), la cui attività è stata sospesa o ridotta a seguito del decreto legge 17 marzo 2020, n. 18; o ancora prive di reddito di lavoro o di impresa alla data del 23 febbraio 2020.

“Nessuno resterà indietro” è lo spirito che ha ispirato queste prime misure di sostegno alle famiglie e alle imprese in grandissima difficoltà per l’emergenza provocata dalla diffusione del Coronavirus. In realtà, saranno tante le famiglie escluse da questa misura – alle quali è auspicabile si possa dare risposte, in tempi brevi, come richiede l’emergenza, con un altro provvedimento – perché i destinatari sono coloro che, a seguito dell’emergenza sanitaria, “hanno visto sospesa o ridotta la loro attività” e, di conseguenza, chi aveva un reddito, anche minimo, ben al di sotto degli 800 euro mensili, se non lo ha perso per l’emergenza, non rientra tra i beneficiari della misura.

A sollevare il problema, nell’intervista che alleghiamo, è Daniele Mele, componente della segreteria regionale del sindacato Confsafi.

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Venerdì mattina un gruppo di cittadini guidati da Daniele Mele, ha manifestato presso la sede AREA di Carbonia, per rivendicare risposte alla “fame di case” presente nel territoro. I manifestanti, hanno denunciato che «troppe famiglie sono senza casa, molte sono letteralmente in mezzo alla strada e, nonostante vi siano tante case chiuse, AREA non dà risposte».

Vediamo l’intervista realizzata con Daniele Mele.

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Ieri mattina 50 donne del territorio, vedendosi interrotto un servizio salva vita, come quello del pap test per la prevenzione del tumore, sono andate al consultorio di via Brigata Sassari, a Carbonia e, verificato che non vi era la possibilità di avere l’esame, hanno deciso, assistite dai loro parenti, di non muoversi da lì fino a che non avessero ricevuto la data concreta del ripristino del servizio…
«Valutato che a livello territoriale, presso la commissione regionale della Sanità, non abbiamo nessuno che rappresenti gli interessi dei cittadini del territorio – hanno detto – abbiamo chiesto un incontro urgente immediato al presidente della commissione Sanità, Domenico Gallus ed abbiamo fatto notare che non ci saremmo mossi da lì fino a quando non avessimo avuto l’incontro. Dopo un’ora il presidente della Commissione ci ha comunicato che ci incontrerà.»

«Le donne del mio territorio sono speciali – ha commentato Daniele Mele – hanno avuto un problema che colpiva tutte e…non hanno fatto un convegno…non hanno fatto una passerella per i politici…non hanno fatto striscioni…non hanno chiesto per favore o permesso…si sono autodeterminate ed autoconvocate, chiedendo supporto o noi mariti, fratelli, zii, cognati, amici, e sono andate alla fonte a chiedere spiegazioni.»

Si è conclusa positivamente l’improvvisa vertenza dei 43 lavoratori in utilizzo all’ATS che ad inizio novembre si sarebbero ritrovati senza lavoro per mancanza di risorse. Lunedi 30 settembre l’assessorato regionale del Lavoro ha convocato ATS e i Comuni ed enti che utilizzano gli operai del bacino in utilizzo per richiedere un rendiconto esatto della situazione e capire quante risorse fossero state utilizzate e a chi servivano risorse per arrivare al 31 dicembre e quindi cosa fosse successo, condiderato che le risorse erano uguali per tutti… “ATS, dopo aver rendicontato, ha dichiarato attraverso il responsabile del settore Francesco Melis, che si sarebbero fatti carico delle somme per portare a fine anno tutti e 43 operai. Ci sono casualità che io personalmente non capisco – commenta Daniele Mele, delegato CISAL Sardegna – ATS prima ci comunica che era impossibilitata a proseguire dopo approfondite verifiche perché non aveva le risorse…facciamo l’assemblea alla presenza di ATS, CGIL, CISL e UIL e io e Massimo Cara per la CISAL notiamo subito una posizione supina di CGIL, CISL e UIL che cercano di allungare il brodo spiegando che, purtroppo, era così, non si poteva far nulla, perché prioritariamente bisognava pensare all’inserimento degli OSS e che tanto la dirigenza ATS non rispondeva alle richieste d’incontro…intervengo facendo notare che non vi sono disperati di serie A e di serie C2 e che se ATS non rispondeva si sarebbero utilizzate tutte le metodiche sindacali propedeutiche ad avere l’incontro e loro, tirati per la giacchetta, hanno risposto ok, faremo in questi giorni un’ulteriore richiesta d’incontro… il nostro segretario generale Fabio Enne ha inviato subito la richiesta ed ho comunicato ad ATS che se entro 5 giorni non avessimo ricevuto la data d’incontro, avremmo occupato gli uffici… Il risultato è stato – aggiunge Daniele Mele – che martedì ATS ha convocato l’incontro con CGIL, CISL e UIL, con la CISAL no…ma il fatto che ci fossimo io e Massimo Cara ha fatto fare marcia indietro ad ATS che, casualmente, ha trovato le risorse necessarie… Ora siamo positivi per il fatto che la situazione sia tornata sul binario di competenza ma credo che a questi operai che svolgono un ruolo vitale in ATS e che in questi anni si sono formati e specializzati nei rispettivi incarichi, debba essere data la possibilità di essere stabilizzati… perché visto che la Regione sta aprendo bandi per il personale sanitario, si deve iniziare a fare un discorso di prospettiva per garantire a questi operai un contratto dignitoso e degno, così come lo hanno i colleghi ATS con i quali lavorano fianco a fianco ma con la metà della retribuzione e dei diritti. Ora – conclude Daniele Mele – stiamo chiedendo gli incontri per parlare di stabilizzazione.”

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Minitour in Lombardia per “Laribiancos”, produzione storica di Cada Die Teatro, tratta dal romanzo “Quelli dalle labbra bianche” di Francesco Masala. Lo spettacolo, adattato per il palcoscenico da Pierpaolo Piludu, che ne è anche il protagonista sotto la regia di Giancarlo Biffi e con le musiche originali di Paolo Fresu (disegno luci di Giovanni Schirru e suono di Giampietro Guttuso e Matteo Sanna), sarà in scena domani, giovedì 28 febbraio, alle 20.30, al Teatro Cesare Volta di Pavia e venerdì 1 marzo, alle 11.00, all’Auditorium San Dionigi di Vigevano.

“Quelli dalle labbra bianche”, pubblicato per la prima volta nel 1962, è un capitolo importante della letteratura sarda. Al centro del romanzo di Francesco “Cicitu” Masala il villaggio di Arasolè, con le sue storie dolorose legate alla tragedia della seconda guerra mondiale sul fronte russo. Ad Arasolè, un giorno, il campanaro Daniele Mele – la voce narrante delle memorie del villaggio – chiama a raccolta il paese per rendere omaggio, dopo vent’anni, ai caduti in guerra. Mele è l’unico superstite fra i dieci compaesani che partirono per la Russia verso l’impresa più ardua della loro vita, in una trincea in mezzo alla pianura russa ghiacciata, una disastrosa avventura dal tragico epilogo. Ad Arasolè erano “quelli dalle labbra bianche”sos laribiancos, i poveri, i “vinti”.

Note sullo spettacolo: “Li chiamavano “sos laribiancos”, “quelli dalle labbra bianche”: era il segno distintivo, inconfondibile, dei poveri di Arasolè, un paesino della Sardegna, ai confini con le foreste del Goceano. Sos laribiancos si riconoscevano subito: mangiavano poca carne, pochi carboidrati, poche proteine… mangiavano troppo poco. Lo spettacolo nasce da un profondo interesse e dall’alta considerazione per l’opera di Francesco Masala. In diverse occasioni il poeta-scrittore di Nughedu San Nicolò mi ha manifestato il desiderio di vedere in scena il testo teatrale Sos laribiancos, nella versione sardo logudorese. “… e se invece di una messa in scena fedele, provassi a narrare la vicenda?”. E’ nato così un racconto che si rifà sia al romanzo Quelli dalle labbra bianche, che ad altre opere di Masala dove compaiono a più riprese Culubiancu, Mammutone, Tric Trac e gli altri laribiancos di Arasolè partiti un pomeriggio di sole del 1940, sopra un carro bestiame, per andare a fare la guerra. Dove possibile ho cercato di lasciare inalterata la suggestione poetica delle parole dell’autore. Allo stesso tempo, spero con il giusto rispetto, ho dovuto scegliere, aggiungere, assemblare, tradire”. (Pierpaolo Piludu)

Sempre venerdì 1 marzo, Pierpaolo Piludu si trasferirà poi in Emilia, dove al Teatro delle Ariette di Castello di Serravalle (Bologna), alle 20.30, racconterà della ricerca, che va avanti da più di quindici anni, sui testimoni dei bombardamenti su Cagliari del 1943. Interverrà Gerardo Guccini, docente di Storia del teatro e dello spettacolo al DAMS di Bologna e profondo conoscitore del teatro di narrazione. Verrà presentato un frammento del documentario “Quando scappavamo col cappotto sul pigiama”, prodotto da Rai Sardegna, con la regia dello stesso Pierpaolo Piludu e di Cristina Maccioni, e un trailer teatrale dello spettacolo “Cielo nero”, scritto insieme a Francesco Niccolini, con la regia di Mauro Mou.

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Si è tenuto ieri mattina, presso l’assessorato regionale del Lavoro, a Cagliari, un incontro tra i rappresentanti sindacali CISL Daniele Mele UST CISL Sulcis Iglesiente, Marco Mele FELSA CISL Sulcis Iglesiente ed il segretario particolare dell’Ufficio di Gabinetto, Mirko Vacca, per discutere delle problematiche inerenti i 15 lavoratori socialmente utili del Sulcis Iglesiente non ancora stabilizzati (9 dei quali erano presenti), a tutt’oggi di fatto senza alcun sussidio e senza alcuna soluzione a breve termine che preveda la cessazione del loro status di precari. Per questi lavoratori sono stati chiesti atti concreti a breve termine o l’attivazione di procedure come l’anticipo delle quote spettanti a carico della Regione.

In una situazione analoga si trovano gli operai in utilizzo, in assenza di linee guida sui progetti stabilite dai Comuni. In una spiacevole situazione potrebbero trovarsi anche gli ex operai Alcoa che, in attesa della mobilità in deroga, dovranno fare i conti con i termini della presentazione delle domande, l’incrocio dei dati con le liste ministeriali degli aventi diritto nel bacino disagiato del Sulcis Iglesiente, la certificazione delle liste, la determina di pagamento e la successiva comunicazione all’INPS e potrebbero vedere la liquidazione degli ammortizzatori sociali in tempi particolarmente lunghi.

A fronte di tutte queste problematiche con il segretario particolare dell’assessorato regionale del Lavoro, sono stati chiesti uno snellimento ed una velocizzazione delle procedure ed un ulteriore incontro la settimana prossima per verificare gli avanzamenti.

 

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Il segretario generale della Cisl Fabio Enne ed il responsabile del dipartimento della stessa organizzazione sindacale Daniele Mele, ha inoltrato formale contestazione all’Inps regionale e alle sedi di Iglesias e Carbonia, relativa ai ritardi dei pagamenti Naspi ed Anf che coinvolgono svariate centinaia di disoccupati e causano situazioni di forte svantaggio alle rispettive famiglie.

«Riteniamo non più giustificabile registrare oltre 700 pratiche di Naspi (solo riferite agli uffici di Carbonia), ferme dal mese di ottobre, o le infinite attese riferibili alle richieste sui pagamenti diretti di Assegni Nucleo Familiari, che prevedono la loro elaborazione nelle sedi di Assemini e Cagliari – scrivono nella nota di protesta Fabio Enne e Daniele Mele -. Per queste problematiche, non si intravede una maggiore celerità per definire le stesse, a causa di un inaccettabile sottodimensionamento dell’organico.»

«La Cisl, ritiene non rinviabile un serio esame della situazione e a tutela dei destinatari dei sussidi in oggetto, informa che in assenza di immediati provvedimenti si vedrà costretta ad attivare le azioni opportune nei confronti dell’Inps – concludono Fabio Enne e Daniele Mele -, per le quali motivazioni non si escludono forti proteste incontrollate.»

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Il prestigioso trofeo “Guido Sieni judo cup 2017” va alla “rappresentativa A della Liguria” che ritorna a casa con un bottino di 62 punti, 4 ori, 2 argenti e 1 bronzo. Si è chiusa con un successo la terza edizione della manifestazione che riporta a Sassari l’arte marziale del maestro Jigoro Kano. Quest’anno la competizione era riservata agli esordienti B (13-14 anni) e ai cadetti (da 15 a 17 anni), maschili e femminili.

Sui quattro tatami del PalaSantoru ieri si sono alternati 250 atleti provenienti dalla Sardegna e da sei regioni della penisola, Sicilia, Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Lazio e Liguria.

Nella classifica a squadre il secondo posto è andato alla “rappresentativa A della Sicilia”, con 58 punti, 3 ori, 2 argenti e due bronzi, mentre il terzo posto sul podio è andato alla Scuola Judo Ceracchini (B) di Cagliari che è tornata a casa con 56 punti, 3 ori, 2 argenti e 1 bronzo. Il Centro sportivo Guido Sieni, sui tatami con due squadre, ha chiuso al nono posto con il team A che nel carniere ha messo 1 oro, 1 argento e 3 bronzi, quindi al sedicesimo con la formazione B, con 1 oro e 1 bronzo.

«Questa edizione – ha detto l’organizzatore Stefano Urgeghe – si presenta in crescita, da una parte perché ha coinvolto una fetta numerosa di giovani speranze della disciplina, dall’altra perché ha ottenuto l’adesione di alcune tra le più quotate società sportive della penisola». E sono state queste a schierare tra i giovani in squadra atleti che, agli ultimi campionati nazionali, hanno conquistato medaglie d’oro, d’argento e di bronzo.

Per i giovani sardi un’occasione imperdibile di confronto con gli atleti d’oltre Tirreno, una opportunità da cogliere al volo, senza le spese e i sacrifici che comportano le trasferte nella penisola.

Il Centro sportivo “Guido Sieni” ha fatto scendere sui tatami una folta pattuglia di judoka. Tra gli esordienti B la squadra sassarese ha schierato Maria Vittoria Santoni che ha conquistato un oro, quindi Marco Battino e Salvatore Boi ciascuno con un bronzo.

Tra i cadetti, hanno calcato i tatami Mattia Saiu che ha portato a casa un oro, Lorenzo Piras un argento quindi un bronzo ciascuno per Andrea Spano e Mario Piu. Hanno chiuso la loro gara giù dal podio, ma con una prestazione soddisfacente, Carlo Fusco, Matteo Virgilio, Martina Piu, Carlo Santoni e Daniele Mele.

A premiare gli atleti sul podio il presidente regionale della Fijlkam Gavino Piredda e gli assessori comunale delle Politiche giovanili e sport, Alba Canu, quindi all’Ambiente, Fabio Pinna, e il delegato dell’assessorato regionale allo Sport Dario Cuccuru.

La terza edizione ha ricevuto il patrocinio del comune di Sassari, dell’assessorato regionale allo Sport, del Consiglio regionale, del Coni e della Fijlkam che, oltre al presidente regionale, ha garantito la presenza anche del vicepresidente Efisio Mele e del commissario tecnico regionale Paolo Scanu.

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Grande soddisfazione per la positiva conclusione della trattativa per la stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili del comune di Carbonia, è stata espressa anche dalla Felsa Cisl, l’organizzazione sindacale che ha partecipato all’incontro decisivo con l’Amministrazione comunale di Carbonia, rappresentata dal delegato Antonello Piras e dal rappresentante della segreteria territoriale Daniele Mele, nonché dal segretario generale Fabio Enne.

«Il risultato ottenuto è molto positivo – spiega Daniele Mele – per certi versi addirittura straordinario, un grande segnale in un momento particolarmente difficile come quello che stiamo vivendo sul piano occupazionale. Devo ammettere che abbiamo affrontato questa trattativa con il comune di Carbonia, rappresentato dall’assessore del Personale Paola Argiolas, pensando di riuscire a stabilizzare 3-4 al massimo 6 lavoratori e, invece, siamo qui a parlare della stabilizzazione di ben 10 lavoratori, del bonus regionale di 70.000 euro accettato da altri 4 lavoratori e della prospettiva di riuscire stabilizzare a breve anche i restanti 4 lavoratori, per i quali nei prossimi giorni chiederemo un incontro all’assessore regionale del Lavoro Virginia Mura, per sollecitare il reperimento di ulteriori risorse.»

Daniele Mele ricostruisce il lunghissimo percorso che ha portato a questa stabilizzazione.

«E’ iniziato tutto ben 33 anni fa – rimarca Daniele Mele – e questi lavoratori sono passati attraverso cassa integrazione, mobilità, Insar. lavori socialmente utili. Oggi, finalmente, la maggior parte di loro arrivano ad una posizione decisamente più tranquilla. Mi preme sottolineare – conclude Daniele Mele – che la selezione verrà fatta nel rispetto di quanto prevede l’art. 5 della legge 223/91 che tiene conto delle qualifiche e delle anzianità professionali e del carico familiare.»