18 July, 2024
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C’è grande entusiasmo intorno alla nuova Monteponi, nei primi giorni della preparazione precampionato. Lunedì sera, dopo il primo allenamento, la squadra si è ritrovata al ristorante Fontanamare (di proprietà del presidente Giorgio Ciccu), dove prima della cena è stata presentata alla presenza del sindaco Mauro Usai, dell’assessore dello Sport Claudia Sanna e del presidente del Consiglio comunale Daniele Reginali. La squadra allestita dal presidente e messa a disposizione del nuovo tecnico Alessandro Cuccu, è molto competitiva. Con i confermati Samuele Curreli ed Andrea Garau e i migliori giovani della passata stagione, ci sono tanti volti nuovi, quasi tutti provenienti da esperienze in Eccellenza regionale: il centrocampista Alessio D’Agostino, 34 anni; il centrocampista Sandro Scioni, 27 anni, un recente passato alla Torres; il centrale difensivo Paolo Uccheddu, 33 anni, una lunga esperienza alle spalle maturata in Eccellenza, di ritorno alla Monteponi; Matteo “Momo” Cosa, 25 anni, cresciuto ad affermatosi nel Carbonia, nell’ultima stagione brillante protagonista all’Arbus; Giacomo Chessa, centrale difensivo, 37 anni, una lunga esperienza in categorie superiori, tra C2 (Castel Di Sangro e Frosinone), serie D (Selargius, Muravera, Villacidrese e Sant’Elia), in Eccellenza e Promozione. E ancora: il 33enne centrocampista nigeriano Simeon Ezeadi; Lorenzo Loi, 26 anni, esterno offensivo reduce da positive esperienze al Carbonia, al La Palma e al Cortoghiana, approdato alla squadra della sua città; il difensore Angelo Marci, 34 anni; il difensore Andrea Marteddu, 27 anni, iglesiente, lo scorso anno al Guspini; Dylan Congiu, classe 2003, originario di Santadi, proveniente dalla Ferrini (campionato Élite).
Vediamo le interviste con il presidente Giorgio Ciccu, il sindaco Mauro Usai ed il presidente del Consiglio comunale Daniele Reginali.
      

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Questa mattina, il sindaco di Iglesias Mauro Usai ed il Presidente del Consiglio comunale Daniele Reginali hanno incontrato i lavoratori dello stabilimento Sider Alloys – ex Alcoa – di Portovesme, impegnati in un sit-in davanti all’ingresso della fabbrica.
Le organizzazioni sindacali dello stabilimento, nei giorni scorsi, hanno proclamato lo sciopero per il mancato rinnovo dei contratti di alcuni addetti alle manutenzioni e per il mancato rientro di altri lavoratori posti in cassa integrazione, chiedendo alle Istituzioni di intervenire e contribuire a sbloccare definitivamente la vertenza relativa al futuro dello stabilimento.
Nel corso dell’incontro, il sindaco ed il presidente del Consiglio comunale di Iglesias hanno portato ai lavoratori in stato di agitazione la solidarietà dell’Amministrazione comunale e di tutta la città, e hanno rivolto l’auspicio che il dialogo tra le parti sociali e la proprietà, con la mediazione delle Istituzioni, possa portare ad una stabilizzazione della situazione e ad un rilancio produttivo dello stabilimento, in grado di tutelare i livelli occupazionali, in un territorio già duramente colpito in questi anni dalla crisi economica nata in seguito alle difficoltà del comparto industriale.
«Solo con il dialogo tra l’Azienda e le parti sociali, e con il fondamentale contributo delle Istituzioni – hanno detto Mauro Usai e Daniele Reginali – si può trovare una soluzione in grado di garantire una piena ripartenza dello stabilimento e di salvaguardare i posti di lavoro.»

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«Le prossime elezioni comunali di Carbonia rappresentano per il nostro territorio uno snodo importante.»

Daniele Reginali, segretario provinciale della federazione del PD del Sulcis Iglesiente, interviene oggi nel dibattito già vivo intorno alle elezioni amministrative della prossima primavera 2021.
«In queste ultime settimane si è aperto il dibattito, diversi comunicati e dichiarazioni hanno provato a definire un quadro di riferimento che impone a tutto il centrosinistra delle valutazioni in merito alle alleanzedice Daniele Reginali -. Il Partito Democratico del Sulcis Iglesiente, accoglie l’invito delle altre forze in campo e nei prossimi giorni si riunirà per affrontare queste vicende nel merito. Il Partito Democratico, a Carbonia, è composto da diverse figure autorevoli che hanno ricoperto ruoli istituzionali di rilievo in città e non solo, e possono dare un grande contributo utile per elaborare il programma che da qua ad un anno presenteremo agli elettori, ma è necessaria una discussione interna per capire tutti insieme la strada che si vuole percorrere e quali alleanze portare avanti.»
«Questo è il momento dell’ascolto e del confronto, è indispensabile incominciare a discutere dei contenuti partendo dalla valutazione dell’operato di questa amministrazioneconclude Daniele Reginali -. Prima di definire veti e perimetri è necessario riconoscerci reciprocamente e riscontrare i presupposti del nostro stare insieme.»

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«Esprimiamo forte preoccupazione per la situazione finanziaria e per le drammatiche conseguenze che ricadrebbero sugli anziani e sui lavoratori in merito al comunicato del sindaco Mauro Usai sulla Casa Serena. A quanto pare, il contributo promesso a suo tempo dalla Regione Sardegna per sostenere le spese di gestione del 2020, sarebbe appeso ad un filo.»

Lo scrive Antonio Achenza, presidente della ConsultAnzianIglesias, in una nota inviata al sindaco di Iglesias Mauro Usai, all’assessore delle Politiche sociali Angela Scarpa, alla commissione Politiche sociali, al presidente del Consoglio comunale Daniele Reginali e, infine, ai capigruppo consiliari.

«E’ impensabile che un finanziamento così importante venga improvvisamente a mancare alle casse dell’Amministrazione comunale di Iglesias senza mettere a rischio la continuità del servizio di assistenza sociale per gli anziani e l’occupazione dei lavoratoriaggiunge Antonio Achenza -. Neppure se ci fossero ragioni valide si può cancellare un contributo finalizzato ad una casa di riposo per anziani. Soprattutto, è inaccettabile che a metà anno si decide improvvisamente di tagliare le risorse già messe a bilancio. Certo, anche noi, come la maggior parte dei cittadini di Iglesias ci chiediamo quanti soldi sono stati spesi e come sono stati spesi per la ristrutturazione quasi trentennale della casa di riposo Margherita di Savoia. Non sappiamo se c’è stato un facilitatore seriale di lavori infiniti oppure se c’è stata una distratta e disattenta amministrazione che non ha vigilato nel modo dovuto sugli appalti e sulla spesa.»

«Ma questo, non è certamente il momento giusto per affrontare questo problema, ci sarà tempo e modo per fare la dovuta chiarezza. Adesso, è assolutamente necessario che la Regione eroghi il contributo per garantire la continuità del servizio alla Casa Serena per tutto il 2020sottolinea Antonio Achenza -. Tuttavia, anche l’Amministrazione comunale deve assumere l’impegno di fissare la data definitiva e inderogabile della conclusione dei lavori della casa di riposo Margherita Savoia. Si tratta di porre una volta per tutte la parola fine a una storia senza fine e trasferire finalmente gli anziani ed i lavoratori nella nuova e più accogliente struttura.»

«Nel frattempo, sarebbe opportuno che l’Amministrazione comunale apra da subito un confronto con le organizzazioni sindacali e con le associazioni che si occupano delle terza età, come la nostra, per affrontare e concordare gli aspetti che riguardano il personale, la qualificazione dei servizi e le attività assistenziali conclude il presidente della ConsultAnzianIglesias -. Auspichiamo una conclusione positiva della vicenda, ogni altra soluzione al buio ed improvvisata sarebbe disastrosa per tutta la comunità.»

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Sono state ricordate stamane, a Gonnesa, nel corso di una breve cerimonia, le vittime della rivolta popolare del mese di maggio 1906. Alla presenza dei sindaci di Gonnesa Hansel Cristian Cabiddu, Iglesias Mauro Usai e Buggerru Laura Cappelli, e del presidente del Consiglio comunale di Iglesias, Daniele Reginali, è stata deposta una corona d’alloro, benedetta dal parroco del paese, davanti alla lapide sistemata all’esterno del Municipio, il 23 maggio 1976, in occasione della celebrazione del 70°, nella quale si legge: «1906-1976, nel 70° anniversario Gonnesa operaia dedica a quanti tra i suoi figli pagarono con la vita o la perdita della libertà. La conquista di migliori e più umane condizioni di vita e di lavoro. Gonnesa, addì 23 maggio 1976». Erano presenti anche il segretario generale della CGIL della Sardegna Sud Occidentale Antonello Congiu, il segretario della Filctem CGIL Emanuele Madeddu, Franco Bardi della Fiom CGIL e l’ex segretario della Camera del Lavoro del Sulcis Iglesiente, Roberto Puddu.

«La rivolta fu la prima presa di coscienza dello sfruttamento cui era sottoposta la classe lavoratrice sarda. I primi minatori lavoravano in condizioni gravissime che rasentavano la schiavitù: il lavoro era continuo e logorante, molto pericoloso e sottopagato. Mancava qualsiasi forma di assistenza sociale e previdenziale da parte dello stato e il lavoratore con la misera paga non era in grado di sfamare la propria famiglia. L’operaio, inoltre, era legato all’azienda da un vincolo che prese il nome di “Ghignione”. Questo era un buono acquisto di cui si poteva usufruire soltanto nello spaccio dell’industria, che vendeva a prezzi più alti dei negozi le merce scadente. Queste condizioni portarono scontenti e malumori che sfociarono nella rivolta del maggio del 1906. La rivolta fu spontanea e dettata da fame e disperazione: i dimostranti chiedevano l’intervento del sindaco sul caro-viveri, dazio e tasse comunali. Dopo aver incendiato la cantina e l’ufficio del dazio, da Gonnesa, la manifestazione si diresse verso Bacu Abis e Nebida. L’epilogo fu tragico: i carabinieri arrivati da Iglesias spararono sulla folla. A Nebida ci furono due morti e quindici feriti, a Gonnesa tre morti e diciassette feriti. Oggi il 20 maggio, a Gonnesa, è festa civile.»

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A 100 anni dall’Eccidio dei minatori, uccisi l’11 maggio del 1920 nel corso delle manifestazioni per chiedere condizioni di vita e di lavoro migliori, la città di Iglesias ricorda le 7 vittime, gli iglesienti Raffaele Serrau di 23 anni, Pietro Castangia di 18, Emmanuele Cocco di 37 anni ed Attilio Orrù di 40, Efisio Madeddu di Villaputzu, di 40 anni, Salvatore Melas di Bonacardo, di 50 e Vittorio Collu di Sarroch di 18 anni, uccisi dalla forza pubblica mentre si dirigevano in corteo verso il Municipio, cercando di parlare con il Sindaco Angelo Corsi, che si era proposto come interlocutore per le rivendicazioni dei lavoratori in sciopero.

Nel corso della mattina, il sindaco Mauro Usai ed il presidente del Consiglio comunale Daniele Reginali, accompagnati dai primi cittadini di Gonnesa Hansel Cristian Cabiddu, Fluminimaggiore Marco Corrias e Buggerru Laura Cappelli, e dai rappresentanti delle sigle sindacali, hanno deposto una corona d’alloro in ricordo della vittime sulla lapide posta sul luogo dell’Eccidio, in via Satta, e sul monumento ai minatori caduti nel cimitero civico.

Una commemorazione che quest’anno, a causa dell’emergenza sanitaria in corso, ha dovuto rispettare un rigido protocollo, che ha reso necessario rinviare la tradizionale rappresentazione dell’Eccidio affidata agli studenti dell’Istituto Comprensivo Eleonora d’Arborea, che ogni anno, sotto la guida dei docenti, mettevano in scena i fatti di quel giorno negli stessi luoghi, avvenimenti ricostruiti grazie ad un importante lavoro di ricerca e di analisi storica.
A causa delle norme di prevenzione Covid-19, quest’anno la commemorazione è avvenuta senza l’abituale corteo che accompagnava i rappresentanti delle Istituzioni fino al cimitero civico.

Il sindaco di Iglesias, Mauro Usai, ha ricordato l’importanza delle lotte che hanno portato i minatori di Iglesias a fare la storia del movimento operaio nazionale, «una parentesi tragica che ha però portato ad acquisire diritti imprescindibili per tutti i lavoratori, anche se ancora oggi, in alcune parti del mondo questi diritti vengono tuttora calpestati».
Come nel caso dei piccoli minatori del Congo, dove le milizie locali controllano le miniere da cui si estrae il Coltan, minerale utilizzato per la costruzione dei componenti per gli smartphone e costringono alla schiavitù tantissimi bambini, obbligati a lavorare in condizioni disumane ed oggetto di violenze quotidiane.
Un paradosso ricordato dai partecipanti, concordi nel sottolineare come ancora oggi tanti lavoratori siano costretti a lottare per chiedere diritti e dignità sul luogo di lavoro.

L’auspicio del sindaco di Iglesias è stato quello di poter al più presto rendere il dovuto omaggio ai minatori caduti cento anni fa, perché come ha sottolineato, «l’impegno per un futuro più equo nasce dalla memoria, dal tenere vivo il ricordo del sacrificio di tanti lavoratori, come quelli che hanno perso la vita l’11 maggio del 1920, perché solamente riappropriandoci della nostra storia possiamo creare i presupposti per un futuro migliore».

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Sei consiglieri di minoranza, Luigi Biggio, Simone Saiu, Alberto Cacciarru,Federico Garau, Francesca Tronci e Bruna Moi, hanno inviato una lettera aperta al sindaco di Iglesias, Mauro Usai e, per conoscenza, al presidente del Consiglio comunale, Daniele Reginali, sulle problematiche connesse all’emergenza Covid-19.

«Alla luce di quanto emerso nel Consiglio comunale dedicato all’emergenza Covid-19 svoltosi in data 8/05/2020, ma soprattutto con riferimento a quanto da Lei detto circa la preoccupazione e la titubanza nel poter permettere, dalla data di lunedì 11 maggio, la riapertura di numerose attività produttive cittadine (parrucchieri, estetisti, commercianti, etc.)scrivono i sei consiglieri di minoranza -, ci sentiamo di dover ricordare quanto in questi due mesi gli Iglesienti abbiano compiuto un grande sforzo, ma soprattutto con grande diligenza abbiano rispettato tutte le regole imposte per questo periodo di quarantena forzata. Numerose sono state le attività commerciali costrette a chiudere e numerosi sono quei settori che non hanno avuto la possibilità di svolgere anche solo in maniera parziale il loro lavoro.»

«Questa emergenza sanitaria sta provocando una crisi economica senza precedenti, tante, forse troppe sono le attività commerciali che non riusciranno a ripartire. La nostra è una città che non può permettersi anche un solo giorno di ulteriore chiusuraaggiungono i sei consiglieri di minoranza -. Non dimentichiamoci del fatto che Iglesias vive grazie alle numerose partite iva che quotidianamente mandano avanti l’economia cittadina ma, soprattutto, grazie ad esse si manda avanti una moltitudine di servizi che arricchiscono l’offerta cittadina in periodo turistico. È grazie a loro, infatti, se ogni anno abbiamo la possibilità di ospitare una piccola fetta di turismo isolano, lo stesso turismo che permette di far conoscere la nostra città in tutta la Regione e non solo.»

«Immaginiamo e capiamo le preoccupazioni, ma non dimentichiamoci che anche un solo giorno di chiusura in più può significare la chiusura definitiva di un’attività, con annessa perdita di diversi posti di lavorosottolineano ancora ancora i sei consiglieri di minoranza -. Una sconfitta che il nostro territorio, ma soprattutto la nostra Iglesias non può permettersi. Non dimentichiamo che l’algoritmo “RT”, i cui dati sono stati diffusi ieri, è rispettato. Iglesias, infatti, così come la stragrande maggioranza dei Comuni sardi è “Non classificabile” per la mancanza di contagi. Le linee guida sono già state predisposte e molti comuni del nostro territorio hanno deciso la riapertura. Non troviamo corretto che venga interpellato il Prefetto o rispettare passaggi non previsti, quando la stessa ordinanza regionale prevede la possibilità di revocare il provvedimento della riapertura nella malaugurata ipotesi in cui qualcosa non dovesse funzionare.»

«La responsabilità dei nostri concittadini, farà il resto. La stessa responsabilità che è stata da Voi rivendicata per la riapertura delle librerie. Oggi più più che mai, Iglesias ha bisogno di ripartireconcludono i sei consiglieri di minoranza del comune di Iglesias –. Rinnovando la nostra disponibilità, attendiamo un vostro segnale ed una vostra eventuale decisione.»

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Questa mattina, a Iglesias, si è tenuta una prima riunione in videoconferenza, con il Sindaco, il presidente del Consiglio comunale ed i capigruppo consiliari.

Nel corso della riunione, sono state discusse le iniziative messe in campo dal Governo per affrontare l’emergenza sanitaria ed economica, con le risorse riservate agli Enti locali ed in particolare al comune di Iglesias.

«In questo momento è necessario avere la massima condivisione ed unità sulle importanti decisioni e responsabilità che siamo chiamati ad assumerci. In questo senso, l’atteggiamento di tutto il Consiglio comunale nelle sue rappresentanze è encomiabile», hanno messo in evidenza il Sindaco ed il presidente del Consiglio.

Nella foto: Mauro Usai, Daniele Reginali, Federico Garau, Valentina Pistis, Luigi Biggio ed Alessandro Pilurzu (ha partecipato anche Alberto Cacciarru).

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«In questo momento di grande difficoltà, è giusto che l’Amministrazione comunale di Iglesias e tutto il Consiglio comunale stiano vicini alla città ed ai suoi abitanti.»

Lo ha detto Federico Garau (capogruppo del M5S), primo firmatario della mozione presentata al sindaco Mauro Usai ed al presidente del Consiglio comunale Daniele Reginali.

«In un momento così drammatico, è giusto che la politica scenda in campo al fianco di tutte quelle attività commerciali in grande sofferenza, proprio per questo motivo abbiamo chiesto il congelamento di tutti quei tributi, tra cui IMU, TARI, TASI e TOSAP fino alla data del 31 ottobre ha aggiunto Federico Garau -. L’incasso dei tributi non deve essere una priorità in questo momento, la nostra premura è la sopravvivenza di tutti gli esercenti della città di Iglesias, in grave difficoltà economica. Stiamo vivendo un periodo storico senza precedenti, una crisi che rischia di far collassare la nostra città e la nostra economia. Salvaguardare le attività commerciali significa preservare il futuro della nostra città.»
«Abbiamo inoltre richiesto la sospensione di tutti gli avvisi di accertamento dei tributi fatti recapitare nel corso del 2019 e 2020 e la richiesta di agevolazioni nei confronti di tutte le imprese attraverso la deliberazione di congrue riduzione delle tasse e dei tributi comunali per l’anno corrente
– ha concluso il capogruppo del M5S -. Un atto dovuto, un gesto che deve dimostrare quanto veramente la politica locale possa e debba stare sempre al fianco dei suoi cittadini.»

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Il comune di Iglesias chiede che l’ospedale Santa Barbara sia adibito a struttura di emergenza per il Coronavirus.
«Alla luce della decisione della Regione Sardegna, che identifica come centro emergenze Covid  il CTO di Iglesias, con supporto del Sirai di Carbonia e conseguente trasferimento del Punto Nascita all’Azienda Ospedaliera Brotzu, dopo aver sentito Sindaco, Giunta, ed acquisito il parere della maggioranza dei capigruppo consiliari del comune di Iglesias, si richiede con fermezza una modifica del documento che individui il Presidio Ospedaliero Santa Barbara come struttura idonea per affrontare questo tipo di emergenza – spiega il presidente del Consiglio comunale Daniele Reginali -. I motivi di tale decisione sono:
1 – Tutela operatori sanitari
2 – Evitare promiscuità tra reparti
3 – Rischio di compromettere le funzioni del CTO di Iglesias e del Sirai di Carbonia, a causa della continua mobilità di operatori tra i due ospedali.»