10 January, 2025
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Sono state ricordate stamane, a Gonnesa, nel corso di una breve cerimonia, le vittime della rivolta popolare del mese di maggio 1906. Alla presenza dei sindaci di Gonnesa Hansel Cristian Cabiddu, Iglesias Mauro Usai e Buggerru Laura Cappelli, e del presidente del Consiglio comunale di Iglesias, Daniele Reginali, è stata deposta una corona d’alloro, benedetta dal parroco del paese, davanti alla lapide sistemata all’esterno del Municipio, il 23 maggio 1976, in occasione della celebrazione del 70°, nella quale si legge: «1906-1976, nel 70° anniversario Gonnesa operaia dedica a quanti tra i suoi figli pagarono con la vita o la perdita della libertà. La conquista di migliori e più umane condizioni di vita e di lavoro. Gonnesa, addì 23 maggio 1976». Erano presenti anche il segretario generale della CGIL della Sardegna Sud Occidentale Antonello Congiu, il segretario della Filctem CGIL Emanuele Madeddu, Franco Bardi della Fiom CGIL e l’ex segretario della Camera del Lavoro del Sulcis Iglesiente, Roberto Puddu.

«La rivolta fu la prima presa di coscienza dello sfruttamento cui era sottoposta la classe lavoratrice sarda. I primi minatori lavoravano in condizioni gravissime che rasentavano la schiavitù: il lavoro era continuo e logorante, molto pericoloso e sottopagato. Mancava qualsiasi forma di assistenza sociale e previdenziale da parte dello stato e il lavoratore con la misera paga non era in grado di sfamare la propria famiglia. L’operaio, inoltre, era legato all’azienda da un vincolo che prese il nome di “Ghignione”. Questo era un buono acquisto di cui si poteva usufruire soltanto nello spaccio dell’industria, che vendeva a prezzi più alti dei negozi le merce scadente. Queste condizioni portarono scontenti e malumori che sfociarono nella rivolta del maggio del 1906. La rivolta fu spontanea e dettata da fame e disperazione: i dimostranti chiedevano l’intervento del sindaco sul caro-viveri, dazio e tasse comunali. Dopo aver incendiato la cantina e l’ufficio del dazio, da Gonnesa, la manifestazione si diresse verso Bacu Abis e Nebida. L’epilogo fu tragico: i carabinieri arrivati da Iglesias spararono sulla folla. A Nebida ci furono due morti e quindici feriti, a Gonnesa tre morti e diciassette feriti. Oggi il 20 maggio, a Gonnesa, è festa civile.»

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A 100 anni dall’Eccidio dei minatori, uccisi l’11 maggio del 1920 nel corso delle manifestazioni per chiedere condizioni di vita e di lavoro migliori, la città di Iglesias ricorda le 7 vittime, gli iglesienti Raffaele Serrau di 23 anni, Pietro Castangia di 18, Emmanuele Cocco di 37 anni ed Attilio Orrù di 40, Efisio Madeddu di Villaputzu, di 40 anni, Salvatore Melas di Bonacardo, di 50 e Vittorio Collu di Sarroch di 18 anni, uccisi dalla forza pubblica mentre si dirigevano in corteo verso il Municipio, cercando di parlare con il Sindaco Angelo Corsi, che si era proposto come interlocutore per le rivendicazioni dei lavoratori in sciopero.

Nel corso della mattina, il sindaco Mauro Usai ed il presidente del Consiglio comunale Daniele Reginali, accompagnati dai primi cittadini di Gonnesa Hansel Cristian Cabiddu, Fluminimaggiore Marco Corrias e Buggerru Laura Cappelli, e dai rappresentanti delle sigle sindacali, hanno deposto una corona d’alloro in ricordo della vittime sulla lapide posta sul luogo dell’Eccidio, in via Satta, e sul monumento ai minatori caduti nel cimitero civico.

Una commemorazione che quest’anno, a causa dell’emergenza sanitaria in corso, ha dovuto rispettare un rigido protocollo, che ha reso necessario rinviare la tradizionale rappresentazione dell’Eccidio affidata agli studenti dell’Istituto Comprensivo Eleonora d’Arborea, che ogni anno, sotto la guida dei docenti, mettevano in scena i fatti di quel giorno negli stessi luoghi, avvenimenti ricostruiti grazie ad un importante lavoro di ricerca e di analisi storica.
A causa delle norme di prevenzione Covid-19, quest’anno la commemorazione è avvenuta senza l’abituale corteo che accompagnava i rappresentanti delle Istituzioni fino al cimitero civico.

Il sindaco di Iglesias, Mauro Usai, ha ricordato l’importanza delle lotte che hanno portato i minatori di Iglesias a fare la storia del movimento operaio nazionale, «una parentesi tragica che ha però portato ad acquisire diritti imprescindibili per tutti i lavoratori, anche se ancora oggi, in alcune parti del mondo questi diritti vengono tuttora calpestati».
Come nel caso dei piccoli minatori del Congo, dove le milizie locali controllano le miniere da cui si estrae il Coltan, minerale utilizzato per la costruzione dei componenti per gli smartphone e costringono alla schiavitù tantissimi bambini, obbligati a lavorare in condizioni disumane ed oggetto di violenze quotidiane.
Un paradosso ricordato dai partecipanti, concordi nel sottolineare come ancora oggi tanti lavoratori siano costretti a lottare per chiedere diritti e dignità sul luogo di lavoro.

L’auspicio del sindaco di Iglesias è stato quello di poter al più presto rendere il dovuto omaggio ai minatori caduti cento anni fa, perché come ha sottolineato, «l’impegno per un futuro più equo nasce dalla memoria, dal tenere vivo il ricordo del sacrificio di tanti lavoratori, come quelli che hanno perso la vita l’11 maggio del 1920, perché solamente riappropriandoci della nostra storia possiamo creare i presupposti per un futuro migliore».

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Sei consiglieri di minoranza, Luigi Biggio, Simone Saiu, Alberto Cacciarru,Federico Garau, Francesca Tronci e Bruna Moi, hanno inviato una lettera aperta al sindaco di Iglesias, Mauro Usai e, per conoscenza, al presidente del Consiglio comunale, Daniele Reginali, sulle problematiche connesse all’emergenza Covid-19.

«Alla luce di quanto emerso nel Consiglio comunale dedicato all’emergenza Covid-19 svoltosi in data 8/05/2020, ma soprattutto con riferimento a quanto da Lei detto circa la preoccupazione e la titubanza nel poter permettere, dalla data di lunedì 11 maggio, la riapertura di numerose attività produttive cittadine (parrucchieri, estetisti, commercianti, etc.)scrivono i sei consiglieri di minoranza -, ci sentiamo di dover ricordare quanto in questi due mesi gli Iglesienti abbiano compiuto un grande sforzo, ma soprattutto con grande diligenza abbiano rispettato tutte le regole imposte per questo periodo di quarantena forzata. Numerose sono state le attività commerciali costrette a chiudere e numerosi sono quei settori che non hanno avuto la possibilità di svolgere anche solo in maniera parziale il loro lavoro.»

«Questa emergenza sanitaria sta provocando una crisi economica senza precedenti, tante, forse troppe sono le attività commerciali che non riusciranno a ripartire. La nostra è una città che non può permettersi anche un solo giorno di ulteriore chiusuraaggiungono i sei consiglieri di minoranza -. Non dimentichiamoci del fatto che Iglesias vive grazie alle numerose partite iva che quotidianamente mandano avanti l’economia cittadina ma, soprattutto, grazie ad esse si manda avanti una moltitudine di servizi che arricchiscono l’offerta cittadina in periodo turistico. È grazie a loro, infatti, se ogni anno abbiamo la possibilità di ospitare una piccola fetta di turismo isolano, lo stesso turismo che permette di far conoscere la nostra città in tutta la Regione e non solo.»

«Immaginiamo e capiamo le preoccupazioni, ma non dimentichiamoci che anche un solo giorno di chiusura in più può significare la chiusura definitiva di un’attività, con annessa perdita di diversi posti di lavorosottolineano ancora ancora i sei consiglieri di minoranza -. Una sconfitta che il nostro territorio, ma soprattutto la nostra Iglesias non può permettersi. Non dimentichiamo che l’algoritmo “RT”, i cui dati sono stati diffusi ieri, è rispettato. Iglesias, infatti, così come la stragrande maggioranza dei Comuni sardi è “Non classificabile” per la mancanza di contagi. Le linee guida sono già state predisposte e molti comuni del nostro territorio hanno deciso la riapertura. Non troviamo corretto che venga interpellato il Prefetto o rispettare passaggi non previsti, quando la stessa ordinanza regionale prevede la possibilità di revocare il provvedimento della riapertura nella malaugurata ipotesi in cui qualcosa non dovesse funzionare.»

«La responsabilità dei nostri concittadini, farà il resto. La stessa responsabilità che è stata da Voi rivendicata per la riapertura delle librerie. Oggi più più che mai, Iglesias ha bisogno di ripartireconcludono i sei consiglieri di minoranza del comune di Iglesias –. Rinnovando la nostra disponibilità, attendiamo un vostro segnale ed una vostra eventuale decisione.»

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Questa mattina, a Iglesias, si è tenuta una prima riunione in videoconferenza, con il Sindaco, il presidente del Consiglio comunale ed i capigruppo consiliari.

Nel corso della riunione, sono state discusse le iniziative messe in campo dal Governo per affrontare l’emergenza sanitaria ed economica, con le risorse riservate agli Enti locali ed in particolare al comune di Iglesias.

«In questo momento è necessario avere la massima condivisione ed unità sulle importanti decisioni e responsabilità che siamo chiamati ad assumerci. In questo senso, l’atteggiamento di tutto il Consiglio comunale nelle sue rappresentanze è encomiabile», hanno messo in evidenza il Sindaco ed il presidente del Consiglio.

Nella foto: Mauro Usai, Daniele Reginali, Federico Garau, Valentina Pistis, Luigi Biggio ed Alessandro Pilurzu (ha partecipato anche Alberto Cacciarru).

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«In questo momento di grande difficoltà, è giusto che l’Amministrazione comunale di Iglesias e tutto il Consiglio comunale stiano vicini alla città ed ai suoi abitanti.»

Lo ha detto Federico Garau (capogruppo del M5S), primo firmatario della mozione presentata al sindaco Mauro Usai ed al presidente del Consiglio comunale Daniele Reginali.

«In un momento così drammatico, è giusto che la politica scenda in campo al fianco di tutte quelle attività commerciali in grande sofferenza, proprio per questo motivo abbiamo chiesto il congelamento di tutti quei tributi, tra cui IMU, TARI, TASI e TOSAP fino alla data del 31 ottobre ha aggiunto Federico Garau -. L’incasso dei tributi non deve essere una priorità in questo momento, la nostra premura è la sopravvivenza di tutti gli esercenti della città di Iglesias, in grave difficoltà economica. Stiamo vivendo un periodo storico senza precedenti, una crisi che rischia di far collassare la nostra città e la nostra economia. Salvaguardare le attività commerciali significa preservare il futuro della nostra città.»
«Abbiamo inoltre richiesto la sospensione di tutti gli avvisi di accertamento dei tributi fatti recapitare nel corso del 2019 e 2020 e la richiesta di agevolazioni nei confronti di tutte le imprese attraverso la deliberazione di congrue riduzione delle tasse e dei tributi comunali per l’anno corrente
– ha concluso il capogruppo del M5S -. Un atto dovuto, un gesto che deve dimostrare quanto veramente la politica locale possa e debba stare sempre al fianco dei suoi cittadini.»

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Il comune di Iglesias chiede che l’ospedale Santa Barbara sia adibito a struttura di emergenza per il Coronavirus.
«Alla luce della decisione della Regione Sardegna, che identifica come centro emergenze Covid  il CTO di Iglesias, con supporto del Sirai di Carbonia e conseguente trasferimento del Punto Nascita all’Azienda Ospedaliera Brotzu, dopo aver sentito Sindaco, Giunta, ed acquisito il parere della maggioranza dei capigruppo consiliari del comune di Iglesias, si richiede con fermezza una modifica del documento che individui il Presidio Ospedaliero Santa Barbara come struttura idonea per affrontare questo tipo di emergenza – spiega il presidente del Consiglio comunale Daniele Reginali -. I motivi di tale decisione sono:
1 – Tutela operatori sanitari
2 – Evitare promiscuità tra reparti
3 – Rischio di compromettere le funzioni del CTO di Iglesias e del Sirai di Carbonia, a causa della continua mobilità di operatori tra i due ospedali.»

 

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Gli amministratori del comune di Iglesias aderiscono all’iniziativa #Iorestoacasa. Il presidente del Consiglio comunale Daniele Reginali, consiglieri di maggioranza e minoranza, assessori ed il sindaco Mauro Usai, stamane hanno registrato un videomessaggio con il quale invitano i cittadini a “RESTARE A CASA” per contrastare e prevenire la diffusione del Coronavirus.

https://www.facebook.com/giampaolo.cirronis/videos/10222153636897835/

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Il sindaco Mauro Usai ed il presidente del Consiglio comunale di Iglesias Daniele Reginali hanno scritto una lettera ai cittadini.

Di seguito, il testo integrale.

Cari concittadini e concittadine
i momenti​ vissuti in queste settimane, in questi giorni, e che ci separano dal termine di questa emergenza, segneranno la nostra vita.

Dalla segnalazione del primo caso di infezione in Città, ci sono stati tanti​ momenti carichi di tensione, ma da subito l’Amministrazione si è attivata per tutelare la salute di tutti i cittadini.

Mai avremmo pensato di dover affrontare una situazione cosi complicata, confusa, che mette in discussione e a rischio le fasce più deboli del nostro Paese, ma che allo stesso tempo ci consegna certezze​ come la qualità e la validità del nostro sistema sanitario, e il clima di solidarietà e di tolleranza dimostrato da commercianti e cittadini.

Gia dai primi giorni, la scelta di molti operatori commerciali di abbassare volontariamente le proprie serrande ha rinnovato dentro di noi l’orgoglio di vivere e di amministrare questa meravigliosa città, che fa della propria storia il suo punto di forza, e dei suoi cittadini i protagonisti del proprio futuro, perché siamo sicuri che tutti insieme ripartiremo ancora più forti.

Le decisioni che questa Amministrazione ha assunto sono state rigide. Sono decisioni che abbiamo avuto la possibilità di condividere anche con la minoranza, che da subito ci ha sostenuto in questo momento di difficoltà e a loro rinnoviamo il ringraziamento per il senso civico e la prova di maturità che tutti insieme stiamo dimostrando.

Con queste poche righe vogliamo lanciare un messaggio di presenza e di speranza: siamo attenti, vigili e pronti per affrontare eventuali emergenze.

Il ringraziamento va a voi cittadini, alla Giunta e al Consiglio comunale, agli uffici comunali, alle forze dell’ordine e a tutti gli angeli quali medici, infermieri e Oss, ai quali affidiamo la nostra sicurezza e la nostra salute.

ANDRÀ TUTTO BENE

Il sindaco                   
Mauro Usai

Il presidente del Consiglio comunale
Daniele Reginali

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Il presidente del Consiglio comunale di Iglesias Daniele Reginali, sentito il parere del sindaco Mauro Usai e dei capigruppo consiliari, ha deciso di rinviare ad altra data la seduta del Consiglio comunale prevista per giovedì 5 marzo 2020, in ottemperanza alle disposizioni contenute nel decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 4/03/2020, rivolto a contenere e prevenire la diffusione delle infezioni da Coronavirus in Italia.
«Nessun allarmismo – ha spiegato il presidente Daniele Reginali – si tratta semplicemente di una misura che si è resa necessaria in seguito alle linee guida emanate dal Governo. Nei prossimi giorni verrà convocata una Conferenza dei Capigruppo, nella quale verrà decisa una nuova data in cui svolgere il Consiglio comunale, in modo da poter rispettare le prescrizioni ministeriali.»

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Il sindaco Mauro Usai ed il presidente del Consiglio comunale di Iglesias, Daniele Reginali, a nome dell’Amministrazione e di tutta la Città, hanno diffuso un breve comunicato nel quale esprimono vicinanza e solidarietà nei confronti del portavoce del Comitato Abitanti ex Casermette Matteo Medda, la cui automobile, la scorsa notte, è stata colpita e danneggiata dal lancio di una bottiglia incendiaria.
«Un gesto gravissimo, che si aggiunge ad altri atti analoghi di vandalismo e di criminalità avvenuti nelle scorse settimane in varie zone della Città. Davanti a certi atti criminali la risposta delle Istituzioni e della Società civile sarà compatta. Nei prossimi giorni – ha concluso Mauro Usai – porteremo la questione al Tavolo di Pubblica Sicurezza, con l’auspicio che le Forze dell’Ordine possano intervenire prontamente, al fine di individuare i colpevoli e prevenire il ripetersi di certi gesti.»