Lettera aperta di un malato di cancro.
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Ci occupiamo quotidianamente di sanità, di organizzazione e riorganizzazione di servizi, di investimenti e di necessità contenimento della spesa, spesso ritenuta eccessiva, di ottimizzazione dei servizi. Sono tutti argomenti meritevoli di attenzione ed approfondimento, ma poi, al di là di qualsiasi valutazione e considerazione, ci sono i malati, che hanno bisogno di assistenza e cure e spesso lamentano l’inadeguatezza dei servizi loro prestati dalla Sanità pubblica.
Una buona Sanità necessita di risorse, con le quali è possibile assicurare strutture e servizi adeguati, ma anche e, soprattutto, di buoni operatori, chiamati ad assicurare ai pazienti assistenza e cure adeguate.
Stamane abbiamo ricevuto una lettera aperta di un malato oncologico che denuncia tutti i problemi che incontra ogni giorno per curarsi e la “mancata assistenza ad un malato di cancro”.
Vista la delicatezza e l’importanza sociale della materia trattata, pubblichiamo la lettera integralmente.
Buongiorno, mi chiamo Daniele Urru e sono un malato oncologico in cura presso Istituto per la Ricerca sul Cancro IRRC di Candiolo.
Sono stato operato per ben due volte di Adenocarcinoma Infiltrante al sigma-retto (una forma di CANCRO MALIGNO). Mi vedo costretto a scrivervi e a segnalarvi una “MANCATA ASSISTENZA A UN MALATO DI CANCRO” in quanto le ASL di riferimento, sia quella della Regione Piemonte (nella fattispecie ASL di Collegno ASL di domicilio) e la ASL della Regione Sardegna (nella fattispecie ASL di Decimomannu (CA) ASL di residenza) mi stanno negando l’invio di componenti protesici vitali in quanto sono paziente “STOMIZZATO” (Resezione del tratto intestinale con fuoriuscita dall’addome del tratto del retto) quindi necessito costantemente di sacche di contenimento feci.
La ASL di Decimomannu (che è la mia ASL di residenza) sostiene che per ragioni di protocolli, l’ufficio SERVIZIO FARMACEUTICO di Cagliari può spedire tali componenti protesici soltanto all’interno della Regione Sardegna.
Il sottoscritto però è in cura in Piemonte!
La ASL di Collegno di contro, dice di avere le mani legate adducendo che è soltanto la ASL di residenza a dover provvedere a tale adempimento ed ESCLUDONO a priori il NULLAOSTA per eventuali problemi di rimborso spese. Qualora esistesse una circolare che escludesse tale atto amministrativo, sarei assolutamente interessato a conoscerla e ad averla anche in formato PDF o cartaceo.
Trovo sia AGGHIACCIANTE che debba mendicare ciò che mi spetta di DIRITTO e GRATUITAMENTE dato che possiedo il codice esenzione (048), codice applicato per i malati oncologici. Invece i miei genitori residenti in Sardegna saranno costretti a sborsare di tasca propria i soldi delle eventuali spedizioni a indirizzo di residenza, rallentando così anche tutto l’iter di sostegno del malato.
Vogliate cortesemente ascoltare la mia voce disperata facendo vostra la notizia e provare a chiedere a entrambe gli “enti” di agevolare la vita di un paziente oncologico già provato fortemente dalle cure chemioterapiche (UN CICLO DI CHEMIOTERAPIA OGNI 15 GIORNI, e sono all’11esimo), chiedendo espressamente che il servizio protesico e UFFICIO FARMACEUTICO invii i presidi presso il domicilio e non la residenza e di farlo anche CELERMENTE, perché per un malato di cancro il tempo è tutto e non si può interrompere il servizio ad uno stomizzato.
Ringrazio anticipatamente se prenderete in esame il mio grido di aiuto.
Per correttezza ho provveduto a inviare la stessa richiesta di aiuto anche al Tribunale del Malato della regione Piemonte e quello della Sardegna. Ho provveduto ad attivarmi sempre online con una petizione affinché il mio grido di aiuto giunga al ministro della Salute e possa essere di aiuto anche ad altri nella mia stessa assurda condizione.
Ho scritto all’assessore della Sanità della Regione Piemonte, il quale mi ha risposto celermente dicendo che avrei avuto notizie in tempi strettissimi ma ad oggi attendo risposta.
Daniele Urru