22 November, 2024
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La Lega ha presentato una proposta di legge per la realizzazione di aviosuperfici e campi di volo nel territorio regionale.
«Con la presente proposta di legge auspichiamo che la Sardegna possa finalmente avvalersi di una disciplina che regolamenti la realizzazione di aviosuperfici e campi di volo, al pari di quanto già avvenuto in altre regioni italianescrive in una nota di Dario Giagoni, capogruppo della Lega in Consiglio regionale, primo firmatario del testo depositato alcuni giorni fa – . Si tratta di una nuova norma sentita e necessaria di cui mi sono fatto promotore e sostenitore, studiandola attentamente e collaborando fin da subito con un gruppo di esperti, al fine di capirne le reali necessità. Negli ultimi anni, il settore del turismo aereo ha avuto un fortissimo impulso, sia in termini di praticanti che di aziende produttrici di aeromobili ad ala fissa e rotante, ma a tale impeto non ha fatto seguito un’eguale agevolazione nell’ambito della normativa di riferimento per la creazione ed il potenziamento delle aviosuperfici e campi di volo. Con questo strumento, saremo in grado di incrementare anche in Sardegna il volo da diporto sportivo, aumentandone la sicurezza e fornendo ai Comuni norme certe a cui far riferimento, ma soprattutto permetteremo a coloro i quali volessero investire capitali privati nella realizzazione di un’aviosuperficie, di farlo agevolmente.»
«A questo, va aggiunto un aspetto non meno rilevante conclude Dario Giagoni -: le avio superfici capillarmente distribuite sul nostro territorio, potranno fungere da indispensabile ausilio in casi di emergenza o gravi calamità naturali per i mezzi aerei di soccorso, quali ad esempio delle forze armate militari, Protezione Civile o elisoccorso regionale.»

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La commissione sanità, presieduta da Domenico Gallus (Udc-Cambiamo) ha proseguito le audizioni sulla riforma ascoltando Anci, organizzazioni sindacali confederali ed autonome, Università, Ordini dei Medici e degli Psicologi, Ordine delle professioni Infermieristiche e sindacati dei dirigenti amministrativi.

Per i Comuni, come ha evidenziato il presidente dell’Anci Emiliano Deiana che ha annunciato un documento articolato sui testi all’esame della commissione, occorre che la riforma tenga conto delle caratteristiche dell’intero territorio regionale e di un diritto alla salute che proietti una visione nuova oltre l’aspetto tipicamente sanitario (Rsa, sport e scuola, ad esempio), in un sistema di strutture coordinate fra loro. Gli atti aziendali, inoltre, non dovranno più essere solo una espressione dell’alta burocrazia ma il frutto di un processo di condivisione con i territori.

I sindacati invece, dopo aver ricordato il contributo determinante di tutto il personale sanitario (che, nonostante ciò, non ha avuto alcun riconoscimento) durante l’emergenza Covid, hanno insistito molto sulla necessità di colmare gli enormi vuoti di organico con un piano straordinario di assunzioni e stabilizzazioni. Inoltre, sempre in materia di personale, le organizzazioni sindacali hanno criticato a fondo la precedente esperienza dell’Ats avvertendo le istituzioni che, nei diversi progetti di riforma, sembra che con l’Ares si voglia ripercorrere la stessa strada, vanificando ogni azione di potenziamento della sanità territoriale. Infine, dai rappresentanti dei lavoratori, è arrivato un appello per la rapida ripartenza del servizio sanitario, rimasto sostanzialmente bloccato a causa dalla pandemia.

Soffermandosi sul tema del rapporto fra Università, sanità e formazione, il rettore dell’Università di Cagliari Maria Del Zompo (anche a nome del collega di Sassari), ha messo in luce che sia il rating che la capacità di attrarre  finanziamenti delle aziende ospedaliero universitarie dipendono anche dal ruolo svolto da queste strutture nel campo dell’assistenza, che però non è governato dagli atenei ma dipende dalla sanità. Senza finanziamenti adeguati e senza un numero di posti letto in linea con norme attuali, ha paventato la Del Zompo, le aziende rischiano di perdere opportunità importanti a livello finanziario e professionale.

I problemi del personale, dei sistemi informatici e della sanità territoriale sono stati al centro degli interventi dei rappresentanti degli Ordini dei Medici, secondo i quali in questa prima fase post-Covid è necessario anche accelerare i processi di riforma. Va superata, secondo i medici, l’esperienza “centralista” precedente che ha caratterizzato l’azione dell’Ats, senza cedere a tentazioni di continuità con l’Ares e tornando semmai alla visione di una sanità “universale” che è stata, assieme alla prevenzione, il principio cardine della legge istitutiva del servizio sanitario nazionale.

Gli psicologi hanno messo l’accento sul fatto che, proprio l’esperienza della pandemia, anche in Sardegna, consegna una “domanda” di questo specifico supporto, soprattutto a livello di base. Mentre gli infermieri (era presente l’Ordine di Carbonia Iglesias) hanno suggerito di definire con chiarezza le funzioni dell’Ares, limitandole a quelle amministrative.

Ancora di Ares ha parlato il sindacato dei dirigenti Fedirets che ha espresso una ulteriore valutazione negativa sull’esperienza dell’Ats, anche nel capo negli acquisti che doveva essere il fulcro della sua missione. Per questo, ad avviso dei dirigenti, bisogna decidere se si vuole davvero il decentramento perché, se come pare si intende restare a metà strada con l’Ares, il sistema non funzionerà.

Nel dibattito hanno preso la parola Gianfranco Ganau del Pd, Annalisa Mele della Lega, Giovanni Antonio Satta dei Riformatori sardi, Daniele Cocco di Leu, Francesco Agus dei Progressisti, Antonello Peru e Giorgio Oppi di Udc-Cambiamo.

La commissione ha inoltre approvato all’unanimità la Pl n.161 in materia di borse di studio nominando relatore per l’Aula la consigliera della Lega Annalisa Mele. Inoltre, su sollecitazione del consigliere Giovanni Antonio Satta poi condivisa anche dal vice presidente Daniele Cocco e dal capogruppo della Lega Dario Giagoni, sarà programmata a breve una audizione dell’Unità di progetto della Regione sulle problematiche del precariato del personale veterinario che sta operando nel settore della prevenzione e del contrato dalla blue tongue e della peste suina.

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«Oltre il produrre sanatorie pro immigrazione clandestina il ministro Teresa Bellanova pare aver completamente dimenticato le sue mansioni e competenze.»
Lo dice Dario Giagoni, capogruppo della Lega in Consiglio regionale.
«La piccola pesca, prevalente e caratterizzante i nostri mari sardi, è stata infatti completamente esclusa dalle quote tonno. Un’azione questa che penalizza e aggrava le difficoltà di un comparto già ampiamente danneggiato dalla crisi derivante dal blocco Covid-19, il quale ha prodotto un drastico calo di domanda. È necessario che il Ministero prenda in carico le richieste dei nostri pescatori e si attivi immediatamente per un decisivo cambio di rotta attuando interventi trasversali che contemplino, tra l’altro, anche il problema della pesca accidentale dei tonniaggiunge Dario Giagoni -. Da parte della regione abbiamo mostrato sempre, ed è nostro intento farlo anche nel futuro, grande attenzione a questo settore, a livello nazionale i nostri parlamentari si stanno muovendo affinché venga risolto il pasticcio ministeriale, a livello europeo la questione viene portata avanti dalla nostra deputata Francesca Donato, la domanda a questo punto è: il Ministro ascolterà questi appelli accorati o preferirà voltare il viso ancora una volta dall’altro lato? Ai posteri l’ardua sentenza.»

Sul problema delle quote tonno, interviene anche l’europarlamentare della Lega, Francesca Donato. 
«Il settore ittico italiano è in grave crisi, sia per il calo di domanda derivante dalle misure di contrasto al Covid-19, sia per l’assenza di politiche adeguate ed efficaci del Governo Conte. A fronte di un recente intervento dell’Unione europea che ha proibito alle nostre tonnare, patrimonio e tradizione storica sia della Sicilia che della Sardegna, di utilizzare gli allevamenti che si trovano a Malta per il proprio pescato, il ministro Teresa Bellanova non è intervenuto con un piano che consentisse gli allevamenti nei nostri mari, né tantomeno ha dato ascolto alle reiterate richieste di aiuto dei piccoli pescatori, prevalentemente siciliani, ad oggi privi di quote», dice Francesca Donato.
«Manca totalmente, da parte del governo una visione organica con un piano strutturale di sostegno al settore tramite una corretta ed equilibrata ripartizione delle quote tonno e la creazione di una filiera italiana – conclude Francesca Donato -. Tale atteggiamento di indifferenza al problema si tradurrà nella diminuzione di vari punti di PIL, e la conseguente perdita centinaia di posti di lavoro e, dunque, della disponibilità sulle tavole degli italiani di prodotti italiani di alta qualità e sicurezza alimentare come il nostro tonno rosso.»

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La commissione Bilancio, presieduta dall’onorevole Valerio De Giorgi (Misto), ha espresso all’unanimità parere favorevole alla deliberazione della giunta regionale n. 23/1 del 29 aprile 2020, concernente la costituzione, tramite la Banca europea per gli investimenti, di un apposito fondo denominato “Emergenza imprese”. L’iniziativa, che rientra tra quelle intraprese dall’esecutivo regionale per fronteggiare l’emergenza Covid-19, regola l’erogazione di prestiti a favore delle imprese «di qualsiasi dimensione e appartenenti a tutti i settori economici» con un’attenzione particolare per quelle del comparto turistico, alle quali sono riservate il 40 per cento delle risorse disponibili che ammontano, per il momento, a 200 milioni.

L’illustrazione del provvedimento è stata curata dall’assessore della Programmazione, Giuseppe Fasolino, che, sollecitato anche dagli interventi e dalle richieste di chiarimento dei consiglieri, Cesare Moriconi (Pd); Michele Cossa (Riformatori sardi); Eugenio Lai (Leu); Fausto Piga (FdI); Dario Giagoni (Lega); Gianfranco Satta (Progressisti); Giuseppe Meloni (Pd); Michele Ennas (Lega); Alessandro Solinas (M5S), ha precisato, nel dettaglio, le modalità di intervento e l’efficacia dello strumento finanziario che prevede un importo massimo erogabile di 5 milioni di euro con interessi zero. La commissione, in sede di parere, ha dunque accolto i suggerimenti dell’assessore riguardo l’allungamento dei tempi di restituzione dei prestiti (da 15 a 20 anni) e del preammortamento (qualora intervenga il via libera della Unione europea) da 24 mesi a 36 mesi, nonché la possibilità di un incremento delle risorse regionali destinate al fondo costituito con la Bei.

Successivamente, la Commissione ha proceduto all’elezione dei due segretari dell’ufficio di presidenza: Stefano Schirru (Psd’Az, in rappresentanza dei gruppi di maggioranza) ed Eugenio Lai (Leu, per i gruppi delle minoranze).

Il parlamentino del Bilancio ha approvato con lievi modifiche rispetto al testo esitato dalla Giunta, dunque, il disegno di legge n. 157 “rinegoziazione dei mutui con la Cassa depositi e prestiti e misure straordinarie per gli Enti Locali in materia di programmazione unitaria”.

L’assessore del Bilancio, in sede di illustrazione del provvedimento – che norma la rinegoziazione dei mutui in essere con la CDP («si otterrebbe un risparmio immediato di 27 milioni di euro per effetto dell’allungamento dei tempi di restituzione e per l’abbattimento degli interessi») – ha fatto appello perché il disegno di legge arrivi all’esame del Consiglio con procedura d’urgenza. Appello accolto solo parzialmente dai gruppi della minoranza che, pur dando l’assenso al testo di legge, hanno chiesto i termini per la presentazione della relazione di minoranza (dieci giorni), rimettendosi però alla decisione delle conferenza dei presidenti dei gruppi, per il ricorso all’articolo 102 del regolamento interno che, come è noto, dispone l’immediata iscrizione all’ordine del giorno dei lavori dell’Aula.

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Sette consiglieri regionali di maggioranza, primo firmatario Paolo Francesco Mula del Partito sardo d’Azione (gli altri firmatari sono Dario Giagoni della Lega, Francesco Mura di Fratelli d’Italia, Gian Filippo Sechi di UDC Cambiamo!, Aldo Salaris dei Riformatori sardi, Angelo Cocciu di Forza Italia Sardegna e Roberto Caredda del gruppo Misto), giovedì 28 maggio 2020 hanno presentato la proposta n. 153 contenente “Modifiche alla legge regionale 20 dicembre 2019, n. 22 (Modifiche alla legge regionale n. 8 del 2019 (Proroga di termini)) e norme di interpretazione autentica del Piano paesaggistico regionale”.

«La presente proposta di legge si legge nella relazione dei proponenti ha lo scopo di prorogare di sei mesi la disciplina introdotta dalla legge regionale 23 aprile 2015, n. 8 in materia urbanistica ed edilizia finalizzata al miglioramento del patrimonio edilizio esistente, prorogata con le leggi regionali n. 33 del 2016, n. 26 del 2017, n. 8 del 2019 e n. 22 del 2019, in scadenza il 30 giugno 2020. La proposta di legge si propone altresì di fornire un’interpretazione autentica di alcune norme del Piano paesaggistico regionale, deliberazione della Giunta regionale n. 36/7 del 5 settembre 2006.

La proroga di sei mesi consentirebbe l’approvazione da parte del Consiglio regionale di una nuova disciplina volta al riuso, alla riqualificazione ed al recupero del patrimonio edilizio esistente già all’attenzione del Consiglio.»

Di seguito il testo integrale della proposta di legge.

Art. 1

Modifiche alla legge regionale n. 22 del 2019 (Proroga di termini)

1. Nel comma 1 dell’articolo 1 della legge regionale 20 dicembre 2019. n. 22 (Modifiche alla legge regionale n. 8 del 2019 (Proroga di termini)) le parole “30 giugno 2020” sono sostituite dalle seguenti: “31 dicembre 2020”.

Art. 2

Interpretazione autentica di norme di pianificazione paesaggistica

1. Il Piano paesaggistico regionale (PPR), primo ambito omogeneo, e le relative Norme tecniche di attuazione (NTA), approvati con il decreto del Presidente della Regione 7 settembre 2006, n. 82, dalla data di entrata in vigore del decreto legislativo 26 marzo 2008, n. 63 (Ulteriori disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, in relazione al paesaggio), il cui articolo 2, comma 1, lettera e), ha sostituito l’articolo 135 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137), si interpreta nel senso che sono in ogni caso sottratti alla pianificazione congiunta tra Regione autonoma della Sardegna (RAS) e Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo (MIBACT) i beni paesaggistici diversi da quelli di cui all’articolo 143, comma 1, lettere b), c) e d) del medesimo decreto legislativo n. 42 del 2004, sui quali la Regione esercita le funzioni amministrative ad essa trasferite dall’articolo 6 del decreto del Presidente della Repubblica 22 maggio 1975, n. 480 (Nuove norme di attuazione dello statuto speciale della regione autonoma della Sardegna), e delegate dall’articolo 57 del decreto del Presidente della Repubblica 19 giugno 1979, n. 348 (Norme di attuazione dello statuto speciale per la Sardegna in riferimento alla Atti consiliari 3 Consiglio regionale della Sardegna L. 22 luglio 1975, n. 382, e al D.P.R. 24 luglio 1977, n. 616).

2. La previsione del comma 1 si applica, in particolare, a:

a) la fascia costiera di cui all’articolo 17, comma 3, lettera a) delle NTA al PPR, come definita dall’articolo 19, disciplinata dall’articolo 20;

b) i beni identitari di cui all’articolo 2, comma 1, lettera e), delle NTA al PPR, come definiti dall’articolo 6, comma 5, disciplinati dall’articolo 9;

c) le zone agricole, l’edificato in zona agricola come definito dall’articolo 79 delle NTA al PPR e l’edificato urbano diffuso come definito dall’articolo 76 delle NTA al PPR.

3. L’eccezione al divieto di realizzazione di nuove strade extraurbane di dimensioni superiori alle due corsie, contenuta nell’articolo 20, comma 1, lettera b), punto 1), della NTA al PPR, si interpreta nel senso che è esclusa da tale divieto ogni opera il cui procedimento di realizzazione, con riferimento alla data di approvazione del PPR, si trovi a uno stadio di avanzamento nel quale è in corso la procedura di valutazione di impatto ambientale, nonché le opere che si trovino a uno stadio più avanzato. La medesima eccezione si interpreta nel senso che, se l’opera aveva le caratteristiche per essere esclusa dal divieto alla data di approvazione del PPR, continua a essere esclusa dal divieto anche in caso di variante, purché le caratteristiche generali e identificative dell’intervento non siano mutate, tenendo anche conto dell’articolo 46, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica 8 giugno 2001, n. 327 (Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di espropriazione per pubblica utilità (Testo A)).

4. L’asse viario Sassari-Alghero e, in particolare, la realizzazione nello sviluppo geometrico a quattro corsie del lotto n. 1, costituisce un’infrastruttura determinante per assicurare lo sviluppo sostenibile del territorio ai sensi dell’articolo 143, lettera h), del decreto legislativo n. 42 del 2004 ed assume carattere strategico, essendo di preminente interesse nazionale e regionale. A tale infrastruttura, la cui progettazione a quattro corsie a tutti gli effetti coincide, nelle sue caratteristiche generali e identificative, Atti consiliari 4 Consiglio regionale della Sardegna con quella già sottoposta con esito favorevole alle pregresse valutazioni di impatto ambientale e autorizzazioni paesistico-ambientali, si applicano pertanto le deroghe previste nell’ articolo 20 comma 1, lettera b), punto 1) della NTA al PPR.

Art. 3

Entrata in vigore

1. La presente legge entra in vigore il giorno della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione autonoma della Sardegna (BURAS).

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La Giunta regionale ha anticipato lo stanziamento di mezzo milione di euro per abbattere i costi dei traghetti per i non residenti da e per le Isole minori di San Pietro e La Maddalena.

«Ringrazio l’assessore dei Trasporti, Giorgio Todde, per aver promosso tale azione in anticipo rispetto alle precedenti annualità dando mostra di guardare al corretto sviluppo economico sociale delle isole minori, che in questo momento di grave crisi diffusa rischiano di risentire ancor di più della loro condizione di svantaggio geografico», commenta il capogruppo della Lega, Dario Giagoni.

«Abbiamo rilevato con gran soddisfazione una più che positiva risposta ad opera dell’Amministrazione carlofortina che ha ben recepito ed usufruito dei contributi ricevuti anche in virtù di un’importante promozione turistica aggiunge il consigliere regionale leghista Michele Ennas -. I 500.000 € verranno suddivisi in parti uguali ai due Comuni, saranno un’immediata risposta alle particolari esigenze di queste meravigliose isole.»

«Auspichiamo che il comune di La Maddalena possa dar mostra di adottare il medesimo criterio favorendo la corretta informazione degli incentivi previsti e un sistema snello e facilmente adottabile al pari di Carloforte – sottolinea Dario Giagoni – il non utilizzo, o comunque l’utilizzo di una parte veramente minima, delle risorse potrebbe infatti compromettere finanziamenti di pari entità per il futuro. Il nostro impegno e le nostre azioni saranno sempre mosse dall’attenzione e dalla voglia di veder trasformare la condizione di svantaggio vissuta da questi straordinari territori in un vantaggio in grado di renderli delle mete ancor più ambite, consentendo al contempo a chi come noi ne riconosce la straordinaria bellezza di usufruirne con più facilità. Isole nell’isola ma non troppo insomma!»

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La Lega Sardegna rilancio la necessità di sostenere il settore della Suinicoltura. Lo fa scrivendo al presidente della Regione, Cristian Solinas.
«La diffusione del virus e la successiva adozione dei provvedimenti volti a contrastarlo hanno determinato una grave crisi economica in tantissimi comparti, compreso il suinicolo. Il drastico calo di consumo del prodotto, strettamente interconnesso con l’andamento della filiera turistico-ricreativa, ad oggi è fonte di grande preoccupazione per gli allevatori che rischiano non solo minori guadagni ma anche di poter incorrere in gravose e pesanti sanzioniesordisce il capogruppo e promotore dell’istanza Dario Giagoni -. La mancata vendita dei maialetti ha, infatti, comportato un sovraffollamento negli allevamenti con conseguente mancanza di rispetto dei parametri previsti dalla normativa regionale vigente circa il numero massimo di capi nei terreni. Chiediamo pertanto che si intervenga a favore di una temporanea sospensione delle verifiche dei parametri che stabiliscono il limite massimo del carico dei suoni nei terreni, e che peraltro, non rispecchiano i parametri previsti dalla normativa nazionale in materia e quella regionale di gestione degli effluenti e del carico totale del bestiame mantenibile, al fine di evitare che possano accadere situazioni come quella registratasi solo qualche giorno fa nei pressi di Lanusei, quando un allevatore ha rischiato non solo di dover pagare una salata multa ma anche di vedersi revocare gli accreditamenti aziendali.»
«Una maggior attenzione, insomma, per un comparto da sempre al centro dell’attenzione del nostro gruppo, il quale gli riconosce non solo una grande valenza economica ma anche antropologica, e che a breve – conclude Dario Giagoniverrà coronata con la presentazione di una proposta di legge atta a, ci auguriamo, migliorarne l’attività.»

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Chiudere la vertenza ARAS. Questo l’obiettivo del Gruppo Lega che annuncia impegno e pieno sostegno alla Giunta al fine di veder tagliare definitivamente il traguardo di questa lunga e controversa vicenda.
«Qualora fosse necessario la V Commissione dovrà farsi garante di un lavoro serio, coordinato e collaborativo, che sappia dare risposte concrete e definitive a questi lavoratori, e rispettive famiglie, che da troppo tempo attendono certezze», commentano i consiglieri Andrea Piras e Sara Canu, rispettivamente segretario e componente della summenzionata commissione consiliare.
«Tanto il nostro gruppo quanto i componenti della Giunta sono perfettamente consapevoli della necessità di agire in fretta, infatti, a rischio non sono solo le sorti dei lavoratori ex Aras ma anche dei numerosissimi allevatori beneficiari della misura 14 (Benessere Animale), prosegue il capogruppo in Consiglio regionale Dario Giagoni cui fanno immediato seguito le dichiarazioni dell’assessore della Riforma e del Personale Valeria Satta: «E’ importante trovare una soluzione per i lavoratori ARAS, portando a termine l’ingresso di tali dipendenti in LAORE. I lavoratori di ARAS, ancor di più in questo delicato momento, non devono vedere interrotto il passaggio in LAORE. Siamo al lavoro per la risoluzione delle problematiche emerse e stiamo valutando soluzioni possibili che oltre al passaggio dei dipendenti ARAS, portino finalmente alla valorizzazione, attesa da diverso tempo, del personale di LAORE così come del personale del comparto regione,  facendo cessare una delle principali problematiche sollevata dagli attuali dipendenti di LAORE».

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Ieri l’intervento del sindaco di Masainas, Ivo Melis, che ha chiesto il motivo per il quale il suo Comune non è più compreso tra le zone svantaggiate della Sardegna e quindi non figura tra nell’elenco dei Comuni destinatari delle indennità previste dal bando regionale “Programma di Sviluppo Rurale 2014/2020”.
Oggi a parlare dei paesi sardi esclusi dalla lista UE per aree svantaggiate, a tener vivo il dibattito è il Gruppo Consiliare della Lega che ha depositato un’interrogazione a risposta scritta sul tema.
«Se da un lato l’inserimento di nuovi comuni nel quadro delle aree ritenute svantaggiate ci rallegra, in virtù della possibilità per le aziende agricole ricadenti in essi di beneficiare finalmente dei sostegni economici previsti dalla misura 13 del PSR, dall’altro dobbiamo constatare con rammarico l’esclusione di ben altri 15 comuni dalla medesima lista – affermano i consiglieri regionali della Lega in una nota congiunta -. Si tratta, a nostro avviso, di  esclusioni destinate a creare ulteriori disparità di trattamento tra le imprese agricole oltre che una plausibile e deleteria concorrenza sleale tra le stesse.»
«In virtù delle perplessità espresseci da tanti imprenditori del mondo agricolo che da alcune associazioni di categoria domandiamo all’Assessore alle politiche agricole di sollecitare una riclassificazione delle medesime da arie ritenute “avvantaggiate” ad aree “svantaggiate”conclude Dario Giagoni, primo firmatario dell’istanza nonché capogruppo – al fine di incentivare i principi di pari opportunità economiche, coesione sociale e parità di diritti per le aziende agricole operanti sul nostro territorio regionale.»

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«I settori coinvolti dalla crisi economica derivati dalla situazione emergenziale che stiamo vivendo sono molteplici, ogni singola richiesta deve essere pertanto portata avanti con coscienza e la ferrea volontà di dar loro risposte certe.»
Lo afferma Dario Giagoni, capogruppo Lega in Consiglio regionale.
«Il settore turistico è sicuramente uno dei più martoriati da questo protrarsi del lockdown e lo sarà certamente anche nella, ancora non totalmente definita, fase 2 insieme a tutto il suo indottoaggiunge Dario Giagoni -. Pertanto, è necessario ricomprendere negli interventi mirati alla salvaguardia delle aziende anche il comparto degli armatori di trasporto passeggeri, il quale conta in Sardegna circa 60 motonavi abilitate al traffico locale turistico e circa 400 lavoratori tra marittimi ed impiegati nelle biglietterie. Questo settore pur non rientrante nel blocco delle attività imposto dal governo ha registrato delle ovvie pesantissime perdite per totale assenza di domanda e rischia di veder vanificato il lavoro svolto nelle precedenti annualità, volto anche ad allungare la stagione lavorativa. Chiediamo, pertanto, che il presidente Christian Solinas si faccia portatore delle istanze del comparto con il governo centrale al fine di estendere ad essi i provvedimenti già messi in atto nel confronti delle attività aventi codice ATECO rientranti nella filiera turistica quali: cassa integrazione ordinaria o in deroga per i lavoratori, indennità per i lavoratori stagionali come previsto da DL  18/2020.»
«Oltre abbiamo anche proposto interventi ed un impegno ad opera della Regione Sardegnaconclude Dario Giagoni al fine di adottare specifici provvedimenti in grado di andare incontro alle esigenze di questo settore, colpevole solo di non essere riconosciuto a livello nazione come facente parte della filiera prettamente turistica.»