22 November, 2024
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Gianmario Demuro 2

L’assessore regionale degli Affari generali, Gianmario Demuro, è intervenuto oggi alla riunione del coordinamento delle Regioni a Statuto Speciale della Conferenza delle Regioni che si è svolta a Roma, nella sede di rappresentanza della Sardegna. Era presente, tra gli altri, la Presidente del Friuli-Venezia-Giulia Debora Serracchiani.
«La Sardegna e le altre regioni a Statuto speciale e le province autonome – ha detto Gianmario Demuro – vanno avanti nel confronto sulle regole comuni per la revisione dello Statuto, d’intesa con lo Stato, e sulle norme di attuazione alla luce della riforma costituzionale in corso.»
Gianmario Demuro, nel ruolo di coordinatore del gruppo tecnico (che svolge su delega del presidente Francesco Pigliaru), dovrà prendere contatto con Gianfranco Ganau, responsabile delle assemblee delle Regioni a Statuto speciale e delle Provincie autonome di Trento e Bolzano, per avviare iniziative comuni.
Il coordinamento alla fine del prossimo mese di marzo, incontrerà il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Enrico Costa, per fare il punto sul lavoro svolto.
L’assessore Demuro ha inoltre partecipato, a Roma, all’incontro con il ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione Marianna Madia, previsto nell’ambito della seduta straordinaria della Conferenza delle Regioni.
Al centro del confronto c’era la valutazione dei provvedimenti attuativi della legge 124 del 2015 (riforma della pubblica amministrazione) approvati, in via preliminare, dal Governo lo scorso 20 gennaio.
«Anche su questo fronte – ha conlcuso l’assessore Demuro – si è registrata una piena convergenza sulla necessità di favorire il processo di semplificazione delle pubbliche amministrazioni e conseguentemente venire incontro alle esigenze dei cittadini.»

Banda Brigata Sassari 2 copia
Il presidente della Giunta regionale, Francesco Pigliaru, e l’assessore degli Affari Generali, Gianmario Demuro, parteciperanno con la presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, e i rappresentanti dei 71 circoli dei Sardi in Italia, a Trieste, alle celebrazioni previste per il centenario della Grande Guerra,
L’omaggio al sacrificio degli eroici fanti della Brigata Sassari, organizzato su iniziativa della FASI (Federazione Associazioni Sarde in Italia) a Trieste si aprirà, per i rappresentanti della Regione Sardegna, nella mattina di sabato 9, alle ore 11.00, con la visita a Redipuglia e la deposizione di una corona sull’altare del Sacrario, alla presenza della presidente Serracchiani.
Nel pomeriggio si svolgerà, presso la Sala Convegni del Museo Revoltella, il convegno “Il futuro delle specialità delle Regioni Autonome”, incentrato sulla riscrittura degli Statuti speciali delle Regioni autonome alla luce dei cambiamenti socio-economici avvenuti in Italia e in Europa dal 1948 a oggi, con un’attenta riflessione sul ruolo attuale delle Specialità. Sarà presentato il disegno di riforma costituzionale e le esigenze di rivisitazione dell’ordinamento giuridico. E’ previsto l’intervento dell’assessore Gianmario Demuro. La conclusione dei lavori sarà affidata ai presidenti delle Regioni Sardegna e Friuli, Francesco Pigliaru e Debora Serracchiani. In serata, al Punto Franco Vecchio magazzino, il presidente Pigliaru renderà un saluto al termine della cena per i partecipanti al convegno organizzata dalle Coldiretti di Sassari e Trieste-Gorizia.
Alle ore 10.00 di domenica sarà reso onore ai caduti nel corso di una cerimonia sul Colle di San Giusto. A seguire, per Sa Die de Sa Sardigna dedicata al Centenario della “Brigata Sassari” nella Grande Guerra, interverranno l’assessore Gianmario Demuro e il presidente Circolo Sardi di Trieste Salvatore Dore, il sindaco di Trieste Roberto Cosolini, la presidente FASI Serafina Mascia, il presidente del Comitato sardo per il Centenario della Grande Guerra Aldo Accardo, il comandante della Brigata Sassari Arturo Nitti e l’assessore della Cultura del Friuli Venezia Giulia, Gianni Torrenti. Seguirà il concerto della Banda Brigata Sassari e, nel pomeriggio, l’esibizione di cori e gruppi di ballo sardo.

 

Le dune di Teulada.

Esercitazioni militari copia

«In un mondo in cui tutto cambia e si trasforma, solo la dimensione delle servitù militari della Sardegna rimane immutata. Ora è tempo di cambiare. Sulle servitù militari e sui relativi territori i Sardi protestano da troppo tempo. Non firmeremo l’intesa.»

Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, ha aperto così il suo intervento, ieri mattina nell’aula magna della città militare della Cecchignola a Roma, alla seconda Conferenza nazionale sulle servitù militari. La posizione della Sardegna portata dal presidente alla Conferenza, che si era riunita una sola volta, nel 1981, è la medesima votata nell’ordine del giorno di martedì dal Consiglio regionale: nel rispetto per il ruolo delle Forze armate, esprime la necessità di un riequilibrio e pone richieste chiare allo Stato. In attesa di risposte, il presidente Pigliaru non ha firmato l’Intesa, stipulata dal #ministero della Difesa con le Regioni Puglia e Friuli Venezia Giulia. 

«Con la Sardegna – ha chiarito il ministro della Difesa Roberta Pinotti – apriamo un tavolo bilaterale per arrivare insieme a un’intesa». Il ministro ha sottolineato che c’è bisogno di creare un nuovo rapporto tra la Difesa e il Paese e che è importante, nel rapporto con la Sardegna, comprendersi reciprocamente per andare verso obiettivi condivisi. In relazione alle richieste su costi-benefici, il ministro ha concordato sull’opportunità di capire come muoversi verso un riequilibrio. 

Alla giornata politica della Conferenza in cui è intervenuto il presidente Pigliaru, con il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, erano presenti il sottosegretario Domenico Rossi, il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani ed il ministro dell’ambiente Gian Luca Galletti, che ha evidenziato come sia indispensabile mostrare la credibilità scientifica di ciò che viene fatto, per poi confrontarsi con le comunità. «La trasparenza e la cultura dell’ambiente – ha detto, sono le posizioni su cui aprire un dialogo». 

Nel suo intervento, che ha toccato molti punti, il presidente Pigliaru ha citato l’ex presidente Mario Melis che già nell’incontro del 1981 denunciò «la pesante sproporzione fra il peso delle servitù militari gravanti nell’isola e quello imposto alla gran parte delle altre regioni italiane e citò un ordine del giorno del 10 gennaio 1980 che impegnava il governo ad attuare “un piano di ridislocazione delle forze armate su territorio nazionale volto ad alleggerire le relative installazioni militari e servitù della Sardegna». 

«In tempi di spending review – ha detto Francesco Pigliaru – si tagliano costi ovunque, si riduce e si risparmia ma si fa una eccezione: la dimensione dei poligoni e delle servitù della Sardegna. Non sono qui per sentirmi dire che la posizione sui poligoni non è negoziabile, sono qui per ragionare e avviare una negoziazione. Sulle servitù militari lo Stato italiano si è posto con la logica minimalista e liquidatoria degli indennizzi forfettari. Il tema è giustizia, correttezza delle regole, certezza dei diritti, equa distribuzione dei doveri: la base stessa del patto costituzionale.» 

«Non si può essere gravemente sperequati da una prassi dello Stato di cui si fa parte – ha proseguito il Presidente della Regione – non si può più ritenere scontato che la gran parte delle servitù militari della Repubblica italiana sia in Sardegna. Quando non si tollera più una situazione grave e protratta in questo modo per decenni, il rischio è che si intacchi la fiducia nella leale collaborazione tra i diversi livelli istituzionali.» Pigliaru ha specificato che «riequilibrio è la parola chiave di questa conferenza», ed ha chiesto che lo Stato affronti le sue responsabilità dando inizio a un processo di dismissioni e bonifiche. «Le bonifiche sono una grande occasione di lavoro, di educazione, di civiltà, di sviluppo, di recupero e riuso e vanno finanziate a valere sulla fiscalità generale della Repubblica.»

Francesco Pigliaru ha poi citato l’esempio di Porto Tramatzu – Sabbie Bianche in prossimità del poligono di Teulada (aree SIC per le quali esistono progetti di sviluppo in chiave di tutela ambientale) in cui è localizzato un vero e proprio stabilimento balneare militare, una sorta di benefit della Difesa e la Servitù di Guardia del Moro nell’Isola di Santo Stefano, nell’arcipelago della Maddalena, un deposito di munizioni all’interno di un Parco nazionale. 

«La ricchezza naturale e le limitazioni militari coincidono proprio laddove le stesse leggi dello Stato prevedono che si innalzi il livello di tutela. La Difesa colloca bombe dentro un Parco Nazionale e chiude le scuole: noi vogliamo più scuole e meno bombe», ha proseguito il governatore, citando il caso della progressiva riduzione delle attività della scuola per sottufficiali della Marina a La Maddalena. 

In conclusione, la proposta della Regione Sardegna, da valutare in un successivo tavolo negoziale, chiede trasparenza e l’abbandono della logica degli indennizzi forfettari. Sulla base di dati incontrovertibili, il presidente Pigliaru ha inoltre preteso: tutela ambientale e della salute, tempi certi per attivare i processi di riequilibrio, avvio di processi di riconversione delle attività tramite programmi di ricerca tecnologica, innovazione e sviluppo; un percorso condiviso per la valutazione dei costi da mancati sviluppi alternativi dei Comuni nei quali insistono i poligoni; la fluidificazione dei processi di dismissione e acquisizione al patrimonio regionale dei beni immobili demaniali non più necessari alla Difesa; l’immediata estensione del periodo di sospensione delle esercitazioni, che non dovranno più svolgersi dal primo giugno al 30 settembre; l’immediata esclusione degli indennizzi dal calcolo degli spazi finanziari definiti dal patto di stabilità interno e l’istituzione, presso i Poligoni, di Osservatori ambientali indipendenti.

Francesco Pigliaru 1 copia

Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, non ha firmato il protocollo d’intesa con il ministero della Difesa sulle servitù militari. Francesco Pigliaru ha motivato la mancata firma con il fatto che i tempi non sono maturi e ormai da troppo tempo i sardi protestano senza essere ascoltati.

Il governatore ha mostrato i dati delle servitù nell’Isola, sui quali si registra un grado di incidenza dei gravami di circa il 65% rispetto al totale nazionale: oltre 30mila ettari impegnati dal Demanio militare, spazi aerei sottoposti a restrizioni o interdetti, 80 km di costa non accessibili per alcuna attività economico-turistica, tre poligoni di tiro (Capo Teulada, Capo Frasca e Salto di Quirra) che sono i più vasti d’Europa. Un’analisi dettagliata, presentata ai tecnici del Ministero prospettando un’integrazione così da elaborare un quadro di informazioni e conoscenza chiaro e definito.

All’interno delle considerazioni tecniche portate all’attenzione della Conferenza da parte del ministero della Difesa, per voce del generale Alberto Rosso, è emerso che il trasferimento in altre zone delle attività svolte a Teulada, Quirra e Capo Frasca appare “non facile”, ma è stato sottolineato che la Difesa ha avviato un costruttivo percorso – ove possibile – per trovare soluzioni “attagliate” alle esigenze locali e ripensare i poligoni come «opportunità di cooperazione civile e militare», così come l’avviare, secondo linee concertate tra la Difesa e la Regione Sardegna, un processo di riduzione delle aree interessate.

Queste considerazioni non hanno soddisfatto Francesco Pigliaru che ha chiesto con grande fermezza il riequilibrio della presenza militare in Sardegna, con la dismissione dei Poligoni di Capo Teulada e di Capo Frasca.

Il protocollo d’intesa è stato firmato dai governatori della Puglia, Nichi Vendola e del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani.

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Il ministero della Difesa pagherà integralmente gli indennizzi per l’annualità 2012 agli operatori della piccola pesca danneggiati dallo sgombero di specchi d’acqua per esercitazioni militari, come richiesto dal Presidente della Regione Francesco Pigliaru.

«Il ministro della Difesa Roberta Pinotti, che ho incontrato oggi a Roma per una prima discussione sul tema delle servitù militari e cui già nei giorni scorsi avevo esposto per lettera le richieste della Sardegna, si è immediata attivata, pur nelle difficoltà del bilancio, per trovare una soluzione insieme al Ministero dell’Economia e delle Finanze – ha spiegato il Presidente Pigliaru, che ha partecipato all’incontro con i colleghi del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, e della Puglia, Nichi Vendola -. Nel giro di poche ore il Ministro ha trovato la immediata copertura che garantisce da subito il pagamento integrale e non solo del 52% come era finora previsto. Abbiamo inoltre ricevuto assicurazione dal Ministro che, dati i tempi tecnici, il pagamento integrale potrà avvenire entro 20 giorni. In più è stato definito il tavolo per la discussione delle servitù militari tra Regione e Ministero – ha concluso Francesco Pigliaru. Si riunirà subito dopo Pasqua, in vista di una conferenza a breve sul tema delle servitù.«

In quelle sedi la Regione Sardegna porterà avanti le istanze sulla riconduzione e riconversione dei poligoni, le emergenze ambientali e di tutela della salute, l’impatto sulle attività economiche, il riavvio dei processi di dismissione dei beni militari.

Ugo Cappellacci copia

Cresce l’appeal di Ugo Cappellacci, che ora è 15° con il 47,3% dell’indice di gradimento (era al 44,1% nel mese di marzo), nell’indagine trimestrale di Monitoregione dell’istituto Datamonitor sull’apprezzamento dei governatori di Regione per il terzo trimestre del 2013. Ugo Cappellacci torna ai livelli di gradimento del marzo 2012, il più alto degli ultimi 18 mesi dopo il 47,5% del giugno 2012.

Enrico Rossi (Toscana – PD), con una percentuale di gradimento pari al 58% è il Presidente di regione più amato d’Italia (era secondo nella precedente rilevazione). Al secondo posto Nicola Zingaretti (Lazio – PD), che passa dalla prima posizione del secondo trimestre alla seconda del terzo con il 57,8% dei consensi. Si conferma al terzo posto Luca Zaia (Veneto – Lega Nord) con il 57,5%.

In quarta posizione troviamo un ex aequo con il 53,2% tra Stefano Caldoro (Pdl), presidente della regione Campania che conferma la sua posizione, la neo eletta Debora Serracchiani (Friuli Venezia Giulia – PD) e Vasco Errani (PD), che nella precedente rilevazione era quinto, governatore dell’Emilia Romagna.

Nella top ten troviamo poi in settima posizione Gian Marco Spacca (Marche – PD) con il 53,1% era quinto a giugno 2013, ottavo Rosario Crocetta (PD) presidente della regione Sicilia con il 52%, che perde due posizioni, nono Roberto Maroni (Lombardia – Lega Nord) che con il 51,3% fa segnare una discesa di due posti.

La classifica dei governatori vede passare dalla nona alla decima posizione Nichi Vendola (Puglia – SEL) con il 50,7%, dall’ottava all’undicesima Claudio Burlando (Liguria – PD) con il 50,5%, pari merito con Paolo di Laura Frattura (Molise – PD) con il 50,5% che invece era sesto nel secondo trimestre dalla decima alla tredicesima Katiuscia Marini (Umbria – PD) con il 49,6%.

La quattordicesima piazza è per il governatore del Piemonte Roberto Cota (Lega Nord) al 48%. Alle spalle di Ugo Cappellacci, quindicesimo, chiudono la classifica Giuseppe Scopelliti (Calabria – Pdl) sedicesimo con il 47% e Giovanni Chiodi (Abruzzo – Pdl) diciassettesimo con il 46,4%.