La crisi del polo industriale di Portovesme precipita. Ieri 28 febbraio le organizzazioni sindacali di FIOM, FSM e UILM Territoriali, unitamente alle Rsu, hanno incontrato alle 10.00 la ISC e la SEGESA, e alle 15.00 la FM Grigliati.
«Nell’incontro tenuto in mattinata si è registrata l’ennesima disfatta derivante dalla perdita occupazionale presso il cantiere della Portovesme srl, dove le realtà attuali che comprendono 111 unità (solo un anno e mezzo fa si registravano poco meno di 200 dipendenti), sono costrette ad impegnare costantemente, solo il 20% della forza lavoro – si legge in una nota delle segreterie territoriali FIOM FSM UILM Sardegna Sud-Occidentale Sulcis Iglesiente –. Situazione che obbliga l’azienda ad un utilizzo della Cigs elevatissima, non sostenibile per le lavoratrici ed i lavoratori coinvolti. Nel pomeriggio le organizzazioni sindacali hanno incontrato la FM Grigliati e anche con quest’ultima, è stata aperta la cassa integrazione guadagni ordinaria per 30 lavoratori/giorno sui 41 totali. FIOM, FSM e UILM ritengono ingestibile la gravissima crisi che si sta affrontando nel cantiere della Glencore, dove la pace sociale più volte annunciata dalla Direzione aziendale, si scontra con la realtà dei fatti, in cui la forza lavoro degli appalti è ridotta ai minimi termini. SKV, GSMI, SOCHER, ISC, SEGESA, FM Grigliati, CQ Nol sono state costrette all’avvio della cassa integrazione in conseguenza della imponente perdita di commesse. Nel frattempo i lavoratori della Nuova ICOM, Elastomeccanica, Mi.Da.Charter, Jap, Anticorrosione Sardegna, sono spariti dal registro delle presenze in stabilimento. La maggior parte dei lavoratori della GSMI sono costretti ad accettare trasferimenti anche fuori dalla Sardegna per non essere licenziati (e questa può essere considerata una fortuna). La procedura di licenziamento che sta perseguendo la CQ Nol, è la prima conseguenza che impone un cambio di tendenza, se non si vuole incorrere al massacro generale, che coinvolgerà la totalità della forza lavoro»
«Chi è in grado di garantire la pace sociale in una situazione simile? – chiedono le segreterie territoriali FIOM FSM UILM Sardegna Sud-Occidentale Sulcis Iglesiente -. Insomma, una crisi infinita, che si identifica con la mancanza di politica industriale e che ancora una volta vede sul banco degli imputati le multinazionali, che delocalizzano abbandonando il territorio. Sullo stesso banco ci vanno le istituzioni politiche, incapaci di fornire gli strumenti utili a contrastare una concorrenza sempre più forte, in cui il costo energetico ha sempre una rilevanza assoluta. Quanto sta avvenendo, impone una immediata presa di posizione, attraverso la proclamazione dello stato di agitazione, non escludendo iniziative di mobilitazione, se non ci saranno rapide soluzioni a quanto sta avvenendo.»
Le segreterie territoriali FIOM FSM UILM Sardegna Sud-Occidentale Sulcis Iglesiente chiedono il rispetto di quanto dichiarato dai ministri Adolfo Urso e Marina Calderone, insieme alla Presidente della Regione Alessandra Todde e degli assessori dell’Industria Emanuele Cani e del Lavoro Desirè Manca il 27 dicembre 2024, data in cui affermarono strategiche le produzioni che Glencore si apprestava a fermare, nonostante la contrarietà di sindacati e istituzioni. Che fine hanno fatto le continuità produttive e i player pronti a continuare nelle produzioni?
«FIOM, FSM e UILM ripartono da quelle dichiarazioni, riprese e confermate nel successivo incontro al MIMIT, ritengono che non ci sia più tempo da perdere e che quella, sia l’unica via di salvezza per superare le gravissime difficoltà del momento: la ripresa produttiva dello zinco, anche attraverso il processo elettrolitico e non limitatamente ai fumi di acciaierie e non all’accesso imponente agli ammortizzatori sociali come si è costretti a subire. Convocano con carattere di urgenza il Coordinamento appalti dei metalmeccanici per lunedì 3/03/2025 dalle ore 08.00 presso la Portovesme srl. Quanto sta avvenendo presso la Portovesme srl, unito alla gravità dell’ex ALCOA e all’incertezza della Centrale Enel, rischia una implosione sociale senza precedenti, in cui la politica a tutti i livelli ha la responsabilità e l’obbligo di chiarire e rispondere al più presto su quello che sarà il futuro dell’intero polo industriale. Perché anche prendere tempo, non dare le risposte attese, nella grave situazione in cui ci troviamo equivale a rispondere negativamente ad ogni possibilità di garanzia produttiva o occupativa. FIOM FSM e UILM, con tutte le RSU dei metalmeccanici, chiedono DISCONTINUITÀ su tutti i fronti», concludono le segreterie territoriali FIOM FSM UILM Sardegna Sud-Occidentale Sulcis Iglesiente.