22 November, 2024
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Il Consiglio regionale è stato convocato per le 16.00 di domani, martedì 5 novembre. All’esame dell’aula l’ordine del giorno (Mula e più) sulle azioni a supporto della filiera lattiero-casearia, la mozione 91 (Desirè Manca e più) sulla somministrazione delle terapie della sclerosi multipla in Sardegna e la n. 35 (Mele e più) sull’urgenza di verificare l’origine dei gravi disservizi relativi alla fornitura e consegna dei presidi e ausili necessari al trattamento dei pazienti in ADI, con particolare riferimento ai pazienti affetti da sclerosi multipla. Seguirà il dibattito sulle mozioni 68 (Cocco e più)  sulla grave situazione di incertezza per i lavoratori precari all’interno dell’Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna “G. Pegreffi”, sulla 70 (Mura e più) sulla situazione del Centro addestramento e istruzione professionale (CAIP) della Polizia di Stato con sede ad Abbasanta e sulla 71 (Agus e più) sulle iniziative per promuovere e sostenere la cultura della donazione di organi e tessuti e sull’istituzione della giornata regionale della donazione e del trapianto. Ultimo punto inserito nel calendario d’Aula è l’ordine del giorno (Gian Franco Satta e più) sugli  indirizzi impartiti dall’assessore regionale dell’Agricoltura e Riforma agro-pastorale in violazione del principio della separazione delle funzioni di indirizzo politico da quelle di direzione amministrativa.

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«I risultati positivi raggiunti fino a oggi dalla Regione Sardegna nella lotta alla peste suina rischiano di svanire in meno di un anno se la Giunta non adotterà immediatamente nuove misure di contrasto alla peste suina africana che, seppur in misura minore rispetto agli anni precedenti, ancora attanaglia gli allevatori sardi. Come denunciato dal deputato sardo del M5S Alberto Manca l’immobilismo attuale è deleterio.»

Lo scrive, in una nota, il consigliere regionale del M5S Michele Ciusa, che ha promosso un’interrogazione (sottoscritta anche dai colleghi del M5S Desirè Manca, Alessandro Solinas, Roberto Li Gioi) sulla necessità di pianificare nuovi e necessari abbattimenti per contrastare la peste suina.

«Ci troviamo in una pericolosissima situazione di stallo, poiché da marzo 2019, a seguito dell’insediamento della Giunta Solinas, gli abbattimenti degli animali allo stato brado e infetti sono stati interrotti. Ma c’è di più: attualmente ancora non risulta l’esistenza di un documento programmatico volto a pianificare le necessarie attività di abbattimento – aggiunge Michele Ciusa -. Come già denunciato da Alberto Manca questa situazione rischia di compromettere l’evoluzione del percorso virtuoso portato avanti negli anni e tradire l’aspettativa di totale eradicazione della peste suina dei maiali e dei cinghiali nell’arco di uno al massimo due anni, come previsto.»

Così, la battaglia portata avanti da Alberto Manca a livello nazionale, condivisa dai consiglieri Michele Ciusa, Desirè Manca, Alessandro Solinas e Roberto Li Gioi (M5S) è approdata con rinnovato vigore in Regione grazie all’atto promosso da Michele Ciusa (M5S).

A rischio anche le attività di export: «Certi che anche la maggioranza in Consiglio intenda tutelare le aziende sarde ed evitare serie ripercussioni di carattere economico nelle filiere suinicole e di trasformazione isolane, chiediamo che i controlli sui capi di bestiame riprendano al più presto possibile, e che riprendano subito anche le necessarie attività di abbattimento».

Michele Ciusa chiede al presidente Christian Solinas e all’assessore della Sanità Mario Nieddu se siano a conoscenza dell’incremento della popolazione di suini tenuti illegalmente al pascolo brado e quali iniziative intendano intraprendere «per evitare che l’inerzia della Regione possa pregiudicare l’eradicazione della Peste Suina Africana». Ma anche, «di potenziare il supporto logistico offerto dalle forze di polizia agli operatori impegnati nelle relative attività di controllo in modo da velocizzare e semplificare i procedimenti burocratici necessari».

gianluigideidda@gmail.com

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La capogruppo del M5S in Consiglio regionale, Desirè Manca, chiede alla collega Elena Fancello, passata al gruppo Misto, di rispettare gli elettori sardi e rassegnare le dimissioni.

«”Ho avuto l’onore di essere stata selezionata dagli attivisti e votata dai sardi che credevano in me e nella nostra offerta politica”. Queste sono soltanto due righe del lungo discorso della consigliera Elena Fancello con il quale ha motivato la sua scelta di passare al gruppo Misto. Due righe oltremodo significative a mio avviso – sostiene Desirè Manca -. Due righe che racchiudono in sé un concetto fondamentale: la consigliera Fancello ha avuto l’onore di essere stata selezionata non da un gruppo di cittadini sardi vicini a un partito qualsiasi, bensì dagli attivisti del Movimento 5 Stelle. La consigliera Fancello non è stata votata dai sardi che credevano in un’offerta politica generica, ma ha avuto l’onore di poter far parte della massima Assemblea sarda grazie al voto di tanti cittadini convinti di aderire ad un’offerta politica ben precisa, quella del Movimento 5 Stelle.»

«Indubbiamente la sua elezione è strettamente collegata ai valori, ai risultati ottenuti e alle battaglie portate avanti dal Movimento 5 Stelle negli anni. Indubbiamente è legata al simbolo del Movimento 5 stelle. Un simbolo che, in questo caso, parrebbe essere stato utilizzato come un grande bacino utile al solo scopo di raccogliere le preferenze necessarie all’ottenimento di una poltrona in Consiglio regionale – aggiunge Desirè Manca -. È in nome dell’onestà nei confronti degli elettori che chiedo le dimissioni dal Consiglio regionale di Elena Fancello, a nome mio e dei consiglieri regionali Alessandro Solinas, Michele Ciusa e Roberto Li Gioi.»

«Per coerenza, per onestà, ma soprattutto per rispetto di tutti gli attivisti del Movimento 5 Stelle e dei suoi portavoce chiedo alla consigliera Fancello di fare un passo indietro e compiere un atto dovuto: rassegnare le dimissioni subito – conclude Desirè Manca -. Il voto rappresenta la volontà del popolo, tradire questo mandato significa non avere rispetto di quello che è un esercizio democratico.»

Nel suo intervento, la capogruppo del M5S parla esprime una posizione condivisa da altri tre consiglieri pentastellati. Desirè Manca non cita Carla Cuccu, consigliera iglesiente eletta nella lista circoscrizionale di Cagliari. Carla Cuccu che, viceversa, è stata citata da Elena Fancello nella nota in cui ha annunciato la sua decisione di abbandonare il M5S e di aderire al gruppo Misto. Nello specifico, Elena Fancello ha tenuto a sottolineare che  «l’unica, insieme a me, a firmare la proposta di modifica della legge riguardante l’apprendistato professionalizzante, elaborata dagli attivisti del “tavolo lavoro” durante la scrittura del programma regionale, è stata la collega Cuccu».

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Il conigliere regionale del M5S Alessandro Solinas ha presentato una mozione (firmata anche da Desirè Manca, Roberto Li Gioi e Michele Ciusa) che impegna il presidente della Regione e la Giunta ad attivarsi su tutti i fronti per la valorizzazione e la promozione del sito archeologico di Mont’e Prama e di tutti i reperti rinvenuti. L’obiettivo è far sì che le preziose statue dei Giganti e tutti i reperti, attualmente distribuiti tra i musei Nazionale di Cagliari e Civico di Cabras, tornino nella loro terra d’origine, a Cabras, nella Penisola del Sinis.

«Il sito di Mont’e Prama deve diventare un luogo capace di raccontare l’identità dei territori sardi, inserito in un contesto tematico e archeologico capace di attrarre un alto numero di visitatori da tutto il mondo, e perché questo sia possibile è necessario l’impegno della Regione Sardegna.»

«Governatore e Giunta – questa la prima richiesta contenuta nella mozione – devono fornire garanzie sulla necessaria conclusione del periodo di temporaneità dell’esposizione frammentata delle sculture originali di Mont’e Prama iniziato nel 2011, garantendo il massimo impegno per far sì che il polo museale di Cabras abbia la maggiore preminenza, sia per quanto riguarda la redistribuzione che la valorizzazione delle opere. Il rilancio di Mont’e Prama è un progetto ambizioso al quale non mancano le potenzialità perché si generi una concreta ricaduta economica e di immagine sull’intero territorio regionale, anche nell’ambito di un rilancio dello sviluppo della Sardegna coerente con l’approccio della strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva.»

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«Apprendiamo oggi dalla stampa che la Procura della Repubblica di Cagliari ha iscritto nel registro degli indagati il presidente della Regione Christian Solinas per fare chiarezza sulla decisione del Governatore di nominare come suoi consulenti Franco Magi e Christian Stevelli. Come capogruppo del M5S in Consiglio regionale ho sollevato i miei dubbi a riguardo già lo scorso luglio quando, appresa la notizia, ho ritenuto meritasse una profonda riflessione.»

Lo scrive, in una nota, Desirè Manca, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale.

«La magistratura esamina quello che sarebbe l’ennesimo caso di un comportamento abituale ad una vecchia politica, che anziché tutelare il lavoro dei sardi nominando persone con specifica competenza ha sempre avuto la tendenza a nominare gli amici stretti – conclude Desirè Manca -. Esprimo la mia massima preoccupazione per una vicenda che ruota attorno alla spesa di fondi pubblici, certa che sarà la magistratura a fare massima chiarezza.»

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Le commissioni Cultura e Turismo del Consiglio regionale, nella seduta congiunta presieduta da Piero Maieli (Psd’Az), hanno ascoltato l’assessore del Turismo Gianni Chessa sulle problematiche riguardanti la ripartizione dei fondi previsti dalla legge regionale n. 7 del 1955, oggetto di un ordine del giorno con la richieste di risorse aggiuntive approvato all’unanimità dal Consiglio regionale il 22 ottobre scorso.

Nella sua relazione l’assessore Gianni Chessa ha ricordato che nel 2019 si è registrato un consistente aumento delle domande (181 in più) rispetto all’anno precedente, determinando una situazione di squilibrio fra il fabbisogno (circa 14 milioni) e la disponibilità (6.4 milioni) che ha consolidato la tendenza alla crescita già emersa nelle annualità precedenti. E’chiaro, ha sostenuto l’assessore, che per il futuro bisognerà rivedere la normativa per l’accesso ai fondi regionali superando la logica del “pozzo senza fondo” ma, per il presente, è necessario individuare una soluzione sostenibile in linea con il contenuto dell’ordine del giorno votato dal Consiglio, tenendo però presente che non abbiamo voci di bilancio “libere” e che, quindi, si dovrà procedere in tempi brevi ad una variazione.

Successivamente ha preso la parola il presidente dell’Anci Sardegna Emiliano Deiana che ha chiesto alla commissione “uno sforzo importante” per sanare una situazione diventata oggettivamente molto difficile nella parte finale dell’anno. Emiliano Deiana ha poi espresso una valutazione positiva sull’ordine del giorno approvato dal Consiglio, dicendosi disponibile a lavorare ad una riforma organica della normativa regionale, condivisa con le autonomie locali.

I rappresentati delle associazioni dei settori cultura e spettacolo hanno messo l’accento soprattutto su tre punti: il ritardo con il quale sono state pubblicate le graduatorie, la difficoltà di far confluire in una programmazione unitaria le tempistiche di diversi enti pubblici ed i rapporti con sempre facili con gli uffici della Regione. La nostra preoccupazione, hanno sintetizzato, è che la mancanza di una soluzione positiva per il 2019 metta in pericolo anche la nostra capacità di stare sul mercato nelle annualità successive. Le associazioni hanno manifestato infine la massima apertura verso una riforma complessiva della legge regionale di settore, assicurando il loro contributo costruttivo.

Nel dibattito sono intervenuti i consiglieri regionali Francesco Stara, Laura Caddeo e Francesco Agus dei Progressisti, Desirè Manca del M5S e Piero Comandini del Pd.

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La Seconda e la Quarta commissione, riunite in seduta congiunta per un primo confronto sul tema dei cambiamenti climatici, hanno audito due studenti aderenti al “Fridays for future”, il grande movimento globale ispirato dalla svedese Greta Thunberg e che, anche in Sardegna, ha riportato nelle piazze migliaia di giovani per richiamare l’attenzione, di opinione pubblica e istituzioni, sui temi dell’ambiente e l’ecologia.

Ismail Samed ed Alice Beccari hanno illustrato i principali argomenti all’attenzione del movimento e ribadito l’impegno nella lotta ai cambiamenti climatici insieme con la volontà di proseguire, ancor più convintamente, nelle diverse iniziative finalizzate a favorire efficaci azioni di mobilitazione individuale e collettiva.  Sollecitati anche dagli interventi dei consiglieri dei Progressisti (Massimo Zedda, Maria Laura Orrù, Laura Caddeo); del Movimento 5 Stelle (Desirè Manca e Roberto Li Gioi); da Ignazio Manca (Lega), Francesco Mura (FdI) e Piero Comandini (Pd), i due studenti non si sottratti dall’offrire un punto vista sulle questioni di attualità nell’Isola ed  in particolare su quelle che attengono l’energia, lo sviluppo industriale e i trasporti.

Ismail Samed e Alice Beccari hanno dichiarato ferma contrarietà all’ipotesi dell’utilizzo del metano in Sardegna e più in generale «a qualunque forma di utilizzo dei combustibili fossili» esprimendosi a favore soltanto delle cosiddette “energie rinnovabili”. Un fermo no, dunque, alla dorsale sarda, agli impianti di rigassificazione, ai collegamenti con il tubo sottomarino ed anche alle centrali a carbone attualmente operanti nell’Isola. Non piace agli studenti del “Friday for future” neppure l’ipotesi di un rilancio dell’industria in Sardegna («gli annunci di questi giorni sembrano quelli fatti in altre epoche quando si propagandava l’industrializzazione con i piani di rinascita che sono poi stati un fallimento») mentre si auspica «il varo di un nuovo piano energetico alternativo rispetto a quello approvato nella passata legislatura». «Ascoltare e coinvolgere i giovani – è stato il messaggio finale degli studenti – nelle scelte che condizionano il futuro e considerare l’emergenza climatica e ecologica come reale e soprattutto come questione centrale nelle decisioni politiche».

A seguire, la Seconda commissione si è riunita, sotto la presidenza di Alfonso Marras (Riformatori sardi), per l’audizione dell’assessora del Lavoro e del direttore dell’Aspal sulla cosiddetta “vertenza articolo 58” che riguarda l’inquadramento del personale transitato, per effetto di due leggi regionali, dalle amministrazioni provinciali all’Aspal. Come è noto, i sindacati Cgil, Cisl, Uil e Sadirs, non concordano sull’ipotesi di accordo formulata dall’amministrazione e, ad esclusione della Cgil, hanno però mostrato segnali di apertura, nella trattativa che li contrappone all’assessorato e all’agenzia, per ciò che attiene “la decorrenza della parte economica” (gli arretrati spettanti ai lavoratori).

L’assessora Alessandra Zedda ed il direttore Aspal, Massimo Temussi, hanno ribadito la difficoltà nell’applicazione delle norme regionali per il corretto inquadramento del personale (comporterebbero costi troppo elevati rispetto alle coperture finanziarie) ma, preso atto delle disponibilità dichiarate dalle tre sigle sindacali e raccogliendo l’invito dei componenti la commissione consiliare, hanno accettato di procedere in tempi rapidi con una rivisitazione dei contenuti e delle tabelle, precedentemente formulate, nella proposta di accordo.

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«Il Consiglio regionale si riunirà martedì 29 ottobre alle 10,30. L’ordine del giorno prevede l’esame di una mozione sul referendum abrogativo sulla legge elettorale. Difatti poche ore or sono la Suprema Corte di Cassazione ha chiesto alle regioni, quindi anche alla Regione Sardegna, di modificare il titolo che al momento è: ‘Abolizione del metodo proporzionale nell’attribuzione dei seggi in collegi plurinominali, nel sistema elettorale della Camera dei Deputati e nel Senato della Repubblica. In particolare, la Corte ritiene necessario l’inserimento integrale dei testi delle disposizioni di cui si chiede l’abrogazione. La proposta dovrà così tornare nelle aule del Consiglio regionale sardo. Certamente sarà occasione per conoscere la profondità delle convinzioni di chi nella minoranza votò a favore del precedente testo sottolineando la bontà di uno strumento di democrazia diretta.»

Così la capogruppo del M5S in Consiglio regionale, Desirè Manca, a pochi giorni dalla seduta di Consiglio in cui verranno trattate nuovamente le tematiche legate al referendum.

«Dovremo ancora una volta destinare tempo e denaro dei sardi – sottolinea Desirè Manca – non al perseguimento del bene comune, non alla risoluzione o alla mitigazione dei problemi che minano la serenità del nostro popolo, ma all’inseguimento dell’ignoranza istituzionale di questo centrodestra romano a trazione leghista al quale la maggioranza dell’assemblea sarda pare essere prona.»

«Pur di obbedire alle richieste di Salvini verrà ancora una volta impegnato il Consiglio regionale per correggere un testo scritto male che come unico risultato avrebbe la creazione di un vuoto normativo – conclude Desirè Manca -, come è stato più volte sottolineato anche da esimi giuristi, in mancanza di un’altra legge immediatamente utilizzabile in caso di voto.»

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Il Consiglio regionale ha approvato il disegno di legge contenente disposizioni in materia di enti locali e respinto la mozione in materia di prezzo del latte.

Il presidente Michele Pais ha dichiarato aperta la seduta con l’esame del DL 51 “Disposizioni in materia di Enti Locali”.

Sull’ordine dei lavori l’on. Cocco (Progressisti) ha chiesto che «i lavori vadano ad oltranza in modo da affrontare tutti i punti all’ordine del giorno» mentre l’on. Gianfilippo Sechi ha annunciato al’Aula la nascita del nuovo gruppo “Udc-Cambiamo!“.

Sull’emendamento 51 (Satta e più), unico emendamento sopravvissuto ai ritiri dei presentatori, l’on. Gianfranco Satta (Progressisti) ha detto: «Intendiamo riportare le nomine degli amministratori straordinari nell’ambito del Consiglio delle autonomie locali, limitando l’illegittimità del vostro disegno di legge».

Contrario l’on. Pierluigi Saiu (Lega), che ha detto al centrosinistra: «Vi riscoprite paladini del Consiglio delle autonomie locali, nonostante lo abbiate ignorato per cinque anni interi nella scorsa legislatura.  Tutto ciò è meraviglioso e noi lo contestiamo nel merito: i sindaci devono fare i sindaci e non gli amministratori straordinari».

Favorevole invece all’emendamento il capogruppo del Pd, on. Gianfranco Ganau: «Ricordo che sotto il governo Cappellacci ci fu una lunga discussione con il Cal per le nomine dell’Ato. E alla fine il testo fu sostituito con la designazione del Cal: è un criterio che potrebbe valere anche in questo caso, senza che ci sia scandalo».

Anche l’on. Francesco Agus (capogruppo dei Progressisti) si è detto favorevole all’emendamento e ha invitato la maggioranza e i suoi esponenti di spicco «a un maggiore ascolto, anche perché il legislatore regionale non ha il diritto di intervenire su tutte le materie in questo campo. Temo che la legge sia viziata e impugnata dal governo, nonostante gli sforzi che abbiamo fatto presentando l’emendamento 51».

Voto favorevole anche per l’on. Massimo Zedda (Progressisti), secondo cui «possiamo discutere quanto vogliamo di che cosa è stato fatto bene o male nella passata legislatura. Non capisco perché però si debbano reiterare gli errori. E non accetto il vostro giudizio sul nostro atteggiamento sul Cal, visto che alle scorse europee abbiamo candidato all’unanimità proprio il presidente del Cal, attuale sindaco di Nuoro».

Per Leu l’on. Eugenio Lai «l’on. Pierluigi Saiu ripete come un disco rotto le accuse nei confronti del Pd e del passato. Ma se lui rappresenta la discontinuità spetta a lui segnare questa discontinuità» mentre l’on. Diego Loi (Progressisti) ha affermato: «Le autonomie locali sono o non sono l’espressione più alta della rappresentanza popolare? Se sì, mi sembra molto contrastante negare il diritto alle autonomie locali ad esprimere la rappresentanza nelle province, anche attraverso il Consiglio delle autonomie locali».

Il vicecapogruppo del Pd, on. Roberto Deriu, ha detto: “Sono molto d’accordo con quanto affermato dall’assessore agli Enti locali. Al punto che dico: se voi volete l’elezione diretta delle Province, perché non l’avete scritto nella legge? Lo so: perché non avete ancora messo la testa sulla materia. Il governo siete voi e spetta a voi la responsabilità dei compiti più ingrati. Vi consigliamo di votare questo emendamento perché almeno date a queste province un assetto democratico. Perché non avete sfidato il governo se credete che sia giusto consentire l’elezione diretta delle province”.

Replicando all’on. Roberto Deriu, l’on. Franco Mula (capogruppo Psd’az) ha annunciato il voto contrario e ha detto: “Voteremo contro non perché non ci sia un criterio logico in questo emendamento ma perché dopo sei mesi è giusto che diamo un segnale di cambiamento in attesa delle elezioni”.

Anche l’on. Daniele Cocco (Leu) ha annunciato il voto a favore dell’emendamento 51: “Ha detto bene il presidente Deriu e non possiamo aspettare un altro anno di commissariamento”. Concorde anche l’on. Antonio Piu (Progressisti): “Se dopo sette mesi ancora non riuscite a delineare una strategia e una riforma degli enti locali, inizio un po’ a preoccuparmi”.

Dal centrodestra l’on Giorgio Oppi (Udc) ha preso la parola: “Ora dobbiamo approvare la legge e vi bocceremo anche questo emendamento. Sarei grato se rispettassimo l’accordo e ci occupassimo degli altri temi all’ordine del giorno”.

Per il Pd l’on. Giuseppe Meloni “le argomentazioni del presidente della Prima commissione, on. Saiu, sono deboli e pretestuose. Per quanto tempo pensate di andare avanti parlando di chi vi ha preceduto”.

Sempre dai bandi dell’Udc l’on. Domenico Gallus ha preso la parola. “E’ giusto che la faccia ce la mettiamo noi, non abbiamo nessun problema a prendere decisioni chiare”.

L’Aula ha respinto l’emendamento 51 (Satta e più) con 39 voti contrari.

Approvato invece l’articolo 1 e dunque la legge, con 32 favorevoli.

Il Consiglio ha poi iniziato l’esame dei 2 ordini del giorno presentati.

Il consigliere di Sardegna 20/20 Stefano Tunis ha annunciato il ritiro dell’ordine del giorno da lui proposto come primo firmatario, in considerazione dell’incontro di diverse sensibilità tendenti ad includere alcuni Comuni all’interno della Città Metropolitana di Cagliari.

Il presidente ha avviato la discussione dell’ordine del giorno n. 2.

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula, raccogliendo le indicazioni provenienti da alcuni gruppi di maggioranza ed opposizione, ha proposto una breve sospensione della seduta per favorire la stesura di un ordine del giorno condiviso. La richiesta è stata accolta.

Alla ripresa dei lavori, il presidente ha comunicato il ritiro dell’ordine del giorno n.2, sostituito integralmente da un nuovo documento sulla copertura finanziaria da assegnare alle domande giudicate ammissibili in materia di manifestazioni di grande interesse turistico dalla normativa regionale (legge 7/55). Essendo rimaste fuori iniziative per un controvalore di circa 6 milioni di euro, l’ordine del giorno impegna la Giunta e l’assessorato a reperire le risorse necessarie e, in tempi brevi, riordinare la materia attraverso un disegno di legge organico.

Messo ai voti, l’ordine del giorno è stato approvato con 51 voti favorevoli e 2 astenuti.

Il presidente ha quindi chiamato la votazione finale del Dl n. 51.

Il consigliere Giuseppe Meloni (Pd), contrario, si è detto deluso rispetto alla proposta della maggioranza che non ha accettato i suggerimenti dell’opposizione, limitandosi ad una mini distribuzione di poltrone e perdendo una buona occasione per riorganizzazione il sistema delle autonomie locali.

Il consigliere Cesare Moriconi, anch’egli del Pd, ha sostenuto che è vero che ciascuno deve fare la propria parte ma è evidente che sulla riforma degli Enti locali la Giunta è inadempiente. Sul piano formale, ha aggiunto, sarà comunque necessario un passaggio in Aula dopo i commissariamenti disposti dall’esecutivo, sia nelle aziende agricole che in quelle sanitarie.

Il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus, contrario, ha messo l’accento sul fatto che la legge parte da un errore, cioè credere che le Province siano subordinate alla Regione, e da un’ambiguità, con la Regione che si fa carico delle Province esclusivamente con fondi propri sostituendosi indebitamente allo Stato.

Il consigliere della Lega Pierluigi Saiu, favorevole, ha polemicamente constatato che la maggioranza si sta “pentendo” di molte delle sue posizioni precedenti; quanto poi all’accusa rivolta alla maggioranza di non concentrarsi sul futuro, Pierluigi Saiu l’ha respinta ricordando che anche l’ordine del giorno votato qualche minuto fa si è reso necessario per riempire il “buco” della precedente legislatura.

Il consigliere Domenico Gallus (Udc-Cambiamo!), riprendendo alcune osservazioni del collega Giuseppe Meloni, si è dichiarato soddisfatto delle spiegazioni.

Il consigliere del Pd Piero Comandini, contrario, ha accusato la maggioranza di confondere le riforme con operazioni di “spoil-system”, per giustificare un sostanziale immobilismo. Con l’ultimo ordine del giorno, ha precisato, non si sta tappando alcun buco ma ripristinando il rispetto delle regole per l’assegnazione dei contributi, assegnati perfino ad associazioni che non hanno partecipato ai bandi. Siamo in attesa, ha concluso, di una vera riforma degli Enti locali, che sarà l’unico banco di prova.

Il consigliere Eugenio Lai (Leu) ha stigmatizzato l’andamento della discussione in aula: «Si concorda un modus operandi che ogni volta si stravolge per smania di protagonismo». Rivolto al capogruppo della Lega Pierluigi Saiu ha poi detto: «Non ho girato partiti politici, sono sempre stato a sinistra. Non sono passato da Forza Italia a Unidos poi a una lista civica e infine alla Lega. Questo dà il senso della sua coerenza politica. Non mi preoccuperei dell’oggi ma del domani visto che c’è un ricorso che pende sulla vostra elezione. Aspettiamo i fatti, per ora non si confonda una leggina che cambia i commissari con una legge di riforma. Il provvedimento rischia di essere impugnato. Questa sua effervescenza la riserverei ad altre cose».

Il consigliere Massimo Zedda (Progressisti) ha annunciato il suo voto contrario: «Il provvedimento è condito da tante aspettative ma si riduce a una mera sostituzione di commissari straordinari. Lo spoil system è legittimo, contestiamo i tempi, si è aspettato troppo, adesso si rischia». Sull’ordine del giorno per i fondi dello spettacolo, Zedda ha sottolineato: «I contributi per le associazioni di spettacolo è sempre stato rimpinguato in corso d’opera per una questione di tecnica di bilancio».

Voto favorevole al provvedimento ha annunciato il capogruppo di Forza Italia Angelo Cocciu: « E’ un passaggio importante che si poteva fare prima – ha detto Angelo Cocciu – noi non siamo nemici di nessuno ma favorevoli a tutto ciò che possa portare beneficio ai territori». Il capogruppo azzurro ha poi voluto esprimere solidarietà ai colleghi della Lega: «Non hanno bisogno di difensori ma dispiace sentire qualcuno augurarsi che escano fuori dal Consiglio per una decisione del tribunale. Io invece spero che la Lega continui a rimanere in quest’Aula».

Alessandro Solinas (M5S), a nome di tutto il gruppo pentastellato, ha annunciato il voto contrario al provvedimento: «Lo spoil system è un vostro diritto ma non dovete trascurare i vostri doveri: il primo è portare avanti il programma di governo».

Michele Ennas (Lega) ha espresso ottimismo sull’operato della Giunta: «Confido molto nel lavoro dell’assessorato: la riforma terrà conto delle esigenze di tutti i territori. Non guardiamo al passato ma al futuro». Rivolto al consigliere Lai (Leu) ha poi concluso: «Sperare che un Tribunale sovverta un voto popolare è antipatico. L’on. Lai non è l’unico a sperarlo. Noi resistiamo».

Maria Laura Orrù (Progressisti) ha invitato l’Aula a non alimentare fuochi inutili. «Se si dice di voler essere diversi occorre agire di conseguenza. Non riesco a comprendere quale diversità state praticando: presentate una proposta solo per sostituire i commissari straordinari delle province. Non c’è nessuna riforma. Non fa bene continuare ad appigliarsi solo agli slogan. Non si restituisce così credibilità alle istituzioni».

Il capogruppo di Fratelli d’Italia Francesco Mura ha annunciato il voto favorevole del gruppo di Fratelli d’Italia e ha espresso solidarietà ai colleghi della Lega per le parole pronunciate in aula dall’on. Lai.

Posto in votazione, il disegno di legge n. 51 è stato approvato con 33 voti a favore, 24 contrari e un astenuto.

Ha quindi preso la parola per fatto personale Pierluigi Saiu (Lega). Replicando all’on. Eugenio Lai ha detto: «Non conosco la sua storia politica, non perché la ritenga insignificante ma perché non mi interessa. Se lei è il risultato delle scissioni della sinistra, la sinistra avrebbe meritato miglior fine. La invito comunque ad approfondire la mia storia sulla quale ha detto diverse inesattezze. Siedo qui perché oltre 2200 cittadini mi hanno dato fiducia. A questi cittadini devo rispondere anche se questo può non piacere all’on. Eugenio Lai».

Il capogruppo di Leu, Daniele Cocco ha suggerito a tutti di abbassare i toni e rivolto un invito al presidente Michele Pais: «Presidente faccia il presidente, oggi sono avvenute delle cose inaudite: ha fatto ripetere la votazione perché alcuni consiglieri erano fuori dall’Aula, poi un consigliere ha chiesto una sospensione che, eccezionalmente, gli è stata concessa. Ricordo inoltre che gli assessori-non consiglieri non possono stare sui banchi del Consiglio ma devono restare nei posti assegnati alla Giunta. Eugenio Lai e Pierluigi Saiu sbagliano, se continuiamo così non la finiamo più. Si mantengano gli impegni assunti all’unanimità in Conferenza capigruppo».

L’Aula è quindi passata all’esame della mozione n. 92 “sui ritardi in capo alla Giunta regionale sulle azioni a supporto della filiera lattiero-casearia”.

Il primo firmatario Eugenio Lai (Leu), in apertura del suo intervento, ha rivolto un appunto al presidente della Regione Christian Solinas: «Balza agli occhi la presenza di Solinas in aula sulle nomine, mentre esce quando si parla di agricoltura e del prezzo del latte».

Il rappresentante dell’opposizione è poi passato al merito della mozione: «I pastori hanno atteso pazientemente che la Giunta diventasse operativa e prendesse coscienza del problema, oggi sono delusi e dicono di non esistere per la neo assessora Murgia. Questa mozione vuole sollecitare l’attenzione della Giunta per un problema importante che interessa circa 12mila famiglie sarde. Ritengo stucchevoli le dichiarazioni di questi mesi. L’assessora dice di dover studiare il tema, poi fa una serie di comunicati stampa in cui sostiene che siamo una delle prime regioni in Italia per la spendita delle risorse europee. O erano sbagliate le critiche nei confronti del precedente assessore Pierluigi Caria oppure invece in passato si è lavorato bene».

Lai ha quindi ricordato che i tavoli aperti nei mesi scorsi hanno dato risultati positivi determinando un innalzamento del prezzo del latte. «Il mercato ha restituito una boccata d’ossigeno al settore agropastorale, c’è da considerare però le difficoltà delle campagne colpite dagli incendi e gravate da un andamento climatico che ha messo in ginocchio un comparto già in sofferenza. Vogliamo capire a che punto è la vertenza latte – ha detto Eugenio Lai – quali sono le azioni per garantire il prezzo concordato di un euro a litro? Perché da questi tavoli vengono esclusi i rappresentanti dei pastori? Non si può stabilire per legge un prezzo ma si possono mandare avanti azioni di stabilizzazione del sistema. Sollecitiamo un intervento della Giunta sul Psr. Il nuovo Piano di sviluppo rurale doveva essere approvato entro il mese di ottobre del 2019. Non ce n’è traccia. Occorre prendere esempio da altre regioni come l’Emilia che ha mandato avanti efficaci azioni di tutela del Parmigiano e del Grana Padano. E’ andata bene nella partita dei dazi americani, il pecorino romano per fortuna è fuori. Sarebbe stato un fallimento. A tre mesi da fine anno i proclami non sono più sufficienti. Dall’assessore all’agricoltura ci si aspetta una chiusura del tavolo e un’indicazione sulle cose da fare».

Gianfranco Satta (Progressisti), dopo aver ringraziato il collega Lai per aver sollevato la questione ha ricordato alcuni numeri: «Il settore interessa  12500 aziende e 35mila addetti. L’agricoltura ha un ruolo fondamentale nel nostro sistema produttivo e sociale. La pastorizia conserva il nostro ecosistema, preserva la nostra biodiversità e disegna il nostro ambiente. Dobbiamo essere capaci di far convergere agricoltura e turismo. La Ue dice che solo il 18% dei consumatori europei conosce i nostri prodotti Doc e Igp. In questo contesto l’assessore all’agricoltura è fondamentale nelle sue politiche di governance. Sarà determinate anche il modo in cui si rendono protagonisti contadini e pastori. Io sarò al fianco dell’assessore se riuscirà a recuperare il protagonismo dei territori. La programmazione territoriale del Psr deve andare dal 5 al 30% delle risorse destinate alle aree sottosviluppate (circa 292 comuni). La programmazione e il controllo della Regione vanno rivisti, servono regole chiare e procedure certe. Le promesse fatte in campagna elettorale hanno illuso migliaia di allevatori. Presto ve ne chiederanno conto. Non penserete di scaricare tutte le responsabilità sull’assessore?».

Franco Mula (Psd’Az) ha chiesto il rispetto degli accordi presi in Conferenza capigruppo. «Si era parlato di un possibile ordine del giorno unitario adesso mi si consegna un ordine del giorno di censura politica. Vogliamo mantenere l’impegno? Noi ci siamo e siamo disponibili».

Daniele Cocco (capogruppo Leu) è intervenuto sull’ordine dei lavori spiegando che l’ordine del giorno non riguarda la mozione in discussione e che gli impegni sono stati rispettati.

Il vice presidente Giovanni Antonio Satta ha anche spiegato che, in base al Regolamento, l’ordine del giorno di censura non può essere discusso nella seduta odierna. Spiegazione condivisa anche dal capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, che ha confermato il rispetto degli impegni presi nella Conferenza dei capigruppo.

E’ quindi intervenuto Giovanni Satta (Psd’az), il quale ha ricordato che tutti vogliono cavalcare questo tema. Di fatto nella scorsa legislatura, ha continuato Satta, non solo una sua mozione sul tema è stata discussa dopo sei mesi, ma anche che sono stati assunte iniziative che non hanno risolto i problemi del comparto.  Su questo argomento, secondo Satta, spesso si fa demagogia, ma la verità è che si tratta di un problema non di facile soluzione, perché non potrà essere la politica a cambiare il prezzo del latte. Quello che può fare la politica è mettere in campo misure che aiutino il comparto e dia una costanza di fatturato. Per Giovanni Satta è doveroso da parte di questo Consiglio, Giunta e assessore ascoltare i pastori, come stanno già facendo. Per il consigliere sardista bisogna riaprire il tavolo, che comunque aveva ottenuto un risultato, portando il prezzo del latte da 60 a 74 centesimi al litro. Satta ha poi affermato che l’assessore all’Agricoltura non solo non merita la censura, che andrebbe presentata nei confronti di chi nel 2017 non ha agito a sostegno dei pastori, ma andrebbe sostenuta e aiutata da quest’Aula.

Il presidente della commissione Attività produttive, Piero Maieli (Psd’Az), ha affermato che gli è stata presentata una relazione relativa al 2003 e che è speculare alla situazione attuale. “Vuole dire  – ha detto – che non si è risolto niente”, se non incentivi a pioggia senza creare una prospettiva reale e senza portare avanti riforme reali. Il presidente Piero Maieli ha ricordato che non si può negare di essere inseriti ormai in un mercato globale, in cui il latte di pecora rappresenta appena il  5% ed è, quindi, un prodotto di nicchia. Ricordando l’importanza del comparto per la Sardegna, Piero Maieli ha però affermato che bisogna invertire il ragionamento e partire dal mercato e da quello che chiede e non dalle campagne. Anche il presidente della Commissione ha ricordato che non potrà essere la politica ad aumentare il prezzo del latte, ma potrà sicuramente, come già sta facendo, avviare strategie che produrrà risultati per il comparto. Tra queste iniziative lo sblocco dei fondi del 2016. Per Piero Maieli bisogna portare avanti una pianificazione che serva a far progredire il settore e non a lanciare soldi sulle campagne.

Per Emanuele Cera (Forza Italia) si tratta di un argomento così importante per l’economia della Sardegna che richiede una partecipazione di tutta l’aula, senza fretta e senza contrapposizioni di parte. Per Emanuele Cera il problema della vertenza del latte ovino interessa tutti e in questa partita “dobbiamo essere assolutamente uniti”.  Anche il consigliere di Forza Italia ha affermato che pur non potendo determinare il prezzo del latte, il Consiglio e la Giunta possono determinare azioni di supporto al comparto ovino e ha auspicato una collaborazione con il Ministero delle politiche agricole per valutare seriamente la possibilità di commissariare il Consorzio pecorino romano. Secondo Cera è anche necessario rivedere il disciplinare e il Psr. Il consigliere ha espresso piena fiducia nell’assessore e ha proposto ai colleghi dell’opposizione di ritirare la mozione per arrivare a un testo condiviso per dare così una risposta unitaria a un settore strategico.

Il consigliere della Lega, Pierluigi Saiu, ha chiesto al presidente cinque minuti di sospensione per valutare un ordine del giorno con la maggioranza. Il presidente ha accordato la sospensione.

Alla ripresa dei lavori è intervenuto Massimo Zedda (Progressisti), il quale ha ricordato che la vertenza del latte è stata al centro dell’ultima campagna elettorale. L’esponente dell’opposizione ha sottolineato che non è facile intervenire in una materia così complessa da parte della Giunta. Per Massimo Zedda bisogna invertire l’approccio al problema, partendo non dal prezzo del latte, ma da azioni per l’emancipazione del mondo agropastorale dal prezzo del latte.  Il consigliere del Progressisti ha poi ricordato che si è speso tanto, ma forse non nella direzione giusta e ha evidenziato la necessità di interventi relativi alla lavorazione del latte, alla diversificazione, alla stagionalità. Per Massimo Zedda bisogna arrivare alla trasformazione del settore della pastorizia in un insieme di piccoli artigiani e produttori del latte. Il consigliere ha poi esortato la Giunta a prestare attenzione al mondo della pastorizia anche nella predisposizione della nuova legge urbanistica.

Il consigliere Pierluigi Saiu, della Lega, ha auspicato il recupero di uno spirito positivo nella valutazione della crisi del settore, che va affrontata con grande determinazione. La mozione, ha proseguito, invita il governo regionale a costruire attorno alla filiera del latte un clima più favorevole, attraverso una serie di misure (a cominciare dal Psr) per favorire un processo virtuoso di fitte relazioni fra produttori e trasformatori, dare più stabilità al prezzo del latte e rendere più efficiente la burocrazia.

Il capogruppo di Leu Daniele Cocco ha affermato che il problema che abbiamo di fronte non può essere attribuito all’attuale maggioranza ma viene da lontano. E tuttavia la mozione ha il merito, a suo giudizio, di portare alla luce i grandi sacrifici del mando agropastorale sardo soprattutto nelle aree montane e nelle piccole realtà sempre più spopolate, che deve essere valorizzato con la massima serietà e con strumenti nuovi riequilibrando il rapporto fra industriali e produttori, ora tutto a favore dei primi, e lavorando sui mercati. Rivolgendosi infine all’assessore, Daniele Cocco ha sollecitato la partecipazione dei pastori al tavolo di comparto.

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha sostenuto che, da un lato, occorre evitare la sovra-produzione e, dall’altro, puntare sulla qualità. Le lotte dei pastori sardi hanno avuto un forte impatto emotivo ma ora, ha continuato, è necessario guardare avanti. Il sostegno del Governo nazionale che è intervenuto con 29 milioni è un fatto positivo, come sono stati positivi altri provvedimenti collaterali a livello nazionale e regionale. Il tavolo tecnico, ha aggiunto, deve però continuare a lavorare sbloccando i decreti attuativi della legge 44, che va anche rifinanziata, varando un riordino della disciplina in materia di pratiche commerciali distorte fra gli attori della filiera e riprendendo in mano la legge 15.  Proporremo all’opposizione questi contenuti, ha concluso, perché riteniamo che sia una buona sintesi.

Il capogruppo della Lega Dario Giagoni ha detto che è singolare che la mozione provenga dalle forze che fino a poco tempo fa avevamo in mano le leve del governo regionale. La politica sarda, a suo avviso, deve muoversi sulla strada già tracciata dall’ex ministro Centinaio con l’istituzione di un tavolo tecnico di settore con il coinvolgimento dei pastori; quindi niente assistenzialismo, che ha speso male molte risorse negli ultimi 5 anni, ma piuttosto quote a produttori ed incentivi alle produzioni innovative.

A nome della Giunta l’assessore Gabriella Murgia, dopo aver ricordato che il problema del latte risale ad almeno 30 anni fa, ha affermato che l’impegno del governo regionale sul problema è stato costante. La Murgia, poi, ha respinto le accuse che le sono state rivolte da una parte del Consiglio sulla rimodulazione del Psr all’interno del quale, ha precisato, sono state superate forti criticità presenti nel del pacchetto giovani con oltre 1000 domande rimaste fuori per un controvalore di circa 60 milioni. Nella mozione, ha inoltre lamentato, ci sono molte inesattezze: da quella sui 18 milioni a garanzia di crediti che secondo la Sfirs è una manovra rischiosa che stiamo verificando, ai 10 milioni del Banco di Sardegna destinati solo alle eccedenze che per ora non ci sono. La soluzione del problema del prezzo del latte, ha dichiarato l’assessore, passa solo con legge 44 perché permette con i decreti attuativi (l’ultimo dei quali è stato approvato sabato scorso) il monitoraggio della produzione del latte vaccino proprio perché tante situazioni che fanno fluttuare il prezzo del mercato sono dovute alle eccedenze che non si riesce ad attribuire. L’assessore, in conclusione, dopo aver annunciato che il prossimo 29 ottobre il ministro della Politiche agricole Teresa Bellanova sarà in Sardegna, ha riconosciuto che dal dibattito in Consiglio regionale sono emerse molte buone proposte ma per attuarle servono soprattutto risorse e la puntuale applicazione delle leggi.

In sede di replica il consigliere di Leu Eugenio Lai ha chiarito di non voler offendere l’assessore la quale però non ha oggettivamente manifestato idee forti per risolvere il problema del prezzo del latte. Lai ha ribadito che il nuovo Psr andava approvato entro il primo ottobre e che i pastori non sono soddisfatti e vanno ascoltati. Non è che il ministro il 29 ottobre risolve tutto, ha concluso il consigliere di Leu, perché molte cose che la Regione doveva fare la Regione non le ha fatte: nuovo Psr, Argea come ente pagatore regionale, blocco dei procedimenti su premi e indennità compensative. Proviamo a ripartire da alcune soluzioni venute fuori dal dibattito, ha esortato Lai, comprese quelle arrivate dal presidente della commissione.

Il presidente ha comunicato la presentazione di due ordini del giorno, dei quali uno non può essere discusso per ragioni regolamentari, mentre dell’altro manca ancora il testo.

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha proposto una breve sospensione della seduta, ricordando che il suo gruppo ha sottoposto all’opposizione una bozza di testo unitario. La richiesta è stata accolta.

Alla ripresa dei lavori, il presidente ha comunicato la distribuzione di un ordine del giorno.

Per dichiarazione di voto, il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus, favorevole, ha però censurato un certo clima (che il presidente dovrebbe smorzare più di quanto sta facendo) che non aiuta a risolvere i problemi, perché non si possono scambiare gli attacchi politici per attacchi personali. In campagna elettorale, ha ricordato, si è parlato di risolvere il problema in 48 ore creando moltissime aspettative, ma resta che questa questione risale a 30 anni fa ed i promotori della mozione avevano tutto il diritto di chiedere risposte e spiegazioni.

Per l’on. Daniele Cocco (Leu) è “inaccettabile il comportamento dell’assessore verso l’on. Eugenio Lai, spero che non accada mai più perché siamo davanti a un caso di sessismo al contrario. Se l’assessore Murgia si comporta così, oggi con noi e domani con la maggioranza, non aiuta”.

Dello stesso tenore anche l’intervento dell’on. Gianfranco Satta, che ha annunciato il voto a favore e rivolto all’assessore ha detto: “Non siamo noi che la attacchiamo ma è invece la sua maggioranza, che di recente ha presentato un ordine del giorno per sottrarre risorse dell’assessorato all’Agricoltura e ha redatto altri atti politici forti contro di lei. In particolare guardo verso la Lega, che ha disseminato odio nelle piazze in campagna elettorale sulla questione del prezzo del latte. Voi siete maggioranza e dovete prendervi la responsabilità del governo”.

Per il Psd’Az il capogruppo on. Franco Mula ha invitato tutti a lasciare da parte la campagna elettorale e rivolto all’assessore ha detto. “Capisco le provocazioni e gli attacchi ma quest’Aula non può diventare una polveriera”.

L’on. Ennas (Lega), ha annunciato il voto contrario e ha detto: “E’ inaccettabile che non capiamo che la situazione di oggi è figlia di quanto ha fatto o non ha fatto il centrosinistra negli ultimi cinque anni”. Secondo l’on. Pierluigi Saiu (Lega) “all’opposizione non interessa risolvere il problema dei pastori e del latte ma fare polemica con la Lega. Altro che lasciare le piazze: noi dobbiamo stare con i cittadini perché siamo una cosa diversa da voi. Nel palazzo, invece, dobbiamo stare il meno possibile. La Lega fa proposte chiare e non meravigliatevi se presentiamo mozioni né se abbiamo un’idea di cosa vogliamo fare”.

Favorevole il voto annunciato dall’on. Massimo Zedda (Progressisti): “C’è una carenza di indirizzi dentro la maggioranza e dentro la giunta, mi pare evidente. Ma inizio ad avere qualche dubbio che l’assessore Murgia concluderà con noi questa legislatura”.

Favorevole anche l’on. Gianfranco Ganau, capogruppo del Pd: “Qualcuno in campagna elettorale ha promesso che in 48 ore avrebbe risolto il problema del prezzo del latte e invece siamo ancora in alto mare.  E non permetto all’on. Pierluigi Saiu di dire che a noi non importa del prezzo del latte e dei pastori perché siamo stati noi a presentare la mozione. Chi condivide la nostra mozione la voti. Altrimenti voti contro”.

La capogruppo del Movimento Cinque stelle, on. Desirè Manca, ha esordito così: “E’ disdicevole un certo tono e un certo linguaggio, ci si può rispettare pur nella diversità di idee e di ideologie. Confermo il voto favorevole alla mozione”.

Il presidente Pais ha messo in votazione la mozione 92 (Lai e più), che è stata respinta con 26 contrari.

Sull’ordine del giorno 2 (Mula e più) il presidente Michele Pais ha constatato la mancanza del numero legale e ha sospeso il Consiglio per trenta minuti.

L’on. Gianfranco Ganau ha sottolineato che «l’assenza di tutta la minoranza dalla votazione di questo ordine del giorno deve intendersi come un fatto politico».

Alla ripresa dei lavori il presidente ha comunicato la chiusura dei lavori e preannunciato la convocazione del Consiglio al domicilio.

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«L’agonia che sta lentamente portando alla morte la sanità sassarese è sotto gli occhi di tutti ormai. Tutti i reparti sono in sofferenza, con il personale ridotto all’osso. Medici, infermieri e sanitari fanno i salti mortali per andare avanti ma sono impotenti per quanto riguarda le decisioni necessarie a far ripartire la macchina con un deciso cambio di passo, e con nuove assunzioni prima di tutto. Se il personale ospedaliero potesse prendere decisioni sono certa lo farebbe. Mentre chi governa questa Regione, chi ha il dovere di scegliere, se ne frega. Questo governo regionale sin dal suo insediamento non si è mai preoccupato di nominare un Commissario per l’Aou di Sassari. Le forze interne ai diversi partiti non riescono a mettersi d’accordo su un nome. E mentre in via Roma si litiga per chi debba averla vinta e si prende tempo con irresponsabili giochini di palazzo, a Sassari le decisioni e le scelte che potrebbero salvare il salvabile non vengono prese da nessuno. Mentre i nostri politici probabilmente prendono un aereo per andare a curarsi altrove, a subire sono ancora una volta i cittadini.»

È un duro attacco al presidente Christian Solinas e alla Giunta quello della capogruppo del M5S Desirè Manca sulla mancata nomina del commissario dell’Aou di Sassari. Non il primo, dato che la capogruppo del Movimento Cinque stelle ha da sempre sollecitato la nomina di una guida per il Nord Sardegna.

Desirè Manca, la settimana scorsa inoltre, ha presentato una mozione per chiedere che i protocolli di cura per la sclerosi multipla siano resi disponibili anche nel Centro e Nord Sardegna e non solo negli ospedali cagliaritani. Evidenziando come questo governo stia trascurando un’enorme parte di territorio regionale.

«In attesa che venga nominato un Commissario dell’Aou, le decisioni fanno capo a un facente funzioni. Ciò equivale a dire che di fatto le decisioni importanti non ricadono su nessuno. Occorre subito nominare una guida. Prima di pensare a grandi progetti come la costruzione di nuovi ospedali, questo governo dovrebbe preoccuparsi di non togliere l’ossigeno a quelli esistenti. È questione di priorità. Ma si sa, i grandi proclami acchiappano voti e consensi, mentre aiutare i pazienti che oggi, oggi e non domani, hanno bisogno di cure e servizi adeguati no. Perciò Presidente – conclude Desirè Manca – la ringraziamo per questa grande riforma sanitaria che sta predisponendo ma prima di tutto cerchi di impegnarsi nelle scelte fondamentali e di primaria importanza.»