17 July, 2024
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Questa mattina i consiglieri regionali del Gruppo Movimento 5 Stelle, a Tramatza, hanno incontrato attivisti e simpatizzanti, su sanità, turismo, enti locali, infrastrutture, lavoro e vertenze collegate. E’ stato un momento di incontro ma, soprattutto, di confronto, volto alla condivisione di idee e problematiche, nel quale i consiglieri hanno potuto illustrare il lavoro svolto in questi quattro mesi di consiliatura nelle rispettive commissioni di competenza.

«Siamo qui per voi, per lavorare assieme, e assieme, cercare di costruire qualcosa di positivo per il nostro territorio e per tutti i sardi.»

Con queste parole la capogruppo Desirè Manca ha dato il benvenuto alle decine di persone che hanno affollato la sala convegni dell’Hotel L’Anfora di Tramatza.

Impossibile non affrontare il tema della reintroduzione dei vitalizi in apertura d’incontro. Sono state tante le domande a proposito, alle quali i consiglieri hanno dato risposta. In particolare, il consigliere Alessandro Solinas e la capogruppo Desirè Manca, hanno spiegato quali saranno i costi che la Regione Sardegna e i cittadini sardi dovranno affrontare se la legge proposta dalla Maggioranza venisse approvata.

«Se è vero – ha detto Manca – che questa proposta di legge prevede che ciascun consigliere regionale versi circa 500 euro di contributi, ci chiediamo perché invece i lavoratori sardi debbano versarne almeno il triplo. A nostro avviso, la legge deve essere uguale per tutti. Perciò, se questa proposta di legge dovesse passare, siamo pronti a rinunciare a questo privilegio”.

Ampio spazio anche ai temi legati alla sanità.

È Carla Cuccu, segretaria della VI Commissione Sanità, a illustrare l’importante risultato ottenuto dopo la presentazione della mozione sulla fetopatia alcolica (di cui la stessa Cuccu è prima firmataria): «La legge per la prevenzione della fetopatia alcolica – ha ricordato – rischiava di rimanere lettera morta. Come Gruppo abbiamo dato impulso a questa legge, e oggi siamo finalmente riusciti ad ottenere l’istituzione di un tavolo di monitoraggio permanente per la prevenzione di questo grave disturbo che colpisce i figli delle donne alcoliste».

Pone l’accento sullo spirito di collaborazione interno al Gruppo il consigliere Roberto Li Gioi. Una breve parentesi, in apertura di un intervento più tecnico che ha toccato diversi temi al centro dei più recenti Atti presentati in Consiglio: la paralisi dell’ENAS, il completamento della Statale 195, il rilancio del Trenino verde della Sardegna e, in particolare, la vicenda della discarica gallurese di Spiritu Santu.

Ancora: la capogruppo Desirè Manca non dimentica la drammatica vicenda degli ex dipendenti Secur, al centro di una seconda mozione del M5S votata all’unanimità e grazie alla quale: «Martedì prossimo verranno convocate le Commissioni Lavoro e Sanità e si cercherà di trovare una soluzione per rendere possibile il loro reinserimento nel mondo del lavoro. Piccoli passi che cambiano le sorti della nostra Isola».

Sulla salvaguardia dei posti di lavoro è intervenuto il consigliere Michele Ciusa, che in questi giorni sta seguendo da vicino la vicenda dei lavoratori della Cict, per i quali sono già scattati i primi avvisi di licenziamento: «Questi lavoratori, con grande dignità, stanno chiedendo di poter continuare a lavorare. Serve un forte impegno da parte della Regione per evitare che la vertenza venga liquidata con la concessione degli ammortizzatori sociali. Sarebbe una sconfitta».

Infine la consigliera Elena Fancello, che ha portato sul tavolo i temi legati agli enti locali. Primo tra tutti quello dei finanziamenti ricevuti dai Comuni sardi in difficoltà finanziarie, e della necessità di «distribuirli in maniera equa e sotto costante monitoraggio da parte della Regione».

Decine e decine le tematiche trattate nel pomeriggio: tirocini, lavoro, scuola, volontariato, legge elettorale e ancora sanità. Oltre due ore di dibattito in chiusura di un incontro più che partecipato. Solo il primo dei tanti che il Gruppo M5S ha in programma per riportare finalmente al centro i sardi e la Sardegna.

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«Se prima avevamo solo un sospetto oggi siamo quasi convinti che la volontà del presidente Christian Solinas e dell’assessore Mario Nieddu non sia quella di voler destituire l’Ats. Se le intenzioni fossero quelle dichiarate, ci spieghino com’è possibile che anche ieri il direttore Fulvio Moirano abbia potuto firmare l’ennesima delibera. Siamo alle solite. Gli atti del Governatore non vengono rispettati. Fulvio  Moirano fa orecchie da mercante e gestisce l’Ats come se fosse di sua proprietà. Come se fosse casa sua potremmo azzardare, dato che sta continuando a procedere con delibere e atti di approvazione di conferimento di incarichi funzionali. Atti illegittimi di “straordinaria amministrazione”. Attendo l’immediato intervento del governatore e dell’assessore Mario Nieddu perché questa è un’evidente presa in giro. E sono certa che nessuno dei due intenda farsi prendere in giro.»

La capogruppo del M5S Desirè Manca, rivolge nuovamente il suo appello al presidente Christian Solinas ed all’assessore Mario Nieddu alla luce della delibera firmata ieri dal presidente dell’Ats Fulvio Moirano, su proposta del direttore del Dipartimento Risorse Umane Luciano Oppo, avente ad oggetto l’attivazione delle strutture Complesse di Ostetricia e Ginecologia afferenti ai presidi Unici di Area omogenea.

«Christian Solinas – ricorda Desirè Manca – aveva preso la decisione di consentire a Fulvio Moirano di emettere soltanto atti di ordinaria amministrazione, fino alla fine del suo mandato prevista per il 30 giugno prossimo. Un invito a Fulvio Moirano ad astenersi dall’adottare atti che esulino dall’ordinaria amministrazione che evidentemente non è stato recapitato, o non è stato recepito. Perché l’Ats sta continuando palesemente a violare le direttive.»

«Come Gruppo M5S lo abbiamo già fatto presente, ma non ci stancheremo di sicuro oggi di ripeterlo. Non ci stancheremo Governatore, restiamo vigili e purtroppo quello che sta accadendo non ci piace per niente. È un segnale allarmante che denota la vostra totale incapacità a far rispettare le decisioni politiche da Voi intraprese.  Se questo è il preludio della vostra azione politica, è la dimostrazione della differenza tra la politica del promettere e quella dell’agire. Prima i sardi dicevate, ma state permettendo ad un non sardo nominato tra le file del precedente governo regionale del Partito Democratico di continuare a distruggere totalmente la sanità sarda. E se il buongiorno si vede dal mattino – conclude il capogruppo del M5S in Consiglio regionale -, non osiamo pensare a cosa succederà nei prossimi cinque anni di vostro governo.»

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«Il Governo regionale sta preparando con il massimo impegno l’incontro già fissato a Roma per il 26 giugno e, per quanto riguarda il Consiglio, c’è la massima collaborazione per arrivare ad una soluzione positiva e concreta in tempi brevi.»

Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale Michele Pais, al termine dell’incontro con i sindacati ed una delegazione dei lavoratori del porto canale di Cagliari al quale hanno preso parte i capigruppo e l’assessore del Lavoro Alessandra Zedda.

I sindacalisti (erano presenti esponenti di Cgil, Cisl, Uil, Ugl ed Rsa aziendali), ricordando l’avvio delle procedure di licenziamento per i dipendenti della concessionaria Cict che fa capo alla Contship Italia, hanno lamentato il ritardo con cui le istituzioni regionali sono intervenute, perché i primi segnali della crisi e del calo progressivo del traffico dei container si erano manifestati fin dal 2017. Noi riteniamo che il porto, hanno sostenuto, abbia tutti i requisiti per tornare ad essere competitivo e per questo chiediamo due cose: che il Governo nazionale se ne faccia carico al massimo livello e che la Regione attivi una “regia” unitaria per mettere a disposizione dell’infrastruttura strumenti nuovi (Zona franca doganale e Zona economica speciale) in grado attrarre nuovi imprenditori e nuovi investimenti.

Non ci vogliamo accontentare, hanno concluso i sindacati, di soluzioni difensive come quella del ricorso agli ammortizzatori sociali che possono essere utili in una breve fase di transizione ma poi devono essere superati dai progetti per il rilancio del porto.

L’assessore del Lavoro Alessandra Zedda, che sta seguendo la vertenza assieme ai colleghi dei Trasporti e dell’Industria, ha ribadito in apertura che il presidente della Regione Christian Solinas ha chiesto un “tavolo” col Governo nazionale presso la presidenza del Consiglio dei ministri in modo da poter esaminare i complessi aspetti della vicenda con tutti i Ministeri competenti. Non è il caso di fare polemiche, ha avvertito, ma è un fatto che la società concessionaria non ha raggiunto per ben 3 anni gli obiettivi di traffico fissati dal contratto e quindi sarebbe stato necessario intervenire prima. Tuttavia, ha precisato, siamo al lavoro per restituire al porto di Cagliari ed alla Sardegna il ruolo che ha sempre avuto nel trasporto marittimo delle merci. In questa fase molto delicata della vertenza, ha concluso, riteniamo che la società concessionaria debba comunque mantenere una sua presenza attiva, sia per consentire l’accesso dei lavoratori alla Cassa integrazione straordinaria che ha una procedura molto semplice, sia soprattutto per ridurre al massimo i tempi della transizione e far partire al più preso i progetti di rilancio della struttura, in collaborazione con l’Autorità portuale.

Per quanto riguarda l’incontro di giovedì prossimo a Roma, Alessandra Zedda ha ribadito che gli obiettivi principali sono quelli di interrompere la procedura di licenziamento ed impostare un nuovo programma di sviluppo. Per raggiungerli, ha detto infine, è importante anche il livello del “tavolo” di confronto; abbiamo già chiesto che il Governo sia rappresentato almeno dai sottosegretari competenti e che alla riunione possano partecipare anche i sindacati.

Nel corso dell’incontro hanno preso la parola i consiglieri regionali Francesco Agus (Progressisti) e Piero Comandini (Pd). Il capogruppo del M5S Desirè Manca, in particolare, ha annunciato che all’incontro di Roma sarà presente un sottosegretario ed analogo impegno è stato assicurato dal capogruppo della Lega Dario Giagoni.

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Il Consiglio regionale ha approvato la proroga del Piano casa al 31 dicembre 2019 ed il programma delle attività 2019 del Corecom.

La seduta si è aperta sotto la presidenza dell’on. Michele Pais. Dopo le formalità di rito, il presidente ha messo in discussione il primo punto all’ordine del giorno: la proposta di legge per la proroga del “Piano Casa” presentata dal capogruppo del Psd’Az Franco Mula.

Sull’ordine dei lavori ha chiesto di intervenire il consigliere del Pd, Piero Comandini, che ha sollecitato la presenza in aula del presidente della Regione Christian Solinas: «C’e un’emergenza occupazionale in atto che riguarda i lavoratori del Porto canale di Cagliari. 200 dipendenti della società CICT hanno ricevuto le lettere di licenziamento – ha detto Piero Comandini – su questa vicenda, lo scorso 28 maggio, il Consiglio regionale ha approvato un ordine del giorno rimasto inevaso. Sarebbe opportuno che il presidente Solinas riferisse in aula sulle interlocuzioni avute con il Governo».

Sull’ordine dei lavori sono intervenuti anche i consiglieri Domenico Gallus e Pietro Moro che hanno comunicato la loro adesione al gruppo Udc.

L’Aula è quindi passata all’esame della proposta di proroga del Piano Casa. Il relatore di maggioranza, Franco Mula, ha ringraziato le opposizioni per aver consentito di portare in tempi rapidi la proposta in Consiglio. «Avrei preferito approvare una legge più organica. Ho presentato io stesso una proposta che spero venga calendarizzata al più presto. La proroga prevista è di sei mesi in attesa di un esame più approfondito delle modifiche alla legge regionale n. 8 del 2015 contenute nella mia proposta di legge n. 11. Allo stesso tempo vogliamo imprimere un’accelerazione dei lavori al fine di concluderne l’approvazione entro la fine del 2019».

Ha quindi preso la parola Maria Laura Orrù (Progressisti) per la relazione di minoranza. «Noi siamo contrari a una proroga di sei mesi – ha detto Maria Laura Orrù – preferivamo legare la scadenza all’entrata in vigore della nuova legge urbanistica per garantire certezza e continuità normativa ai professionisti e a tutti gli operatori del settore. La nostra proposta non è stata accolta. E’ assurdo prorogare il Piano Casa per un tempo così breve e pensare di approvare una legge così complessa entro Natale». Secondo l’esponente dell’opposizione è mancato il confronto con professionisti e operatori del settore: «L’iter di approvazione della nuova legge può essere lungo. Non possiamo permetterci di creare instabilità».

Orrù è poi entrata nel merito della proposta di legge presentata dal Psd’Az e depositata in Commissione Urbanistica: «La proposta di legge n.11 persegue un modello arcaico che non tiene conto della tutela dei beni ambientali e paesaggistici. La proposta aggredisce l’agro con la possibilità di costruire in superfici di un solo ettaro anche su terreni non contigui. E’ una gestione del territorio scellerata che darà il via libera a costruzioni a macchia di leopardo senza servizi. C’è il rischio di un abusivismo diffuso. Sarebbe meglio sentire gli ordini professionali e intervenire sul già costruito. I temi urbanistici vanno discussi con serietà per evitare l’assalto al territorio. Occorre seguire l’esempio delle regioni più ricche  che non svendono i loro beni ambientali. Dobbiamo essere orgogliosi del nostro PPR che ha tutelato l’ambiente costiero, il paesaggio e i centri storici. Dovremmo estenderlo anche alle zone interne».

A favore della proroga si è espressa la capogruppo del Movimento 5 Stelle Desirè Manca: «La legge 8 va modificata ma, quando si è deciso di approvare la proroga del Piano Casa in commissione, dovevamo fare una scelta: bloccare il settore dell’edilizia o consentirgli di andare avanti. Abbiamo scelto di non farlo per questo siamo favorevoli».

Il consigliere Giovanni Satta (Psd’Az) ha replicato all’intervento dell’on. Orrù: «Bisogna innanzitutto chiarire che stiamo prorogando una legge esistente. E’ un atto dovuto. Maria Laura Orrù ha parlato di catastrofe. La proposta n. 11 è da discutere, non vogliamo svendere niente. Amiamo la nostra terra più di altri». Giovanni atta, interrotto dai banchi del centrosinistra, ha polemizzato con alcuni consiglieri di minoranza: «Io non interrompo mai nessuno e vorrei che si facesse lo stesso quando parlo io. Non è la prima volta che lo fanno. Dove è scritto che faremo costruire tutti con una superficie di un ettaro? Noi parliamo solo di imprenditori agricoli». Giovanni Satta ha quindi accusato la sinistra di aver alimentato inutili polemiche sui vitalizi: «E’ vergognoso aver scomodato le televisioni nazionali per parlare di questo. Nessuno vuole il vitalizio, diverso è invece applicare un regime contributivo previsto da una legge nazionale approvata in Parlamento. Dire menzogne alla stampa non è corretto».

Gianfranco Satta (Progressisti) ha smorzato i toni e ricordato l’atteggiamento collaborativo della minoranza. «Non abbiamo creato ostacoli alla proroga del Piano Casa. La disciplina urbanistica è del 1989, sono passati ormai 30 anni – ha ricordato Giovanni Satta – solo 12 comuni in Sardegna hanno adeguato i loro piani urbanistici al PPR e al Piano di assetto idrogeologico. Dal 2009 abbiamo perso 30mila lavoratori in edilizia. Questo è il vero problema da affrontare. Come dare risposte agli ordini professionali e ai lavoratori? Permettere di edificare in un ettaro non risolve il problema, è solo un palliativo. Il nostro obiettivo deve essere quello di recuperare e riqualificare. Si pensi a Sassari, uno dei pochi comuni ad aver adeguato il Puc al PPR: il loro piano è dimensionato per 600mila abitanti, quello di Trinità d’Agultu su 25mila abitanti. Nel frattempo abbiamo norme di attuazione del PPR come l’art.15 che blocca urbanizzazioni già pianificate nei PUC. Basterebbe chiarire quali sono le situazioni da mandare avanti. Ci sono questioni che meritano più attenzione. Solo così si risolvono i problemi di 156 comuni che hanno zone di espansione pronte a partire e creare economia».

Massimo Zedda (Progressisti) ha dichiarato la sua astensione. «Sono in conflitto d’interesse perché la mia famiglia possiede proprietà che potrebbero beneficiare del Piano casa. Chiedo al Presidente e al Segretario Generale come dobbiamo comportarci». Massimo Zedda ha poi proseguito il suo intervento invitando l’Aula a concentrarsi su una nuova legge urbanistica: «Non mi appassiona il dibattito sul Piano Casa. E’ solo un palliativo, va a beneficio del settore dell’edilizia, dei fornitori di materiali, professionisti etc. Ma è la dimostrazione dell’incapacità di legiferare del Consiglio. Da 15 anni la politica è concentrata sul PPR che rappresenta solo una cornice. Nessuno di noi quando si reca in un museo guarda le cornici, l’attenzione va alle opere d’arte delimitate da cornici. E’ da troppo tempo che si discute della cornice, pensiamo invece a definire un quadro normativo di riferimento».

Massimo Zedda ha quindi concluso il suo intervento con una proposta: «E’ chiaro che serve una nuova legge urbanistica ma la vera legge di sblocco sarebbe dotare i comuni di personale in grado di sbrigare le migliaia di pratiche giacenti negli uffici».

Giuseppe Meloni (Pd) ha ricordato che la precedente scadenza del Piano Casa (al 30 giugno 2019) venne proposta a dicembre del 2018 nella consapevolezza che la legislatura sarebbe finita a febbraio. «Volevamo dare alla nuova maggioranza il tempo di presentare una nuova proposta di legge. Tre mesi non sono bastati nonostante gli impegni assunti in campagna elettorale. Le note vicende sulla formazione della Giunta hanno procrastinato i tempi. Fissare adesso solo sei mesi significa che si è sicuri di approvare una nuova proposta in tempi rapidi».

Meloni ha poi invitato la maggioranza a riflettere meglio sulla proposta di modifica del Piano Casa: «Mi sarei aspettato nella proposta n.11 qualcosa sulle zone F invece non si dice nulla. Lo dico perché nel 2015 ho condotto una battaglia perché pensavo fosse un errore non prevedere incrementi anche in zona F oltre la fascia dei 300 metri dal mare. Mi aspetto che ci sia un segnale in questo senso. Mi aspetterei inoltre da parte dell’assessore una risposta sui 27 milioni di euro stanziati dalla precedente Giunta per le ristrutturazioni. Quelle somme devono essere impegnate e spese».

Il consigliere del Pd, infine, ha suggerito di avviare una discussione per differenziare gli interventi nei territori: «Non bisogna generalizzare: ci sono zone agricole, particolarmente sensibili, che devono essere tutelate ancora di più rispetto a quanto previsto dall’attuale normativa. In altre invece si può anche decidere in modo diverso».

Il capogruppo dei Riformatori Michele Cossa ha invitato il Consiglio a ragionare attentamente sull’urbanistica. «L’on. Gianfranco Satta ha evidenziato alcune criticità sull’attuazione dei piani urbanistici comunali – ha detto Michele Cossa – è evidente il danno che è stato fatto all’economia sarda senza un vantaggio reale per l’ambiente». L’esponente della maggioranza ha quindi rivolto un appello all’Aula: «Affrontiamo il tema dell’urbanistica senza pregiudiziali ideologiche ma con pragmatismo. Chi ha fatto l’amministratore locale conosce i problemi. Serve una legge urbanistica chiara e organica che si presti il meno possibile a interpretazioni. Gli uffici tecnici comunali danno interpretazioni opposte alla stessa norma. La colpa però è nostra, la burocrazia applica leggi approvate dal Consiglio. Dovremmo ragionare, inoltre, su un altro aspetto: non  sarà il caso di portare a regime il Piano Casa? Noi lo stiamo prorogando di anno in anno, ragioniamo se prorogarlo sine die. In questo modo daremmo certezze ai professionisti, agli uffici tecnici ma soprattutto ai cittadini che tirano fuori i soldi per gli investimenti e consentono all’economia sarda di girare».

Ha preso poi la parola l’on. Angelo Cocciu (Forza Italia), secondo cui “il gruppo di Forza Italia sta lavorando a un proposta di legge in materia urbanistica. Intanto oggi cerchiamo con questa proroga di non creare un vuoto normativo e un danno alle amministrazioni della Sardegna. Noi non siamo gente che fa speculazione, anche se siamo più liberali di voi. Noi amiamo le campagne e le città quanto voi, amiamo il paesaggio e riflettiamo sempre su come devono essere concepiti gli interventi in campagna  e più in generale le costruzioni. Non vogliamo dare adito a speculazioni edilizie ma nelle zone F alcuni aggiustamenti possano essere fatti, ampliando oltre i duecento metri dal mare”. L’oratore si è rivolto alla minoranza e ha detto: “Vi riempite la bocca di ambiente ma per cosa avete fatto per il problema idrogeologico di Olbia? Avete impedito un piano idrogeologico che avrebbe eliminato ogni rischio: questa è la vostra sensibilità ambientale”.

Per l’on. Daniele Cocco (Leu) “bisogna ripartire senza pregiudizio ideologico e noi siamo consapevoli di non essere riusciti nella scorsa legislatura ad approvare la legge urbanistica. Abbiamo davanti quasi cinque anni per farlo ma io spero che lo si possa fare entro il 2019, perché il provvedimento è davvero necessario e gli amministratori locali sono impossibilitati in queste condizioni a dare risposte alle imprese e ai cittadini. Non si può avere un dogma su un ettaro o tre ettari in campagna, se poi alla fine noi con questi sbarramenti impediamo la nascita di aziende agricole. Per questo voteremo a favore della proposta di proroga”.

Sull’ordine dei lavori l’on. Massimo Zedda (Progressisti) ha  chiesto al presidente di promuovere un incontro con i lavoratori e i sindacati del porto canale di Cagliari, che stanno manifestando sotto il Consiglio regionale.

Il dibattito è ripreso sul piano casa con l’intervento dell’on. Francesco Mura (FDI): “E’ una proroga giusta e non troppo lunga, in sei mesi abbiamo tutto il tempo per approvare un nuovo strumento normativo”.

Per l’on. Dario Giagoni (Lega) «bisogna intanto ringraziare l’on. Franco Mula per la proposta odierna, che dà risposte immediate al piano casa, la legge 8 del 2015. E’ necessaria però la nuova legge urbanistica che metta insieme il patrimonio immobiliare e il paesaggio, posto che il Piano paesaggistico regionale ha contribuito a causare danni disastrosi. La Sardegna può vivere di ambiente con strumenti normativi certi per le aziende e per le famiglie. In questa situazione il piano casa si è rivelato l’unico provvedimenti capace di tenere in piedi il settore delle costruzioni, devastato in Sardegna dalla crisi economica degli ultimi anni. Non è un caso che anche l’attuale opposizione nella scorsa legislatura abbia approvato il piano casa. Annuncio per questo il voto a favore».

L’on. Franco Mula (capogruppo Psd’Az) ha preso la parola e ha detto rivolto all’onorevole Orrù: “Io non ho padroni, nessuno mi chiama la mattina per dirmi cosa devo fare. Ho presentato questa proposta nella piena consapevolezza del fatto che è necessario davvero ottenere questa proroga e fare tesoro di questo dibattito, dal quale stanno emergendo spunti importanti per costruire la nuova legge urbanistica. Questa materia porta dividere, non a unire: non usciremo certamente presi per mano dalla commissione ma mi auguro che nelle diversità si arrivi a un testo condiviso”.

Per il capogruppo dei Progressisti, on. Francesco Agus, “sarebbe stato anomalo non parlare di urbanistica in questa occasione, anche se questa legge consta di un solo articolo. Non potremo che trovarci d’accordo su questa proroga ma non sono positivo sulla vostra idea di una deregulation delle costruzioni in agro, che rischia soltanto di far nascere qualche casetta in campagna ma non un’agricoltura di livello. C’è il rischio che ogni deregulation in materia urbanistica possa generare rischi per la vita umana, come talvolta accade. Ecco perché raccomando davvero prudenza, perché possiamo tutti continuare a confrontarci con lo specchio e con la nostra coscienza”.

Per la Giunta ha preso la parola l’assessore all’Urbanistica, on. Quirico Sanna, che ha detto: “Ci interessa il risultato di una proroga perché non potevamo permettere un vuoto legislativo e un danno ai sardi. Ma ci siamo dati un tempo certo per scrivere una buona legge urbanistica col contributo di tutti e portarla poi in Aula. Spero di avere l’apporto di tutti in questo senso”.

L’Aula ha approvato il passaggio agli articoli. L’on. Massimo Zedda ha riconfermato la sua mancata partecipazione al voto per ragioni di conflitto di interesse “avendo la mia famiglia proprietà interessate dal provvedimento”.

Approvato poi l’articolo 1, poi l’articolo 2 e il testo di legge.

Il presidente Pais è passato all’esame del secondo punto all’ordine del giorno e ha dato la parola all’on. Alfonso Marras (Riformatori) per la relazione sull’attività del Corecom per l’anno 2019. L’on. Marras ha parlato a nome della Seconda commissione, che presiede.

Approvato un ordine del giorno e il documento sull’attività del Corecom.

Al termine, il presidente Pais ha sospeso i lavori per convocare la conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa dei lavori, il presidente Michele Pais ha chiuso la seduta e ha comunicato che alle 15,30 si riunirà la Terza Commissione e alle 16.00 la Seconda Commissione.

Il Consiglio è stato convocato per martedì, 25 giugno, alle 11, per l’esame della proposta di istituzione della “Commissione di inchiesta n. 1 sul perdurare dello stato di insolvenza economica dell’AIAS nei confronti dei propri dipendenti, sulla qualità dei servizi e la tutela dei diritti dei lavoratori (ai sensi dell’art. 125, comma 4, del Regolamento del Consiglio regionale)”.

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«Siamo convinti che la concessione degli ammortizzatori sociali equivalga a una sconfitta. È questo lo scenario che si prospetta per i lavoratori del porto di Cagliari? È questo il massimo sforzo che può fare il Presidente Solinas davanti alla mobilitazione di circa 300 lavoratori che rischiano di perdere il lavoro? Davanti alle azioni di protesta, ai sit in, alle bandiere che sventolano a pochi metri dal palazzo del Consiglio regionale, cosa fa il Governatore? Incrocia le braccia e si volta dall’altra parte. Chiediamo al Presidente di avere il coraggio di guardare in faccia il problema, degnare i lavoratori della sua attenzione, e di istituire con estrema urgenza un Tavolo tecnico regionale sulla vertenza CICT.»

Questo l’affondo del Gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle che, sin dagli inizi della vertenza, ha seguito da vicino la drammatica vicenda dei circa 300 portuali di Cagliari, di cui 210 dipendenti della CICT, la società del Gruppo Contship, che ieri ha ratifico la delibera del Cda della società che gestisce lo scalo in merito al licenziamento collettivo per 210 dipendenti.

La preoccupazione ha raggiunto livelli di guardia: «Chiediamo a gran voce che venga istituito subito un tavolo tecnico a livello regionale. Il nostro timore è che non ci sia l’interesse a trovare una soluzione dal momento che un’iniziativa importantissima come il tavolo tecnico nazionale è stata snobbata. Il presidente Solinas non si è nemmeno presentato, delegando l’assessore Zedda. Davanti a questo menefreghismo il Gruppo M5S non resterà a guardare. Vogliamo capire sin da ora se l’obiettivo della Regione si limita alla concessione degli ammortizzatori sociali, o se c’è la volontà di attivarsi per trovare il modo di non perdere queste professionalità».

«Presidente e Giunta devono agire per sopperire alla mancanza di istituti giuridici di vantaggio che ci permettano di essere competitivi. Il porto di Cagliari ha tutte le caratteristiche per diventare Zes (Zona economica speciale) e godere delle agevolazioni economiche previste dalla normativa. La Zes favorirebbe processi di investimento e prospettive di crescita economica collegate. Nuove imprese, nuovi posti di lavoro.»

Queste le priorità nel lungo termine per la capogruppo del M5S Desirè Manca e per il consigliere Michele Ciusa, che in queste ore hanno ricevuto una delegazione CICT per fare il punto della situazione alla luce dell’immobilismo regionale e preparare una mozione sulla vicenda.

«La situazione che si è venuta a creare non è dovuta alle leggi di mercato ma in primo luogo è da addebitare alla scorrettezza della società che ha utilizzato lo scalo sardo come un limone da spremere, traendo profitti da reinvestire esclusivamente a Tangeri. La Regione Sardegna ha quindi pieno dovere di intervenire in difesa dei lavoratori sardi.»

Nell’immediato, invece, per il Gruppo M5S occorre scongiurare i licenziamenti: «Vogliamo evitare a tutti i costi che l’azione della Giunta si riduca al mero assistenzialismo. Dobbiamo andare in direzione opposta: investire sul Porto, sulle nostre maestranze, sul territorio, prendere in considerazione soluzioni valide per tenere in vita la CICT sino all’arrivo di un altro operatore. Pensiamo a sfruttare la nuova normativa IMO 2020 che darà vigore ai porti di transhipment, a una gestione temporanea della società mediante una cooperativa di lavoratori sostenuta da fondi pubblici, o alla regionalizzazione dell’impresa, che in una situazione di temporanea inattività non dovrebbe pregiudicare le regole sul rispetto della libera concorrenza. Questi sono solo spunti sui quali confidiamo di poterci confrontare al più presto con il Presidente e la Giunta».

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«La maggioranza di governo della Regione Sardegna ed il suo presidente, con una manovra di berlusconiana memoria cercano di introdurre la cosiddetta Indennità differita. Nascosto nella proposta di legge per il ricalcolo dei vitalizi in essere su base contributiva, viene introdotto un assegno mensile che i consiglieri regionali potrebbero riscuotere al compimento dei 65 anni se rimasti in carica per un solo quinquennio, ma l’età per ricevere il privilegio potrebbe scendere fino ai 60 anni. Accade così che in un provvedimento teso al contenimento della spesa, la stessa aumenti di 1.149.984,00 euro all’anno, per arrivare per l’intera legislatura alla bella cifra di 5.749.920,00 euro.»

La denuncia arriva dalla capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale Desirè Manca, alla luce delle notizie apprese in queste ore. Il M5S non ha apposto la firma che avrebbe portato il provvedimento in aula senza discussione considerandolo un privilegio inaccettabile.

«Ma c’è di più – aggiunge Desirè Manca – da un’analisi del provvedimento, il vitalizio mascherato si basa sull’articolo 2, comma 1, lettera m, del decreto legge n. 174 del 2012. Lo stesso articolo recita, nella parte finale, “Le disposizioni di cui alla presente lettera non si applicano alle regioni che abbiano abolito i vitalizi”, che è esattamente il caso della nostra regione.»

«Vorrei che fosse ben chiara una cosa – conclude Desirè Manca – noi questo provvedimento non lo voteremo mai, non siamo qui per regalarci privilegi ma per difendere i cittadini.»

Dopo una campagna elettorale spesa a tranquillizzare gli elettori sardi sul fatto che la Lega non aveva intenzione di colonizzare le cariche più importanti apprendiamo da notizie di stampa che i capi di gabinetto degli assessorati della Lega arrivano dalla Lombardia o hanno natali padani. Tre su tre. Come possiamo motivare oggi una tale scelta? Una tale inversione di rotta rispetto a quanto dichiarato? Evidentemente per il presidente Christian Solinas e il coordinatore Zoffili non ci sono sardi all’altezza del ruolo. Oppure le intenzioni erano diverse sin dal principio?”
Desiré Manca, capogruppo del M5S in Regione, commenta così quello che definisce il “colonialismo lombardo che pare prendere forma in queste ore”. “Apprendiamo oggi, ancora una volta con stupore, dispiacere, e persino imbarazzo, che il Capo di gabinetto del responsabile dei Trasporti sarà Luca Erba, comasco paracadutato in Sardegna e candidato non eletto alle elezioni regionali nella circoscrizione Oristano. Ma non basta: agli Affari generali lo stesso ruolo verrà ricoperto da Alessio Zanzottera, commissario della Lega a Corbetta, nato a santo Stefano Ticino, nell’hinterland milanese. E pare che arrivi dalla Lombardia anche il capo di gabinetto dell’assessorato alla Sanità.” “Ma finirà qui? Domanda più che lecita date le soprese riservateci dal presidente Solinas e dalla sua Giunta fino a oggi. In questo momento di profondo disagio la nostra preoccupazione non può che crescere esponenzialmente. Speriamo quantomeno in un sussulto di dignità dei colleghi consiglieri eletti in maggioranza e dei loro elettori perché la Sardegna non venga ridotta ad un ufficio di collocamento padano”.

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«Può un errore burocratico mettere a rischio le condizioni di vita di una persona? Tristemente sì. Può un’inadempienza minare alle basi le certezze di un gruppo di lavoratori? Tristemente sì. La vicenda riguarda 33 dipendenti ex Ati Ifras, precedentemente assunti dal comune di Sassari con contratto in scadenza il 3 giugno 2019. Ma coinvolge anche il comune di Sassari e la Regione Sardegna. Questo accade nell’Isola. Questo accade in Italia. E al ballo dei rimpalli delle responsabilità, a restare al palo sono sempre e soltanto i lavoratori, i cittadini.» Desirè Manca, capogruppo in Consiglio regionale del Movimento Cinque Stelle, ha deciso di porsi a piena disposizione della causa degli ex lavoratori Ati Ifras: «Seguirò con massima attenzione questa spinosa vicenda, e vigilerò affinché chi di dovere intervenga senza esitazioni mantenendo fede a promesse che troppo spesso sono solo parole gettate al vento. Le promesse vanno mantenute, perché scherzare sul diritto al lavoro, giocare con il destino dei lavoratori e delle loro famiglie, è atto gravissimo che non può né deve passare inosservato. Il problema va risolto, alla svelta e soprattutto nei termini indicati». Al 3 di giugno 33 lavoratori ex Ati Ifras, assunti dal Comune di Sassari, arrivano a scadenza di contratto. Poco prima della scadenza, preoccupati, chiedono alla Regione di tener fede alle promesse di rinnovo. Inizia il ping pong fra Comune di Sassari e Regione, mentre la tensione sale, il sindacato prova a sbrogliare la matassa e intanto inizia una nuova Odissea nel tentativo di salvare i posti di lavoro a rischio. Il 3 giugno si interrompono le comunicazioni fra lavoratori e Comune di Sassari: alla scadenza del contratto si resta a casa. «I lavoratori a quel punto si rivolgono direttamente a me. In Regione scopro che il comune di Sassari, oltre ad aver mandato in ritardo la richiesta di proroga dei contratti, aveva anche sbagliato indirizzo: gli Enti Locali ancora aspettano la comunicazione. Un errore. Due errori. Scade il contratto e 30 lavoratori restano a casa. Mi sembra allucinante.» Desirè Manca si rivolge direttamente all’assessore regionale al Lavoro – per domani, giovedì 6 giugno, è fissato un incontro agli Enti locali – e la situazione sembra destinata a sbloccarsi: data utile, appunto, giovedì 6 giugno. «Posto che come detto seguirò passo passo gli sviluppi di questa vertenza, mi chiedo: di chi è la colpa? In questo territorio nessuno mai si assume una responsabilità. Si parte con il rimpallo e non si arriva da nessuna parte. Intanto i cittadini pagano per tutti: lottano per sopravvivere, invece di continuare a lavorare, e a vivere. Vivere, non sopravvivere agli errori degli altri».

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L’assessore del Lavoro, Alessandra Zedda ha illustrato, nella Seconda commissione del Consiglio regionale, presieduta da Alfonso Marras (Riformatori), le linee programmatiche ed i principali interventi dell’assessorato regionale del Lavoro e della Formazione professionale, con particolare riferimento alle vertenze in atto.

Nel corso dell’audizione, la consigliera di Forza Italia ha sostanzialmente evidenziato un generale ritardo nell’applicazione di alcune misure ed ha lamentato anche una non efficace organizzazione interna dei diversi servizi dell’amministrazione. «La sfida – ha dichiarato Alessandra Zedda – è sulle politiche attive del  lavoro che devono essere semplificate nelle norme e nelle procedure con l’obiettivo di agevolare i meccanismi di sgravio per le imprese a vantaggio delle assunzioni». Nell’ambito delle politiche per l’impresa l’assessora ha definito la Sfirs “un partner non ideale per la gestione del microcredito” ed ha preannunciato l’integrazione  delle agevolazioni del microcredito con quelle del programma “Resto al Sud”. Un ulteriore sottolineatura critica ha riguardato l’assenza di una legge organica sulla cooperazione ed, alla luce di tale carenza, la consigliera Fi, ha auspicato la discussione a breve di un apposito disegno di legge,  nella stessa commissione e con il pieno coinvolgimento del sistema cooperativistico isolano. In ordine alle politiche di inclusione al lavoro, Alessandra Zedda ha insistito sulla necessità di aumentare la spesa a valere sui fondi Fse ed ha confermato l’imminente pubblicazione del bando “Alimentis”.

Un giudizio positivo è stato invece espresso sulla situazione organizzativa dei centri per l’impiego e l’assessora, a tale proposito, ha informato i commissari del Lavoro sulla volontà di migliorare le strutture e gli immobili (offerti dai Comuni) che ospitano tali centri, attraverso l’approvazione di un progetto di riqualificazione redatto in accordo con l’assessorato degli Enti Locali ed interamente finanziato con fondi europei. «Il sogno – ha dichiarato Alessandra Zedda – è però la realizzazione di una vera e propria cittadella del lavoro, ubicata a Cagliari negli spazi del Cisapi».

L’assessora ha inoltre promosso il piano “Lavoras” e ne ha ipotizzato la modifica con il coinvolgimento di tutti gli enti e le agenzie del “Sistema regione” ad iniziare da Arst, Abbanoa e Laore. «Serve un cambio di passo – ha dichiarato l’esponente della Giunta – e lavorerò in stretta collaborazione con gli assessorati di volta in volta interessati dalle misure e dalle azioni che dipendono strettamente dal Lavoro».

In ordine alle principali problematiche e sulle vertenze attualmente aperte, l’assessora Zedda, sollecitata anche dalle domande dei consiglieri Francesco Stara (Progressisti), Desirè Manca (Movimento 5 Stelle), Laura Caddeo (Progressisti), Piero Comandini (Partito Democratico) e Gianfranco Satta (Progressisti) ha salutato con soddisfazione il progetto sperimentale condotto con successo a favore dei 123 operatori del Policlinico sassarese che «grazie alle politiche attive del lavoro potranno, per i prossimi sei mesi, non soltanto avere una paga ma collaborare nella riduzione delle liste d’attesa e a migliorare, con la loro professionalità, i servizi del sistema sanitario a Sassari». Ulteriore soddisfazione è stata espressa per l’ottenimento della “mobilità in deroga” per gli 844 lavoratori delle aree industriali in crisi complessa nel Sulcis e a Porto Torres (impegnati circa 12 milioni di euro).

Non è ancora certa, invece, la pubblicazione del bando da 39 milioni di euro per il Parco geominerario. L’assessora ha infatti espresso perplessità sulla durata (soltanto due anni) ed ha mostrato favore per un affidamento almeno triennale con un sistema “misto” (operatori privati e sistema degli enti e delle agenzie regionali) con l’obiettivo della stabilizzazione dei lavoratori.

Alessandra Zedda non ha escluso inoltre la messa in liquidazione dell’Insar («difficile dimostrarne la strategicità») ma ha garantito la salvaguardia occupazionale per gli attuali 15 dipendenti della società partecipata per il 53% del capitale dalla Regione e per il 47% dall’Anpal. In ogni caso sembra difficile scongiurare la chiusura della sede di Sassari («eventuali progetti di rilancio non possono essere vincolati al mantenimento delle attuali sedi»).

Ulteriori approfondimenti hanno riguardato l’apprendistato («abbiamo salvato fondi per 2.700.000 euro: 700.000 destinati a Uniform per chiudere tutti i tirocini in programma fino alla fine del 2019 e due milioni da destinare al bando per le agenzie della formazione») e ai cosiddetti lavoratori in utilizzo («permangono discrasie sugli aventi diritto ma risultano concluse il 50% delle convenzioni con gli Enti Locali»).

A conclusione dell’articolato intervento dell’assessore Alessandra Zedda, il presidente Alfonso Marras ha ringraziato l’esponente dell’esecutivo regionale ed auspicando una sempre più proficua collaborazione, ha dichiarato l’impegno ad esprimere il parere della commissione in tempi celeri sull’ancora non pervenuta proposta di modifica del comma 38, articolo 6 della legge di Stabilità 2018 (delibera n.19/32 del 23 maggio 2019) riguardante interventi a favore dei lavoratori ex Sardinia Green Island, Keller, Vesuvius, Ottana Polimeri, Ottana energie e S&B Olmedo.

Terminata l’audizione dell’assessora Alessandra Zedda, la commissione Lavoro ha proceduto con l’audizione dei rappresentanti dei lavoratori del Centro antisetti (Pierfrancesco Pagliani, Luca Locci, Mauro Fois, Mario Tilocca) che hanno denunciato carenza di personale, di mezzi,  di organizzazione e di risorse per i servizi in capo ai centri provinciali antinsetti nella lotta antilarvale, nella deblattizzazione, nella disinfestazione e contro i ratti. Una situazione – così è stato detto – insostenibile per i circa 90 addetti che operano con tre differenti tipologie di contratto (regionale, enti locali e dei servizi).

Il presidente della commissione, Alfonso Marras, ha preso atto della rilevanza dei temi evidenziati ed ha preannunciato la convocazione dei diversi responsabili provinciali dei centri anti insetti, nonché un esame congiunto con la commissione Ambiente, in vista di una definitiva risoluzione del problema.

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Il Consiglio regionale oggi ha approvato all’unanimità la mozione presentata dal Gruppo consiliare Movimento 5 Stelle – prima firmataria la capogruppo Manca – sulla vertenza dell’ex Gruppo Secur Spa: il drammatico caso delle guardie giurate senza stipendio da gennaio di quest’anno. Si apre quindi uno spiraglio per i lavoratori non riassorbiti dall’appaltatore dei servizi integrati di vigilanza armata e portierato per l’AOU e la ASSL di Sassari.

L’ordine del giorno unitario che impegna il Presidente Solinas e la Giunta ad avviare un dibattito con tutti i soggetti coinvolti.

«La situazione in cui versano i lavoratori dell’ex Gruppo Secur Spa è ingiustificata e insostenibile. Trattandosi in gran parte di residenti nel sassarese, ciò si configura come ennesimo schiaffo ad un Nord Sardegna già messo in ginocchio. Ci sono in ballo la dignità, il lavoro e le famiglie dei lavoratori. Necessario dare risposte e soluzioni.»

Questa la denuncia della Capogruppo Manca in apertura della dettagliata mozione presentata dal Gruppo M5S, con la quale è stato chiesto l’intervento immediato della Regione, a tutela dei lavoratori e delle loro famiglie.

«La nostra battaglia non è terminata, questo è solo il primo passo, e noi non molleremo di un centimetro – sottolinea la capogruppo del M5S -. Siamo riusciti a far approvare daI Consiglio regionale un ordine del giorno che impegna il Presidente della Regione e la Giunta a individuare una soluzione a salvaguardia della dignità e dei diritti dei lavoratori dell’ex Gruppo Secur Spa e delle loro famiglie. Portiamo con urgenza l’argomento nelle due Commissioni competenti, Lavoro e Sanità – conclude Desirè Manca -, e mettiamoci subito al lavoro per assicurare l’immediato riassorbimento degli uomini e delle donne a cui è stato negato il diritto al lavoro. Ora più che mai abbiamo necessità del supporto di tutti.»