22 December, 2024
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Desirè Manca, capogruppo in Consiglio regionale del Movimento Cinque Stelle e vice presidente della seconda Commissione Lavoro e Cultura interviene oggi sui temi legati all’emergenza lavoro.

«In un’Isola come la nostra, in cui la principale problematica oggi è rappresentata proprio dalla cronica e prolungata mancanza di lavoro per larghe fasce della popolazione – spiega Desiré Manca -. In una terra devastata dalle vertenze e dalla crisi economica delle imprese, trovo davvero vergognoso che a distanza di quasi 100 giorni dall’insediamento del nuovo presidente non sia mai stata convocata la Commissione competente per materia. Non una congettura, è un fatto.»

«Io non faccio altro che ricevere segnalazioni e, soprattutto, richieste di audizione in Commissione da parte di persone, lavoratori e cittadini che vogliono un aiuto per risolvere le loro problematiche – conclude Desirè Manca -. Il tasso di disoccupazione sardo si attesta intorno al 23%, quello giovanile supera abbondantemente il 50%: trovo vergognoso la parola lavoro sia sparita dall’agenda del Governo e della Giunta regionale.»

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«In politica alle parole devono necessariamente seguire i fatti, concreti: il governatore Christian Solinas e l’assessore competente per materia, Mario Nieddu, rispondano e intervengano riguardo la loro proclamata volontà di destituire l’ATS ed il contemporaneo agire del dottor Fulvio Moirano, direttore generale ATS, che va invece in tutt’altra direzione, a livello politico e di indirizzo.»

Desirè Manca, capogruppo in Consiglio regionale del Movimento Cinque Stelle, pesate sul piatto della bilancia le dichiarazioni sul tema della sanità rilasciate dal nuovo Governo regionale e le azioni poste in essere dal dirigente a capo dell’ATS, pone il problema e ne chiede repentina soluzione: «Nelle linee programmatiche del Governatore Solinas, più volte ostentate fra conferenze stampa e dichiarazioni dell’assessore Mario Nieddu, è stata espressa la chiara volontà politica di destituire quello che ad oggi rappresenta l’ATS, con il dichiarato intento di ridare competenza ai territori andando a riconfermare le ASL territoriali».

Alle parole, però, non corrispondono i fatti: «Stando così le cose, ci chiediamo come mai però contemporaneamente il dottor Fulvio Moirano, direttore generale ATS, continui a procedere con delibere e atti di approvazione di conferimento di incarichi funzionali – afferma Desirè Manca -. Come è possibile, chiediamo al governatore Christian Solinas e all’assessore Mario Nieddu, che l’espressione della volontà di una parte politica continui a portare avanti un disegno politico riferibile alla vecchia legislatura nel momento in cui al timone della Regione Sardegna c’è una nuova maggioranza? Come è possibile che la Regione permetta e consenta tutto questo senza bloccare definitivamente i processi in atto alla luce della tanto decantata intenzione di destituire l’ATS? Servono fatti, non parole».

 

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Ieri mattina, in apertura di seduta, il presidente del Consiglio regionale, Christian Solinas, ha iniziato a esporre le sue dichiarazioni programmatiche rivolgendo un tributo all’assemblea legislativa, ricordando la recente commemorazione di Sa die e “la frontiera paradiso della nazione sarda”, come pensata dal compianto professor Giovanni Lilliu, accademico dei Lincei.

A seguito, però, di contestazioni dai banchi dell’opposizione verso il presidente Christian Solinas, il presidente Michele Pais ha sospeso la seduta ed ha convocato la conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa l’on. Massimo Zedda ha chiesto al presidente Michele Pais: «Perché il presidente Christian Solinas non presenta la Giunta prima di presentare le dichiarazioni programmatiche visto che i decreti di nomina sarebbero già state firmati?»

Il presidente Michele Pais ha replicato affermando che i decreti di nomina non sono stati firmati ma l’on. Francesco Agus (Progressisti) ha detto che «in conferenza dei capigruppo la nomina degli assessori è stata annunciata e sarebbe meglio iniziare la legislatura con tutti gli organi costituzionali ritualmente composti».

Il capogruppo del Psd’Az, on. Franco Mula, ha detto: «Noi vogliamo lavorare e questo è l’accordo che abbiamo preso. Se volete perdere altro tempo, ditemelo».

Per l’on. Stefano Tunis (Sardegna 20/20) «sarebbe opportuno dare un’immagine più alta di questa assemblea legislativa. Ma oggi conta ascoltare le proposte del presidente Christian Solinas per risolvere i problemi dei sardi».

Ancora sull’ordine dei lavori il presidente Michele Pais ha il percorso della conferenza dei capigruppo ed ha invitato il Consiglio, «in un esercizio di democrazia alta, di consentire al governatore di esporre le proprie dichiarazioni programmatiche rinviando ogni discussione e dibattito a una data non troppo vicina a oggi».

L’on. Daniele Cocco (Leu) ha detto. intervenendo sull’ordine dei lavori: «E’ vero che abbiamo chiesto noi il rinvio della discussione a martedì prossimo e ci sta bene ricevere le dichiarazioni integrali del presidente Solinas. Ma se parliamo di perdita di tempo, non è da questa parte che dovete guardare». Anche l’on. Gianfranco Ganau, capogruppo del Pd, ha detto che «non si può spacciare come ostruzionismo la nostra azione per avere una giunta dopo 74 giorni».

Per l’on. Giorgio Oppi (Udc) «il presidente può tranquillamente dare i nomi degli assessori e nessuno qui è santo. Ma all’opposizione dico di ascoltare le dichiarazioni dell’on. Solinas e le commissioni devono iniziare a lavorare».

Dalla maggioranza è intervenuto anche l’on. Paolo Truzzu (Fdi), che ha detto: «Abbiamo fatto un dibattito prima ancora di sentire le dichiarazioni del presidente Christian Solinas».

La capogruppo Cinque Stelle, on. Desirè Manca, ha detto: «In quest’Aula si vive in un continuo distacco tra la realtà e l’istituzione. Noi abbiamo sottoscritto l’accordo per ascoltare le linee programmatiche e la gente aspetta che noi iniziamo a lavorare”».

Anche l’on. Pierluigi Saiu (Lega) ha sollecitato l’Aula per consentire all’on. Christian Solinas, di presentare il programma di governo.

Successivamente ha preso la parola il presidente della Regione Christian Solinas.

Illustrando al Consiglio il programma di legislatura, il presidente della Regione ha ribadito il suo ringraziamento rivolto al Consiglio, respingendo però le critiche, a suo avviso strumentali, per un presunto”blocco dell’attività della Regione” che non esiste nei fatti e va inquadrato, con onestà intellettuale, nel sistema dell’elezione diretta del presidente attraverso la quale, superando il passaggio della fiducia previsto dal precedente sistema parlamentare, consente al Consiglio di essere da subito pienamente operativo.

«Con queste dichiarazioni programmatiche – ha aggiunto Solinas – intendo avviare una stagione di dialogo, confronto e collaborazione proficua con l’Assemblea, superando una certa liturgia fondata sulle appartenenze» anche perché, «essendo stato sia al governo che all’opposizione, ricordo che in occasione della presentazione del programma da oltre 50 anni si dicono più o meno le stesse cose senza un filo conduttore organico e la nostra storia autonomistica ci dice che i nostri problemi strutturali sono diventati storici, senza riuscire ad arrivare ai risultati attesi.»

«Ritengo quindi che oggi si debba cambiare prospettiva – ha continuato il presidente – per raccogliere una sfida nuova sull’idea di Sardegna che vogliamo costruire, con una prospettiva ed una visione che tiene dentro tutto, perché le rapide trasformazioni della società da una parte non consentono facili entusiasmi e dall’altra impongono responsabilità differenti da quelle del passato».

«L’idea centrale – ha poi sostenuto – è quella della sardità, di un’identità sarda che attraversa e comprende ogni politica di settore: identità politica ed istituzionale con un nuovo modello di governance, economica, territoriale ed ambientale, culturale, industriale, artigianale, rurale; tante identità che bisogna affermare come risposta complessiva ed originale alla domanda del come essere sardi oggi, al nostro interno e nel confronto con altre realtà Italiane ed europee; su questo mi sento di rivolgere un appello al parlamento di un popolo che non vuole più essere oppresso ma essere, semmai, all’altezza della propria storia.»

La situazione economica, in particolare, richiede secondo Solinas «politiche nuove che non siano né di sopravvivenza né di ordinaria amministrazione o peggio di rassegnazione, consapevoli del fatto che proprio in questi momenti difficili di deve riaccendere la speranza con una nuova tensione ideale e con un nuovo slancio per orientato ad una grande progettualità fondata sul fare».

Affrontando poi la declinazione delle diverse identità, il presidente della Regione è partito da quella politica che deve esprimere un nuovo modello aderente alla storia della Sardegna ed attento alle comunità locali, all’interno della cornice di un nuovo Statuto elaborato da una Assemblea costituente, che allargando gli spazi di autogoverno consente di affrontare in modo efficace le tante vertenze aperte con lo Stato con in più quella sulle accise. Sul piano interno Christian Solinas ha prefigurato uno schema istituzionale che metta al centro gli Enti locali, semplifichi il quadro superando le Unioni dei Comuni e riporti in superficie le Province come unici Enti intermedi. Per quanto riguarda la Regione, il governatore ha annunciato una riforma organizzativa dell’intero sistema compresi enti ed agenzie, fondata sulla semplificazione e la riqualificazione (anche motivazionale) del personale. Sempre in tema istituzionale, il presidente si è espresso a favore di una nuova legge statutaria elettorale che assicuri la rappresentatività di tutti i territori ed insieme governabilità e stabilità, e di una soggettività internazionale della Regione nel rapporto con la Ue fondata sul riconoscimento degli svantaggi permanenti dell’insularità e su una riforma della programmazione europea attenta alle periferie del continente e non centralista.

Il problema del centralismo, ha inoltre osservato, va affrontato e risolto anche sul piano interno sulla strada tracciata dall’art.44 dello Statuto (molto sottovalutato nella sua applicazione concreta), attribuendo alla Regione alcune funzioni fondamentali e decentrando il più possibile al sistema delle Autonomie, nel rispetto del principio di sussidiarietà, anche attraverso una revisione degli strumenti di Enti ed Agenzie regionali.

Inoltre, ha continuato il presidente, «occorre operare una radicale semplificazione legislativa, perché oggi abbiamo troppe leggi non coordinate fra loro e di difficile interpretazione, e la faremo col supporto di apposite commissioni di esperti per arrivare a testi unici».

Sull’identità economica, Christian Solinas ha fatto riferimento sia allo scenario macro-economico, ricordando che il Pil regionale è calato, determinando il declassamento della Ue che ha inserito la Sardegna da Regione in transizione a  Regione in ritardo di sviluppo che a quello delle imprese, quasi tutte con poco più di 3 addetti in media, con bassa specializzazione e basso livello tecnologico, questo perché sono mancate scelte forti di programmazione, si è trascurato il nostro patrimonio materiale ed immateriale e si sono fatti molti bandi a basso impatto sul sistema (i bandi sulla competitività, ad esempio, sono partiti nel 2015 e ai destinatari non è ancora arrivato un euro).

«Nessuno ha in mano ricette facili – ha riconosciuto il governatore – ma è evidente che è necessario cambiare per agire con più concretezza; penso ad un piano industriale della Sardegna che contenga una serie di misure, dall’accesso al credito alla formazione, dalla diffusione della cultura manageriale all’organizzazione di reti finalizzate all’apertura ai mercati»

Soffermandosi sull’idea di identità territoriale ed ambientale Solinas l’ha collegata alla specificità della Sardegna, al modo di abitare la terra ed al territorio come risorsa per sviluppo. Il paesaggio sardo, ha detto, «è un unicum ma oggi rappresenta per molti aspetti anche il volto della Sardegna sfigurato da interessi esterni, dalla monoculture industriali del passato fino alla chimica verde dei giorni nostri, per continuare con le energie rinnovabili ma senza regole. L’industria è necessaria, in altre parole, se è ma compatibile con identità, ed il turismo deve essere aperto ai capitali stranieri solo se va a beneficio dei sardi, facendo della qualità architettonica il caposaldo della nuova legge urbanistica».

Allargando il suo ragionamento sul turismo, il presidente della Regione ha sottolineato anche la marginalità della Sardegna rispetto al mercato globale del settore, frutto di una identità turistica non pianificata e spesso ostacolata dalla burocrazia, di una politica dei trasporti insufficiente, da una rete di mobilità interna di basso livello, da un grande sommerso commerciale, dalla mancanza di dati di analisi, di una strategia digitale.

Avviandosi alla conclusione, il presidente ha indicato i contenuti principali della nuova identità sociale, del lavoro e della salute, affermando che «il nuovo modello dovrà essere fondato sulle peculiarità regionali, dovrà essere, capace di declinare tradizione e innovazione investendo sulle nuove professioni e sulle produzioni tipiche, sui marchi e sulla formazione, rivedendo il sistema dei cantieri comunali puntando sulla occupabilità e l’attenzione ai beni archeologici, secondo la lezione di Giovanni Lilliu».

Sulla sanità, il governatore ha ricordato che «è molto cambiata ma in negativo, perché ha di fatto allontanato i cittadini dalla stessa idea di servizio sanitario; oggi siamo fra le Regioni peggiori d’Italia secondo tutti gli indicatori ed abbiamo il maggiore disavanzo, di qui la volontà di cambiare modello con più qualità, una medicina più vicina ai cittadini, con la collaborazione degli Enti locali ed una forte spinta all’innovazione tecnologia riconquistando per migliorare il servizio e riconquistare la fiducia degli utenti». Infine, l’identità rurale che va valorizzata riavvicinando gli operatori del settore alla Regione con provvedimenti mirati come istituzione di zone a burocrazia zero, il riutilizzo dei beni immobili, il potenziamento dei Caf agricoli, il completamento dell’iter istitutivo del pagatore regionale superando, la trasformazione del latte ovino da ingrediente a prodotto.

Giunto alle battute finali, il presidente della Regione ha rivolto al Consiglio ed idealmente ai sardi un messaggio di fiducia e speranza, senza enfasi ma con volontà ed impegno, invitando tutti a «credere nel cambiamento e nella forza di volontà del popolo sardo, con la cui identità ci apriamo al presente e guardiamo a testa alta il futuro. Fortza Paris!».

Subito dopo, prendendo la parola sull’ordine dei lavori, il consigliere di Leu Eugenio Lai, ha ricordato al governatore l’impegno di annunciare i nomi dei nuovi assessori prima della fine della seduta, assunto nella conferenza dei capigruppo.

Il presidente Solinas, dopo aver ricordato che i decreti di nomina sono ancora in fase di registrazione, ha comunicato i nomi dei nuovi componenti della Giunta: Valeria Satta (Affari generali), Gabriella Murgia (Agricoltura), Quirico Sanna (Urbanistica), Roberto Frongia (Lavori pubblici), Andrea Biancareddu (Pubblica istruzione), Giorgio Todde (Trasporti). Per ora la delega all’Industria resta al presidente ad interim.

Dopo quest’ultima comunicazione, il presidente Michele Pais ha tolto la seduta tolta. Il Consiglio tornerà a riunirsi martedì 14 maggio, alle 15.30.

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«Il progetto “Ritornare a Casa”, atto a favorire la permanenza nel proprio domicilio a persone non autosufficienti, deve essere confermato e sostenuto. Allo stesso tempo i Comuni della Sardegna devono poter continuare a realizzare piani personalizzati di intervento socio-assistenziali in favore di persone affette da gravi e gravissime disabilità. Il presidente della Regione Sardegna e l’assessore competente per materia devono essere informati sul tema e devono dare risposte, immediate, in modo da tutelare gli interessi dei cittadini di Sardegna e garantire a chi ha bisogno un servizio consono e funzionale a salvaguardare la dignità degli interessati.»

Desirè Manca, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale, pone l’accento su un problema reale, esistente ed aggravato da disposizioni che mettono a rischio l’azione dei Comuni a seguito di riduzioni dei finanziamenti regionali e al contemporaneo aumento della quota di cofinanziamento richiesta ai comuni stessi: «Parliamo di malati al limite della sopravvivenza, di persone che a seguito di malattie neoplastiche si trovano in fase terminale della loro vita. E meritano assistenza, tutte le cure del caso e soprattutto rispetto. Le linee di indirizzo 2019 prevedono una quota di cofinanziamento pari al 25% della somma prevista da parte dei comuni  come contributo ordinario, maggiorata del 5% rispetto a quella prevista nel 2018. A ciò si aggiunga che le risorse stanziate per i piani personalizzati del 2019 mancano di 4 milioni e 744mila euro rispetto all’anno precedente, per un ammontare di risorse stanziate pari a 30 milioni di euro di cui è stato liquidato il 90%».

Con la sua interrogazione Desirè Manca non soltanto punta a sollecitare l’intervento dell’Istituzione, ma soprattutto mette in evidenza una situazione di forte criticità in cui i Comuni rischiano materialmente di non poter garantire ai loro cittadini la tutela di un diritto fondamentale, quello alla salute. «Non si può rischiare la vita delle persone: progetti come “Ritornare a Casa” sono risorsa fondamentale per i cittadini dell’Isola affetti da gravi malattie, uomini e donne che hanno una dignità e meritano attenzione, immediata e assoluta».

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«La situazione in cui versano i lavoratori dell’ex Gruppo Secur Spa non riassorbiti dall’appaltatore dei servizi integrati di vigilanza armata e portierato per l’AOU e la ASSL di Sassari è ingiustificata e insostenibile. Trattandosi in gran parte di residenti nel sassarese, ciò si configura come ennesimo schiaffo ad un nord Sardegna già messo in ginocchio. Ci sono in ballo la dignità, il lavoro e le famiglie dei lavoratori. Necessario dare risposte e soluzioni.»

Questo il messaggio contenuto nella mozione presentata al presidente e alla Giunta – prima firmataria Desirè Manca – dal gruppo consiliare in Consiglio regionale del Movimento Cinque Stelle.

Con apposita determinazione, nel 2016, la Regione ha indetto una procedura finalizzata all’affidamento di servizi integrati di vigilanza armata, portierato e altri, per gli immobili delle amministrazioni e aziende sanitarie dell’Isola. L’Associazione Temporanea di Imprese, composta da varie società fra cui la mandataria Coopservice S. Coop P. A. si aggiudica l’affidamento stipulando una convenzione ad hoc per il lotto numero 3 -Sardegna Nord. L’articolo 12 prevede una clausola che impegna l’appaltatore subentrante ad assumere i lavoratori operanti sotto l’appaltatore uscente, qualora condizioni, numero e competenze siano funzionali allo svolgere i sopra citati servizi. In assenza delle condizioni, per evitare il licenziamento del personale ritenuto in esubero, sarebbero dovuti scattare i vari meccanismi di tutela.

«Preservare i posti di lavoro era una chiara priorità del disposto. Una assoluta priorità, poi disattesa. I soggetti interessati hanno accettato le condizioni di partenza e tutte le procedure sono state avviate – spiega il gruppo consiliare Movimento Cinque Stelle -. Il 17 maggio 2018 è cessato l’appalto della società Gruppo Secur Spa. Undici giorni dopo le parti in causa si sono incontrate come stabilito per valutare il riassorbimento dei lavoratori, ma l’accordo è saltato causa abbandono del tavolo da parte dell’ATI Coopservice S. Coop. P. A per mancanza di informazioni sul personale impiegato e mancata accettazione dei termini dell’accordo stesso.»

«Sembrava si potesse aprire uno spiraglio, ma il nodo ad oggi non si è sciolto. La situazione è poi aggravata dal fatto che il mancato licenziamento collettivo non ha consentito ai lavoratori l’accesso agli ammortizzatori sociali. Ad oggi i 45 ex Secur, licenziati dal tribunale fallimentare, si ritrovano disoccupati e con mesi di stipendio arretrati e difficilmente ricollocabili sul mercato. Oltre alle parole della politica ed alle manifestazioni di piazza ora servono i fatti – conclude Desirè Manca -: l’Istituzione regionale deve intervenire, a improcrastinabile tutela dei lavoratori non riassorbiti e delle loro famiglie.»

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«La vertenza Aras arrivi al più presto sul tavolo del presidente Solinas. Ci sono 200 famiglie che aspettano ad oggi almeno sei mensilità arretrate e il rischio è di lasciarle senza stipendio per un altro anno.»
Il grido d’allarme è di Carla Cuccu, consigliera regionale del Movimento 5 Stelle che, insieme al deputato Alberto Manca ed alla capogruppo in Consiglio regionale Desirè Manca, segue da vicino la vertenza Aras fin dall’agosto scorso.

L’esponente del M5S, che sulla vertenza ha presentato una mozione in Consiglio regionale, ricorda come dal «20 dicembre scorso, quando il Consiglio regionale approvò all’unanimità la proposta di legge sulla stabilizzazione dei lavoratori dell’Aras dentro l’agenzia Laore, i bandi per l’assunzione del personale non sono mai partiti. Un’illusione – ha aggiunto – per quegli agronomi, veterinari e amministrativi che da una vita attendevano quel momento».

«I grandi annunci della politica regionale nella scorsa legislatura – ha rimarcato Carla Cuccu – sono stati smentiti dai fatti. Siamo contrari alla creazione di una società In House perché creerebbe numerosi problemi di gestione dell’assistenza tecnica in zootecnia, oltre al fatto che un passaggio così delicato e politico potrebbe comportare il rischio concreto del blocco degli stipendi per tanto tempo, e non possiamo permetterlo.»

«Per questo – conclude Carla Cuccu – occorre che il presidente Solinas nomini al più presto l’assessore dell’Agricoltura, oppure prenda in mano la questione e convochi rapidamente le parti in causa, per una rapida soluzione di questo annoso problema. Per noi la vertenza è un rebus che si può risolvere semplicemente applicando le disposizioni della legge regionale 47 del 2018, approvata prima di Natale e che mira ad attuare la legge 3/2009.»

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Questa mattina, in Consiglio regionale, è stata ufficializzata la composizione di dieci gruppi consiliari:

Riformatori sardi, capogruppo Michele Cossa;

Psd’Az, capogruppo Franco Mula;

Movimento Cinquestelle, capogruppo Desirè Manca;

Udc Sardegna, capogruppo Gian Filippo Sechi;

Lega-Salvini Sardegna, capogruppo Dario Giagoni;

Fratelli d’Italia, capogruppo Paolo Truzzu;

Forza Italia Sardegna, capogruppo Angelo Cocciu;

Progressisti, capogruppo Francesco Agus;

Partito democratico, capogruppo Gianfranco Ganau;

Gruppo Misto, capogruppo Valerio De Giorgi di Fortza Paris.

Nel gruppo Misto sono confluiti anche i tre consiglieri di Sardegna 20Venti, Stefano Tunis, Domenico Gallus e Pietro Moro, che pur essendo tre (numero minimo per formare un gruppo se la forza politica si è presentata alle elezioni), non hanno trovato l’accordo per costituire una propria formazione a causa delle tensioni interne.

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«Oggi è decisamente una data storica per il Movimento Cinque Stelle che, per la prima volta in Sardegna, entra in Consiglio regionale. Traguardo reso ancora più importante dal fatto che il Movimento oggi è rappresentato sui banchi dell’Aula nel rispetto di una perfetta parità di genere, con tre uomini e tre donne.»

Una data storica, evidenzia il gruppo del Movimento Cinque Stelle in Consiglio regionale, che però coincide anche con l’evidente «spaccatura che emerge chiaramente all’interno della maggioranza: su 12 assessori ne sono stati nominati solo 5 ma soprattutto, dopo ben tre votazioni, non è stato ancora nominato il presidente del Consiglio regionale. Il sintomo è chiaro: Forza Italia e Lega non trovano l’accordo».

Il tutto si riflette sulle attività del Consiglio: «Noi del Movimento Cinque Stelle non vediamo l’ora di iniziare a lavorare – afferma la capo gruppo Desirè Manca -. Ma la situazione interna alla maggioranza rappresenta già un ostacolo a tutte le proposte che abbiamo già pronte e pronte ad essere presentate in Consiglio regionale. Situazione che va risolta al più presto, perché l’unico obiettivo deve essere lavorare per i cittadini dell’intera Sardegna».

 

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Venerdì 2 dicembre, alle 18.00, la sala Lepori di via Isonzo, a Iglesias, ospiterà un’iniziativa organizzata dal Movimento 5 Stelle per Iglesias a sostegno del NO al referendum costituzionale.

#IOVOTONO “5 Stelle per Iglesias” “Difendiamo la Costituzione” è il motto della serata che vedrà la partecipazione di Andrea Vallascas ed Emanuela Corda, portavoce del Movimento 5 Stelle alla Camera dei deputati; Francesco Desogus, funzionario della Pubblica amministrazione; Mario Puddu, Antonietta Martinez, Fabiola Cardia, Luigi Pilloni, Stefania Sanna, Antonella Cancedda, Giuseppe Piga, Desirè Manca e Maurilio Murru, portavoce del Movimento 5 Stelle nei comuni sardi. E, infine, del professor Costantino Murgia, docente di diritto costituzionale.

La serata si concluderà con una pizza di autofinanziamento presso la pizzeria “Baddy’s”, in via Cappuccini 16.

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