17 July, 2024
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«Il fondo è stato toccato oggi, con una vergognosa assenza che vale più di mille parole. Davanti all’imminente catastrofe che sta per piombare addosso alla nostra Isola, dal 16 aprile privata della continuità territoriale aerea, il presidente Christian Solinas e l’assessore dei Trasporti Giorgio Todde hanno disertato la riunione di Consiglio in cui al primo punto all’ordine del giorno era prevista la proprio questa discussione. I diretti i responsabili di questo disastro amministrativo non si sono nemmeno presentati.»

Questa l’amara denuncia dei consiglieri regionali del M5S Desirè Manca, Roberto Li Gioi, Michele Ciusa, Alessandro Solinas, alla luce di quando accaduto oggi in Consiglio regionale.

«Oggi, assieme a tutti i consiglieri di opposizione, abbiamo occupato i banchi della giunta. Un segnale forte per prendere le distanze dall’immobilismo, dall’incuria e dall’incapacità che contraddistingue questo governo regionale, orientato ad accontentare le lobby del potere, a moltiplicare le poltrone e che in dieci mesi non è stato in grado di compiere un solo passo verso il futuro, un solo passo per il bene dei sardi e della Sardegna – hanno aggiunto i quattro consiglieri regionali del M5S -. Le prenotazioni da e per l’Isola sono congelate, la stagione turistica rischia il peggior record negativo di sempre e l’economia della Sardegna ha già subito i primi durissimi colpi. Abbiamo chiesto – spiega Roberto Li Gioi, vice presidente della Commissione Trasportiche il Consiglio fosse convocato con urgenza, quantomeno per poter conoscere quali sono i piani della Giunta. Ma la nostra richiesta è caduta nel vuoto. Stiamo rischiando danni economici enormi e la giunta con oggi ha dimostrato una volta di più la mancanza di volontà nel risolvere il problema. Questa è pura irresponsabilità.»

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«Pressapochismo, disprezzo delle norme e nessuna trasparenza hanno portato al blocco della Regione che non ha bilancio, non ha fatto niente sulla sanità e sta mettendo a rischio il diritto dei sardi alla continuità territoriale.»

Sono le dure accuse rivolte al governo regionale ed al presidente della Regione dal capogruppo dei Progressisti Francesco Agus in un incontro al quale hanno partecipato esponenti di tutta la minoranza. Agus, col supporto di un dettagliato dossier su tutte le inadempienze dell’esecutivo, si è poi soffermato in particolare sulle recenti nomine “a tempo” dei direttori generali che, a suo giudizio, sarebbero viziate da irregolarità insanabili tanto è vero, ha ricordato, che il direttore generale del personale ha lasciato il suo incarico. Chiediamo il ritiro immediato di questi atti, ha concluso il capogruppo dei Progressisti, e lo faremo anche inviando una nota al Governo nazionale.

Il capogruppo dei Progressisti, infine, ha criticato la proposta di ripristino dei Cda negli enti regionali, proposta sulla quale lo stesso Christian Solinas, da consigliere, era contrario.

D’accordo con Francesco Agus, il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau ha attribuito lo stallo politico ai profondi contrasti interni alla maggioranza, mettendo poi l’accento sulle scadenze ravvicinate della continuità territoriale. Ne parliamo con un anno di ritardo nonostante ripetute richieste solo grazie ad una nostra mozione, ha protestato, ma i fatti parlano chiaro: la Giunta ha impostato una trattativa al ribasso senza coinvolgere il Consiglio e la società sarda ed ora i problemi stanno cadendo addosso ai sardi perché c’è il rischio concreto del totale isolamento della Sardegna a partire da aprile.

Sul ripescaggio dei Cda Gianfranco Ganau ha assicurato che l’opposizione userà tutti gli strumenti regolamentari per bloccare il provvedimento, sia perché crea 34 “poltrone” in più con un costo aggiunti di 1.5 milioni l’anno, sia perché non risolve il problema dell’efficienza degli regionali i quali, semmai, hanno bisogno di direttive chiare e precise degli organi di governo e degli assessorati.

Desirè Manca, capogruppo del M5S, ha rilanciato le critiche alla maggioranza sardo-leghista che ormai da 9 mesi non governa la Regione. La produzione legislativa è praticamente inesistente, ha affermato, ed anche le nostre proposte (alcune della quali presentate all’inizio della legislatura) non sono mai arrivate nemmeno in commissione, determinando danni gravissimi per i sardi.

Riferendosi alla reintroduzione dei Cda, Desirè Manca ha definito la proposta l’ennesimo spreco di risorse pubbliche esattamente come i 7 milioni destinati agli oratori che, dal primo gennaio, sono diventati 22.

Ancora per i Progressisti, il consigliere Massimo Zedda ha osservato che gli argomenti portati avanti dalla minoranza, di solito, sarebbe stati oggetto di valutazioni politiche di metà legislatura. Invece siamo costretti a farle adesso, ha aggiunto, perché la Giunta ha raggiunto in appena 9 mesi il massimo dell’inefficienza, tranne che sulla lottizzazione delle poltrone.

«Nomine negli Enti, moltiplicazione delle Province e delle Asl – ha aggiunto Massimo Zedda -, sono parti di un disegno pericoloso per la Sardegna che viene da lontano, da quando Christian Solinas annunciò di voler usare il manuale “Cencelli”: quanto sta accadendo è solo la conseguenza di quella impostazione sbagliata.»

 

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«Centoventi telefonate per prenotare una visita medica attraverso il Cup e neanche una andata a buon fine. Al punto che, dopo ore e ore perse nel tentativo di parlare con un operatore, ci si deve recare di persona in viale Trieste, fare la fila e sperare che l’odissea finisca presto. È un vero e proprio incubo quello denunciato dall’associazione dei consumatori Altroconsumo, che in questi giorni ha voluto verificare quali peripezie devono affrontare i sardi per prenotare una visita attraverso il Centro unico di prenotazione chiamando al numero 070 474747 o al numero unico regionale di prenotazione sanitaria 1533

La denuncia. E’ Michele Ciusa, consigliere regionale del M5S, a rilanciare la denuncia di Altroconsumo. «Il quadro emerso da questo test – spiega il consigliere regionale del M5S – è vergognoso, manca di rispetto ai malati e a tutti i cittadini sardi. Soprattutto, se consideriamo che per larga parte il servizio è utilizzato da persone anziane, che oltre ad avere poca dimestichezza con le voci metalliche e i messaggi preconfezionati, non possono subire ore di attesa, spostamenti da una parte all’altra della città per poi accontentarsi di appuntamenti che arrivano dopo mesi e mesi e che mettono a serio rischio la loro salute, il nostro gruppo in Consiglio regionale ha già presentato un’interrogazione per chiedere il potenziamento dell’infrastruttura tecnologica e digitale dei Cup».

«Con il bilancio di previsione dello Stato per il 2019 – aggiunge Michele Ciusa – e per il triennio 2019/2021, sono stati stanziati 350 milioni di euro per interventi volti a ridurre i tempi di attesa nell’erogazione delle prestazioni sanitarie attraverso l’implementazione e l’ammodernamento delle infrastrutture tecnologiche legate ai sistemi di prenotazione elettronica delle visite. Soltanto grazie a una gestione integrata dei dati e delle agende di prenotazione è possibile ottenere una riduzione dei tempi d’attesa. Tempi d’attesa che si sono rivelati biblici in diversi ospedali e reparti degli presidi ospedalieri sardi.»

Che fine hanno fatto i soldi stanziati? «Alla Regione Sardegna sono stati assegnati 13,155 milioni di euro, dei quali 4,210 milioni a titolo di acconto da trasferire entro il 31 dicembre 2019. Per poter ottenere e spendere questi fondi, lo ribadiamo, è necessario avere presentato entro il 31 ottobre scorso il cronoprogramma delle attività che la Regione intende realizzare. Ecco perché rinnovo la domanda contenuta nella nostra interrogazione (a prima firma Desirè Manca) protocollata lo scorso dicembre: in questo momento dobbiamo sapere se la Regione Sardegna rispetterà le tempistiche dettate – conclude Michele Ciusa -. Non possiamo perdere questi fondi fondamentali per la costruzione di un modello di infrastruttura tecnologica e digitale delle prenotazioni che sia rispettosa della dignità dei malati e di tutti i cittadini».

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«Adesso nel Palazzo del Consiglio regionale, dei signori peraltro non più giovanissimi, che sono venuti a parlare con me vestiti in tuta, uno di questi essendo di grossa taglia non poteva indossare altro (stavano uscendo dal lavoro), non li hanno fatti entrare. Adesso io capisco che ci sia un regolamento da rispettare per il quale durante le sedute del consiglio, il pubblico presente debba indossare la giacca, ma in una giornata di lavoro ordinario, perché rifiutare loro il permesso di entrare nel mio ufficio ed essere ascoltati. Che male avrebbero fatto? Quale danno avrebbero creato? Quale oltraggio all’Istituzione sarda avrebbero arrecato?»

La denuncia è riportata in un post pubblicato su Facebook dalla capogruppo del M5S Desirè Manca dopo quanto accaduto questo pomeriggio in Consiglio regionale.

«Quindi per questa maggioranza, CHE HA DI FATTO NEGATO L’AUTORIZZAZIONE ALL’INGRESSO, per avere il diritto di essere ascoltato devi indossare la giacca? – conclude Desirè Manca -. II popolo sempre più distante!»

 

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«Il 6 maggio 2012 con quella che viene chiamata una “maggioranza bulgara” i sardi decisero la fine dei CdA che fino ad allora avevano governato enti e agenzie controllate dalla Regione. Oggi si fa il primo passo non verso il futuro, ma verso il passato. Difatti questa maggioranza di centro destra a trazione sardoleghista, dimenticandosi di aver sostenuto i referendum del 2012, divora se stessa e fa carne di porco del volere popolare proponendo un ritorno al passato. Un passato di nomine e spartizione, di seggiole e poltrone che pare non bastino mai. Ma del resto l’appetito vien mangiando ed ai sardi non resta che stare a guardare. E pagare il conto. Noi del M5S di certo non parteciperemo alla festa, e di certo non staremo a guardare, non subiremo in silenzio.»

I consiglieri del M5S Desirè Manca, Alessandro Solinas, Roberto Li Gioi e Michele Ciusa ribadiscono con forza il loro no alla proposta di legge “moltiplica-poltrone” che punta a ripristinare i Cda degli enti e delle agenzie regionali e che doveva essere discussa oggi in Commissione riforme. Una seduta terminata con un nulla di fatto: la maggioranza non è neanche riuscita a garantire il numero legale per poter votare il passaggio della proposta di legge alle altre commissioni, così la seduta è stata rinviata a giovedì prossimo.

«Faremo strenua opposizione – sottolinea il consigliere Alessandro Solinas – difenderemo la volontà dei sardi e il loro portafoglio contro chi agisce guidato solamente da logiche politico personalistiche senza minimamente curarsi dei problemi che affliggono la nostra regione.»

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«Il momento è delicato, critico, ma anche segnato da contraddizioni interne. Ebbene, mentre la Giunta Solinas è impegnata a sfornare poltrone d’oro i dipendenti della grande macchina amministrativa regionale vivono da anni in una situazione di precarietà lavorativa. Ecco cosa sta accadendo dal momento che la giunta non ha ancora completato l’attuazione del ruolo unico del Comparto regionale, indispensabile per l’ottimale gestione dei dipendenti e dei dirigenti della Regione e degli Enti regionali. Istituito con la legge regionale numero 21 del 18 giugno 2018, il ruolo unico dei dipendenti attende ancora la sua completa attivazione all’interno dei numerosi enti e delle agenzie regionali interessate, oltre all’amministrazione regionale: le Agenzie agricole AGRIS, ARGEA e LAORE, gli ERSU di Cagliari e di Sassari, ENAS, AREA, ISRE, ASE, Agenzia Sardegna Ricerche, Agenzia Forestas, Agenzia della Conservatoria delle Coste ed ASPAL. Sino al 30 novembre 2018, infatti, i lavoratori, non dirigenti, assegnati temporaneamente all’amministrazione centrale erano 35, mentre quelli in assegnazione temporanea presso altre amministrazioni erano 57. Anche per quanto riguarda i dirigenti, alla stessa data, 13 su 91 provenivano in assegnazione temporanea da enti e agenzie del comparto. Com’è evidente siamo in presenza di una situazione di precarietà che crea notevoli disagi, in primis ai dipendenti, che in alcuni casi non vengono retribuiti adeguatamente a seconda dell’incarico attribuito loro di volta in volta. La mancata assegnazione definitiva del personale proveniente dalle altre amministrazioni del Comparto Regione e del Sistema Regione sta creando situazioni altamente critiche nelle strutture regionali interessate.»

Questa la premessa del consigliere regionale del M5S Michele Ciusa, primo firmatario di una mozione (sottoscritta dai consiglieri del M5S Desirè Manca, Roberto Li Gioi, Alessandro Solinas) che impegna il presidente Christian Solinas e la Giunta ad adottare gli atti necessari per dare immediata operatività al ruolo unico del personale regionale.

«La Direzione Centrale regionale di Committenza (CRC), incardinata nella Presidenza, ad esempio – aggiunge Michele Ciusa – si trova in una forte difficoltà operativa in quanto sono presenti circa 13 dipendenti in assegnazione temporanea su un organico complessivo di 49 persone.»

«Con l’istituzione del ruolo unico invece, tutte le procedure di assegnazione e di mobilità interna del personale tra le strutture del comparto (direzioni generali, enti, agenzie e aziende) potranno finalmente rientrare nella competenza del Direttore generale del personale dell’amministrazione centrale, senza la necessità quindi di autorizzazioni, pareri o nulla osta da parte delle amministrazioni di provenienza o assegnazione – conclude Michele Ciusa -. Consentendo così una gestione ottimale dei dipendenti e dei dirigenti della Regione e degli Enti regionali.»

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«Prima che di malati si tratta di persone. E la cura delle persone non può prescindere dall’aspetto psicologico correlato. La perdita dei capelli dovuta ad alopecia è uno degli effetti collaterali più comuni e angoscianti provocati dalle cure chemioterapiche, dall’impatto fortemente negativo sulla qualità della vita dei malati. L’alopecia viene infatti percepita come una continua dimostrazione della propria condizione, altera negativamente le relazioni sociali dei pazienti, ed è spesso causa del rifiuto di sottoporsi alle cure. Attualmente la scienza ha fatto notevoli passi avanti nel campo della prevenzione dell’alopecia. In molti centri oncologici italiani viene infatti utilizzato un casco refrigerante appositamente realizzato per contrastare la caduta dei capelli. Grazie al raffreddamento del cuoio capelluto è possibile ridurre notevolmente il flusso di sangue che raggiunge i follicoli piliferi e diminuire di conseguenza la quantità di farmaco che avrebbe raggiunto la radice del bulbo provocandone l’atrofia. Purtroppo, negli ospedali pubblici della Sardegna l’utilizzo di questi caschi è ancora un’eccezione, nonostante, nel 2019, siano stati stimati 10.200 nuovi casi di tumore, con un incremento del 2% rispetto all’anno precedente.»

La capogruppo del M5S Desirè Manca, è la prima firmataria di una mozione (sottoscritta anche dai colleghi del M5S Roberto Li Gioi, Michele Ciusa, Alessandro Solinas) che impegna la Giunta e l’assessore della Sanità ad attivarsi affinché gli ospedali pubblici sardi siano forniti dei presidi medici e tecnologici più adeguati per la prevenzione dell’alopecia indotta dalla somministrazione dei trattamenti chemioterapici.

«Il casco refrigerante – spiega Desirè Manca – deve essere indossato dai pazienti per alcuni minuti prima della somministrazione della terapia, durante la stessa e per un breve lasso di tempo successivo. Privo di controindicazioni e ben accettato dai pazienti, oggi è largamente distribuito e pertanto ormai ha un costo contenuto. In ogni caso, il rapporto costo-benefici è sicuramente apprezzabile.»

«Nell’attesa che venga resa operativa la rete oncologica regionale – conclude Desirè Manca – sono diverse le problematiche che la Regione deve impegnarsi a risolvere, come la riduzione dei tempi d’attesa per la chemioterapia. Tra i provvedimenti di futura adozione auspichiamo rientri anche la fornitura di presidi medici e tecnologici adeguati e moderni, nell’ottica di una maggiore attenzione verso il paziente. Inteso come persona.»

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La capogruppo del M5S in Consiglio regionale, Desirè Manca, ha presentato un’interrogazione sulla nomina del direttore sanitario dell’AREUS.

«Un direttore sanitario di un ente privato nominato direttore sanitario di un’azienda regionale. È possibile? – chiede Desirè Manca -. Secondo le norme dettate dalle legge sembrerebbe di no, in quanto sarebbero presenti cause di inconferibilità. Tuttavia, è questo quanto accaduto neanche un mese fa. Con la delibera n. 291 del 31 dicembre scorso il direttore generale dell’AREUS, l’Azienda regionale dell’emergenza e urgenza della Sardegna, ha nominato il direttore sanitario della stessa Azienda con decorrenza primo gennaio 2020. Una nomina che appare dubbia in quanto non rispetterebbe le cause di inconferibilità ed incompatibilità dettate dall’articolo 5 del decreto legislativo n° 39 dell’8 aprile 2013; il quale prevede che non si possano conferire incarichi di direttore generale, direttore sanitario e direttore amministrativo a coloro che nei due anni precedenti abbiano svolto incarichi e ricoperto cariche in enti di diritto privato regolati o finanziati dal servizio sanitario regionale.»

«Poiché è noto che il direttore sanitario neonominato ha svolto, fino al 31 dicembre 2019, l’incarico di direttore sanitario dell’ospedale Mater Olbia, ente privato accreditato e finanziato dal servizio sanitario regionale, la sua nomina come direttore sanitario dell’AREUS rischia di essere nulla. Pertanto, alla luce di una situazione particolare come questa, la Regione avrebbe dovuto richiedere il parere dell’Anac (Autorità nazionale anticorruzione) prima di procedere» aggiunge Desirè Manca.

Desirè Manca chiede al presidente Christian Solinas ed all’assessore della Sanità Mario Nieddu, «se siano a conoscenza di quanto accaduto, se sia stato chiesto un parere all’ANAC in merito all’eventuale inconferibilità dell’incarico di cui è stato investito il direttore sanitario dell’AREUS e, qualora questo non sia stato richiesto, se non ritengano necessario che si provveda tempestivamente a richiederlo».

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Quattro consiglieri del Movimento 5 Stelle guidati dalla capogruppo Desirè Manca tornano all’attacco della Giunta Solinas sulle nomine negli enti regionali.

«Consiglio e Commissioni sono paralizzati. Problematiche irrisolte che riguardano trasporti, sanità e lavoro stanno affondando la Sardegna, e in questa situazione emergenziale a cosa ha pensato il Presidente Solinas? A una proposta di legge “moltiplica-poltrone” – scrivono in una nota Desirè Manca, Roberto Li Gioi, Michele Ciusa ed Alessandro Solinas -. Ai vertici dei numerosi enti regionali della Sardegna, infatti, non ci sarà più un solo amministratore unico ma un intero consiglio di amministrazione. Tradotto: quaranta comode poltrone nuove di zecca stanno per essere sfornate dalla Giunta Solinas. Su undici di queste si accomoderanno altrettanti presidenti che riceveranno un compenso come quello di un direttore generale della Regione. I componenti dei consigli di amministrazione invece percepiranno un’indennità pari al 50% di quella dei presidenti. È già stato redatto, infatti, il disegno di legge attraverso il quale la giunta intende attuare questa riforma degli organi di gestione degli enti regionali della Sardegna al fine di garantire l’opportuno indirizzo politico. Ma a noi sembra che di garantito ci sia soltanto un enorme esborso di soldi pubblici e una nuova pioggia di stipendi d’oro per pochi prescelti. Sebbene la delibera di Giunta (la 42/9) risalga al 22 ottobre scorso la stessa è stata resa pubblica soltanto ieri.»

«La relazione tecnica e illustrativa di questa proposta di legge – spiegano i quattro consiglieri del M5S – specifica che “entro trenta giorni dalla sua entrata in vigore, la “giunta regionale promuove la convocazione dell’Assemblea straordinaria di ciascuna società di capitali partecipata per l’adeguamento statutario della composizione degli organi di amministrazione”. Viene inoltre stabilito che gli amministratori degli enti sono nominati con decreto del Presidente della Regione, su deliberazione della giunta. Tra i “Requisiti degli amministratori” individua una generica “comprovata professionalità”, che avevamo già precedentemente contestato, e che andrà a premiare soltanto i pochi fortunati selezionati.»

«A questo punto la moltiplicazione delle poltrone sarà completa (almeno speriamo) – rimarcano Desirè Manca, Roberto Li Gioi, Michele Ciusa ed Alessandro Solinas -. E riguarderà tutti gli enti regionali: Agenzia regionale per l’edilizia abitativa (AREA); Azienda regionale sarda trasporti (ARST) S.p.A; Agenzia forestale regionale per lo sviluppo del territorio e dell’ambiente  della  Sardegna (FoReSTAS); Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Sardegna (ARPAS); Agenzia per la ricerca in agricoltura della Regione autonoma della Sardegna (AGRIS); Agenzia regionale sarda per la gestione e l’erogazione degli aiuti in agricoltura (ARGEA); Agenzia regionale per l’attuazione dei programmi in campo agricolo e per lo sviluppo rurale (LAORE Sardegna); Agenzia sarda per le politiche attive del lavoro (ASPAL); Ente acque della Sardegna (ENAS);Istituto superiore regionale etnografico (ISRE); Sardegna IT s.r.l.»

«Dall’insediamento di questo governo regionale ormai non si contano le poltrone sfornate. E non è ancora finita, ora ad essere interessati saranno tutti gli enti regionali della Sardegna, ed è giusto che i cittadini sardi sappiano quali sono le decisioni che vengono prese da questo governo regionale. Le uniche. È inconcepibile, assurdo e vergognoso che in un momento così delicato per la nostra Regione, afflitta da problematiche che rischiano di comprometterne per sempre l’economia, si pensi a fabbricare altre poltrone anziché a trovare soluzioni – concludono i consiglieri del Movimento 5 Stelle -. Non c’è mai fine al peggio.»

gianluigideidda@gmail.com

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«Anno nuovo vecchio sistema, un altro pezzo del servizio pubblico del nord Sardegna svanisce grazie alla Giunta Solinas.»

A sostenerlo è Desirè Manca, capogruppo del M5S in Consiglio regionale.

«Il 16 aprile del 2019 presentavo la mia prima interpellanza – attacca Desirè Manca -. Segnalavo, o meglio lamentavo che, a seguito dell’approvazione in via definitiva dei requisiti di accreditamento e dell’aggiornamento dei requisiti autorizzativi minimi strutturali tecnologici ed organizzativi dei Punti prelievo esterni (PPE), la Regione aveva disposto la sospensione dell’attività di numerosi punti prelievo della provincia di Sassari, sospensione dovuta, in particolare, alla mancanza del requisito organizzativo che prescrive la presenza del medico durante l’orario di esecuzione dei prelievi.»

«Nel frattempo partiva il servizio sostitutivo con l’autoemoteca che, per quanto scomodo, perlomeno leniva il disagio dei cittadini di quei Paesi – aggiunge Desirè Manca -. Apprendiamo oggi, da fonti di stampa la risposta, anche se indiretta, alla mia interpellanza. Naturalmente non è la risposta che mi aspettavo, non è la risposta che si aspettavano i sindaci di quelle comunità e non è la risposta che si aspettavano i cittadini. SOSPENSIONE, da parte della Giunta regionale, anche del servizio sostitutivo con autoemoteche in 15 comuni del nord Sardegna.»

«Si riempiono la bocca con la lotta allo spopolamento e poi tagliano i pochi servizi pubblici rimasti. Non si rendono conto che a causa delle condizioni di isolamento delle comunità locali sarde i punti di prelievo esterni offrivano un servizio prezioso per le categorie più deboli, come disabili, pazienti affetti da gravi patologie o patologie croniche ed anziani. Non si rendono conto che larga parte delle persone servite dai punti di prelievo esterni devono sottoporsi frequentemente ai prelievi e la necessità di viaggiare, considerate le carenze croniche del sistema di trasporti pubblici, li costringe ad affrontare ulteriori disagi – conclude la capogruppo del M5S in Consiglio regionale -. La risposta può essere una sola: non si rendono conto!»