25 November, 2024
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La Cia Sardegna chiama a raccolta iscritti ed istituzioni per analizzare e pianificare le azioni da intraprendere in merito alla programmazione della nuova PAC 2021-2027.

Venerdì 20 dicembre, alle ore 10.00, al Centro congressi “L’Anfora”, a Tramatza, al km 103 della strada statale 131, sono convocate l’assemblea regionale e le tre assemblee provinciali Cagliari-Sud Sardegna, Nord Sardegna e Sardegna Centrale. Alla giornata dedicata all’informazione e al dibattito riguardo alla definizione della nuova Politica Agricola Comune in via di stesura in sede europea, parteciperanno l’assessora regionale all’Agricoltura, Gabriella Murgia, il responsabile nazionale del dipartimento Sviluppo agroalimentare e Territorio della Cia, Pino Comacchia, il presidente nazionale della Cia, Dino Scanavino. I lavori saranno aperti dall’intervento del presidente regionale della Cia Sardegna, Francesco Erbì, e proseguiranno con l’obiettivo di fare il punto sui problemi del comparto agricolo sardo, e sulle ricadute che potranno derivare dalla prossima approvazione della PAC 2021-2027.

La Cia Sardegna invita a partecipare all’evento tutte le forze istituzionali, politiche e sociali del territorio, nonché le organizzazioni professionali agricole e dei tecnici che operano nel settore, in modo da poter fornire un’informazione completa e qualificata ai associati e agli agricoltori sulla normativa comunitaria in via di approvazione.

Sul tema della nuova PAC, la Cia Sardegna, attraverso le parole del presidente regionale, Francesco Erbì, ha già lanciato nei giorni scorsi un appello alla politica e alle istituzioni regionali affinché si avvia una mobilitazione a difesa delle prerogative dell’agricoltura sarda, evitando che le imprese isolane risultino in qualche modo svantaggiate dall’adozione delle nuove norme.

«La Pac non è in discussione; serve agli agricoltori e allevatori sardi ma alcuni elementi contenuti nelle proposte di regolamento non sono accettabili. Sono previste azioni ingiustificate di riduzione del budget attuale del 5% sui pagamenti diretti e del 15% sul programma di sviluppo rurale – ha ammonito Francesco Erbì -. Uno degli argomenti più controversi, sicuramente da osteggiare, è la proposta di convergenza esterna, secondo cui tutti gli stati membri devono ricevere la stessa quantità di risorse a parità di superfici agricole impegnate nei processi di produzione. Questo genererebbe una situazione di forte squilibrio che penalizzerebbe l’agricoltura regionale oltremodo, creando vere e proprie crisi di competitività e di mercato e portando alla chiusura una moltitudine di imprese che vedono nelle risorse provenienti dalla PAC il 30-40% del reddito d’impresa», ha concluso il presidente della Cia sarda.

 

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Sabato 29 giugno nella sala conferenze San Nicola, a Ozieri, dalle ore 10.00 si svolgerà il convegno provinciale della Confederazione italiana agricoltori Nord Sardegna, “Prospettive e alternative del settore ovicaprino”.

L’appuntamento sarà moderato dal direttore nazionale Caa della Cia, Fabio Chessa, e vedrà l’apporto dei maggiori studiosi ed esperti del comparto. L’apertura dei lavori sarà affidata a Francesco Erbi, presidente regionale Cia, al quale seguiranno gli interventi di Salvatore Pier Giacomo Rassu, professore associato di Zootecnia del Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari, con la relazione “Strategie di miglioramento dell’efficienza produttiva ed economica dell’allevamento ovino”. Quindi sarà il turno della relazione “La guerra del latte: crisi o declino del settore ovino?”, di Roberto Furesi, professore ordinario di Economia ed estimo rurale del Dipartimento di Agraria dell’ateneo sassarese, poi il consulente e tecnico caseario Bastianino Piredda illustrerà il rapporto “Diversificare, parola chiave per ampliare offerta e mercato. Presentazione Progetto Shardana”. Ci sarà anche l’intervento di Giuseppe Pirisi del Banco di Sardegna, con “Interventi e prodotti a favore delle imprese agricole”.

Le conclusioni del convegno saranno affidate a Piero Maieli, presidente della commissione Attività produttive del Consiglio regionale, e a Dino Scanavino, presidente nazionale Cia Agricoltori Italiani.

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Le regioni del Mezzogiorno, pur rappresentando grandi bacini di produzione agroalimentare, non spiccano tra le regioni top exporter e questo anche a causa dell’orografia che caratterizza i traffici commerciali del territorio; l’export agroalimentare del Meridione, infatti, è ‘geograficamente’ concentrato nei mercati di prossimità e raggiunge solo in minima parte i mercati più distanti. Anche in ragione di ciò, l’export agroalimentare delle regioni del Mezzogiorno, seppur in aumento nell’ultimo decennio, è cresciuto ad un tasso inferiore rispetto a quello delle regioni del Nord: nel decennio 2008-2018, infatti, a fronte di una crescita dell’export delle regioni settentrionali pari al 62% circa, quello delle regioni meridionali è aumentato ‘solo’ del 46%, arrivando a superare di poco i 7 miliardi di euro di export nel 2018.

Muove da queste premesse il terzo appuntamento di “Grow!”, l’Action Tank del coordinamento di Agrinsieme che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, che si terrà giovedì 13 giugno 2019, dalle 9.30 nel Palazzo Viceconte di Matera, in via San Potito 7. L’incontro, che vedrà gli interventi del ministro delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo Gian Marco Centinaio e del ministro per il Sud Barbara Lezzi, sarà incentrato sull’importanza delle infrastrutture materiali ed immateriali del Meridione per la competitività dell’agricoltura italiana nel contesto comunitario e globale.

I collegamenti, i trasporti, la digitalizzazione e il sistema idrico del Meridione saranno solo alcune delle tematiche al centro dello studio “Il sistema infrastrutturale a servizio dell’agricoltura italiana: focus territoriale Mezzogiorno”, realizzato da Nomisma per Agrinsieme, che saràpresentato per l’occasione dal responsabile dell’Area Agricoltura e Industria Alimentare della società di ricerca Denis Pantini.

A questo importante appuntamento, come già avvenuto nei precedenti, parteciperà una corposa delegazione di rappresentanti delle aziende e degli organi territoriali delle associazioni facenti parti del Coordinamento, i quali avranno la possibilità di rappresentare le proprie istanze direttamente alle istituzioni. Alla giornata di lavori interverranno, oltre al coordinatore nazionale di Agrinsieme Franco Verrascina e aicopresidenti del coordinamento Dino Scanavino, Massimiliano Giansanti e Giorgio Mercuri, il coordinatore della commissione Agricoltura della Conferenza delle Regioni Leonardo Di Gioia, l’assessore all’agricoltura della Regione Basilicata Francesco Fanelli, l’assessore all’agricoltura della Regione Siciliana Edy Bandiera, il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale Ugo Patroni Griffi e il presidente di Federalimentare Ivano Vacondio.

A questo terzo appuntamento di “Grow!”, l’innovativa piattaforma attraverso la quale Agrinsieme intende mettere a disposizione dei decisori pubblici e dei propri associati un innovativo laboratorio di riflessione sulle policy che influenzano il futuro del settore, farà seguito, nei prossimi mesi, un incontro analogo durante il quale l’attenzione sarà dedicata alla situazione infrastrutturale del Settentrione del Paese.

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«Oggi al Mipaaft abbiamo avuto importanti conferme sull’iter che porterà alla definizione di una metodologia per fissare i prezzi del latte e sullo stanziamento di fondi che vanno nella direzione di risollevare e tonificare il mercato del latte ovicaprino, con il fine ultimo di superare la fase emergenziale e aprire un dibattito sul futuro del settore. Lo smaltimento delle rimanenze di Pecorino Romano è, infatti, un primo piccolo passo per intervenire sull’equilibrio di mercato; oltre alle risorse per veicolare il formaggio in eccedenza agli indigenti, però, è fondamentale indirizzare tali fondi per ristrutturare la filiera e per incrementare la liquidità a disposizione degli allevatori.»

Così il coordinatore di Agrinsieme Franco Verrascina, che ha partecipato insieme ai presidenti della Cia Dino Scanavino e dell’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari Giorgio Mercuri ed alla vicepresidente della Confagricoltura Elisabetta Falchi ai lavori del Tavolo della filiera ovicaprina, riunitosi oggi al ministero delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo e svoltosi alla presenza del ministro Gian Marco Centinaio e dei Sottosegretari Franco Manzato e Alessandra Pesce.

«Durante il Tavolo, che ha fatto seguito agli incontri svoltisi al Ministero dell’Interno e alla Prefettura di Cagliari, sono stati presi importanti impegni per la definizione di una metodologia relativa ai prezzi finali dei prodotti, correlando il costo del latte alle dinamiche di mercato; tale definizione per l’indicizzazione dei prezzi andrà sviluppata nel corso di un tavolo ‘ristretto’ che sarà convocato a breve dalla Prefettura di Sassari. Certo l’assenza degli industriali oggi al tavolo non ha aiutato; in ogni caso l’adesione di Assolatte al tavolo ristretto lascia ben sperare perché si possano riprendere le relazioni interprofessionali sul prezzo», aggiunge Agrinsieme.

«Ci rassicurano inoltre la firma da parte del Ministro del decreto ministeriale che proroga il piano per la regolazione dell’offerta del formaggio Pecorino Romano DOP a luglio 2019, anche se poi occorrerà riflettere sulla programmazione produttiva, sulle sanzioni in caso di non rispetto e sulla attribuzione delle quote di produzione. Per risollevare il settore saranno poi importanti le attività promozionali concordate con l’ICE e l’impegno della GDO ad avviare una campagna straordinaria di sostegno per il Pecorino», aggiunge il coordinamento.

«Attendiamo ora di conoscere nel dettaglio i contenuti dell’annunciato decreto legge, che dovrebbe prevedere, in base alle anticipazioni del Ministro, le moratorie per i mutui e i finanziamenti dei pastori in difficoltà, la definizione di misure di monitoraggio per assicurare il rispetto delle quote di produzione e l’istituzione del registro telematico del latte ovicaprino che Agrinsieme ritiene opportuno estendere a tutti i prodotti lattiero-caseari della filiera», conclude il coordinamento.

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Venerdì 3 agosto la rabbia degli agricoltori ed allevatori sardi si concentrerà a Tramatza, dove la CIA regionale Sardegna ha convocato gli stati generali delle campagne per discutere dei gravi problemi che affliggono il comparto base dell’economia isolana. L’appuntamento è per le ore 10.00, alla sala Convegni sulla strada statale 131, dove imprenditori, associazioni di categoria e rappresentanti delle istituzioni saranno chiamati a discutere i sulle vertenze sempre aperte del settore e proporre soluzioni alla crisi economica e strutturale diventata ormai cronica.

Al confronto sono stati invitati l’assessore regionale dell’Agricoltura, Pier Luigi Caria, il direttore generale Argea, Gianni Ibba, il presidente della commissione Attività produttive della Regione Sardegna, Luigi Lotto, e il presidente del Consorzio del Pecorino romano, Salvatore Palitta. Ha annunziato la sua partecipazione anche il presidente nazionale della Confederazione Italiana Agricoltori, Dino Scanavino, a sottolineare la valenza dell’iniziativa e per supportare a livello nazionale le proposte che scaturiranno dal confronto.

Gli argomenti che la Cia riverserà sul tavolo, chiedendo con forza alla politica e alle Istituzioni risposte e progetti, saranno tanti: crisi di mercato dei prodotti; ritardo nelle procedure di indennizzo per calamità naturali e danni da fauna selvatica; ritardi nei pagamenti del PSR.

La riunione sarà anche l’occasione per informare e discutere delle prospettive della PAC 2021/2027 e per mettere in capo azioni utili a invertire la tendenza in atto dalle prime proposte della Commissione dell’UE, che vedrà altrimenti penalizzata l’agricoltura italiana e sarda.

«La CIA Nord Sardegna parteciperà compatta con le delegazioni degli allevatori e agricoltori provenienti dalla Gallura, dal Monte Acuto-Goceano, dal Meilogu e dalla Nurra di Sassari ed Alghero – dichiara il presidente provinciale, Michele Orecchioni -. In assenza di risposte convincenti da parte delle istituzioni e della politica, anche a livello provinciale, con il coinvolgimento degli amministratori locali, daremo il via alla mobilitazione della categoria tesa a rilanciare l’attenzione sui temi dello sviluppo e delle prospettive del comparto agricolo.»